1. DESCRIZIONE DELL AZIENDA

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1 Sommario 1. DESCRIZIONE DELL AZIENDA 2 2. ARBORETO PER LA PRODUZIONE DI LEGNAME DA PREGIO Fattori condizionanti la scelta della tipologia di impianto Descrizione dell arboreto Cure colturali Operazioni di abbattimento Operazioni di cippatura Applicazioni all azienda REALIZZAZIONE DELL ARBORETO Costi e tempi per la realizzazione Costi per le manutenzioni (cure colturali) INSERIMENTO DELL ARBORETO NELL AMBIENTE CIRCOSTANTE REALIZZAZIONE DELL ARBORETO TRAMITE FINANZIAMENTI DEL PSR Descrizione della misura Impegni Spese ammissibili Durata degli impegni/vincoli Livello ed entità dell aiuto Termini e scadenze PROGETTO FITODEPURAZIONE Fascia tampone tradizionale Fascia tampone inversa Applicazioni alla realtà aziendale REALIZZAZIONE DEL PROGETTO FITODEPURAZIONE TRAMITE FINANZIAMENTI DEL PSR Misura Primo imboschimento di terreni agricoli Misura 216 Investimenti non produttivi INDENNITÀ DI ESPROPRIO PER LA REALIZZAZIONE DELL AUTOSTRADA 42 Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 1

2 1. DESCRIZIONE DELL AZIENDA La Pila Società Agricola S.r.l. è estesa su una superficie complessiva di ha e si compone di un unico corpo aziendale a Spininbecco di Villabartolomea. Le superfici sono coltivate a mele, pere, kiwi e drupacee varie (circa 10 ha) e a seminativo (circa 30 ha). Il terreno presenta giacitura pianeggiante ed è servito da un sistema di canali grazie al quale l acqua viene prelevata tramite pompe e distribuita sulle superfici (irrigazione a pioggia e micro-jet). Nel 2002 l azienda ha iniziato il recupero conservativo degli immobili della corte tramite l avvio dell attività agrituristica. Il vecchio essiccatoio per tabacco, la casa colonica, i granai, l officina e i magazzini in disuso sono stati ristrutturati e sono diventati stanze, appartamenti, saloni e cucina a servizio dell agriturismo. Anche gli spazi esterni sono stati valorizzati e tra i filari di kiwi è stata ricavata una piscina, un orto e uno spazio dedicato alle erbe aromatiche. A sud, l azienda confina con la S.S. 434, per la quale è già in progetto un allargamento per la realizzazione dell Autostrada Regionale Medio Padana Veneta (Nogara Mare). Inoltre al confine sud-est verrà realizzato il casello autostradale di Villa Bartolomea. L opera ha la finalità di potenziare l asse medio padano nel territorio regionale e, a ovest, si raccorda all autostrada regionale lombarda Cremona-Mantova allo scopo di realizzare un collegamento diretto tra l area lombarda, il Veneto e il Mare Adriatico. L autostrada avrà origine a Nogara con l innesto sulla S.S. 12, per poi immettersi sulla S.S. 434 a sud di Legnago, tramite la riqualificazione autostradale della Statale da Legnago a Rovigo, proseguendo fino all innesto sulla S.R. 495 e con la E55 nuova Romea in località Adria. In previsione del futuro cambiamento, per inserire la nuova infrastruttura armoniosamente nel contesto aziendale, ma soprattutto per isolare la realtà agrituristica da tutto l insieme di effetti negativi che la nuova autostrada e la sua realizzazione porteranno (rumore, inquinamento e opere visivamente sgradevoli), l azienda intende realizzare un arboreto sulla fascia che costeggia la S.S. 434 (futura autostrada). La fascia sarà negli anni integrata da ulteriori superfici a bosco, fino ad arrivare ad un totale di 20 ha piantumati. Dopo una serie di considerazioni, l impianto per l ottenimento di legname da pregio con piante accessorie che danno un piccolo sostegno economico intermedio, è risultata essere la scelta più valida per l azienda. Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 2

