PARTE 2 LE TEORIE DELLO SVILUPPO E DELLA CRESCITA. Capitolo 5 L eredità delle teorie classiche dello sviluppo e alcuni approcci moderni

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "PARTE 2 LE TEORIE DELLO SVILUPPO E DELLA CRESCITA. Capitolo 5 L eredità delle teorie classiche dello sviluppo e alcuni approcci moderni"

Transcript

1 PARTE 2 LE TEORIE DELLO SVILUPPO E DELLA CRESCITA Capitolo 5 L eredità delle teorie classiche dello sviluppo e alcuni approcci moderni 5.1 I classici Come interpretare i dati e i fenomeni che abbiamo rapidamente visto nelle lezioni precedenti? Con quali occhiali? Inevitabilmente bisogna usare delle teorie per comprendere la realtà. Prima di esaminare le visioni moderne, diciamo dal contributo di Harrod del 1939 ad oggi è utile il riferimento ad alcune teorie della tradizione economica, per esaminare che cosa il pensiero economico classico ha lasciato in eredità all economia dello sviluppo. Tratterò ovviamente in modo sommario soltanto di alcuni grandi autori e dei loro contributi che occupano un posto significativo nelle riflessioni anche moderne sullo sviluppo. Scopriremo così che alcune visioni e idee sono in realtà assai stagionate. Nello stesso tempo questi autori hanno il vantaggio di porsi in un ottica di cambiamenti di lungo periodo, che è proprio quella che dobbiamo avere in mente nell analizzare processi di sviluppo. Va innanzitutto evidenziato come tutte le teorie, sebbene in forme diverse prevedano l'esistenza di leggi immanenti nello sviluppo storico (valide per ogni tipo di società e in ogni tempo). Il processo storico viene visto come un'evoluzione da forme più semplici a forme più complesse, superiori, attraverso la manifestazione di forze endogene, non ci sono salti ma trasformazioni per le quali non è prevista la casualità. Questo tipo di approccio prende anche il nome di teoria della modernizzazione. Il Mercantilismo Diversi economisti e filoni teorici hanno analizzato questo processo, e ci si è concentrati sulle evoluzioni di lungo periodo e sulle forze che generano i mutamenti giudicati più significativi. La prima teoria economica sulla ricchezza nazionale è stata il mercantilismo: durata circa tre secoli, è stata la teoria dominante le politiche economiche dei vari stati. La ricchezza è intesa come stock di metalli preziosi (= riserve): un paese è più ricco di altri se possiede una maggior quantità di metalli preziosi a disposizione del Tesoro. I metalli preziosi sono potere d acquisto generalizzato e accettato a livello internazionale. A partire da questa teoria si individuarono politiche volte ad aumentare lo stock di oro e argento a disposizione di un paese(politiche protezionistiche). E possibile individuare due fasi del Mercantilismo Nella prima fase del mercantilismo chiamata Bullionismo per aumentare lo stock di riserva si agiva attraverso il conto capitale cercando di attrarre valuta pregiata. Si doveva dare credibilità alla moneta nazionale su cui si doveva investire, essa non doveva essere soggetta a svilimento.una moneta forte garantiva un flusso netto di capitali. Inoltre vi era la tendenza a mantenere un saggio di interesse reale elevato rispetto ad altri paesi per attrarre capitali. Ricchezza significava possedere valuta pregiata. Durante la prima fase si usavano altri metodi per aumentare lo stock di riserva: si ragionava sui flussi di oro ed argento in conto capitale. Occorrevano dunque tassi d interesse reali elevati, valutando anche il differenziale dei tassi d interesse. Si considerava inoltre la solidità/stabilità della moneta in cui si doveva investire (una sorta di fiducia nel paese): la moneta non doveva subire processi di tosatura o svilimento. Nella seconda fase il conto capitale viene visto come riflesso del conto corrente,i saggi di interessi e la forza della moneta nazionale non influenzano direttamente la ricchezza della nazione. La moneta è indicatore di ricchezza ma nella sostanza la ricchezza viene vista come quantità di merci acquistabili con la valuta pregiata a disposizione.e contemplabile in questa fase del

2 Mercantilismo privarsi di moneta per acquistare materie prime più convenientemente all estero con lo scopo finale di aumentare la capacità produttiva del paese. Molto più significativo diventa il controllo della bilancia commerciale. Per aumentare la ricchezza si deve avere un saldo positivo della bilancia commerciale, cioè devono crescere le esportazioni (successivamente si considererà il saldo di parte corrente, non solo commerciale). E su questo punto insiste Thomas Mun. Egli pubblica nel 1620 England treasure by forraign trade (circa 1620), la nozione di ricchezza è la stessa ma cambiano gli strumenti con i quali può essere incrementata: occorre esportare più di quanto si importa.un avanzo di parte corrente identifica la presenza di ampie quantità di metalli preziosi in una nazione,ciò comporta un aumento della ricchezza Se però tutti i paesi applicano tale teoria, non tutti possono guadagnare: il gioco somma è a zero,un paese si arricchisce a spese di un altro. Occorre dunque il protezionismo: dazi doganali sulle esportazioni, protezione dell industria nascente o incentivi e sussidi alle esportazioni. Esempi di provvedimenti protezionistici sono i vari Navigation Acts (dal 1651 in poi) con i quali l Inghilterra stabilì che tutte le merci in partenza e in arrivo dall isola dovevano essere trasportate su nave inglesi,i porti britannici vennero chiusi sostanzialmente al naviglio estero. Nel 1601 era stata fondata la East India Company inglese, Mun era nel Board of Directors, e l anno successi fu fondata quella Olandese; è l epoca del passaggio dalle pure conquiste coloniali militari al controllo delle risorse delle colonie attraverso strumenti anche commerciali. In Francia con Colbert, ministro delle Finanze di Luigi XIV, ci fu un tentativo attraverso misure di protezione di appoggiare lo sviluppo dell industria nascente. Numerose furono le guerre di espansione commerciale come nel caso delle colonie o della guerra dei 7 anni tra Francia ed Inghilterra il cui risultato è stato il passaggio del Nord America alla Gran Bretagna. Le guerre commerciali sono tipiche della seconda fase del mercantilismo. Un altro esempio storico significativo lo si può rintracciare nelle sorti della Spagna. Nel XVI secolo grazie alle conquiste in America Latina la Spagna era lo stato con le riserve più alte in assoluto, ma pian piano le perse a causa di un deficit commerciale; tutto l oro e l argento vennero utilizzati per le spese di guerra e per l acquisto di manufatti nel nord d Europa: ciò segna il passaggio dalla prima fase alla seconda e dimostra che le nazioni possono anche perdere ricchezza, si ha un ciclo molto lungo di crescita e caduta delle nazioni. Lo sviluppo di alcune attività industriali soprattutto nel settore tessile nel nord Europa,spinse i mercanti a comprendere la relazioni tra costi di produzione,prezzi dei beni e competitività dei prodotti sul mercato internazionale.appariva chiaro che per ottenere un surplus di parte commerciale era necessario agire sulla competitività del prezzo o alternativamente sull elasticità di esso. Era comunque preferibile perdere sul prezzo piuttosto che sulle quantità Ma come è possibile vendere manufatti a basso prezzo? Agendo sui costi; bassi costi del lavoro,bassi costi di materie prime. Il colonialismo fondamentalmente servì per ottenere materie prime a bassi costi Coerentemente con il precedente ragionamento, diventò più profittevole mantenere tassi di interesse bassi per attirare la richiesta di prestiti,si favoriscono in questo modo gli investimenti quindi la produzione e l esportazione di manufatti per mantenere la bilancia commerciale in positivo. L idea di ricchezza nell era mercantilista è data quindi dalla differenza fra esportazioni e importazioni, questa idea è valida anche per il singolo mercante in questo caso si parla di profitto di alienazione;il mercante acquisisce profitto dalla differenza tra costo di acquisto e prezzo di vendita di una merce. Significativo in questi secoli fu il ruolo degli stati(nazionali) che attraverso alleanze con i mercanti attuarono politiche protezioniste per favorire loro e le compagnie nazionali,appariva evidente che l afflusso di metalli preziosi avrebbe portato vantaggio a tutta la società non soltanto ai mercanti.ciò si esplicava ad esempio in maggiori entrate fiscali per lo stato e la classe aristocratica,in un incremento dell occupazione per la classe operaia

3 Gli Illuministi pensavano che teorie di questo tipo fossero la causa delle guerre perché la ricchezza si guadagnava a scapito di qualcun altro. Con essi dunque si passa al libero scambio perché nasce un concetto di ricchezza diverso da quello dei mercantilisti. Ci sono però alcuni passaggi. Nel 1662 William Petty afferma nel Trattato su tasse e contributi che le società umane organizzate si caratterizzano per diversi gradi di divisione sociale del lavoro, i diversi compiti e l funzioni nella società), ma è anche il primo a sottolineare con forza il ruolo svolto dalle tecniche di produzione all interno del processo di crescita economica. Egli vede l agricoltura come settore fondamentale che provvede alla sussistenza di tutta la popolazione,ed è proprio a questo settore che ricollega la presenza di un sovrappiù (=eccedenza di output sull input). Coloro che lavorano la terra ottengono produzioni quantitativamente superiori a ciò che è loro necessario per vivere,in questo modo il cibo in eccesso può essere consumato anche dal resto della popolazione non impiegata in quel settore. La presenza di un sovrappiù in agricoltura consente,una diversificazione delle attività nella società. A ciò si può ricollegare l altro concetto fondamentale di Petty, quello della già citato- divisione sociale del lavoro. La società non è più considerata suddivisa tra aristocrazia e servitù,ma tra gruppi sociali con funzioni separate. Ognuno all interno della società ha il suo ruolo,e non è più necessario provvedere a diverse funzioni contemporaneamente per sopravvivere Vengono individuati quattro gruppi sociali e altrettanti ruoli: i produttori delle sussistenze, coloro che producono per esportare,i produttori di beni di lusso infine eruditi e commercianti. La divisione sociale del lavoro si può avere perché l agricoltura è produttiva: i lavoratori in agricoltura producono per tutti e mantengono il resto della società. Petty riconosce il ruolo del commercio come fonte di ricchezza nazionale,ma non la considera come l unica attività che può contribuire all arricchimento dello stato. Al concetto di sovrappiù nel settore agricolo prerequisito della crescita economica di una nazione- si accompagnano i concetti di produttività e di divisione tecnica del lavoro, soprattutto nel settore manifatturiero. Per divisione tecnica del lavoro si intende la specializzazione di ogni lavoratore in una determinata operazione del processo produttivo (v. Smith) I beni ottenuti sono il frutto di un impiego sempre più produttivo di terra e lavoro (fattori di produzione) che ne determinano in buona parte il prezzo. Maggiore è la produttività, minori sono i costi di produzione,minori sono i prezzi di vendita. Il commercio in Petty non è l unica attività che può incrementare la ricchezza di una nazione,riflesso di questa considerazione è anche la considerazione del gruppo dei mercanti solo come uno dei gruppi che svolgono attività produttive Petty vede alla base della crescita economica un elevata produttività che potrebbe rendere più competitivo un paese e incoraggiare gli scambi commerciali. Un surplus nella bilancia commerciale non è sintomo di ricchezza in sé ma è un mezzo per favorire un ulteriore crescita dell attività produttiva.il confronto con la teoria Mercantilista è immediato;in quest ultima un surplus di parte commerciale rappresentava l obbiettivo verso cui convergere,il ruolo degli scambi commerciali era fondamentale per ottenere quel surplus e incrementare quindi la ricchezza delle nazioni. La Banca d Inghilterra, prima Banca centrale del mondo viene fondata nel Tra il 1748 ed il 1776 nasce il pensiero economico moderno. Durante questi trent anni nascono concetti che tuttora vengono considerati validi. L attività intellettuale in questo periodo è molto dinamica soprattutto in Francia e Inghilterra. Viene pubblicato in Francia il primo volume di Enciclopedia nel Nel 1748 esce un testo fondamentale per la teoria politica: Lo spirito delle leggi di Montesquieu in cui troviamo la ormai tradizionale divisione dei poteri (giuridico, legislativo ed esecutivo). Questi sostiene che il commercio non è uno scontro, ma può anche essere dolce : attraverso gli scambi può nascere una situazione di mutuo interesse, non solo di conflitto, e si può promuovere la pace e lo sviluppo delle nazioni. Nel 1752 escono alcuni saggi, i Political Discourses ( papers che hanno titoli quali On

