Valutazione delle caratteristiche del miele di castagno italiano su base pluriennale e territoriale
|
|
- Aloisio Casini
- 6 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Valutazione delle caratteristiche del miele di castagno italiano su base pluriennale e territoriale FRANCESCA-VITTORIA GRILLENZONI*, ALESSANDRA FERRO Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura Unità di ricerca di Apicoltura e Bachicoltura, Via di Saliceto, 80, Bologna, Italy. *Corresponding author: francesca.grillenzoni@entecra.it SUMMARY Evaluation of Italian chestnut honey characteristics on a multi-annual and territorial basis The aim of the present study was to verify the qualitative trend of 450 Italian chestnut honey samples collected from different regions between 1993 and 2007, 40% of which commonly found on the market. Physicochemical, sensory and melissopalynological analyses were performed on the samples. On the whole, the results of the physico-chemical analyses fit with standard values and also with the more restrictive ones envisaged for superior quality honey. The sensory analyses results are also compatible with the botanical origin, according to the specific chestnut honey characterization card. The melissopalynological study showed the presence of 173 pollen types among which, those mostly present, were Rubus f., Cruciferae, Clematis, Umbelliferae, Prunus f., Trifolium repens gr., Ailanthus, Robinia and Salix and, among the non nectariferous plants, species belonging to Graminaceae and Papaver. The obtained data have been processed on a temporal and territorial basis. Key words: chestnut honey, Italy, melissopalynology, characteristics monitoring. Introduzione Castanea sativa Miller (castagno europeo) è una delle dodici o tredici (a seconda della classificazione adottata) specie del genere Castanea e appartiene alla famiglia delle Fagaceae. La storia geobotanica del castagno europeo in Italia è ancora controversa, ma la maggioranza degli studiosi è oggi favorevole all indigenato della specie (Bonous, 2002). Sin dall epoca romana nelle opere dei principali autori latini si trova testimonianza della presenza della coltura in Italia e nei territori di conquista. Durante il Medioevo si assiste ad una ristrutturazione del paesaggio agrario e forestale e a partire dal Duecento il castagno sembra essere il protagonista delle zone boschive di molte regioni. Documenti relativi a rese censuali, statuti, cartari di certose e monasteri ne attestano il processo di valorizzazione agricola e l avanzata soprattutto in Piemonte, Liguria, Toscana, Campania, Calabria e, in misura più contenuta, in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Umbria e Lazio, avvenuta tra il X e l inizio del XIV secolo. Nel XX secolo la castanicoltura italiana si evolve in modo travagliato e, per certi aspetti, contraddittorio anche se con le sue produzioni diversificate continua a mantenere, almeno per la prima metà del Novecento, un ruolo strategico per la sopravvivenza di una larga fascia di popolazione della montagna. Il solido rapporto tra l uomo e questa pianta si è modificato nel tempo per i progressivi contatti e le graduali ma inesorabili integrazioni della società rurale con il mondo urbano e industriale, alternando modelli colturali ed equilibri degli ecosistemi, mentre cause di natura fitosanitaria, socioeconomica e strutturale hanno generato profondi mutamenti nella maggioranza delle realtà castanicole e hanno contribuito al declino della coltura. Oggi, tuttavia, in molte zone si assiste ad un inversione di tendenza e ad un attiva ripresa di interesse verso questa specie e il suo ruolo multifunzionale (Bonous, 2002). Nel corso di quest indagine si è voluto verificare l andamento qualitativo nell arco degli ultimi 15 anni del miele di castagno, una delle produzioni più caratteriz- 27
2 GRILLENZONI - FERRO zate e riconoscibili oltre che ampiamente diffusa su tutto il territorio. A questo riguardo è opportuno rilevare che, negli ultimi anni, la produzione è stata spesso scarsa o comunque inferiore alla media. Tra le principali cause la siccità nonché le alte temperature, superiori alle medie stagionali, che hanno colpito molto i castagneti. A detrimento della già scarsa produzione è andata anche la contemporanea presenza di altre fioriture (tiglio, rovo) o di melata. In termini numerici i dati rilevati nell ultimo quinquennio sono variati da a kg/alveare con un prezzo medio attorno a 2,38 e/kg (Osservatorio Nazionale della Produzione e del Mercato del miele). L obiettivo è stato quello di operare una valutazione sotto molteplici aspetti sia del prodotto che della produzione per verificare il mantenimento o il miglioramento degli standard qualitativi da parte degli operatori e la corrispondenza rispetto alle aree storicamente indicate come vocate. Questo ha permesso di effettuare una valutazione anche sulla salvaguardia delle tipicità vegetazionali di ognuna. Dal consumatore viene identificato come un miele scuro, fluido, dal gusto amaro e dall aroma deciso. Pur non essendo un prodotto che incontra l apprezzamento generale, proprio a causa di certe caratteristiche apparentemente in contrasto con l idea stessa di miele (sapore amaro), ultimamente è entrato in modo deciso sulla scena gastronomica italiana ed è sempre più utilizzato dai ristoratori quale irrinunciabile accompagnamento di formaggi per lo più stagionati. Per tale ragione si è cercato di comprendere in che misura in questo periodo gli standard qualitativi delle produzioni abbiano risposto alle aspettative di un consumatore sempre più informato ed esigente. Materiali e metodi La campionatura era costituita da 450 mieli di castagno italiani, individuati fra quelli pervenuti presso la sede di Bologna dell Istituto Nazionale di Apicoltura negli anni dal 1993 al 2007 e prodotti in diverse regioni. Tra questi circa il 40% erano mieli comunemente reperibili in commercio. La gamma è così risultata abbastanza eterogenea e il più possibile completa. I campioni, conservati in frigorifero alla temperatura di 4 C, sono stati sistematicamente sottoposti ad analisi fisico-chimiche, sensoriali (Istituto Nazionale di Apicoltura, 1995) e melissopalinologiche (Louveaux et al., 1978). In particolare sono stati determinati secondo i Metodi di analisi ufficiali per il miele (D.M. 25 luglio 2003): tenore di acqua, sostanze minerali e conduttività elettrica, indice diastasico, acidità libera, ph e lattoni, tenore di sostanze insolubili, tenore di idrossimetilfurfurale (HMF), tenore di zuccheri e saccarosio. Risultati Analisi fisico chimiche Nella Tabella 1 sono riportati i parametri considerati e i corrispondenti dati analitici, espressi attraverso il valore medio e la deviazione standard relativi a tutta la campionatura esaminata. Dal momento che un miele, per essere definito di qualità, deve presentare valori analitici di acqua e HMF che rientrino nei limiti più restrittivi di quelli previsti dalla normativa vigente, di seguito sono riportati i grafici relativi all andamento dei risultati, unitamente ai valori di diastasi (parametro dipendente dall origine botanica e dall età del prodotto e quindi indice di freschezza e di genuinità). Tenore di acqua. La legge prevede valori di umidità non superiori al 20%; per i mieli di qualità tale parametro non dovrebbe superare il 18%. Il valore medio dei campioni è risultato 16,8%. Dall analisi della Figura 1a si può rilevare che tutti sono rientrati nei limiti stabiliti dalla legge e solo nell anno 1995 la media è risultata relativamente più elevata. Tale contenuto in acqua consente la conservazione del prodotto ed impedisce l instaurarsi di processi fermentativi. Tenore di HMF. La legge prevede valori di idrossimetilfurfurale inferiori a 40 mg/kg. Il contenuto in HMF indica la freschezza del miele, infatti è una sostanza praticamente assente nel miele appena estratto, che si Tabella 1 - Analisi fisico-chimiche dei campioni di miele Physico-chemical analyses of honey samples udm media ds udm media ds Acqua % 16,8 1,0 Lattoni meq/kg 3,3 2,6 Conduttività elettrica ms/cm 1,4 0,3 Sostanze insolubili % 0,0 0,0 Diastasi ud/g 22,6 5,3 HMF mg/kg 2,1 2,1 Acidità libera meq/kg 12,6 4,5 Zuccheri (Fruttosio+Glucosio) g/100g 67,3 3,2 ph 5,5 0,4 Saccarosio g/100g 0,1 0,1 28
