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1 Introduzione La crisi oggi ha bisogno di risposte a due livelli: un livello di breve e uno di medio-lungo periodo. Nel breve periodo bisogna far fronte all emergenza. Indubbiamente, questa crisi specie sul piano globale è prima di tutto una crisi finanziaria. Occorrono dunque risposte sul piano finanziario. Tuttavia, ci sono anche conseguenze importanti sull economia reale e sulla popolazione. Le famiglie si sono impoverite e molte imprese sono in difficoltà. Oltre alla caduta dei profitti ci sono le conseguenze sull occupazione e dunque di nuovo sulle famiglie. L emergenza richiede perciò anche qui interventi immediati per frenare impatti che potrebbero avere conseguenze ancora più difficili sia per la popolazione sia per le strutture produttive. Nella prospettiva di medio-lungo termine i temi da affrontare e le risposte da dare sono in parte diversi. C è naturalmente il problema di mettere a posto la struttura del sistema finanziario, che difficilmente potrà risolversi soltanto con soluzioni a breve. Al tempo stesso, la crisi è uno stimolo per riflettere sui nostri modelli di sviluppo e valutare se non occorra ripensare ad alcuni dei pilastri dei nostri processi di crescita. In questo senso, qualche limite del modello di sviluppo ereditato dal XX secolo va riconosciuto. Alcuni nodi hanno raggiunto un plateau e non riescono a dare quella spinta alla crescita economica che avevano dato negli anni precedenti. Non si tratta ovviamente di buttare via tutto, ma alcune questioni vanno riviste e qualche svolta sta diventando necessaria. Questo libro si occupa di questa seconda prospettiva. Non ha la presunzione di suggerire ricette generali. Si propone soltanto di offrire qualche spunto di riflessione su alcuni strumenti e opportunità che potrebbero essere esplorati di più e meglio. La crisi attuale è estremamente complessa e la riflessione sui modelli di sviluppo, a maggior ragione in questa fase, non è da meno. Per affrontare questi temi occorrono perciò molti contributi e soprattutto occorre aprire una discussione dalla quale possano emergere punti di vista, spunti, idee e prospettive. Se qualche soluzione si riesce a trovare, non può che essere la sintesi e la combinazione di tanti contributi. Ci vuole cioè un dibattito ricco per selezionare da un ventaglio ampio e questo libro si propone di contribuire

2 2 Innovazione e sviluppo ad arricchire questo portafoglio. Nel fare questo, ho usato come fonti la mia esperienza accademica nel campo dell economia e del management dell innovazione tecnologica. Laddove utile ho indicato in nota fonti specifiche dalla letteratura economica e manageriale. Ho voluto però limitare queste citazioni proprio perché l obiettivo di questo libro non è di dimostrare una tesi scientifica. Se avessi dovuto fare questo, avrei scelto le riviste della mia disciplina. Questo però mi avrebbe imposto di restringere le mie affermazioni a ciò che potevo dimostrare rigorosamente. Non è certo necessario sottolineare l importanza del rigore della dimostrazione. Tuttavia, al contrario della ricerca scientifica, per arrichire un dibattito politico, culturale o economico io credo che il male che si fa a fare qualche speculazione che si può rivelare sbagliata sia inferiore a quello di non offrire spunti o idee che, anche se non dimostrate pienamente, potrebbero essere giuste, o potrebbe aiutare altri a trovare qualche spunto utile. Il libro parte da due premesse, una più nota, l altra forse meno. La premessa più nota è che la crescita economica dipende da due impulsi. Il primo è legato all aumento dell offerta dei fattori classici della produzione, in particolare lavoro e capitale. Il secondo è legato al fatto che la crescita dipende da molti altri fattori difficili da definire, individuare e misurare. Sono tutti quei fattori che aumentano l output senza che vi siano aumenti della quantità impiegata di lavoro e di capitale sono cioè i fattori che ne aumentano l efficienza. Il punto è che la crescita economica dipende in grandissima misura da questi