3 2. ARBORETO PER LA PRODUZIONE DI LEGNAME DI PREGIO 2.1 Fattori condizionanti la scelta della tipologia di impianto La scelta della tipologia di impianto è stata fatta dopo una lunga valutazione insieme all azienda e l arboreto per la produzione di legname da pregio è il risultato di una serie di considerazioni economiche, ambientali e aziendali. Dal punto di vista economico l impianto scelto permette di ottenere produzioni costanti fino al raggiungimento dell epoca di taglio, al quale si ha il ricavo massimo dato dalle specie di pregio. Infatti, come sarà specificato più avanti, le specie piantumate sono varie e con tempi di taglio, diradamento e sfoltimento distribuiti nel tempo. Un impianto monospecie può risultare meno oneroso in quanto gli interventi sono gli stessi per tutta la superficie piantumata; la consociazione con più specie, però, risulta più stabile biologicamente e fisicamente. Inoltre vi è l aspetto ambientale che non deve essere trascurato, anche se purtroppo molte volte non risulta essere prioritario quando si decide di fare questa tipologia di investimenti. Un impianto con una molteplice varietà di specie arboree e arbustive garantisce un inserimento meno specializzato nel contesto agricolo e una sua caratterizzazione naturale che possono favorire l introduzione di fauna e avifauna al suo interno. L attività agrituristica ha sicuramente influenzato la decisione dell azienda nel voler destinare ad impianto arboreo parte delle superfici a seminativo (circa 20 ha). Ne risulterà un accrescimento del valore dell attività che oltre a fornire servizio di alloggio e ristorazione, completerà la sua offerta con un bosco che garantisce ai clienti un servizio ricreativo e paesaggistico. Bisogna inoltre sottolineare l importanza che avrà l impianto nel momento in cui avranno inizio i lavori per la realizzazione dell autostrada e che vedrà l azienda direttamente coinvolta. Le piante forniranno un importante barriera protettiva sia visiva che fisica nei confronti di un infrastruttura la cui realizzazione non sconvolge l assetto aziendale (verrà espropriata una parte marginale delle superfici) ma ne dequalifica l aspetto paesaggistico. 2.2 Descrizione dell arboreto L impianto misto formato da varie specie arboree e arbustive ha come finalità quella di sfruttare al massimo le potenzialità delle singole specie, in modo da ottenere il miglior risultato possibile sia per l arboreto che per l azienda. La descrizione sotto riportata è puramente indicativa e potrebbe non rispecchiare la scelta definitiva dell azienda che per la progettazione dell arboreto si avvarrà di un tecnico. Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 3

4 Composizione e struttura dell arboreto Si tratta di una consociazione (vedi fig. 1) tra noce comune (Juglans regia), ciliegio selvatico (Prunus avium) ed altre specie arbustive ed arboree quali ontano napoletano (Alnus cordata), umbellata (Eleagnus umbellata) e nocciolo (Corylus avellana). Il turno previsto per le specie principali è di circa anni, cioè il tempo necessario per raggiungere nella parte alta del fusto un diametro minimo di 30 cm. Fig. 1 Modulo dell impianto Specie principali Le specie principali sono due: noce nazionale (Juglans regia) e ciliegio selvatico (Prunus avium). Il noce nazionale produce un legno di grande pregio che spunta sul mercato un prezzo di gran lunga superiore a quello di qualsiasi altro legno di provenienza europea. Per contro, risulta piuttosto difficile ottenere fusti da lavoro con caratteristiche ottimali, sia per motivi di conformazione del fusto, dominanza apicale e ramificazione, sia per motivi fitosanitari. Per quanto riguarda le esigenze ecologiche, il noce non tollera i ristagni idrici, i terreni argillosi compatti, ma esige terreni soffici, ben drenati, di buona fertilità, pur sopportando brevi periodi di siccità estiva. Il ciliegio selvatico produce anch esso un legno di ottimo pregio, anche se di valore inferiore rispetto al noce, ma è più facile da gestire per quanto riguarda la dominanza apicale, il portamento del fusto e la ramificazione. Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 4

