di Manciano INSERTO SPECIALE PIANO STRUTTURALE DEL COMUNE DI MANCIANO BILANCIO 2008: IL COMUNE NON AUMENTA LA PRESSIONE FISCALE

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1 Primavera 2008 Anno 9 Numero 21 Tariffa pagata Accordo Quadro n. Aut. DCO/DM/SP/0091/2004 valida dal 1 marzo 2004 di Manciano Trimestrale del Comune di Manciano - Direttore Responsabile Vittorio Piccini - Grafica e impaginazione Maurizio Cont - Stampa Tipolito ATLA di Pitigliano Spedizione in abb. post. - art. 2 comma 20/c - L. 662/96 Filiale di Grosseto - Reg. Trib. di Grosseto N. 8/1999 R.S. del 14/12/99 - Stampato su carta riciclata BILANCIO 2008: IL COMUNE NON AUMENTA LA PRESSIONE FISCALE Lavori pubblici: opere per 1 milione e 600 mila euro nel 2008 Bilancio di previsione 2008 E il quarto Bilancio di questa legislatura, quello che porta a compimento e sintetizza quanto l Amministrazione ha prodotto e progettato negli ultimi quattro anni, quello che raggiunge gran parte degli obiettivi prefissati. Un Bilancio di cui sono soddisfatta, perché, pur con tante difficoltà e i limiti imposti di anno in anno dalle leggi Finanziarie, mantiene inalterati e, in molti casi, potenzia i servizi per i cittadini senza inasprire la pressione fiscale. Così l assessore al Bilancio, Luana Bianchini, ha introdotto la relazione che, nel Consiglio dello scorso 7 aprile, ha aperto la lunga discussione che avrebbe portato all approvazione a maggioranza del documento, insieme al Piano triennale delle Opere pubbliche milioni e 653 mila euro è la cifra del Bilancio, dei quali 1 milione e 600 mila euro, nel solo 2008, per i lavori pubblici. Il rigore nella gestione finanziaria, un uso oculato delle risorse, il recupero attraverso gli accertamenti tributari hanno consentito di non inasprire la pressione fiscale spiega l assessore - non è aumentata l Ici, l addizionale Irpef, la Tarsu e la Cosap, ma abbiamo ugualmente potuto investire in servizi e strutture. La nostra attenzione nel reperire le risorse, infatti, come avvenuto in passato, si è concentrata proprio sul recupero tributario che ci ha consentito di prevedere un gettito maggiore per l Ici ordinaria, determinato anche dalle nuove costruzioni immobiliari, e di recuperare l evasione sul alcune imposte comunali. Una voce significativa del Bilancio 2008 è quella che riguarda le politiche sociali, cui vanno 400 mila euro, oltre la metà dei quali destinati all assistenza territoriale, sia attraverso i trasferimenti alla Asl, che nella gestione diretta da parte del Comune. E tra gli investimenti più importanti in questo campo la realizzazione del nuovo Centro gioco educativo (73 mila euro), inaugurato e aperto il 28 di marzo. Per quanto riguarda la spesa corrente, quella che fa funzionare la macchina amministrativa, ammonta a circa 5 milioni e 300 mila euro. Una somma che consentirà, pur operando in un quadro ancora presente di difficoltà economica nazionale e di rispetto del patto di stabilità interno, di erogare servizi qualificati, funzionali a garantire la qualità della vita dei cittadini, anche grazie alle nuove assunzioni previste 7 unità che porteranno a regime la pianta organica del personale. Piano triennale delle Opere pubbliche Lavori pubblici per circa 4 milioni e 500 mila euro nel triennio , di cui 1 milione e 600 mila previsti per il Sono le cifre del Piano triennale delle Opere pubbliche, approvato a maggioranza contestualmente al Bilancio di Previsione Molti sono gli interventi programmati in questo anno, anche se restano da completare alcuni lavori del 2007, che hanno subito ritardi, in parte legati alla carenza di organico dell Ufficio tecnico del Comune. Le notevoli difficoltà legate a questo aspetto ha spiegato l assessore ai Lavori pubblici, Ernesto Giomarelli non hanno consentito di smaltire interamente i ritardi nella realizzazione di diversi interventi. Basti citare le opere di urbanizzazione dell area ricreativa a Poggio Murella e quelle nel centro abitato dei Marsiliana. Oppure la sistemazione della strada Aldi-Mai, da realizzare in collaborazione con la Provincia che, in virtù di un regolamento adottato da Palazzo Aldobrandeschi, copre una parte delle spese mettendo a disposizione uomini e mezzi. In questo caso si sono verificati ritardi perché le squadre degli operai provinciali erano impegnate in altri interventi. Tra le opere più importanti in calendario nel 2008 e che verranno avviate non appena portate a compimento quelle del 2007, il secondo stralcio per il rifacimento di piazza della Pace (470 mila euro) che prevede la realizzazione dei sottoservizi e la riqualificazione dell arredo urbano. Il terzo e ultimo stralcio del progetto, che collegherà la piazza a via Marsala, è invece in programma nel 2009 (150 mila euro) e darà pieno completamento al progetto complessivo della piazza. Nel 2008, inoltre è previsto un intervento di sistemazione per l area sportiva e ricreativa di Montemerano (140 mila euro); la bitumatura della strada di accesso a Saturnia (circa 100 mila euro); la costruzione del nuovo parcheggio a San Martino sul Fiora (40 mila euro); interventi di riqualificazione urbana alla frazione di Marsiliana. Vanno, inoltre, considerati i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria dei centri abitati, della viabilità, degli edifici scolastici, degli impianti sportivi, del verde pubblico che in totale superano investimenti per oltre 350 mila euro. Nel 2009 (totale opere pubbliche 1 milione e 900 mila euro), tra le opere più significative, il Piano prevede la realizzazione del centro ricreativo a Poggio Murella (155 mila euro), la strada che unisce Poggio Murella a Pergolacce (300 mila euro), la ristrutturazione della Biblioteca di Manciano (150 mila euro) e interventi per la regimazione delle acque a Marsiliana. Mentre per il 2010 (totale interventi previsti 1 milione e 200 mila euro), gli investimenti più importanti riguardano la strada San Martino sul Fiora - Poggio Murella (200 mila euro) e la strada Lascone Poggio Calle (200 mila euro). Comunichiamo che questo numero de Lo Strillone, la cui uscita era prevista per il mese di febbraio, esce con due mesi di ritardo per rispetto della legge sulla par condicio in vigore dal al INSERTO 1 UN NUOVO CENTRO GIOCO EDUCATIVO PER I BAMBINI È stato realizzato dal Comune in via Turati a Manciano Una nuova struttura al servizio delle famiglie e dei bambini più piccoli. Si tratta del Centro gioco educativo che il Comune di Manciano ha recentemente inaugurato in via Turati, dove è stato costruito un edificio adiacente a quello della Scuola materna. L idea di dotare il paese, e più in generale il territorio, di una nuova struttura per i bambini più piccoli è nata dalla volontà di rendere il comune più accogliente spiega il sindaco, Rossano Galli - soprattutto per le giovani coppie che vogliono fondare qui la propria vita. Per loro, che saranno il vero motore dello sviluppo futuro, vanno pensati e realizzati i servizi, vanno garantite risposte reali ai bisogni e alle necessità, come quella di accudire i figli nelle diverse fasce di età. Nella stragrande maggioranza delle famiglie, infatti, lavorano entrambi i coniugi e, se ci sono figli, si pone il problema di garantire servizi pubblici adeguati, efficienti e sicuri dove possono essere accuditi per una parte della giornata. Non tutti, del resto, hanno il supporto della famiglia di origine o la possibilità di pagare una babysitter e la mancanza di strutture non deve mortificare il desiderio di avere figli, come a volte purtroppo accade. Ritengo che sia il segnale di una cultura sociale avanzata, quella di investire nel futuro del territorio a partire da quello delle famiglie che lo scelgono per viverci Il Centro gioco, destinato all accoglienza dei bambini dai 18 ai 36 mesi, si differenzia dal tradizionale asilo nido perché ha finalità di carattere educativo e di socializzazione, contribuisce attivamente allo sviluppo formativo dei bimbi con personale adeguato ed ambiente idoneo, ma non si sostituisce completamente al genitore. Per essere più chiari, al Centro gioco, che ha un orario flessibile e adattabile alle esigenze delle famiglie, i bambini non fanno il riposo pomeridiano e non è previsto un servizio mensa interno. C è comunque una sala per consumare i pasti che i bambini possono portare da casa o che possono essere forniti da un altra struttura, in questo caso la scuola materna adiacente. In questo modo aggiunge il sindaco possiamo garantire costi molto più contenuti per le famiglie, rispetto alla retta di un asilo nido pubblico. Del resto ci siamo orientati verso il Centro gioco sondando i bisogni e le disponibilità economiche dei genitori, in modo da non creare una struttura sovradimensionata rispetto alle necessità. Il Centro, che potrà accogliere fino a 18 bambini, è stato realizzato ampliando la scuola materna già esistente in via Turati, in modo da poterlo integrare con i locali della scuola, mentre i bambini si muoveranno in ambiente familiare anche quando passeranno al livello successivo. L ampliamento è di circa 90 metri quadrati, esposto in modo da utilizzare al massimo la luce naturale e si affaccia su un parco di circa 3 mila metri quadrati. Realizzato secondo i moderni parametri della bioedilizia, ha una pianta di forma ottagonale, ed è disposto su un unico piano. Per quanto riguarda la gestione, il Comune l ha affidata all Arci-Nuova Associazione, Comitato Provinciale di Grosseto, a seguito di gara di appalto nella quale, oltre all aspetto economico, è stato valutato soprattutto il progetto educativo nel rispetto della normativa regionale per l affidamento dei servizi alla persona.

2 IL VOLO NON SI IMPARA AL VOLO ILLUSIONISMI PSEUDO-CULTURALI Maurizio Cont Le immagini, in questo numero, per suggerire (forse) una riflessione sulle visioni-costruzioni impossibili. Sulla natura della struttura reale-irreale-(realizzabile?) delle cose, delle idee. Alcune situazioni si possono pensare, immaginare, disegnare, scrivere, ma poi realizzarle è ancora (in)possibile? La cultura è ancora, nel suo significato primario, educazione dell uomo attraverso la ricerca e la realizzazione di un rapporto armonico con la natura? Il senso civico, l armonia sociale, la fiducia reciproca, la possibilità di un effettivo controllo sulla propria vita sono ancora fattori-valori di gioia che si possono realizzare in una società civile? Sono parole che si possono tradurre ancora in azioni? Quanta e quale è la nostra responsabilità di persone civili? Solo la cultura, nel suo significato ideale, ci può aiutare. Non pseudo-cultura di terza mano manovrata da incompetenti manovratori improvvisati. La proposta culturale non può essere presa in prestito, preconfezionata (da consumarsi preferibilmente..), affittata sporadicamente come saldi di fine stagione. La cultura deve scaturire dal farsi sentire, dagli uomini, dal rapporto di compiutezza con la natura, deve essere provocata come conoscenza esclusiva di investigazione, come forma da realizzare, come strumento di rinnovamento della vita sociale e individuale confrontandosi con la contemporaneità con proposte inedite e continuative. Non serve, sinceramente, vampirizzare ed adattare banalità a banalità, le sedie, l ospitalità, l altro, nascono da una visione complessiva intensa di dialogo, di confronto profondo (e continuativo?) con il territorio ed il suo agire. Non serve a nulla mettere in bella mostra gli strumenti di una passata civiltà contadina se non si fanno dialogare intelligentemente con il presente, se non si confrontano con la contemporaneità per poter essere ancora vivi. Non si può rubare il senso, (e anche i sensi ) l adesso è inafferrabile da chi tratta la cultura come moda passeggera per riempire un vuoto momentaneo, è fuori moda. La cultura serve a produrre creatività, crescita, distinzione, istruzione, bellezza, gusto, conoscenza, confronto, rispetto dell altro, con responsabilità, competenza, esperienza e senso per i diritti-doveri di tutti. (Dobbiamo essere coscienti, al di la delle false statistiche sul turismo, economia e non solo, che il vero dato certo e consolidato, che ci perseguita da decenni, è che l Italia ha ancora: la borghesia più ignorante e il popolo più analfabeta d Europa). Ciò spiega molte cose sulla situazione irrisolta politica-religione come regressione conveniente ai pochi legislatori dell incompletezza istituzionalizzata. La qualità della forma è qualità dei significati. Per toccare il futuro non è sufficiente ascoltare il passato, occorre guardare il presente. Il presente si è sempre preferito evitarlo e chiunque guardi ed intervenga sul presente diventa automaticamente un rivoluzionario. I processi strutturali intesi come trasformazione sociale evidenziano come sia necessaria e irrinunciabile la partecipazione attiva di una intera comunità per una presa di coscienza partecipativa e una rappresentazione di sé nella società, per intervenire nelle istituzioni con la possibilità di cambiarle. I partiti cercano disperatamente (si spera ancora per poco) di sopravvivere alla loro stessa inconcludenza-inadeguatezza e si mimetizzano-coalizzano per non ammettere la loro tragica inutilità-incapacità ad affrontare la contemporaneità con conoscenza e professionalità. La classe politica non vuole riconoscere, fa finta di non vedere, come sempre, che se ci sono dei timidissimi cambiamenti strutturali si deve essere riconoscenti: ad un comico (forse più di uno) e a due giornalisti. L ansia da consenso, il leaderismo-illusionismo agiscono ormai come cancrena del potere che senza gusto, ironia, competenza cerca di frenare ogni forza propulsiva e generatrice di cambiamento. Con ciò siamo tutti responsabili del degrado intellettuale e materiale che lasceremo in eredità alle generazioni future. Quale scopo può avere ancora la politica? Non certo quello di governare meglio, ma quello di trasformare la maniera di vivere del soggetto attraverso la cultura. La cultura è la culla della vera politica. Costruire l impossibile è possibile, l importante è non delegare, ma partecipare alla formazione di una coscienza culturale comune. Noi responsabili planetari della delega-sovrana e perpetua dobbiamo interrompere il circolo vizioso della falsa partecipazione, affrontando e attivando responsabilmente tutte le forze creative e professionali per promuovere forme di autoorganizzazione, di auto-governo e di autodeterrminazione della e nella comunità civile. L E I M M A G I N I DI QUESTO NUMERO La qualità della forma è qualità dei significati. Il Quattrocento, in particolare Firenze, è una di quelle epoche in cui si prefigura la cultura dell Occidente. Lavorano e competono tra di loro i più grandi progettisti della storia Donatello, Brunelleschi, Paolo Uccello, Piero della Francesca... Da discipline diverse, nelle loro botteghe, si realizzano e si progettano, affreschi, palazzi, piazze, fortificazioni, ponti, cupole... una progettazione totale. Il buon progettista, come il buon contadino, è quello capace di pensare anche a bisogni altri, non solo a quelli immediati, imposti e obbligati. ANALISI LOGICA DI UNO SPAZIO (ANCORA?) APERTO elaborazione immagine di m.c. IL COMUNE RIFA IL LOOK ALLE PIAZZE DI MANCIANO, MONTEMERANO E CAPANNE Uno dei punti principali del programma di legislatura, avviato dal 99, quando si è insediata la prima Giunta guidata da Rossano Galli, e riconfermato nel 2004, è la complessa opera di riqualificazione urbana che interessa Manciano e le frazioni. Piazze, parcheggi, aree verdi, manutenzione delle vie nei centri abitati sono i lavori più importanti che da qui alla fine della legislatura, verranno portati a compimento. Molti sono già stati realizzati, come piazza della Rampa e via XX settembre, via Roma, via delle Fonti, il parco pubblico Giuseppe Mazzini, il parcheggio di via Martiri della Libertà a Manciano, piazza Vittorio Veneto e il parcheggio a Saturnia, due parcheggi a Montemerano, ed altri interventi che hanno cambiato il volto dei centri abitati del comune. In qualche caso sono stati preceduti da polemiche anche aspre, puntualmente svanite di fronte ai risultati estetici, urbanistici e di vivibilità dei centri storici. Ora sono in cantiere tre importanti progetti che riguardano piazza della Pace a Manciano, le piazze di Montemerano e di Capanne, che insieme comportano un investimento superiore a 1 milione di euro. Piazza della Pace Manciano Piazza della Pace è destinata a diventare un vero e proprio biglietto da visita per quanti arrivano a Manciano e per tutte le persone di passaggio, oltre che per i cittadini, che godranno così di uno spazio più armonico e vivibile. Si trova, infatti, proprio nel punto di accesso principale al centro abitato, dove la strada Maremmana si interseca con le vie che portano al paese vecchio, quello che si sviluppa da via Marsala fino ad arrivare alla Chiesa della Santissima Annunziata, delimitato dalle strade di circonvallazione. I lavori per il primo stralcio del progetto sono appena stati avviati: in questa fase si tratta di sistemare la parte che guarda le scuole, senza interferire con la circolazione che in questo punto è spesso piuttosto intensa. Verranno tagliati alcuni alberi e immediatamente reimpiantate nuove piante tipiche, verrà Il secondo stralcio prevede la realizzazione dei sottoservizi e la riqualificazione dell arredo urbano. Il terzo e ultimo stralcio del progetto, che collegherà la piazza a via Marsala, è stato inserito nel Piano triennale delle Opere pubbliche per il Secondo il progetto, curato all architetto milanese Rolando Gantes, esperto nella riqualificazione delle aree urbane, la piazza sarà pavimentata con la cosiddetta pietra Santa Fiora ; al centro è prevista una fontana, spazi a verde, aree giochi per i bambini recuperate nel cortile della scuola elementare, nuova viabilità. Tutto l intervento prevede un investimento complessivo di circa 700 mila euro ed ha come obiettivo principale di rendere la viabilità più sicura ed offrire un impatto estetico più gradevole per chi arriva a Manciano, trattandosi di un punto obbligato di passaggio per andare in qualunque direzione spiega l assessore ai Lavori pubblici, Ernesto Giomarelli -. Il problema maggiore sembrava essere quello dei posti auto, che è stato anche il principale punto in discussione, ma in realtà viene conservato l attuale parcheggio in via dell Imposto, che sarà sistemato a verde nella parte che si affaccia sulla Maremmana. Non solo, ma restano a disposizione degli automobilisti i posti auto nell ampio parcheggio di via Martiri della Libertà, a pochi metri dalla piazza. Inoltre, entro il 2008, saranno raddoppiati e portati ad almeno 200 i posti nel parcheggio in largo D Antona, che è collegato a piazza della Pace con un percorso pedonale. Per quanto riguarda la regolamentazione del traffico aggiunge Giomarelli è stata pensata in modo da decongestionare la piazza, soprattutto nelle ore di punta, e mettere in sicurezza l accesso al paese. Siamo convinti che questo progetto, che già ha raccolto il gradimento dei cittadini, una volta realizzato, renderà piacevolmente più fruibile una parte importante del nostro Capoluogo. Piazza San Giorgio - Montemerano Montemerano è un vero gioiello dell urbanistica medievale, noto e ammirato da tanti turisti e amanti del bello per gli straordinari sorci che offre. Insieme a Manciano è l unico castello della zona che, nel XIV secolo, conosce una continuità abitativa ed economica. La contrada che ancora oggi si chiama Castello, è il primo nucleo, che si è poi espanso verso il basso, difeso dalla cerchia di mura edificate nel La successiva espansione è collegata alla costruzione della chiesa di San Giorgio, del 1430, al cui complesso monumentale appartiene la piazza oggetto l intervento. Anche la chiesa, tra l altro è stata restaurata dal Comune per preservarne l interno e i preziosi affreschi. La piazza verrà restituita, per così dire, all antico splendore spiega Giomarelli grazie anche al recupero della pavimentazione originale. Piazza Garibaldi Capanne Anche la piccola frazione di Capanne sarà interessata da un importante progetto di riqualificazione urbana, con il rifacimento della piazza principale. Si tratta di un impianto rinascimentale che sarà completamente ripavimentato, asportando l asfalto e sostituendolo con il travertino, che è anche il materiale con cui è stata costruita la fontana della piazza. 2 di Manc

