SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

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1 SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS ITALIANA La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità. Nel 1977 ha stipulato la convenzione col Ministero della Difesa per accogliere obiettori di coscienza al servizio militare e nel 2001 è stata tra i primi enti a realizzare progetti di servizio civile nazionale. CARITAS DIOCESANA DI LUCCA La Caritas diocesana di Lucca è attiva dal 1973 in luogo dell Opera Diocesana di Assistenza. Le finalità della Caritas, secondo quanto stabilito dal Decreto di Erezione sono: la formazione della Chiesa locale al senso della carità e la promozione di attività caritative ed assistenziali; il loro coordinamento sul piano diocesano e parrocchiale; il costante studio dei bisogni della comunità diocesana e parrocchiale; il coordinamento di interventi di emergenza in caso di calamità; il contributo specie con formule continuative ed iniziative stabili, allo sviluppo umano e sociale dei paesi in missione e del Terzo mondo; l intervento a favore di iniziative di promozione umana e sociale; la preparazione del personale per le opere assistenziali diocesane e parrocchiali. E' impegnata in attività di assistenza alla persona a favore di utenti ascrivibili in vario modo alla marginalità. In questo senso collabora con i servizi sociali delle istituzioni locali e promuove interventi di educazione e promozione culturale, soprattutto rivolte alla sensibilizzazione verso la solidarietà e la convivenza sociale. Caritas lavora in stretto contatto con gli altri servizi della Diocesi, in particolare il Centro Cooperazione Missionaria e la Pastorale Giovanile, nonché con l'istituto diocesano di cultura. L Ente presso il quale devono essere indirizzate le domande per il presente progetto è: CARITAS DIOCESANA DI LUCCA P.le Arrigoni, 2 - cap città Lucca - Tel Fax caritas@diocesilucca.it Persona di riferimento: Elisabetta Tomei 2) Codice di accreditamento: NZ ) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE 1 CLASSE CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: La strada_lucca 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: A - Assistenza Area di intervento: 12 disagio adulto Codice: A 12 1

2 6) Descrizione dell area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: Area di intervento Contesto territoriale Descrizione del territorio sul quale insiste il progetto L'Arcidiocesi di Lucca è una sede appartenente alla regione ecclesiastica Toscana. È stata costituita nel I secolo d.c. come Diocesi di Lucca ed elevata ad Arcidiocesi l'11 settembre Nel 2004 contava battezzati su abitanti. Si estende per tutta la provincia di Lucca con esclusione dei comuni di Altopascio e Montecarlo, afferenti alla Diocesi di Pescia e i comuni di Barga, Pietrasanta, Seravezza, parte di Stazzema, che afferiscono alla Diocesi di Pisa. La sua superficie è di Km2, gli abitanti (dati relativi al 2004), le parrocchie 362, i sacerdoti secolari 277 e quelli regolari 29. I diaconi permanenti sono 16. Posizione geografica della diocesi di Lucca L'esiguo numero dei sacerdoti, la media elevata della loro età, il cambiamento del contesto culturale diocesano hanno imposto una revisione delle modalità organizzative del territorio e delle prospettive di pastorale. Le parrocchie sono state riorganizzate in 11 zone pastorali: Urbana( numero parrocchie 14 ) Suburbana I numero parrocchie 22 ) Moriano( numero parrocchie 25 ) Valfreddana ( numero parrocchie 22 ) Suburbana II (numero parrocchie 24 ) Suburbana III (numero parrocchie 18 ) Segromigno Villa Basilica Valleriana (numero parrocchie 24 ) Garfagnana (numero parrocchie 107) Val di Serchio (numero parrocchie 59) Camaiore Massarosa (numero parrocchie 34) Viareggio (numero parrocchie 14) 2

3 Zone pastorali Diocesi di Lucca Da un punto di vista sociale ed economico, la Provincia di Lucca, compresa nella sua quasi totalità nella Diocesi, può essere articolata in 4 zone che presentano un profilo sociale ed economico molto diverso: la Piana di Lucca in cui si situa il capoluogo di provincia; la Versilia La Media Valle del Serchio la Garfagnana Zone territoriali provincia di Lucca Il contesto sociale della Provincia di Lucca, sul cui territorio l'arcidiocesi di Lucca insiste quasi totalmente, è particolarmente cambiato negli ultimi anni. Tra il 1999 ed il 2014 la popolazione della Provincia di Lucca è andata aumentando progressivamente. Progressivamente essa è andata anche invecchiando, cosicché ad oggi la popolazione provinciale è prevalentemente anziana: l'indice di vecchiaia si attesta a 192 e l'indice di ricambio della popolazione attiva a 155,8, mentre l'indice di struttura della popolazione attiva è di 138,9. 3