fattori più sfuggenti. Tra di essi il più noto è l innovazione tecnologica che consente di avere più output, o output migliori, a parità di ore lavorate o di capitale impiegato. Oltre all innovazione, gli aumenti di efficienza dipendono da tantissimi fenomeni, molto diversi fra loro, che non si prestano bene a essere identificati e classificati, come una migliore organizzazione del lavoro, manager più capaci e motivati, usi innovativi delle risorse, una maggiore formazione dei lavoratori, la diffusione di strumenti informatici, il sostegno del sistema-paese per esempio attraverso infrastrutture che funzionano, la vicinanza geografica con imprese o organizzazioni più efficienti, un sistema universitario migliore, e chi più ne ha più ne metta. Lo stimolo alla crescita prodotto da questi fattori nel loro insieme è spesso superiore a quello dell aumento del lavoro o del capitale. La crescita dipende cioè più dall effetto di tanti fattori poco visibili che non dai fattori visibili. La seconda premessa è che il secolo XX ha aumentato la produttività del processo di generazione di idee potenzialmente utili dal punto di vista industriale. Le ragioni sono diverse, riconducibili allo sviluppo di quella che potremmo definire la tecnologia del cambiamento tecnologico. Il che ha due cause principali. Da un lato, lo sviluppo delle tecnologie di design e di simulazione

3 Introduzione 3 ha consentito di progettare nuovi prodotti e processi, di simularne e verificarne il funzionamento, di studiarne modifiche e perfezionamenti, a ritmi superiori rispetto al passato, quando progettazioni, simulazioni e verifiche si realizzavano prevalentemente attraverso prototipi fisici anziché sul computer. Dall altro lato, lo sviluppo delle scienze ingegneristiche e delle scienze della vita ha prodotto teorie migliori e più precise per individuare e definire nuovi prodotti, processi o prototipi. Gli esempi sono numerosi, dalla progettazione di farmaci al computer e la simulazione del loro comportamento nell organismo umano, allo sviluppo di nuovi software, alla progettazione di aerei o edifici, alle modifiche di tutti questi oggetti che si possono fare rapidamente al computer. Per quanto positivi, questi effetti hanno generato però una strozzatura. L aumento della produttività di generazione di idee non è andato di pari passo con la nostra capacità di trovarne usi validi ed efficaci, e soprattutto che interessino ampie fasce di mercato producendo ritorni economici. Detto in altri termini, è aumentata la nostra efficienza nel produrre idee, ma non siamo migliorati altrettanto nel capire se queste idee interessano qualcuno, se soddisfano dei bisogni reali, se possono diventare prodotti di successo sul mercato. Una ragione di questo scarso allineamento è che le tecnologie di produzione delle idee, e più in generale le risorse e le economie alla base di questa attività, sono molto diverse dalle tecnologie e dai fattori che ne spiegano gli usi e da cui dipende la realizzazione di ritorni economici. Il software è un buon esempio perché è una tecnologia in cui lo sviluppo di conoscenze e linguaggi architetturali consente di produrre altro software. Impiegando questi linguaggi e conoscenze è più facile scrivere programmi applicativi specifici. Non a caso molte imprese sviluppano software per applicazioni particolari o sono specializzate in certi settori. Persino i piccoli utilizzatori come noi possono realizzare micro-programmi per le proprie esigenze, usando strumenti standard come Office e simili. Mentre queste tecnologie di base aumentano la produttività nella creazione di nuovi software (compresi processi di simulazione e algoritmi), la capacità di individuare se un certo software o un certo prodotto interessa degli utilizzatori potenziali o se questo prodotto si diffonderà sul mercato dipende da fattori completamente diversi. Dipende infatti dalla complementarità del software con altri prodotti, dalla formazione di standard legati a quel prodotto anziché ad altri, dalla compatibilità con altri utenti, dal fatto che certi utilizzatori chiave i cosiddetti lead user investono nell uso del prodotto e lo rendono più fruibile da altri perché ne risolvono alcuni limiti o introducono delle varianti. Dipende inoltre da interazioni sistematiche con gli utenti, da sperimentazioni e modificazioni degli usi stessi a seconda dei feed-back degli