3 anciano A MANCIANO UN ESPOSIZIONE PERMANENTE D I S T O R I A DELL AGRICOLTURA Il Comune ha acquisito la collezione di macchine agricole donate da Mario Babbanini Sono circa 300 i pezzi d epoca, tra macchine agricole, utensili da cucina e pezzi di arredamento, che il mancianese Mario Babbanini ha raccolto negli anni, girando per le campagne con la pazienza e la conoscenza di un uomo profondamente legato al territorio e alle proprie radici. Oggi questo importantissimo patrimonio di storia e cultura è stato donato da Babbanini al Comune di Manciano, che ne farà un esposizione permanente per la storia dell agricoltura locale e non solo. Da oggi tutti questi pezzi, che davvero rappresentano uno spaccato della vita di questo territorio, del XIX e XX secolo, sono stati inventariati e provvisoriamente sistemati in un capannone di proprietà del Comune, in attesa di trasferirli nel luogo che è stato scelto per realizzare una mostra permanente, una vero e proprio museo di storia dell agricoltura e delle tradizioni: la cooperativa di produzione e lavoro Filippo Mazzolai, che si trova alla Sgrilla, in prossimità di Manciano. Qui troveranno la loro naturale collocazione, perché la cooperativa stessa rappresenta un pezzo di storia economica e sociale locale, dato che esiste e produce da quasi 100 anni. È nata, infatti, nel 1920 dall occupazione delle terre. Circa 270 ettari, allora di proprietà del principe Tommaso Corsini, che 500, tra contadini e braccianti, si spartirono, lasciando però il patrimonio indivisibile. Un ringraziamento a Mario Babbanini commenta il sindaco di Manciano, Rossano Galli - presidente dell Associazione Combattenti, uomo attento e partecipe della vita culturale e sociale del territorio. La sua lunga e paziente opera di ricerca e raccolta ha il merito di conservare storia, tradizioni e radici. Ha inoltre consentito che non venisse disperso un patrimonio di grande importanza che, spesso per motivi di spazio, i proprietari non potevano tenere e di cui si sarebbero certamente disfatti. La collocazione nella cooperativa Filippo Mazzolai ci è sembrata la scelta più idonea e storicamente più appropriata proprio per quello che la cooperativa rappresenta per questo territorio. NUOVI STANDARD PER BAR, RISTORANTI E LOCALI PUBBLICI Saranno le Sedie ad indicare il livello di qualità Il settore degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande riveste un ruolo di fondamentale importanza per il territorio, sia sotto il profilo economico, che occupazionale e sociale. L Amministrazione Comunale, dovendo prevedere una nuova programmazione, si è basato sullo studio approfondito del territorio, analizzando l equilibrio esistente tra domanda e offerta. Se è vero che c è stato un forte incremento sulle presenze turistiche (nel 2007 se ne sono registrate 200 mila), va sottolineato che dal 1999 ad oggi c è stata anche una importante crescita sia delle strutture ricettive che degli esercizi pubblici. La volontà politica commenta l assessore al Turismo e al Commercio, Serena Bergamaschi è stata quindi quella di tutelare e stimolare nella crescita le aziende che già operano nel settore. Abbiamo pertanto pensato di favorire solamente l apertura di un nuovo esercizio in una zona completamente priva di attività commerciali, che è la Ztl di Manciano, per cercare di rivitalizzare il Centro storico. Inoltre, poiché riteniamo indispensabile attivare politiche di settore che siano in grado di diversificare, migliorare e qualificare l offerta della rete degli esercizi di somministrazione, abbiamo inserito standard minimi di qualità e di professionalità. Questi requisiti serviranno non solo per la nuova apertura, ma anche per attribuire un segno qualitativo, indicato con la Sedia, là dove nelle strutture ricettive si usano le Stelle o le Spighe per gli agriturismi. Il livello di requisiti e lo standard verrà quindi indicato con una valutazione da una a tre Sedie, simbolo dell accoglienza e della qualità dei prodotti in tutti gli esercizi del comprensorio comunale. Il nostro territorio vanta grandi bellezze paesaggistiche e naturali, un polo termale famoso nel mondo, quale le Terme di Saturnia, ma riteniamo che un aspetto identificativo importante sia anche il settore enogastronomico, che con questo provvedimento, peraltro concertato e condiviso dalla categoria, intendiamo ancora di più valorizzare. Crediamo, infatti, che gli standard qualitativi contribuiscano alla rinascita e alla riscoperta di attività legate alla cultura culinaria del posto e alle tipicità locali, conclude l assessore Bergamaschi. ~~~ La nuova Disciplina degli orari di esercizio delle attività economiche E sempre per rimanere nel campo delle attività economiche e delle strutture aperte al pubblico, il Comune ha recentemente approvato la nuova Disciplina degli orari di esercizio delle attività economiche. Questo provvedimento di fatto regolamenta gli orari di apertura e di chiusura di commercio in sede fissa, vendita della stampa quotidiana e periodica, commercio su aree pubbliche, somministrazione di alimenti e bevande in strutture pubbliche e circoli privati, esercizi di intrattenimento e svago che effettuano la somministrazione di alimenti e bevande, attività artigianali di pizzeria, rosticceria, gelateria, yogurteria, pasticceria e gastronomia, distribuzione di carburanti, acconciatori ed estetiste. DOMENICA 6 LUGLIO A MANCIANO LA III EDIZIONE DELLA GRANFONDO MAX LELLI La corsa sarà preceduta, venerdì 4 dalla cronoscalata intitolata a Marco Pantani Si rinnova anche per il 2008 l appuntamento con il grande ciclismo a Manciano. Domenica 6 Luglio è in programma la terza edizio- ne della Granfondo Massimiliano Lelli, che sarà preceduta, venerdì 4 dalla cronoscalata intitolata a Marco Pantani, sulla strada che porta il nome del cam- pione romagnolo, a Poggio Murella. Sono felice che anche quest anno abbiamo potuto organizzare la corsa che, già nelle edizioni precedenti aveva raggiunto numeri da capogiro in termini di partecipazione spiega Lelli, che ha cominciato a testare le proprie capacità atletiche, giova- nissimo, sulle strade percorse dalla Granfondo -. Già abbiamo avuto le prime iscrizioni per un evento che si annuncia all altezza dei grandi appun- tamenti ciclistici nazionali. La Granfondo, che anche quest anno è valida come prova del Giro del Granducato, si presenta con i percorsi dell edizione precedente, che erano risultati più graditi agli atleti rispetto a quelli del 2006, ma con due novità: il passaggio dai centri abitati di Poggio Murella e Montemerano. Tre i tracciati e tre i diversi livelli di difficoltà. Granfondo (154 chilometri), Medio fondo (109 chilometri) e percorso cicloturistico (70 chilometri), tutti con arrivo e partenza da Manciano. Tutto il Comune è già a lavoro per l organizzazione di questa terza edizione della Max Lelli con grande entusiasmo e voglia di fare commenta l assessore allo Sport, Roberto Bulgarini. Già sono state coinvolte e hanno dato la propria disponibilità le Associazioni sportive e del volontariato, vera spina dorsale, insieme alle maestranze del Comune, di un organizzazione complessa, in cui ogni ingranaggio deve girare alla perfezione per garantire la riuscita di questo evento, in termini di partecipazione, sicurezza, spettacolo 3 e non ultima l immagine di questo territorio. Il comune di Manciano, del resto si sta sempre più caratterizzando come terra di accoglienza, di buon vivere, di opportunità sotto molti aspetti, compreso quello sportivo. Crediamo molto nella Granfondo anche per il messaggio positivo che lancia ai ragazzi e ai bambini, invitandoli ad impegnarsi nello sport come palestra di vita. MANCIANO, IL PAESE DELLE AUTOMOBILI Alessia Lombardi Ho sempre amato camminare e, quando possibile, compiere i miei spostamenti in paese a piedi, pur potendo disporre di un automobile. Cinque anni di vita senese mi hanno, infatti, insegnato che uscire in paese senza automobile si può, anche laddove le salite richiedono un certo allenamento fisico. Ho sempre pensato che l automobile fosse utile nel momento in cui avessi dovuto caricare oggetti pesanti o la spesa settimanale e che, a livello di risparmio di tempo, andare a piedi fosse molto più conveniente : basti pensare ai minuti che si perde per parcheggiare, magari facendo due volte il giro della circonvallazione.. Adesso che ho un bambino e mi trovo a uscire con il passeggino, magari in compagnia di altre giovani mamme, mi sono resa conto che Manciano è un paese.per le automobili!! Non esiste una zona pedonale, non esistono zone a traffico regolamentato, fatta eccezione per una piccola parte del centro storico eletta a ZTL (Zona a Traffico Limitato), dove però il limite viene costantemente ignorato da tanti che, incuranti della segnaletica verticale, continuano ad accedere e sostare senza permesso. Le vie principali del paese sono purtroppo dominio esclusivo delle automobili. Prendiamo ad esempio Via Antonio Gramsci: una volta era semplicemente una strada di scorrimento e di uscita dal paese, oggi è invece frequentatissima per la presenza di numerosi esercizi commerciali, ma non è stata mai adattata alla presenza di pedoni: i marciapiedi non esistono e, tra cassonetti e auto parcheggiate, non esiste di fatto lo spazio fisico per camminare, se non la corsia stradale. Via Marsala che, benché tradizionalmente trafficata, si presterebbe maggiormente al passeggio, è ormai devastata dagli innumerevoli lavori di scasso del manto stradale per riparazioni, impianti di gas e acqua ecc; Le ditte incaricate fanno i lavori, chiudono gli scassi alla meglio e lasciano una superficie stradale su cui è praticamente impossibile, se non pericoloso camminare, con buona pace degli Amministratori locali. I marciapiedi, quando ci sono, sono stretti, rotti o invasi dalle macchine in sosta. Idem per Via Circonvallazione Sud che, oltretutto, sembra diventata un autodromo vista la velocità a cui sfrecciano automobili e motorini, altro che una via centrale del paese E noto che la manutenzione stradale e l organizzazione della viabilità è costosa e di complessa gestione per qualunque Amministrazione Comunale, ma allora mi chiedo: perché non si è scelto di destinare una parte delle già esigue risorse finanziarie del bilancio al riordino delle strade, a tutto vantaggio di abitanti e turisti, anziché agevolare, ad esempio, il passaggio da Via A. Gramsci a Via Martiri della Libertà con una gradinata ancora incompiuta e che quasi nessuno utilizzerà? L A R I S P O S T A Rossano Galli Sindaco di Manciano La lentezza è certo un fatto positivo, quando si contrappone alla velocità della vita moderna. Tanto positivo che l aggettivo slow è diventato un vero e proprio marchio di promozione della Toscana, della gradevolezza e della vivibilità dei nostri territori e dei nostri borghi. Allora come dare torto ad Alessia Lombardi quando invoca il recupero della lentezza andare a piedi, passeggiare per le vie del paese, evitando magari di perdere tempo prezioso a cercare un parcheggio come misura della qualità della vita? Siamo talmente convinti che i nostri borghi, per lo più centri storici di origine medievale, siano da girare a piedi tanto che abbiamo investito e investiremo ancora diverse migliaia di euro per renderli più vivibili e più gradevoli. Tuttavia dobbiamo anche garantire ai nostri cittadini servizi efficienti, rete fognaria funzionante, gas metano in casa,