4 A fronte di questa situazione è da registrare come dato significativo la crescente presenza immigrata: il saldo migratorio riferito al 2013 mostra un incremento pari a individui. A seguito del complicarsi generale della situazione economica, conseguente alla grave crisi economico finanziaria che ha investito il sistema globale, anche il contesto locale si è inasprito e si sono accentuate le falle di disagio. A queste, si sono aggiunte famiglie a rischio povertà ed esclusione sociale. Si registra infatti un generale approfondirsi dei fenomeni di marginalizzazione ed esclusione dal mercato del lavoro di una fetta di popolazione cosiddetta svantaggiata o con tratti di fragilità manifesta. I meccanismi economici messi in risalto dal protrarsi di una grave situazione di crisi economica, la contrazione del mercato occupazionale provinciale, ha toccato punte preoccupanti e ha fatto registrare ricadute molto complesse anche a livello sociale, impattando sulla organizzazione del sistemi dei servizi, mettendo in crisi dei modelli ritenuti consolidati. L osservatorio sul Lavoro della Provincia di Lucca evidenzia come i dati del III trimestre 2010 confermino il quadro di difficoltà del mercato del lavoro provinciale già emerso nelle precedenti rilevazioni sulle forze lavoro locali. Permane un livello di disoccupazione molto elevato, su livelli che sono quasi doppi rispetto a quelli precedenti all inizio della recessione. Si conferma anche nel III trimestre una distribuzione per età degli occupati omogenea per genere: poco più della metà sia dei maschi che delle femmine ha tra 25 e 44 anni, meno del 7% ne ha meno di 25. I tassi di occupazione maschile e femminile per classe di età presentano significative differenze, con un differenziale per genere che talvolta supera i 20 punti. Il tasso di occupazione medio per la fascia anni è del 74,6%, ma il divario tra uomini e donne è di 18 punti percentuali (83,6% contro 65,6%). Questo divario si mantiene inalterato nelle età più mature (54,9% contro 35,9% da 45 a 74 anni), ma tende a ridursi notevolmente nelle classi di età più giovani (29,1% per i maschi, 27,5% per le donne). È interessante notare la convergenza dei tassi di occupazione maschile e femminile nella classe di età più giovane, che passa da un differenziale di quasi 14 punti nel III trimestre 2009 ad appena 3 punti ad un anno di distanza. Il piano di campionamento dell indagine è strutturato in maniera tale da ottenere anche le stime relative alla situazione occupazionale per gli stranieri residenti nella Provincia di Lucca e nelle sue aree. La rilevazione svolta nel primo trimestre 2010 sulla situazione occupazionale degli stranieri residenti in provincia di Lucca, se da un lato aveva confermato la crescente importanza di questo segmento di manodopera nell economia provinciale, dall altro aveva messo in evidenza la perdita di circa posti di lavoro tra gli stranieri e la conseguente forte crescita del tasso di disoccupazione che aveva raggiunto all inizio del 2010 il 23,9%. L indagine conferma quindi che gli stranieri sono stati colpiti dalla crisi economica in modo più pesante rispetto ai residenti italiani. La manodopera straniera sembra avere sul mercato del lavoro lucchese il ruolo di ammortizzatore delle tensioni occupazionali, soprattutto per i segmenti meno qualificati di manodopera. L osservatorio provinciale sul lavoro sottolinea anche l impennata registrata dalla Cassa Integrazione Guadagni (da ora in poi CIG) a partire dal 2009 per effetto della crisi economica (ancora in corso). Per la provincia di Lucca lammontare cumulato di ore autorizzate di cassa integrazione, registrato a dicembre 2012, è risultato corrispondente a circa 5,3milioni, andando così oltre il raddoppio rispetto 4

5 allanno precedente, in cui erano state rilevate circa 2,4milioni di ore autorizzate (+118,9%). Si tratta di un forte incremento riguardante la cassa integrazione soprattutto dopo che lanno precedente era diminuita del 28,6%; nel 2012 la CIG complessiva è arrivata ad un livello superiore del 56,3% nei confronti del precedente valore massimo raggiunto alla fine del 2010 (circa 3,4milioni di ore). Laumento delle ore totali è sostanzialmente ascrivibile al forte contributo della componente straordinaria (+441,1%), contestualmente ad un apporto comunque rilevante sia di quella ordinaria (+41,3%) che della CIG in deroga (+59,6%). Le dinamiche caratterizzanti le componenti nellultimo anno, in cui la CIG ordinaria è risultata in rallentamento rispetto alle altre, hanno determinato anche uno spostamento dei pesi delle percentuali di composizione: se nel 2011 la quota della CIG in straordinaria era minoritaria (16,7%) in cui prevaleva la componente in deroga (circa 58,1%), seguita da quella ordinaria (25,2%); nel 2012 questultima è divenuta di minoranza (16,3%) con una prevalenza della componente in deroga (42,4%) in termini quasi paritetici con la CIG straordinaria (41,4%). L impatto del quadro economico generale in forte crisi determina pesanti conseguenze sugli scenari di povertà del territorio provinciale, come censito dal rapporto 2014 sulle povertà e risorse della Diocesi di Lucca, Grani e granai. Ripartire dalle comunità. Infatti, dal panorama delineato presso i CdA dislocati nella Diocesi di Lucca anche nel 2013 emerge una forte situazione di sofferenza riconducibile alla condizione di deprivazione economica. Essa continua a manifestarsi mediante la voce delle persone che si rivolgono agli sportelli dislocati sul territorio in cerca di sostegno materiale e conforto. Anche in questo ultimo anno si assiste ad un rafforzamento delle principali tendenze riscontrate nei percorsi di povertà registrati negli anni passati. Nel 2013 i soggetti ascoltati sono stati 1656 vale a dire 187 in più rispetto al Nel 2008 il flusso era pari a 635 persone. Una delle maggiori trasformazioni nelle caratteristiche delle persone accolte ai CdA negli ultimi anni, in particolar modo a partire dal 2009, è rappresentata dalla distribuzione per genere dei richiedenti. La prevalenza femminile si è andata progressivamente riducendo. Ad oggi la componente maschile ha raggiunto il 42,93%. All'interno di quest'ultima l'aumento più consistente si è registrato tra i cittadini italiani. Appare sempre più marcato il fenomeno del ritorno ai CdA di una parte consistente di persone incontrate negli anni passati. Molti dei soggetti ascoltati sono conosciuti dagli operatori dei CdA da tempo (circa uno su due). Questa informazione è indicativa della difficoltà incontrata dalle persone nello smarcarsi dalla povertà una volta che questa abbia intercettato la loro vita. Più della metà delle persone accolte ha un'età compresa tra i 35 e i 54 anni. Il 58,33% vive all'interno di un nucleo familiare e in quasi due casi su tre si è in presenza di persone con figli minori. Sempre più marcata appare la sofferenza dei nuclei familiari con figli e in particolar modo dei contesti familiari numerosi. Questo dato rappresenta un indicatore importante circa il fenomeno della povertà infantile, con le devastanti conseguenze che da esso possono derivare in termini di definizione dei percorsi di vita degli adulti di domani, nati da persone che oggi sperimentano la povertà. Solitamente le donne che si presentano ai CdA in cerca di aiuto hanno un'età inferiore a quella degli uomini. Più del 50% dei maschi invece si concentra nella fascia d'età che va dai 45 ai 54 anni. In generale l'età media degli italiani è molto più elevata rispetto a quella degli stranieri. Dalla lettura dei dati emergono anche crescenti forme di vulnerabilità legata al progressivo sgretolamento delle reti di relazioni informali, come ad esempio nel caso di fratture familiari legate a separazioni, divorzi e lutti. Il contesto familiare più allargato sembra inoltre non riuscire a svolgere le funzioni di protezione tipiche del passato. In molti casi infatti anche questo risulta sfibrato dalla persistenza delle richieste di aiuto provenienti dai suoi membri. A soffrire di più per questo tipo di dinamiche, come noto, sono le donne, sopratutto se con figli. Esse, infatti, presentano maggiori fragilità in una pluralità di ambiti, primo tra tutti quello lavorativo e in particolar modo con riferimento alla possibilità di riuscire a trovare una collocazione all'interno del mercato del lavoro tale da permettere una conciliazione dei tempi di vita con quelli richiesti in ambito professionale. Ciò nonostante, come nel 2012, anche tra i maschi la separazione costituisce un crescente elemento di criticità economica che, in molti casi può esporre ad una condizione di forte isolamento. Nonostante l'incremento delle persone di cittadinanza italiana, la popolazione straniera continua a rappresentare una fascia molto importante di persone che si rivolgono ai CdA della Diocesi. Nel 2013 i cittadini di nazionalità straniera accolti sono stati 1013, registrando un ulteriore incremento rispetto al Il 53,98% delle persone incontrate proviene da un paese appartenente alla Comunità Europea. La distribuzione delle persone accolte in base all'area geografica di provenienza mostra una situazione nel complesso stabile rispetto agli anni passati. La cittadinanza maggiormente rappresentata è quella marocchina (23,61%) seguita da quella Romena (13,04%). Anche per il 2013 appare elevata la presenza di persone che si trovano in Italia da ormai molti anni. Quasi il 60% degli stranieri vive nel nostro Paese da più di dieci anni. Tali dati sono ancora una volta indicativi del protrarsi di elevati livelli di sofferenza che queste persone incontrano in un momento 5