4 Money, On Balance of trade etc.) di David Hume. Si parla della bilancia dei pagamenti internazionale: se ho un surplus di parte commerciale, entra oro e quindi aumentano i prezzi. Dunque esporto meno ed importo di più, perché gli altri paesi hanno prezzi più convenienti. Ciò porta al pareggio della bilancia dei pagamenti, che avrà saldo nullo. Un surplus commerciale è solo una fase transitoria e non può certo essere definitiva: non è dunque la bilancia dei pagamenti che porta l aumento di ricchezza. Il commercio equilibra e non crea confronti. Così come successivamente vedremo sosterrà Smith, anche Hume considera l agire umano ed economico è determinato dall interesse privato spinto dal principio dell utilità. E da attribuire a Hume la teoria quantitativa della moneta: Y P=M V Y: reddito nazionale in termini fisici(numerosità delle transazioni), P: prezzo medio dei beni, M: quantità di moneta in circolazione, V: velocità di circolazione della moneta. Venne utilizzata questa teoria per dimostrare l infondatezza delle teorie mercantiliste. Se infatti aumenta M(oro e argento in circolazione), aumentano anche i prezzi lasciando inalterato il livello di vita.con l incremento dei prezzi si crea solo inflazione Se la ricchezza non si genera nel commercio internazionale da dove viene? Quale è il principio fondatore della ricchezza nazionale? Quesnay: riproduzione e sovrappiù Storicamente, uno dei principali problemi considerati è stato l'accumulazione del sovrappiù che secondo alcuni autori la condizione necessaria per la riproduzione del processo produttivo e quindi del processo di sviluppo. Soprattutto importante era il sovrappiù agricolo. In particolare ai tempi dell Illuminismo in Francia economisti come Quesnay, fondatore della Fisiocrazia partono dall'analisi del settore agricolo. Egli non considera il commercio come una fonte di ricchezza poiché esso prevede lo scambio di prodotti di pari valore,spesso può essere anche un attività dannosa a causa dei rincari di prezzo dovuti ai poteri di monopolio dei mercanti. Dà molta rilevanza invece al settore agricolo che è l unico dal quale è possibile ricavare un sovrappiù ed è l unico ove si producono i mezzi per riprodurre i beni di sussistenza per tutta la popolazione.la ricchezza nazionale si identifica con i prodotti del lavoro direttamente applicato alle risorse naturali. Le raccomandazioni di tali economisti si concentrano sul settore agricolo ove si producono i mezzi per riprodurre i beni di sussistenza per tutta la popolazione. L agricoltura quindi è vista come l unica attività produttiva che può generare ricchezza, mentre Quesnay considera invece sterile il settore manifatturiero, che ricollega alle attività degli artigiani che modificano semplicemente i prodotti ricevuti dall agricoltura senza aggiungervi valore. Vi è la distinzione di attività produttive e non produttive. In un articolo pubblicato sull Enciclopedia ( Fittavoli ), Quesnay mette a confronto l attività produttiva di due Paesi europei. Considera le caratteristiche dell attività agricola francese, attività agricola ma comunque non produttiva: piccola scala di coltivazioni su piccola scala ottenute con tecnologie vecchie: Quesnay fa l esempio dei buoi che trainano aratri con vomeri di legno. Le caratteristiche dell attività agricola in Inghilterra sono moderne: vi sono coltivazioni su larga scala, l utilizzo di cavalli e aratri con vomeri in ferro, assai più efficienti. Anche l organizzazione sociale è diversa nei due paesi; in Francia esiste un rigido sistema feudale, ci sono i mezzadri, metà del prodotto è destinato al proprietario terriero; essi sono poveri e non hanno stimoli a produrre più del necessario, non accumulano capitale; non si possono dunque fare investimenti In Inghilterra coloro che lavorano la terra sono fittavoli, spesso ricchi coltivatori con a disposizione del capitale con il quale affittano un appezzamento di terreno, possono disporre di mezzi di produzione già avanzati, sono liberi di organizzare il processo produttivo come meglio ritengono. Diventa pensabile in questo contesto la produzione di sovrappiù, l accumulazione di capitale, la possibilità di fare ulteriori investimenti. L idea che emerge è quella di introdurre tecniche di produzione sempre più moderne in agricoltura anche mediante l utilizzo di strumenti di produzione sempre più avanzati. Questo deve

5 essere reso possibile da una serie di riforme economiche che favoriscano i fittavoli agricoli e li inducano ad accumulare capitale nei processi di coltivazione. In Francia paese arretrato e in Inghilterra ci sono due tecnologie diverse, di cui una è migliore. La tecnologia migliore richiede investimenti e quindi occorre accumulare capitale per l applicazione concreta in agricoltura: più l agricoltura sarà produttiva, più avi sarà grano a basso prezzo, più si attuerà divisione sociale del lavoro (perché l agricoltura produce sussistenze). L accumulazione di capitale porta progresso tecnico che è la chiave di produzione della ricchezza. Quesnay quindi vede una stretta dipendenza tra sviluppo economico, capitale impiegato e tecnologia utilizzata e conseguente aumento della produttività. Esistono però ulteriori punti da specificare per rendere completa la sua teoria. Forte è anche la dipendenza tra crescita economica e la sua visione della ripartizione del lavoro fra i vari settori dell economia. L economia deve riprodurre sé stessa, alla base della sua analisi economica importanti sono quindi il concetto di riproduzione e di sovrappiù. L opera di riferimento è il Tableau èconomique (1758), viene presentato un modello a due settori, uno produttivo(quello agricolo) e uno sterile(quello degli artigiani), inoltre si contempla anche la presenza di una classe sociale la cui unica funzione è quella di spendere,i proprietari terrieri. Le interdipendenze settoriali e le transazioni tra le classi permettono la circolazione del prodotto in modo tale che il ciclo riproduttivo possa riavviarsi ogni anno. Il produttore deve essere in grado ogni anno basandosi sul profitto dell anno precedente di disporre di quel capitale necessario(materie prime,mezzi di produzione) per poter rimettere in atto il ciclo produttivo. Questo modo di analizzare i sistemi economici verrà ripreso da Marx e più recentemente da Leontieff con l analisi input output. Possiamo riassumere i concetti fondamentali di questa teoria. Con la Fisiocrazia si afferma la visione del sistema economico come di riproduzione, vi è un circolo produttivo/riproduttivo in cui la Produzione annuale o prodotto lordo, P comprende una parte, il capitale, K, che deve essere destinata alla produzione dell anno successivo, se così non fosse il ciclo riproduttivo si ridimensionerebbe o si bloccherebbe. La differenza fra prodotto lordo e capitale è il prodotto netto, PN, che può essere destinato all aumento dello stock di capitale e quindi all accumulazione. Se il PN viene si può produrre un miglioramento nella tecnologia. Inoltre Quesnay non solo evidenzia l importanza dell aspetto tecnologico correlato alla presenza di capitale come prima è stato citato- ;sottolinea anche l esigenza di alcune riforme e cambiamenti sociali che consentano ai coltivatori di avere profitti e stimolino il loro investimento. Ma come è possibile mettere in moto un processo di sviluppo economico in un paese arretrato? Per arricchire i mezzadri francesi occorrono riforme che permettano loro di accrescere i profitti e di investirli cioè di accumulare capitale. Affinché i mezzadri possano ottenere guadagni maggiori per poi reinvestirli si può usare una politica fiscale: detassare i coltivatori e mettere una tassa unica sulle rendite, poiché queste non vengono reinvestite e non sono quindi fonte di accumulazione. Questa possibilità non fu mai messa in pratica nella Francia di quegli anni. Oppure si può usare una politica commerciale: liberalizzare l esportazione di grano francese, togliendo i dazi di passaggio. Negli scambi infatti non si crea ricchezza (sono sempre valori uguali contro valori uguali): la maggior domanda estera di grano conduce ad un aumento del prezzo del grano francese; questo maggior valore crea profitti che i mezzadri possono reinvestire (perché aumenta il valore di vendita del grano). Aumenta così la produttività e si mette in moto il meccanismo di accumulazione del capitale. Tra il 1663 e il 1664 in Francia, si ebbe un primo tentativo di liberalizzazione del commercio del grano mancò però l appoggio dell opinione pubblica profondamente contraria all incremento dei prezzi interni. Nel giro di pochi anni(già nel 1770) venne abolita la libera esportazione di grano. La catena causale di crescita di Quesnay è simile a quella successiva di Smith il quale si trovava in Francia fra il 1763 e 1766, proprio nel periodo in cui furono attuate leggi per la liberalizzazione delle esportazioni di grano, secondo gli insegnamenti fisiocratici. E un modello di crescita autosostenentesi in cui il progresso tecnico è incorporato: l accumulazione di capitale

6 trascina infatti con sé il progresso tecnico. Il messaggio che ci lasciano i Fisiocratici è quello della centralità del settore dei beni primari e dell esigenza della sua modernizzazione. L aumento di capitale infatti avviene in agricoltura anche se l economia è duale: solo l agricoltura è produttiva, mentre l industria è sterile. Se ci sono settori più produttivi di altri, conviene investire dove la resa è più elevata: in questo modo si possono avere un prodotto netto e un output più elevati. Smith e la divisione del lavoro In seguito, Adam Smith, nella sua opera più note del 1776 Un indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni, individua nella divisione del lavoro nel ricercare l origine della ricchezza e del suo accrescimento. Nella visione dei classici la divisione sociale del lavoro individua tre principali classi sociali: lavoratori, proprietari terrieri, imprenditori-capitalisti. Accanto a queste vi sono mercanti, amministratori, uomini di cultura ecc. Il concetto di ricchezza introdotto da Smith è definito nell introduzione della sua opera: ricchezza è il prodotto annuale della terra e del lavoro della società, è assimilabile come concetto a quello moderno di Prodotto Sociale Annuale. La causa dell aumento del prodotto si trova nella divisione tecnologica del lavoro, cioè la suddivisione di operazioni produttive complesse in operazioni semplici, che consente di aumentare la produttività di ogni singolo lavoratore. Elementi caratterizzanti la concezione smithiana di ricchezza sono: a)vedere la ricchezza come insieme di beni che rappresentano il risultato di processi produttivi,come risultato dell applicazione della tecnologia sulla natura b)questi beni sono ottenuti in un periodo di tempo ben definito, l anno inteso come ciclo produttivo. c) settore manifatturiero diventa quello trainante, non solo non è sterile ma ha anche maggiori possibilità di quello agricolo di essere produttivo. Non si fa più riferimento al settore artigianale quindi ma ad un settore più ampio e organizzato che prevede l anticipazione di capitale per un suo futuro sviluppo. Non è dunque vero che industria e manifattura sono settori sterili, come sostenevano i Fisiocratici. Anche per Smith esistono due tipi di divisione del lavoro, quella sociale e quella tecnica (vedi Petty). Una volta innestata la divisione sociale del lavoro su di essa si sviluppa la divisione tecnica del lavoro La divisione tecnica del lavoro prevede la suddivisione di operazioni produttive complesse in operazioni semplici che consentono di aumentare la produttività di ogni singolo lavoratore. Famoso è l esempio, della produzione degli spilli, che dà un idea chiara del concetto. Smith osserva che si ottiene una quantità maggiore di spilli per lavoratore se ogni operaio si specializza in una particolare fase della produzione di essi, piuttosto che concentrarsi su tutte le fasi di lavorazione. In questo caso a)ogni lavoratore si specializza e diventa più veloce se deve occuparsi di un unica attività b)si riducono i tempi morti nel passaggio da un attività all altra c)sono più semplici piccole innovazioni che migliorano il processo produttivo. Il concetto di divisione sociale del lavoro già intuito da Petty non solo dà l idea di come una società è costituita ma sottolinea ulteriormente che se ognuno si specializza in un determinato lavoro facendo affidamento sul resto della popolazione per le altre attività (per mezzo degli scambi), la società non può che trarne vantaggio. Smith evidenzia infatti l'esistenza di due settori, uno produttivo ed uno improduttivo, rispettivamente i settori che producono beni materiali e quelli che producono servizi. Un settore è improduttivo se cresce meno rapidamente dell altro La chiave per aumentare la produttività sta nell'accumulazione di capitale nei settori produttivi. Per aumentare la ricchezza è possibile : a)incrementare la produttività nei settori più produttivi(crescita intensiva)