4 energia elettrica e reti telefoniche. Gli scassi sono inevitabili, i lavori sono necessari, le strade vanno ripavimentate, i marciapiedi vanno rifatti, cestini dei rifiuti e cassonetti devono essere posizionati in modo da essere facilmente accessibili e fruibili a tutti. Non con nostra buona pace di amministratori, ma proprio per le necessità della vita quotidiana. E tra queste necessità ci può essere quella di raggiungere la propria abitazione con l automobile, anche in Zona a traffico limitato. A giugno 2006, abbiamo istituito un ampia Ztl facendo una scelta che non è stata indolore, né immune da polemiche, sia da parte dei residenti del centro storico che da parte di attività commerciali che temevano di essere penalizzate. Per questo sono stati previsti nuovi parcheggi adiacenti al centro e nuove vie d accesso pedonali, compreso il passaggio da via Gramsci a via Martiri della Libertà, tanto criticato da Alessia Lombardi A suo tempo abbiamo affrontato il rifacimento di piazza della Rampa in mezzo a mille critiche e polemiche, così come ora stiamo affrontando la sistemazione di piazza della Pace. Il nostro obiettivo è quello di migliorare la qualità dei nostri paesi, la qualità della vita di residenti e turisti. Nel 2007, abbiamo destinato a questo scopo 1 milione e 300 mila euro delle nostre esigue risorse finanziarie in lavori pubblici. Noi stiamo facendo la nostra parte. Contro la maleducazione degli automobilisti, il parcheggio selvaggio, la violazione dei limiti di velocità e dell accesso alla Ztl, a parte il lavoro della Polizia municipale, viceversa possiamo fare davvero poco. Ciò che chiediamo e possiamo fare insieme alla gente è incamminarsi in una nuova prospettiva che ponga al centro anche l immagine del nostro paese, che valorizzi gli investimenti che abbiamo fatto, e faremo, nei centri storici di tutto il territorio. In modo che l aggettivo slow diventi anche una filosofia di vita a cui tendere nelle scelte che intendiamo fare per il futuro. Proprio per questo, però, abbiamo bisogno della collaborazione di tutti; abbiamo bisogno di cambiare la nostra cultura, di ritrovare nuove motivazioni e nuovi elementi per determinare un aggregazione sociale più avanzata, più colta appunto, in modo da non pensare che si possa prendere il caffè portando la macchina direttamente dentro il bar. GORELLO E Tosca Corti Presidente di Legambiente Manciano Puntualmente ad ogni cambio di stagione, specialmente nel passaggio dall estate all autunno e dall inverno alla primavera, ritorna di attualità parlare del gorello e delle famose cascatelle : segno inequivocabile della mancanza, ormai storica, di indicazioni progettuali sulla sistemazione di tutta l area. E chiaramente un argomento che scotta ad onor del vero anche di non facile soluzione- così che tutte le Amministrazioni passate e presenti, hanno sempre preferito parlarne senza decidere. Consuetudine anche questa storicamente cara alla classe politica italiana. Del resto il Comune di Manciano non è mai stato pressato più di tanto a trovare soluzioni definitive per più motivi: intanto non è mai stato, dal dopoguerra ad oggi, un Comune fra i più poveri perché accanto ad una agricoltura piuttosto produttiva ha avuto anche risorse di tipo minerario. Ricordiamo che la miniera del Tafone era negli anni sessanta la più importante d Europa, non d Italia, per l estrazione dell antimonio. Poi le cave di travertino della zona di Panetti e Pian di Palma che esportavano, anche fuori d Europa, materiali di prima qualità. Infine per passare al terziario, l ospedale Aldi Mai che anch esso offriva occupazione. La risorsa turistica si è andata affermando lentamente e di pari passo si sono evidenziate le problematiche ad essa legate. Poi agli inizi degli anni settanta gli Amministratori del Comune di Manciano hanno giustamente individuato nel turismo il settore trainante dello sviluppo economico locale senza varare però una progettualità di lungo respiro su tale aspetto: le Terme di Saturnia hanno sempre di fatto provocato e condizionato questo sviluppo, o meglio non le Terme di Saturnia ma i loro diversi proprietari succedutisi nel tempo, che è cosa ben diversa. Le Terme di Saturnia, ci teniamo a ricordarlo e sottolinearlo, sono l unico esempio in Italia di sorgente termale non demaniale, ma su questa osservazione non vogliamo andare oltre. Sviluppo turistico, inevitabilmente, comporta sviluppo edilizio, che però di per sé non significa necessariamente proliferazione delle volumetrie esistenti. La prima legge regionale che ai primissimi anni 80 fornì una normativa sugli agriturismi fu giustamente accolta favorevolmente dagli Amministratori di quel momento perché introducendo una regolamentazione su questo tipo d impresa di fatto ne consentiva lo sviluppo. Non solo: intraprendere una attività agrituristica significava per l agricoltore, abbiamo detto agricoltore, poter anche salvare un edificio rurale spesso fatiscente e quindi perso per lui proprietario ma anche per il territorio, anche questo rurale. Di fatto cosa è avvenuto, con il beneplacito o nel migliore dei casi con la distrazione di chi amministrava i cittadini ma anche il territorio? E avvenuto che il nostro paesaggio é lentamente ma significativamente mutato. Ce lo confermano gli apprezzamenti di amici e conoscenti che vengono a Manciano ad intervalli lunghi di tempo, cinque/sei anni. Dapprima agricoltori, poi imprenditori, poi imprenditori esterni, poi società sempre più ricche hanno intrapreso attività turistiche comprando però anche por- zioni sempre più significative del nostro territorio sulle quali costruire edifici piccoli, grandi, belli ma anche brutti. Questo tipo di sviluppo ha portato ricchezza non solo ai cittadini mancianesi ma spesso ha creato profitto per quelle figure imprenditoriali esterne che oggi vi hanno investi- to, ma che non appena il mercato sarà esaurito sposteranno i loro interessi e i conseguenti capitali verso altri contesti più convenienti. Tutto ciò ha portato denaro, è innegabile, ma a scapito di un capitale paesaggistico-ambientale di valore inestimabile perché ambienti rurali come quelli mancianesi, ora in via di deterioramento, sopravvivono ormai in pochissimi distretti d Italia. Pure questo è innegabile. Di concerto però non si è cementificato nemmeno con intelligenza, almeno riducendo il male inevitabile: non è stata prevista, né dalle Amministrazioni precedenti né tantomeno dalla attuale, alcuna norma che tenesse presente le ormai note, e anche queste innegabili, emergenze ambientali, degli ultimi anni: risparmio energetico, fonti energetiche alternative, razionalizzazione dei consumi idrici, ecc. Ci riferiamo a possibili incentivi o forme generiche di facilitazione per la messa in opera di tecniche di coibentazione interna e/o esterna di edifici nuovi o in ristrutturazione, privati ma anche pubblici (le scuole di Manciano sono colabrodi di calore durante l inverno), per il risparmio sulla illuminazione pubblica, per l installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda, per la creazione di cisterne per la raccolta d acqua piovana insomma per un uso moderno e lungimirante del territorio. Questi sono solo alcuni dei possibili interventi da indicare ai cittadini i quali dovrebbero essere incentivati (ad esempio utilizzando una parte degli oneri di urbanizzazione) dall Amministrazione comunale. E anche se tutto ciò sottrae risorse immediate al Comune, avrà ricadute positive nel lungo periodo. Infine anticipiamo che a queste nostre osservazioni non vorremmo sentirci rispondere che questo tipo di sviluppo finora perseguito è stato quello giusto perché ha fatto introitare cospicue somme sugli oneri di urbanizzazione, perchè la gente ha lavorato artigiani, imprenditori, professionistiinsomma che è stato messo in moto un movimento virtuoso di denaro, perché queste sono state da sempre le risposte che le Amministrazioni democristiane, quelle del malgoverno per intenderci, hanno dato laddove hanno cementificato mezza Italia. Se poi per caso avessero avuto ragione, allora la Sinistra ha aspettato troppo per scimmiottarle. A CGIL, UIL, CISL E ARCI DI MANCIANO Mario Babbanini Si dice che la Maremma sia un territorio stupendo ed ospitale, e sono certo che questa è una verità inconfutabile, ma a sciupare tutto sono i grandi interessi. Le sue dolci colline, le sue benefiche acque sulfuree, agli occhi che le guardano sono di tutti, ma nella realtà di chi sono? Strana domanda. La terra, lo sappiamo, in massima parte è proprietà di privati, mentre le acque, essendo demaniali sono dello Stato, di conseguenza di tutti i cittadini. Chi le amministra, il Comune, la Provincia, la Regione, quale l interesse deve avere se non quello della collettività, almeno è questo che viene di pensare. Ma allora come si giustifica che un privato se ne appropri e ne possa divenire un padrone senza regole? Di chi la colpa? Se le acque sgorgano in un Comune è a questo che competono? L Autorità che può prendere decisioni in proposito è il sindaco, il quale deve intervenire per tutelare gli interessi dei propri cittadini, uno dei quali è quello alla salute. Dalle regole che non vengono rispettate sembra di capire che qualcosa era stato concordato. Per esempio per i residenti si era stabilito sulla carta che era possibile bagnarsi nella vasca dove sgorgano le acque sorgive. Nella realtà questo non è possibile, mancano i biglietti di accesso perché esiste il numero chiuso. La verità è un altra, essa è riservata ai Vip e quindi si creano tutti gli intralci possibili agli altri utenti. Bella ed ospitale Maremma, chi ha fatto gli interessi di questa terra e della sua gente ha avuta una virtù quella di mortificarci e farci sentire sudditi. Si può capire che questo particolare permissivismo, come quello dei divieti di parcheggio sulla strada doganale Saturnia-Poggio Murella, hanno un loro significato: quello di maggiorare i prezzi di accesso per scoraggiare chi ha meno possibilità. Prima esistevano ampi spazi liberi di sosta, ora sono preclusi da grossi massi che fanno parte di regole che non sfuggono a noi poveri mortali, siamo certi che non sono utili a creare una società più umana e giusta che invece diviene sempre più egoista e non si accontenta di vivere e far vivere. Ci siamo permessi di segnalare tutto questo perché in un caso analogo, certo diverso per interessi, fu segnalato all allora sindaco Franceschelli ed ebbe un risultato favorevole per l intera collettività. Fu fatto presente che l accesso alla pista del campo sportivo, utilizzata per camminate e pedalate da giovani ed anziani, evitando così alternativi percorsi stradali pericolosi per il traffico, era stato precluso tramite la chiusura dei cancelli. Franceschelli, sensibile al problema, li fece riaprire, uno dei quali, per inciso, è poi stato richiuso. Certo quello attuale è un caso diverso e richiede un impegno di noi cittadini, e a maggior ragione dei sindacati che rappresentano le fasce più deboli della popolazione. Le Terme, con il loro agire, stanno estromettendo i residenti e non, relegandoci per ora al gorello, finché non diverranno padroni anche di questo, ed allora non ci rimarrà che andare a farci il bagno nel fiume Albegna. Siamo certi che la sensibilità dell attuale sindaco non sia inferiore a quella dell amico Franceschelli e quindi provvederà in merito. Siamo fiduciosi che i sindacati e l ARCI, che in fondo siamo noi, con le buone maniere si faranno capire. BUCHE PERICOLOSE Circolo Arci Manciano Il Circolo Arci Manciano come presidio territoriale di conservazione, difesa e fruizione di un patrimonio culturale, sociale e ambientale ormai minacciato da più parti, desidera ribadire ancora le sue posizioni, peraltro già frequentemente esposte in molteplici occasioni e a diversi interlocutori, prendendo le mosse da un argomento che ha suscitato vivaci dibattiti nell opinione pubblica grazie ad un sondaggio dello Strillone: la questione della gestione delle cascate del Gorello. In primo luogo deve essere chiaro che questo è solo un aspetto dell atteggiamento generale della politica culturale, (segue a pagina 5) 4 di Manc

5 UN PIANO CHE SALVAGUARDA L AMBIENTE E IL TERRITORIO di Rossano Galli Sindaco di Manciano Abbiamo fatto la scelta di presentare sul Lo Strillone il Piano strutturale, che ci apprestiamo a varare, perché possa diventare patrimonio di conoscenza di tutti i cittadini. Lo facciamo in aggiunta agli incontri e alle assemblee pubbliche che abbiamo organizzato sia con i cittadini, in ogni angolo del nostro territorio, l ultimo a Manciano lo scorso 4 dicembre alla presenza di almeno 150 persone, sia con tutti gli operatori del mondo economico e sociale. Nelle pagine che seguono, abbiamo fatto lo sforzo di rendere chiaro uno strumento di per sé complesso, ma siamo consapevoli che non tutto riuscirà di facile comprensione. Restiamo quindi a disposizione dei cittadini per ogni chiarimento o osservazione. E non solo perché lo impone la legge per 60 giorni dopo l adozione e prima dell approvazione definitiva tutti possono presentare osservazioni al Piano ma perché il Piano strutturale è lo strumento più importante per definire il futuro del territorio, in termini ambientali, economici e urbanistici, ma soprattutto sociali e culturali, per i prossimi 20 anni. Per questo vogliamo che più di ogni altro atto di pianificazione, sia condiviso con chi vive, opera, produce, lavora su questo territorio: i cittadini, appunto. Proprio perché il Piano strutturale determinerà le dinamiche di sviluppo di questo Comune per i prossimi 20 anni, va visto e interpretato anche come opportunità di crescita collettiva, se sapremo coglierla, come vera e propria crescita culturale, come opportunità di relazione esterna. Soprattutto per le generazioni più giovani, quelle che da qui a qualche anno avranno in mano le redini per il futuro non solo di questo territorio ma di tutto il Paese. Abbiamo lavorato, confrontandoci e mettendoci continuamente in discussione, per elaborare uno strumento che non consuma, ma usa e protegge le risorse del territorio, che indubbiamente contiene scelte e previsioni vincolanti, ma fatte nell unico interesse della salvaguardia della nostra più grande risorsa: l ambiente e le sue peculiarità. Non abbiamo scoperto nulla, perché una frase celebre dei nativi americani, molti secoli prima di questo tempo, diceva che non abbiamo ereditato la Terra dai nostri padri, ma ci è data in prestito dai nostri nipoti. Ed è con questa assunzione di responsabilità che ci apprestiamo ad adottare e poi approvare questo Piano strutturale, con l attenzione forte ad alcune delle grandi tematiche che interessano non Manciano, ma tutto il pianeta: l acqua, le fonti di energia rinnovabile, i rifiuti. Andiamo con ordine: i nuovi insediamenti, non molti per la verità, che abbiamo previsto saranno realizzati non solo dove già esistono gli insediamenti urbani consolidati, ma dove l approvvigionamento idrico è garantito, vicini alle reti di distribuzione. Soprattutto dimensionando le nuove costruzioni alla quantità e alla qualità della risorsa. Ci confrontiamo ogni estate con il problema, quali e quanti disagi comporta la carenza d acqua. Conosciamo il costo economico e sociale che i consumi non consapevoli e smodati producono. Sappiamo che sprecare acqua è un danno economico e ambientale che avrà contraccolpi di portata incalcolabile per il futuro, nostro e dei nostri figli. Ci siamo regolati di conseguenza, imponendo al territorio una crescita calibrata alle risorse. Analogo discorso può essere fatto per le fonti energetiche. Abbiamo pensato ad un Piano che dovrà cogliere le occasioni e le opportunità che via via verranno offerte dalla programmazione regionale e nazionale per l utilizzo di fonti di energia rinnovabile. Crediamo fermamente che esse e gli impianti che possono essere realizzati per il loro sfrutta- di Manciano INSERTO mento, potranno essere anche una risorsa economica per chi deciderà di vivere e lavorare su questo territorio. L emergenza rifiuti è tema di grande attualità. Gli allarmi arrivano costantemente su scala provinciale, regionale e nazionale. Siamo parte di un territorio che a breve, il presidente della Regione Martini parla di due anni, dovrà fronteggiare l emergenza. Insieme alle campagne informative, all ecocentro che abbiamo appena realizzato, stiamo lavorando per incrementare la raccolta differenziata, unica vera risposta che possiamo dare al problema, nel breve e nel lungo periodo. Insieme agli altri Comuni del comprensorio, Manciano sta mettendo a punto un sistema sperimentale di raccolta differenziata porta a porta, sul modello di altre esperienze consolidate in alcune realtà del Nord Italia per raggiungere l obiettivo che lo stesso Piano provinciale dei rifiuti urbani ha individuato come prioritario: portare la differenziata ad oltre il 50 per cento dei rifiuti urbani prodotti. Più in generale abbiamo prestato attenzione alla tutela dell ambiente, allo sviluppo sostenibile, tanto da cancellare alcune previsioni del vecchio Piano regolatore generale del 1998, che abbiamo ritenuto troppo impattanti e non compatibili con l idea che si è venuta consolidando di sviluppo. E anche le previsioni di circa 400 nuovi alloggi, vanno nella direzione della sostenibilità economica e sociale, visto che la maggior parte di essi sono destinati alle nuove famiglie. Non abbiamo la certezza che questo Piano darà risposte a tutte le esigenze e le emergenze della comunità e per questo attendiamo dai cittadini proposte, idee, contributi costruttivi ma abbiamo la presunzione di aver lavorato per prendere le decisioni migliori per il futuro di questo territorio. STABILITA ED EQUILIBRIO AL COMUNE PER I PROSSIMI 20 ANNI di Cesare Ciavattini Assessore all Urbanistica Il Piano strutturale è lo strumento delle grandi scelte di riorganizzazione territoriale, l atto di pianificazione che, insieme al Regolamento urbanistico, consente ai Comuni di governare il proprio territorio, stabilendo gli obiettivi e gli strumenti per garantire sviluppo e sostenibilità. Introdotto dalla normativa regionale nel 95, poi modificata dalla Legge regionale 1 del 2005, sostituisce il vecchio Piano regolatore generale, distinguendo tra atti di pianificazione (Piano strutturale) e atti di governo del territorio (Regolamento urbanistico, Piani complessi di intervento, Piani attuativi). Siamo arrivati alla definizione di questo Piano dopo un lavoro lungo e complesso, partito nel 2001 con l avvio del procedimento e portato a compimento nell ultimo scorcio della legislatura. Una gestazione lunga, legata al fatto che sono state realizzate gran parte delle previsioni, almeno l 80 per cento, del Piano regolatore vigente, approvato nel La nostra intenzione, del resto, è stata quella di impostare il Piano strutturale sulla stabilizzazione dell esistente, regolamentando lo sviluppo dei nuovi insediamenti, convinti che non fosse necessaria una crescita sovradimensionata del territorio, ma piuttosto una valorizzazione del patrimonio edilizio e una previsione dei nuovi insediamenti sulla base della disponibilità delle risorse. Sarà possibile realizzare, infatti, non oltre 400 nuovi alloggi, l 80 per cento dei quali riservati ai residenti e, di questi, il 50 per cento all edilizia economica e sociale. Non sono, invece, stati previsti nuovi insediamenti turistici, al di fuori di quelli individuati con la Variante delle zone aperte, che riprende la suddivisione delle Unità di paesaggio individuate dal Piano territoriale di coordinamento della Provincia e detta regole per il mantenimento del paesaggio rurale, anche attraverso la riutilizzazione del patrimonio edilizio non solo per le attività di supporto all agricoltura, ma anche ai fini residenziali e turistici. L obiettivo generale che come Amministrazione ci siamo posti è il miglioramento della qualità ambientale, sociale e culturale, la tutela e la salvaguardia del patrimonio che questo stesso territorio rappresenta e raccoglie in sé. E proprio per questo siamo convinti che il Piano strutturale darà stabilità ed equilibrio al nostro comune per i prossimi 20 anni. Una cosa mi preme sottolineare. Riguarda come è stato redatto il Piano e lo staff tecnico che ha lavorato alla realizzazione: avendo deciso di improntarne l elaborazione sulla salvaguardia dell ambiente, il rispetto delle sue peculiarità, la valorizzazione del patrimonio edilizio, sia nel Capoluogo che nelle frazioni e nelle aree rurali, la scelta dei tecnici non poteva che ricadere sull ufficio urbanistico del Comune. Chi meglio di loro era - ed è - in grado di conoscere il nostro territorio, la popolazione, le sue esigenze e necessità, le prospettive che il territorio manifesta. Tra l altro questa operazione ha consentito al Comune di risparmiare diversi soldi, considerando che si parla di cifre intorno ai 500 mila euro per redarre un Piano strutturale. Noi ci siamo fermati a quota 100 mila. Sulle pagine di questo giornale voglio ringraziare, come ho già fatto in occasione dell assemblea pubblica a Manciano, l architetto Maria Teresa Dini, responsabile del procedimento, dal 1988 responsabile del settore tecnico del Comune, che ha lavorato con competenza, professionalità, dedizione e umanità, sempre pronta ad ascoltare le esigenze della popolazione e a consigliare le giuste attuazioni; il progettista del Piano, l architetto Fabio Detti, un conoscitore attento della storia del territorio. Poi i consulenti: l architetto Lamberto Soldatini per lo studio delle risorse naturali; l architetto Cesare Salvestroni per l assetto geografico e la gestione informatica; l architetto Paolo Maccari, per l assetto storico del territorio; il dottor Claudio Diani e il dottor Alessandro Pizzetti per le indagini geologiche; il dottor Carlo Casi, per la verifica degli aspetti archeologici; il dottor Christian Angelucci, per lo studio della componente naturale; Valter Vincio e a Claudia Savelli, che hanno partecipato al progetto. Grazie al loro prezioso lavoro abbiamo predisposto un Piano che risponde, ne siamo convinti, alle esigenze del territorio e dei cittadini, oltre a dare a questo gruppo di tecnici un ulteriore possibilità di crescita professionale e culturale che rimarrà al servizio della nostra comunità.