4 4 Innovazione e sviluppo utilizzatori, da fallimenti più o meno grandi del prodotto sul mercato e dalle sue modifiche e aggiustamenti in versioni o prodotti successivi. Il problema è che i modelli o le tecniche di previsione degli usi e di interazione con gli utilizzatori si sono sviluppati meno e dunque la ricerca degli usi diventa la strozzatura agli aumenti di produttività. In breve, prevedere cosa si diffonderà sul mercato tra le molte applicazioni possibili consentite dalla tecnologia resta un esercizio difficile. Per fare qualche esempio, pochi avevano previsto che il mercato dei messaggi di testo nei telefoni cellulari, gli sms, sarebbe cresciuto così tanto in Italia, nonostante molti avessero ben presente che l invio di questi messaggi era tecnicamente possibile. Il motivo poi per cui questo mercato è cresciuto tantissimo da noi e non in altri paesi è un altro mistero. Allo stesso modo, negli ultimi anni sono stati sviluppati robot che ballano, che cantano, che fanno movimenti di varia natura o che possono mettere assieme pezzi diversi. Tutto questo è straordinario. Resta da capire quali di questi robot si diffonderanno sul mercato, in che forma e quali saranno i problemi a cui daranno soluzione e come. L impressione è che comprendere quali impieghi avranno successo economico richiederà tempo e risorse, e il fatto di avere robot che fanno cose strabilianti è solo un primissimo passaggio in questa direzione. Ancora, le nanotecnologie stanno aprendo nuovi orizzonti per lo sviluppo di materiali tra i più strani e originali. Resta il problema di capire a cosa possono servire. Purtroppo la nostra abilità di prevedere quale materiale produrrà ritorni più o meni ampi sul mercato non è cambiata di molto. L importanza degli aumenti di produttività e delle occasioni di crescita legate a opportunità a valle è esemplificata anche dai molti casi aziendali di successo che si basano su spunti poco significativi dal punto di vista tecnologico, ma molto significativi dal punto di vista dell originalità del modello di business. Starbucks è l esempio che si fa sempre, ma non per questo è meno efficace. Un idea semplice, quella di combinare caffè e colazioni con la possibilità di passare un po di tempo seduti a leggere o conversare, unita a un grosso sforzo di disegno e di innovazione organizzativa, ha dato vita a un modello di business originale e di grande successo. E-Bay, Amazon, Wal- Mart, Benetton, Zara sono altrettanti esempi di successo, in settori molto diversi, fondati sull originalità del modello di business più che sulla profondità della tecnologia. In realtà, la ricerca di usi economicamente interessanti delle tecnologie e delle innovazioni non è una strozzatura nuova. Da sempre, questo è uno dei nodi critici delle industrie e delle imprese che generano nuovi prodotti e innovazioni. Ma oggi le dimensioni del problema sono aumentate. La maggiore produttività della generazione di nuove idee consente molte nuove opportunità e combinazioni che danno vita a diversi prototipi, disegni e innovazioni

5 Introduzione 5 potenziali. Tuttavia, i processi, le tecniche e le tecnologie necessarie a verificare se queste idee e innovazioni possono generare ritorni economici sono rimaste abbastanza simili al secolo scorso. L immagine di questa strozzatura è quella di una autostrada a più corsie che a seguito di alcuni lavori si restringe rapidamente a due e poi a una corsia. Quando le automobili arrivano vicino al restringimento rallentano. Se arrivano molte automobili in poco tempo saranno costrette a rallentare fino a fermarsi. Più automobili arrivano più la strozzatura creerà una coda. Più la tecnologia delle automobili migliora, e le auto arrivano più rapidamente, più la coda aumenterà. La frustrazione degli automobilisti sarà maggiore che se