7 b)spostare lavoro da settori meno produttivi ai settori più produttivi(crescita estensiva) Nelle economie più ricche solitamente prevale la prima modalità poiché tutti i settori sono produttivi. Ancora oggi molte teorie utilizzano la distinzione in settori più o meno produttivi, anche se non più descritti nei termini di Smith. Ad esempio si può ritenere che siano più produttivi i settori che esportano e quindi convenga investire in essi. Secondo Smith c è una sorta di ciclo degli investimenti nello sviluppo economico delle nazioni che attribuisce la priorità allo sviluppo agricolo infatti: prima si investe in agricoltura (rendendola produttiva e autosufficiente), poi nella manifattura (con la massima divisione tecnologica del lavoro), successivamente ci si concentra in alcune attività commerciali interne (come ad esempio i trasporti che favoriscono e facilitano gli scambi) e infine in attività per il commercio estero. In questo modo si vede come una nazione debba progredire nella storia. Il capitalista diventa una figura fondamentale di controllo e coordinamento del processo produttivo, infatti, mosso dal profitto (quindi dalla possibile accumulazione di capitale) riesce ad introdurre il progresso tecnico e le innovazioni, il capitalista quindi accumula, ovvero risparmia e di seguito investe). Il contesto istituzionale migliore per Smith è la concorrenza che permette al capitalista di agire liberamente e perseguire i suoi interessi personali attraverso i quali riesce a perseguire anche gli interessi collettivi perché lo sviluppo economico che si genera porta benefici per l'intera società.. Il meccanismo smithiano di crescita è ancora largamente utilizzato. Grandezza fondamentale di questo meccanismo è la nozione di saggio profitto. Valore assoluto del profitto: Pr = P - wl w = salario reale di sussistenza. L = numero dei lavoratori produttivi wl = K capitale Saggio di profitto: r = (P/L - w)/w P/L produttività del lavoro. Il saggio di profitto dipende dalla produttività del lavoro in modo diretto e in modo inverso dal salario reale w. Si investe la dove il saggio profitto è maggiore; il profitto non è più visto come una differenza, come nei mercantilisti, ma come un rapporto. Meccanismo di crescita. Sovrappiù profitti risparmi investimenti [ saggio atteso di profitto] aumento dello stock di capitale (cambiamento strutturale e divisione del lavoro) [ampliamento del mercato] aumento della produttività del lavoro aumento del sovrappiù e dei profitti. Quindi il processo di investimento ed accumulazione dei profitti è la chiave della crescita economica. Smith è particolarmente favorevole al commercio internazionale che vede come un mercato di sbocco per tutto ciò che rimane invenduto sul mercato interno, inoltre potendo soddisfare una più ampia gamma di consumatori il capitalista può beneficiare dei vantaggi arrecati dalle economie

8 di scala. E contrario al Mercantilismo, ai monopoli e alle alleanze tra grandi mercanti e stato. Nonostante sia favorevole al libero commercio comunque riconosce quanto le nazioni più povere possano essere scarsamente avvantaggiate da esso. Non crede che esista un meccanismo automatico di convergenza tra nazioni ricche e povere. Egli sottolinea alcune ragioni che non permettono alle nazioni povere di avviare un processo di sviluppo attraverso il libero mercato. Esiste un grande difficoltà a cominciare un processo di accumulazione; c è un alta esposizione al rischio; mancano spesso conoscenze che invece per una nazione ricca sono ormai scontate; non è così semplice imitare i miglioramenti delle nazioni più sviluppate; manca spesso il capitale iniziale per ottenere questi miglioramenti; vi sono spesso governi oppressivi ai quali la popolazione è sottomessa. Altro aspetto importante dell analisi smithiana è l analisi dell evoluzione sociale degli stati. Ci sono vari stadi per le società umane (Teoria dei quattro stadi): tra essi varia la tipologia, ma non le esigenze di fondo (il modo di sussistenza e la riproduzione sono il movente di fondo che spinge gli individui ad organizzarsi in gruppi). Vediamoli più in dettaglio: società primitiva (stadio della caccia e della raccolta dei frutti): si tratta del rapporto tra individui e disponibilità naturali; la soddisfazione dei bisogni è immediata e dipende da cosa si raccoglie o si caccia. C è poca divisione sociale del lavoro, poiché si tratta di società nomadi (ad esempio gli indiani d'america), esistono poche funzioni intercambiabili. L unica divisione è quella di genere. pastorizia: il rapporto tra bisogni individuali e modo di svilupparli è mediato dall allevamento. Ci sono alcune regole sociali, un minimo di ordine e struttura sociale: la divisione del lavoro è un po più strutturata. Il mercato è ancora quasi inesistente. Si tratta ancora di tribù nomadi (ad esempio tribù della steppa asiatica). -agricoltura: società stabili e non nomadi, ulterirore sviluppo delle città e sviluppo sia della divisione del lavoro che dei mercati. Anche il potere si articola maggiormente. Prima di fatto vi era un sovrano unico che svolgeva tutte le funzioni: giudice, condottiero ecc. Ora si separa la casta dei sacerdoti, quella degli amministratori, i giudici vengono separati dai militari, la proprietà del suolo diviene il fattore dominante, proprio perché le società sono stanziali. Sviluppi delle tecniche agricole e aumento della popolazione, separazione fra popolazione rurale e cittadina. Ruolo cruciale del sovrappiù agricolo nel mantenere le altre attività. Egitto, Mesopotamia, Cina -Società commerciale: il modo di sussistenza prevalente è legato all organizzazione dei processi produttivi. Si attua il passaggio dal feudalesimo al capitalismo: non conta più la quantità di terra, ma il controllo dei commerci e la produttività industriale. Il commercio prima e la manifattura poi prendono il sopravvento sull'agricoltura. Grandi società mercantili, compagnia delle Indie Orientali. Mercantilismo la ricchezza degli stati deriva dal commercio estero. Ulteriore divisione del lavoro. La classe egemone diviene prima quella dei grandi mercanti e poi la borghesia industriale, ma attraverso secoli di scontri con l'aristocrazia terriera. (Olanda, Inghilterra) La rivoluzione borghese di Cromwell alla metà del '600.Grande sviluppo degli scambi. Aumento della produttività del lavoro grazie al sistema della grande manifattura e all'accumulazione di capitale. E la società civilizzata dove esistono il diritto di proprietà e i contratti con i lavoratori. Malthus e la popolazione

9 La rivendicazione dell'importanza della rendita di origine terriera viene da un altro economista dell'epoca, Thomas Malthus, la cui opera più importante è il suo Un saggio sul principio di popolazione (Malthus 1798). Individua la classe dei redditieri come l'unica in grado di acquistare ciò che viene prodotto essendo il consumo dei lavoratori costante nel tempo avendo loro un salario di sussistenza quindi non in grado di seguire le variazioni della produzione. Viene individuata una classe, i proprietari terrieri che ottengono rendite, la cui presenza è essenziale ed è giustificata dal fatto che rappresenta un mercato di sbocco per i beni di lusso. In mancanza di questa spesa delle rendite vi potrebbero essere carenze generalizzate di domanda effettiva e quindi crisi economiche Del resto però questo economista è maggiormente conosciuto per aver elaborato una teoria sulla popolazione che utilizza per spiegare il motivo per il quale il salario rimane a livello di sussistenza nel lungo periodo. Malthus ha inserito nella sua analisi il concetto di "risorse limitate", partendo dall'assunto che la popolazione cresce in proporzione geometrica mentre la produzione dei mezzi di sussistenza cresce in proporzione aritmetica. La popolazione cresce in progressione geometrica, soprattutto se vi sono salari reali più elevati. Per cui le famiglie stanno meglio e concepiscono più figli. L offerta di lavoro aumenta e ciò porta però ad una diminuzione dei salari: nel lungo periodo il salario sarà quello di sussistenza. Nel momento in cui le risorse disponibili tornano ad essere sufficienti per la popolazione esistente, migliorano nuovamente le condizioni di vita ed il tasso di crescita della popolazione torna ad essere positivo. In questo modo Malthus individua un andamento ciclico del tasso di crescita della popolazione controllato grazie alla presenza di vincoli sulle risorse disponibili. Malthus afferma l esistenza di differenti progressioni per i beni di sussistenza e per la popolazione(malthus 1798, p. 14) e poco dopo ci dice che negli Stati Uniti d America dove la terra è abbondante la popolazione raddoppia ogni 25 anni, quindi ad un tasso medio annuo del 2.8%, perché è sostanzialmente non controllata, unchecked(ibid. pp.20-21). 25 anni è il periodo di riferimento che egli adotta nel resto del sue esempio, per cui il passare del tempo è misurato in questa unità di misura, possiamo dire una generazione. Supponendo che al momento iniziale il prodotto (agricolo per il consumo degli abitanti) sia sufficiente a mantenere la popolazione, Malthus suppone che il prodotto stesso aumenti ogni 25 anni di una quantità pari alla quantità iniziale e quindi ci descrive due proporzioni: una per i beni di sussistenza, e una per la popolazione, (ibid. p. 25). Per cui se in gran Bretagna si suppone che ci siano 7 milioni di persone e che ci sia cibo sufficiente per loro, diciamo quantità di grano pari a 7C, quest ultimo e la popolazione aumenteranno come segue(ibid. pp.20-22): sussistenza 7C 14C 21C 28C 35C. popolazione generazioni anni(generazioni х 25) Si veda la Figura 5-1, il grafico presenta sull asse delle ascisse la variabile tempo, sull asse delle ordinate le quantità. Le due curve rappresentano una l andamento della crescita della popolazione che cresce in modo che è approssimato da una funzione esponenziale, l altra rappresenta la funzione della produzione dei mezzi di sussistenza che presenta un andamento lineare. Supponiamo che la ragione della progressione geometrica sia > 1 e che quella della progressione aritmetica sia comunque > 0. Seguendo Malthus si può supporre che in A i mezzi di produzione siano adeguati alla popolazione, ma come si vede nel corso delle generazioni le due serie divergono rapidamente. Ovviamente la popolazione potrebbe partire da livelli al di sotto del punto A, per cui all inizio vi è più sussistenza di quanto è necessario per mantenere la popolazione, ma la dinamica delle due serie porta rapidamente la curva della popolazione ad incrociare dal basso la retta della popolazione e dopo l intersezione tra le due curve si presenta la scarsità delle risorse. Ovviamente possono

10 manifestarsi fenomeni che rallentano la crescita della popolazione, perchè non si ha più prodotto netto a sufficienza per sfamare nuovi individui e emergono fenomeni come la disoccupazione e soprattutto peggiora il generale livello di vita della popolazione. Figura 5-1 Popolazione Beni primari A tempo David Ricardo, saggio di profitto e commercio internazionale Una diversa analisi del concetto di "scarsità" applicato all agricoltura è fornita da David Ricardo (1815) che ne deriva conseguenze economiche che vanno oltre le considerazioni demografiche. La sua analisi si concentra sulla disponibilità dei terreni, essendo questa limitata, ha ragione di esistere la rendita dei proprietari che è appunto il compenso per il proprietario di un terreno più o meno fertile. Se la disponibilità di terreni fosse infinita questo compenso non avrebbe senso di esistere. Il bisogno di sfruttare sempre più terreni è legato all'aumentare della popolazione che ha sempre maggior bisogno di risorse: si mettono a coltura anche i terreni meno fertili, quindi con una produttività inferiore. Tuttavia il compenso che va ai lavoratori rimane costante, indipendentemente dal terreno in cui si lavora, poiché si tratta di un salario di pura sussistenza e non può quindi diminuire. Di conseguenza diminuendo la produttività del lavoro, P/L, per ogni nuovo terreno meno fertile messo a coltura, gli imprenditori agricoli vorranno produrre sui terreni più fertili, e quindi la rendita su questi terreni aumenterà. La molla del processo di accumulazione sono proprio gli imprenditori, che cercano di investire dove il saggio di profitto è più elevato (e quindi sui terreni più fertili). Ma la diminuzione della produttività del lavoro che deriva dalla fertilità decrescente dei terreni conduce alla diminuzione del saggio il profitto, vsito che i salari nel lungo periodo sono dati a livello di sussistenza. r = (P/L w)/w La Figura 5.2 mostra graficamente come all'aumentare della produzione totale, che deriva dalla messa a cultura di un numero crescenti di terreni diminuisca il saggio di profitto (r) a fronte di un saggio del salario costante (w).

