LA GRANDE SPECULAZIONE OVVERO IL GRANDE IMBROGLIO DELLO SPREAD

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1 LA GRANDE SPECULAZIONE OVVERO IL GRANDE IMBROGLIO DELLO SPREAD 1/10 a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati Il Popolo della Libertà Berlusconi Presidente Interviste a cura di Alessandro Banfi, direttore di TgCom24

2 INDICE 2 Perché il grande imbroglio Le 3 componenti dello spread Esempio per l Italia In principio fu Maastricht La crisi greca Europa: troppo poco e troppo tardi L egemonia tedesca: «Lo spread è alto, colpa tua, fa i compiti a casa» La politica monetaria della BCE La recessione blocca la trasmissione della politica monetaria Verso una vera Unione Europea

3 PERCHÉ IL GRANDE IMBROGLIO 3 Lo spread, vale a dire il differenziale tra i rendimenti dei titoli dei debiti sovrani dell area euro rispetto al rendimento del Bund tedesco, poco ha a che fare con i fondamentali delle economie degli Stati, mentre dipende dalla: architettura imperfetta della moneta unica; mancata capacità delle istituzioni europee di rispondere agli attacchi speculativi; mancanza di una banca centrale che funga da prestatore di ultima istanza.

4 LE 3 COMPONENTI DELLO SPREAD 4 1. Merito di credito degli Stati: fondamentali dell economia (due quinti); 2. Premio di reversibilità dell euro: il più alto rendimento che gli investitori chiedono a fronte del rischio di disgregazione della moneta unica (due quinti); 3. Effetto fuga degli investitori dai titoli del debito sovrano dei paesi sotto attacco speculativo verso il Bund tedesco (un quinto: variabile derivata dal premio di reversibilità dell euro).

5 ESEMPIO PER L ITALIA 5 Lo spread italiano rispetto al Bund tedesco ha finito per oscillare, nell ultimo anno, stabilmente tra 400 e 500 punti base, con picchi speculativi oltre i 550; Dalle analisi più accreditate emerge che: solo punti base dipendono strutturalmente dal nostro merito/demerito di credito; gli altri punti derivano dagli effetti combinati della seconda e della terza componente: il premio di reversibilità e l effetto fuga.

6 Grecia Irlanda Portogallo Spagna Austria Belgio Finlandia Francia Elaborazioni Paul De Grauwe Yuemei Ji Italia Olanda 6 VARIABILI CHE DETERMINANO LO SPREAD NELL AREA EURO Altro Fondamentali economici Sentimenti di mercato auto-avveranti

7 IN PRINCIPIO FU MAASTRICHT 7 I vantaggi della moneta unica: tasso di cambio più vantaggioso, senza alcuna redistribuzione, per i paesi in surplus («formiche»); tasso di interesse più basso del dovuto per paesi che non lo meritano («cicale»).

8 LA CRISI GRECA 8 Il bengodi è durato dall introduzione dell euro fino a ottobre 2009, quando la Grecia ha fatto scoppiare la bolla, attirando l attenzione della speculazione internazionale: sulla Grecia; sulla reattività dell area euro alle crisi delle finanze pubbliche di singoli Stati nazionali.

9 EUROPA: TROPPO POCO E TROPPO TARDI 9 L Unione Europea risponde troppo poco e troppo tardi alle ondate speculative: reattività insufficiente che si è caratterizzata come il vero punto debole dell intero sistema euro, causando le degenerazione della crisi.

10 L EGEMONIA TEDESCA: «LO SPREAD È ALTO, COLPA TUA, FA I COMPITI A CASA» 10 L atteggiamento miope ed egoistico, per nulla virtuoso, della Germania, che ha usato lo spread per imporre misure di rigore agli Stati più deboli dell eurozona, ha generato recessione a catena in tutta Europa; Con questa condotta, la Germania ha scientemente tenuto sulla corda, economica e politica, per oltre un anno, i paesi sotto attacco speculativo, con le conseguenti tensioni democratiche, cambi di governo e inevitabili derive populistiche.

11 LA POLITICA MONETARIA DELLA BCE 11 Security Market Programme: acquisto sul mercato secondario di titoli del debito sovrano dei paesi sotto attacco speculativo, per un totale di 209 miliardi di euro; 2 aste di credito a breve termine al tasso dell 1% alle banche per miliardi di euro; 6 settembre 2012: impegno ad acquistare sul mercato secondario titoli pubblici con vita residua fino a 3 anni.

12 12 LA RECESSIONE BLOCCA LA TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA Le politiche recessive, che i singoli Stati in Europa sono stati costretti ad adottare sotto la pistola puntata alla tempia degli spread, hanno finito per ridurre drasticamente l efficacia della politica monetaria che Mario Draghi ha cercato di far convergere progressivamente verso l impostazione espansiva adottata dalle altre banche centrali mondiali.

13 LA RECESSIONE BLOCCA LA TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA 13 Se la politica economica è restrittiva, la liquidità creata dalla banca centrale non si trasforma: né in credito a imprese e famiglie da parte del sistema bancario; né in investimenti (e conseguenti assunzioni) da parte delle imprese; né in consumi da parte delle famiglie.

14 VERSO UNA VERA UNIONE EUROPEA 14 Il tutto mentre in Europa: si decide su unione bancaria, economica, politica e fiscale, con relativa road-map di scadenze; si discute dell avvio di un processo riformatore volto ad attribuire alla BCE il ruolo di prestatore di ultima istanza, al pari delle principali banche centrali mondiali.

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