Decisione N del 14 aprile 2014

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1 COLLEGIO DI NAPOLI composto dai signori: (NA) QUADRI (NA) CARRIERO (NA) CONTE Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (NA) ROCCO DI TORREPADULA Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (NA) GUIZZI Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore GUIZZI GIUSEPPE Nella seduta del 11/03/2014 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO La controversia sottoposta alla cognizione del Collegio concerne il tema dell applicazione da parte dell intermediario di condizioni contrattuali asseritamente nulle, in particolare in punto di interessi e commissioni, implicanti maggiori oneri addebitati in conto. Questi, in sintesi, i fatti oggetto del procedimento. Con reclamo presentato per il tramite di un avvocato in data 24 settembre 2013, la società attuale ricorrente si è rivolta all intermediario attuale resistente, con cui intrattiene da diversi anni rapporti di conto corrente, sia ordinari sia per anticipo fatture, lamentando nel tempo l applicazione di oneri ingiustificati, di cui si sarebbe avveduta solo tardivamente e in coincidenza con un rallentamento della propria attività economica. Insoddisfatta dell esito del reclamo (che anzi afferma non essere stato nemmeno riscontrato, ma ciò in contrasto con quanto realmente accaduto: l intermediario ha, infatti, Pag. 2/7

2 dato risposta, seppure negativa, il successivo 22 ottobre), la società, sempre con l assistenza del difensore, si è rivolta all Arbitro Bancario Finanziario. La ricorrente espone che, come emergerebbe da un elaborazione peritale all uopo commissionata e allegata in atti, i saldi degli estratti conto risulterebbero viziati da tassi usurari, tassi ultralegali, commissioni e spese non pattuite e da anatocismo nascosto relativo alla capitalizzazione delle competenze del conto anticipi sul conto ordinario. Quanto al tema degli interessi usurari, la società deduce, in primo luogo, che nel periodo preso in considerazione secondo la perizia sul conto ordinario per gli scoperti di conto corrente sarebbero state addebitate competenze oggettivamente usurarie in due trimestri (I trimestre 2007 e I trimestre 2008) per 1.094,49; relativamente al conto anticipi, deduce che il perito avrebbe accertato l applicazione di competenze usurarie in diversi trimestri fino al marzo 2008, per un importo complessivo da restituire pari a ,56. La società invoca anche l art. 644 c.p. nella parte in cui sanziona la c.d. usura soggettiva - sussistente quando i vantaggi o compensi dati o promessi, avuto riguardo alle concrete modalità del fatto, alla situazione di difficoltà economica del debitore e al tasso medio praticato per operazioni similari, siano comunque sproporzionati rispetto alla prestazione in denaro -, ipotizzano il carattere usurario delle competenze addebitate in relazione ad entrambi i rapporti in numerosi altri trimestri del periodo in considerazione. A valle dell analisi tecnico-contabile, la ricorrente sviluppa poi una serie articolata di argomentazioni di diritto, in merito alla validità e legittimità delle condizioni contrattuali applicate ai rapporti de quibus. In particolare, la società lamenta l indisponibilità dei contratti, che comunque afferma non essere mai stati sottoscritti dal legale rappresentante, il che determinerebbe la nullità delle relative pattuizioni, con conseguente obbligo di restituire tutto quanto percepito e applicazione dei soli interessi legali ai sensi dell art c.c. Sempre sulla base di quanto esposto in perizia, la società deduce che l intermediario ha applicato la capitalizzazione su base trimestrale degli interessi, violando così il disposto di cui all art c.c. In proposito, dopo aver richiamato l ormai copiosa giurisprudenza che esclude l esistenza per i contratti bancari di un uso normativo che deroghi al generale divieto di anatocismo, con conseguente nullità delle clausole contrattuali contenute nei previgenti moduli e formulari, la società insiste sul fatto che pure a seguito dell entrata in vigore della delibera CICR del 22 aprile 2000, si renderebbe comunque necessario, in relazione ai rapporti costituiti antecedentemente, che la clausola disciplinante la capitalizzazione degli interessi (con pari periodicità per quelli attivi e quelli passivi) sia oggetto di approvazione scritta da parte del cliente, risultando illegittima la modifica Pag. 3/7