5 Accompagnamento primario La specie di accompagnamento ha il compito di migliorare le caratteristiche ambientali attorno alla specie principale ed è qui rappresentata dall ontano napoletano (Alnus cordata). La scelta di questa specie è dovuta alle seguenti caratteristiche: - capacità di questa specie di fissare l azoto atmosferico e quindi di contribuire ad una fertilizzazione naturale del terreno; - forma piramidale della chioma che, restringendosi in alto, non va a competere con lo sviluppo delle chiome globose delle specie principali; - rapido accrescimento. Inoltre questa specie può fornire, con turni relativamente brevi, una biomassa di discreta qualità per la produzione di energia termica, sia sotto forma di cippato, che di legna in pezzi ed allo stesso tempo impedisce lo sviluppo della vegetazione erbacea nell area di insidenza della chioma, eliminando così la necessità degli sfalci periodici. Specie di accompagnamento secondario Sono rappresentate da specie arbustive ed il loro compito principale è quello di avvolgere con la propria chioma il fusto della specie principale per impedire il riscoppio dei rami laterali dopo la potatura di formazione che causerebbero la formazione del cosiddetto nodo su nodo, un difetto del legno che più penalizzano la qualità. L arbusto ha poi uno sviluppo in altezza che non supera i 4-5 metri per cui non va ad interferire con lo sviluppo della chioma delle specie arboree. Inoltre esso va ad occupare le chiarie rimaste libere dall area di insidenza delle chiome delle altre specie, eliminando così completamente la necessità di sfalcio a partire già dai primi 3-4 anni dall impianto. Nel nostro caso le specie impiegate sono: il nocciolo e l umbellata. Entrambe le specie rilasciano una buona lettiera; l umbellata in più ha la capacità di fissare l azoto atmosferico, per cui contribuisce con l ontano a fertilizzare il terreno. Entrambe le specie risultano utili all apicoltura per la produzione di polline (nocciolo) e nettare (umbellata) ed a fine turno potrebbero essere cippate e sfruttate quindi come biomassa a fini energetici. La consociazione offre 2 importanti vantaggi: - l impianto è biologicamente più stabile in quanto la mescolanza di specie rende molto più difficoltosa la diffusione dei patogeni all interno dell arboreto; - l impianto è fisicamente più stabile in quanto le piante si proteggono le une con le altre contro gli eventi atmosferici, quali vento, grandine, ecc. In particolare il noce, particolarmente fragile nei primi 5-8 anni e soprattutto nel periodo tardo primaverile - inizio estate, viene protetto dalle chiome degli ontani. Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 5

6 Funzioni dell arboreto La funzione principale è qui rivolta alla produzione di legname di pregio per l industria del mobile, dei serramenti e dell arredo in generale. Contemporaneamente l arboreto svolge altre funzioni di primaria importanza, ma tutte le operazioni effettuate, dalla progettazione alla realizzazione dell impianto, fino alle cure colturali, hanno come obiettivo primario l ottimizzazione della funzione principale. Le altre funzioni sono: - produzione biomassa a fini energetici; - miglioramento del paesaggio; - formazione di un habitat in grado di ospitare la fauna selvatica; - funzione mellifera; - funzione ambientale. Prodotto principale: legname di pregio Il legname che questo tipo di arboreto è chiamato a produrre sarà destinato alla fabbricazione di mobili, arredo in generale, serramenti ed altri prodotti di falegnameria fine e proprio per questo motivo esso dovrà possedere delle caratteristiche tecnologiche ben precise. In particolare i fusti da lavoro che si ottengono da questo tipo di arboreti possono seguire due vie: - tranceria: dove il fusto viene trasformato in fogli dello spessore di qualche decimo di mm; - segheria: dove il fusto viene trasformato in tavole di vario spessore e lunghezza. Tranceria. Alla trancia possono essere destinati solo i fusti migliori, cioè quelli dritti, a sezione cilindrica, con anelli regolari e concentrici, completamente privi di nodi ed altri difetti del legno dovuti a malattie, attacchi di insetti o traumi di vario genere. Inoltre ci sono delle misure minime che devono essere soddisfatte: il tronco da trancia deve avere una lunghezza minima di 2,50 metri ed un diametro nella sua sezione inferiore di almeno 30 centimetri. Segheria. Le caratteristiche dei tronchi da sega possono essere un po meno rigorose, anche perché il tavolame che se ne ricava viene classificato in classi di qualità, per cui anche la presenza di qualche difetto non esclude la possibilità di un eventuale utilizzo. In pratica le caratteristiche a cui si tende sono le stesse del legno da trancia, ma anche se il tronco presenta qualche nodo o qualche altra imperfezione può avere lo stesso vari impieghi in falegnameria. L arboreto in questione è strutturato proprio per facilitare il più possibile l ottenimento del prodotto come sopra descritto. Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 6