6 successivo a quello di arrivo in Italia e appaiono legati in particolar modo alla impossibilità di trovare un occupazione adeguata alle esigenze proprie e della famiglia. L'assenza del lavoro costituisce una delle principali emergenze delle persone accolte. Proprio la perdita del lavoro spesso è alla base della riemersione di forme di deprivazione sperimentate e superate nel passato. Le persone accolte durante il 2013 mediamente hanno un titolo di studio basso. Il 73,44% degli uomini e il 65,09% delle donne sono in possesso della licenza media inferiore o di un titolo più basso. Ad essere maggiormente istruite sono le donne rispetto agli uomini. Tra queste ultime le qualifiche più elevate sono detenute dalle straniere. Tale dato sottolinea nuovamente come la crisi economica che perdura ormai da tempo nel territorio abbia colpito con grande intensità le occupazioni associate a profili professionali meno qualificati. Dai dati raccolti ai CdA appare consistente anche la sofferenza avvertita da persone che pur avendo una qualche forma di occupazione non riescono a reperire le risorse necessarie al sostentamento proprio e della famiglia (15,82%). I costi per l'abitazione continuano a costituire una fonte di spesa in grado di incidere in maniera significativa nel bilancio familiare dei soggetti. Il ricorso all'abitazione in affitto interessa il 48,67% delle persone accolte, mentre le persone che possono fare affidamento su una abitazione di proprietà sono una minoranza (9,12%). Il ricorso all'alloggio di edilizia popolare pubblica interessa il 12,92% delle persone accolte, nel 78,5% dei casi si tratta di cittadini italiani. Nel 2013 è rimasto rilevante anche il numero di soggetto che dispongono solo di situazioni abitative altamente precarie e provvisorie (5,98%). Con riferimento alle principali problematiche manifestate dalle persone accolte e le richieste di aiuto formulate presso i CdA si osserva che la povertà economica viene avvertita come la principale causa della situazione di bisogno da circa una persona su due di sesso maschile e da circa il 40% delle donne. Mercato del lavoro e sostenimento dei costi legati all'abitazione sono gli ambiti nei quali si concentrano maggiormente le problematiche presentate dai cittadini ascoltati. Come ogni anno, anche nel 2013 si riscontra la presenza di persone che si rivolge ai CdA in cerca di ascolto del proprio vissuto di povertà e disagio sociale. Le richieste di aiuto più frequenti riguardano la possibilità di risorse finalizzate alla sussistenza e sono rappresentate dalla fornitura di beni e servizi materiali come viveri (21,94%), vestiario (9,30%), mensa e buoni pasto (8,31%) e prodotti per l'infanzia. Anche per il 2013, come negli anni passati, la richiesta di sussidi economici, nonostante la condizione di grave deprivazione nella quale vertono buona parte delle persone incontrate, rimane piuttosto contenuta: 7,62% e interessa in misura maggiore i cittadini italiani rispetto agli stranieri. Dall'analisi dei profili descritti, dalla individuazione delle aree problematiche più rilevanti e dalla natura delle richieste formulate nelle persone incontrate ai CdA si riscontra un elevato grado di consapevolezza circa il proprio percorso di vita e di povertà e una chiara idea dei fattori e delle azioni che potrebbero permettere un benessere materiale più elevato. 7) Obiettivi del progetto: PREMESSA Caritas Italiana e le Caritas diocesane intendono promuovere una proposta di Servizio Civile Nazionale come esperienza di formazione globale della persona. Ai giovani che si avvicinano al Servizio Civile in Caritas si chiede di pensare a questo anno non come una parentesi nella loro vita, ma come un anno intenso, ricco di stimoli e di sfide, un anno che raccoglie le memorie del passato e produce orientamenti per le scelte future. L intenzione progettuale è di attingere dalla cultura cristiana del servizio, che ha radici assai antiche e profonde, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società. Le Caritas diocesane si uniscono nell impegno di proporre un anno di formazione intesa come competenza del servizio che si svolge, ma anche come momento di auto-riflessione, di ripensamento e di scoperta. Un anno per mettersi alla prova, per conoscere se stessi e fare nuove amicizie; per condividere con altri giovani i propri vissuti attraverso la dimensione comunitaria e la sensibilizzazione. L intento è quello di proporre un esperienza che cerchi e costruisca senso. Un esperienza che davvero cambi. Il Progetto si allinea altresì agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile nazionale, affermando l impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l esperienza proposta abbia come finalità ultima l attenzione ai giovani coinvolti nel progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità. 6

