Oltre ogni traguardo la forza di competere insieme. III Assemblea Generale. Intervento di Andrea Mondello Presidente di Unioncamere Lazio

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1 III Assemblea Generale delle Camere di Commercio del Lazio Oltre ogni traguardo la forza di competere insieme Intervento di Andrea Mondello Presidente di Unioncamere Lazio

2 Andrea Mondello, Presidente di Unioncamere Lazio Onorevole Presidente della Regione, signor Sindaco, Autorità, gentili signore, cari amici, dopo molte Assemblee e tanti anni trascorsi nelle Camere di commercio, dopo tanti incontri nei quali con attenzione e anche con una certa noiosa pedanteria ho esaminato numeri, dati, condizioni economiche e scenari sociali della nostra realtà territoriale, spero che mi perdonerete se quest anno tenterò di squarciare il grigio sipario dell attuale congiuntura e, con molta umiltà, di guardare al futuro cercando di trovare le ragioni che ci inducono a individuare positivi segnali di speranza per i nostri giovani, i nostri figli. Non credo vi sfuggirà che questo sguardo al futuro si ispira all esperienza di questi anni nella città di Roma, dove io sono vissuto, come pure molti di voi, un esperienza difficile ma nel contempo esaltante che senza inorgoglirci, senza enfasi, senza retorica, abbiamo definito il modello romano dell economia. Oggi non si può non dare uno sguardo preoccupato alla situazione generale nella quale viviamo. Se è vero che il nostro è un Paese stanco, occorre adottare modelli nuovi. Nella confusione che regna in Italia sentiamo il bisogno di un autentica rivisitazione della cultura dell innovazione, e soprattutto di un profondo ricambio della classe dirigente. Una nuova classe dirigente che sia lungimirante, coerente e decisa. Occorre che la classe dirigente sia adeguata al ruolo che riveste, occorre dare ai giovani risposte chiare e positive, quelle che essi legittimamente attendono. Se è vero, come asseriva Wilde, che non c è nulla che valga la pena di fare tranne ciò che il mondo ritiene impossibile, oggi solo una profonda rivoluzione ci consentirà di proporci nei confronti del futuro con la coscienza serena di aver fatto il nostro dovere, una rivoluzione di matrice gobettiana, in senso non violento ma culturale, cioè una realtà sempre nuova, in continua evoluzione, con una intransigente e incorruttibile attenzione al problema dell etica. Come diceva Gobetti, una buona politica è sempre anche morale in quanto deve raggiungere il benessere generale. Sui temi dell etica e del rinnovo della classe dirigente bisogna essere chiari e al contempo inflessibili. Il Paese nuovo che vogliamo per il futuro dei nostri figli deve essere fondato sui valori dell etica e della trasparenza. L etica non può essere usata solo contro i nostri avversari, è un metro che va usato con tutti, innanzitutto con noi stessi. Solo così saremo credibili. Lo scenario che vogliamo ridisegnare impone a tutti di capire chi siamo e quali siano gli obiettivi del percorso che intendiamo intraprendere. Nell Assemblea di oggi vi proporrò quindi alcuni temi che ritengo fondamentali per dare una rotta al futuro del nostro Paese. Vi parlerò del legame tra sviluppo e benessere e del valore della cultura e dei giovani, ma soprattutto voglio

3 parlare di istituzioni. Sono temi sui quali ritengo che le Camere possano e debbano dare un rilevante contributo. Le mie riflessioni partono dalle materie prime del futuro, cioè dallo sviluppo e dal benessere, due temi indissolubilmente legati nella visione crociata della politica, che assegna il primato all etico liberalismo rispetto all economico liberismo. Ritengo che lo sviluppo economico sia tale solo se finalizzato al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. È un principio che deriva direttamente dal pensiero liberale, un pensiero che - sosteneva Croce - considera il mercato e il profitto come strumenti di elevazione umana. Mercato e profitto sono mezzi che devono necessariamente condurre i cittadini a una condizione di maggiore benessere; questo significa favorire un equa distribuzione della ricchezza e dare a tutti la possibilità di essere inclusi, e non esclusi a priori. Per questo i valori fondanti del nostro modello devono essere il merito, la responsabilità, il rispetto delle regole e la trasparenza. Tali valori si riassumono in una parola: etica, che troppo spesso rimane solo una categoria astratta. Ho voluto richiamare il pensiero liberale perché è su questa matrice - è bene ricordarlo - che si fonda l esistenza stessa delle Camere di commercio, che sono espressione e insieme fulcro di una società liberale, in quanto libere istituzioni orientate a favorire uno sviluppo complessivo, finalizzato ad estendere quanto più possibile l ambito delle alternative e delle possibilità. Non è certamente un caso se proprio all interno di una Camera di commercio trovò linfa e alimento il pensiero di uno dei padri del liberalismo, Ludwig von Mises, un esperienza che per sua stessa ammissione allargò straordinariamente i suoi orizzonti e gli consentì di diventare l economista del Paese. Dato che il Paese era l Austria e che von Mises era di famiglia ebraica, questo durò fino a circa la metà del 39. L anschluß prima e le persecuzioni ebraiche dopo lo costrinsero a ritirarsi e a vivere negli Stati Uniti, ma egli rimane l uomo che di fatto ha fondato il pensiero liberale nel secolo scorso. Le nostre Camere nascono con la missione di vigilare sul buon andamento e sulla prosperità del mercato, un ruolo quindi marcatamente orientato a favorire la trasparenza come fondamento necessario per un equilibrato sviluppo del mercato e della società. Questo ruolo si è rafforzato anche grazie al legame naturale tra le Camere di commercio e le organizzazioni della rappresentanza associativa che, non dimentichiamolo, sono soggetti accomunati da una medesima matrice liberale. Il pensiero liberale assegna alle associazioni volontarie una funzione fondamentale nella società. Karl Popper ci ricorda che una delle caratteristiche