avessero avuto auto più lente, perché ciò avrebbe creato una coda meno lunga e minori tempi di attesa. Nel nostro caso le automobili sono le idee e la tecnologia dell auto è la tecnologia del cambiamento tecnologico. La strozzatura delle corsie è la tecnologia più arretrata legata all individuazione dei bisogni del mercato. Maggiore è la tecnologia del cambiamento tecnologico, più in fretta arrivano le idee e più lunga è la coda delle idee che restano al palo. Solo una tecnologia in grado di rendere i lavori in corso più rapidi può risolvere il problema. Paradossalmente, ulteriori sviluppi delle tecnologie automobilistiche lo aggravano. A tutto ciò si aggiunga che lo sviluppo di tecniche di innovazione finanziaria ha aumentato specie negli Stati Uniti le occasioni di finanziamento di attività imprenditoriali innovative caratterizzate da un certo rischio, come quelle delle fasi più a monte. Il risultato è un aumento sia degli investimenti in risorse sia della produttività delle fasi di generazione di idee industriali nuove, senza che a questo corrisponda un aumento della capacità di prevedere quali di queste idee diventeranno di interesse sul mercato o quale tra le varie opzioni innovative diventerà il biglietto vincente della lotteria. L industria farmaceutica è un buon esempio di questa combinazione tra occasioni finanziarie per la ricerca esplorativa, nascita e crescita di nuove imprese e strozzature a valle. Le scienze della vita, assieme alle tecniche di simulazione biochimica, allo sviluppo degli strumenti di analisi bioinformatici e ad altre tecniche, consentono oggi l analisi di vastissime librerie di composti per individuare nuovi principi attivi. Al tempo stesso, strumenti innovativi di finanziamento sono alla base della formazione di numerose imprese biotecnologiche che conducono gli stadi iniziali del processo di scoperta di nuovi farmaci, lasciando alle imprese più grandi il compito di sviluppare i test clinici e l eventuale commercializzazione dei prodotti. Tuttavia, la produttività della sperimentazione clinica non è migliorata allo stesso ritmo degli aumenti di produttività delle fasi iniziali di scoperta di nuovi composti. Naturalmente ciò dipende dal fatto che l attenzione alla commercializzazione di farmaci sicuri deve restare altissima, il che spinge il regolatore a mantenere grande

6 6 Innovazione e sviluppo prudenza nella sperimentazione clinica. Tuttavia, mentre la scoperta di nuovi farmaci beneficia della maggiore produttività legata alla simulazione biochimica di composti al computer, delle nuove potenzialità delle scienze della vita e così via, non abbiamo trovato soluzioni altrettanto efficaci per prevedere la sicurezza di un farmaco. Dal punto di vista delle tecniche statistiche o delle loro modalità di realizzazione, i test clinici sui nuovi farmaci non sono molto diversi da quanto si faceva qualche decennio fa. Per riassumere, la tesi centrale di questo libro è che il rilancio dei nostri modelli di sviluppo non può prescindere dai due aspetti che ho cercato fin qui di sottolineare. Il primo è la necessità di concentrarsi non tanto sui fattori visibili, lavoro e capitale, quanto su quelli invisibili, ovvero qualità del lavoro, miglioramento delle capacità manageriali, diffusione dell informatica in tutti i settori dell economia e non solo in quelli high-tech, e così via. Il secondo è l attenzione che va prestata non tanto e non solo alla Ricerca & Sviluppo (R&S) e all innovazione in sé e per sé, quanto al miglioramento della capacità di tradurre le innovazioni in usi reali sul mercato e più in generale alla ricerca di applicazioni economicamente rilevanti anche di tecnologie già esistenti. Si tratta in entrambi i casi di punti su cui l attenzione non sembra essere sempre quella dovuta, e in relazione ai quali emergono a volte prescrizioni per certi versi poco adeguate. Per esempio troppo spesso oggi si insiste sul fatto che il modo per uscire dalla crisi è di fare più ricerca e più innovazione. Se però non si risolve il problema della tecnologia dei lavori in corso, ovvero di come trovare