7 Queste finalità generali sono così riassumibili: Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d informazione per una cittadinanza attiva e responsabile. Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione. Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale. Creazione delle condizioni per l incontro con nuove persone, per inventare nuove professionalità in ambito sociale. Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà. Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell esperienza. Difesa delle comunità in modo nonarmato e nonviolento in termini di: gestione e superamento del conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti. OBIETTIVO GENERALE DEL PROGETTO Concorrere al miglioramento della situazione socioeconomica dei soggetti vulnerabili o a rischio vulnerabilità nella Provincia di Lucca, contribuendo all aumento dell efficacia e dell efficienza dei servizi di risposta messi in opera sul territorio. OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO AREA DI INTERVENTO: Disagio adulto SEDE: Ufficio Pastorale Caritas Lucca Situazione di partenza degli indicatori di bisogno l aumento degli utenti del centro di ascolto diocesano ha reso insufficienti i due giorni di apertura fin qui assicurati, per un totale di 8 ore di servizio al pubblico. - il diversificarsi degli strumenti di risposta ai bisogni avanzati dall utenza, in particolare dall attivazione di servizi ad hoc in risposta alla crisi economica ha reso poco efficiente il servizio in termini di qualità della fase di accoglienza e ascolto L aumento delle richieste di aiuto e l approfondirsi delle situazioni di difficoltà economica dei singoli casi presentatisi al centro di ascolto ha sottolineato l insufficienza del servizio di distribuzione pasti caldi offerto nei 5 giorni settimanali alle a circa 60 persone e ha sottolineato la necessità di implementare le modalità di reperimento degli alimenti la proposta di percorsi individuali di accompagnamento strutturati quali tutoraggi e microcredito ad almeno 60 utenti rendono particolarmente oneroso il lavoro di accompagnamento e monitoraggio dei percorsi, rilevando l insufficienza del personale stipendiato e volontario fin qui impiegato Obiettivi specifici e indicatori *Aumento delle possibilità di ascolto, attraverso un maggior numero di operatori durante l'apertura e l'affiancamento al servizio di punto ascolto con visite domiciliari * Miglioramento dell efficienza delle risposte offerte dal centro di ascolto in risposta ai bisogni avanzati dall utenza, Nello specifico: garantire maggiore cura delle fasi di accoglienza e ascolto in termini di durata dei colloqui individuali e di qualità del setting di ascolto. * Miglioramento del servizio di supporto alimentare. Nello specifico: passare ad una distribuzione di 5 giorni settimanali per un numero di utenti da 60 a 80, attraverso il recupero del non consumato dalle mense scolastiche del Comune di Lucca e Capannori *Miglioramento del lavoro di accompagnamento e monitoraggio dei percorsi di accompagnamento proposti ai singoli utenti: - almeno un contatto attivato ogni 15 giorni con le famiglie del programma microcredito 7

8 la crisi economica ha in qualche modo contribuito a porre in luce i controsensi insiti nel sistema economico attuale. La fragilità della cultura connessa a mondialità e uso responsabile delle risorse può contribuire a esacerbare i livelli di conflitto sociale e fenomeni di razzismo e xenofobia. Sul territorio provinciale si lamenta l insufficienza di percorsi formativi specifici sui temi della sobrietà, la mondialità nelle scuole, per la società civile e per la comunità ecclesiale delle parrocchie. * Garantire l animazione di percorsi di riflessione e educazione rispetto agli stili di vita, la sobrietà e la mondialità. In particolar modo: - garantire almeno1 percorso di sensibilizzazione sperimentale con un gruppo di ragazzi in una scuola dell infanzia, una scuola primaria, una secondaria inferiore e superiore - garantire almeno un percorso di dibattito e formazione per la città e per le parrocchie 8) Descrizione del progetto e tipologia dell intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: 8.1COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI Come conclusione delle attività del progetto è prevista la realizzazione di un rapporto annuale delle attività messe in campo dalla Caritas diocesana di Lucca e dalle altre associazioni coinvolte nel progetto, ossia la Cooperativa agricola sociale Calafata, l associazione Amani Nyayo e altri uffici della dicoesi. In particolare il DOSSIER ANNUALE SULLE POVERTA IN TOSCANA prende in esame tutti i dati pervenuti dalle strutture Caritas, nello specifico dal Centro di ascolto Diocesano e dai centri parrocchiali ad esso collegati e le rielabora al fine di delineare un quadro completo di ciò che è la situazione di marginalità in Toscana. In questo complesso lavoro è fondamentale la collaborazione con la Facoltà Teologica dell Italia Centrale, che a partire dal suo indirizzo antropologico, permette di ampliare la lettura dei dati raccolti, in stretto collegamento con le istituzioni culturali di Firenze e della Toscana. Per la realizzazione del dossier risulta quindi fondamentale l apporto del progetto di servizio civile Pietra su Pietra: infatti, come evidenziato al precedente punto 6, la risposta ai bisogni oggetto dell azione del progetto di servizio civile avviene anche e soprattutto con la collaborazione delle sedi stesse del progetto; l attività di raccolta dati diventa quindi una delle attività fondamentali, anche nella prospettiva di potenziare gli interventi in tempi successivi alla conclusione del progetto stesso. Questa specifica e peculiare attività riguarda tutti i soggetti coinvolti nel progetto: gli operatori, i volontari, il personale in possesso di specifica qualifica, i giovani del servizio civile. Nel diagramma di Gant che segue, e nel quale è riportato il cronogramma delle attività, l azione di raccolta e monitoraggio dei dati è indicata nell ultimo di realizzazione del progetto. AREA DI INTERVENTO disagio adulto SEDE: ufficio pastorale Caritas Lucca OBIETTIVO SPECIFICO N.1 Aumento del numero di operatori nelle ore di apertura del servizio di ascolto offerto AZIONE 1 Servizio di apertura dello sportello 1.1 Organizzazione servizio di ascolto e accoglienza Il lavoro di ascolto può essere organizzato in modo più efficiente ed efficace, preparando un setting più accogliente, rivedendo la fase di accoglienza anche tramite momenti di formazione continua per gli operatori. L organizzazione impone anche una revisione delle modalità operative fin qui utilizzate, attraverso una fase di osservazione del presente e di passaggio 8