11 Figura 5.2 P/L, w w P/L w Questo concetto della caduta del saggio di profitto è ancora utilizzato in economia e questi concetti non sono confinati all'analisi della produzione agricola, ma possono essere estesi a qualsiasi tipo di processo produttivo in cui si presenti il problema di una limitata disponibilità di risorse. Per questo motivo la funzione di produzione (ovvero la funzione che sintetizza la quantità di output ottenibile data una certa quantità di inputs) utilizzata in moltissimi modelli economici ha un andamento crescente ma con incrementi marginali decrescenti. Il modello di Ricardo così costruito implica un eventuale arresto della crescita economica, nel momento in cui non si hanno più a disposizione nuovi terreni; solo la presenza di progresso tecnico, innalzando la produttività del lavoro, può rallentare la caduta del saggio di profitto, che comporterebbe conseguenze negative per tutta l economia in quanto verrebbe a cessare l accumulazione di capitale. Il progresso tecnico è esogeno: le tecnologie migliori non sono insite nel processo di accumulazione. Un altra soluzione da lui proposta è l'allargamento della produzione a del mercato a livello mondiale in modo da aumentare la disponibilità di terreni fertili. Al fine di ottimizzare la produttività e quindi la crescita economica globale Ricardo propone la sua teoria del vantaggi comparati secondo la quale ogni nazione si dovrebbe specializzare nel produrre il bene da cui ottiene un maggiore rendimento assoluto (in cui ha appunto un vantaggio comparato), e importare i beni in cui ha minori vantaggi, indipendentemente dal fatto che anche dalla produzione di altri beni possa ottenere buoni rendimenti. Questi beni prodotti da ogni paese vanno poi scambiati in un mercato concorrenziale in modo da permettere a tutti i paesi di ottenere il massimo beneficio. La specializzazione internazionale dovrebbe rallentare il processo di diminuzione di r dovuto all esistenza di rendimenti decrescenti nel settore dei beni primari. Sono questi i vantaggi comparati di tipo statico. Marx, i modi di produzione e le crisi Modi produzione Produzione, quantità di grano terreni Marx segue Smith nel ritenere che la storia proceda per stadi caratterizzati da modificazioni fondamentali nell organizzazione economica, sociale e politica e inserisce lo sviluppo capitalistico in un contesto di processo secolare, che vede la successione di diversi modi di produzione. In questo modo, attraverso i mutamenti del sistema produttivo, secondo Marx si hanno anche i mutamenti storici perché secondo la sua visione materialista della storia, la storia stessa è fatta del rapporto materiale tra uomini che entrano in relazione tra loro attraverso il processo produttivo.

12 Marx analizza i rapporti fra gli aspetti economici e gli altri elementi della società nel tentativo di spiegare l'evoluzione della storia ed in particolare il passaggio dal feudalesimo al capitalismo e le contraddizioni di quest'ultimo. Base Economica Modo di produzione dominante Rapporto Sociale Forze produttive Formazione Economico Sociale Altri Modi di produzione Sovrastruttura La chiave di volta della comprensione dell'evoluzione delle società umane sta nella modificazione della loro base economica, la sovrastruttura si adegua. Materialismo storico. Ogni modo di produzione è caratterizzato da due elementi: il rapporto sociale di produzione e lo sviluppo delle forze produttive, cioè risorse naturali, dotazione di mezzi di produzione e di lavoro e tecnologia. Secondo Marx vi sono tre principali modi di produzione. 1. MP antico, basato sulla proprietà privata del lavoro cioè la schiavitù, che costituisce il rapporto sociale caratteristico. Lo sviluppo delle forze produttive è limitato e il lavoro umano è completamente vincolato, non libero sia nella fase della produzione che in quella della circolazione dei beni. 2. MP feudale, basato sulla proprietà del suolo e delle risorse naturali, il lavoro umano è considerato in parte come la terra, ma in parte è libero, vincoli in natura, le corvée non attraverso il mercato, ma parte del tempo di lavoro è libero, sviluppo degli artigiani. 3. MP capitalistico, proprietà privata dei mezzi di produzione, terra e soprattutto capitale e tecnologia e lavoro salariato. Il lavoro è libero nella circolazione, perché decide liberamente di impiegarsi o meno presso l'uno o l'altro capitalista ma vincolato nella produzione; una volta venduto l'usa della forza-lavoro in cambio del salario il lavoratore non può decidere cosa, come e quanto produrre. Il modo di produzione dominante da il nome alla fase storica. Dominate non significa necessariamente più esteso, ma che impone le sue leggi agli altri modi di produzione; ad esempio il prezzo del grano sui mercati mondiali è determinato dalle tecnologie dei grandi produttori del Nord America e non dal produttore africano per autoconsumo. Il modo di produzione dominante tende ad estendersi risucchiando gli altri. I contadini diventano lavoratori salariati. Ogni MP sfrutta le risorse naturali, in modo via più intenso grazie alla tecnologia. Un MP supera e sconfigge il precedente proprio per la sua maggior capacità di appropriarsi della natura e sviluppare le forze produttive. Quando due MP coesistono e si contrastano siamo in una fase di transizione, che è caratterizzata da elementi di diversi MP.

13 Secondo Marx vi è anche un MP primitivo o ideale: MP Mercantile Semplice: piena libertà nella fase della circolazione e della produzione. Si produce per il valore di scambio e non per il valore d'uso, proprietà in comune di risorse naturali e di mezzi di produzione. In questo MP lo scambio è tipicamente Merce-Denaro-Merce: M-D-M. Nel capitalismo si produce per il valore di scambio e non per il valore d'uso e il tipico ciclo di produzione e scambio è: Denaro-Merce-Denaro o meglio: D-M-D' oppure D-(L,M)-D' Le crisi L'idea della caduta tendenziale del saggio di profitto viene ripresa anche da Karl Marx,. Per Marx il saggio di profitto è dato dalla seguente formula: r = s/v /(c/v +1) Dove s/v è il saggio di plusvalore o di sfruttamento e c/v è la composizione organica del capitale o il rapporto fra il valore dei mezzi di produzione, o valore del capitale accumulato, C, detto anche capitale costante e il valore della forza lavoro, v, o capitale variabile; s è il plusvalore o pluslavoro. Il saggio di profitto dipende direttamente dal saggio di sfruttamento, s/v, (plusvalore/salari) ed inversamente dalla composizione organica, c/v, del capitale (capitale fisico/salari). Si crea necessariamente una situazione di conflitto tra capitalista e lavoratori, incrementare il saggio di profitto significherebbe ridurre il capitale circolante ovvero sui salari. Con il procedere del processo di accumulazione la composizione organica del capitale aumenta a dismisura mentre v è mantenuto basso dal meccanismo dell esercito industriale di riserva, s tende ad aumentare ma s/v non può aumentare all infinito perchè i lavoratori si tutelano attraverso i sindacati. Quindi c/v aumenterà tendenzialmente più di s/v e questo porterà alla riduzione di r. Viene individuata da Marx una situazione di conflitto anche tra i capitalisti. Volendo guardare il saggio di profitto anche da un altro punto di vista questo potrebbe essere definito nel modo seguente: r = ( D D ) / D D corrisponde al denaro che viene investito in ogni ciclo produttivo, D corrisponde al denaro che viene ottenuto ad ogni ciclo produttivo.( D D ) tende ad aumentare all infinito, ad ogni ciclo produttivo D diventa sempre più elevato, sarà difficile quindi sostenere nel tempo il saggio di profitto. Nel lungo periodo non vi sarà più capitale da investire, il processo di accumulazione si interrompe e si entra in uno stato stazionario. La conflittualità tra capitalisti sta proprio nella corsa competitiva ad aumentare il saggio di profitto investendo sempre più capitale nella speranza di ottenere sempre più profitto. Marx all interno di questo incessante movimento prevede un eccesso di capacità produttiva ovvero una crisi da domanda provocata anche dallo scarso potere d acquisto degli operai il cui salario è tenuto basso. Marx individua in questo vincolo interno la contraddizione che riesce a far mutare le condizioni del sistema capitalista: di qui, secondo Marx, le crisi del capitalismo e il passaggio a un diverso modo di produzione. La tendenza alla caduta del saggio di profitto potrebbe venire rallentata da una ipotetica distruzione di capitale(es. guerre) oppure da un intervento dello stato. E' a questo punto interessante evidenziare come alcuni dei temi trattati da Smith, Ricardo e Marx siano stati poi ripresi successivamente da altri economisti, tra i quali Schumpeter che cerca di spiegare l'andamento crescente ma "oscillatorio" del sistema economico. Lo sviluppo economico procede a balzi, ma anche con brusche frenate, per poi ripartire. Egli si concentra sull'introduzione delle innovazioni che generalmente è costante ma a volte è anche saltuaria: queste "innovazioni"

14 non sono solo vere e proprie nuove tecnologie e nuovi macchinari, ma comprendono anche l'apertura di nuovi mercati, nuove fonti di materie prime, nuovi prodotti e nuovi tipi di organizzazione. Tutto ciò è coordinato poi dall'imprenditore, una figura chiave nella costruzione schumpeteriana, infatti nel momento in cui il profitto diventa statico, è lui che assume le vesti dell innovatore e che porta il sistema su di un sentiero più elevato di crescita economica. In questo modo l'innovazione diventa endogena al sistema stesso, che però deve essere caratterizzato da mercati concorrenziali. Schumpeter conia il termine di distruzione creatrice per il processo di sviluppo caratterizzato da continue innovazioni. 5.2 Altri approcci La teoria degli stadi di Rostow Le analisi economiche ed i tentativi di individuazione delle leggi immanenti dello sviluppo storico nel lungo periodo sono state poi riprese, in seguito, da altri studiosi, tra i quali Rostow (1960) che concentrandosi sui paesi meno sviluppati e sulle loro caratteristiche cerca di individuare una "via dello sviluppo". L'autore presenta una razionalizzazione del processo storico di sviluppo economico sulla via della modernizzazione e della crescita di tipo lineare, irreversibile, con tappe di percorrenza obbligatorie. In particolare ogni società attraversa necessariamente le seguenti cinque fasi. Per Rostow un indicatore essenziale per distinguere i vari stadi è il rapporto fra investimenti e PIL: I/Y. 1) Stadio primitivo (Società tradizionali) La struttura economica si sviluppa entro limitate funzioni produttive, non si escludono innovazioni ma la produzione è limitata in quanto non sono disponibili ed applicabili le potenzialità della scienza moderna. Quindi data la scarsa produttività la maggior parte delle risorse vengono impiegate in agricoltura (ciò che viene prodotto è sufficiente a mantenere la popolazione, ma niente più). Il sistema sociale deriva da tale struttura economica ed il potere è strettamente legato al possesso ed al controllo della terra. E tendenzialmente una società chiusa. 2) Stadio della transizione (Condizioni preliminari per il decollo) Questa è una fase importante in cui avvengono mutamenti fondamentali: si impongono il progresso tecnico e una concezione scientifica del processo produttivo ovvero le condizioni preliminari per lo sviluppo. Emerge inoltre il potere politico di coloro che controllano la tecnologia ovvero le figure nascenti degli imprenditori e di istituzioni come le banche che mobilitano il capitale. Tali condizioni si sono presentate in Europa nei secoli 17 e 18. 3) Stadio del take-off Vengono superate le resistenze allo sviluppo e prende il sopravvento il nuovo processo produttivo ora più forte grazie all'autoalimentazione dell'accumulazione. Si espande il settore "moderno" ed aumenta il reddito per coloro che risparmiano e mettono a disposizione i capitali per gli investimenti che arrivano ad essere almeno il 10% del reddito. Anche il settore agricolo si trasforma e vengono introdotte nuove tecniche in modo tale che si possa soddisfare la domanda di nuovi prodotti agricoli da parte del settore industriale. Aumenta la domanda (che negli stadi precedenti era di sussistenza) interna ed estera. Si trasforma la struttura economica ma anche quella sociale in modo da sostenere lo sviluppo, si assiste infatti all'ascesa di una classe che considera lo sviluppo come un'esigenza. 4) Stadio della maturità Dopo circa sessanta anni dal decollo, il sistema economico raggiunge la maturità (si tratta di società che hanno stabilizzato gli effetti dello stadio precedente). Tutti i processi produttivi sono moderni e

