LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI NEL SISTEMA EDUCATIVO ITALIANO: EVENTO CIOFS-FP IN VISTA DEL SEMINARIO EUROPA 2014

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1 LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI NEL SISTEMA EDUCATIVO ITALIANO: EVENTO CIOFS-FP IN VISTA DEL SEMINARIO EUROPA 2014 Un approfondimento sul sistema di valutazione integrato tra diversi sistemi di istruzione e formazione, alla luce della necessità di fornire uno strumento valutativo nei diversi contesti formali e non formali. Se ne è parlato nell incontro La valutazione degli apprendimenti nel sistema educativo italiano organizzato il 28 marzo dal CIOFS-FP presso la sede Isfol di Roma. L evento, promosso da Isfol e Forma con il sostegno di Invalsi e Tecnostruttura e con il coinvolgimento di MLPS, MIUR, Coordinamento tecnico delle regioni in materia di IeFP e lavoro, è un iniziativa propedeutica al Seminario di Formazione Europea 2014, in programma nella Capitale dal 17 al 19 settembre Il convegno è stato introdotto da Suor Lauretta Valente, Presidente del CIOFS-FP, a cui sono seguiti i saluti della Dott.ssa Sandra D Agostino in rappresentanza dell Isfol e dalla Dott.ssa Paola Vacchina, Presidente di Forma. La Dott.ssa D Agostino ha ricordato l impegno dell Isfol al fianco del settore Istruzione e Formazione Professionale, in particolare l ente: ha dato il proprio contributo sulla valutazione degli apprendimenti, al fine di costruire un sistema nazionale di valutazione degli apprendimenti per i giovani della IeFP; al fianco del Miur e delle regioni ha lavorato per la costruzione di un sistema di correlazione fra i vari repertori regionali e di un sistema nazionale della certificazione delle competenze; ha contribuito all elaborazione del primo Rapporto nazionale di Referenziazione EQF. Due sono le questioni che vorrei sollevare ha dichiarato la Dott.ssa Vacchina. La prima riguarda la necessità non abbassare la guardia sui temi trattati nel seminario, anche alla luce del semestre italiano alla presidenza dell Ue. E fondamentale focalizzare l attenzione su formazione e lavoro. Argomento di particolare rilevanza appare dunque sia quello della valutazione degli apprendimenti dei giovani nel sistema educativo italiano, ma anche della valutazione del sistema di IeFP in generale e di coloro che vi operano. La seconda questione è quella relativa alla valutazione sull offerta formativa proposta (esiti occupazionali, qualità dell educazione offerta etc.). Il Prof. Michele Pellerey dell Università Pontificia Salesiana ha trattato il tema del processo di valutazione nel sistema di IeFP. Secondo il Prof. Pellerey esistono quattro livelli fondamentali di valutazione: a) in entrata nel sistema, b) alla fine dell obbligo istruttivo, c) al conseguimento della qualifica professionale, d) al conseguimento del diploma professionale. La considerazione di una valutazione in entrata nel sistema IeFP sostiene Pellerey è essenziale per poter poi valutare il guadagno conseguito nel percorso. Quanto alla fine dell obbligo istruttivo o più in generale alla fine del biennio iniziale del secondo ciclo prosegue il docente dell Università Pontificia Salesiana si deve osservare che è invalsa l abitudine di privilegiare forme di valutazione comparativa (es.ocse-pisa). Ma dagli anni trenta si è insistito per valorizzare una valutazione soprattutto riferita agli obiettivi propri del percorso formativo. Tuttavia, secondo il Prof. Pellerey, anche in Italia è previsto che alla fine dell obbligo di istruzione si arrivi a conseguire alcuni obiettivi di apprendimento comuni a tutti i percorsi (competenze previste dagli assi culturali e competenze di cittadinanza).