9 1.2 Organizzazione di ascolto telefonico 1.3 Coordinamento con Servizi Sociali del Comune 1.4 svolgimento del servizio 1.5 Riunioni di coordinamento e verifica 1.6 raccolta e monitoraggio dati Anche un ben congeniato servizio di accoglienza telefonica può coadiuvare nell organizzazione del servizio. Affinché questo possa essere effettivamente una risorse aggiuntiva per coloro che si accostano ai servizi Caritas, è necessario che sia organizzato in modo puntuale, abbia tempi distesi e preveda possibilità di un dialogo già costruttivo e in grado di rappresentare il primo ponte con coloro che chiedono aiuto. Il coordinamento con i Servizi Sociali dei Comuni che insistono sul territorio diocesano sarà garantito attraverso l organizzazione di riunioni periodiche, frequenti contatti telefonici, scambio di informazioni riguardo agli utenti, nel rispetto delle vigenti norme sulla privacy Il servizio prevede l accoglienza delle persone, un colloquio individuale, la redazione di una scheda necessaria alla migliore identificazione e un affiancamento nei singoli percorsi di autonomia individuati, soprattutto a partire dagli inserimenti lavorativi in collaborazione con la cooperativa agricola Calafata. L intero processo sarà monitorato attraverso riunioni periodiche con gli operatori del servizio e con tutti i soggetti in qualche modo coinvolti nella presa in carico degli utenti dei Centri di ascolto Caritas. Le riunioni di coordinamento serviranno anche per produrre brevi schede di accompagnamento degli utenti da condividere tra tutta l equipe. Le attività connesse a questo primo obiettivo saranno attentamente monitorate al fine di considerarle nella redazione del rapporto annuale caritas OBIETTIVO SPECIFICO N.2 passare ad una distribuzione di 5 giorni settimanali per 60 utenti a 80 utenti, attraverso la raccolta del non consumato dalle mense scolastiche dei Comuni di Capannori e di Lucca AZIONE 2 Potenziamento servizio mensa e distribuzione 2.1 Organizzazione servizio di cucina 2.2 Organizzazione distribuzione pasti Il servizio di mensa si serve di una cucina che ha bisogno di essere in qualche modo riorganizzata, alla luce dell obiettivo di aumentare il numero di persone che si possono accostare al servizio mensa. Questo comporterà un attenzione costante nel reclutare nuovi volontari da accostare a quelli già operativi e di curarne la formazione. La distribuzione dei pasti richiederà un attenta opera di pianificazione del servizio, che comprenderà l organizzazione dei volontari addetti al servizio, il loro accompagnamento e la verifica della presenza dei necessari utensili, ecc 9

10 2.3 Censimento dei nuovi utenti 2.4 Raccolta di generi alimentari da supermercati e mense o enti convenzionati 2.5 Gestione del servizio di distribuzione mensa 2.6 Coordinamento e verifica 2.7 raccolta e monitoraggio dati I nuovi utenti che chiederanno di poter usufruire al servizio dovranno essere censiti attraverso gli usuali strumenti di rilevazione dei centri di ascolto Caritas e attraverso questi introdotti al servizio. Sarà dunque necessario prevedere un passaggio dal centro di ascolto e un colloquio con gli operatori Al fine di garantire la possibilità al servizio mensa di servire un maggior numero di utenti, si renderà necessario potenziare l azione di raccolta dei generi alimentari vicini al termine di scadenza e con difetti di confezionamento dai centri commerciali delle diverse catene convenzionate con caritas e prevedere anche nuovi punti di raccolta Il servizio di distribuzione pasti dovrà essere integrato, anche attraverso il reclutamento e la formazione di ulteriori volontari Tutte le azioni pertinenti a questo obiettivo di progetto dovranno essere periodicamente monitorate e sottoposte a verifica Le attività connesse a questo primo obiettivo saranno attentamente monitorate al fine di considerarle nella redazione del rapporto annuale caritas. OBIETTIVO SPECIFICO N.3 Miglioramento del lavoro di accompagnamento e monitoraggio dei percorsi di accompagnamento proposti ai singoli utenti: - almeno un contatto attivato ogni 15 giorni con le famiglie del programma Microcredito, ossia un tutoraggio specifico delle famiglie assistite con fondi economici dal centro di ascolto, attraverso il condizionamento dell erogazione del contributo alla revisione del bilancio familiare. AZIONE 3 Tutoraggio famiglie coinvolte nel programma microcredito attarverso l' affiancamento delle famiglie coinvolte 3.1 Analisi utenti Le singole situazioni già accese di utenti al percorso microcredito dovranno essere analizzate per comprendere a quale stadio si trovino e per organizzare un programma di riduzione dei consumi. 3.2 Colloqui telefonici con utenti I diversi utenti potranno essere accompagnati anche attraverso lo strumento di colloqui telefonici al fine di segnalare la vicinanza e cercare di ravvisare i primi segnali di situazioni critiche o che necessitino un intervento degli operatori prima di giungere a situazioni di non recuperabilità 3.3 Colloqui personali periodici 3.4 Compilazioni schede di monitoraggio 3.5 raccolta e monitoraggio dati Gli utenti verranno anche convocati a colloqui personali o visitati domiciliarmente, al fine ci accompagnarne il percorso Le diverse situazioni potranno essere di volta in volta chiarificate attraverso il completamento di schede di monitoraggio attraverso le quali sia possibile ricostruire l intera storia dei casi seguitii Le attività connesse a questo primo obiettivo saranno attentamente monitorate al fine di considerarle nella redazione del rapporto annuale caritas. 10