3 Valutazione delle caratteristiche del miele di castagno italiano a b c Tenore di acqua Tenore di HMF Tenore diastasico forma successivamente per degradazione degli zuccheri, in particolare del fruttosio, in ambiente acido. Quindi l HMF aumenta durante la conservazione e soprattutto se il miele viene sottoposto a trattamenti termici. Il limite massimo per i mieli di qualità è di 10 mg/kg; i campioni analizzati hanno presentato un valore medio di 2,1 mg/kg (Fig. 1b). Indice diastasico. La legge prevede un valore minimo di diastasi di 8 ud/g. Il miele di castagno presenta valori medio-alti di diastasi, come ampiamente confermato dalle analisi svolte (Fig. 1c), dove il valore medio è stato di 22,6 ud/g. Altri parametri. Dall analisi della Tabella 1 è stato possibile formulare le seguenti considerazioni. Il D.Lgs 179/2004 prevede che la conduttività elettrica dei mieli di melata e di castagno e loro miscele sia non inferiore allo 0,8% ms/cm. Nei campioni analizzati la conduttività elettrica era molto alta, pari a 1,4 ms/cm. Il valore medio di acidità libera è risultato di 12,6 meq/kg lì dove la legge prevede valori inferiori a 50 meq/kg. Per quanto concerne il ph si è evidenziato un valore medio di 5,5 e per i lattoni un valore medio di 3,3 meq/kg. Il contenuto in sostanze insolubili deve essere inferiore a 0,1%, affinché un miele possa essere commercializzato. Nei campioni analizzati il valore medio è risultato di 0,03%. Per gli zuccheri (somma di fruttosio e glucosio) si è evidenziato un valore medio di 67,3 g/100g e per il saccarosio di 0,1 g/100g. Si ritiene opportuno in questo ambito precisare che i risultati delle analisi, eseguite sulla campionatura raccolta nel periodo d interesse, sono confluiti nell insieme di dati utilizzati ai fini della stesura delle schede dei mieli uniflorali (Sabatini et al., 2007). Analisi sensoriale Figura 1 a/b/c - Andamento dell umidità, dell HMF e della diastasi nei campioni di miele su base annuale. Water content, HMF and diastase annual trend in the collected honey samples in the different years. I mieli di castagno analizzati hanno mostrato caratteristiche compatibili con quanto riportato nella scheda di caratterizzazione (Sabatini et al., 2007). I campioni erano dichiarati uniflorali di castagno. I mieli hanno mostrato il tipico colore ambrato scuro con riflessi aranciati o rossastri; odore e sapore intensi, pungenti, maltati, di bosco e decisamente amari; una consistenza abbastanza fluida. Sulla base delle conoscenze è stato, inoltre, possibile evidenziare alcune caratteristiche peculiari di alcuni campioni, quali un colore ambrato chiaro riconducibile in particolare alla campionatura di un annata, attribuibile a una prevalenza di nettare per cui i mieli presentavano odore e sapore più marcati; oppure al contrario un colore più scuro, quasi nero; una maggiore viscosità (quindi un contenuto di acqua inferiore), un odore e un aroma meno pungenti e un gusto meno amaro, che caratterizzano i mieli in cui è presente una quantità più o meno elevata di melata di castagno. In generale tali variazioni rientrano nel range di variabilità possibile per le diverse tipologie uniflorali attribuibili tra gli altri a fattori quali l andamento climatico, l evoluzione dell ambiente vegetazionale, l influenza antropica. 29
4 GRILLENZONI - FERRO Figura 2 - Tipi pollinici presenti in più del 40% dei campioni analizzati. Pollen types found in more than 40% of the analysed samples. Studio melissopalinologico I campioni di miele di castagno sono stati sottoposti ad analisi melissopalinologica qualitativa. Sono stati individuati 173 tipi pollinici riportati nella Figura 2, distinguendo quelli non nettariferi con un asterisco. Il polline di Castanea è fortemente rappresentato nel miele, infatti, come riportato nelle schede di caratterizzazione (Sabatini et al., 2007) per essere definito uniflorale tale tipologia di miele deve avere una percentuale superiore al 90% (insieme ad altre caratteristiche fisico-chimiche e sensoriali). Ciò è stato pienamente verificato nei campioni esaminati. Le forme polliniche presenti nella maggior parte dei campioni analizzati (Fig. 2) sono risultate Rubus f., arbusto tipico di boschi e zone incolte, Cruciferae, Clematis, Umbelliferae, Prunus f. e Trifolium repens gr., specie di grande diffusione, coltivate e spontanee; infestanti come Ailanthus, Robinia e Salix, ampiamente diffuse nelle zone collinari e, tra le essenze non nettarifere, specie ubiquitarie come Graminaceae e Papaver. Inoltre, in alcuni casi, si è riscontrata una frequenza relativamente maggiore (a livello di polline isolato importante) per alcune essenze nettarifere quali Rubus f., nel 10% dei campioni analizzati, Prunus f., Trifolium repens gr., Lotus e per i due tipi pollinici Eucalyptus ed Hedysarum, marcatori degli ambienti mediterranei. Tale dato è interessante in quanto comunemente, nello spettro di un miele di castagno, la presenza di tale polline è a tal punto dominante che tende a mascherare l effettiva frequenza di tutte le altre specie. Dal momento che i campioni di miele sono stati prodotti in diverse regioni italiane, è stato possibile individuare associazioni polliniche che possono essere considerate indicative dell origine geografica. Da questa elaborazione sono stati esclusi 273 mieli (su un totale di 450) che, dall esame dello spettro pollinico, sono risultati miscele ossia composti da mieli di castagno prodotti in aree peninsulari caratterizzate da diverse associazioni vegetazionali. Complessivamente, nell arco del periodo oggetto di studio, dal nord (principalmente Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia- Romagna) sono pervenuti il 50% dei campioni, dal centro (Liguria e Toscana) il 19% e dal sud il restante 31%. I mieli di castagno provenienti dalle regioni del nord hanno evidenziato la presenza costante di specie nettarifere di larga diffusione quali Umbelliferae, Cruciferae, Robinia, Prunus f., Ailanthus, Salix e di non nettarifere quali Quercus robur gr., Fraxinus, 30