2 La questione centrale a cui occorre dare risposta è se i processi di formazione professionale che si attuano nella IeFP durante il biennio siano gli stessi che si attuano negli altri percorsi. Oppure se sono legati a esperienze e conoscenze e abilità connesse ad un ambito esperienziale particolare. E dunque, a che punto ne debba essere segnata la pratica valutativa. La soluzione non è agevole. Una possibile risposta è stata fornita dalla Direzione generale per l istruzione e la formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni, la quale nel 2007 aveva affidato all Invalsi il progetto Competenze di base. L obiettivo di tale progetto era quello di assicurare un supporto alla definizione di quadri teorici di riferimento per la valutazione degli apprendimenti (valutazione delle competenze di base) acquisiti al termine dell obbligo di istruzione (secondo anno secondaria superiore) che tengano conto delle peculiarità dei percorsi sviluppati nei triennali integrati e nella formazione professionale. Per quanto riguarda la valutazione al conseguimento della qualifica professionale, dagli accordi Stato Regioni - ha dichiarato il Prof. Pellerey è derivato un quadro di competenze che dovrebbe caratterizzare il profilo finale di chi ha raggiunto il livello di qualificazione considerato. Sono state diversificate competenze di base, tecnico-professionali comuni e proprie della qualifica. Sembra che ci sia stata una certa preoccupazione nel collegare le varie aree tra loro. Il tema della valutazione all interno del processi di IeFP pone l attenzione sul termine valutare, ossia confrontare i risultati attesi con le informazioni disponibili circa quanto appreso in concreto da parte degli allievi, al fine di trarne una valutazione di apprendimento. A tale proposito, ha evidenziato Pellerey, Spencer e Spencer nel 1995 hanno distinto le competenze di superficie considerate suscettibili di modifica e di sviluppo e di valutazione, da quelle più profonde come motivi, concezione di sé, tratti personali, di più difficile rilevazione. Di qui l esigenza di descrivere quanto detto sopra mediante un sistema di cerchi concentrici: quello più esterno comprende le competenze tecniche e pratiche generali, il cerchio intermedio fa riferimento a quelle culturali e tecnologiche (conoscenze e abilità), quello più interno include le qualità più personali (atteggiamenti). Il nucleo profondo della persona afferma il Prof. Michele Pellerey è costituito da qualità stabili che incidono su tutti i comportamenti. Queste qualità tendono a darsi una caratterizzazione specifica nei vari ambiti di apprendimento. Le conoscenze e abilità, che riguardano il livello intermedio di apprendimento, sono caratterizzate da significatività, stabilità e fruibilità. Il livello superficiale è invece rappresentato dalle manifestazioni di competenza, ossia le modalità di azione che possono essere valutate sulla base di standard di riferimento. In conclusione, dunque, la questione della valutazione per l apprendimento delle competenze si prospetta impegnativa. La cosa più importante è promuovere e valutare il nucleo profondo della competenza (atteggiamenti, attribuzioni di valore, significati e motivazioni, abiti di studio e di lavoro, volizione e capacità di perseveranza etc.).la maggior parte di tali dimensioni di sviluppa sulla base dell esperienza in classe, in famiglia e nell ambiente socio-culturale di appartenenza. La loro valutazione dichiara Pellerey può essere inferita solo a partire da un osservazione attenta dei comportamenti (linguistici e non linguistici), cioè delle manifestazioni di competenza. Le competenze di tipo intermedio, suggerisce il docente dell Università Pontificia Salesiana, devono essere valutate non solo in base alle definizioni capite, ma soprattutto su una loro

3 costruzione progressiva legata a esempi e contro esempi e su un loro utilizzo per descrivere e analizzare situazioni interne sia alla matematica, sia alle scienze, sia alla vita quotidiana. Infine le manifestazioni di competenza, ossia quelle collocate ad un livello più superficiale degli apprendimenti. A questo livello è necessario identificare alcuni fondamentali indicatori e relativi standard. La relazione del Prof. Pellerey si conclude ricordando le seguenti questioni: il concetto di competenza e le difficoltà valutative conseguenti; la competenza come variabile latente della cui presenza e livello si può solo inferire a partire da alcuni indicatori (misurabili); la valutazione di conseguenza (e la certificazione) non è mai un giudizio assoluto, ma relativo alla qualità del processo e degli strumenti usati. Suor Lauretta Valente ha poi introdotto la tavola rotonda, sottolineando come il seminario costituisca uno strumento per sviluppare un confronto sul tema della valutazione degli apprendimenti e per il riconoscimento delle attuali difficoltà esistenti. Nell IeFP ha affermato la Presidente del CIOFS-FP occorre collegare aree di apprendimento (discipline/materie). Gli aspetti da valutare sono: il prodotto ed il processo conoscitivo, per arrivare alla sintesi valutativa. Una relazione dinamica tra il sapere ed il saper fare è fondamentale. Nell IeFP serve un approccio apprenditivo differente, ossia è necessaria una diversa valutazione degli apprendimenti. La tavola rotonda è stata aperta dal Vice Presidente di Invalsi Arduino Saladin, il quale ha illustrato il quadro europeo dei sistemi di valutazione, in particolare nella formazione iniziale. Secondo il Dott. Saladin vi sono grandi difficoltà di comparazione fra i vari sistemi di valutazione Ue. Molti studi fanno riferimento all educazione in senso lato e non solo all IeFP. Inoltre la valutazione dei risultati di apprendimento è solo un aspetto di varie valutazioni (valutazione degli apprendimenti, valutazione delle azioni formative, valutazione dell offerta formativa). Ultimamente la valutazione della qualità dell IeFP viene intesa come efficacia, efficienza e utilità anche nella vita lavorativa. Essa riguarda la didattica ma anche il contesto (ambiente, organizzazione etc.). Le specificità dell IeFP ha dichiarato il Dott.Arduin si manifestano nel seguente modo: uno scarso controllo degli input (studenti ed insegnanti non si posso scegliere); difficoltà nell applicabilità della strategia del miglioramento continuo; rapporto continuativo e non occasionale con il cliente; una certa ambiguità del concetto di servizio al cliente ; problematica valutazione dei risultati e delle ricadute (ossia buone valutazioni degli apprendimenti generano automaticamente buone ricadute formative? Serve più attenzione alla natura comunicazionale della valutazione. Occorre ampliare l orizzonte della valutazione dai risultati alle ricadute. Citando Giorgio Allulli a proposito della valutazione dei sistemi formativi, il Vice Presidente di Invalsi ha sottolineato due modelli fondamentali: a) modello manageriale, ispirato alla gestione della qualità e centrato sulla valorizzazione ed il controllo; b) modello input-output, con approccio EFQM-modello C.A.F. Secondo Allulli occorre puntare su una forma di integrazione fra i due modelli. Tale integrazione è suggerita anche dai contesti Ue. Arduin ha poi ricordato che oggi in Europa l EQARF (European Quality Assurance Reference Framework) ha sostituito l EQAVET. I lavori dell OCSE attorno al programma PISA ha proseguito Arduin - ci suggeriscono come valutare le istituzioni scolastiche e formative: non solo in base ai risultati di apprendimento ma

