Un bilancio del mandato
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- Federico Donato
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1 Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria di Bologna, avvio del mandato Un bilancio del mandato Ruolo e funzioni della CTSS: cenno storico Le Conferenze Sanitarie nascono nel 1992 con la prima grande riforma sanitaria italiana (il DLgs 502/92) che, nello svincolare i servizi dal controllo diretto degli Amministratori locali, riconosceva a questi ultimi un ruolo importante nell indirizzo e nella programmazione delle neonate Aziende Unità Sanitarie Locali. Secondo il DLgs. 502/92, infatti, la Conferenza dei Sindaci provvede alla definizione, nell'ambito della programmazione regionale, delle linee di indirizzo per l'impostazione programmatica dell'attività, esamina il bilancio pluriennale di previsione ed il bilancio di esercizio e rimette alla regione le relative osservazioni, verifica l'andamento generale dell'attività e contribuisce alla definizione dei piani programmatici trasmettendo le proprie valutazioni e proposte al direttore generale ed alla regione. A queste competenze generali di indirizzo e programmazione, il decreto affiancava un più sostanziale potere di verifica, che si estrinsecava nel diritto di esprimere un parere sulla nomina, da parte della regione, dei Direttori generali delle Aziende sanitarie, e nella verifica e approvazione da parte della Conferenza dei bilanci preventivi e consuntivi e dei principali atti di programmazione delle Aziende. Unica in Italia, la Regione Emilia Romagna decise, già nel 1994 (con la LR 19/94), di investire fortemente sulle Conferenze sanitarie, e pose sin da allora le basi per la loro evoluzione in strumenti per l integrazione sociale e sanitaria: un evoluzione che sarà ratificata con la legge 2 del 2003, che istituisce le Conferenze Territoriali Sociali e Sanitarie, e portata a compimento nel 2008 con il primo Piano Sociale e Sanitario della Regione Emilia Romagna. Questo Piano Sociale e Sanitario pionieristico, insieme all altrettanto pionieristico Fondo Regionale per la Non Autosufficienza, avviato un anno prima, poneva le basi per una vera e profonda integrazione fra politiche sociali e sanitarie, e assegnava alle CTSS un importante ruolo di regolazione e coordinamento a livello di Area vasta. Alle CTSS, infatti, veniva assegnato il compito di assicurare l equità e l omogeneità di trattamento per i cittadini di tutti i distretti, irrobustendo l'impianto della governance istituzionale in particolare il ruolo dei Comitati di Distretto e delle CTSS, la loro capacità di mettere in moto un percorso di approfondimento tecnico e di estesa partecipazione sia attraverso il riparto del Fondo della Non Autosufficienza che attraverso l insieme delle funzioni di indirizzo, consultive, propulsive, e di verifica e controllo riconosciute loro dal Piano Sociale e Sanitario, per esercitare le quali le CTSS venivano dotate di propri Uffici di Supporto. Il primo Piano Sociale e Sanitario Regionale rappresentò un atto di programmazione molto importante, giunto al termine di un percorso partecipativo che aveva coinvolto diversi soggetti: terzo settore, imprese, organizzazioni sindacali, e seguito dalla definizione, a livello di Area vasta, di un Atto di indirizzo e coordinamento con cui la CTSS avviava il proprio lavoro di coordinamento e regolazione delle politiche sociali e sanitarie di Area vasta fondandosi, per la prima volta, su un Profilo di comunità: un insieme di dati e di informazioni complesse, frutto del lavoro fatto anche per lo sviluppo dei sistemi informativi negli anni precedenti, in grado di!1
2 descrivere lo stato del nostro territorio i bisogni prevalenti per target di popolazione, la consistenza e distribuzione dei servizi, i principali elementi di cambiamento, di criticità, la presenza di capitale sociale. Il Piano sociosanitario proponeva con nettezza un approccio integrato alle politiche sociali e sanitarie, ricomprendendo al suo interno le linee di indirizzo per le politiche sociale, sociosanitarie e sanitarie, e riconsiderando tutti i livelli della governance regionale, provinciale e distrettuale in questa ottica come luoghi di governo del sistema integrato dei servizi per la cura e il benessere delle persone. Esso delineava una prospettiva radicalmente nuova nella definizione delle politiche: una prospettiva nella quale il benessere e la salute delle persone sono influenzati da fattori complessi connessi al lavoro, allo stile e alle condizioni di vita, dell'abitare, alla qualità ambientale, alla possibilità di istruirsi e di avere accesso alla cultura e allo sport, e dunque per realizzare questo benessere l integrazione delle politiche non può essere limitata a quella, indispensabile, tra politiche sociali e sanitarie, ma deve riuscire a tenere insieme tutte le politiche di sviluppo del territorio. Quanto più questa visione potrà affermarsi, tanto più sarà superata una visione riparatoria in cui il welfare interviene a posteriori a rimediare i problemi, e sarà sostenuta un'idea di welfare che promuove la comunità in tutte le sue componenti, che ne è motore di sviluppo, e che interviene sugli elementi di discontinuità e di crisi, leggendoli e intervenendo in chiave di prevenzione dell'esclusione e della malattia. 