4 della società aperta è di tenere in gran conto la libertà di associazione e di proteggere e incoraggiare la formazione di sottosocietà libere, ciascuna delle quali possa sostenere differenti opinioni e credenze. Le libere associazioni imprenditoriali sono il pilastro di qualsiasi democrazia economica, sono il veicolo più idoneo per favorire uno sviluppo che sia davvero partecipato. Per questo il legame tra Camere di commercio e organizzazioni della rappresentanza associativa deve essere costantemente valorizzato e, se possibile, rafforzato. Ciò significa che dobbiamo innanzitutto fare chiarezza sui rispettivi ruoli anche attraverso modifiche normative, perché il rispetto e la trasparenza dei ruoli sono il presupposto di una collaborazione efficace. Deve essere chiaro a tutti che la rappresentanza delle imprese spetta esclusivamente alle organizzazioni associative; compito delle Camere, invece, è di operare al loro servizio sulla base delle linee progettuali e della capacità creativa delle organizzazioni della rappresentanza associativa. È a partire da tali istanze che le Camere di commercio potranno svolgere la propria funzione, cioè realizzare infrastrutture materiali e immateriali. Coerentemente a questa logica, le Camere del Lazio hanno portato avanti una decisa azione per modernizzare il territorio con investimenti mirati. Penso, per citarne solamente alcuni, al sistema dei tecnopoli sulla Tiburtina, a Castel Romano, al Centro agro-alimentare, al Palmer e soprattutto alla nuova Fiera di Roma, che sta per aprire i battenti. Sono realizzazioni decisive per la competitività del nostro territorio sul piano nazionale ed internazionale, destinate ad apportare nuova occupazione e nuova ricchezza. Tutto questo è stato possibile grazie ad un modello basato sul dialogo e sulla collaborazione con le altre istituzioni, con la società economica e con la società civile. Bertrand Russel affermava che l educazione dovrebbe inculcare l idea che l umanità è una sola famiglia con interessi comuni e che di conseguenza la collaborazione è più importante della competizione. Noi lo stiamo dimostrando con i fatti. Con la forza di competere insieme abbiamo portato il Lazio al primo posto in Italia, con un dato straordinario: il PIL è cresciuto nel 2004 del 3,8 per cento, la crescita più elevata degli ultimi anni è largamente la più elevata del Paese. E le rilevazioni Istat indicano che il motore di questa crescita è stata la Capitale del Paese, Roma, largamente trainante rispetto alle altre realtà provinciali anche in termini di peso relativo (oltre il 75% del prodotto). Il nostro è un modello che coniuga competitività e solidarietà, crescita economica e miglioramento della qualità della vita, progresso e soprattutto inclusione sociale. Con questo modello abbiamo scelto di puntare su innovazione e cultura ed io vorrei soffermarmi in particolare sulla cultura.