4 anche valutando dirigenti, insegnanti etc. Fra 25 fattori che, secondo l OCSE, possono influenzare la performance scolastica degli studenti, ricordiamo: gli standard educativi, l autonomia scolastica, la relazione studenti/insegnanti, la disciplina, la motivazione degli studenti e la motivazione dei docenti. La proposta che si avanza è quella di costituire un circuito virtuoso fra ricercatori, esperti ed operatori sul campo. Parola chiave è accountability, ossia la valutazione sommativa, il raccordo fra valutazione interna ed esterna. In conclusione il Dott. Arduini afferma la necessità di promuovere lo sviluppo di sistemi integrati di valutazione. A tale proposito uno studio del Cedefop ha realizzato forme di valutazione comparata dei percorsi IVT, attuando: 1) una ricerca in stretto raccordo tra standard formativi e forme di assestment degli studenti; 2) uno sviluppo delle capacità degli insegnanti di valutare in base a standard; 3) una ricerca di raccordo fra pratiche di valutazione esterna e valutazione degli apprendimenti effettuata dagli insegnanti. Per approfondimenti sull argomenti si suggeriscono: la Guida di autovalutazione del Cedefop, il Manuale per la Peer Review dell Isfol, il Modello italiano del sistema nazionale della valutazione (SNV), il modello CIPP (contesto, input, processi, prodotti). Il Dott. Andrea Simoncini, in rappresentanza del MLPS, ha descritto il tema oggetto del seminario come di una sfida tecnica, pratica e culturale, citando una definizione di Mauro Frisanco. Dal D.Lgs. 13/2013 ha affermato il Dott.Simoncini emergono due elementi semplici per la valutazione integrata dei sistemi di IeFP: 1) la definizione di apprendimento formale e non formale; 2) il valore della disciplina organica, unitaria negli ambiti di competenze (formale e non formale). Per quanto concerne in primo elemento, nel decreto esiste una differenza (voluta) rispetto alla definizione europea: nella definizione italiana c è più rilievo ai risultati finali dei processi di apprendimento. Da ciò emerge l esigenza di una valutazione per competenze. Relativamente al secondo elemento, - ha proseguito il rappresentante del Ministero del Lavoro - il provvedimento legislativo compone un unico quadro logico per l apprendimento formale e non formale, ossia si riconosce pari dignità ad entrambi. E necessario un unico registro dei due canali di apprendimento, per evitare rischi di diversa regolamentazione fra i due ambiti. Il decreto è norma quadro e quindi richiede di essere recepita concretamente con leggi speciali. Per parlare dell esperienza delle Regioni è intervenuta la Dott.ssa Ada Fiore, Dirigente Generale Formazione Lavoro Regione Lombardia. La Dott.ssa Fiore ha ricordato che il 20 febbraio 2014 è stato firmato l Accordo fra Regioni e Province Autonome, con il quale sono stati stabiliti gli elementi minimi comuni sulle procedure di valutazione, di ammissione agli esami e di accertamento formale, sulla base del D.Lgs. 226/2005 e del D.Lgs.13/2013. Secondo la Dirigente della Regione Lombardia la competenza è il punto di certificazione indipendentemente dal contesto. Dopo l Accordo ha evidenziato la Dott.ssa Fiore le Regioni dovranno dare attuazione ai contenuti. Gli elementi minimi sugli esami, sanciti dall Accordo, riguardano: l ammissione agli stessi che deve far riferimento agli esiti del rendimento di apprendimento; la composizione della commissione (con caratteri di terzietà e collegialità); la prova di esame, che deve valutare le competenze di base con attenzione all aspetto pratico-prestazionale, gli output (ossia i risultati di apprendimento in grado di autonomia), la prova professionale, a cui deve essere attribuito maggior peso. Le Regioni ha concluso Ada Fiore devono rinnovare l accordo sulle passerelle tra percorsi di istruzione e IeFP.

