IL CONTROLLO DELL AUTOCONTROLLO

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1 IL CONTROLLO DELL AUTOCONTROLLO Paolo Bavazzano Laboratorio di Sanità Pubblica dell Area Vasta Toscana Centro, Azienda Sanitaria di Firenze Genova, 11 dicembre 2008 Terze Giornate Italiane Mediche per l Ambiente: l Inquinamento delle Catene Alimentari e Salute Globale

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3 IL RUOLO DEL LABORATORIO DI SANITA PUBBLICA Il Laboratorio, con le sue articolazioni interne (UU.FF. Biotossicologia, Igiene industriale, Tossicologia occupazionale e ambientale, m.o.m. Laboratorio Antidoping e Laboratorio di Tossicologia clinica), costituisce la struttura specialistica di riferimento dei Dipartimenti della Prevenzione delle Aziende ASL di Area Vasta e della Regione

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5 Il Laboratorio di Sanità Pubblica fornisce supporto specialistico ad Enti pubblici e privati

6 TUTTI I SETTORI DELLA PREVENZIONE OPERANO IN REGIME DI AUTOCONTROLLO Ruolo del datore di lavoro

7 L AUTOCONTROLLO Alimenti Art. 1 Regolamento CE n. 852/2004 La responsabilità principale per la sicurezza degli alimenti incombe all operatore del settore alimentare

8 L AUTOCONTROLLO Prevenzione nei luoghi di lavoro Art. 17 DLgs 81/2008 Il datore di lavoro ha l obbligo non delegabile di fare la valutazione di tutti i rischi

9 IL CONTROLLO Prevenzione nei luoghi di lavoro Art. 13 DLgs 81/2008 La vigilanza sull applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta dalla Azienda Sanitaria Locale competente per territorio Alimenti Regolamenti CE nn. 882/2004 e 854/2004 Le Autorità Competenti per il controllo ufficiale sono il Ministero della Salute, le Regioni e le P.A., le Aziende Sanitarie Locali.

10 GLI STRUMENTI DEL CONTROLLO UFFICIALE DEGLI ALIMENTI (Reg MONITORAGGIO SORVEGLIANZA VERIFICA ISPEZIONE CAMPIONAMENTO AUDIT Reg. 882/04)

11 Nella legislazione comunitaria il produttore ha la diretta responsabilità nell adozione di misure idonee a garantire la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti così come dei luoghi di lavoro

12 La legislazione alimentare è il settore dove hanno più influito le normative comunitarie attraverso molti regolamenti finalizzati ad armonizzare la legislazione dei singoli stati membri per consentire la libera circolazione degli alimenti nell ambito del mercato comunitario

13 IL SISTEMA DEI LABORATORI DI SANITA PUBBLICA DELLA REGIONE TOSCANA UNA DOMANDA DI SENSO COSA SIGNIFICA IL CONTROLLO DELL AUTOCONTROLLO?

14 L ANALISI DEL RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO GESTIONE DEL RISCHIO COMUNICAZIONE DEL RISCHIO

15 PROCESSO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Individuazione del pericolo misure preventive e protettive Stima dell esposizi one Campionamento (diretto o indiretto) Laboratorio

16 un inciso nell assistenza sanitaria si tende alla DIAGNOSI PRECOCE nella prevenzione alla VALUTAZIONE DELL ESPOSIZIONE ESPOSIZIONE

17 VALUTAZIONE DEL RISCHIO Individuazione e caratterizzazione del pericolo Valutazione dell esposizione al pericolo Caratterizzazione del rischio

18 Processo di valutazione Individuare gli agenti chimici pericolosi esaminando i processi lavorativi per verificare quali agenti chimici sono presenti e quali si possono sviluppare

19 VALUTAZIONE DEL RISCHIO artt. 28 e 29 DLgs 81/2008) Valutazione della probabilità che un infortunio si verifichi o che un effetto avverso alla salute si manifesti Valutazione dell entità del danno che ne deriva

20 PERICOLO Proprietà intrinseca di una sostanza o di un agente in grado di determinare possibili danni alla salute RISCHIO (connesso al pericolo) Probabilità che si verifichino possibili danni alla salute da parte di una sostanza o di un agente nelle condizioni d impiego e/o di esposizione

21 Che cosa trasforma un pericolo in un rischio? Pericoli Le variabili presenti nel ciclo produttivo: quantità modalità contesto sistemi di prevenzione ecc.... Rischi