2. Il quadro in cui la CTSS ha operato nell ultimo mandato L Atto di Indirizzo e Coordinamento e il Profilo di Comunità delineati dalla CTSS nel 2008 per l avvio della programmazione prevista dal Piano Sociale e Sanitario Regionale, letti a sei anni di distanza, testimoniano del profondo mutamento nel contesto sociale ed economico che la CTSS si è trovata ad affrontare in questo ultimo mandato, con il progressivo approfondirsi di una crisi economica considerata analoga, negli effetti recessivi sull'economia e sulla società, a quella del 1929, e che, secondo l ultimo rapporto Caritas, ha raddoppiato il numero delle persone in povertà assoluta, dal 4,1% del 2007 al 8% del L'impoverimento della popolazione si è affiancato ai mutamenti demografici e sociali, che hanno determinato l'insorgere di ulteriori bisogni, con l aumento della popolazione anziana e di quella immigrata, e con un immigrazione sempre più legata a situazioni di emergenza e richieste di protezione conseguenti a situazioni di crisi o di conflitto. A questa crescita dei bisogni di lotta all'esclusione sociale, di cura e di tutela non hanno corrisposto politiche nazionali adeguate. Al contrario, le politiche nazionali di Welfare sono rimaste frammentarie e principalmente orientate verso l'erogazione di trasferimenti monetari o di agevolazioni fiscali, e i trasferimenti di fondi dallo Stato per interventi sociali si sono ridotti a un decimo di quelli del 2008, passando da 2,5 miliardi di euro ai 271 milioni del 2013, benché la decisione di rifinanziare il Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza con 275 milioni di euro, e di dedicare ulteriori 300 milioni per il Fondo Nazionale Politiche Sociali rappresenti una scelta parzialmente in controtendenza.!2
3 3. Dal primo PSSR a oggi L avvio del Piano Sociale e Sanitario regionale ha aperto una fase di intenso lavoro a tutti i livelli della governance, regionale e locale, e pur con tutte le difficoltà legate al rapido deteriorarsi del contesto sociale ed economico, è riuscito, in questi anni, a produrre profondi cambiamenti sia organizzativi che culturali che hanno coinvolto a diversi livelli tutta la comunità. Un aspetto importantissimo di questi cambiamenti è stato rappresentato dal costituirsi di un sistema di relazioni a tutti i livelli, da quello politico rappresentato dalla Cabina di Regia regionale che raccoglie i Presidenti delle CTSS e i Sindaci dei Comuni capoluogo, dalla CTSS e dai Comitati di Distretto, a quello tecnico rappresentato soprattutto dallo Staff delle politiche sociali, che raccoglie gli Uffici di Piano, le Direzioni di Distretto e l Ufficio di Supporto della CTSS, a quello degli operatori e dei cittadini, rappresentato dai diversi tavoli e gruppi di lavoro attivati in tutto il territorio sui problemi all ordine del giorno, e dallo sviluppo, fortemente intrecciato con questo sistema, di strutture di concertazione e negoziazione con le Organizzazioni Sindacali, con il III Settore, con le Associazioni dei pazienti. Questo sistema di relazioni ha portato alla realizzazione di importanti risultati, come i regolamenti per la gestione del FRNA, i progetti sovrazonali per la non autosufficienza e la prevenzione della fragilità, e, da ultimo, le linee di indirizzo per le Assistenti familiari approvate nel 2013 e l avvio del progetto metropolitano per la Nuova Domiciliarità. Non ci possiamo tuttavia nascondere che l incalzare della crisi, la vulnerabilità sociale estesa e la crisi finanziaria degli enti locali ci costringono oggi a profondi ripensamenti. Mantenere ferma la prospettiva di un welfare solidale e universalista, il benessere della comunità come fattore di sviluppo sociale ed economico, la spesa sociale come investimento, richiede grandi capacità di innovazione, un nuovo patto tra pubblico, privato e non profit, esercizio di un ruolo di governo da parte degli attori istituzionali. E' fondamentale saper intercettare le nuove categorie di bisogno, indirizzare lì la nostra attenzione compiendo anche scelte coraggiose, affinché non accada che gli ultimi arrivati, ma anche i più fragili siano proprio quelli condannati a restare fuori dal sistema di protezione. 4. Le politiche sanitarie In campo sanitario, la capacità di coordinamento e di condivisione delle politiche realizzata dall Ufficio di Presidenza della CTSS, nel quale si raccolgono e si confrontano tutti i Sindaci Capidistretto del territorio, ci ha permesso di concorrere attivamente alla programmazione delle Aziende (l Azienda sanitaria locale, ma anche l Azienda ospedaliera e universitaria Sant Orsola- Malpighi e l Istituto di Ricerca, Ricovero e Cura Rizzoli). Dove si è realizzato questo lavoro di programmazione condivisa fra Sindaci della CTSS e Aziende sanitarie, i risultati si sono visti: siamo stati in grado di arginare il pesante impatto della crisi e dei tagli di spesa, non subendoli passivamente, ma anzi rilanciando, innovando e migliorando l organizzazione del sistema, e di realizzare quel che avevamo programmato nell ambiente favorevole creato dal consenso degli operatori e della popolazione. Il fiore all occhiello di questo modello di programmazione condivisa è stato il caso della!3