15 la nuova tecnologia è estesa a tutte le attività, e si va oltre le industrie che hanno potenziato il decollo. Il 20% circa del reddito nazionale viene reinvestito. Beni prima importati vengono ora prodotti ed altri ben vengono esportati, possono mancare le materie prime, ma in questa fase la dipendenza dall'estero è piuttosto una scelta economica che non una necessità. Sono società aperte ed autosufficienti. 5) Stadio del consumo di massa Il benessere è diffuso si raggiunge la massima produzione ed il godimento per tutti. Sale il reddito pro capite ed aumenta la popolazione urbana. Sorge lo stato del benessere ovvero non si cerca di espandere la tecnologia ma si assegnano risorse al benessere ed alla sicurezza sociale; si tende a produrre beni di consumo durevoli (per esempio l'auto di massa) e servizi Molti paesi in via di sviluppo possono essere considerati ancora al 2 /3 stadio perché non sono stati ancora in grado di raggiungere il take off. Del resto non ci sono meccanismi di passaggio da uno stadio ad un altro, lo sviluppo economico non è automatico, ma serve un intervento esterno La teoria della dipendenza Altri teorici, contemporanei di Rostow, non considerando il sottosviluppo come "stadio originario", hanno cercato di spiegarlo come processo della storia delle interrelazioni stesse tra paesi. Punto di vista fondamentale di questa teoria è la visione del sottosviluppo come un altro lato della stessa moneta, il che significa che il sottosviluppo non rappresenta uno stadio primitivo in cui un paese si trova e che come Rostow direbbe potrebbe essere superato così come è avvenuto per diversi paesi. Sottosviluppo è una condizione che si è necessariamente creata in certi paesi (quelli del Sud) in relazione ad un particolare tipo di sviluppo di altri paesi (quelli del Nord). Questi economisti, spesso provenienti da paesi in via di sviluppo, hanno elaborato la teoria della dipendenza inizialmente sviluppata in seno alla CEPAL (ECLAC), Commissione Economica per l America Latina e i Caraibi, e poi ripresa da economisti neo marxisti come Gunder Frank (1968). La situazione drammatica che l America Latina dovette affrontare in seguito alla depressione degli anni trenta portò alla consapevolezza della sua forte dipendenza nei confronti dei paesi sviluppati, alcuni economisti si interrogarono sulle ragioni del sottosviluppo e naturalmente su potenziali politiche da attuare. Si possono quindi far risalire le origini di tale teoria a filoni di pensiero che facevano riferimento ad una realtà storica e territoriale specifica. Vengono analizzate sia le relazioni che si instaurano tra paesi a livello mondiale e sia il modo in cui lo stadio di sviluppo di ogni paese influisce sul ruolo assunto nelle relazioni di scambio e di conseguenza sul futuro sviluppo dei paesi più arretrati. Prendiamo due paesi A e B che interagendo e scambiando tra loro si trasformano rispettivamente in A' e B'. A B A ' B' Se per qualche ragione si interrompe il collegamento tra paesi, questi ultimi devono necessariamente trasferire le relazioni che avevano tra loro, con altri paesi.

16 C A ' B' D C' A'' B' ' D ' Altrimenti i paesi A' e B' dovrebbero riconvertire la loro struttura economica e ritornare ad A e B. Tale struttura di interdipendenze potrebbe essere costruita per tutti i paesi. Il modo ed il tempo in cui entrano in relazione i paesi ne caratterizza completamente la struttura. Il problema fondamentale è che queste sono spesso relazioni tra diseguali e il rapporto che si viene a formare mantiene e rafforza la predominanza del paese più potente che basa la propria crescita economica sullo sfruttamento. Ogni paese ha un suo ruolo in questa struttura secondo i rapporti di dipendenza. Storicamente, le prime relazioni sono state quelle di tipo coloniale e anche quando questo tipo di rapporto si è interrotto si è visto come il paese-colonia ha dovuto fare in modo di ricreare il rapporto di "sfruttamento". Il processo di decolonizzazione ha riguardato solo lo sganciamento politico, ma non anche economico effettivo: i paesi-colonia sono diventati autonomi solo legalmente, ma non commercialmente. Per quanto riguarda i rapporti tra paesi sviluppati e paesi sottosviluppati nasce la concezione di una struttura economica dualista centro-periferia che nella visione di Frank si specificherà in una struttura satellite-metropoli. L'analisi degli economisti della dipendenza parte dalla critica della teoria dei "vantaggi comparati" di Ricardo a cui contrappongono la teoria dello "scambio diseguale". Secondo la teoria dei vantaggi comparati ogni paese si specializza nella produzione di quei beni il cui costo di produzione è relativamente inferiore al costo di produzione di altri beni. In questo contesto il progresso tecnologico e quindi l aumento di produttività sono inversamente proporzionali al prezzo del bene prodotto e venduto. Ciò significa che i paesi produttori di materie prime e importatori di manufatti sono avvantaggiati dal fatto che questi ultimi saranno venduti a prezzi sempre più bassi grazie all avanzamento della tecnologia, e ciò dovrebbe influenzare positivamente i paesi produttori di materie prime. A questo ragionamento si contrappone il pensiero della scuola della dipendenza. Se il paese B (identificabile con il "sud" del mondo o facente parte della periferia) ha come unico bene commerciabile le risorse naturali, le scambia con i prodotti del paese A ("nord" del mondo o centro). Questo processo avrebbe come risultato la tendenza storica al deterioramento delle ragioni di scambio. rappresentata dalla Figura 5.3.

17 Figura 5.3 Prezzi Vendite del nord Tendenza storica al deterioramento delle ragioni di scambio Vendite del sud Osservazione: Le ragioni di scambio rappresentano prezzo dei beni importati. Anni il prezzo dei beni esportati in termini del Il peggioramento delle ragioni di scambio nei paesi di periferia è imputabile al fatto che i mercati del sud e del nord sono diversi. Al nord c'è l'oligopolio per le merci prodotte (mark-up sul prezzo). Quello che dovrebbe essere il deterioramento dei prezzi dei manufatti nella teoria ricardiana, non è così immediato, in un mercato di oligopolio, poche imprese producono lo stesso bene avendo un influenza sul prezzo di mercato nei confronti della domanda. Le merci del sud sono scambiate in condizioni di concorrenza, ovvero il prezzo coincide con il costo di produzione: da questo scambio diseguale nasce appunto la dipendenza e lo sfruttamento. I mercati dei beni primari, dei beni di consumo secondari (durevoli) e dei beni di investimento (capitali/strumentali) hanno infatti un andamento ed un modo di operare diversi: i beni primari sono caratterizzati da forte concorrenza tra produttori e da mercati fortemente controllati dagli acquirenti. A questo va però aggiunto che la diversificazione dei prezzi può essere anche imputabile al diverso modo in cui, nei due paesi il progresso tecnico è incorporato nella produzione: al sud viene modificato solo il processo ed il prodotto spesso rimane lo stesso, il prezzo di vendita non ne risente particolarmente. Al nord invece il progresso tecnico agisce anche sul prodotto che viene modificato, di conseguenza variano i prezzi. Al nord vengono prodotti beni maggiormente sensibili alle innovazioni del progresso tecnico. L innovazione non solo è importante per la produttività, ma può agire sulla produzione apportandone modifiche e miglioramenti rilevanti che comporteranno variazioni verso l alto sui prezzi di vendita. Inoltre si deve considerare anche l elasticità della domanda dei beni in relazione al reddito. La proporzione di beni primari domandati è inversamente proporzionale all incremento del reddito (legge di Engel). La proporzione di beni secondari domandati cresce invece al crescere del reddito. Questa osservazione è significativa nella visione dello scambio diseguale. Se il reddito dei paesi del centro cresce, la variazione della domanda di beni primari importati (prodotti nei paesi del sud) sarebbe percentualmente inferiore alla variazione della domanda di beni secondari importati dai paesi del sud se questi avessero un incremento del reddito delle stesse dimensioni. Gli effetti principali derivanti dalla dipendenza, secondo gli economisti che sostengono questa teoria, sono:

18 a) La monocultura: la produzione si concentra su pochi prodotti che possono essere competitivi a livello internazionale però se è maggiore questa produzione, aumenta il volume delle esportazioni, ma diminuisce il prezzo. La struttura produttiva di conseguenza è duale, solo una parte dell'economia è competitiva. Coloro che appartengono al settore competitivo hanno una struttura della domanda simile a quella dei paesi del nord, che però non può essere soddisfatta dalla produzione interna e quindi i beni di consumo vanno importati. Quindi gran parte del sovrappiù derivante dalle esportazioni viene speso in importazioni e non viene utilizzata per allargare le base della produzione. Questo meccanismo si autoalimenta visto che il settore tradizionale non ha risorse per svilupparsi. Inoltre si assiste all'omogeneizzazione dei consumi tra settore competitivo e tradizionale. b) La struttura produttiva e del consumo fanno sì che la bilancia commerciale di questi paesi presenti un deficit strutturale. La soluzione è rappresentata da prestiti esteri che creano dipendenza finanziaria. c) Esiste inoltre dipendenza tecnologica. I paesi del sud del mondo essendo specializzati nella produzione di beni specifici, hanno meno stimoli a produzione nuove tecnologie. Il progresso tecnologico deriva fondamentalmente dai paesi del nord. paesi periferia devono necessariamente rivolgersi al centro per chiedere le tecnologie che in parte comunque sono necessarie nei processi di produzione. Il modello sviluppato da uno dei più alti esponenti di questa scuola di pensiero è quello della struttura Metropoli-Satellite. Nel suo modello il rapporto di dipendenza include esplicitamente anche un rapporto di sfruttamento da parte dell entità metropoli. Dal suo modello è interessante notare come ogni unità potrebbe ricoprire i ruoli di Metropoli e di Satellite contemporaneamente a seconda della prospettiva dalla la quale si guarda il ciclo economico. M s s La soluzione proposta sarà quindi lo sganciamento e il tentativo di iniziare un processo di industrializzazione là dove non si è ancora innescato. Può essere attuato con una politica di protezione del paese dalle importazione dei prodotti dei paesi del nord, tentando di rendersi "autonomi", o import substitution. L'applicazione di questa strategia dovrebbe passate per la tassazione dei redditi dei capitalisti al fine di fornire le risorse necessarie per iniziare il processo di indipendenza del settore tradizionale. Essendo però questo settore troppo poco competitivo, almeno inizialmente, bisognerebbe procedere con un'industrializzazione protetta: tasse e vincoli sulle importazioni e sussidi alle imprese che producono per l'esportazione, ma ancora una svalutazione del tasso di cambio per potenziare la competitività attraverso i prezzi. Questo tipo di protezione può però essere solo temporaneo, perché il protezionismo può causare ritorsioni da parte dei paesi "danneggiati". Alcuni studiosi, hanno sottolineato anche l importanza della realizzazione di un cambiamento strutturale interno che necessariamente deve accompagnare le politiche esterne. opera del governo