5 Valutazione delle caratteristiche del miele di castagno italiano Figura 3 - Sedimento di miele di castagno. Chestnut honey sediment. Rumex e Plantago. Nelle zone alpine erano inoltre presenti indicatori propriamente montani (soprattutto Ericaceae e Tilia) assenti a quote inferiori. Nelle regioni del centro, accanto agli elementi tipici dei mieli del nord sono stati rilevati pollini appartenenti a piante caratteristiche di ambienti mediterranei quali Hedysarum, Eucalyptus, Rhamnaceae e Cistus, oltre a Erica, polline marcatore delle produzioni di entrambe le regioni. Nei campioni provenienti dalle regioni del sud l associazione pollinica è risultata caratterizzata, oltre che dalle specie tipiche degli ambienti mediterranei sopra citate, anche da diverse Labiatae e Compositae, Echium, Reseda, Citrus, Trifolium repens gr. e Olea. La caratterizzazione pollinica permette di determinare alcuni elementi di distinzione tra i mieli di castagno prodotti nelle diverse regioni. Differenze più o meno significative possono essere rilevate dal confronto con mieli prodotti in altre zone d Europa, fattore certamente importante dal punto di vista commerciale. Da un indagine comparativa svolta alcuni anni fa su una ristretta campionatura di mieli di castagno prodotti nella Svizzera italiana è stato rilevato uno spettro pollinico simile, dal punto di vista dell associazione, ai mieli prodotti in Lombardia, ma con un pk 1 molto più elevato e una percentuale di Tilia relativamente più alta. Questa caratteristica è stata riscontrata anche all analisi sensoriale: nei mieli analizzati è stata percepita costantemente una nota empireumatica e balsamica tipica del nettare di tiglio. Dal confronto con quanto riportato in letteratura, anche i mieli di castagno prodotti nell Est Europa appaiono abbastanza differenziati. Nelle produzioni provenienti dai Paesi dell ex Yugoslavia (Slovenia e Croazia) accanto al polline di Castanea si trovano Amorpha e Tilia (presenti in percentuale relativamente elevata), Loranthus (indicatore geografico tipico dei Paesi dell Est) (Maurizio, 1965) e Labiatae tipo Mentha. Si evidenzia inoltre la presenza di polline di Salvia, diverse Compositae e Umbelliferae (Ricciardelli D Albore, 1997), Trifolium incarnatum e Cruciferae (Louveaux, 1970). La Figura 4 mostra la variazione degli spettri pollinici negli anni in cui la campionatura raccolta è stata superiore ai 20 mieli. Accanto al nome del polline è indicata la percentuale di presenza. Dall analisi degli aerogrammi si evince che le essenze nettarifere presenti costantemente sono state Cruciferae, Umbelliferae e Clematis mentre Rubus f., Prunus f. e Salix non sono state riscontrate nel solo Altre specie riportate (Robinia, Trifolium incarnatum, Trifolium repens gr. e Lotus) sono state rilevate solo nella metà circa degli anni considerati. Infine è stata rilevata la presenza occasionale di Eucalyptus, Parthenocissus, Echium, Tilia, Pyracantha, Onobrychis, Melilotus e Labiatae forma M. Discussione e conclusioni I valori delle analisi fisico-chimiche sono rientrati nei limiti di legge e in quelli più restrittivi previsti per un miele di qualità. Anche i mieli comunemente reperibili sul mercato, compresi nella campionatura oggetto di studio, hanno mostrato un buon livello qualitativo che dimostra una maggiore attenzione da parte degli operatori nei confronti di un consumatore sempre più attento ed esigente non solo riguardo la genuinità di un prodotto ma anche delle sue caratteristiche organolettiche. In questo contesto, il rinnovato interesse da parte di esperti, addetti ai lavori nonché dei consumatori nei confronti di un alimentazione il più possibile sana e naturale, ha dato un forte impulso alla ricerca e valorizzazione di prodotti di qualità strettamente legati al territorio e alle tipicità regionali oltre che alla sperimentazione di accostamenti gastronomici creativi sia pure legati alla tradizione. Se per il vino esistono già da molti anni regole di abbinamento con il cibo, negli ultimi tempi stanno nascendo nuovi matrimoni all insegna del gusto come quello tra formaggio e miele. Una tendenza che si sta diffondendo sempre più, non solo nella ristorazione di alto livello ma anche nei locali di abituale frequentazione. Infatti, sempre più spesso, i carrelli di formaggi sono presentati insieme a una tavolozza di mieli, marmellate e 1 Numero assoluto di elementi figurati per unità di peso (10 g). 31
6 GRILLENZONI - FERRO Figura 4 - Pollini presenti in più del 50% della campionatura su base annuale. Pollen types found in more than 50% of the collected samples on annual basis. mostarde, abbinamenti con radici antichissime (Fig. 5). E sempre più frequente la pubblicazione di articoli su riviste più o meno specializzate, di saggi e di siti internet che propongono questo genere di combinazioni, fino a 15 tipologie di mieli uniflorali con 45 formaggi tradizionali italiani (Modesti, 2005). In particolare, il miele di castagno è stato accostato a formaggi con vario grado di stagionatura a seconda del gusto e della tradizione regionale in cui si colloca. Per esempio in Emilia- Romagna è diffuso l abbinamento tra miele di castagno e ricotta. Un contrasto netto, mentre in altri casi ven- gono preferite le armonie in modo da non sovrastare il sapore del formaggio. La regola generale da seguire per unire in tavola questi due prodotti, infatti, è quella di marcare e sottolineare con il miele le caratteristiche del formaggio a cui lo si abbina. Il risultato finale deve essere sempre molto armonico e gradevole. In Toscana, per l appunto, il miele di castagno si accompagna con formaggi a media stagionatura tipo caciotta, valorizzati dall odore molto intenso e balsamico del miele. Lo studio melissopalinologico ha evidenziato associazioni polliniche tipiche indicative dell origine geografica che hanno permesso di rilevare differenze anche a 32
7 Valutazione delle caratteristiche del miele di castagno italiano livello regionale. La ripartizione della campionatura sulle tre macro aree (nord, centro e sud) del territorio italiano ne ha rispecchiato la vocatura, con la metà della produzione dei mieli al nord, un terzo al sud e il rimanente al centro. I mieli esclusi da tale elaborazione, che pure costituiscono più della metà della campionatura raccolta, ne confermano la completa eterogeneità dando una visione, per quanto possibile, rispondente del panorama produttivo di tale tipologia. Dall elaborazione dei risultati su scala temporale si è rilevata una diversa incidenza delle specie di accompagnamento, alcune costanti, altre variabili più che da un punto di vista quantitativo in un ottica di presenza/assenza, riconducibile alle caratteristiche geoclimatiche dell area di produzione. Non è sembrato opportuno in tale sede effettuare valutazioni sull eventuale evoluzione vegetazionale del territorio dal momento che l indagine, sia pur condotta su scala pluriennale, non ha riguardato una specifica area di interesse. L insieme dei risultati ha costituito una significativa caratterizzazione botanica e geografica del miele italiano di castagno, una delle principali produzioni a livello nazionale, che per le sue caratteristiche e peculiarità comincia ad essere valorizzata sul mercato in modo rilevante anche attraverso l utilizzo di marchi di qualità. Ne è un valido esempio il miele di castagno della Lunigiana (Toscana), primo miele italiano ad aver ottenuto nel 2004 dall Unione Europea il marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta), massimo riconoscimento della tipicità di un prodotto assegnato a quelli realizzati conformemente ad un disciplinare di produzione in un area geografica ben delimitata e di cui il prodotto mantiene il nome. Figura 5 - Miele di castagno abbinato a formaggi freschi e stagionati. Chestnut