6 I CONTENUTI E IL CAMPO DI APPLICAZIONE DEL Il territorio di Manciano si estende nell estremo sud della Maremma grossetana sugli ultimi declivi dell Amiata, al confine con il Lazio. Con i suoi 400 chilometri quadrati (372 per la precisione) è, dopo il Capoluogo, il comune più vasto della provincia di Grosseto. Compreso tra il bacino del fiume Albegna e quello del Fiora, è l unico della Toscana meridionale che non si affaccia sulla costa. Le caratteristiche morfologiche di questo territorio, ne hanno fortemente influenzato, in passato come in tempi recenti, il popolamento, gli insediamenti umani e quelli produttivi. Il Piano Strutturale, ai sensi dell articolo 9 della Legge Regionale 1 del 2005, costituisce lo strumento della pianificazione territoriale di competenza dei Comuni. Definisce gli obiettivi strategici di governo del territorio e sostituisce il vecchio strumento urbanistico, il Piano regolatore, la cui ultima variante generale è stata approvata dalla Giunta regionale nel Si applica a tutto il comune, detta norme per la conservazione, le modifiche e la trasformazione del territorio, in sintonia con gli atti di pianificazione regionali (il PIT, Piano di indirizzo territoriale), provinciali (il PTC, il Piano territoriale di coordinamento), con gli altri strumenti che interessano il territorio comunale e con i vari Piani di settore. In estrema sintesi il Piano strutturale indica e definisce Obiettivi e indirizzi per la programmazione del governo del territorio Le dimensioni massime degli insediamenti Le prescrizioni per individuare gli ambiti territoriali per la localizzazione di interventi di competenza regionale e provinciale I criteri per individuare le aree connotate da condizioni di degrado La disciplina della valutazione integrata, relativa alle possibili trasformazioni territoriali previste Le salvaguardie, di durata non superiore a tre anni, da rispettare fino all approvazione del Regolamento urbanistico I gradi di pericolosità dei diversi ambiti territoriali, sulla base dello studio geologico, secondo quanto previsto dalla normativa regionale Il Piano non determina rendita fondiaria IL QUADRO CONOSCITIVO Per arrivare alla definizione del Piano strutturale, che contiene tra l altro anche un dettagliato quadro conoscitivo del comune, è stata analizzata l evoluzione complessiva del territorio, le componenti ambientali (aria, acqua, infrastrutture); la struttura geologica; la strumentazione urbanistica vigente e lo stato di attuazione del Piano regolatore (realizzato almeno all 80 per cento); gli standard urbanistici (verde, parcheggi, edifici pubblici), rilevati a Manciano in 30,37 metri quadrati per ogni abitante, molto elevati rispetto alla media regionale. È stato, quindi, preso in esame l andamento demografico. Secondo l ultimo censimento (2001) i residenti nel comune di Manciano sono 6827, con 112 persone meno di quelle rilevate nel censimento del 1991, che indicava 7093 residenti. Una differenza che si spiega in parte con le seconde case, i cui titolari trasferiscono qui la residenza ma vivono altrove, e in parte con la presenza di stranieri, che vivono a Manciano solo in alcuni periodi dell anno. Attualmente il trend è in crescita e i residenti sono Il Capoluogo, dove risiede la metà dei cittadini, come era facilmente prevedibile è il principale centro di aggregazione della comunità. Dal punto di vista demografico, il dato più interessante è l elevata percentuale di residenti fuori dai centri abitati (complessivamente il 28,84 per cento) e la loro distribuzione soprattutto nella parte bassa del comune. In questa zona il numero di edifici è solo leggermente superiore rispetto alla parte alta. Questo è dovuto all importanza della frazione di Marsiliana dal punto di vista dell attività agricola e come luogo di residenza per chi lavora fuori del territorio comunale, nella zona costiera o a Grosseto. Un dato questo che testimonia la validità della scelta del Comune di prevedere un maggiore sviluppo urbanistico proprio a Marsiliana. Non meno significativo, per una corretta valutazione della situazione sociale ed economica del comune e a riprova dell elevata qualità della vita in tutto il territorio, il fatto che la campagna e le frazioni più piccole non subiscono il fenomeno dello spopolamento, se non in misura molto limitata. Oltre ai dati sulla popolazione, nell elaborazione del quadro conoscitivo, sono stati esaminati anche quelli relativi agli edifici, all industria e al commercio, alle attività turistiche. E proprio il settore turistico risulta essere uno dei più vitali. Basti pensare che nel comune di Manciano sono presenti 106 agriturismi per un totale di 1275 posti letto, 22 alberghi per 839 posti letto, 48 affittacamere con 370 posti letto, 12 case-vacanza con 117 posti letto, per un totale di 188 attività e 2601 posti letto. È stata, inoltre, approvata la cosiddetta Variante delle zone agricole, che riprende la suddivisione delle unità di paesaggio individuate dal Piano territoriale di coordinamento, detta regole per il corretto uso del territorio aperto, per il mantenimento del paesaggio e del presidio rurale, riutilizzando il patrimonio edilizio anche ai fini residenziali e turistici, oltre che per attività di supporto all agricoltura. Resta da aggiungere che per l elaborazione del Piano sono state valutate anche le istanze di molti cittadini, emerse in occasione degli appuntamenti pubblici, organizzati per la presentazione di questo fondamentale strumento di pianificazione. Nel corso dell iter progettuale, infatti, sono stati organizzati incontri con cittadini, professionisti, Enti, Associazioni, Organizzazioni sindacali e sono stati acquisiti i loro indirizzi, i pareri, i contributi e richieste. Questo il calendario per quanto riguarda Enti e Associazioni: seduta di Giunta - 12 giugno 2007 Incontro con le forze politiche della coalizione - 14 giugno 2007 Commissione urbanistica - 19 giugno 2007 Incontro con il Gruppo di Minoranza del Consiglio - 21 giugno 2007 Associazioni di categoria dell agricoltura, cooperative e consorzi - 26 giugno 2007 Associazioni di categoria dell artigianato - 28 giugno 2007 Commercianti ed operatori turistici - 4 luglio 2007 Associazioni ambientaliste - 10 luglio 2007 Professionisti - 10 luglio 2007 Il Comune ha scelto, inoltre, di incontrare i cittadini direttamente nelle frazioni con il seguente calendario: San Martino - 18 settembre 2007 Capanne - 26 settembre 2007 Poggio Murella- 28 settembre 2007 Saturnia - 2 ottobre 2007 Montemerano - 4 ottobre 2007 Poderi di Montemerano - 9 ottobre 2007 Marsiliana - 11 ottobre 2007 Manciano - 4 dicembre 2007 L ITER DEL PIANO Per quanto riguarda l iter per arrivare all approvazione definitiva del Piano, il primo atto alla fine del 2001, è stato l avvio del procedimento, che conteneva la Relazione programmatica e l Accordo di pianificazione con Regione e Provincia, in modo da garantire progressivamente uno sviluppo progettuale in conformità con gli strumenti di pianificazione regionali e provinciali (rispettivamente il PIT e il PTC). Così è stato possibile apportare modifiche e correzioni in corso d opera, evitando di intervenire nella fase finale del procedimento. L accordo di pianificazione prevede, tra l altro, l approvazione del Piano tramite la Conferenza di Servizi tra Comune, Provincia e Regione. È stato quindi nominato il Garante della comunicazione (Goffredo Cardini) che ha il compito di assicurare la conoscenza tempestiva delle scelte dell Amministrazione, i relativi supporti conoscitivi, oltre ad adottare le forme più idonee per favorire la partecipazione dei cittadini. La seconda fase è quella che porta il progetto di Piano, approvato dalla Conferenza di Servizi, all adozione in Consiglio comunale. Approvata la delibera di adozione, la normativa regionale stabilisce in 45 giorni il tempo utile per presentare le osservazioni da parte di Associazioni, Enti, imprese, privati cittadini. In questa fase, entro 60 giorni dall adozione, anche Provincia e Regione presentano le osservazioni al Piano, se ce ne sono. Il passaggio successivo sono le cosiddette controdeduzioni, vale a dire la valutazione delle osservazioni, che possono essere accolte o meno, e le eventuali modifiche da apportare prima che il Piano strutturale torni in Consiglio per l approvazione definitiva, la pubblicazione e l entrata in vigore.

7 IL DIMENSIONAMENTO DEL RESIDENZIALE Dal 1971 al 1991, le abitazioni sono cresciute di 927 unità mentre nel 20 anni successivi (1981/2001) l incremento è stato di 674 unità. Una diminuzione causata anche dal calo dei residenti, mentre sono cresciute le seconde case. Per mettere a fuoco gli aspetti da osservare nella predisposizione del Piano strutturale, sono stati considerati due aspetti: il primo riguarda la naturale attuazione dello strumento vigente, il Piano regolatore fino alla fine del 2003; la seconda l accelerazione che le richieste hanno subito con la consapevolezza dell entrata in vigore delle misure di salvaguardia. L attuazione alla fine del 2003 riguardava circa il 40 per cento del vecchio Piano regolatore. Al 31 marzo 2004 le richieste pervenute e le convenzioni firmate hanno portato l attuazione a circa il 70 per cento. Le nuove espansioni recupereranno la dotazione minima da standard che sarà pari a 18 metri quadrati per abitante. Questo ragionamento si basa sulla consapevolezza che il numero massimo individuato rappresenta circa il 60 per cento delle probabili attuazioni dello strumento vigente, secondo la sua evoluzione naturale. In sostanza la diminuzione proporzionale delle unità immobiliari è stata di oltre il 30 per cento per ogni ventennio considerato. Applicando lo stesso ragionamento al principio che regola l evoluzione delle richieste edilizie, la quota di alloggi legata alla struttura naturale, demografica e produttiva del territorio comunale si esprime attraverso la seguente tabella: Ventennio 1971/1991 Ventennio 1981/2001 Ventennio 2001/2021 Numero di alloggi L analisi per arrivare ad un dimensionamento calibrato sulle esigenze del territorio è proseguita con la verifica sul campo delle superfici che potevano essere utilizzate, in modo coerente, con il processo di sviluppo insediativo. La sintesi finale ha condotto alla riduzione del numero degli alloggi di circa il 15 per cento, fissando il numero complessivo in 395 rispetto alla quota oscillante tra 450, 467, 472 e 428, che emergeva considerando separatamente gli aspetti demografici, piuttosto che quelli attinenti ai residui di piano o i dati sulle ristrutturazioni con mutamento di destinazione d uso, la pressione abitativa di tipo turistico. Sostanzialmente il Piano Strutturale prevede un dimensionamento che tiene conto sia delle necessità di completamento dello strumento vigente, sia di nuova previsione residenziale da articolare successivamente in almeno 2 o 3 Regolamenti urbanistici. Per la riqualificazione dei sistemi insediativi, inoltre, il Piano strutturale stabilisce che una quota dell 80 per cento di nuovi alloggi siano riservati ai residenti e che il 50 per cento di questi sia riservata all edilizia economica e sociale ATTIVITÀ PRODUTTIVE (COMMERCIALI, ARTIGIANALI, TURISTICO RICETTIVE) Il Piano Strutturale conferma il polo artigianale a Marsiliana. D altra parte ci sono difficoltà per avviare nuove lottizzazioni nel Capoluogo in aree individuate nello strumento vigente, così come risulta inconsistente il tessuto produttivo artigianale a Saturnia, Poggio Murella, San Martino, Capanne e in tutto il sistema insediativo altocollinare, che si caratterizza per la spiccata vocazione turistica. Montemerano ha avviato la convenzione per la realizzazione della zona artigianale. Nel settore commerciale, la media distribuzione di Manciano e Marsiliana è in grado di fornire un servizio efficiente. Un discorso a parte merita il comparto turistico che il Piano strutturale intende esclusivamente consolidare in quanto il trend di crescita e sviluppo non consente di individuare quantità sostenibili nel lungo periodo. La preferenza è accordata all ampliamento delle strutture esistenti fino al limite del 20 per cento della dimensione esistente e alla conferma delle nuove unità definite in piani di settore (variante delle zone rurali) che subiscono un consistente ridimensionamento. Di fatto, il Piano strutturale, per continuità con la tradizione della pianificazione locale, attribuisce una quota non superiore al 20 per cento della superficie territoriale (da riconsiderare poi in fase di Regolamento urbanistico) alle aree da destinare a funzione artigianale e commerciale all interno dei centri abitati. Inoltre, non sono da sottovalutare tutte le aree nate come zone di trasformazione e stoccaggio di produzioni agricole, ma che nel tempo si sono evolute, integrando la funzione commerciale dei prodotti primari - o legati al settore agricolo - con la commercializzazione di quelli di normale consumo, assumendo spesso il ruolo di strutture commerciali e di servizio per vaste zone rurali. Questo fenomeno risulta più accentuato proprio dove non ci sono centri abitati di spessore consistente o dove l insediamento accentrato non è presente. In particolare, si tratta delle aree in cui si trovano Cooperative agricole o Consorzi agrari che svolgono questa funzione all esterno dei centri abitati a San Martino, Sgrillozzo, Poggio Murella, La Sgrilla, dove la funzione di piccolo artigianato è più evidente anche per l assenza di strutture commerciali. La funzione commerciale e artigianale è quindi strutturata in modo diverso e con diversi gradi di presenza. Il Piano strutturale conferma questa strategia, integrando e riconfigurando le funzioni sia all interno che all esterno dei perimetri dei centri abitati. Nella superficie territoriale, considerata nel dimensionamento residenziale, sono comprese le superfici territoriali attualmente a destinazione artigianale e commerciale in quanto parte integrante del sistema insediativo. Per quanto riguarda il comparto turistico, inteso come ricettività turistica espressa in posti letto, si presenta ampiamente strutturato secondo modelli di investimento che portano alla crescita di unità produttive di grande dimensione e alla proliferazione di unità di piccola e piccolissima dimensione. Il Piano strutturale non intende favorire fenomeni di crescita su vasta scala di unità produttive di grande dimensione, ma non può rinunciare alla propensione all investimento dei residenti. In questo senso individua due comportamenti generali: il primo, nelle UTOE, prevede l ampliamento delle strutture consolidate fino al 20 per cento del potenziale esistente; nel territorio rurale introduce il concetto di azienda sostenibile, in modo da consentire l ampliamento o la creazione di nuove unità produttive a specializzazione ricettiva. INSEDIAMENTI NUOVE RESIDENZE RESIDENZA PER ARTIGIANATO TOTALE MANCIANO MARSILIANA MONTEMERANO SATURNIA PODERI DI MONT CAPANNE POGGIO S. MARTINO TOTALE L ARTICOLAZIONE DEL TERRITORIO COMUNALE SECONDO IL Il territorio è stato diviso in Sistemi, Subsistemi paesistico-ambientali e Subsistemi insediativi (definiti tecnicamente UTOE Unità territoriali organiche elementari - che comprendono i centri abitati maggiori e una fascia di rispetto la cosiddetta zona di influenza - dove sono state individuate le nuove zone di espansione contigue all abitato). I cinque Sistemi territoriali, determinati sulla base dei caratteri naturali, storici, socio-economici, di formazione della struttura insediativa, di utilizzo del territorio agricolo sono: il Sistema altocollinare dei Villaggi aperti il Sistema collinare dei Centri murati il Sistema dei Castelli di confine il Sistema della Riforma fondiaria il Sistema del Piano alluvionale I primi quattro rappresentano le articolazioni locali del sistema insediativo La città dei poderi, il quinto il sistema insediativo La città di acqua e di pietra, entrambi individuati dal Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Grosseto. Per ciascuno dei cinque Sistemi è stato individuato e definito lo Statuto dei luoghi e le invarianti strutturali, vale a dire le caratteristiche dei singoli luoghi, parti di città o di territorio stabili nel tempo e che non possono essere modificate. Rappresentano, infatti, elementi di identità territoriale da tutelare e da valorizzare come criteri di riferimento progettuale. Inoltre il territorio agricolo è stato suddiviso in due aree distinte: a prevalente e ad esclusiva funzione agricola. Ogni Sistema insediativo territoriale a sua volta contiene i Subsistemi paesistico ambientali e i Sub-sistemi insediativi (UTOE Unità territoriali omogenee elementari)