3 unilaterale del contratto ai sensi dell art. 118 TUB. Sulla base di tali premesse la ricorrente deduce, dunque, che, attesa la mancata sottoscrizione dei relativi contratti, i saldi andrebbero rideterminati con depurazione degli addebiti derivanti dalla illegittima capitalizzazione degli interessi, tenuto anche conto dell anatocismo occulto derivante dalla competenze rivenienti dal conto anticipi e addebitate sul conto ordinario. La ricorrente contesta, quindi, la legittimità della commissione di massimo scoperto e delle altre voci di costo applicate in corso di rapporto, in quanto competenze accessorie applicate, in aggiunta agli interessi, senza fornire le modalità di calcolo, l oggetto e la causa negoziale delle stesse. Si richiama in proposito a quell indirizzo giurisprudenziale di merito che ha sostenuto la tesi della nullità delle relative clausole contenute nei contratti bancari, con la conseguente necessità per la banca di depurare i saldi degli estratti conto dai relativi addebiti. Ha infine lamentato l addebito delle poste attive e passive, con valute fittizie per protrarre artatamente i giorni solari del credito concesso per un periodo temporale in cui il credito non c è stato, ed altresì, la mancata concessione di una richiesta di moratoria ai sensi dell Accordo ABI, che la banca avrebbe negato senza alcuna motivazione, oltre che la non corretta segnalazione del proprio nominativo in centrale rischi. Sulla base di tali articolate premesse, la ricorrente ha concluso chiedendo al Collegio di: (i) ritenere e dichiarare la nullità delle clausole contenenti la previsione della capitalizzazione periodica degli interessi passivi; (ii) ritenere e dichiarare la nullità delle clausole contenenti la previsione della corresponsione della commissione di massimo scoperto e competenze similari; (iii) ritenere e dichiarare l illegittimità delle clausole relative al calcolo della valuta, con effetto anticipato per le operazioni passive e posticipato per le operazioni attive; (iv) ritenere e dichiarare che per alcuni periodi vi è stato superamento del tasso soglia e di usura e per l effetto, dichiarare interamente non dovuti detti interessi usuari, e quindi, per l effetto, rideterminare il saldo dei conti correnti, condannando la banca alla restituzione dell indebito per complessivi ,42; (v) condannare altresì la banca al pagamento al pagamento di ,00 a titolo di risarcimento dei danni derivanti all attività di impresa dall indisponibilità di risorse liquide indebitamente prelevate dalla banca. L intermediario, rappresentato dalla banca capogruppo, ha resistito presentando controdeduzioni, con cui ha eccepito, in via pregiudiziale, l incompetenza ratione temporis dell Arbitro, essendo i rapporti oggetto di contestazione antecedenti al 1 gennaio 2009, nonché l irricevibilità del ricorso là dove la società si duole della presunta illegittimità della segnalazione in Centrale dei Rischi e dell asserita scorrettezza del comportamento tenuto in relazione alle richieste di moratoria, perché questioni non oggetto di reclamo. Pag. 4/7

4 Venendo al merito della controversia, il resistente rappresenta preliminarmente di aver potuto ricostruire solo parzialmente la documentazione relativa ai rapporti oggetto di contestazioni: riferisce, in proposito, di avere infatti rinvenuto l originario contratto disciplinante il rapporto di anticipo su fatture, sottoscritto in data 8 marzo 2004 (nonché i relativi aggiornamenti datati 11 marzo 2008 e 25 marzo 2013) ma non anche quello relativo al rapporto di conto corrente, stipulato peraltro il 13 ottobre 1998 presso la dipendenza di una banca terza poi acquisita. Tanto premesso in fatto, il resistente insiste su quanto già esposto in sede di riscontro al reclamo, in merito al capitalizzazione degli interessi, ossia nel sottolineare che sin dal 2000, per tutti i rapporti di conto corrente in essere, la liquidazione degli interessi dare/avere è effettuata con identica periodicità trimestrale, in ottemperanza alla delibera del CICR del 9 febbraio Con riferimento alla presunta usurarietà delle competenze applicate ai due rapporti, resistente afferma che, al pari di quanto avviene presso tutte le altre società componenti del gruppo, sono implementate procedure interne e controlli informatici per adempiere agli obblighi previsti dalla legge 108/1996; il controllo del rispetto del tasso soglia usura viene effettuato in relazione alle diverse categorie di finanziamento tenendo conto dei costi e oneri inclusi ai sensi delle Istruzioni dettate dalla Banca d Italia, con abbattimento in automatico delle condizioni economiche nel caso di supero delle soglie antiusura. Il resistente osserva quindi come il perito che ha redatto la consulenza tecnica allegata al ricorso abbia utilizzato una modalità di calcolo del TEG sicuramente differente da quella indicata nelle istruzioni dettate dalla Banca d Italia, in particolare considerare nel calcolo anche voci di costo che, ai sensi delle richiamate Istruzioni, non sono o non erano da includere (segnatamente la commissione di massimo scoperto, fino al II trimestre 2009, esclusa dal computo e oggetto di rilevazione separata, nonché agli oneri di liquidazione in quanto applicati al cliente indipendentemente dalla circostanza che si tratti di rapporti di finanziamento o di deposito ). Il resistente contesta infine le affermazioni contenute nel ricorso e riguardanti l applicazione di valute fittizie e di spese e costi vari senza causale, osservando che le condizioni economiche e contrattuali sono state debitamente illustrate e sottoscritte dalla società ricorrente. A valle delle controdeduzioni, la ricorrente ha fatto pervenire una memoria di replica con cui contesta le affermazioni del resistente in merito alla presunta irrilevanza del superamento dei tassi medi praticati per le operazioni similari, richiamandosi all art. 644 c.p. nella parte in cui punisce la c.d. usura soggettiva. La società difende quindi la Pag. 5/7