gli usi di idee esistenti, l investimento in ricerca e la produzione di nuove idee rischiano di essere come lo sviluppo della tecnologia delle auto. Le idee affluiranno più rapidamente, ma la loro capacità di rilanciare la crescita o di produrre ritorni per le imprese rimarrà limitata. Piccoli aggiustamenti alla produttività dell utilizzo, anziché della generazione, delle idee potrebbero invece avere risultati sorprendenti. Per fare un altro esempio, un obiettivo delle economie avanzate dovrebbe essere l aumento della produttività dei settori tradizionali. In particolare, i servizi hanno un peso crescente in queste economie, ma in molti casi la loro produttività è bassa. Molti servizi avrebbero bisogno non tanto di grandi invenzioni, quanto dell applicazione di nuove tecnologie, di innovazioni piccole ma sistematiche, di nuovi modelli organizzativi, di nuovi approcci e soluzioni, di manager e personale più motivato, e così via. D altra parte, come abbiamo visto con l esempio di Starbucks o Zara, alcune innovazioni semplici, basate sulla capacità di cogliere in maniera originale opportunità a valle, possono rivelarsi di grande impatto. Il libro partirà da queste premesse e cercherà di delineare con esempi, riferimenti scientifici e altre considerazioni alcune direzioni possibili dei percorsi di crescita e dei modelli di business. Come suggerito all inizio, non ha l am-

7 Introduzione 7 bizione di fare previsoni e tanto meno di offrire ricette o soluzioni. L obiettivo principale è di suggerire modelli, idee e riflessioni che possano dar vita ad altri modelli, idee e riflessioni per costruire delle risposte di medio-lungo periodo alla crisi. Il testo si rivolge a chiunque abbia voglia di riflettere su questi temi. Tra chi è più direttamente coinvolto, si rivolge ai manager, che potrebbero trovare spunti per guidare le proprie aziende in certe direzioni piuttosto che altre, o ai politici, che possono approfondire aspetti del modello di sviluppo che potremmo far emergere da questa crisi. Pur discutendo esempi e situazioni internazionali, l analisi ha come riferimento principale il nostro paese e vuole essere un contributo alla riflessione sul nostro modello di crescita. Una delle poche certezze di questo libro è che questa crisi deve spingerci a concepire i processi di sviluppo in maniera nuova. I pensieri che contiene vogliono essere un contributo alla costruzione di queste traiettorie. Il libro si articola in cinque capitoli e una conclusione. Il primo capitolo discute alcune teorie economiche sull impatto dell innovazione tecnologica e il suo ruolo nei processi di crescita delle imprese e dei sistemi economici. Lo scopo non è di offrire una rassegna o una trattazione esaustiva di queste teorie, ma di sottolinearne alcuni aspetti salienti per il rilancio dei percorsi di crescita. Il secondo capitolo sfata alcuni miti sulla R&S e l innovazione, tra cui il fatto che la ricerca aumenta la produttività del territorio o dell organizzazione che la realizza, il fatto che la ricerca scientifica e accademica influenza profondamente la crescita industriale di un paese, di una regione o di una impresa, il fatto che gran parte della ricerca che si svolge nei sistemi avanzati sia quella universitaria. Naturalmente, la ricerca scientifica e accademica è importantissima e può dare risultati di grande impatto. Ma deve essere fatta da chi la sa fare (e non sono in molti) e anche quando è fatta da chi la sa fare, gli impatti che produce vanno al territorio o all organizzazione che la realizza così come a molti altri territori e organizzazioni. Al contrario, attività di ricerca più finalizzate e accademicamente «banali», come semplici miglioramenti organizzativi, produttivi, o di altro genere, possono avere impatti ben più importanti per le aree e le organizzazioni che li realizzano. Il capitolo mostra inoltre che lo sviluppo di innovazioni brevettate dipende in grandissima misura dalle grandi imprese, che sono perciò l attore chiave di qualsiasi rilancio dei processi di crescita basati sull innovazione. Infine, il capitolo mostra che il valore economico dei brevetti è molto asimmetrico, con pochi brevetti di grande valore, e molti brevetti di nessun valore. A partire da questa considerazione, il capitolo discute quali strategie adottare da parte delle imprese o delle aree territoriali per sfruttare al meglio le