8 MONTEMERANO MANCIANO MARSILIANA E DISPENSA SATURNIA SPE PIANO DEL COM

9 PODERI DI MONTEMERANO POGGIO MURELLA, POGGIO CAPANNE SGRILLOZZO SAN MARTINO SUL FIORA LA SGRILLA

10 IL SISTEMA ALTOCOLLINARE DEI VILLAGGI APERTI Si tratta dell area che comprende il territorio di San Martino sul Fiora, Saturnia, Capanne, Poggio Murella.Contiene al suo interno le Aree di rilevante pregio ambientale (ARPA) Il Piano strutturale lo suddivide nei seguenti Subsistemi paesistico ambientali: A) L alta valle del medio Albegna. ARPA SP 26 - Saturnia Area aperta di Saturnia Oltre alla trasformazione dei prodotti agricoli, in questo Subsistema è previsto anche il recupero del patrimonio edilizio esistente nei nuclei agricoli di Capannone e Pianetti (frantoio), con queste percentuali: residenziale 45 per cento, agricolo-produttivo 30 per cento, attività integrative 25 per cento. È prevista un attività artigianale a Poggio alle Calle (restauro mobili). L attività estrattiva è consentita fino all esaurimento delle aree ed è prevista un attività per il riciclaggio di inerti. Per quanto riguarda le strutture turistico-ricettive, sono previsti 30 posti letto/pasto e 100 metri quadri di servizi aggiuntivi per 10 attività esistenti, per un totale di metri quadri. I posti letto/pasto ed i servizi aggiuntivi saranno ripartiti tra le strutture esistenti con il Regolamento Urbanistico. Nel polo ricettivo di Poggio Bertino, composto da 3 attività, viene consentito un ampliamento del 30 per cento dell esistente. È previsto l ampliamento del 30 per cento dell area degli esistenti impianti di distribuzione carburanti e potrà essere ampliata fino al 20 per cento l area multifunzionale di sosta in località Proquoio. Nell area di influenza di Saturnia è vietato il cambio di destinazione d uso degli immobili da agricoli ad urbani, il trasferimento di volumetria, l ampliamento e la nuova edificazione per aziende agricole con il centro aziendale all esterno dell area. L applicazione della Legge 1/05 è consentita fino alla categoria del restauro e risanamento conservativo, con l esclusione del cambio di destinazione d uso. In località Puntone di Saturnia è prevista la riconfigurazione completa dei volumi esistenti, consentendo che il 50 per cento sia destinato a funzioni ricettive, il 20 per cento a funzioni commerciali e il 30 per cento per il mantenimento della struttura agricola. È ammesso un solo intervento di riqualificazione in prossimità del Molino del Bagno, con l ampliamento della struttura esistente (100 metri quadri per servizi pubblici e 200 metri quadri per l attività commerciale). Nell area Terme-Molino del Bagno sono consentiti ampliamenti di superficie coperta fino a 100 metri quadri per le attività già esistenti, mentre nei terreni non potranno essere attuati metodi di coltivazione che utilizzano concimi chimici e fitofarmaci. L area del Polo termale non è soggetta ad alcuna previsione in quanto ha esaurito quanto previsto nel Piano regolatore del In questo Subsistema si trova l Area di Pregio Ambientale (ARPA) di Saturnia. Le aziende agricole tramite i propri piani di miglioramento possono determinare un nuovo sito insediativo rispettando alcuni parametri, tra cui l estensione tra i 25 e i 40 ettari. B) L agro altocollinare di Manciano Area aperta di Poggio Murella e Capanne In questo Subsistema è prevista l attività estrattiva, fino all esaurimento delle aree, e una unità di riciclaggio inerti a Pianetti. Per quanto riguarda l attività turistico-ricettiva, il Piano strutturale individua il limite di 100 metri quadri per servizi aggiuntivi, destinati a 10 attività alberghiere esistenti; 20 posti letto /pasto totali per le attività extra-alberghiere esistenti; 1 albergo di campagna, con 50 posti letto, per un azienda agricola di estensione pari al doppio del parametro di sostenibilità delle aziende nel territorio comunale (calcolata in 67 ettari) e 1 attività di ristorazione, recuperando il patrimonio edilizio esistente. È consentito il recupero o la nuova edificazione fino a 30 posti/letto per una azienda agricola che avvia attività didattico scientifiche. Il Piano prevede inoltre la riqualificazione delle due fattorie dei Pianetti e delle Pergolacce (nel primo caso valgono le prescrizioni del Piano attuativo vigente, nel secondo è consentito il recupero con la possibilità di realizzare 5 alloggi nel patrimonio edilizio esistente). Nell area Le Murella è previsto un campeggio, il cui assetto normativo sarà stabilito dal Regolamento Urbanistico. Possono avviare impianti per il golf, le aziende nelle quali l area utilizzata non superi il per cento della superficie aziendale. Le aziende agricole possono determinare un nuovo sito insediativo se rispettano alcuni parametri, tra cui l estensione tra i 25 e i 50 ettari. Nell area di influenza di Capanne e Poggio Murella è vietato il cambio di destinazione d uso degli immobili da agricola ad urbana, il trasferimento di volumetria, l ampliamento e la nuova edificazione per aziende agricole con centro aziendale all esterno dell area. L applicazione della Legge 1/05 è consentita fino alla categoria del restauro e risanamento conservativo con l esclusione del mutamento di destinazione d uso. C) L Alta Valle del Fiora Area aperta di San Martino Sul Fiora In questo Subsistema è previsto il recupero dei nuclei destinati alla trasformazione dei prodotti agricoli. 1 a San Martino sul Fiora, località Poggio Sandrella e 1 a Poggio Murella, in località Diaccialetti. All interno di ognuno sono previste anche 2 nuove attività artigianali e commerciali. A delimitazione ed espansione dei poli agricoli, sono previsti impianti per la produzione di energie da fonti rinnovabili fino alla potenza massima di 1 megawatt da solare fotovoltaico. Lungo la provinciale San Martino-Sovana, nelle località Poggio Pompeo, le Crine, La Pianetta sono previste 3 attività commerciali o artigianali. Per quanto riguarda le attività turistico-ricettive si individua un limite di 100 metri quadri per servizi aggiuntivi destinati a 10 attività esistenti e 30 posti letto-pasto per le attività extra-alberghiere esistenti. Le aziende agricole possono determinare un nuovo sito insediativo se rispettano alcuni parametri, tra cui l estensione tra i 25 e i 40 ettari. Nuove attività di agriturismo possono essere avviate esclusivamente in questo Subsistema. D) L altopiano del tufo Trattandosi di una zona limitrofa alle aree di ripa e di golena gli incrementi volumetrici per gli edifici esistenti e le nuove volumetrie per la conduzione aziendale dovranno essere ricomprese in un lotto di pertinenza non superiore a metri quadri. Si assegnano 5 mutamenti d uso nel recupero dei volumi rurali. Le aziende agricole possono determinare un nuovo sito insediativo se rispettano alcuni parametri, tra cui l estensione tra i 25 e i 40 ettari. E) Le gole del tufo. ARPA SP30 di Sovana All interno di questo Subsistema è ricompresa l Area di rilevante pregio ambientale di Sovana. Trattandosi di un area adiacente all alveo del fiume Fiora valgono le disposizioni dell ex legge 431 con relativo vincolo di inedificabilità assoluta. Nelle aziende esistenti, con centro aziendale esterno, è consentita nuova edificazione presso il centro aziendale fino a 400 metri cubi per attività turistiche, commerciali e artigianali ad integrazione dell attività agricola. Le aziende agricole possono determinare un nuovo sito insediativo se rispettano alcuni parametri, tra cui l estensione tra i 25 e i 40 ettari. Inoltre, il Piano strutturale suddivide il Sistema altocollinare dei Villaggi aperti nelle seguenti UTOE - Unità Territoriali Omogenee Elementari: L UTOE di Saturnia Comprende la città all interno delle mura e la contrada la Croce ed è stata suddivisa in tre ambiti: 1) La città da conservare, con l abitato più antico intorno alla Chiesa, piazza Vittorio Veneto, via Italia e via Mazzini. Gli interventi ammessi sono la conservazione e il recupero edilizio. 2) La città da consolidare, che riguarda le espansioni relativamente recenti, sviluppate all interno delle mura lungo la via Aurinia. Gli interventi ammessi sono conservazione, recupero edilizio, nuova edificazione, che dovrà tendere a riqualificare la via Aurinia. All interno di questa area verrà individuata una zona per l edilizia economica e sociale. 3) L espansione novecentesca, che comprende la città fuori le mura in contrada La Croce. Gli interventi edilizi saranno articolati in recupero edilizio e nuova edificazione. Per l UTOE di Saturnia si prevedono 45 nuovi alloggi, per l attività turistico alberghiera 10 posti letto in ampliamento alle strutture ricettive esistenti. Con i nuovi alloggi si prevedono 140 nuovi abitanti. UTOE di San Martino sul Fiora, Capanne, Poggio Murella Capanne: al nucleo insediativo di Capanne il Piano Strutturale attribuisce il ruolo di invariante. Il Regolamento urbanistico dovrà individuare le aree di nuova edificazione. Gli interventi ammessi sono conservazione e recupero edilizio. Poggio Murella: Il Regolamento urbanistico dovrà individuare le aree di nuova edificazione. Gli interventi ammessi sono conservazione, recupero edilizio, nuova edificazione. San Martino Sul Fiora: il Regolamento urbanistico dovrà individuare le aree di nuova edificazione. Gli interventi ammessi sono conservazione, recupero edilizio, nuova edificazione. Per questa Utoe si prevedono 78 nuovi alloggi, per l attività alberghiera 15 posti letto in ampliamento alle strutture ricettive esistenti, 8 alloggi per attività produttive aggiuntive. Con i nuovi alloggi si prevedono 140 nuovi abitanti.

11 IL SISTEMA COLLINARE DEI CENTRI MURATI È l area che comprende il territorio di Montemerano, Poderi di Montemerano e Manciano. Il Piano strutturale lo suddivide nei seguenti Subsistemi Paesistico Ambientali: A) L Agro collinare di Montemerano Area aperta di Montemerano e Poderi di Montemerano In questo Subsistema, nel nucleo produttivo dei Pianetti destinato alla trasformazione dei prodotti agricoli, è previsto anche il recupero del patrimonio edilizio esistente per funzioni legate al territorio rurale. Per quanto riguarda le attività artigianali e commerciali, essendo una zona di collegamento con l area termale dotata di strutture ricettive alberghiere e extralberghiere, si prevedono 3 nuove attività fino a 200 metri quadri, a delimitazione dei nuclei esistenti a Pian di Giomo, Santa Croce, Podere dell Ebreo. Il Piano strutturale consente l attività estrattiva nel bacino delle Volte fino ad esaurimento delle aree. Per quanto riguarda il settore turistico-ricettivo è ammessa la riqualificazione delle attività esistenti attraverso servizi aggiuntivi:100 metri quadri destinati a 10 attività esistenti, per un totale di metri quadri, e 15 posti letto/pasto per le attività extralberghiere esistenti, da individuare con il Regolamento urbanistico. Le aziende agricole possono determinare un nuovo sito insediativo se rispettano alcuni parametri, tra cui l estensione tra i 20 e i 40 ettari. Nell area di influenza di Montemerano e Poderi è vietato il cambio di destinazione d uso degli immobili da agricola ad urbana, il trasferimento di volumetria, l ampliamento e la nuova edificazione per aziende agricole con centro aziendale all esterno dell area. L applicazione della Legge 1/05 è consentita fino alla categoria del restauro e risanamento conservativo con l esclusione del mutamento di destinazione d uso. B) L Agro collinare di Manciano ARPA SN 32 di Poggio Buco - Morranaccio Area aperta di Manciano Essendo una vasta zona agricola non dotata di servizi commerciali e artigianali, si prevedono 6 nuove attività con dimensioni fino a 200 metri quadri a delimitazione dei nuclei a Monticchio, Passinano, Sorbello, Santa Maria del Piano, Podere della Trave, Cavallin del Bufalo. Per quanto riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili, è prevista la riqualificazione della centrale di Scarceta. L attività estrattiva è possibile fino all esaurimento delle aree. In località Scarceta è consentito riqualificare l intero nucleo rurale per attività direzionali legate al sistema estrattivo, recuperando il patrimonio esistente. Per l attività turistico ricettiva il Piano strutturale individua il limite di 100 metri quadri per servizi aggiuntivi destinati a 10 attività esistenti e 15 posti letto/pasto per le attività esistenti da individuare con il Regolamento urbanistico. Per l attività turistico ricettiva in aziende con aree boscate si individua il limite di 15 posti letto/pasto per le attività extraalberghiere. Inoltre viene individuato il limite di 3 per le attività commerciali di dimensioni fino a 100 metri quadri da localizzare con il Regolamento urbanistico in punti nodali della viabilità, recuperando le volumetrie esistenti. Per un azienda agricola che avvia attività didattico-scientifiche è prevista la realizzazione di 30 posti letto/pasto, recuperando i volumi esistenti. Nella Fattoria dei Montioli di Sotto è previsto il recupero del patrimonio edilizio esistente ai fini ricettivi con la possibilità di realizzare 5 alloggi. È prevista una stazione di servizio lungo la direttrice Manciano-Montalto di Castro. Le aziende agricole possono determinare un nuovo sito insediativo se rispettano alcuni parametri, tra cui l estensione tra i 20 e i 50 ettari. Nell area di influenza di Manciano è vietato il cambio di destinazione d uso degli immobili da agricola ad urbana, il trasferimento di volumetria, l ampliamento e la nuova edificazione per aziende agricole con centro aziendale all esterno dell area. L applicazione della Legge 1/05 è consentita fino alla categoria del restauro e risanamento conservativo con l esclusione del mutamento di destinazione d uso. Nell area di recupero urbanistico della Vecchia e della Gora, il Regolamento urbanistico definirà procedure di riqualificazione attraverso il cambio di destinazione d uso degli edifici esistenti a fini residenziali, con un tetto di complessivi 10 alloggi, per una superficie coperta non superiore a 100 metri quadri. Il Subsistema contiene l ARPA Poggio Buco e Morranaccio. Trattandosi di un area adiacente all alveo del fiume Fiora valgono le disposizioni dell ex legge 431 con relativo vincolo di inedificabilità assoluta. Nelle aziende esistenti con centro aziendale esterno all ARPA è consentita nuova edificazione presso il centro aziendale fino a 400 metri cubi per attività turistiche, commerciali e artigianali ad integrazione dell attività agricola. Attività di agriturismo possono essere avviate esclusivamente in questo subsistema. Inoltre, il Piano strutturale suddivide il Sistema collinare dei Centri murati nelle seguenti UTOE - Unità Territoriali Omogenee Elementari: UTOE di Montemerano Comprende Poderi di Montemerano e Montemerano. Montemerano è stata suddivisa in due ambiti: 1) La città da conservare, il Centro storico, dove è consentita la conservazione e il recupero edilizio, la zona di espansione ottocentesca e la contrada la Croce, dove è consentita la conservazione e il recupero edilizio; 2) La città da consolidare che è rappresentata dall edilizia novecentesca fuori dalle mura. Qui sono previsti interventi di conservazione, recupero, nuova edificazione. Tra le iniziative in aree di nuova previsione, il Regolamento urbanistico individuerà la localizzazione di un centro per disabili fino a 60 posti letto. Poderi di Montemerano: costituito da alcuni nuclei di case coloniche aggregate, risale al Gli interventi edilizi riguardano conservazione, recupero edilizio, nuova edificazione. Per l UTOE di Montemerano e Poderi di Montemerano si prevedono 47 nuovi alloggi e 2 nuovi alloggi per le attività produttive aggiuntive. Con i nuovi alloggi si prevedono 144 nuovi abitanti. UTOE di Manciano E divisa in tre ambiti: 1) La città da conservare, che comprende: Manciano dentro le mura (il Centro storico), dove gli interventi edilizi sono articolati in conservazione, recupero e riqualificazione del centro antico in particolare piazza Garibaldi; la collina di Manciano e la sua espansione tra il XIX ed il XX secolo dentro le vie di Circonvallazione, dove sono consentiti interventi edilizi di conservazione recupero edilizio; 2) La città da consolidare, che comprende la collina dell Edilizia popolare Ina Casa, le zone residenziali di San Carlo, San Giovanni, Le Fonti, la Passerina e Prato Budello. Qui sono consentiti interventi edilizi di conservazione, recupero, nuova edificazione. Il Piano strutturale riconsidera la pianificazione urbanistica consolidata individuando i seguenti obiettivi: il recupero dell area dell ex caseificio, il consolidamento delle strutture commerciali e di servizio nell area compresa tra via Gramsci e piazza della Pace, la localizzazione del nuovo polo commerciale di Manciano, la revisione delle zone a destinazione artigianale in relazione all espansione residenziale, la trasformazione dell area destinata a caserma in area per l edilizia economica e sociale. Per l UTOE di Manciano si prevedono 160 nuovi alloggi, 10 nuovi alloggi per attività produttive aggiuntive, per un totale di 550 nuovi abitanti previsti. IL SISTEMA CASTELLI DI CONFINE È l area che comprende il territorio di Poggio Foco,Campigliola, Fattoria di Montauto Il Sistema è stato suddiviso nei seguenti Subsistemi paesistico ambientali: A) L Agro pedecollinare di Manciano Area aperta di Poggio Foco Essendo una zona agricola di ampio valore paesaggistico, nel recupero del patrimonio edilizio esistente si prevede 1 nuova attività commerciale o artigianale per la promozione dei prodotti aziendali, degustazione e ristorazione, per 200 metri quadri a Poggio Foco. Per la funzione turistico-ricettiva, attraverso la riqualificazione delle attività esistenti, viene stabilito il limite di 100 metri quadri per servizi aggiuntivi destinati a 5 aziende e 20 posti letto/pasto per le attività extra-alberghiere, da individuare con il Regolamento urbanistico. Per le attività turistico ricettive nelle aziende con aree boscate, si individua il limite di 20 posti letto/pasto. Le aziende agricole possono determinare un nuovo sito insediativo se rispettano alcuni parametri, tra cui l estensione tra i 40 e gli 80 ettari. B) Le colline del Fiora del Tiburzi ARPA PN 45 Torre di Montauto e P46 La Capita Area aperta di Campigliola All interno dell ex sito minerario del Tafone è prevista la possibilità di inserire impianti per la produzione di energia con potenza fino a 1 megawatt. Per l attività turistico ricettiva si individua il limite di 100 metri quadri per servizi aggiuntivi destinati a 5 aziende esistenti e 40 posti letto/pasto per le attività extra-alberghiere.