honey with fresh and seasoned cheesest. Bibliografia BOUNOUS G., 2002 Il castagno. coltura, ambiente ed utilizzazione in italia e nel mondo. Edagricole, Bologna, 311 pp. D.Lgs. 21 maggio 2004, n.179 in Gazz.Uff. n.168 del 20 luglio D.M. 25 luglio 2003 Metodi di analisi ufficiali per il miele. In Gazz.Uff. n. 185 dell 11 agosto FERRAZZI P., 1982 Castagno. Apicoltore moderno, 73: LOUVEAUX J., 1970 Annexes microphotographiques aux méthodes officielles d analyse. Ministere de l Agriculture, Paris, 52 pp. LOUVEAUX, J., MAURIZIO A., VORWHOL G., 1978 Methods of melissopalinology. Bee World, 59 (4): MAURIZIO A., LOVEAUX J., 1965 Pollens de plantes mellifères d Europe. Union des Groupements Apicoles Francais, Paris, 148 pp. MODESTI C., 2005 I mieli uniflorali incontrano i formaggi tradizionali italiani. Gruppo editoriale Geronimo, 92 pp. OSSERVATORIO NAZIONALE DELLA PRODUZIONE E DEL MERCATO DEL MIELE. PERSANO ODDO L., RICCIARDELLI D ALBORE G., 1989 Nomenclatura melissopalinologica. Apicoltura 5: REG. 2081/1992 Protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d origine dei prodotti agricoli ed alimentari. In GUCE n.l 208 del 24 luglio REG. 1845/2004 in GUCE n.l 322 del 23 ottobre RICCIARDELLI D ALBORE G., 1997 Textbook of melissopalynology. Apimondia Publishing House, Bucharest, 308 pp. RICCIARDELLI D ALBORE G., 1998 Verifica decennale sulla stabilità dello spettro pollinico nei mieli di castagno e di robinia della provincia di Varese. L Ape nostra amica, 2: SABATINI A.G., PIANA M.L., GRILLENZONI F.V., 2000 I Mieli dell Emilia Romagna. Studio di caratterizzazione. Istituto Nazionale Apicoltura, 92 pp. SABATINI A.G., BORTOLOTTI L., MARCAZZAN G. L. (A CURA DI), 2007 Conoscere il miele. Ed Avenue Media. Bologna-Milano, 372 pp. 33
LA VALORIZZAZIONE DEL MIELE ATTRAVERSO LE DENOMINAZIONI DI ORIGINE BOTANICA
LA VALORIZZAZIONE DEL MIELE ATTRAVERSO LE DENOMINAZIONI DI ORIGINE BOTANICA Livia Persano Oddo 1, Maria Gioia Piazza 1, Gian Luigi Marcazzan 2, Anna Gloria Sabatini 2 1 Istituto Sperimentale per la Zoologia
DettagliMIELE DI ACACIA MARCHIGIANO
MIELE DI ACACIA MARCHIGIANO Habitat: scarpate, incolti, siepi (0-1000 m) Zone di produzione: principalmente Italia prealpina e centrale Fioritura: aprile - maggio Caratteristiche chimico-fisiche: valori
DettagliI mieli del. il Friuli Venezia. Giulia RUBRICHE. In uno spazio ristretto,
ERSA_5_02_64_69.qxd 11/12/2002 15.59 Pagina 64 RUBRICHE a cura del Laboratorio Apistico Regionale (LAR) I mieli del Friuli Venezia Giulia F. Gazziola * Dipartimento di Biologia applicata alla Difesa delle
Dettagli1) L apicoltura italiana
IL MIELE La filiera del miele Sommario 1) L apicoltura italiana... 1 2) La filiera marchigiana del miele... 4 3) Il miele della provincia di Macerata... 5 1) L apicoltura italiana Il miele è una sostanza
DettagliConsiglio per la Ricerca in Agricoltura e l Analisi dell Economia Agraria Unità di Ricerca di Apicoltura e Bachicoltura
Controlli analitici del miele e criteri di valutazione Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l Analisi dell Economia Agraria Unità di Ricerca di Apicoltura e Bachicoltura D.lgs 179/2004 (Attuazione
Dettagliil futuro ha un sapore antico
ULTIMO AGG. 19/06/2015 ACETO DI MIELE BIO INGREDIENTI Nella fase di produzione vengono utilizzati; acqua, miele italiano biologico (in conformità del reg. CEE 834/07 e succ. modifiche e integrazioni) e
DettagliPRIME VALUTAZIONI SULL ANDAMENTO PRODUTTIVO E DI MERCATO PER LA STAGIONE 2010
PRIME VALUTAZIONI SULL ANDAMENTO PRODUTTIVO E DI MERCATO PER LA STAGIONE 2010 Castel San Pietro Terme 15 settembre 2010 Osservatorio nazionale della produzione e del mercato del miele Via Matteotti 72
DettagliI principali mieli del Carso: risultati di uno studio di caratterizzazione. geografica RUBRICHE
Imp1-2_02_44_64.qxd 20/06/2002 13.33 Pagina 52 RUBRICHE a cura del Laboratorio Apistico Regionale (LAR) I principali mieli del Carso: risultati di uno studio di caratterizzazione geografica F. Gazziola
DettagliPolline: tricolporato, psilato; dimensioni P=30, E=32 ì
MIELE DI ACACIA o ROBINIA (Robinia pseudoacacia L.) Diffusione: scarpate, incolti, siepi (0-1000 m) Fioritura: aprile-maggio Caratteristiche chimico-fisiche: valori bassi di diastasi, invertasi, conducibilità
DettagliCONFRONTI DELLA DISTRIBUZIONE GROCERY IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA CON ALTRE REGIONI E ALTRE NAZIONI EUROPEE
Osservatorio regionale del commercio CONFRONTI DELLA DISTRIBUZIONE GROCERY IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA CON ALTRE REGIONI E ALTRE NAZIONI EUROPEE GENNAIO 2013 Osservatorio Commercio N IT 231513 Confronti
DettagliL apicoltura italiana: caratteristiche e prospettive di sviluppo
L apicoltura italiana: caratteristiche e prospettive di sviluppo Prodotti dell alveare Polline Gelatina reale Propoli Veleno Miele 2 Miele PRODOTTO ALIMENTARE CHE LE API DOMESTICHE PRODUCONO DAL NETTARE
DettagliCORSO APICOLTURA 2015
PAOLO CHIUSOLE & GABRIELE DEIMICHEI CORSO APICOLTURA 2015 FLORA D INTERESSE APISTICO SECONDA LEZIONE ROVERETO - MERCOLEDÌ 18/03/2015 L apicoltore deve oltre che lavorare bene con le api, anche conoscere
DettagliUn prodotto può essere adulterato, cioè essere modificato nella sua composizione per aggiunta o sottrazione di elementi utili. Nel caso del miele l
Buongiorno a tutti, sono Roberto Colombo, sono il responsabile del laboratorio analisi del CREA API. Introduco l argomento delle frodi che verranno riprese dai colleghi che seguiranno e che spiegheranno
DettagliSOCIETÀ BOTANICA ITALIANA
SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA GRUPPO DI LAVORO PER LA PALINOLOGIA Simposio di ACTUOPALINOLOGIA Perugia 2 giugno 2000 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 33 (2) 435, 2001 Atti Simposio di Actuopalinologia 435 INTRODUZIONE
DettagliEvoluzione del clima in Veneto nell ultimo cinquantennio
DIPARTIMENTO PER LA SICUREZZA DEL TERRITORIO Centro Meteorologico di Teolo Evoluzione del clima in Veneto nell ultimo cinquantennio Il Veneto si colloca in una zona di transizione confinante a Nord con
DettagliI p rodotti prodotti delle api: conoscenza, p iacere piacere e salute. salute. 22 giugno 2008
I prodotti delle api: conoscenza, piacere e salute. 22 giugno 2008 I prodotti delle api 2 I prodotti delle api 3 I prodotti delle api 4 I prodotti delle api 5 I prodotti delle api 6 I prodotti delle api
DettagliL Italia sismica Dati socio-demografici e strutturali dei comuni del centro Italia
L Italia sismica Dati socio-demografici e strutturali dei comuni del centro Italia Chiara Caramia n. matricola 100254 Eleonora Romagnoli n. matricola 97679 Federica Rossi n. matricola 100573 Sofia Solera
DettagliProduzioni aziendali e locali: opportunità per le aziende agricole, i territori, i consumatori
Produzioni aziendali e locali: opportunità per le aziende agricole, i territori, i consumatori Gabriele Canali (1) e Maria Giovanna Righetto (2) (1) Professore di Economia agroalimentare, SMEA - Alta Scuola
DettagliPREMIO. Parco dell Etna Catania - ITALY dal 4 al 6 dicembre 2009
PREMIO 2009 Parco dell Etna Catania - ITALY dal 4 al 6 dicembre 2009 CONCORSO INTERNAZIONALE BIOLMIEL II EDIZIONE L Istituto Certificazione Etica e Ambientale I.C.E.A. in collaborazione con il CRA Unità
DettagliQuando penso alle frodi, penso all origine botanica e geografica del miele e alle eventuali aggiunte di zuccheri.