11 OBIETTIVO SPECIFICO N.4 Garantire l animazione di percorsi di riflessione e educazione rispetto agli stili di vita, la sobrietà e la mondialità. In particolar modo: - garantire almeno 1 percorso di sensibilizzazione sperimentale con un gruppo di ragazzi in una scuola dell infanzia, una scuola primaria, una secondaria inferiore e superiore - garantire almeno un percorso di dibattito e formazione per la città e per le parrocchie AZIONE N.4 Animazione di un percorso per le scuole sulla mondialità e gli stili di vita 4.1 Elaborazione dei contenuti del percorso 4.2 contatti con le scuole 4.3 Riunioni preparatorie con le scuole coinvolte 4.4 Svolgimento dei percorsi con gli studenti 4.5 Coordinamento e verifica 4.6 raccolta e monitoraggio dati Attraverso un confronto con altri partner, individuabili tra i soggetti istituzionali e del terzo settore del contesto provinciale, si potrà arrivare all elaborazione di contenuti e metodologia dei percorsi animativi da proporre agli studenti in collaborazione con l associazione Amani Nyayo. I diversi istituti scolastici potranno essere contattati, ai fini di implementare percorsi di animazione e formazione per gli studenti. Al fine di condividere anche con le figure del corpo insegnante quanto elaborato e studiare insieme modalità di interazione con le classi più efficaci, sarà necessario organizzare almeno 2 incontri preparatori, nei quali chiarire i progetti, spiegare quale grado di coinvolgimento si immagina per gli insegnanti e redigere il calendario Con un numero di incontri che potrà variare da un minimo di 2 a un massimo di 5, si potranno coinvolgere gli studenti, a gruppi Sull intero andamento del progetto sarà necessario potenziare azioni di monitoraggio, al fine di poter riprogettare in itinere le azioni meno efficaci Le attività connesse a questo primo obiettivo saranno attentamente monitorate al fine di considerarle nella redazione del rapporto annuale caritas. AZIONE N.5 Animazione di un percorso con la comunità civile e le parrocchie 5.1 Elaborazione dei contenuti del percorso 5.2 Organizzazione logistica del percorso 5.3 Pubblicizzazione percorso Attraverso un confronto con altri partner, individuabili tra i soggetti istituzionali e del terzo settore del contesto provinciale, si potrà arrivare all elaborazione di contenuti e metodologia dei percorsi animativi da proporre alla città, attraverso una pluralità di strumenti: presentazioni di libri, dibattiti, mostre, cineforum, spettacoli teatrali, laboratori in collaborazione con l associazione Amani Nyayo. Sarà necessario provvedere alla sistemazione logistica dei diversi incontri ipotizzati Sarà necessario prevedere anche una ricca fase di pubblicizzazione delle azioni, realizzata sia attraverso materiale cartaceo, che a mezzo stampa o internet 5.4 Svolgimento dei percorsi Sarà necessario coordinare l intera fase di svolgimento degli incontri di vario genere previsti 11

12 5.5 Coordinamento e verifica 5.6 raccolta e monitoraggio dati Sull intero andamento del progetto sarà necessario potenziare azioni di monitoraggio, al fine di poter riprogettare in itinere le azioni meno efficaci Le attività connesse a questo primo obiettivo saranno attentamente monitorate al fine di considerarle nella redazione del rapporto annuale caritas. 12

13 Diagramma di Gant ATTIVITA PERIODO DI REALIZZAZIONE OBIETTIVO SPECIFICO N.1 Aumento del numero di ore di apertura del servizio di ascolto offerto, dalle 8 ore attuali alle 16 ore settimanali Organizzazione servizio di ascolto e accoglienza X 1.2 Organizzazione di ascolto telefonico X 1.3 Coordinamento con Servizi Sociali del Comune X 1.4 svolgimento del servizio X X X X X X X X X X 1.5 Riunioni di coordinamento e verifica X X X X X 1.6 raccolta e monitoraggio dati x x OBIETTIVO SPECIFICO N.2 aumentare numero di utenti nei 5 giorni settimanali Organizzazione servizio di cucina X 2.2 Organizzazione distribuzione pasti X 2.3 Censimento dei nuovi utenti X X X X X X X X X X X 2.4 Raccolta di generi alimentari da supermercati e mense o enti convenzionati X X X X X X X X X X X 2.5 Gestione del servizio di distribuzione mensa X X X X X X X X X X X 2.6 Coordinamento e verifica X X X X X 2.7 raccolta e monitoraggio dati x x OBIETTIVO SPECIFICO N.3 Miglioramento del lavoro di accompagnamento e monitoraggio dei percorsi di accompagnamento proposti ai singoli utenti: - almeno1contatto attivato ogni 15 giorni con le famiglie del programma microcredito

14 3.1 Analisi utenti microcredito X X X X 3.2 Colloqui telefonici con utenti X X X X X X 3.3 Colloqui personali periodici X X X X X 3.4 Compilazioni schede di monitoraggio X X X X 3.5 raccolta e monitoraggio dati x x OBIETTIVO SPECIFICO N.4 Garantire l animazione di percorsi di riflessione e educazione rispetto agli stili di vita, la sobrietà e la mondialità. In particolar modo: - garantire almeno 1 percorso di sensibilizzazione sperimentale con un gruppo di ragazzi in una scuola dell infanzia, una scuola primaria, una secondaria inferiore e superiore - garantire almeno un percorso di dibattito e formazione per la città e per le parrocchie Elaborazione dei contenuti del percorso X X X 4.2 contatti con le scuole X 4.3 Riunioni preparatorie con le scuole coinvolte X 4.4 Svolgimento dei percorsi con gli studenti X X X X X X 4.5 Coordinamento e verifica X X X 4.6 raccolta e monitoraggio dati 5.1 Elaborazione dei contenuti del percorso X 5.2 Organizzazione logistica del percorso X 5.3 Pubblicizzazione percorso X 5.4 Svolgimento dei percorsi X X X X X X X X X 5.5 Coordinamento e verifica X X 5.6 Raccolta e monitoraggio dati x x