5 formula di calcolo utilizzata dal proprio perito, osservando, per un verso, (i) che la metodologia di calcolo indicata nelle Istruzioni di Banca d Italia sarebbe, sul piano tecnico finanziario, una formula spuria, che ottiene un indicatore di costo non idoneo a misurare né il costo del credito, né il costo del fido, e, per altro verso, (ii) che l individuazione dei criteri per il calcolo del costo effettivo del singolo rapporto di finanziamento esulerebbe dalle funzioni della Banca d Italia, che è chiamata a dettare regole operative per la rilevazione dei tassi. DIRITTO Vanno innanzitutto esaminate le eccezioni pregiudiziali di irricevibilità e/o inammissibilità del ricorso. L eccezione di incompetenza ratione temporis dell Arbitro è da ritenere fondata. Nel caso di specie, costituisce un dato non contestato sia che i rapporti di cui si discute risultino essere stati accessi ben prima del 1 gennaio 2009 (addirittura il contro ordinario risale al 1998) - data che segna il termine prima quale l Arbitro non è competente a conoscere delle controversie tra banca e cliente sia che le domande in concreto articolate dal ricorrente si presentino tese ad ottenere proprio l accertamento della illiceità degli delle clausole contrattuali applicate nell ambito di tali rapporti, sicché esse esigono da parte del Collegio un tipo di indagine che, già nella stessa prospettazione del ricorrente, è rivolto al passato, e poi ad un periodo rispetto al quale all Arbitro è sottratto, dalla norma che ne disciplina l attività, sia il potere cognitivo sia la conseguente potestas iudicandi. A quanto sopra deve poi aggiungersi che ad esito diverso non può giungersi neppure limitatamente alla richiesta di restituzione dei maggiori interessi applicati, in quanto asseritamente usurari, e poi frazionando la relativa domanda, e dunque volendola considerare limitata ad ottenere l accertamento del carattere usurario degli interessi applicati a far data dal 1 gennaio 2009, ovvero limitatamente al solo periodo che ricade con certezza nell ambito della competenza ratione temporis dell ABF. Anche a voler prescindere dalla considerazione - per molti aspetti dirimente, in un procedimento, come quello innanzi all ABF, che è pur sempre caratterizzato dal principio dispositivo e dunque dal vincolo alla domanda di parte - che tale limitazione non è prospettata dal ricorrente, (il quale, oltretutto, sembra postulare, sulla scorta delle risultanze della perizia, che gli interessi indebitamente calcolati e di cui si chiede la restituzione, sarebbero maturati proprio in data antecedente al 1 gennaio 2009), quel che deve sottolinearsi è che pure la cognizione di una simile più circoscritta domanda sembra essere sottratta all Arbitro. Pag. 6/7

6 Sotto questo profilo ritiene, infatti, il Collegio così a chiarimento di un proprio orientamento in precedenza talvolta adombrato che per affermare la competenza in casi come quello di specie, seppure limitatamente all accertamento del carattere usurario degli interessi applicati con decorrenza dal 1 gennaio 2009 in poi, non possa farsi leva neppure su una valorizzazione della domanda come eminentemente restitutoria delle sole somme indebitamente applicate nel periodo rispetto al quale sussiste il potere cognitivo dell Arbitro e sulla base di una cognizione allora soltanto incidentale delle vicende pregresse. Gli è, infatti, che se il senso e la ratio di della previsione di una incompetenza ratione temporis riposa su ragioni di efficiente funzionamento del sistema - e sull esigenza di evitare che chiamandolo a conoscere di fatti anche assai risalenti nel tempo, si assista a una eccessiva proliferazione del contenzioso avanti all ABF, impedendo così ai Collegi di dare quella risposta tempestiva alla domanda di tutela del cliente che è il principio ispiratore del sistema di soluzione stragiudiziale delle controversie - ne discende che siffatte ragioni sono in realtà indipendenti dalle caratteristiche e dal tipo di accertamento richiesto. Sicché esse sussistono sia (i) ove il carattere usurario delle condizioni contrattuali pattuite in epoca antecedente al 1 gennaio 2009 venga chiesto, per così dire, con efficacia di giudicato rectius, venga dedotto come oggetto di una espressa domanda rispetto alla quale l Arbitro sia chiamato a statuire sia (ii) qualora quella cognizione sia richiesta solo in via solo incidentale, come presupposto di domande restitutorie. P. Q. M. Il Collegio dichiara il ricorso irricevibile. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 7/7