Con questa presentazione vorrei sottolineare l utilità dell analisi sensoriale nel definire non solo la qualità del miele ma anche come mezzo per identificare eventuali frodi che si possono riscontrare
DettagliDISCIPLINARE DI PRODUZIONE della Denominazione di Origine Protetta Miele della Valtellina. Art 1 Denominazione del prodotto
DISCIPLINARE DI PRODUZIONE della Denominazione di Origine Protetta Miele della Valtellina Art 1 Denominazione del prodotto La Denominazione di Origine Protetta MIELE DELLA VALTELLINA è riservata al miele
DettagliFOCUS Febbraio Una descrizione statistica del personale dipendente delle Regioni a statuto ordinario PREMESSA
FOCUS Febbraio 2014 Una descrizione statistica del personale dipendente delle Regioni a statuto ordinario PREMESSA Il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, ai sensi del titolo V del decreto
DettagliOccupazione in Toscana e in Italia nel periodo luglio-settembre 2016
Statistiche flash Settore Sistema Informativo di supporto alle decisioni. Ufficio Regionale di Statistica Occupazione in Toscana e in Italia nel periodo luglio-settembre 2016 7 Dicembre 2016 Gli ultimi
DettagliLavoro occasionale Di tipo accessorio
Lavoro occasionale Di tipo accessorio terzo TRIMESTRE/ 211 aprile 212 Il Report è stato realizzato da Giorgio Plazzi e Chiara Cristini, ricercatori dell Agenzia regionale del lavoro. Si ringrazia Mauro
DettagliFrodi ed alterazioni del miele e dei prodotti dell alveare
Frodi ed alterazioni del miele e dei prodotti dell alveare Albino Gallina Centro di Referenza Nazionale per l Apicoltura Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie 35020 Legnaro (PD) agallina@izsvenezie.it
DettagliFrodi ed alterazioni del miele e dei prodotti dell alveare
Frodi ed alterazioni del miele e dei prodotti dell alveare Dr. Albino Gallina Centro di Referenza Nazionale per l Apicoltura Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie Viale dell Università 10
DettagliINVALSI 2016: I RISULTATI DEL PIEMONTE
INVALSI 2016: I RISULTATI DEL PIEMONTE Sintesi estratta dal rapporto INVALSI 2016 a cura dell Osservatorio sul Sistema formativo piemontese SISFORM realizzato da IRES Piemonte e Regione Piemonte ARTICOLO
DettagliINVALSI 2017: I RISULTATI DEL PIEMONTE
INVALSI 2017: I RISULTATI DEL PIEMONTE a cura dell Osservatorio sul Sistema formativo piemontese SISFORM realizzato da IRES Piemonte e Regione Piemonte ARTICOLO 2/2017 di Luisa Donato Chi ha partecipato
DettagliCondizioni e tendenze del sistema produttivo siciliano
Condizioni e tendenze del sistema produttivo siciliano 1. Le imprese attive Alla fine del 2011, in Sicilia erano attive poco meno di 381.000 imprese (le registrate erano oltre 463.000), in contrazione
DettagliUNA LETTURA DEL 15 CENSIMENTO GENERALE DELLA POPOLAZIONE E DELLE ABITAZIONI
UNA LETTURA DEL 15 CENSIMENTO GENERALE DELLA POPOLAZIONE E DELLE ABITAZIONI a cura del Centro Studi sull Economia Immobiliare - CSEI Tecnoborsa Tecnoborsa torna ad affrontare i temi dell ultimo Censimento
DettagliLe dichiarazioni Ires e Irap in FVG
14 marzo #economia Rassegna stampa Messaggero Veneto 13mar2016 Le dichiarazioni Ires e Irap in FVG Il Ministero dell Economia e delle Finanze ha recentemente pubblicato le statistiche sulle dichiarazioni
DettagliINVALSI 2015: I RISULTATI DEL PIEMONTE Sintesi estratta dal rapporto INVALSI 2015
INVALSI 2015: I RISULTATI DEL PIEMONTE Sintesi estratta dal rapporto INVALSI 2015 a cura dell Osservatorio sul sistema formativo piemontese ARTICOLO 3/2015 Chi ha partecipato ai test Invalsi? SOMMARIO
DettagliComunic ato stampa del 5 mag gio 2010 Lavoro occasionale di tipo acces s orio 1
Comunic ato stampa del 5 mag gio 2010 Lavoro occasionale di tipo acces s orio 1 Si ringrazia l INPS per la fornitura dei dati Dati relativi al mese di aprile 2010 Si conferma elevato il numero dei voucher
DettagliFAKESHARE II L acquisto di farmaci online in Italia. Domenico Di Giorgio - AIFA
FAKESHARE II L acquisto di farmaci online in Italia Domenico Di Giorgio - AIFA IL POPOLO DEGLI INTERNAUTI L indagine è stata realizzata su un campione di 1000 rispondenti, identificati nel cosiddetto popolo
Dettagli2. USO DELLE RISORSE 2.4 TURISMO. Benedetta Radicchio, Nicola Robles. Foto: Nicola Robles
2. USO DELLE RISORSE 2.4 TURISMO Benedetta Radicchio, Nicola Robles Foto: Nicola Robles 1 Introduzione Nell arco del 2011 l Italia risulta meta preferita tra le destinazioni richieste ai tour operator
DettagliI PUBBLICI ESERCIZI IN ITALIA Distribuzione dei p.e. (valori assoluti - giugno 2006)
I PUBBLICI ESERCIZI IN ITALIA Distribuzione dei p.e. (valori assoluti - giugno 2006) Regioni Ristoranti (U.L.) Bar (U.L.) Piemonte 7.544 12.708 Valle d'aosta 589 646 Lombardia 13.165 27.552 Trentino 2.635
DettagliScheda informativa. LA VENDITA DIRETTA DEI PRODOTTI AGRICOLI Un business interessante, ma per un numero ridotto di imprese agricole
CONFERENZA REGIONALE dell agricoltura e dello sviluppo rurale Scheda informativa LA VENDITA DIRETTA DEI PRODOTTI AGRICOLI Un business interessante, ma per un numero ridotto di imprese agricole La vendita
DettagliDECRETO LEGISLATIVO 21 MAGGIO 2004 n. 179, ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2001/110/CE
DECRETO LEGISLATIVO 21 MAGGIO 2004 n. 179, ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2001/110/CE CONCERNENTE LA PRODUZIONE E LA COMMERCIALIZZAZIONE DEL MIELE Bologna, 5 aprile 2006 Articolo 1. 1. Per miele si intende
DettagliL Italia delle fonti rinnovabili
L Italia delle fonti rinnovabili Le fonti rinnovabili in Italia Il GSE, Gestore dei Servizi Energetici, pubblica periodicamente dati e statistiche sulle fonti rinnovabili utilizzate in Italia. L uscita