19 potrebbe essere particolarmente proficua nei tentativi di sviluppo tecnologico in tutti i settori, di ridistribuzione equa dei redditi, lotta alla emarginazione e miglioramenti sociali, riforme agrarie Appare quindi più adatta una politica di protezione selettiva, a fasi successiva come in effetti è stata attuata dai paesi dell'est asiatico. Infatti i paesi che hanno effettivamente applicato le politiche di protezione "pure" (Cile, Messico, Brasile negli anni '70) non hanno raggiunto i risultati sperati. Con l'iniziale protezione è stata tentata una diffusa industrializzazione e non ci si è concentrati su settori particolari e nel momento in cui si è tentato di ridurre le protezioni è andata in crisi la produzione. La causa principali del fallimento è stata ricondotta alla poca capacità di innovazione che non si è sviluppata perché sono mancati gli incentivi: un'impresa protetta non ha bisogno di "rischiare". Queste imprese sono state poi acquistate da multinazionali e da imprenditori esteri: il tentativo di rendersi indipendenti ha portato una forte dipendenza internazionale. La teoria della dipendenza è stata criticata da molti per i fallimenti verificatisi in quei paesi che hanno tentato politiche protezionistiche in più le sono state anche attribuite delle caratteristiche di genericità e limitatezza. Infatti tale costruzione teorica non riesce a spiegare le notevoli differenze di sviluppo socio economico mostrate da paesi sottoposti ad una simile dipendenza economica come non viene motivata l'esistenza di paesi originariamente sottosviluppati che poi sono riusciti a modificare le loro relazioni economiche con i paesi sviluppati. Indubbiamente tale teoria e le relative misure di attuazione non hanno attirato la simpatia dei grandi centri finanziari del Nord improntati verso politiche di libero scambio L approccio dell economia mondo Per superare le debolezza della teoria della dipendenza si è sviluppata la teoria dell'interdipendenza anche detta teoria dell'economia Mondo che riconosce la complessità del sistema economico mondiale (al di là della rigida dicotomia sviluppo- sottosviluppo). Immanuel Wallerstein, il maggiore teorico dell'economia Mondo condivide le ipotesi base della teoria della dipendenza, ovvero che l'invasione delle merci e della tecnologia occidentali abbiano imposto a tutto il mondo il modo di produzione relativo. Conseguentemente si è avuta una diffusione su scala mondiale dell'economia capitalista. Nato come entità economica, il sistema mondiale non si è mai trasformato in un impero politico perché le stesse tecniche del moderno capitalismo e la tecnologia fanno sì che il sistema debba essere in continuo mutamento: le forze di interesse personale che lo tengono insieme sono anche in perenne conflitto. Il territorio inoltre ha confini "fluidi" determinati dallo stato della tecnologia e dei trasporti. All'interno dei confini ci sono i core states, il centro: potenti strutture statali associate a forte cultura nazionale che utilizzata a difesa e giustificazione dei vantaggi ottenuti. Sono caratterizzati da forte accumulazione e innovazione (progresso tecnico). Entro i confini, ma in posizione marginale rispetto al centro ci sono le peripheral areas, la periferia, ove lo stato nazionale si presenta con caratteri di debolezza. Sono paesi che dipendono dal centro, paesi in cui non si fa accumulazione di capitale e si hanno forme societarie arretrate. Interagiscono con il centro e questo ha comunque bisogno di loro. Tra i due ci sono le semiperipheral areas, la semiperiferia, che rispetto ai core states hanno minore complessità delle attività economiche, minore potenza dell'apparato statale e minore integrazione della cultura nazionale. Queste aree servono come "cuscinetto" per ammortizzare le pressioni che le aree periferiche rivolgerebbero altrimenti nei confronti dei core states. Alcuni di questi paesi possono fungere da centro per alcune periferie. Al di fuori dei confini vi è poi un external area che non è coinvolta nei meccanismi del sistema economico mondiale ma è anche il potenziale terreno di espansione del sistema stesso.

20 Il ruolo di ogni paese dipende dall'area in cui si colloca nel contesto capitalista ove si premia con maggiori profitti l'accumulazione di capitale e di capacità superiori e si remunera limitatamente il lavoro meno qualificato. L'accumulazione è un fenomeno che appartiene tipicamente ai core states. Infatti una delle caratteristiche del sistema stesso è il dinamismo in quanto ciascun paese tende costantemente a cercare nuove chanches economiche quindi nel lungo periodo le posizioni possono mutare. Con queste affermazioni Wallerstein si differenzia dai teorici della dipendenza che vedono la situazione stazionaria, la sua analisi si concentra infatti sulle dinamiche dello sviluppo e del declino economico dei vari paesi. La sua conclusione principale è però che gli equilibri attuali possono essere mutati radicalmente solo con fenomeni rivoluzionari ad opera di quelle masse urbane e rurali maggiormente penalizzate dal sistema. Del resto però anche la teoria dell'interdipendenza incorpora situazioni molto diverse all'interno di una stessa categoria e sottovaluta i meccanismi socio-economici e politici interni ad ogni singolo paese. Bibliografia Bhaduri A., Ortodox development theories and their application to less developed countries, in G. Vaggi (a cura di) From the debt crisis to sustainable development, Macmillan, London, Fei J., Ranis G., 1963, Development of the Labor Surplus Economy: Theory and Policy, Homewood, III: Irwin Rostow W.W., 1960, The Stages of Economic Growth Thomas R. malthus 1798, An Essay on the Principle of Population, J. Johnson, London, Augustus M. Kelley Reprints, New York, Oppure, in italiano: Frank G., Lo sviluppo del sottosviluppo, Monthly Review (ed. it) n.5/6, 1968 (pp.40-45). Groenewegn P.D. e Vaggi G. 2002, Il pensiero economico, Carocci, Roma. Kaldor N., Problemi di industrializzazione nei paesi in via di sviluppo, in Jossa B.,(a cura di) Economia de sottosviluppo, Il Mulino, Bologna 1973 (pp ) Lewis W.A., Sviluppo economico con disponibilità illimitate di mano d'opera in Agarwala A.N., Singh S.P. (a cura di), L'economia dei paesi sottosviluppati, Feltrinelli, Milano 1966 (pp ) Rostow W.W., La teoria degli stadi di sviluppo in Mutti A. (a cura di), Sociologia dello sviluppo e paesi sottosviluppati, Loescher, Torino 1974 (pp )

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2013/14] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania) 6-1 Struttura della presentazione Domanda e

Dettagli

Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13)

Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13) Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13) Soluzione Esame (11 gennaio 2013) Prima Parte 1. (9 p.) (a) Ipotizzate che in un mondo a due paesi, Brasile e Germania, e due prodotti, farina

Dettagli

La teoria dell offerta

La teoria dell offerta La teoria dell offerta Tecnologia e costi di produzione In questa lezione approfondiamo l analisi del comportamento delle imprese e quindi delle determinanti dell offerta. In particolare: è possibile individuare

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale adattamento italiano di Novella Bottini 1 Struttura della presentazione Domanda e offerta relative Benessere e ragioni di scambio Effetti della

Dettagli

PRODUZIONE E CRESCITA

PRODUZIONE E CRESCITA Università degli studi di MACERATA ECONOMIA POLITICA: MICROECONOMIA A.A. 2012/2013 PRODUZIONE E CRESCITA Fabio CLEMENTI E-mail: fabio.clementi@unimc.it Web: http://docenti.unimc.it/docenti/fabio-clementi

Dettagli

Principi di Economia - Macroeconomia Esercitazione 3 Risparmio, Spesa e Fluttuazioni di breve periodo Soluzioni

Principi di Economia - Macroeconomia Esercitazione 3 Risparmio, Spesa e Fluttuazioni di breve periodo Soluzioni Principi di Economia - Macroeconomia Esercitazione 3 Risparmio, Spesa e Fluttuazioni di breve periodo Soluzioni Daria Vigani Maggio 204. In ciascuna delle seguenti situazioni calcolate risparmio nazionale,

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2015/16 ] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania, Margherita Scoppola e Francesco Aiello) 6-1

Dettagli

MD 9. La macroeconomia delle economie aperte. UD 9.1. Macroeconomia delle economie aperte

MD 9. La macroeconomia delle economie aperte. UD 9.1. Macroeconomia delle economie aperte MD 9. La macroeconomia delle economie aperte In questo modulo, costituito da due Unità, ci occuperemo di analizzare il funzionamento delle economie aperte, ossia degli scambi a livello internazionale.

Dettagli

Karl Marx. Il Capitale

Karl Marx. Il Capitale Karl Marx Il Capitale Il Capitale Marx esamina le leggi economiche che regolano lo sviluppo del capitalismo, dalle quali dipende destino della borghesia. Critica dell economia politica Marx prende le distanze

Dettagli

Risparmio, investimenti e sistema finanziario

Risparmio, investimenti e sistema finanziario Risparmio, investimenti e sistema finanziario Una relazione fondamentale per la crescita economica è quella tra risparmio e investimenti. In un economia di mercato occorre individuare meccanismi capaci

Dettagli

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed. Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,

Dettagli

Inflazione e Produzione. In questa lezione cercheremo di rispondere a domande come queste:

Inflazione e Produzione. In questa lezione cercheremo di rispondere a domande come queste: Inflazione e Produzione In questa lezione cercheremo di rispondere a domande come queste: Da cosa è determinata l Inflazione? Perché le autorità monetarie tendono a combatterla? Attraverso quali canali

Dettagli

PIL : produzione e reddito

PIL : produzione e reddito PIL : produzione e reddito La misura della produzione aggregata nella contabilità nazionale è il prodotto interno lordo o PIL. Dal lato della produzione : oppure 1) Il PIL è il valore dei beni e dei servizi

Dettagli

UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario

UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario Inquadramento generale In questa unità didattica analizzeremo come i risparmi delle famiglie affluiscono alle imprese per trasformarsi in investimenti.

Dettagli

DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette)

DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette) In una ora rispondere alle dieci domande a risposta multipla e a una delle due domande a risposta aperta, e risolvere l esercizio. DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione

Dettagli

Indice. 1 La disoccupazione ---------------------------------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6

Indice. 1 La disoccupazione ---------------------------------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6 INEGNAMENO DI EONOMIA OLIIA LEZIONE VIII IL EORE DELL OUAZIONE ROF. ALDO VAOLA Economia olitica Indice 1 La disoccupazione ----------------------------------------------------------------------------------------

Dettagli

Lezione 14. Risparmio e investimento. Leonardo Bargigli

Lezione 14. Risparmio e investimento. Leonardo Bargigli Lezione 14. Risparmio e investimento Leonardo Bargigli Risparmio e investimento nella contabilità nazionale Ripartiamo dalla definizione di PIL in termini di spesa finale Y = C + I + G + NX Consideriamo

Dettagli

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO A cura dell Ufficio Studi Confcommercio LE DINAMICHE ECONOMICHE DEL VENETO Negli ultimi anni l economia del Veneto è risultata tra le più

Dettagli

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche Osservatorio24 def 27-02-2008 12:49 Pagina 7 Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO 2.1 La produzione industriale e i prezzi alla produzione Nel 2007 la produzione industriale

Dettagli

Capitolo II. La forma del valore. 7. La duplice forma in cui si presenta la merce: naturale e di valore.

Capitolo II. La forma del valore. 7. La duplice forma in cui si presenta la merce: naturale e di valore. Capitolo II La forma del valore 7. La duplice forma in cui si presenta la merce: naturale e di valore. I beni nascono come valori d uso: nel loro divenire merci acquisiscono anche un valore (di scambio).

Dettagli

Moneta e Tasso di cambio

Moneta e Tasso di cambio Moneta e Tasso di cambio Come si forma il tasso di cambio? Determinanti del tasso di cambio nel breve periodo Determinanti del tasso di cambio nel lungo periodo Che cos è la moneta? Il controllo dell offerta

Dettagli

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE CLASSE 3 E ANNO SCOLASTICO 2015/2016 PROF.SA CALCAGNO VALERIA

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE CLASSE 3 E ANNO SCOLASTICO 2015/2016 PROF.SA CALCAGNO VALERIA LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE CLASSE 3 E ANNO SCOLASTICO 2015/2016 PROF.SA CALCAGNO VALERIA DOVE NASCE CHE COSA IMPLICA NASCE IN INGHILTERRA PERMETTE ALL UOMO DI AVERE UNA FORMA DI ENERGIA: QUELLA DEL VAPORE.