22 Sviluppare un Sistema di Gestione per la L organizzazione deve: Determinare lo scopo del Sistema di Gestione Stabilire politica ed obiettivi per la sicurezza alimentare Definire un approccio sistematico al risk assessment Identificare i rischi Valutare i rischi Sicurezza Alimentare Stabilire, implementare e mantenere un programma dei prerequisiti e/o un piano HACCP

23 Quali elementi considerare nel processo di valutazione? - Le proprietà pericolose dell agente - Le schede informative in materia di sicurezza - Il livello, il tipo e la durata dell esposizione - Le circostanze di svolgimento del lavoro e quantità in uso - I valori limiti professionali e/o biologici - Gli effetti delle misure di prevenzione e protezione adottate - Le conclusioni delle azioni di Sorveglianza Sanitaria

24 il datore di lavoro provvede affinché il livello di esposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso valore tecnicamente POSSIBILE.. (art. 235 DLgs.. 81/08) il monitoraggio possibile l aggiornamento delle conoscenze

25 Art. 236 D.Lgs 81/08: La valutazione dell esposizione esposizione deve tener conto: * delle caratteristiche delle lavorazioni * delle quantità di cancerogeni prodotti o utilizzati * della loro concentrazione * della durata e frequenza dell esposizione esposizione della capacità di penetrare nell organismo per le diverse vie di assorbimento di tutti i possibili modi di esposizione

26 Per gli agenti cancerogeni la valutazione del rischio si basa sulla VALUTAZIONE DELL ESPOSIZIONE ESPOSIZIONE

27 Obiettivi della valutazione dell esposizione esposizione verificare se la concentrazione di cancerogeni nei materiali e nei luoghi di lavoro è contenuta al livello minimo tecnicamente raggiungibile identificare gli esposti da iscrivere nel Registro (art. 243 DLgs.. 81/08)

28 GESTIONE DEL RISCHIO Processo decisionale che implica considerazioni di tipo politico, sociale, economico e fattori tecnici, insieme alle informazioni ottenute dall accertamento del rischio

29 COMUNICAZIONE DEL RISCHIO Scambio interattivo (tra responsabili della gestione del rischio, consumatori, imprese ecc.) di informazioni e pareri riguardanti gli elementi di pericolo e i rischi, i fattori connessi al rischio e alla sua percezione.

30 ATTIVITA DI AUDIT E ISPEZIONE (Reg Reg. 882/2004) ISPEZIONE l'esame di qualsiasi aspetto relativo ai mangimi, agli alimenti, alla salute e al benessere degli animali per verificare che tali aspetti siano conformi alle prescrizioni di legge relative ai mangimi, agli alimenti, alla salute e al benessere degli animali. (art. 10, 7)

31 ATTIVITA DI AUDIT E ISPEZIONE (Reg Reg. 882/2004) AUDIT un esame sistematico e indipendente per accertare se determinate attività e i risultati correlati siano conformi alle disposizioni previste, se tali disposizioni siano attuate in modo efficace e siano adeguate per raggiungere determinati obiettivi. (art. 10, 6) I controlli ufficiali sono eseguiti senza preavviso, salvo qualora sia necessaria una notifica preliminare dell'operatore del settore dei mangimi e degli alimenti, come nel caso degli audit. (art. 3)

32 ATTIVITA DI AUDIT E ISPEZIONE (Reg Reg. 882/2004) L ispezione e l audit verificano la conformità alla norma. L AUDIT deve valutare anche: - SE LE DISPOSIZIONI SONO ATTUATE IN MODO EFFICACE E SONO ADEGUATE PER RAGGIUNGERE DETERMINATI OBIETTIVI

33 UNA MODALITA DI VERIFICA LIBRETTO E PATENTE, PREGO!

34 UN ALTRA MODALITA DI VERIFICA COME GUIDA L AUTOMOBILE?

35 dalla parte del controllo Verificare la responsabilità del datore di lavoro nella conduzione del processo produttivo