DettagliMIELE DELLA VALTELLINA MIELE DELLA VALTELLINA DOCUMENTO UNICO DOCUMENTO UNICO. 1 DENOMINAZIONE Miele della Valtellina. 2 STATO MEMBRO Italia
DOCUMENTO UNICO Allegato 1 Regolamento CE n. 510/2006 del Consiglio relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine MIELE DELLA VALTELLINA DOCUMENTO UNICO Regolamento
DettagliProt. N. /2014 Classificazione: Asti,
Provincia di Asti Comune di Camera di Commercio Assessorato Agricoltura Ferrere di ASTI Regione Piemonte ALBO NAZIONALE DEGLI Cassa di Risparmio di ASTI ESPERTI IN ANALISI SENSORIALE DEL MIELE Centro Apistico
Dettagli[Scheda tecnica miele bio]
Guida all acquisto MIELE DI ACACIA (Robinia pseudoacacia) Lotto 1/13 per il 2013 Generalmente liquido; può presentarsi opaco per la presenza di cristalli, senza tuttavia raggiungere una cristallizzazione
DettagliPRODUZIONE FIORI RECISI IN SERRA E IN PIENA ARIA ANNI (migliaia di pezzi)
9 AGRICOLTURA PRODUZIONE FIORI RECISI IN SERRA E IN PIENA ARIA - 2003 (migliaia di pezzi) 900.000 834.634 800.000 700.000 675.794 704.191 708.157 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0 Fonte:
DettagliStatistiche in breve
Statistiche in breve A cura del Coordinamento Generale Statistico Attuariale Novembre 2015 Osservatorio sui lavoratori dipendenti 1 privato del settore 1. NUMERO LAVORATORI, RETRIBUZIONI E GIORNATE RETRIBUITE
DettagliL industria alimentare
Il valore aggiunto dell industria alimentare italiana è aumentato del 2,3%, in misura superiore a quanto avvenuto per l insieme del manifatturiero (+0,9%). Nel 2014 il fatturato ha raggiunto un valore
DettagliCONGIUNTURA ECONOMICA INDUSTRIA MANIFATTURIERA II TRIMESTRE 2011
1 CONGIUNTURA ECONOMICA INDUSTRIA MANIFATTURIERA II TRIMESTRE 2011 Premessa In questo rapporto viene esaminato l'andamento della congiuntura economica delle industrie manifatturiere del Verbano Cusio Ossola
DettagliHIV/AIDS DIRITTI E RESPONSABILITÀ INTRODUZIONE
HIV/AIDS DIRITTI E RESPONSABILITÀ INTRODUZIONE 1 Aids in Italia e in Europa 2 HIV/AIDS DIRITTI E RESPONSABILITÀ AIDS IN ITALIA E IN EUROPA Giovanni Rezza Centro Operativo Aids - Istituto Superiore di Sanità
DettagliGli occupati stranieri pag. 2. I disoccupati stranieri pag. 4. La tipologia di impiego pag. 6
Studi e ricerche sull economia dell immigrazione Il mercato del lavoro straniero in Italia Anno 2011 Gli occupati stranieri pag. 2 I disoccupati stranieri pag. 4 La tipologia di impiego pag. 6 1 Gli occupati
Dettagliincendi forestali e superficie, boscata e non, percorsa dal fuoco, nell anno 2013, in relazione alle regioni italiane;
Sommario In questo documento vengono riportate, con riferimento a [1], [2] e [3], le statistiche Istat e dei Vigili del fuoco relative agli incendi in Italia. I dati presi in considerazione riguardano
DettagliLa castanicoltura in Italia. Luciano Trentini
La castanicoltura in Italia Luciano Trentini Il castagno, in Italia Presenta le caratteristiche di una produzione tipica di pregio con una forte valenza ambientale e paesaggistica Castagno dei cento cavalli
DettagliL allevamento in bosco della Cinta Senese: effetto sulla qualità dei prodotti
L allevamento in bosco della Cinta Senese: effetto sulla qualità dei prodotti Categories : Anno 2011, N. 126-15 giugno 2011 di Carolina Pugliese Figura 1 Suini Cinta Senese al pascolo La Cinta Senese è
DettagliENTRATE E SPESE NEI BILANCI DELLE REGIONI A STATUTO ORDINARIO. Maria Flavia Ambrosanio
LA STRUTTURA E IL CONTROLLO DEI BILANCI NELLE REGIONI A STATUTO ORDINARIO ENTRATE E SPESE NEI BILANCI DELLE REGIONI A STATUTO ORDINARIO Maria Flavia Ambrosanio Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano,
DettagliCENTRALE ELETTRICA A CICLO COMBINATO NEL SITO DELLA EX-CARTIERA DI LAMA DI RENO, COMUNE DI MARZABOTTO (BO)
CENTRALE ELETTRICA A CICLO COMBINATO NEL SITO DELLA EX-CARTIERA DI LAMA DI RENO, COMUNE DI MARZABOTTO (BO) INTEGRAZIONI VOLONTARIE PRESENTATE NELL AMBITO DELLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE,
DettagliMinistero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca
Classificazione sismica La classificazione sismica del territorio nazionale si effettua sulla base di criteri emanati nel 2003, criteri individuati a partire da studi ed elaborazioni relativi alla pericolosità
Dettaglipremesso che Coldiretti Lipu Coldiretti Lipu
Coldiretti & Lipu premesso che Coldiretti è una forza sociale che rappresenta le imprese agricole e valorizza l agricoltura come risorsa economica, umana ed ambientale Lipu è un Associazione che opera
DettagliANDAMENTO PRODUTTIVO E DI MERCATO DEL MIELE IN ITALIA
Osservatorio nazionale della produzione e del mercato del miele ANDAMENTO PRODUTTIVO E DI MERCATO DEL MIELE IN ITALIA RAPPORTO ANNUALE 2006 Castel San Pietro Terme 5 maggio 2007 Osservatorio nazionale
DettagliAndamento meteorologico dell estate a Bologna - dati aggiornati ad agosto
Andamento meteorologico dell estate a Bologna - dati aggiornati ad agosto 2014 - I dati meteo registrati ad agosto nella stazione di Bologna-Borgo Panigale e comunicati dal Servizio IdroMeteoClima dell'arpa
DettagliL analisi sensoriale applicata al pane
L analisi sensoriale applicata al pane 1. Generalità sull analisi sensoriale L analisi sensoriale è un metodo per determinare le caratteristiche organolettiche dei prodotti alimentari attraverso il ricorso
DettagliMINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA Servizio per l Automazione Informatica e l Innovazione Tecnologica UFFICIO DI STATISTICA -
I La pubblicazione è stata curata dal personale dell Ufficio di Statistica: Ufficio 6 - Scuola Elementare e Media Mariano Ferrazzano (Dirigente) Ida Cecati Carla Coccimiglio Ufficio 7 - Scuola Secondaria