Dettagli

Capitolo 26. Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S.

Capitolo 26. Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Capitolo 26 Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale In questa lezione Banca centrale Europea (BCE) e tassi di interesse: M D e sue determinanti; M S ed equilibrio del mercato monetario;

Dettagli

Indice di rischio globale

Indice di rischio globale Indice di rischio globale Di Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Introduzione Con tale studio abbiamo cercato di creare un indice generale capace di valutare il rischio economico-finanziario

Dettagli

Disoccupazione e salario reale

Disoccupazione e salario reale Disoccupazione e salario reale Testo di studio raccomandato: Mankiw, Principi di Economia, 3 ed., 2004, Zanichelli Capitolo 28 La disoccupazione Come si misura la disoccupazione? Come si interpretano i

Dettagli

Il mercato dei beni. Prof. Sartirana

Il mercato dei beni. Prof. Sartirana Il mercato dei beni Prof. Sartirana Gli scambi di beni economici avvengono tra soggetti che vengono definiti: soggetti economici I soggetti economici sono 4 ed ognuno di essi ha necessità diverse. I soggetti

Dettagli

Lezione 18 1. Introduzione

Lezione 18 1. Introduzione Lezione 18 1 Introduzione In questa lezione vediamo come si misura il PIL, l indicatore principale del livello di attività economica. La definizione ed i metodi di misura servono a comprendere a quali

Dettagli

Capitolo 21. Risparmio e formazione di capitale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Bernanke

Capitolo 21. Risparmio e formazione di capitale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Bernanke Capitolo 21 Risparmio e formazione di capitale In questa lezione Risparmio individuale: risparmio e ricchezza moventi del risparmio (tasso di interesse, ciclo di vita, precauzionale, profili consumo) Risparmio

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

LA PRODUZIONE. Le imprese si classificano in base ai beni prodotti e alla figura dell imprenditore:

LA PRODUZIONE. Le imprese si classificano in base ai beni prodotti e alla figura dell imprenditore: LA PRODUZIONE La produzione è l attività umana che crea o aumenta l utilità dei beni. Si attua mediante trasformazione, trasporto, conservazione. I mezzi tecnici della produzione sono combinati nell azienda

Dettagli

Edited by Foxit PDF Editor Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 For Evaluation Only.

Edited by Foxit PDF Editor Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 For Evaluation Only. In un mercato del lavoro competitivo esistono due tipi di lavoratori, quelli con alta produttività L A, che producono per 30 $ l'ora, e quelli con bassa produttività, L B, che producono per 5 $ l'ora.

Dettagli

Richiami di teoria della domanda di moneta

Richiami di teoria della domanda di moneta Richiami di teoria della domanda di moneta Parte seconda La teoria della preferenza della liquidità di Keynes Keynes distingue tre moventi principali per cui si detiene moneta. Transattivo Precauzionale

Dettagli

Capitolo V. I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM

Capitolo V. I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM Capitolo V. I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM 2 OBIETTIVO: Il modello IS-LM Fornire uno schema concettuale per analizzare la determinazione congiunta della produzione e del tasso

Dettagli

Lezione 23 Legge di Walras

Lezione 23 Legge di Walras Corso di Economia Politica prof. S. Papa Lezione 23 Legge di Walras Funzione del Consumo Facoltà di Economia Università di Roma La Sapienza Perché la macroeconomia I problem illustrati nelle lezione precedente

Dettagli

Domande a scelta multipla 1

Domande a scelta multipla 1 Domande a scelta multipla Domande a scelta multipla 1 Rispondete alle domande seguenti, scegliendo tra le alternative proposte. Cercate di consultare i suggerimenti solo in caso di difficoltà. Dopo l elenco

Dettagli

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE La sequenza costituisce un esempio di SUCCESSIONE. Ecco un altro esempio di successione: Una successione è dunque una sequenza infinita di numeri reali (ma potrebbe

Dettagli

ESERCITAZIONI per il corso di ECONOMIA DELL ARTE E DELLA CULTURA 1 1 MODULO (prof. Bianchi) a.a. 2007-2008

ESERCITAZIONI per il corso di ECONOMIA DELL ARTE E DELLA CULTURA 1 1 MODULO (prof. Bianchi) a.a. 2007-2008 ESERCITAZIONI per il corso di ECONOMIA DELL ARTE E DELLA CULTURA 1 1 MODULO (prof. Bianchi) a.a. 2007-2008 A. Il modello macroeconomico in economia chiusa e senza settore pubblico. A.1. Un sistema economico

Dettagli

I DIECI PRINCIPI DELL ECONOMIA

I DIECI PRINCIPI DELL ECONOMIA Corso di Laurea in Servizio Sociale Istituzioni di Economia Introduzione allo studio dell Economia I DIECI PRINCIPI DELL ECONOMIA (Capitolo 1) Il termine economia... Deriva da una parola greca che significa

Dettagli

Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria Corso di Laurea in Scienze Economiche A.A. 2008-2009 LEZIONE 2

Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria Corso di Laurea in Scienze Economiche A.A. 2008-2009 LEZIONE 2 Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria Economia Internazionale Corso di Laurea in Scienze Economiche A.A. 2008-2009 MATERIALE DIDATTICO da integrare al libro di testo: Hill C.W.L. International

Dettagli

Aspettative, Produzione e Politica Economica

Aspettative, Produzione e Politica Economica Aspettative, Produzione e Politica Economica In questa lezione: Studiamo gli effetti delle aspettative sui livelli di spesa e produzione. Riformuliamo il modello IS-LM in un contesto con aspettative. Determiniamo

Dettagli

Lezione 17: Le motivazioni del libero commercio: Teoria classica di

Lezione 17: Le motivazioni del libero commercio: Teoria classica di Politiche Economiche Europee stefano.papa@uniroma1.it Lezione 17: Le motivazioni del libero commercio: Teoria classica di Smith e Ricardo Facoltà di Economia Sapeinza, Università di Roma Le motivazioni

Dettagli

CAPITOLO 11 Innovazione cam i amen o

CAPITOLO 11 Innovazione cam i amen o CAPITOLO 11 Innovazione e cambiamento Agenda Ruolo strategico del cambiamento Cambiamento efficace Cambiamento tecnologico Cambiamento di prodotti e servizi i Cambiamento strategico e strutturale Cambiamento

Dettagli

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Macroeconomia sui capitoli 21, 22 e 23. Dott.ssa Rossella Greco

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Macroeconomia sui capitoli 21, 22 e 23. Dott.ssa Rossella Greco Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica Esercitazione di Macroeconomia sui capitoli 21, 22 e 23 Dott.ssa Rossella Greco Domanda 1 (Problema 4. dal Cap. 21 del Libro di Testo) a) Gregorio,

Dettagli

Economia Internazionale. Movimento internazionale dei fattori

Economia Internazionale. Movimento internazionale dei fattori Economia Internazionale Movimento internazionale dei fattori Adalgiso Amendola adamendola@unisa.it Organizzazione del capitolo Introduzione La mobilità internazionale del lavoro I prestiti internazionali

Dettagli

L azienda e la sua gestione P R O F. S A R T I R A N A

L azienda e la sua gestione P R O F. S A R T I R A N A L azienda e la sua gestione P R O F. S A R T I R A N A L azienda può essere considerata come: Un insieme organizzato di beni e persone che svolgono attività economiche stabili e coordinate allo scopo di

Dettagli

Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014

Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014 Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici Università degli Studi di Bari Aldo Moro Corso di Macroeconomia 2014 1. Assumete che = 10% e = 1. Usando la definizione di inflazione attesa

Dettagli

I rapporti economici internazionali. Liberismo e protezionismo La Bilancia dei pagamenti Il cambio La globalizzazione

I rapporti economici internazionali. Liberismo e protezionismo La Bilancia dei pagamenti Il cambio La globalizzazione I rapporti economici internazionali Liberismo e protezionismo La Bilancia dei pagamenti Il cambio La globalizzazione Il commercio internazionale E costituito da tutti gli scambi di beni e servizi tra gli

Dettagli

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel

Dettagli

Massimizzazione del profitto

Massimizzazione del profitto Massimizzazione del profitto Diversi tipi di impresa Obiettivo dell impresa: massimo profitto Profitto Economico e Profitto Contabile Costo Economico (Costo Opportunità) Profitto Normale e Extra-Profitto

Dettagli

Aspettative, consumo e investimento

Aspettative, consumo e investimento Aspettative, consumo e investimento In questa lezione: Studiamo come le aspettative di reddito e ricchezza futuro determinano le decisioni di consumo e investimento degli individui. Studiamo cosa determina

Dettagli

ECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE. (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra)

ECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE. (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra) ECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra) La GESTIONE (operazioni che l azienda compie per raggiungere i suoi fini) può essere: ORDINARIA

Dettagli

I ricavi ed i costi di produzione

I ricavi ed i costi di produzione I ricavi ed i costi di produzione Supponiamo che le imprese cerchino di operare secondo comportamenti efficienti, cioè comportamenti che raggiungono i fini desiderati con mezzi minimi (o, che è la stessa

Dettagli

POLITICHE PER LA BILANCIA DEI PAGAMENTI

POLITICHE PER LA BILANCIA DEI PAGAMENTI capitolo 15-1 POLITICHE PER LA BILANCIA DEI PAGAMENTI OBIETTIVO: EQUILIBRIO (ANCHE SE NEL LUNGO PERIODO) DISAVANZI: IMPLICANO PERDITE DI RISERVE VALUTARIE AVANZI: DANNEGGIANO ALTRI PAESI E CONDUCONO A

Dettagli

Il vantaggio comparato. Il vantaggio comparato. Il vantaggio comparato

Il vantaggio comparato. Il vantaggio comparato. Il vantaggio comparato Il vantaggio comparato Nel giorno di San Valentino la domanda statunitense di rose è di circa 10 milioni. Coltivare rose negli Stati Uniti d inverno è difficile. E necessario l uso di serre riscaldate.

Dettagli

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE: IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:! definisce i bisogni e i desideri insoddisfatti! ne definisce l ampiezza! determina quali mercati obiettivo l impresa può meglio servire! definisce i prodotti

Dettagli

b. Che cosa succede alla frazione di reddito nazionale che viene risparmiata?

b. Che cosa succede alla frazione di reddito nazionale che viene risparmiata? Esercitazione 7 Domande 1. L investimento programmato è pari a 100. Le famiglie decidono di risparmiare una frazione maggiore del proprio reddito e la funzione del consumo passa da C = 0,8Y a C = 0,5Y.

Dettagli

Corso di Politica Economica

Corso di Politica Economica Anno accademico 2014/2015 Corso di Politica Economica Docente: Claudio Di Berardino Informazioni sito docente: http://claudiodiberardino.jimdo.com mail: c.diberardino@unich.it 1 lezione - Le teorie degli

Dettagli

Imprese multinazionali e outsourcing

Imprese multinazionali e outsourcing Economia Internazionale Alireza Naghavi Capitolo 9 (a) L outsourcing di beni e servizi 1 Imprese multinazionali e outsourcing Gli investimenti diretti all estero rappresentano quegli investimenti in cui

Dettagli

RISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO

RISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO Università degli studi di MACERATA Facoltà di SCIENZE POLITICHE ECONOMIA POLITICA: MICROECONOMIA A.A. 2009/2010 RISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO Fabio CLEMENTI E-mail: fabio.clementi@univpm.it

Dettagli

Economia del Lavoro 2010

Economia del Lavoro 2010 Economia del Lavoro 2010 Capitolo 6-3 Il capitale umano -Il modello dell istruzione 1 Il capitale umano Il modello dell istruzione L istruzione, come abbiamo visto, è associata a tassi di disoccupazione

Dettagli

Economia Aperta. In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta. Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta

Economia Aperta. In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta. Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta Economia Aperta In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta 158 Economia aperta applicata ai mercati dei beni mercati

Dettagli

Risparmio e Investimento

Risparmio e Investimento Risparmio e Investimento Risparmiando un paese ha a disposizione più risorse da utilizzare per investire in beni capitali I beni capitali a loro volta fanno aumentare la produttività La produttività incide

Dettagli

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo. DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti

Dettagli

Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale

Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale 1. IL VALORE ATTUALE La logica di investimento aziendale è assolutamente identica a quella adottata per gli strumenti finanziari. Per poter

Dettagli

Equazione quantitativa della moneta

Equazione quantitativa della moneta Moneta e inflazione Equazione quantitativa della moneta Gli individui detengono moneta allo scopo di acquistare beni e servizi QUINDI la quantità di moneta è strettamente correlata alla quantità che viene

Dettagli

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1 VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1 Secondo i dati forniti dall Eurostat, il valore della produzione dell industria agricola nell Unione Europea a 27 Stati Membri nel 2008 ammontava a circa 377 miliardi

Dettagli

Economia Aperta. In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta. Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta

Economia Aperta. In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta. Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta Economia Aperta In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta 167 Economia aperta applicata ai mercati dei beni mercati

Dettagli

5 Risparmio e investimento nel lungo periodo

5 Risparmio e investimento nel lungo periodo 5 Risparmio e investimento nel lungo periodo 5.1 Il ruolo del mercato finanziario Il ruolo macroeconomico del sistema finanziario è quello di far affluire i fondi risparmiati ai soggetti che li spendono.