12 Per la fattoria della Campigliola si prevede il recupero del patrimonio esistente come polo ricettivo, con la possibilità di realizzare 10 alloggi, recuperando il patrimonio esistente. Nell area della discarica è prevista la realizzazione del quarto modulo. Per l area industriale di Montauto è previsto il recupero delle funzioni di polo di trasformazione. Le aziende agricole possono determinare un nuovo sito insediativo se rispettano alcuni parametri, tra cui l estensione tra gli 80 e i 150 ettari. Il Subsistema contiene l ARPA Torre di Montauto e l ARPA La Capita. Le aziende che hanno terreni dentro l ARPA e volumi fuori, se presentano un Piano di miglioramento o relazioni agrituristiche che prevedono il riuso del patrimonio edilizio esistente da destinare ad agriturismo, la capacità ricettiva può essere incrementata fino a raggiungere 40 posti letto. Le aziende agricole non possono presentare Piani di miglioramento che prevedano la realizzazione di stalle o ricoveri per animali, il cui rapporto superi la soglia di una Unità di bestiame adulto (UBA) d per ettaro. Sono vietati inoltre gli impianti di allevamento a stabulazione che prevedano la presenza di capi di bestiame di tipo avicolo e suinicolo, se non per uso familiare. C) Le pendici di Capalbio ARPA N44 Vulci Area aperta della Fattoria di Montauto Per l attività turistico ricettiva si individua il limite di 100 metri quadri per servizi aggiuntivi destinati a 5 attività esistenti e 30 posti letto/pasto per le attività extraalberghiere esistenti da individuare con il Regolamento urbanistico Nella fattoria di Montauto è previsto il recupero del patrimonio edilizio esistente come polo ricettivo, con possibilità di realizzare 12 alloggi, recuperando il patrimonio edilizio esistente. Le aziende agricole possono determinare un nuovo sito insediativo se rispettano alcuni parametri, tra cui l estensione tra gli 80 e i 150 ettari. Il Subsistema contiene l ARPA Vulci. Trattandosi di un area adiacente all alveo del fiume Fiora, valgono le disposizioni dell ex legge 431 con relativo vincolo di inedificabilità assoluta. Nelle aziende esistenti con centro aziendale esterno all Arpa è consentita nuova edificazione presso il centro aziendale fino a 400 metri cubi per attività turistiche, commerciali e artigianali ad integrazione dell attività agricola. IL SISTEMA DELLA RIFORMA FONDIARIA La struttura di questa porzione di territorio è completamente delineata dalle opere di Riforma e appoderamento degli anni 50. Il Sistema è stato suddiviso nei seguenti Subsistemi paesistico ambientali: A) La bassa valle del medio Albegna Area aperta di Sgrilla,Sgrillozzo e Area industriale di Marsiliana Nel nucleo produttivo di Guinzoni, recuperando i volumi esistenti, è possibile destinare il 45 per cento a funzioni residenziali, il 30 per cento ad attività di trasformazione o attività direzionali legate all agricoltura e il 25 per cento a funzioni connesse con il territorio rurale. Per il nucleo di Cirignano, che già assolve funzioni produttive strategiche, è previsto un ampliamento di metri quadri. A delimitazione dei 4 poli produttivi e industriali presenti, ad esclusione di Sgrilla e Poggio Forcato, è possibile installare impianti per la produzione di energie da fonti rinnovabili fino a 1 megawatt da solare fotovoltaico. Nell area interna al tracciato della Strada regionale 74 Maremmana, dalla Sgrilla alla Mariannaccia, in adiacenza a nuclei di trasformazione esistenti o a nuclei rurali con funzioni cooperative, è prevista l espansione per attività commerciali o artigianali fino a metri quadri di superficie coperta. Per l attività turistico-ricettiva, il Piano strutturale individua il limite di 100 metri quadri per servizi aggiuntivi destinati a 10 aziende esistenti e 30 posti letto/pasto per le attività extra-alberghiere, da individuare con il Regolamento urbanistico. Per le aziende con aree boscate, si individua il limite di 30 posti letto/pasto per attività extra-alberghiere. Per la fattoria dei Cavallini si prevede il recupero del patrimonio esistente come polo ricettivo, con la possibilità di realizzare 6 alloggi. È prevista 1 stazione di servizio lungo la direttrice Sgrilla - Sgrillozzo della Strada regionale 74 Maremmana. Le aziende agricole possono determinare un nuovo sito insediativo se rispettano alcuni parametri, tra cui l estensione tra i 20 e i 35 ettari. Nell area industriale di Marsiliana è previsto l ampliamento di metri quadri per aree di stoccaggio e lavorazione. B) Colle di Marsiliana (Le colline d Albegna del Tiburzi) ARPA S40 Marsiliana È possibile l attività estrattiva, fino all esaurimento nelle aree, in località Saracchieto. Per le attività turistico-ricettive si individua il limite di 100 metri quadri per servizi aggiuntivi destinati a 5 aziende esistenti. Per le aziende con aree boscate si individua il limite di 10 posti letto/pasto per le attività extra-alberghiere, nei pressi del centro aziendale del Cutignolo. Le aziende agricole possono determinare un nuovo sito insediativo se rispettano alcuni parametri, tra cui l estensione tra i 9 e i 15 ettari. Il Subsistema contiene l ARPA Colline di Marsiliana, dove è previsto il contenimento e il rafforzamento produttivo delle attività esistenti, secondo criteri di inserimento ambientale e nel rispetto della morfologia paesistico-insediativa, e il recupero del patrimonio storico e archeologico. IL SISTEMA DEL PIANO ALLUVIONALE Il Sistema comprende il Subsistema paesistico ambientale: La Piana dell Osa Albegna Per le attività turistico-ricettive si individua il limite di 100 metri quadri per servizi aggiuntivi destinati a 10 aziende esistenti e il limite di 40 posti letto/pasto per le attività extraalberghiere esistenti. Le aziende agricole possono determinare un nuovo sito insediativo se rispettano alcuni parametri, tra cui l estensione tra i 9 e i 15 ettari. Il Sistema della Riforma fondiaria e il Sistema del Piano alluvionale contengono l UTOE di Marsiliana UTOE di Marsiliana Comprende Marsiliana, i villaggi di riforma di Sgrilla e Sgrillozzo, il Castello di Marsiliana e Dispensa. Marsiliana: la città da consolidare comprende la piazza con la Chiesa e il porticato per i negozi e uffici. I limiti urbani di Marsiliana sono il parco del Castello che termina sul greto dell Elsa, gli edifici storici della tenuta (Dispensa e la Banditella), il Cimitero e l aggregato del Camerone fino a tornare all Albegna, il campo sportivo e la cava di sabbia. Gli interventi edilizi sono quelli della disciplina vigente. Il Piano strutturale riconsidera la pianificazione urbanistica consolidata, individuando i seguenti obiettivi: riconoscimento come zona di recupero a destinazione mista dell area attualmente definita come ex Ente Maremma, attraverso l integrazione di funzioni residenziali, commerciali e artigianali; revisione delle localizzazioni residenziali all interno delle zone artigianali; recupero dell area del Camerone, dove è previsto lo spostamento dei silos a Sgrillozzo. È inoltre previsto il recupero a funzioni urbane delle volumetrie produttive per metri cubi e del manufatto storico per metri cubi. Il Regolamento urbanistico individuerà le zone di espansione e i lotti di completamento. Castello di Marsiliana e Dispensa: comprende la struttura fortificata medievale del castello con il sistema di fabbricati rurali presenti fin dal XVII secolo. Il Piano strutturale riconosce a questa area il ruolo di alto valo re documentale e prevede interventi di restauro e risanamento conservativo nel nucleo del Castello, di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia nel nucleo di Dispensa, oltre ad ampliamenti funzionali al consolidamento dell abitato. Sgrilla: il Piano strutturale attribuisce al nucleo della Sgrilla il ruolo funzionale di ingresso al sistema collinare con prestazioni che riguardano l integrazione dei servizi, un potenziale e contenuto insediamento residenziale a recupero dei volumi esistenti, la qualificazione delle aree artigianali. È inoltre previsto il recupero funzionale del Consorzio agrario, metri cubi con l esclusione della demolizione del fabbricato storico. Nel magazzino più recente il Regolamento urbanistico deciderà le funzioni da inserire. Sgrillozzo: il nucleo di Sgrillozzo ha avuto origine con la pianificazione di borghi di servizio dell Ente Maremma. Il Piano strutturale riconsidera la pianificazione urbanistica consolidata, attribuendo al nucleo il ruolo di nodo di appoderamento locale, attraverso la riqualificazione della cooperativa agricola. Attribuisce, inoltre, all ex edificio scolastico il ruolo di contenitore per manifestazioni di interesse culturale. Il Regolamento urbanistico stabilirà la morfologia degli interventi all interno della cooperativa, prevedendo il trasferimento dei silos da Marsiliana. I volumi esistenti possono essere riconvertiti per iniziative artigianali, commerciali o direzionali. L area può essere ampliata per iniziative di delocalizzazione di impianti di trasformazione esistenti.

13 anciano turistica e ambientale ormai dominante nel nostro Comune: finché si continuerà ad applicare al nostro territorio le deleterie etichette di vetrina biglietto da visita e quant altro, non si otterranno che un paesaggio e una socialità fittizi e artefatti, a tutto discapito non solo dei residenti, ma anche dei visitatori stessi. La destrutturazione della vita sociale di questo paese è ormai arrivata a livelli talmente preoccupanti che qualsiasi occasione di socializzazione spontanea o tradizionale, e soprattutto non foriera di profitti a breve termine, non manca di creare dissensi e lamentele (a partire dalla tristissima polemica contro le sagre estive dell anno passato, che speriamo non si ripeta anche quest anno, fino ad arrivare al fatto che una semplice ZTL viene vista addirittura come una limitazione della libertà personale!) Ma di contro a questa destrutturazione si ha la speculare fabbricazione a ritmo serrato dell ennesimo vacanzificio per turisti stressati in fuga dalla metropoli, per cui tutto deve essere languido, terapeutico e soft abbastanza per non disturbare chi è in cerca di relax e benessere tra le dolci colline maremmane. Il centro di irradiazione di tutto ciò è ovviamente la valle di Saturnia, che porta già numerosi segni (ben più indelebili dei tanto deprecati bivacchi al Gorello) del successo di questa formula vacanze: enormi hotel spuntano sui fianchi delle colline, dai quali si può contemplare l appagante vista di graziose villette e ridenti agriturismi in (finta) pietra locale nonché, verdissimo e modernissimo, di un grande campo da golf. La cui visione non ci rattrista soltanto per lo spreco idrico, per il rischio di dissesto idrogeologico e di inquinamento delle falde dovuto ai fitofarmaci (per quanto limitato possa essere, e questo ovviamente ce lo auguriamo tutti, perché nessuno, speriamo, sarebbe capace di farsi artefice di gravi danni all ambiente senza il minimo rimorso) ma proprio perché esso contribuisce alla snaturazione di un paesaggio ben più, a nostro avviso, delle pale eoliche di Murci, attaccate praticamente da tutta la provincia e che invece, (oltre al fatto non indifferente che producono energia pulita, e neanche tanto poca) sono decisamente più belle di una centrale a carbone o di un ecomostro come se ne vedono tanti spuntare qua e là in tutto il nostro intatto territorio. Alla luce di tutto questo, il rischio più grande è che anche le cascate del Gorello vengano inglobate in questo sistema, diventando un altro desolante luogo di lusso da cui i residenti saranno definitivamente estromessi, se non fisicamente, almeno psicologicamente. Se deve essere una primaria preoccupazione la conservazione di questo luogo, che sicuramente è messa a rischio dall alta frequentazione, ciò non può diventare un pretesto per estrometterne chiunque non voglia o non possa essere compreso nel bacino dei fruitori del cosiddetto turismo di qualità (che spesso purtroppo è sinonimo di esclusività, prezzi non democratici, attrazione di un pubblico poco rispettoso della realtà locale ecc.) demonizzando alcune categorie che lo frequentano da sempre e trasformandolo con fantasiose descrizioni in luogo dove regnano l illegalità e il vizio (che invece sono da cercare in ben altri posti!) In conclusione: attenzione alle buche pericolose, che non sono quelle sulle strade bianche (per salvare dalle quali l ennesimo macchinone alcuni agriturismi si dotano di illuminazioni degne della pista di atterraggio di un aereoporto)e non sono neanche solo quelle dei campi da golf: sono soprattutto quelle in cui si può cadere mentre si corre all impazzata per attaccarsi al treno dello sviluppo (sostenibile?), col rischio una volta saliti di non ricordarsi più da dove si viene e dove si va. IL BIGLIETTO DA VISITA Circolo Legambiente di Manciano Si è già parlato in giro di questo biglietto da visita, ma effettivamente una considerazione da fare ce l ha anche Legambiente mancianese. Una bella persona, in genere, non ha bisogno di un bel biglietto da visita per presentarsi e farsi conoscere, è sufficiente che sia una bella persona e prima o poi verrà apprezzata per quella che é. Evidentemente a Manciano qualcosa non ha funzionato, perché un paese, un Amministrazione non deve ridursi a mostrare una bella entrata per far credere che tutto il resto è di quel livello. Del resto ciò che era bello una volta, magari cinquanta o sessanta anni fa, oggi non lo è più. Quando i nostri paesetti collinari o pedemontani non avevano strade carrozzabili e in qualche caso ci si arrivava solo con il somaro, o la miccia in mancianese, certo che poter fare una bella piazza con tanto di svincoli e strade confluenti, quello sì poteva passare per un bel biglietto da visita. Oggi no, a nostro giudizio no, oggi infatti sono altre le caratteristiche che qualificano una comunità e l Amministrazione che la guida: le città più vivibili d Italia sono quelle con più verde pubblico, con meno traffico, meno inquinamento atmosferico, meno delinquenza, più asili nido ecc. ecc. e a Manciano, da questo punto di vista, siamo veramente dei privilegiati. Ma in questi ultimissimi anni le statistiche sulle città o i paesi migliori d Italia cominciano a considerare anche altri aspetti: primi fra tutti quelli del riciclaggio dei rifiuti e del risparmio energetico e qui Manciano perde il primato di isola felice e arretra in fondo alla graduatoria. Sul riciclaggio ha tentato di fare qualcosa sull umido ma ci sono state evidentemente difficoltà; sul recupero usuale della spazzatura non si è neppure tentata qualche soluzione alternativa, come sempre più spesso accade in tanti piccoli Comuni, anche toscani, per cui si smaltisce alla discarica del Tafone che ogni tanto aumenta un modulo e così via. Ma è nel settore energetico che Manciano ha ignorato qualsiasi possibilità sia di risparmiare energia sia di produrne in modo alternativo. A nostro giudizio un bel biglietto da visita sarebbe stata la coibentazione delle scuole medie ed elementari, ad esempio. Un edificio che dal punto di vista termico è un colabrodo, realizzato nei primi anni sessanta quando il petrolio non costava niente ed era considerato praticamente inesauribile. Struttura portante in cemento armato e mattoncini, tamponato da vetrate ovunque, con vetri a velo di cipolla e infissi ancora quelli dell inaugurazione, originali vecchia Europa, che oggi cadono a pezzi e marciscono. Un bel biglietto da visita sarebbe stata una politica di facilitazioni e incentivi, ad esempio, sul solare termico, almeno sulle nuove costruzioni come avviene per tante Amministrazioni del centro-nord (considerato, fra l altro, quanto si sta edificando a Manciano capoluogo e in tutto il territorio comunale); sul mini eolico, che potrebbe forse essere sufficiente per le utenze domestiche di nostre piccole frazioni come Poderi, Montemerano, S. Martino, che invece sono illuminate a giorno da file di lampioni che oltre a consumare energia elettrica tradizionale prodotta con i combustibili fossili, contribuiscono all inquinamento luminoso, nuovo problema emergente a livello planetario. Ma i nostri Amministratori hanno fatto scelte di natura diversa, sulle quali si pronunceranno i cittadini, e non è in questa sede che vogliamo aprire un dibattito in merito. Ma una domanda ci torna in mente insistente: come mai la nostra amministrazione non ha mai affrontato in modo serio e determinato le problematiche energetiche e ambientali? Forse ha perso una buona occasione per farsi un bel biglietto da visita! (Il presente articolo, e il precedente a firma del presidente Tosca Corti, sono pervenuti in redazione precedentemente allo svolgimento dell assemblea dei soci dell associazione in cui è stato nominato il nuovo presidente sig. Andrea Marciani. Per cui gli articoli sono da attribuirsi al Consiglio uscente). UNA RISPOSTA DOVUTA Il vicesindaco risponde a Legambiente, Arci e Mario Babbanini Daniele Pratesi A volte, anzi spesso, siamo chiamati a rispondere a sollecitazioni che vengono dai cittadini singoli e dall associazionismo, ambientale e non, su temi che riguardano l attività amministrativa e il governo del territorio. Giustissimo: il dialogo, il confronto e la partecipazione, la concertazione sono il sale della democrazia e gli obiettivi prioritari dei governi in cui è presente la sinistra. Chi ha un ruolo pubblico, soprattutto nelle Amministrazioni locali, quelle più vicine al cittadino, sa benissimo che ascoltare vuol dire tradurre in azione quotidiana la consapevolezza che si deve amministrare non solo per i cittadini, ma con i cittadini e vuol dire favorire giorno per giorno forme di partecipazione e di protagonismo dei cittadini stessi. Le capacità di ascolto e la comunicazione non possono che essere di utilità al raggiungimento del benessere collettivo e a modelli di cura dell antipolitica. Sempre però che non diventino un dialogo tra sordi. In quest ultimo caso, quando cioè ognuno di noi pensa di essere il detentore della verità, la partecipazione diventa un inutile esercizio di cosmesi democratica e apre una frattura, spesso incolmabile, di sfiducia reciproca. Riteniamo che i quattro articoli che precedono questa mia risposta soffrano di questo male, si spera curabile. Tutte le questioni trattate, permeate da una certa ridondanza e ripetizioni, associate volutamente a disinformazione, partono dalle Cascate del Gorello per poi moltiplicarsi su analisi politiche rispetto al governo del territorio e al modello di sviluppo. Vediamo di chiarire, ulteriormente, questi temi: Le Cascate del Gorello Questa Amministrazione, nelle due legislature, ha iniziato un percorso autonomo sulle Cascate del Gorello che in sintesi 5 doveva risolvere il risanamento igienico-sanitario dell acqua e dell ambiente, la decongestione dell area dal parcheggio selvaggio, la creazione di una cintura urbanistica con pratiche agricole che escludano l impiego di concimi chimici e fitofarmaci, oltre che a stimolare la realizzazione dei servizi igienico sanitari. Tutto ciò con lo scopo di mettere in sicurezza il sito e l ambiente circostante. Alcuni di questi interventi sono ultimati, altri in corso di esecuzione, altri sono di carattere privato, altri ancora, per esempio il recupero del fabbricato del Molino, già realizzati da tempo dalla società Terme di Saturnia. Non abbiamo solo parlato, ma deciso, concretizzato e realizzato con politiche non assenteiste. Se poi si pensa che tutto facesse parte di un disegno subdolo e diabolico di chiusura del sito, proprio non ci siamo. Anche perché questa idea bizzarra non poteva essere decisa da noi. Allora, purtroppo, si ritorna alla premessa iniziale del dialogo tra sordi. Le questioni del FAI, dell eventuale donazione, peraltro legittima nel nostro ordinamento costituzionale, (meditate, meditate..), sono sicuramente successive ai nostri programmi autonomi di governo e tutte da verificare, mediare, concertare e contrastare se ce ne fosse bisogno. E veniamo alla valle Per chi vive nel proprio luogo di nascita, come scelta di esistenza, per chi è autoctono e vede lo sviluppo anche in termini di trasmissione delle risorse naturali alle proprie generazioni, per chi non ha un assetto nichilista, il contrasto crescita-sostenibilità è sempre stato un tema affascinante e inquietante, da controllare. Per chi conosce la nostra storia economica e sociale sa che un territorio si trasforma, anche in modo strutturale, sotto le spinte, spesso dipendenti ma altrettanto indipendenti dalle volontà politiche locali. Chiarisco: può essere imputabile al governo locale il decreto ministeriale del 17 ottobre 1933 che assegnava alla Società Terme di Saturnia la concessione in perpetuo di utilizzazione dell acqua termale? Ora, il problema che ci si deve porre, sempre con serenità, senza catastrofismi e piagnistei, è se il modello di sviluppo attuale, che parte da lontano ed ha una sua origine, debba essere visto non più in una visione territoriale dinamica ma statica e di mantenimento e non essere condizionato da un rapporto urbanistica-imprese.vi sembrerà strano, ma questo è l obiettivo prioritario e la filosofia dominante presente nella pianificazione territoriale in corso, cioè nel nostro Piano Strutturale. Per fare degli esempi. Prevedere, nel Piano, un numero di alloggi nell arco dei 20 anni, in tutto il territorio, pari a 390 residenze, di cui solo il 20 per cento destinate a seconde case, a noi sembra compatibile con la sostenibilità territoriale. Prevedere solo aumenti volumetrici delle strutture turistiche-ricettive o un contingentamento delle attività agrituristiche va nel senso della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Troppo tardi? Ormai lo scempio è già fatto? Ormai il profitto e la rendita hanno messo le mani nel nostro territorio? Altra domanda: e se la visione delle precedenti Amministrazioni sul governo del territorio, per quanto possibile, fosse stata di contenimento dello sviluppo, che cosa sarebbe successo? L esodo totale dalle campagne e dagli abitati? Può darsi. E allora sì che avremmo avuto un modello autodistruttivo anche socialmente. Mi piace ricordare, spesso, come il mantenimento delle siepi, delle alberature, delle formazioni lineari arboree e arbustive, le alberature di confine, della struttura fondiaria, in sintesi la componente paesaggistica del nostro territorio, non sono certo imputabili agli extra-residenti o ai mordi e fuggi giornalieri e che le tradizioni, i valori, la memoria, il ricordo si trasmettono con la nostra presenza. E allora i vacanzifici, espressione quanto mai bizzarra, vanno controllati e governati. E lo abbiamo fatto, non solo depennando dal vecchio Piano regolatore alcune attività alberghiere o lottizzazioni previste nella Valle, non solo vietando nelle ARPA la realizzazione di nuovi edifici, non solo vietando il taglio degli olivi o regolando le modalità di realizzazione anche delle cucce per cani, i pollai, le tettoie per cavalli. Sul campo da golf Si, quest intervento è stato frutto di polemiche passate e lo sarà anche nel futuro. Non metterei però a confronto l impatto con quello dell inserimento nello stesso sito delle pale eoliche. Vogliamo prenderci la responsabilità diretta di questa pianificazione,che peraltro è precedente al Ormai da più parti, anche sovracomunali il binomio termalismo-golf viene visto come un attività integrativa e complementare, vincente economicamente per il territorio. Si può essere d accordo o non con questo tipo di crescita, si può anche intravedere un consumo di risorse e una produzione di rifiuti non tollerabili dal territorio e quindi un intervento non sostenibile ambientalmente. Penso che questo ragionamento potrà servire per il futuro e si sono create le sensibilità giuste anche dei cittadini, però, in questa fase ormai ineludibile ci saremmo aspettati dei ragionamenti propositivi sul governo e il controllo pubblico nella gestione del campo da golf, che io non noto nella