7 Produzione accessoria: biomassa legnosa a scopo energetico Come già specificato in precedenza, l ontano napoletano va eliminato ad un certo punto del ciclo dell arboreto, per evitare che ostacoli lo sviluppo delle specie principali. In questa occasione si può ottenere dal diradamento una cospicua quantità di biomassa legnosa a scopo energetico. L ontano produce un legno non molto denso che come legna in pezzi per stufe o caldaie è migliore di salice o pioppo, ma assai più scadente di specie a legno duro quali faggio o carpino. Si ottiene invece un cippato di ottima qualità per l utilizzo nelle caldaie che funzionano con questo tipo di prodotto. La spesa per effettuare le operazioni di diradamento può così trasformarsi in un piccolo guadagno. 2.3 Cure colturali Le cure colturali all arboreto consistono in: - trinciatura dell erba negli interfilari nei primi 3-5 anni, fintanto cioè che le chiome non si sono chiuse impedendo lo sviluppo dell erba; - diserbo chimico o manuale nel foro d impianto in corrispondenza delle giovani piantine, da eseguirsi solo nei primi 2-3 anni; - potature di formazione a carico delle specie destinate a produrre fusto da lavoro, in questo caso noce e ciliegio; tali potature devono iniziare al 2-3 anno e protrarsi fino al 7-8 anno o comunque fintanto che non si sono ottenuti fusti liberi da rami fino ad un altezza di almeno 3 m dal suolo; - diradamento a carico della specie secondaria, cioè l Ontano napoletano; la scelta del momento in cui diradare è assai delicata in quanto, se eseguita troppo presto lascia esposte agli agenti atmosferici avversi le piante di noce ancora troppo fragili; se eseguita troppo tardivamente, cioè quando le chiome delle due diverse specie già da tempo si toccano e si fanno concorrenza, a carico delle specie principali si forma una riduzione dello spessore degli anelli del legno e, successivamente al diradamento, un aumento di tale spessore. Il legno che ne risulta a maturità non sarà omogeneo come invece richiesto dall industria, e quindi risulterà di minore qualità e valore economico. 2.4 Operazioni di abbattimento Nel momento in cui gli Ontani napoletani raggiungono dimensioni della chioma tali da ostacolare un regolare sviluppo delle due specie principali, cioè del noce e del ciliegio è giunto il momento di abbatterli, quindi il diradamento prevede la rimozione integrale delle file di ontano, che deve essere effettuata con estrema attenzione, per evitare danni al soprassuolo residuo. Tale momento si verifica all incirca anni dopo l impianto. Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 7