DettagliL OCCUPAZIONE NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI
L OCCUPAZIONE NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI Estratto dall Osservatorio Congiunturale sull Industria delle Costruzioni Luglio a cura della Direzione Affari Economici e Centro Studi ESTRATTO DALL'OSSERVATORIO
DettagliMinistero delle politiche agricole alimentari e forestali
Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali DIPARTIMENTO DELLE POLITICHE COMPETITIVE, DELLA QUALITÀ AGROALIMENTARE E DELLA PESCA DIREZIONE GENERALE PER LA PROMOZIONE DELLA QUALITÀ AGROALIMENTARE
DettagliOperation Pollinator. Piacenza, 17 Maggio Fabio Berta
Fabio Berta Stewardship & Sustainable Agriculture Manager Syngenta Crop Protection S.p.A. Syngenta Seeds S.p.A. Operation Pollinator Piacenza, 17 Maggio 2012 Indice dei Contenuti 1. Il contesto 2. Syngenta
Dettagli2. IL SETTORE AGRICOLO La struttura delle aziende e l utilizzazione del territorio
25 2. IL SETTORE AGRICOLO La conformazione del territorio su cui insiste il nostro Comune, stretto tra le Alpi Apuane ed il mare, non ha certamente favorito lo sviluppo della pratica agricola, tanto che
Dettagli13. Consumi di energia elettrica
13. Consumi di energia elettrica Il processo di sviluppo dei cosiddetti Paesi industrializzati tende a promuovere in misura sempre maggiore comportamenti di consumo energivori; in un tale contesto, l Italia
DettagliOsservatorio Nazionale Nota trimestrale novembre 2008
Nota trimestrale novembre 2008 Il lavoro in somministrazione nel terzo trimestre 2008: analisi dei dati degli archivi INAIL e INPS. Occupati, giornate retribuite e missioni avviate nel terzo trimestre
DettagliLA PRODUZIONE DI CARNE BOVINA
LA PRODUZIONE DI CARNE BOVINA Il progetto AGRICONFRONTI EUROPEI intende, attraverso la raccolta di dati da fonti ufficiali (Eurostat e Istat), mettere a confronto la situazione dell agricoltura veneta
Dettagli(in numeri e grafici, aggiornamento compagna 2014/15)
a cura del SETTORE STUDI ECONOMICI Rapporto n. 21 ottobre 2015 (in numeri e grafici, aggiornamento compagna 2014/15) I N D I C E PREMESSA... 2 I PRIMI ACQUIRENTI... 3 LE QUOTE... 5 MOVIMENTAZIONE delle
DettagliCopyright 2007 The McGraw-Hill Companies srl
Tabella 5: Indicatori sintetici di misura della coesione (Fonte: Progetto ESPON 3.3, Prezioso, 2006) Coesione economica Questo indicatore sintetico elaborato dal progetto ESPON 3.3 è una sintesi di variabili
DettagliCapitolo 9 La mortalità per incidenti stradali
Capitolo 9 La mortalità per incidenti stradali Introduzione Gli incidenti stradali costituiscono un problema prioritario di sanità pubblica per la loro numerosità e per le conseguenze in termini di mortalità,
DettagliProseguiamo e concludiamo in questo numero la
inserto I PORTINNESTI DELLA VITE / A cura di GIOVANNI NIGRO - Centro Ricerche Produzioni Vegetali e MIRKO MELOTTI - Astra Innovazione e Sviluppo Crpv Proseguiamo e concludiamo in questo numero la panoramica
DettagliDIREZIONE AFFARI ECONOMICI E CENTRO STUDI LO STOCK ABITATIVO IN ITALIA
DIREZIONE AFFARI ECONOMICI E CENTRO STUDI LO STOCK ABITATIVO IN ITALIA 5 Maggio 2015 INDICE SINTESI... 3 ABITAZIONI... 4 ABITAZIONI OCCUPATE DA PERSONE RESIDENTI... 6 POPOLAZIONE E FAMIGLIE... 9 ABITAZIONI
DettagliLOCALES: l analisi della spesa energetica dei comuni strumento di riduzione dei consumi e contenimento della bolletta energetica
LOCALES: l analisi della spesa energetica dei comuni strumento di riduzione dei consumi e contenimento della bolletta energetica A cura di Roberto Gerbo Esperto in Gestione Energia Il processo di analisi
Dettagli1. La popolazione residente
1. La popolazione residente La popolazione residente in Italia al 31/12/2009 è pari a 60.340.328 unità, con un incremento di 295.260 unità (+0,5%) rispetto al 31 dicembre dell anno precedente dovuto prevalentemente
DettagliCONFRONTI DELLA DISTRIBUZIONE GROCERY IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA CON ALTRE REGIONI E ALTRE NAZIONI EUROPEE
Osservatorio regionale del commercio CONFRONTI DELLA DISTRIBUZIONE GROCERY IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA CON ALTRE REGIONI E ALTRE NAZIONI EUROPEE Aprile 2015 Andamento della rete al dettaglio alimentare e
DettagliGLI SCENARI DEGLI INCENDI
Giovanni Bovio CAPITOLO 8 GLI SCENARI DEGLI INCENDI INDICE 1 GLI SCENARI DEGLI INCENDI 3 1.1 Scenari estivi 7 1.2 Scenari invernali 8 1 GLI SCENARI DEGLI INCENDI Si riportano descrizioni e informazioni
DettagliDISCIPLINARE DI PRODUZIONE DEL MIELE De.Co. VALCHIAMPO
DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DEL MIELE De.Co. VALCHIAMPO Articolo 1 Il Comune di Chiampo intende stimolare e promuovere la produzione di miele sul proprio territorio date le sue particolarità floristiche
DettagliSTATISTICHE IN BREVE. Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) Anni La struttura delle imprese e dell occupazione
STATISTICHE IN BREVE Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) Anni 2007-2010 La struttura delle imprese e dell occupazione Nel 2010, secondo l ATECO 2007, le imprese attive nell industria e nei
DettagliL AGRICOLTURA A BENEFICIO DI TUTTI
Analisi dei PSR sulle Nuove SFIDE dell Health Check PARTE SECONDA - ASPETTI FINANZIARI Aggiornamento L AGRICOLTURA A BENEFICIO DI TUTTI Documento realizzato nell ambito delle attività della Rete Rurale
DettagliUFFICIO VII dell ex Ministero della Salute
MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI DIPARTIMENTO DELLA PREVENZIONE E DELLA COMUNICAZIONE DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE SANITARIA UFFICIO VII dell ex Ministero della Salute
DettagliAttuazione della direttiva 2001/110/CE concernente la produzione e la commercializzazione del miele (1/circ).