4 riorganizzazione della Rete ospedaliera: un piano articolato, elaborato insieme alle Aziende sanitarie in modo da valorizzare di ciascun ospedale le eccellenze, le specificità, la vocazione, e il ruolo nel territorio di riferimento, e nello stesso tempo inserire ciascuna eccellenza in un contesto coerente, una rete disegnata attorno ai bisogni dei singoli pazienti, ossia sulla base del livello di intensità e della complessità delle cure che richiedono, e non attorno alle singole discipline mediche con il loro corredo di posti letto. Un piano, occorre sottolineare, che grazie al consenso e alla condivisione da parte degli operatori e della cittadinanza ottenuti dai Sindaci nei rispettivi territori ha evitato le secche e le difficoltà di attuazione che spesso incontrano, invece, decisioni più lineari ma meno condivise, che solo apparentemente sono più rapide. Ma questo piano, per quanto vasto e articolato, è necessariamente solo un tassello di una strategia di più ampio respiro. In un contesto in cui prevalgono le malattie croniche e la popolazione anziana, infatti, la CTSS è stata ben consapevole della necessità di assumere una nuova prospettiva della programmazione, focalizzata non tanto sui singoli episodi di cura, quanto sulla continuità e la coerenza delle cure, e sulla disponibilità di un insieme coerente di servizi, sanitari e sociosanitari, vicino al cittadino. La strategia disegnata dalla CTSS insieme all Azienda USL, di conseguenza, ha cercato di realizzare un cambiamento coerente, che andava dai nuovi modelli di organizzazione delle attività per intensità di cura allo sviluppo di percorsi di presa in carico coerenti, dei quali l esempio più importante sono i PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) che attraversano i confini fra ospedali e territorio e fra differenti Aziende sanitarie (afferenti all AUSL così come al Sant Orsola Malpighi e al Rizzoli) per collegare in un insieme coerente i percorsi di cura dei pazienti, e il sistema delle Dimissioni Protette sociali e sanitarie, che Azienda USL e Comuni stanno progressivamente realizzando in tutta l Area vasta per rispondere in modo sempre più integrato e senza soluzioni di continuità all insieme dei bisogni sociali e sanitari delle persone dimesse dagli ospedali. Una parte importante di questa strategia è consistita nello sviluppo di reti territoriali in continuità con l assistenza ospedaliera, e nello sviluppo delle Case della Salute. Ne sono state progettate una ventina, che si vanno realizzando sia all interno degli ospedali di prossimità sia in sedi proprie (stamattina 2 ottobre l inaugurazione della Casa della Salute del quartiere Borgo Reno), e il loro scopo è di costituire per i cittadini un punto di riferimento certo come era un tempo l ospedale, il luogo dove si raccolgono le risorse sanitarie, ma anche quelle della comunità, il punto di accesso attraverso il quale ci si orienta e si entra nel percorso di cura, e dove questo percorso viene coordinato e riportato a unità. Dovrei ancora parlare dei miglioramenti organizzativi e della maggiore efficienza ottenuti con i processi di razionalizzazione e unificazione di servizi di supporto tecnici e amministrativi, del sistema dell accesso, dei laboratori unici... ma mi fermo qui: non è possibile, in un intervento necessariamente breve, dare un quadro esauriente di un lavoro intenso e proficuo durato cinque anni. L importante, per me, era indicarvi le linee strategiche di un percorso che la CTSS ha portato avanti con coerenza e determinazione nel mandato appena concluso, e che adesso consegniamo a voi, con l augurio di poter continuare con la collaborazione e la condivisione per poter realizzare, per i cittadini di tutto il territorio metropolitano, i risultati di equità, appropriatezza e innovazione che tutti vogliamo. Desidero poi anche personalmente ringraziare tutti per il lavoro proficuo in sinergia che ho!4
5 sperimentato in questo anno di co-presidenza con l'assessore Rizzo Nervo, a cui rivolgo un grazie particolare e affettuoso, e comunicare che fino al 31/12/14 parteciperò all'ufficio di presidenza della CTSS nell'esercizio delle funzioni della Provincia relative all'ambito socio-sanitario.!5
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