15 8.2 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE, CON LA SPECIFICA DELLE PROFESSIONALITÀ IMPEGNATE E LA LORO ATTINENZA CON LE PREDETTE ATTIVITÀ. AREA DI INTERVENTO disagio adulto SEDE: Ufficio Pastorale Caritas, codice Helios: Numero professionalità Elenco attività in cui è coinvolto n.1 Coordinatore di tutte le attività previste dal progetto, direttore Caritas Diocesana Ciascuna delle azioni di progetto n.2 Operatori centro di ascolto 1.1, 1.2, 1.3, 1.4, 1.5, 2.3, 2.6, 3.1, 3.2, 3.3, 3.4, 4.1, 4.4, 4.5, 5.1, 5.4, 5.5, 1.6, 2.7, 3.5, 4.6, 5.6 n.10 Operatori mensa 2.1, 2.2, 2.3, 2.4, 2.5, 2.6 n.1 Esperto trattamento dati utenti 1.4, 2.3, 3.4, 1.6, 2.7, 3.5, 4.6, 5.6 n.1 Responsabile progetto microcredito, tecnico bancario 3.1, 3.2, 3.3, 3.4 n. 1 Assistente sociale 1.3, 1.5, 2.3, 3.1, 3.4, 4.1, 4.5, 5.1, 5.4, 5.5 n.2 Animatori percorsi interculturali 4.1, 4.2, 4.3, 4.4, 4.5, 5.1, 5.2, 5.3, 5.4, 5.5, 1.6, 2.7, 3.5, 4.6, 5.6 n.1 Esperto animazione percorsi economia alternativa, sobrietà, stili di vita 4.1, 4.2, 4.3, 4.4, 4.5, 5.1, 5.2, 5.3, 5.4, 5.5, 1.6, 2.7, 3.5, 4.6, RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL AMBITO DEL PROGETTO. SEDE: Ufficio Pastorale Caritas, codice Helios: Obiettivo n.1 Aumento del numero di ore di apertura del servizio di ascolto offerto, dalle 8 ore attuali alle 16 ore settimanali Codice e titolo attività Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile 1.1 Organizzazione servizio di ascolto e accoglienza In collaborazione con il responsabile del Centro di Ascolto, il giovane provvede a preparare il set per i colloqui con gli utenti, rivede la sistemazione degli ambienti e provvede a riorganizzare gli strumenti che coadiuvino lo svolgimento delle attività (schede, time card operatori, strumenti di gestione del servizio interni) 15

16 1.2 Organizzazione di ascolto telefonico In collaborazione con il responsabile del Centro di Ascolto, il giovane provvede a riorganizzare gli strumenti che coadiuvino lo svolgimento delle attività e partecipa al servizio di ascolto telefonica, nelle sue prime fasi di accoglienza, ecc. Questo tipo di ascolto è un servizio minimo perché si cercherà sempre di incontrare personalmente la persona che ha cercato un primo contatto con la struttura attraverso il telefono. 1.4 svolgimento del servizio In affiancamento agli operatori del Centro di Ascolto, il giovane partecipa ai colloqui con gli utenti, redige le schede di censimento degli stessi, organizza le risposte ai bisogni espressi La metodologia di ascolto utilizzata mira alla tipologia dell ascolto di Cuore, dove chi ascolta e chi è ascoltato vengono coinvolti, con ruoli diversi, in un progetto che, ricercando le soluzioni più adeguate, punta a un processo di liberazione della persona dal bisogno. Il giovane sosterrà l operatore del centro d ascolto e si sperimenterà nel: 1. Orientamento delle persone verso una rilettura delle reali esigenze e una ricerca delle soluzioni più indicate e dei servizi più adeguati presenti sul territorio. 2. Accompagnamento, cercando di mettere in contatto la persona con i servizi presenti sul territorio ed attivando tutte le risorse possibili. 3. Ricerca della prima risposta per i bisogni più urgenti, sempre attraverso il coinvolgimento delle comunità parrocchiali e del territorio. Una parte del lavoro sarà inoltre dedicata alla stesura del profilo della persona attraverso l utilizzo di schede cartacee per creare uno storico e avere sempre ben presente il percorso intrapreso dalla persona in modo tale da poter anche sfruttare al meglio la rete nel suo progetto di sostegno. 1.5 Riunioni di coordinamento e verifica Partecipa alle riunioni con il resto dell equipe. Le riunioni hanno un impronta tecnica di revisione e comunicazione delle varie attività svolte e progettate, ma sono anche occasione di approfondimento sulle problematiche incontrate, attivazione e implementazione della rete fra i colleghi interni all ufficio Caritas ma anche con tutte le altre strutture ecclesiali e cittadine, e occasione di crescita personale attraverso momenti di riflessione. Obiettivo n.2 passare ad una distribuzione di 5 giorni settimanali 2.1 Organizzazione servizio di cucina Provvede assieme agli operatori del servizio di mensa agli acquisti necessari al servizio di cucina e alla corretta organizzazione dei volontari (schede volontari, organizzazione turni, contatti con i volontari, comunicazione anche telematica con gli stessi) e degli strumenti di cucina (inventari beni presenti, ecc.) Si lavorerà anche relativamente ai prodotti alimentari che giornalmente confluiscono alla mensa attraverso il progetto Caritas Moltiplicare pani e pesci, che organizza la raccolta dei pasti non utilizzati da alcune scuole della città 2.2 Organizzazione distribuzione pasti 2.3 Censimento dei nuovi utenti In affiancamento agli operatori coadiuva nel Centro di Ascolto la redazione delle schede di ingresso dei nuovi utenti del servizio