D.Lgs. 21 maggio 2004, n. 179 (1). Attuazione della direttiva 2001/110/CE concernente la produzione e la commercializzazione del miele (1/circ). (1) Pubblicato nella Gazz. Uff. 20 luglio 2004, n. 168.
Dettagli3 LA PRODUZIONE DI RICCHEZZA
3 LA PRODUZIONE DI RICCHEZZA Per analizzare l evoluzione della congiuntura economica nel territorio lecchese e cogliere l intensità con cui la crisi si è ripercossa sull economia provinciale, appare opportuno
DettagliPanel Agroalimentare Ismea
Panel agroalimentari Monografiche Panel Agroalimentare Ismea Caratteristiche strategiche delle centrali d acquisto alimentari in Italia. Febbraio 2006 Introduzione L indagine Caratteristiche strategiche
DettagliTab. 1 - POPOLAZIONE RESIDENTE Anno 2003 (valori assoluti e percentuali) PROVINCE E Popolazione al 31/12/03
La popolazione residente in Liguria nel 2003 risulta pari a 1.577.474 unità. Rispetto al 2002 essa si incrementa di 5.277 unità (+0,3%). Tale incremento è il risultato di andamenti differenziati: mentre
DettagliStatistiche in breve
Statistiche in breve A cura del Coordinamento Generale Statistico Attuariale Novembre 2016 Osservatorio sui lavoratori dipendenti 1 privato del settore 1. NUMERO LAVORATORI, RETRIBUZIONI E GIORNATE RETRIBUITE
Dettagli9. I consumi delle famiglie
9. I consumi delle famiglie Nelle principali province italiane, la percentuale del reddito disponibile destinata ai consumi, e quindi all acquisto di beni e servizi necessari a soddisfare i propri bisogni,
DettagliEvoluzione e prospettive della produzione di pesche e nettarine in Italia e in Europa. Elisa Macchi Direttore CSO
Evoluzione e prospettive della produzione di Direttore CSO UE / PESCHE, PERCOCHE E NETTARINE: l evoluzione generale In termini complessivi la produzione di pesche, percoche e nettarine appare in riduzione,
DettagliCalcolo dell inflazione per differenti tipologie di famiglie milanesi
Settore Statistica e S.I.T Servizio Statistica Calcolo dell inflazione per differenti tipologie di famiglie milanesi Introduzione L Indagine sui consumi delle famiglie milanesi realizzata dalla Camera
DettagliTurismo internazionale verso l Italia: export in loco di prodotti agroalimentari Made in Italy
Turismo internazionale verso l Italia: export in loco di prodotti agroalimentari Made in Italy Per una nazione come l Italia, la cui reputazione turistica ed enogastronomica è fra la più rilevanti al Mondo,
DettagliIL MIELE BERGAMASCO pianura
IL MIELE BERGAMASCO Il territorio della provincia di Bergamo è una felice realtà per gli apicoltori. È un territorio vario, con ecosistemi molto diversi caratterizzati da una orografia varia costituita
DettagliSTRALCIO AZIONE A ASSISTENZA TECNICA E FORMAZIONE PROFESSIONALE DEGLI APICOLTORI
ALLEGATO A STRALCIO 2014-2015 Ai fini dell'attribuzione delle risorse finanziarie da parte del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, si individua quale dato di riferimento, un numero
DettagliIL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
D. Lgs. 21 maggio 2004, n. 179: Attuazione della direttiva 2001/110/CE concernente la produzione e la commercializzazione del miele. (Pubblicato nella G.U. n. 168 del 20 luglio 2004) IL PRESIDENTE DELLA
DettagliRIEPILOGO INDICATORI MARCHE : CONTI ECONOMICI TERRITORIALI
RIEPILOGO INDICATORI MARCHE : CONTI ECONOMICI TERRITORIALI Ottobre 2008 Conti economici territoriali Anno 2008 I dati resi noti dall ISTAT relativamente ai principali aggregati dei conti economici regionali
DettagliDATI ISTAT SULLA FORZA LAVORO
DATI ISTAT SULLA FORZA LAVORO Provincia di Piacenza: Forze di lavoro e tassi di disoccupazione, occupazione e attività, medie annue 2000/2002 2000 2001 2002 FORZE DI LAVORO OCCUPATI 107 110 111 maschi
DettagliL EVOLUZIONE DEL PATRIMONIO ABITATIVO ITALIANO: QUARANT ANNI DI ABITAZIONI ATTRAVERSO I CENSIMENTI ISTAT
L EVOLUZIONE DEL PATRIMONIO ABITATIVO ITALIANO: QUARANT ANNI DI ABITAZIONI ATTRAVERSO I CENSIMENTI ISTAT a cura di Alice Ciani e Lucilla Scelba Tecnoborsa 1. Introduzione I Quaderni di Tecnoborsa, tornano
DettagliMeteo a Bologna - dati aggiornati ad Agosto 2006
Meteo a Bologna - dati aggiornati ad Agosto 2006 I dati meteo registrati ad agosto nella stazione di Bologna-Borgo Panigale e comunicati dal Servizio IdroMeteorologico dell'arpa della Regione Emilia Romagna
DettagliAndamento meteorologico dell estate a Bologna - dati aggiornati ad agosto
Andamento meteorologico dell estate a Bologna - dati aggiornati ad agosto 2013 - I dati meteo registrati ad agosto nella stazione di Bologna-Borgo Panigale e comunicati dal Servizio IdroMeteoClima dell'arpa
DettagliStefano Mazza ORTALLI spa ACETO BALSAMICO DI MODENA E PRODOTTI COMPOSTI: UN CASO DI INNOVAZIONE DALL'INTERNO
Stefano Mazza ORTALLI spa ACETO BALSAMICO DI MODENA E PRODOTTI COMPOSTI: UN CASO DI INNOVAZIONE DALL'INTERNO ORTALLI ORIGINE FAMILIARE ACETIFICIO INDUSTRIALE INIZIA NEL 2000 (Andrea Ortalli) PRODUTTORE
DettagliFALLIMENTI, PROCEDURE E CHIUSURE DI IMPRESE
FALLIMENTI, PROCEDURE E CHIUSURE DI IMPRESE OSSERVATORIO 2 q SETTEMBRE 217 N 32 I FALLIMENTI TORNANO AI LIVELLI PRE-CRISI OSSERVATORIO SU FALLIMENTI, PROCEDURE E CHIUSURE DI IMPRESE - SETTEMBRE 217 / N
Dettaglisdf Gli Operatori dell Agricoltura Sociale
sdf Gli Operatori dell Agricoltura Sociale Analisi dei dati relativi agli operatori dell AS ai sensi della L. 141/2015 L'indagine in campo del CREA-PB e dell'isfol sull'agricoltura sociale (AS) ha interessato
Dettagli