8 8 Innovazione e sviluppo opportunità associate a situazioni in cui il valore economico è fortemente asimmetrico. Il terzo capitolo discute più approfonditamente quattro determinanti dell innovazione diverse dalla R&S. Sono aree chiave per lo sviluppo della produttività che possono discendere dalle innovazioni, ma che dipendono poco da attività, comportamenti e investimenti ad alta intensità tecnologica. Le definiamo: complementarità, ovvero il fatto che per dispiegare le loro potenzialità produttive molte innovazioni hanno bisogno di attività e investimenti complementari; domanda, ovvero il fatto che molte potenzialità innovative dipendono da fattori dal lato della domanda e non dallo sviluppo di potenzialità tecnologiche dal lato dell offerta; apertura, ovvero l apertura del paese o della regione allo scambio internazionale di conoscenze e di persone, in particolare del capitale umano, sia in entrata che in uscita; generalità della tecnologia, ovvero il fatto che molte tecnologie oggi hanno potenzialità applicative in molti settori e comparti. Le tecnologie generali sono l esempio più evidente dell importanza di attività mirate alla ricerca degli usi delle tecnologie e delle difficoltà a trovarli. Il capitolo sottolinea inoltre che l azione su queste quattro aree, che aumentano la diffusione e le potenzialità a valle della tecnologia, è una delle chiavi per favorire aumenti di produttività nei settori tradizionali, che, come abbiamo detto, è centrale per lo sviluppo complessivo di un paese e non solo delle sue componenti più avanzate. Il quarto capitolo comincia a entrare nel merito di alcune traiettorie possibili per il nostro paese. L analisi parte da una premessa. Gran parte dello sviluppo del sistema capitalistico si è fondata su sperimentazioni industriali che hanno dato vita a nuove opportunità di sviluppo. Il punto è che in Italia si sperimenta poco e gran parte dell imprenditorialità esistente si fonda su settori e attività tradizionali. Al tempo stesso, la crisi sta dimostrando che le specializzazioni esistenti, dell Italia come di altri paesi avanzati, stanno segnando il passo. C è bisogno di nuove specializzazioni. Diversamente dal passato le specializzazioni di un paese si fondano sempre meno sulla dotazione di fattori naturali o «immobili», e molto di più su conoscenza e capacità immateriali, il cui grado di mobilità (footloose come dicono gli americani) è molto maggiore. Ciò significa che le nuove specializzazioni non sono pre-determinate dalle dotazioni fattoriali, ma possono emergere ovunque, in molti settori o attività. Scegliere tra questo range ampio di specializzazioni è difficile ed è difficile prevedere ex-ante quali specializzazioni avranno più successo e si adattano meglio alle caratteristiche del paese. Occorre allora avviare un progetto di sperimentazione industriale su larga scala mirato a trovare nuove specializzazioni. Il capitolo discuterà in dettaglio cosa si intende per sperimentazione industriale, quali risultati può dare e come questo progetto si può realizzare nel nostro paese. Cogliendo lo spunto offerto dal capitolo 2,

9 Introduzione 9 una delle tesi di questo capitolo è che la sperimentazione industriale non si fa tanto con l imprenditorialità e le spinoff universitarie, o con una imprenditorialità generica che può venire casualmente da qualunque punto del sistema. Si fa soprattutto con le spinoff delle grandi imprese il cosiddetto corporate venturing un fenomeno che si sta diffondendo e che sta diventando il veicolo attraverso cui si attivano innovazioni e competenze che non sono utilizzate pienamente all interno delle grandi imprese. Inoltre, una sperimentazione industriale che parte dalle spinoff delle imprese leader si fonda sulle risorse e le competenze esistenti. La sperimentazione