17 2.4 Raccolta di generi alimentari da supermercati e mense o enti convenzionati 2.5 Gestione del servizio di distribuzione mensa Partecipa con gli operatori del servizio mensa al ritiro dei generi alimentari dai centri commerciali convenzionati e nelle mense. In special modo si cercherà di implementare e sistematizzare tutto il lavoro che deriva dal progetto Moltiplicare pani e pesci, cercando eventualmente di coinvolgere e aumentare il numero di scuole che si rendano disponibili mettendo a disposizione i pasti in avanzo. Partecipa con gli operatori all organizzazione del gruppo di volontari che partecipano alla distribuzione pasti, ne gestisce i contatti e la comunicazione 2.6 Coordinamento e verifica Partecipa alle riunioni con il resto dell equipe Obiettivo n.3 Miglioramento del lavoro di accompagnamento e monitoraggio dei percorsi di accompagnamento proposti ai singoli utenti: A. almeno un contatto attivato ogni 15 giorni con le famiglie del programma microcredito B. affiancamento delle famiglie coinvolte nel progetto Cammini di giustizia, ossia un tutoraggio specifico delle famiglie assistite con fondi economici dal centro di ascolto, attraverso il condizionamento dell erogazione del contributo alla revisione del bilancio familiare. 3.2 Colloqui telefonici con utenti A - In affiancamento agli operatori del centro di ascolto coadiuva nel servizio telefonico di colloquio con gli utenti dei percorsi di microcredito, ricontattandoli sulla base delle indicazioni del responsabile del programma: monitoraggio dello stato di avanzamento del progetto e pianificazione della restituzione del prestito. B - Contatto con le famiglie del progetto per fissare appuntamenti finalizzati alla illustrazione del progetto alle famiglie stesse 3.3 Colloqui personali periodici A - Coadiuva l equipe responsabile del progetto nei colloqui con gli utenti del programma, anche accompagnandoli nelle eventuali visite domiciliari. B - Ascolta e valuta le difficoltà della famiglia cercando di instaurare un rapporto il più possibile paritario. Mette a disposizione i mezzi e le competenze al fine di risolvere le difficoltà della famiglia: in special modo relative ai consumi, acquisti, che possono gravare ulteriormente se mal gestiti sull andamento economico. 3.4 Compilazioni schede di monitoraggio A - Compila le schede di monitoraggio con i dati raccolti tra gli utenti del programma di microcredito e coadiuva nell organizzazione di un data base informatico con queste informazioni B - Compila rapporti sull andamento del progetto, valutando la risposta delle famiglie, eventuali miglioramenti e difficoltà Obiettivo n.4 Garantire l animazione di percorsi di riflessione e educazione rispetto agli stili di vita, la sobrietà e la mondialità. In particolar modo: - garantire almeno 1 percorso di sensibilizzazione sperimentale con un gruppo di ragazzi in una scuola dell infanzia, una scuola primaria, una secondaria inferiore e superiore - garantire almeno un percorso di dibattito e formazione per la città e per le parrocchie 4.1 Elaborazione dei contenuti del percorso Partecipa all elaborazione dei contenuti dei percorsi da proporre agli studenti Le competenze del giovane coinvolto saranno di stimolo e propositive nel confezionare i vari progetti, che potranno anche essere fatti proprio a misura delle proprie abilità e inclinazioni. 17

18 4.3 Riunioni preparatorie con le scuole coinvolte 4.4 Svolgimento dei percorsi con gli studenti Coadiuva l equipe di animatori nel tessere i rapporti con le scuole, partecipando anche alla fase preparatoria delle attività e confrontandosi con il corpo insegnanti. Partecipa alle riunioni di programmazione recandosi nelle scuole per illustrare al corpo insegnante i progetti già strutturati dall equipe aperti anche a valutare proposte ulteriori che si inseriscano nei programmi annuali stilati dalle scuole medesime. Coadiuva i formatori nello svolgimento pratico delle attività con compiti di animazione laboratoriale per gli studenti recandosi nelle scuole durante le svolgimento degli incontri. 4.5 Coordinamento e verifica Partecipa alle riunioni con il resto dell equipe 5.1 Elaborazione dei contenuti del percorso 5.2 Organizzazione logistica del percorso Partecipa all elaborazione dei contenuti dei percorsi da proporre. Verranno elaborati progetti sugli stili di vita e la sobrietà dei consumi per stimolare i bambini e i ragazzi a riflettere sulla modalità di acquisto, sulla possibilità di autoproduzione di cibo, giochi e oggettistica. Coadiuva nella fase preparatoria delle attività, contattando i relatori, facilitando la preparazione logistica dei diversi incontri 5.3 Pubblicizzazione percorso Coadiuva nella fase di pubblicizzazione, sia utilizzando strumenti informatici che nella fase di preparazione e stampa del materiale cartaceo. Sono chiamati a scrivere e descrivere l esperienza vissuta sui mezzi di informazione messi a disposizione dalla Diocesi: il settimanale Toscana Oggi Lucca/, Sito Diocesi, Sito Caritas. 5.4 Svolgimento dei percorsi Partecipano attivamente alla realizzazione dei laboratori nelle scuole Partecipa alle iniziative progettate con le parrocchie, coadiuvando nelle attività richieste dal coordinamento logistico delle stesse (contatto con i relatori, assistenza ai presenti, raccolta contatti, documentazione fotografica, ecc ) 5.5 Coordinamento e verifica Partecipa alle riunioni con il resto dell equipe e con gli insegnanti che hanno aderito ai progetti, per verificare i risultati ottenuti, se e in che maniera sono stati recepiti i messaggi veicolati dai laboratori. 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 4 10) Numero posti con vitto e alloggio: 0 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 4 12) Numero posti con solo vitto: 0 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 30 ore settimanali 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :

19 5 giorni di servizio 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: n.b. QUESTA VOCE HA SUBÌTO LIMITAZIONI IN SEDE DI VALUTAZIONE Partecipazione al percorso formativo previsto a livello diocesano e ai corsi di formazione residenziali organizzati a livello diocesano, regionale, interdiocesano anche fuori dal comune e della provincia ove si svolge il proprio progetto, così come previsto dal percorso di formazione; ogni corso ha la durata di alcuni giorni. Partecipazione ai momenti di verifica dell esperienza di servizio civile con la Caritas diocesana e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinale-mensile) e previsti a metà e a fine servizio con momenti residenziali di 2-3 giornate organizzati a livello diocesano, regionale, interdiocesano anche fuori dal comune e della provincia ove si svolge il proprio progetto. Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi. Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di: eventi di formazione e sensibilizzazione diocesani, regionali o nazionale (es. incontro nazionale giovani in servizio civile) Disponibilità alla flessibilità oraria in caso di eventi di sensibilizzazione sul territorio Disponibilità all'impegno nei giorni festivi in caso di particolari iniziative di sensibilizzazione Disponibilità ad eventuali pernottamenti occasionali nel caso di specifiche occasioni formative o inerenti alle attività del progetto Disponibilità a partecipare ad attività che possano richiedere trasferimenti temporanei fuori sede (come per visite domiciliari, raccolta generi alimentari) 19

20 CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE 16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato L Ente presso il quale devono essere indirizzate le domande è: CARITAS DIOCESANA DI Lucca P.le Arrigoni, Lucca tel 0583/ fax 0583/ caritas@diocesilucca.it Persona di riferimento: Elisabetta Tomai N. Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Cod. ident. sede N. vol. per sede Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Cognome e nome Data di nascita C.F. 1 Ufficio Pastorale Caritas Lucca P.le Arrigoni, ISABELLA ARBUATTI

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