8 Tre tipologie di meccanizzazione per l abbattimento: l esperienza in un impianto sperimentale. Per valutare quale tipologia di meccanizzazione può risultare più vantaggiosa per l azienda si fa qui di seguito la descrizione delle tre tipologie (bassa, alta e polivalente, alta e specifica) testate in un arboreto realizzato sui terreni dell Azienda Sperimentale della Provincia di Vicenza a Montecchio Precalcino. Delle tre tesi distinte si è verificata la produttività, il costo unitario di raccolta e la compatibilità con gli obiettivi qualitativi dell intervento, cioè il rispetto assoluto delle piante rilasciate e del suolo percorso. Tutte le tesi prevedevano l esbosco della pianta intera, con cippatura all imposto in questo caso un campo libero immediatamente adiacente alla piantagione. Le tre tesi si differenziavano essenzialmente per il tipo di meccanizzazione impiegata: bassa, alta e polivalente, alta e specifica. La tesi a meccanizzazione bassa consiste in un cantiere classico, basato sulla motosega e sul trattore agricolo. Le piante sono abbattute da una squadra di due operai muniti di motosega, di cui uno effettua il taglio e l altro dirige la caduta della pianta verso il centro della fila per evitare danni alle piante di noce e ciliegio. Concentramento ed esbosco sono effettuati da un solo operaio, che impiega un trattore agricolo munito di verricello a due tamburi. Questa tesi esemplifica il caso della gestione diretta da parte dell agricoltore, con conseguente limitazione nella capacità di investimento in attrezzature meccaniche specializzate. La tesi a meccanizzazione alta e polivalente è imperniata su un escavatore leggero munito di testa di abbattimento con sega a catena, capace di tagliare un diametro massimo di 60 cm. Macchine di questo tipo sono abbastanza diffuse in pioppicoltura e possono essere impiegate per effettuare una varietà di lavorazioni boschive, quali l abbattimento, il concentramento e il carico - data l inerente polivalenza dell escavatore idraulico. L abbattitrice taglia le piante e le concentra in fastelli di 5-8 pezzi, così da facilitarne l esbosco. Il preventivo concentramento effettuato dall abbattitrice consente infatti di impiegare un trattore agricolo munito di pinza posteriore da strascico, estremamente più rapido del trattore con verricello. Oltretutto, il lavoro con la pinza da strascico è molto più leggero per il trattorista, che non deve scendere dal trattore per agganciare il carico. Anche in questo caso il lavoro è eseguito da un solo operaio. La tesi a meccanizzazione alta e specifica impiega un abbattitrice-affastellatrice a disco, applicata ad un minicaricatore tipo Bobcat con cingolatura in gomma. L abbattitrice ha una capacità di taglio pari a 35 cm e due bracci di presa indipendenti che gli consentono di afferrare più piante per ciascun ciclo di lavoro. Il peso totale dell attrezzo sfiora i 700 kg, contro i quasi 3000 delle grosse abbattitrici a disco di tipo standard, che richiedono una motrice molto più pesante. La macchina impiegata nella prova invece può essere applicata all attacco universale di qualsiasi minicaricatore capace di erogare sufficiente potenza idraulica. In Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 8

9 linea generale una motrice di questo tipo pesa al massimo quattro tonnellate ed il suo accoppiamento con l abbattitrice a disco genera un mezzo agile, leggero ed economico. L unico limite è la relativa specializzazione della macchina, dato che, in configurazione abbattitrice, il minicaricatore può solo effettuare abbattimento e concentramento, e si presta male ai lavori di carico, accatastamento e sezionatura. Oltretutto la capacità di taglio limitata e la necessità di raggiungere direttamente il piede di ciascuna pianta da tagliare ne limita l impiego alle giovani piantagioni poste in terreno agevole, come appunto quelle finalizzate alla produzione di legname di qualità o di biomassa. D altra parte, il minicaricatore può essere equipaggiato alternativamente con una varietà di attrezzature, quali pinze da carico, decespugliatori o benne, che ne consentono un impiego abbastanza diversificato. L attacco universale poi agevola la sostituzione dell attrezzo, che in genere richiede meno di 15 minuti. L abbattimento meccanizzato è più produttivo rispetto a quello manuale e consente di triplicare la produttività della manodopera. Il minicaricatore supera l escavatore sui diametri compresi tra 10 e 20 cm, confermandosi come l attrezzatura ideale per questo tipo di interventi. L escavatore invece è più efficace con i diametri maggiori di 20 cm, come ci si può aspettare da una macchina progettata per l impiego nei tagli di maturità. Indipendentemente dal tipo di macchina, l abbattimento meccanizzato è molto più comodo e sicuro di quello manuale. Oltretutto, la macchina non si limita ad abbattere le piante, ma le concentra in fastelli, consentendo una modalità di esbosco molto più efficace rispetto a quella attuabile dopo l abbattimento manuale. Il trattore con pinza infatti deve solo esboscare i fastelli formati dalla macchina e riesce a mantenere un ritmo di lavoro molto più veloce rispetto al trattore con verricello, che deve anche effettuare il concentramento, un lavoro lento e faticoso. La produttività del trattore con pinza è più che doppia rispetto a quella del trattore con verricello solo se le piante sono molto sviluppate ed è possibile formare un carico adeguato riunendo pochi pezzi. Nella tabella 1 sono riportate, per tipologia di meccanizzazione, il numero di piante (e quintali) tagliate per ora di lavoro a seconda del diametro a 1.30 m di altezza. Nell impianto sperimentale di Vicenza l Ontano aveva un diametro medio pari a 14,8 cm. Come ci si poteva aspettare la meccanizzazione alta è preferibile, per tempistiche, a quella bassa (ma solo per diametri sopra gli cm). Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 9