che ne emerge si muoverà dunque per diversificazione dai punti di forza del paese, anziché in maniera caotica e casuale e senza perciò far leva su quanto di buono già esiste. Il quinto capitolo tratta un tema di grande importanza nei nuovi modelli di crescita. Non solo il capitale umano è una risorsa chiave, ma spesso le persone più che il capitale fisico, le organizzazioni o altro sono la ragione principale che determina il successo di una certa impresa o progetto. Lo stesso modello organizzativo o la stessa innovazione possono avere risultati molto diversi a seconda che siano gestiti da persone capaci, motivate, in grado di stimolare la crescita e la produttività di altri, o no. Diventa perciò necessario studiare quali modelli e quali meccanismi impiegare per creare rapporti contrattuali incentivanti in una società in cui le competenze si fondano su risorse e capacità immateriali. Da questo punto di vista, i capisaldi dell analisi di questo capitolo sono tre: 1) spesso le persone capaci hanno piacere a fare quello che fanno e questa attitudine a «consumare lavorando» va incoraggiata; 2) l output di queste persone è vario ed eterogeneo, e soprattutto non è facile da misurare o verificare in pratica pertanto non è facile creare contratti incentivanti basati sulle loro performance e occorrono nuove forme di incentivi; 3) le capacità di queste persone sono oggetto di ciò che gli economisti chiamano «asimmetrie informative», ovvero le persone capaci sanno di esserlo, o sanno di essere motivate da certi stimoli piuttosto che altri, mentre chi li deve assumere o gestire non lo sa o lo sa molto meno occorrono perciò modelli di incentivi che facciano emergere chi ha queste capacità e motivazioni anziché scoraggiarle. Nelle conclusioni il libro si interroga su alcuni punti, tra cui in particolare il ruolo dello Stato. In questa crisi, il ruolo dello Stato, così come qualche suo sostegno allo sviluppo, è utile. Ma si perderebbe una occasione se ciò avvenisse nelle forme tradizionali per sostenere beni tradizionali. Questo potrebbe essere al massimo un intervento tampone per sostenere la domanda nell emergenza del breve periodo. In una prospettiva di rilancio dello sviluppo, non servono sostegni all auto perché si vendano più auto, ma progetti perché si vendano auto del tutto nuove (elettriche? Ad idrogeno?). Dalla crisi si esce con traiettorie nuove e questo si può solo fondare su bisogni nuovi su

10 10 Innovazione e sviluppo cui la gente è disposta a investire. L auto tradizionale per citare uno degli esempi più evidenti, ma ce ne sono altri crescerà a ritmo lento. Molti ce l hanno già, e ne hanno più d una; inoltre code, traffico, inquinamento e altro ne scoraggiano l uso. Dunque è difficile che l auto, un bene di rinnovo, possa rappresentare il nuovo volano della crescita, mentre potrebbe esserlo l auto elettrica o una trasformazione profonda del concetto di automobile. Qui si ritorna all idea di sperimentazione industriale alla ricerca di nuove specializzazioni, in cui lo Stato potrebbe giocare un ruolo sia di stimolo sia di coordinamento. Per fare queste cose occorreranno tuttavia dei governi «intelligenti» che guidino la sperimentazione e aiutino a selezionare progetti veramente validi. Ma per loro stessa natura, sperimentazione e innovazione accontentano qualcuno e scontentano altri. Uno Stato che le concepisce come sostegno indifferenziato è meglio che non intervenga. Ciò significherebbe fare, di fatto, poca sperimentazione e poca innovazione, e allungare quel passato da cui si esce con formule nuove. Una volta fatti gli interventi tampone per fronteggiare l emergenza, dovrebbe fare un passo indietro. Siccome le crisi aguzzano l ingegno e stimolano a risollevarsi, in questo caso sarebbe forse meglio che gli uomini e i mercati cercassero di farcela da soli. Sarebbe comunque un peccato perché uno Stato che incoraggia, in maniera selettiva, un disegno e dei progetti innovativi può dare un grande contributo a costruire le fondamenta di un nuovo modello di sviluppo.

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