Dettagli

Introduzione all economia

Introduzione all economia Introduzione all economia 4.X.2005 Macro e microeconomia La teoria economica è divisa in due sezioni principali: la microeconomia e la macroeconomia La microeconomia studia il comportamento dei singoli

Dettagli

La Moneta e i Mercati Monetari. Introduciamo una nuova definizione della domanda di moneta (domanda di moneta di tipo keynesiano)

La Moneta e i Mercati Monetari. Introduciamo una nuova definizione della domanda di moneta (domanda di moneta di tipo keynesiano) La Moneta e i Mercati Monetari In questa lezione: Determiniamo le funzioni e l origine della moneta Introduciamo una nuova definizione della domanda di moneta (domanda di moneta di tipo keynesiano) Data

Dettagli

IL SISTEMA INFORMATIVO

IL SISTEMA INFORMATIVO LEZIONE 15 DAL MODELLO DELLE CONDIZIONI DI EQUILIBRIO AL MODELLO CONTABILE RIPRESA DEL CONCETTO DI SISTEMA AZIENDALE = COMPLESSO DI ELEMENTI MATERIALI E NO CHE DIPENDONO RECIPROCAMENTE GLI UNI DAGLI ALTRI

Dettagli

studieremo quali sono gli indicatori più importanti per determinare lo stato di salute di un economia

studieremo quali sono gli indicatori più importanti per determinare lo stato di salute di un economia La Produzione Aggregata: metodi di misurazione del livello di attività e della congiuntura In questa lezione: studieremo quali sono gli indicatori più importanti per determinare lo stato di salute di un

Dettagli

Introduzione alla macroeconomia

Introduzione alla macroeconomia Corso di Economia italiana AA 2013-2014 Prima parte Introduzione alla macroeconomia Prof. Silvia Nenci silvia.nenci@uniroma3.it Cosa cerca di spiegare la macroeconomia Mentre la microeconomia ci mostra

Dettagli

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI Aggiornamento del 29 maggio 2015 I CONTENUTI IL SISTEMA ECONOMICO LA FINANZA PUBBLICA LA SANITA IL SISTEMA ECONOMICO LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI IL PIL PIL: DINAMICA E PREVISIONI NEI PRINCIPALI PAESI UE

Dettagli

MICROECONOMIA La teoria del consumo: Alcuni Arricchimenti. Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza

MICROECONOMIA La teoria del consumo: Alcuni Arricchimenti. Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza MICROECONOMIA La teoria del consumo: Alcuni Arricchimenti Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza 1 Dotazioni iniziali Il consumatore dispone ora non di un dato reddito monetario ma di un ammontare

Dettagli

Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo

Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Lezione 14 Equilibrio economico generale (efficienza nello scambio) e fallimenti del mercato Facoltà di Scienze della Comunicazione

Dettagli

Equilibrio macroeconomico neoclassico

Equilibrio macroeconomico neoclassico Equilibrio macroeconomico neoclassico La teoria neoclassica (TN) Rappresentò il paradigma teorico di riferimento fino alla crisi del 1929 e prima di Keynes Ancora oggi alcune scuole di pensiero più recenti

Dettagli

Il sistema monetario

Il sistema monetario Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti

Dettagli

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese Nel corso degli ultimi anni diversi studiosi e responsabili di importanti istituzioni hanno sostenuto che le cooperative hanno reagito alla crisi in corso meglio delle altre forme di impresa. La maggior

Dettagli

Introduzione al concetto di azienda e alle operazioni di gestione

Introduzione al concetto di azienda e alle operazioni di gestione Introduzione al concetto di azienda e alle operazioni di gestione 1 L attività economica L attività umana diventa attività ECONOMICA quando comporta l uso di beni, risorse ovvero di mezzi scarsi, per la

Dettagli

Economia del Lavoro 2010

Economia del Lavoro 2010 Economia del Lavoro 2010 Capitolo 6-3 Il capitale umano - L addestramento sul lavoro e il profilo età - guadagni 1 L addestramento sul lavoro e il profilo età - guadagni La forma del profilo età guadagni

Dettagli

LA COMBINAZIONE DEI FATTORI PRODUTTIVI CAP. 5

LA COMBINAZIONE DEI FATTORI PRODUTTIVI CAP. 5 LA COMBINAZIONE DEI FATTORI PRODUTTIVI CAP. 5 Appunti di estimo Il fine economico dell imprenditore Le motivazioni che spingono un imprenditore ad avviare attività di impresa sono: Produrre beni e servizi,

Dettagli

Le obbligazioni: misure di rendimento Tassi d interesse, elementi di valutazione e rischio delle attività finanziarie

Le obbligazioni: misure di rendimento Tassi d interesse, elementi di valutazione e rischio delle attività finanziarie Le obbligazioni: misure di rendimento Tassi d interesse, elementi di valutazione e rischio delle attività finanziarie Economia degli Intermediari Finanziari 29 aprile 2009 A.A. 2008-2009 Agenda 1. Il calcolo

Dettagli

Mercato mondiale. Lezione 13 18 Marzo 2015. UniGramsci 2014-2015 (ii parte)

Mercato mondiale. Lezione 13 18 Marzo 2015. UniGramsci 2014-2015 (ii parte) Mercato mondiale Lezione 13 18 Marzo 2015 1 dalla scorsa lezione Lo sviluppo dell accumulazione genera i seguenti fenomeni: Aumento della produttività del lavoro (quindi incremento del rapporto lavoro

Dettagli

Il mercato assicurativo: selezione avversa, fallimenti del mercato, menù di contratti, assicurazione obbligatoria

Il mercato assicurativo: selezione avversa, fallimenti del mercato, menù di contratti, assicurazione obbligatoria Il mercato assicurativo: selezione avversa, fallimenti del mercato, menù di contratti, assicurazione obbligatoria Esercizio 1 Ci sono 2000 individui ciascuno con funzione di utilità Von Neumann-Morgestern

Dettagli

Pianificazione urbanistica La rendita fondiaria

Pianificazione urbanistica La rendita fondiaria Università di Pisa Facoltà di Ingegneria AA 2015/2016 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA Luisa Santini TECNICA URBANISTICA I Pianificazione urbanistica La rendita fondiaria LA PROPRIETÀ PRIVATA

Dettagli

Istituzioni di Economia

Istituzioni di Economia Corso di laurea in Servizio Sociale Istituzioni di Economia I costi di produzione (Capitolo 13) I costi di produzione La legge dell offerta P Offerta Le imprese sono disposte a produrre e vendere quantità

Dettagli

IL CAPITALE. 1) Domanda di capitale 2) Offerta di capitale

IL CAPITALE. 1) Domanda di capitale 2) Offerta di capitale IL CAPITALE 1) Domanda di capitale 2) Offerta di capitale CAPITALE FINANZIARIO E CAPITALE REALE Col termine capitale i si può riferire a due concetti differenti Il capitale finanziario è costituito dalla

Dettagli

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE.

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE. IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE. Lezione 5 Castellanza, 17 Ottobre 2007 2 Summary Il costo del capitale La relazione rischio/rendimento

Dettagli

La Minimizzazione dei costi

La Minimizzazione dei costi La Minimizzazione dei costi Il nostro obiettivo è lo studio del comportamento di un impresa che massimizza il profitto sia in mercati concorrenziali che non concorrenziali. Ora vedremo la fase della minimizzazione

Dettagli

Teoria del commercio internazionale

Teoria del commercio internazionale Teoria del commercio internazionale (Krugman e Obstfeld Economia Internazionale Hoepli, 2003. Capp. 2, 4 leggere; 6 studiare) Vantaggi dallo scambio Differenze nelle caratteristiche dei paesi danno luogo

Dettagli

Capitolo 26: Il mercato del lavoro

Capitolo 26: Il mercato del lavoro Capitolo 26: Il mercato del lavoro 26.1: Introduzione In questo capitolo applichiamo l analisi della domanda e dell offerta ad un mercato che riveste particolare importanza: il mercato del lavoro. Utilizziamo

Dettagli

Economia dello Sviluppo. Il modello di Harrod-Domar

Economia dello Sviluppo. Il modello di Harrod-Domar Economia dello Sviluppo Il modello di Harrod-Domar Harrod-Domar Il modello di Harrod-Domar è un modello keynesiano di crescita (l analisi keynesiana è una analisi di breve periodo, questo modello è precursore

Dettagli

La ricchezza immateriale. Giornata della proprietà intellettuale. Intervento del Presidente del Consiglio Nazionale dell Economia e del Lavoro

La ricchezza immateriale. Giornata della proprietà intellettuale. Intervento del Presidente del Consiglio Nazionale dell Economia e del Lavoro La ricchezza immateriale Giornata della proprietà intellettuale Intervento del Presidente del Consiglio Nazionale dell Economia e del Lavoro On. Prof. Antonio Marzano CNEL Roma, 29 aprile 2011 1. La Ricchezza

Dettagli

Crescita della moneta e inflazione

Crescita della moneta e inflazione Crescita della moneta e inflazione Alcune osservazioni e definizioni L aumento del livello generale dei prezzi è detto inflazione. Ultimi 60 anni: variazione media del 5% annuale. Effetto: i prezzi sono

Dettagli

Macroeconomia, Esercitazione 2. 1 Esercizi. 1.1 Moneta/1. 1.2 Moneta/2. 1.3 Moneta/3. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo.

Macroeconomia, Esercitazione 2. 1 Esercizi. 1.1 Moneta/1. 1.2 Moneta/2. 1.3 Moneta/3. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo. acroeconomia, Esercitazione 2. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo.it) 1 Esercizi. 1.1 oneta/1 Sapendo che il PIL reale nel 2008 è pari a 50.000 euro e nel 2009 a 60.000 euro, che dal 2008 al

Dettagli

Testo alla base del Pitgame redatto dal prof. Yvan Lengwiler, Università di Basilea

Testo alla base del Pitgame redatto dal prof. Yvan Lengwiler, Università di Basilea Testo alla base del Pitgame redatto dal prof. Yvan Lengwiler, Università di Basilea Funzionamento di un mercato ben organizzato Nel Pitgame i giocatori che hanno poche informazioni private interagiscono

Dettagli

Cap.1 - L impresa come sistema

Cap.1 - L impresa come sistema Cap.1 - L impresa come sistema Indice: L impresa come sistema dinamico L impresa come sistema complesso e gerarchico La progettazione del sistema impresa Modelli organizzativi per la gestione Proprietà

Dettagli

Qualità e valore del lavoro: le principali dinamiche di mercato degli ultimi anni.

Qualità e valore del lavoro: le principali dinamiche di mercato degli ultimi anni. Qualità e valore del lavoro: le principali dinamiche di mercato degli ultimi anni. Quali sono le aspettative delle imprese, come le imprese riconoscono e valorizzano la qualità dell'offerta: l'esperienza

Dettagli