5 Esiste un legame indissolubile tra cultura, sviluppo e qualità della vita. Valorizzare la cultura significa creare un ambiente dove sia più piacevole vivere e lavorare; significa migliorare la qualità della vita dei cittadini, rendendoli più consapevoli, più vicini alle loro radici e soprattutto più aperti al mondo, rendendoli più liberi. Non solo, la cultura ci rende anche più competitivi; investire sulla cultura, infatti, significa promuovere l Italia nel mondo con un moltiplicatore potentissimo. Penso alle parole del nostro Presidente della Repubblica, Ciampi, di pochi giorni or sono: Investire nella cultura, credere nella cultura è una necessità per noi italiani. Se funzionano meglio i nostri musei, se funziona meglio il nostro cinema, allora funziona meglio tutta la società italiana, e con essa l economia. In linea con questo pensiero e in sinergia con le altre istituzioni, il sistema camerale ha dedicato energie e risorse all avvio di infrastrutture e grandi progetti che hanno potenziato l appeal internazionale della Capitale. Infrastrutture quali l Auditorium, la Casa del jazz, il Teatro dell Opera di Roma, progetti quali la Notte bianca e Cinema, festa internazionale di Roma : i risultati sono sotto gli occhi di tutti. È per questo che con grande umiltà mi permetto di suggerire che su questo percorso si muova anche il resto del Paese. Ritengo che occorra una riflessione innovativa per valorizzare il nostro sistema culturale nella sua interezza, una riflessione che promuova nuove idee e nuove iniziative avvalendosi delle energie e della creatività di giovani menti. I giovani sono il nostro patrimonio più prezioso; per questo mi voglio soffermare ancora su di loro. Se non diamo ai giovani prospettive di crescita, limitiamo gli orizzonti della nostra società; se non investiamo sui giovani, sulle loro potenzialità e sul loro talento, di fatto è come se non investissimo. Dobbiamo innanzitutto dar loro una base comune di opportunità perché possano esprimere compiutamente il proprio potenziale. Il primo passo deve essere un impegno decisivo in formazione, ricerca e sviluppo, ma serve un passo ulteriore. Il talento dei giovani, la loro capacità di sognare e di vedere oltre, il loro entusiasmo sono energie potentissime; non possiamo permetterci di perderle. Dobbiamo intrecciare queste energie con il nostro patrimonio di valori, esperienze e competenze; ciò potrà significare anche fare un passo indietro, con umiltà, per lasciare alle nuove generazioni l opportunità di provare e, perché no, di sbagliare. Ma i giovani più ancora di tutti hanno bisogno di valori di riferimento solidi e stabili. Dobbiamo dar loro un metodo di comportamento etico e rispettoso delle istituzioni. Riscoprire il senso delle nostre istituzioni è un presupposto fondamentale per il loro futuro e per il futuro del Paese, ma il rispetto delle istituzioni non può essere imposto; il rispetto di un istituzione parte in primo luogo da chi vi si trova a capo.

6 Ricordo ancora, quando il Ministro prof. Guarino mi chiamò alla Presidenza della Camera di commercio di Roma, che il suo primo messaggio fu di richiamo all alto profilo istituzionale del compito, perché chi guida un istituzione ha come primo dovere quello di rispettarla, di renderla credibile e autorevole; deve porsi come modalità irrinunciabile la collaborazione, come fine esclusivo l interesse comune; deve trasmettere ottimismo e fiducia senza mai dimenticare di essere un modello di riferimento per le giovani generazioni. Chi si trova a capo di un istituzione e non sappia guardare il futuro con ottimismo e fiducia, faccia il proprio dovere, se ne vada e lasci ad altri la possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati con la forza positiva della propria volontà. Ottimismo e fiducia acquistano significato solo se accompagnati da azioni e risultati tangibili, ma la fiducia si logora se l istituzione distoglie lo sguardo dal futuro limitandosi a fissare il presente; si logora se l istituzione perde la consapevolezza delle proprie responsabilità nei confronti del bene comune; si logora se l istituzione cede alla tentazione dell autoreferenzialità, se sceglie di conservare anziché innovare, se abdica al proprio ruolo di guida, se invece di guidare il domani si fa guidare dal desiderio del consenso immediato. Bernard Shaw affermava: Tu vedi cose che esistono e ti chiedi perché. Io sogno cose mai esistite e mi chiedo perché no. L Unioncamere è un istituzione che ha scelto di guardare avanti, di non chiedersi perché, ma perché no, e un istituzione che guarda avanti, alimenta in sé la forza di raggiungere obiettivi fino a ieri inimmaginabili. Pensiamo a Roma, per esempio, a dispetto dei cupi pronostici di solo dieci anni fa. Chi di voi non ricorda le previsioni di nobile declino, unico destino possibile per la nostra città? Da allora ad oggi la nostra Capitale è diventata una città più ricca, più cosmopolita, più inclusiva, più civile e soprattutto - consentitemi di dirlo - più nobile. Roma è cambiata perché abbiamo forgiato un nuovo modello di sviluppo, perché abbiamo saputo immaginare prima degli altri ciò che sarebbe potuta diventare e abbiamo di conseguenza orientato tutte le nostre energie affinché quella visione si traducesse in realtà. Traguardi impensabili sono diventati traguardi raggiunti, ma questo non può e non deve bastarci. Non vogliamo e non possiamo ragionare solo in termini di posizioni acquisite, dobbiamo sempre ragionare in termini di nuove e diverse posizioni da conquistare. Le sfide non verranno solo da noi, ci saranno anche imposte dal contesto globale in rapida e tumultuosa evoluzione e noi dovremo essere pronti a rispondere uniti e guardando al futuro con ottimismo. Dobbiamo essere capaci di prefigurare insieme scenari di sviluppo nuovi e oggi impensabili. L invito ai tanti protagonisti dello sviluppo oggi presenti è a riscoprire il senso del nostro presente per trasformarlo nella forza del nostro domani. Se

7 oggi ho voluto riflettere insieme a voi sul senso delle istituzioni, sul valore dell etica, sulla valenza strategica della cultura e, soprattutto, se ho voluto ricordare l enorme potenziale dei giovani, è perché ritengo che tutti questi siano i punti cardinali della bussola del nostro cammino. Bertrand Russel diceva: Il mondo necessita di menti e di cuori aperti. I giovani devono poter tenere aperte le loro menti e i loro cuori; noi, se vogliamo aprire la porte di questo Paese al futuro, dobbiamo aprirci a quelle menti e a quei cuori.