14 struttura degli articoli. Non credo che ci siano rischi idrogeologici e, inoltre, nella fase di progettazione, di concertazione e di relazione tecnica, abbiamo ottenuto alcuni punti essenziali: utilizzo di essenze con basso consumo idrico-unitario, compostaggio degli sfalci, conduzione biologica nelle tecniche di concimazione e di trattamenti antiparassitari. Quanto all impatto estetico e alla macchia artificiale rispetto all ambiente circostante, sono d accordo nel dire che la vegetazione autoctona, anche spontanea, è un segno d identità territoriale e ambientale, ma mi domando, l impianto di un vigneto specializzato con palificazione metallica, con grandi movimenti di terra autorizzati avrebbe un minore impatto rispetto allo status originario? Sulla socialità dei mancianesi La destrutturazione della vita sociale, espressione d effetto ricorrente in molti interventi delle due sinergiche Associazioni, come conseguenza del modello di sviluppo turistico, ci colpisce. Ma l analisi non va oltre e ci dispiace, perché per capire le cause di un fenomeno, oggi, bisogna partire dal globale e arrivare al locale e non viceversa. Se così non fosse ci sarebbe la possibilità, magari, di modelli sociali autarchici. Io parlerei di disagio esistenziale che è cosa diversa, ma, scusate, rende molto meglio. E la società dei consumi? L avere che oscura l essere, il bisogno di possedere subito e tutto, la triade evasione-sogno-consumo non influenzano la società in generale? E l economia della precarietà? Non è precarietà dell esistenza. Vogliamo imputare tutto ciò al nostro governo locale? Quando, però, nel nostro atto di governo del territorio si parla di edilizia sociale solo per i residenti, accessibile anche agli indigenti, ai giovani e alle famiglie operaie cosa facciamo strutturiamo o destrutturiamo? E quando si cambiano le regole per le superfici minime fondiarie in zona agricola, aumentandole per aree omogenee, creiamo le condizioni per il profitto e la speculazione o stimoliamo il presidio agricolo e il mantenimento degli assetti esistenti? E ancora. Quando nel bilancio comunale impieghiamo una somma di 120 mila euro per le spese sociali lo vediamo come un intervento verso la socialità generale o no? Sull inquinamento luminoso e sul risparmio energetico A volte la modernità e la lungimiranza sono condizionate dalle risorse. E strano,sono interventi per un uso più razionale delle risorse ma per eseguirle ci vogliono altre risorse che sono limitate. Il problema sta tutto qui e, come più volte ripetuto, non si risolvono con l accantonamento degli oneri di urbanizzazione. Cercherò di essere il più possibile semplice. Per norma gli oneri di urbanizzazione dovrebbero essere utilizzati per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, per questo erano nati con le leggi urbanistiche degli anni 60 e 70. Di fatto come in una qualsiasi famiglia, anche l Ente locale sostiene delle spese correnti (stipendi, manutenzioni immobili e strade, acquisto di forniture, servizi a domanda, servizi sociali, cultura, sport, attività turistiche, ecc), circa il 50 per cento delle spese correnti è impiegato per il pagamento degli stipendi (una specie di rata di mutuo o di affitto sulla casa sostenuta dalla famiglia) che sono un costo fisso. L altro 50 per cento delle spese correnti sono impiegate negli altri settori. Poi abbiamo le entrate (ICI, TARSU, ADDIZIONALE IRPEF ecc). Da moltissimi anni, in tutti i Comuni, le entrate sono inferiori alle spese. Le alternative sono: diminuire le spese, che significa diminuire i servizi, o aumentare le entrate. La legge ci dà la possibilità di finanziare il deficit con gli oneri di urbanizzazione, utilizzandone solo il 75 per cento, mentre la quota rimanente deve essere vincolata a spese in conto capitale. Questo 25 per cento di oneri potrebbe essere utilizzato per il risparmio energetico ma nella scala dei bisogni collettivi sono prioritariamente destinate a quei pochi chilometri di strade vicinali e consorziali (circa 200 Km!), alle bitumature dei centri abitati e così via. Allora pur essendo moderni e sensibili, si agisce come in una famiglia: prima le spese necessarie e primarie, poi quelle che possono essere rimandate. Con tutto ciò, siamo riusciti ad aumentare i punti luce dell illuminazione pubblica e a sostituire tutte le lampade con lampade al sodio ad alta pressione cercando di diminuire i consumi e non far disperdere la luce verso l alto. Negli edifici scolastici, pensate ci sono ben cinque plessi, abbiamo preferito investire con risorse nostre nell ambito della sicurezza e dell accessibilità e nel sostenere economicamente il Piano dell offerta formativa (perché non si parla di scuola pubblica e di investimenti dello Stato nella scuola pubblica?). Ognuno ha le sue priorità. Con tutto ciò, in tempi recenti, abbiamo investito nelle superfici illuminanti di alcuni plessi con l acquisto di vetri doppi, abbiamo sostituito tutte le coperture in cemento-amianto. Questo non vuol dire che, sia sul fotovoltaico che sul solare, non saremmo impegnati, nel prossimo futuro a valutarne la convenienza. Speriamo al più presto. Sull inquinamento luminoso è pronto uno schema di regolamento comunale, allegato al piano strutturale in cui tutti gli impianti in fase di progettazione dovranno essere eseguiti secondo criteri antinquinamento luminoso con basso fattore di abbagliamento e a ridotto consumo energetico,seguendo le linee guida della Regione Toscana. Conclusioni Noi non siamo i detentori di un unica verità. Abbiamo però, in questi 8 anni, lavorato, pianificato e programmato, spesso ostacolato interventi infrastrutturali devastanti (vedi Autostrada tirrenica e variante sull abitato di Manciano della Strada regionale 74) dimostrando il fare e, credo, il saper fare. Abbiamo avuto sempre un disegno generale strategico, che oggi con alcuni atti amministrativi sta per essere concluso. Abbiamo fatto riflessioni su ogni scelta, piccola o grande che fosse. Sapevamo e sappiamo chi siamo e dove vogliamo andare, senza fretta e senza cadere in corsa. Crediamo, comunque, che la condivisione del futuro sviluppo del territorio sia legittimamente di tutti i cittadini e spesso il non parlare, l arroccarsi su posizioni ideologiche, debba essere superato con il confronto e la partecipazione di tutti. Noi siamo disponibili, lo abbiamo fatto e dobbiamo farlo di più e meglio. Poi, con metodo democratico, bisogna scegliere. Questo è il nostro compito. AVIS. BILANCIO DI FINE ANNO Il Consiglio Avis Comunale di Manciano Abbiamo deciso di utilizzare lo spazio che ci è stato concesso sul giornale locale per mettere a conoscenza tutta la popolazione degli importanti risultati raggiunti nell anno appena trascorso. Nel 2007 il Centro di Raccolta Sangue di Manciano ha totalizzato 430 donazioni di sangue intero (295 da donatori e 135 da donatrici) e 9 donazioni di plasma. In particolare sono state effettuate. 36 donazioni per il gruppo donazioni per il gruppo donazioni per il gruppo A+ 29 donazioni per il gruppo A- 16 donazioni per il gruppo AB+ 8 donazioni per il gruppo AB- 37 donazioni per il gruppo B+ 4 donazioni per il gruppo B- Sottolineiamo inoltre che il nostro già cospicuo numero di volontari effettivi si è arricchito di 23 nuovi donatori (16 maschi e 7 femmine). Ringraziamo coloro che pur avendo affrontato gli esami necessari, per vari motivi, non sono risultati idonei alla donazione. Concludiamo ringraziando tutti per la nutrita partecipazione alla Sagra Gastronomica Estate Avis 2007, per noi importante fonte di sostentamento che ci consente di poter continuare a gestire la Sezione e il Centro di Raccolta Sangue. Nel caso in cui riceviate SMS con richieste urgenti di sangue, vi preghiamo di non allarmarvi e di mettervi in contatto con il Responsabile del nostro Centro di Raccolta, Sirio Sabatini. I NOSTRI RECAPITI Sezione Comunale - Via Marsala, 59 Manciano Tel manciano.comunale@avis.it Sirio Sabatini (ore pasti) SOSPESO IL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE LEGGERA Confraternita di Misericordia Informiamo la cittadinanza che con il 1 ottobre 2007 è terminato il servizio civile di assistenza domiciliare leggera alla popolazione. Il progetto che avevamo presentato per il 2007/2008 è stato approvato dal Servizio Civile Nazionale, ma non finanziato per insufficienti disponibilità economiche. Così, dopo tre anni consecutivi di prezioso aiuto verso gli anziani e soprattutto verso le persone sole e malate, ci vediamo costretti a non poter assicurare il nostro servizio gratuito Per il 2008/2009 abbiamo già ripresentato un nuovo progetto di assistenza agli anziani, sperando che vengano stanziate più risorse per il sociale e la Confraternita possa riprendere il suo proficuo lavoro verso chi ha bisogno di assistenza. PRO LOCO: GRAZIE D I C U O R E, CI MANCHERAI! Comitato Genitori Scuola Statale dell Infanzia di Manciano Crediamo di interpretare il pensiero di tutti i cittadini di Manciano, nel riconoscere grandi meriti ai membri uscenti della pro-loco locale. Negli anni in cui il gruppo ha operato, abbiamo assistito ad una serie di iniziative ben organizzate, che hanno contribuito a dar valore e vivacità al nostro paese. Ci stiamo riferendo in modo particolare, alla festa delle cantine, a quella eno-gastronomica, in concomitanza con la produzione locale dell olio, agli eventi durante il periodo di Natale o del Carnevale: tutte occasioni in cui Manciano è uscito dalla solita veste e si è aperto e movimentato, mostrando un immagine più conforme alla dimensione turistica, che il nostro territorio dovrebbe assumere. GRAZIE, quindi, alla nostra PRO-LOCO per l impegno assoluto, la dedizione, le iniziative finalizzate alla promozione di Manciano, non come centro periferico della Maremma, ma vero e proprio punto di riferimento per i turisti che visitano ogni anno il nostro territorio, nonché per gli stessi abitanti che è giusto abbiano la possibilità di trovare, all interno del loro paese, attività culturali e ricreative a cui partecipare. Ultima prova della grande generosità, mostrata dai componenti della pro-loco, è stata la somma di Euro 500,00, offerta alla Scuola dell Infanzia di Manciano, a conferma di un sentito sodalizio, tra la scuola stessa e questo ente, costruito su frequenti collaborazioni e adesioni da parte degli insegnanti e degli alunni alle iniziative promosse. Tale impor- to, che s i va ad aggiungere ad altre somme, già impegnate nell acquisto di un lettore DVD, CD, MP3, e di una macchina fotografica, è stato destinato all allestimento della palestra, con l acquisto di strumenti necessari per lo svolgimento dell attività fisica dei bambini. Rimanendo sulle cifre, è giusto ricordare come la pro-loco abbia sovvenzionato altre associazioni come l AVIS, l ELIAN- TO e non abbia dimenticato di aiutare neanche La Casa del Fanciullo, con sede nella Villa Aldi Mai. Non nascondiamo che tra i cittadini con cui abbiamo avuto modo di parlare, così come tra noi, il sentimento che serpeggia è di grande delusione nell apprendere la scelta, da parte dei membri della pro-loco, di ritirarsi dall incarico, dopo che con il cuore, e lo diciamo senza esagerazioni, hanno realizzato, come meglio non avrebbero potuto, il loro programma. Ignoriamo il perché di tale decisione, ma la rispettiamo, congratulandoci infinitamente con ognuno dei seguenti nomi: IL PRESIDENTE: Giannerini Cinzia IL VICE-PRESIDENTE: Sbrilli Marco Giannerini Fabiola, Teti Roberto, Di Pietro Norma, Marucci Massimo, Guazzerotti Lorella, Stortini Maria Luisa, Rossi Riccardo C O R R I D O I O TIRRENICO O AUTOSTRADA? Antonio Masotti Corridoio Tirrenico, o Autostrada Civitavecchia-Livorno. Circa questo tanto discusso tratto di rete stradale italiana incompleto, io comincerei a parlare non della Civitavecchia- Livorno, ma della Tarquinia-Grosseto: meno della metà del percorso, meno della metà di problemi di ogni tipo: economico, ambientale, politico e quant altro. Da Civitavecchia a Tarquinia l autostrada c è; da Grosseto a Livorno una strada decente c è. Quindi, Tarquinia-Grosseto. O no? 6 di Manc