10 D 1.30 cm Motosega Escavatore Bobcat Piante/ora q/ora Piante/ora q/ora Piante/ora q/ora Tabella 1 Produttività dell abbattimento Successivamente all abbattimento si pone il problema della gestione del materiale. L azienda non possiede macchinari specifici per il prelevamento e la cippatura in campo dei tronchi. L unica possibilità risulta la gestione da parte di terzi, preferibilmente dell acquirente in modo da evitare ulteriori passaggi. Le possibilità sono due: 1. cippatura sul posto dei tronchi; 2. trasporto dei tronchi interi. 2.5 Operazioni di cippatura Nell impianto sperimentale di Vicenza la cippatura è stata effettuata all imposto con l impiego di due macchine diverse: una cippatrice carrellata azionata da un trattore agricolo ed una cippatrice autocarrata con motore autonomo. Le due macchine erano destinate a simulare due diversi livelli imprenditoriali: la cooperativa di produttori o il piccolo contoterzista dotati di una capacità di investimento medio-bassa e il contoterzista specializzato pronto ad investire cifre più elevate pur di mettere in campo il massimo della tecnologia disponibile. La produttività delle due cippatrici testate è adeguata al tipo di macchina: 80 q/ora per la versione applicata al trattore e 290 q/ora per quella pesante autocarrata. Questi valori si riferiscono all ora lorda, comprensiva del 25% di tempi morti. La cippatrice autocarrata ha un costo orario quasi doppio rispetto a quella applicata al trattore, ma produce più di tre volte tanto ed è molto più mobile; essa è adatta al contoterzista specializzato, capace di spostarsi velocemente e mobilizzare lotti dispersi in tempi ridotti. Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 10

11 Il discorso è interessante soprattutto se si pensa di stoccare le piante agli imposti per favorirne la stagionatura, trasformandole in cippato solo prima dell uso. In tal caso, la cippatura avverrebbe durante la stagione invernale, secondo la logica del just in time, che prevede consegne tempestive e il minimo accumulo di combustibile in centrale. In ogni caso, il ricorso alla cippatura integrale e l impiego di attrezzature adeguate permettono di abbattere i costi di raccolta in modo considerevole. Nelle condizioni di lavoro del popolamento in oggetto, il costo del cippato a bocca della cippatrice varia dai 3.2 Euro/q per la tesi a bassa meccanizzazione a 1.6 Euro/q per quella più meccanizzata. 2.5 Applicazione all azienda Nell esperienza di Veneto Agricoltura sopra riportata, il prelievo delle piante (ontani) è stato pari a 529 per ha e rapportando tali valori alla superficie aziendale destinata all arboricoltura (7 ha), si ottiene un numero di piante pari a 3703, che corrisponde a circa 3600 q.li. Per l abbattimento si presentano due opzioni: avvalersi della manodopera aziendale, noleggiando le attrezzature necessarie o utilizzando quelle eventualmente presenti in azienda; contattare un acquirente che acquista le piante in piedi ed effettua a sue spese l abbattimento e il trasporto del prodotto. Vi sono i pro e i contro in entrambi i casi: Manodopera aziendale Vendita delle piante in piedi PRO - Cura e attenzione nelle operazioni di abbattimento; - Riduzione delle spese. - Esperienza di chi effettua l abbattimento; - Certezza della vendita del prodotto. CONTRO - Inesperienza degli operatori; - Tempi di realizzo incerti; - Eventuale mancata vendita del prodotto - Poca cura nei confronti delle specie principali (possibili danni al soprassuolo residuo); - Spese maggiori. L azienda non possiede una professionalità specifica nella gestione di un impianto di arboricoltura ma il taglio delle piante ricade certamente tra le mansioni ricoperte dai soci/dipendenti, quindi si potrebbe pensare di non avvalersi di escavatori o minicaricatori ma della motosega e trattore e della manodopera aziendale. Ipotizzando un diametro di recidibilità pari a 15 cm, il tempo previsto per prelevare le 3703 piante è pari a 61 ore, che corrisponde indicativamente a 10 giorni lavorativi. La formazione dei dipendenti per le potature, abbattimenti e la gestione dell arboreto in generale potrà essere supportata dalla consulenza dei tecnici del Progetto ALA del Consorzio di Bonifica Veronese. Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 11