5 L intervento del Dott. Emmanuele Crispolti dell Isfol ha riguardato l IeFP presso i Centri Accreditati e presso le scuole, al fine di stabilità una specifica identità dei primi. Pur nella consapevolezza che la dispersione scolastica è ancora alta, il Dott. Crispolti riconosce ai Centri Accreditati il ruolo di strutture professionalizzanti ed antidispersive, anche in coordinamento con i Centri per l Impiego, poco attuato in realtà. Secondo Crispolti, i Servizi per l Orientamento non riescono a raggiungere tutti gli utenti che necessitano di tale aiuto, ad esempio tra i dispersi solo il 6,2% è ricorso ad un esperto dell orientamento. Si registra ha affermato il Coordinatore Gruppo Formazione Iniziale Isfol una crescita esponenziale degli iscritti a percorsi di IeFP (più presso i Centri accreditati che presso le scuole). L IeFp non è più vista solo come seconda opportunità ma anche come vocazione (da circa il 50% degli studenti). Tra le cause dell abbandono scolastico, emergono soprattutto motivi personali e scolastici. A rendere più attraente la Formazione Professionale è soprattutto il contatto fra lavoro e IeFP: ciò permette di arginare il fenomeno della dispersione (mediante la laborialità, il lavoro per progetti, le simulazioni etc.). Tra l altro il contatto con il mondo del lavoro è fondamentale anche per le competenze di base. Il Dott. Crispolti ha infine rammentato gli ultimi dati in tema di esiti formativi della IeFP (con il 45% presso le scuole e il 68% presso i Centri Accreditati) e di esiti occupazionali (a tre anni dalla qualifica il 50% dei giovani trova un impiego, percentuale che sale al 55% presso i Centri Accreditati). Il seminario ha visto anche la partecipazione della Parlamentare Europea Silvia Costa, che ha parlato dell esigenza di rafforzare il confronti fra i sistemi di valutazione nazionali in Europa e dell invito agli Stati membri (secondo la Strategia 2020) a consolidare le politiche della mobilità, per la crescita e lo sviluppo dell IeFP e della Formazione Superiore. Gli Enti accreditati - ha dichiarato l On. Costa hanno puntato sulla qualità. Ciò arricchisce l intero sistema educativo italiano. La maggior integrazione fra scuola e formazione fa migliorare il sistema e riduce la disoccupazione. L On. Costa ricorda poi quelle che sono le indicazioni dell Ue: i sistemi di valutazione devono essere confrontabili occorre promuovere l eccellenza e la qualità serve flessibilità di accesso all IeFP occorre tener presente la Direttiva sulla Carta Professionale è necessario favorire l innovazione e l imprenditorialità occorre impegnarsi nella lotta alla dispersione scolastica. La Parlamentare Ue ha infine enunciato gli impegni dell Unione per il periodo : rethinking education alleanza educativa con il mondo del lavoro il finanziamento con il programma Erasmus Plus non solo in favore dello studio ma anche del placements (con iniziative per lavorare all estero) grazie alla Youth Guarantee, il diritto per il NET di aver almeno 5 chance (formazione, tirocini, stage, apprendistato, lavoro). Data la variegata presenza di esponenti della politica, della P.A. e dell IeFP all appuntamento, il seminario è stato dunque un eccellente strumento di confronto in vista del Seminario Europa,

6 organizzato anche quest anno dal CIOFS-FP per fare il punto sul ruolo dell IeFP in chiave comunitaria. A cura della REDAZIONE ENDO-FAP NAZIONALE

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