15 anciano Ora: politici, amministrazioni locali, cittadini di ogni rango paventano l impatto ambientale. Ma siamo poi tanto sicuri che quest impatto sarebbe così dirompente? Non è che, una volta realizzata questa autostrada, il territorio intorno ne potrebbe uscire indenne, se non, addirittura, più valorizzato? Mi domando tutto ciò, perché per porre in atto il dogma dell allargamento dell Aurelia, mi pare che ci sarebbero da superare alcuni ostacoli di non poco conto: tratti di questa Aurelia che andrebbero rifatti completamente, con bretelle ad U intorno a tutte le strettoie presenti, e sono molti. E i ponti? (Albegna, Osa, Ombrone ). Gli incontri con la ferrovia? Gli incroci a raso e le entrate laterali (un numero spaventoso: li hanno contati i non favorevoli all autostrada?), rimarrebbero, tutti, con ogni tipo di difficoltà e i conseguenti pericoli di sempre, per ogni utente della strada. Escavatori, ruspe, mezzi agricoli lenti-pesanti-ingombrantipericolosi, rimarrebbero presenti come lo sono ora, e si trovano sino a Grosseto compreso. Li abbiamo incontrati e sorpassati tutti: nessuno può negarlo. E quando c è da sorpassare una fila di autotreni, peggio ancora se di notte, e pure sotto un acquazzone? Come l avremmo allargata l Aurelia? Autotreni, autobotti, pullman carichi di gente, di merci, di carburanti e quant altro locali, nazionali, internazionali non si troverebbero, anche loro, in migliori condizioni di percorso, di tempi da rispettare, di economie da non trascurare, di sicurezza per essi stessi e per tutti gli altri utenti, su un autostrada dagli spazi sufficienti per tutti, anziché su un Aurelia piena di strettoie, buche e toppe? E gli allagamenti da pioggia, tremendamente pericolosi, specialmente per i mezzi leggeri e specialmente quando questi si trovano a fianco dei bestioni della strada? Come si fa, oggigiorno, ad accettare un autostrada che parte dalla nostra capitale, arriva fino ad un certo punto e lì si interrompe; si crea uno spazio lungo quanto una Regione, poi riprende dopo tanti chilometri di vuoto e riparte verso altre nazioni? È davvero giustificato? Che significato ha? Perché esiste questa ostinata volontà di voler per forza rimanere al di fuori del contesto sociale nazionale ed internazionale? Con quale profitto umano, politico, sociale, funzionale, culturale? Mi parrebbe più ovvio e naturale colmare l esistente vuoto autostradale, proprio con l autostrada. E mi pare sufficiente che riprenda da Tarquinia, per terminare a Grosseto. È la mia opinione, espressa democraticamente nel rispetto di ogni altra. È un pensiero che mi porto dentro da tanti anni e che ho trovato il coraggio di esprimere, dopo l ultimo, terribile incidente, che ha distrutto un intera famiglia. Sarebbe l ora di smettere di discutere e di mettersi, invece, a lavorare tutti insieme. Intanto, mi piacerebbe smettere di contare i morti su questa Aurelia. L ANTICO PONTE S U L F I O R A Egidio Papalini Il moderno ponte sul Fiora che congiunge San Martino a Sovana fu reso agibile intorno al Lo realizzò la Provincia di Grosseto, affidando i lavori alla Cooperativa Terrazzieri. Il ponte, a lungo desiderato, ampliò notevolmente i collegamenti di San Martino che si spinsero oltre Sovana, Sorano e Pitigliano, raggiungendo il viterbese e l orvietano. Anche in antichità esisteva un ponte sul Fiora che univa Saturnia a Sovana. Si trovava a circa centocinquanta metri a valle di quello odierno, ma oggi di esso non rimane che un eroso pilastro una mora di cui gli anziani e i vecchi di San Martino serbano un vago ricordo. Probabilmente, quell antico ponte venne costruito dai Romani in corrispondenza di un guado etrusco. Pare che la sua lunghezza sia stata circa centosessanta metri. È noto che, tra il II e I secolo a.c. i romani costruirono in Etruria molte strade per meglio controllare le città da essi conquistate. Dunque, proprio a quel tempo dovrebbe risalire la costruzione del ponte sul Fiora. Inoltre, la strada Saturnia- Sovana risulta chiaramente evidente nelle carte stradali del tempo di Augusto. Non sappiamo cosa avvenne del ponte dopo il disfacimento dell Impero Romano. Verosimilmente, avrà riportati i danneggiamenti, dovuti all incuria e al trascorrere del tempo; tuttavia non possiamo immaginare che sia totalmente caduto. Comunque siano andate le cose, al tempo della Contea aldobrandesca doveva essere in perfetto ordine, perché gli Aldobrandeschi non potevano rinunciare al territorio della riva destra del Fiora, dove erano i terreni più fertili della zona, né al privilegiato e prestigioso legame con Saturnia e le sue acque termali. Purtroppo, già nel 1300 la Contea sovanese aveva evidenziata la sua incapacità di difendersi dalle mire espansionistiche della Repubblica di Siena e del Comune di Orvieto. Poi, nel 1410, Siena conquistò Sovana, sottoponendola a un brutale saccheggio. In seguito, Sovana e il suo territorio, causa guerre, saccheggi, scorrerie, carestie e malaria, vennero a trovarsi in stato di miseria e d abbandono. Le cose non migliorarono con l arrivo dei nuovi conquistatori, i Medici signori di Firenze. Purtroppo, sia durante il dominio senese, sia durante il Granducato mediceo molti manufatti subirono danni irreversibili e finirono per scomparire. Ciò, evidentemente, è quanto accadde all antico ponte sul Fiora che, dopo anni d incuria e di abbandono, insidiato da micidiali piene, andò in rovina e cadde, disperdendosi nell ampio, ciottoloso alveo del fiume. VILLA ALDI MAI SETTANTACINQUE ANNI MA NON LI DIMOSTRA Stella Morucci Forse nessuno, nel nostro paese, indica questo luogo con altro nome che La villa. Un nome che nell immaginario collettivo diviene proprio, distintivo anche oggi che, attorno a noi, al di là del confine indeciso delle antiche mura, sono sorte decine di ville. Io sono qui per parlarvi di questo luogo, per raccontarvi il percorso di vita di questa casa, lungo 75 anni. È certo una bella età quella della Villa, ma dobbiamo ammettere che, dopo un accurato lifting, non la dimostra. La prima pietra della villa fu posta nell anno 1933 per volere del senatore del Regno d Italia Gino Aldi Mai. Era questi un ricco avvocato mancianese sposato con la marchesa Maddalena appartenente alla nobile famiglia dei Ciacci. Egli aveva incaricato del progetto l ingegnere Passeri di Roma ed affidato la realizzazione a Pirro Pratesi, un geniale mastro mancianese. L edificio, al suo compimento, fece storcere il naso a molti architetti dell epoca perché non rispondeva pienamente ai dettami dell arte fascista che voleva anche l architettura asservita agli schemi del regime: costruzioni rigidamente squadrate che dessero l idea della solidità, della fermezza morale e materiale a cui gli italiani dovessero riferire ogni loro azione. Infatti, nell edificio, ad un corpo rigoroso che prende vita da colonne di ispirazione classicheggiante, si aggiungono nella facciata est, elementi che, inserendosi nello stile dell art decò, si liberano da ogni costrizione per assumere leggerezza e movimento. Da quella parte una carena si spinge fuori dal corpo sovrastata da un terrazzino semicircolare ai cui lati si aprono ampie finestre delimitate da archi e frazionate da trame di ferro battuto. Il tetto, fin qui terrazzato, si infrange tendendosi in una tettoia ai cui lati due comignoli si spingono verso il cielo come pinnacoli. La vita che si svolgeva nella villa, ornata da un curatissimo giardino, era tipica dei signori dell epoca, ricchi di denaro ma soprattutto di stile (che non si compra). La ricchezza di Gino Aldi Mai e della marchesa Maddalena Ciacci, i cui sconfinati possedimenti terreni erano secondi solo a quelli del principe Corsini, non però impegnata in un benessere egoistico di cui la villa dovesse essere il centro propulsore ed il contenitore. La vita di questi nobili mancianesi fu sempre ispirata ai fini dell assistenza e della beneficenza nei confronti del popolo di Manciano a cui essi erano profondamente legati. Non dobbiamo dimenticare che il 7 novembre 1926 fu inaugurato a Manciano l ospedale civile, la cui costruzione volle fortemente l onorevole e per cui la marchesa Maddalena, nei suoi lasciti testamentari istituisce: all ospedale Aldi Mai di Manciano, fondato con tanto amore dal mio carissimo marito Gino, lascio il podere del Pelagone in Manciano. Il senatore Aldi Mai si dipartì da questa terra nel 1940 e la marchesa, un anno prima della sua morte avvenuta il 6 luglio 1951, stabilì tramite testamento, sottoscritto dal notaro Giuseppe Bruscalupi di Pitigliano e da due testimoni fra cui la fedele donna di compagnia Giustina Bassanelli, che la casa padronale di via Trieste ove abitiamo mia suocera ed io la lascio alla chiesa di San Leonardo in Manciano, per opere di culto e beneficenza, compreso il giardino ed il pollaio esprimo il mio vivo desiderio che la casa predetta lasciata alla chiesa di San Leonardo non venga venduta e possibilmente utilizzata in uso diretto in corrispondenza delle finalità di bene per cui la destino. Molti altri istituti di Manciano e Pitigliano furono beneficiati dalla marchesa con lasciti di poderi e beni. Quelle finalità di bene che stavano tanto a cuore alla marchesa Maddalena erano, secondo la testimonianza di chi le è stato più vicino, 7 i ragazzi di Manciano. Questi, privi in gran parte di istruzione, non avevano, negli anni così a ridosso alla fine della seconda guerra mondiale, altro orizzonte di vita che il bracciantato agricolo, la bassa manovalanza e le buie precarie gallerie della miniera di Macchia Casella in cui, secondo i documenti del Corpo delle Miniere, venivano inviati anche ragazzi di 15 anni. Oggi noi possiamo affermare che la Chiesa ha mantenuto fede alle premesse del lascito. Infatti, il vescovo Monsignor Vanni, accettata la donazione, ne fa sede dell opera diocesana Casa del fanciullo, riconosciuta come ente morale con personalità giuridica dal decreto del Presidente della Repubblica del Per l adempimento delle sue finalità, l ente Casa del fanciullo viene corredato di un suo precipuo patrimonio frutto di successive sostanziose donazioni: faccio riferimento al podere del Piano e al podere Pereto, ancora dono degli eredi Ciacci e del podere Il Vallone da parte della signora Leda Pascucci. Nello statuto della Casa del fanciullo erano ben delineate le finalità di accoglienza e crescita morale dei fanciulli a cui dovesse tendere l opera che si sarebbe svolta nella villa Aldi Mai. Infatti essa divenne sede nel 1955 del collegio diretto dal giovanissimo sacerdote Don Augusto Tosti ed ospitò alcuni orfani della seconda guerra mondiale che nel nostro paese, come in tutta l Europa, aveva lasciato strascichi di dolore e miseria. Oltre ad essi, furono accolti fanciulli indigenti e ragazzi delle campagne impossibilitati a raggiungere la sede delle scuole medie di Manciano. A loro erano assicurati, dopo la frequenza scolastica, un accurato doposcuola, momenti ricreativi ed un attenta educazione civile e religiosa al fine di una formazione integrale della personalità. A chi allora si chiedeva il perché di tanto successo della Casa del fanciullo, si poteva rispondere che essa, in un periodo di assestamento politico in cui erano ancora presenti rancori e tensioni, fu isola di imparzialità politica, di saggezza amministrativa, di profonda conoscenza dei compiti che vi si svolgevano. I ragazzi accolti da Don Augusto Tosti, figli di uomini di destra o di sinistra, provenienti dall isolamento dei poderi, iniziarono nella villa ad incontrarsi e a conoscersi per mettere le fondamenta di una nuova Italia democratica. Intanto la Riforma Agraria iniziata nel 1953 dava i suoi frutti, il nostro paese lentamente risarcì le sue ferite. Furono aperte le scuole elementari in molte località della campagna e in alcune frazioni anche le scuole medie. Molti genitori potevano permettersi di accompagnare i figli a scuola in auto. Era il tempo della mitica 500! La Casa del fanciullo ebbe ospiti sempre meno numerosi e gradualmente la sua finalità primaria, cioè la cura dei giovani disagiati, venne meno. Infatti nel 1963 il collegio cesserà la sua attività e nel 1965 Don Augusto Tosti lascerà la villa non prima che essa accogliesse i primi due anni dell Istituto tecnico industriale per chimici, da lui fortemente voluto. Dopo di lui la Villa Aldi Mai Casa del fanciullo non avrà altri rettori, ma sarà gestita dai collaboratori dei parroci. Fu assai attivo nell opera di accoglienza delle giovani generazioni Don Pietro Natali, bergamasco cosciente dell importanza che l attività di oratorio ha nel tessuto sociale. Egli, inserito tra i ragazzi che seguiva come insegnante di religione nelle scuole, li conquistava per poi accoglierli nella villa con attività ricreative che si affiancavano sapientemente alla catechesi. Nel settembre 1969 Don Pietro viene trasferito e a lui subentra Don Luciano Domenichelli, giovane ed intraprendente sacerdote che anima il gruppo di giovani con attività musicali di un certo livello e la Villa Aldi Mai si veste di nuovo, di voci e luci, segno di una vita riacquistata. (continua )

16 PUBBLICATO LA PIENA, L ULTIMO ROMANZO DI GILEO GALLI È appena stato pubblicato, per i tipi di Laurum, il romanzo La Piena, l ultima fatica di Gileo Galli, presentata al pubblico il 29 di febbraio. È una storia d amore, tra i protagonisti, Sergio e Pagana, intrecciata a quella parallela di Nando e Serena, di Gino e Marilena, consumata tra l ambientazione familiare della Maremma, ma con episodi significativi della vicenda tra la Francia e la Spagna, Siena, Cortona, l Austria. Questo romanzo, tuttavia, non è solo una storia d amore, è molto di più e rappresenta una maturazione dell autore che costruisce un sapiente intreccio di vicende parallele con trovate stilistiche ad effetto, storie nella storia, ognuna con il proprio andamento cronologico e in qualche caso la propria ambientazione. E, se la piena dell Albegna segna la vita dei due personaggi principali, se la campagna mancianese resta lo sfondo privilegiato dell azione, questa volta la Maremma, lirica e selvatica a cui ci ha abituati Gileo Galli, non è la protagonista indiscussa del romanzo. Inoltre l azione non è un racconto di tempi lontani, si sposta nel presente, alla fine degli anni 90, compaiono di conseguenza studenti, giovani amministratori, guide turistiche a rendere più attuale la storia. Questa volta il narratore maremmano è uscito dallo schema che in parte gli è valso questo appellativo e che ci ha regalato paesaggi, personaggi e vicende indimenticabili. Lo ha fatto senza snaturare lo stile cui ci ha abituati, senza rinunciare a mettere un po di se stesso, della sua vita e dei suoi affetti nei suoi personaggi, lasciando intatto il legame profondo che lo lega alla sua terra e alle sue origini, dando vita, allo stesso tempo, a una storia originale, moderna, profonda, delicata. A Gileo Galli, prolifico collaboratore de Lo Strillone, i complimenti di tutta la redazione. SCOPERTA L ANTICA CITTA ETRUSCA DI CALETRA? Dr. Carlo Casi Direttore Musei Civici di Manciano. L altura su cui sorge il Castello di Marsiliana, nel comune di Manciano (GR), posta alla confluenza tra Elsa e Albegna, domina quasi tutta la valle compresa tra Talamone e Scansano. Qui viene tradizionalmente localizzata la città etrusca di Caletra secondo quanto riferiscono Livio (XXXI, 55) e Plinio (Nat. Hist. III, 51) che citano un ager caletranus (territorio di Caletra) da situare genericamente nella valle dell Albegna. Nota nel registro archeologico sin dagli inizi del 900, la località di Marsiliana ha restituito un cospicuo numero di tombe risalenti ad un periodo compreso tra la metà dell VIII e la fine del VI sec. a.c. Famosi i fortunati scavi condotti dal principe Tommaso Corsini a partire dal 1896 e che trovarono giusta sede di stampa nella monografia Marsiliana d Albegna, pubblicata da Antonio Minto nel Di questi primi rinvenimenti basti ricordare i ricchi corredi delle tombe a circolo (tombe a fossa raggruppate e circondate da un circolo di pietre infisse nel terreno), tra cui il Circolo della Fibula - che prende il nome dalla fibula d oro detta Corsini (conservata al Museo Archeologico Nazionale di Firenze), decorata con minuscole anatre e leoni - e quello degli Avori, con tre deposizioni maschili ed un corredo di armi con un carro da guerra e di oggetti d avorio, fra cui la tavoletta scrittoria (esposta al Museo Archeologico e d Arte della Maremma di Grosseto) con, inciso sul bordo, l alfabeto di tipo greco, ancora non adattato alle esigenze fonetiche etrusche. Nonostante quest abbondanza di dati e ricchezza di ritrovamenti, dobbiamo arrivare agli inizi del 2000 (se si eccettuano solo alcuni interventi d urgenza svolti negli anni 80 del secolo scorso) per ritrovare Marsiliana d Albegna nuovamente alla ribalta, grazie ad una convenzione tra Università di Siena, Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana e Musei Civici di Manciano che, insieme, hanno avviato un progetto di ricerche sistematiche tuttora in corso. Più recentemente, nell autunno del 2005, sono cominciate le indagini archeologiche in località Il Santo, in prossimità della necropoli di Banditella, la più famosa scavata dal Corsini: l intervento, reso necessario a seguito dei lavori per l ampliamento della Strada Regionale 74 Maremmana, è stato condotto sotto la direzione di Andrea Camilli (affiancato da Enrico Pellegrini) della Soprintendenza ai beni Archeologici della Toscana, dai Musei Civici di Manciano in collaborazione con la Cooperativa Zoe (archeologi: Lara Arcangeli, Giovanni B. Bertolani, Claudia Grilli, Simona Marianelli, Fabio Rossi, Patrizia Toniutti) e con il contributo e l assistenza dell Amministrazione Provinciale di Grosseto. Inizialmente sono state rinvenute alcune tombe a fossa risalenti alla prima metà del VII sec. a.c., per lo più rovinate dai profondi lavori agricoli che hanno interessato l area. In seguito, e con molta sorpresa, sono stati rinvenuti alcuni resti di mura, in posizione quasi adiacente alle sepolture e caratterizzate dalla tecnica a secco. Questa improvvisa scoperta ha comportato l approfondimento delle ricerche, da cui è emerso un complesso quanto mai inaspettato: poco a poco, infatti, sono venuti alla luce i resti di alcuni ambienti disposti in maniera regolare e presentanti una serie di strati di frequentazione e di materiali tipici delle strutture abitative. L indagine ha poi rivelato l esistenza di ben tre fasi edilizie successive, collocabili cronologicamente tra la metà del VII e la metà del VI secolo a.c. Gli interventi edilizi rilevati sono per lo più relativi a rifacimenti e ricostruzioni - forse riconducibili a opere di manutenzione straordinaria a seguito di eventi di tipo calamitoso - che hanno mantenuto abbastanza inalterato l andamento planimetrico e spaziale degli edifici già disposto nella fase più antica. Al momento, tutto lascia presupporre che l area abitativa, seppur parzialmente indagata, possa essere letta come una zona periferica della città etrusca di Marsiliana, prossima alla necropoli di Banditella. Lo scavo in questione ha quindi permesso di indagare, per la prima volta e in estensione, una porzione per quanto marginale - dell insediamento etrusco di Caletra, mettendo in evidenza uno spaccato della sua storia quasi fino alla sua scomparsa, avvenuta repentinamente verso la fine del VI sec. a.c., in singolare coincidenza con un altro avamposto vulcente, quello di Poggio Buco-Le Sparne. Probabilmente anche il ceto aristocratico di Marsiliana/ Caletra fu costretto ad abbandonare il sito divenuto ormai troppo importante ed indipendente per essere tollerato da Vulci. Se è vero che le vicende che hanno caratterizzato il centro di Marsiliana in età etrusca presentano strette analogie con quelle di altri centri antichi del comprensorio vulcente, la straordinaria ricchezza esibita da molti dei suoi corredi funerari costituisce però una peculiarità di questo sito: e saranno i risultati degli scavi, ancora in corso, a illuminare, finalmente, la fortuna e il declino di questa misteriosa città etrusca. Coloro che vogliono intervenire su questo giornale, possono farlo facendo pervenire un proprio scritto, firmato in originale, all ufficio Cultura del Comune di Manciano. Considerato lo spazio a disposizione, si raccomanda di inviare testi brevi. Per eventuali comunicazioni: Tel Fax biblioteca@comune.manciano.gr.it 8 di Manc

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