36 per valutare i rischi è necessario attivare tutte le competenze necessarie

37 LA MULTIDISCIPLINARIETA E FACILE ENUNCIARLA MOLTO PIU DIFFICILE PRATICARLA

38 L ATTIVITA DI VIGILANZA E CONTROLLO DEVE ADEGUARSI ALLE NOVITA NORMATIVE E SOPRATTUTTO RIMANERE AL PASSO CON I PROGRESSI SCIENTIFICI, UTILIZZANDO GLI STRUMENTI PIU ADEGUATI PER LA PROGRAMMAZIONE, QUALI LA VALUTAZIONE E LA COMUNICAZIONE DEL RISCHIO

39 IL SISTEMA DEI LABORATORI DI SANITA PUBBLICA DELLA REGIONE TOSCANA UNA DOMANDA SAPPIAMO FARE L ANALISI DEL RISCHIO?

40 IL CASO DEI CANCEROGENI Nel caso di esposizione lavorativa a sostanze cancerogene che sono ubiquitariamente presenti nell ambiente (ad es. benzene), può essere difficile dimostrare che l esposizione del lavoratore dipenda dal lavoro. In questo caso il Valore di Riferimento diviene fondamentale poiché si dimostrerà un esposizione lavorativa solo se il valore dell esposizione dei lavoratori supera il valore di riferimento.

41 Esposti a cancerogeni L esposizione è sovrapponibile a quella della popolazione generale? Confronto con i Valori di Riferimento

42 A ESPOSIZIONI A LIVELLO DI PPB IL BENZENE URINARIO RISULTA IL BIOMARCATORE PIU SENSIBILE E NECESSARIO DEFINIRE IL VALORE DI RIFERIMENTO ED IL VALORE LIMITE BIOLOGICO

43 I valori di riferimento nella stima e gestione del rischio cancerogeno Il monitoraggio biologico delle Ammine Aromatiche totali non è più sufficiente Interferenze Mancanza di specificità Mancanza di sensibilità

44 I valori di riferimento nella stima e gestione del rischio cancerogeno E necessario effettuare la quantificazione di Ammine specifiche con metodi - cromatografici - multiresiduo - validati - limiti di rivelabilità < 0.5 µg/l

45 una criticità SPESSO i percorsi delle strutture pubbliche interessate alla sicurezza alimentare (IAN, SPV, IZS, LSP, ARPA) sono poco correlati e basati su sfere di competenze (alimenti di origine animale, alimenti di origine vegetale)

46 la risposta COOPERAZIONE E SINERGIA DI TUTTE LE STRUTTURE INTERESSATE IN OGNI FASE DEL CONTROLLO DEGLI ALIMENTI, DALLO STUDIO DEL PERICOLO ALLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO

47 la risposta La cooperazione deve realizzarsi non in base alle categorie dei prodotti (vegetali o animali) ma sulla base delle necessità di intervento nelle diverse fasi del processo

48 L IGIENE INDUSTRIALE E LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO E necessario utilizzare metodiche standardizzate: Norma UNI-EN 482/98: Requisiti dei metodi di misura Norma UNI-EN 689/97: Guida alla valutazione dell esposizione inalatoria a composti chimici per il confronto con i Valori Limite e le strategie di misura

49 Una criticità nel Monitoraggio Biologico: la RACCOLTA DEI CAMPIONI Il MOMENTO di CAMPIONAMENTO della matrice (urina, sangue) dipende dalle conoscenze tossicocinetiche del composto in questione

50 Il momento di campionamento dipende CROMO urinario NICHEL urinario dalla tossicocinetica Emivita: entro ore interferenze: età, zona di residenza, fumo, contaminazione del campione Emivita: entro ore interferenze: età, sesso, fumo, contaminazione del campione

51 LA VARIABILITA E UN DETTAGLIO SUPERFLUO O UN FATTORE DETERMINANTE NEL RISCHIO? FATTORI CONTROLLABILI Fattori preanalitici e analitici Diversità nel momento del campionamento FATTORI SPIEGABILI Differenze nell assorbimento Differenze nella biotrasformazione Differenze nell escrezione

52 MONITORAGGIO DELL ESPOSIZIONE ESPOSIZIONE DOSE ESTERNA (livelli in aria) DOSE INTERNA (IBE, metaboliti urinari) DOSE BIOLOGICAMENTE EFFICACE (addotti a Hb) EFFETTI BIOLOGICI (testsgenetici) SUSCETTIBILITA (polimorfismi genetici degli enzimi metabolici)

53 Indicatori di dose biologicamente efficace ADDOTTI AL DNA/RNA/PROTEINE (OK Addotti al DNA vs tumore per Aflatossina) I metodi analitici devono essere validati rispetto alla relazione con gli effetti

54 ADDOTTI AL DNA/RNA/PROTEINE Una criticità VARIABILITA INTER-INDIVIDUALE (circa il 70 %) VARIABILITA INTRA-INDIVIDUALE VARIABILITA DELL ESPOSIZIONE VARIABILITA ANALITICA

55 ADDOTTI a ALBUMINA o EMOGLOBINA Ci sono esperienze su: AMMINE AROMATICHE OSSIDO DI ETILENE ACRILONITRILE ACRILAMMIDE 1,3-BUTADIENE STIRENE BENZENE AMMINE ETEROCICLICHE OSSIDO di PROPILENE DIMETILFORMAMMIDE TRINITROTOLUENE 4,4 -METILENDIANILINA STIRENE-7-8 OSSIDO

56 elementi tossici/cancerogeni Non è più sufficiente dosare la quota totale SPECIAZIONE dosare gli stati ossidativi, i composti organici, i composti chelatia proteine/amminoacidi) (es. As, Cr, Pt)

57 Dov è possibile il monitoraggio dell esposizione ad agenti cancerogeni? CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI BENZENE ALDEIDE FORMICA CROMO esavalente IPA POLVERI DI LEGNO AMIANTO AMMINE AROMATICHE

58 BISOGNI DI DOMANI LAVORARE SEMPRE PIÙ IN SISTEMA

59 alcune parole chiave negli indirizzi regionali: Area Vasta Lavoro in Rete Fare Sistema Appropriatezza delle Prestazioni

60 FARE SISTEMA.. PISLL vs LABORATORIO DIPENDENZA o INTERDIPENDENZA?

61 Delibera Consiglio Regionale n. 53 del PIANO SANITARIO REGIONALE

62 PSR pg AMBIENTE E SALUTE 51 E necessario realizzare un nuovo sistema organizzativo integrato ambientale sanitario che assicuri livelli d intervento d professionale ed etico appropriati ai problemi ed i bisogni territoriali attraverso la costituzione di un efficiente cabina di regia politico- programmatica regionale finalizzata alla pianificazione e all incentivazione delle politiche di raccordo. (Coordinamento tra ARPAT, ARS, Dipartimenti della Prevenzione, Università,, Centri di Ricerca)

63 PSR pg Le strategie della prevenzione collettiva c) La rete della prevenzione collettiva c) La rete della prevenzione Deve essere assicurato inoltre il massimo raccordo dell attivit attività di prevenzione collettiva con Enti della Regione che hanno competenze utili alla tutela della salute collettiva (LSP, ARPAT, ARS, IZS, ARSIA, ISPO).

64 La Rete dei Laboratori di Sanità Pubblica dovrà integrarsi nel Sistema Regionale dei Laboratori per la Prevenzione e Protezione (LSP ARPAT IZS)

65 Il Sistema dei Laboratori e la Standardizzazione delle Procedure: IL SISTEMA DEI LABORATORI BEN SI PRESTA ALLA REALIZZAZIONE DI PROGETTI REGIONALI (es: Polveri di legno, Indoor, Silice)

66 Delibera Giunta Regionale n. 839 del Approvazione schema di protocollo di intesa tra Regione Toscana, ARPAT, IZSLT e OO.SS. per la realizzazione di un Sistema Integrato dei Laboratori della Toscana

67 Delibera Giunta Regionale n. 932 del Sistema Integrato dei Laboratori della Toscana. Approvazione dei criteri operativi per la realizzazione del Sistema Integrato, in attuazione delle Delibera della GR n. 839

68 Primo Obiettivo del Sistema Integrato Ricomporre le analisi chimiche a quelle microbiologiche effettuate su acque e alimenti (cfr. L.R. 66/95) Rimodellare le attività analitiche di LSP e ARPAT a 12 anni dal L.R. 66/95 e alla luce dei diversi mandati istituzionali di Sanità e Ambiente

69 OBIETTIVI FINALI Costruire un Sistema a Rete in grado di soddisfare le diverse esigenze Ottenere risparmi di gestione Far crescere il livello di specializzazione delle strutture Migliorare la qualità del servizio complessivo

70 BISOGNI DI DOMANI Sviluppare un attività di RICERCA E SVILUPPO

71 Delibera DG Azienda USL 10 n. 681 del APPROVAZIONE TESTO DI CONVENZIONE TRA L AZIENDA SANITARIA DI FIRENZE E IL DIPARTIMENTO DI SANITA PUBBLICA DELL UNIVERSITA UNIVERSITA DI FIRENZE, AL FINE DI REALIZZARE IL LABORATORIO CONGIUNTO PER LA RICERCA E SVILUPPO DELLE ATTIVITA ANALITICHE DI SANITA PUBBLICA DELL AZIENDA SANITARIA DI FIRENZE E DELL UNIVERSITA UNIVERSITA DI FIRENZE

72 Il miglioramento continuo delle tecnologie: Necessità di Formazione/Aggiornamento del personale addetto alla Ricerca & Sviluppo dei metodi analitici appropriati alla situazione attuale

73 PSR pg Le strategie della prevenzione collettiva c) La rete della prevenzione Strategico risulta lo sviluppo della collaborazione con le Università toscane,, in particolare per la programmazione delle attività formative per l accesso l ai profili professionali del SSR, che dovrà essere caratterizzata da percorsi rispondenti alla necessità di acquisire operatori con specifiche capacità e competenze professionali, e per la ricerca e sviluppo delle attività analitiche di sanità pubblica al fine del miglioramento continuo dell appropriatezza delle prestazioni collegate soprattutto al controllo ufficiale.

74 Il SISTEMA dei LABORATORI DI SANITA PUBBLICA e la SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA E importante raccogliere i dati di MONITORAGGIO in maniera sistematica, senza interrompere la sorveglianza dei principali rischi presenti nella Regione

75 SCENARIO ODIERNO ABBASSAMENTO DEI LIVELLI ESPOSITIVI PARZIALE SOVRAPPOSIZIONE FRA AMBIENTI DI LAVORO E DI VITA

76 AMBIENTAZIONE ATTUALE in generale: DIMINUZIONE DEI LIVELLI ESPOSITIVI in particolare: APPROFONDIMENTO DEI PROBLEMI

77 IL SISTEMA DEI LABORATORI DI SANITA PUBBLICA DELLA REGIONE TOSCANA CON TECNICHE ANALITICHE AVANZATE (ICP/MS, GC/MS, HPLC/MS, GC/MS n, HPLC/MS-MS) SI OTTENGONO LIMITI DI RIVELABILITA VOLTE PIU BASSI DELLE TECNICHE USUALI

78 IL SISTEMA DEI LABORATORI DI SANITA PUBBLICA DELLA REGIONE TOSCANA CONSIDERAZIONI I Laboratori hanno necessità di SVILUPPARE ALTA TECNOLOGIA ANALITICA UTILIZZARE PERSONALE SPECIALIZZATO PARTECIPARE A CIRCUITI DI INTERCALIBRAZIONE NAZIONALI E INTERNAZIONALI SVILUPPARE INDICATORI BIOLOGICI APPROPRIATI AI NUOVI SCENARI ESPOSITIVI

79 L ampliamento e il miglioramento delle tecnologie strumentali hanno permesso di abbassare i Limiti di Rivelabilità dei metodi analitici

80 Elementi FAAS GFAAS HGAAS ICP µg/l µg/l µg/l µg/l As Cd Co Cr Hg Ni Pb Sb Se

81 Dal miglioramento delle tecnologie strumentali all abbassamento del Limite di Rivelabilità del metodo analitico: TCA urinario (mg/l) SP-vis 0.50 GC-ECD 0.20 GC-MS 0.07

82 Dal miglioramento delle tecnologie strumentali all abbassamento del Limite di Rivelabilità del metodo analitico: CICLOFOSFAMMIDE ambientale (mg/l) HPLC-UV HPLC-MS 2.0 HPLC-MS/MS 0.1

83 Dal miglioramento delle tecnologie strumentali all abbassamento del Limite di Rivelabilità del metodo analitico: CICLOFOSFAMMIDE urinaria (mg/l) GC-MS HPLC-MS/MS 0.005

84 PER LA VALUTAZIONE DELLE ESPOSIZIONI A BASSE DOSI E NECESSARIO CONOSCERE I VALORI DI RIFERIMENTO IL SIGNIFICATO TOSSICOLOGICO DELLE BASSE DOSI

85 BISOGNI DI DOMANI ESPLORARE LE TERRE VERGINI

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