12 Nel caso in cui l azienda decida di effettuare l abbattimento con manodopera interna si pone poi il problema della gestione dei tronchi e la relativa cippatura. L azienda non possiede una caldaia a cippato e la destinazione delle piante abbattute/cippate non può essere altra che la vendita. Le possibilità sono due: effettuare la cippatura in azienda tramite noleggio delle macchine specializzate o avvalendosi di un terzista, e vendita successiva del prodotto ottenuto; vendere le piante abbattute e ritiro delle stesse da parte dell acquirente. Fermo restando che, per evitare l accumulo invenduto di cippato in azienda, senza avere il riparo adeguato per lo stoccaggio, la vendita delle piante abbattute (se non addirittura delle stesse in piedi ) è ad oggi l opzione consigliata, la scelta avverrà sulla base della migliore opportunità che si presenterà al momento dell abbattimento delle piante di accompagnamento. Sarà comunque da tenere in considerazione l eventuale vendita delle piante in piedi all azienda Zignago Power S.r.l., che possiede un impianto a biomassa per la produzione di energia elettrica a Bagnolo di Po (Rovigo). Questa potrebbe risultare la giusta destinazione delle piante di accompagnamento primario, con la possibilità per quell anno di unire i residui delle potature dei frutteti. Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 12

13 3. REALIZZAZIONE DELL ARBORETO La realizzazione dell arboreto interesserà circa 20 ha dell azienda oggi coltivati a seminativo. Per abbattere i costi utilizzando manodopera interna, ma soprattutto per inserire gradualmente nella realtà aziendale la nuova e sconosciuta coltura, la piantagione sarà suddivisa approssimativamente in tre appezzamenti di circa 7 ha l uno e realizzati in anni diversi. In questo modo si riuscirà anche ad ottenere un reddito scalare e a garantire anno per anno un reddito derivante dalle specie accessorie (primarie e secondarie). I tre appezzamenti sono contigui l uno all altro e una volta realizzati formeranno un corpo unico che andrà a separare l autostrada e il casello dall azienda. 3.1 Costi e tempi per la realizzazione Ai fini dell analisi dei costi e delle tempistiche connesse alla realizzazione e gestione dell impianto di arboricoltura da legno si è fatto riferimento al Prezzario Regionale Agroforestale approvato con Decreto n. 30 del 30/12/2009 e successivamente modificato con Decreto n. 10 del 19/04/2010. Il prezzario è stato redatto dalla Regione Veneto, Strutture della Segreteria Regionale Settore Primario, sulla base di risultato derivati da diverse esperienze sul territorio regionale (la correttezza della metodologia e dei calcoli è certificata da INEA Istituto Nazionale di Economia Agraria, sede regionale per il Veneto a Legnaro PD). Negli arboreti specializzati per la produzione di legname di pregio il turno varia tra i 30 ed i 35 anni ed è comunque dipendente dalla fertilità della stazione. La densità dell impianto è di circa piante/ha e le varie specie che rientrano nella composizione dell arboreto possono essere così distinte (come precedentemente spiegato): - Piante principali: si tratta delle piante a sesto definitivo, che rimarranno in piedi fino allo scadere del turno. A partire dal terzo anno dall impianto esse saranno sottoposte a potatura di formazione che si protrarrà per alcuni anni, cioè finché non si sarà ottenuta una pianta con tronco libero da rami per almeno 2,50 m dell altezza dal suolo ed una chioma ben sviluppata ed equilibrata che occupi i 2/3 dell altezza totale della pianta stessa. - Piante secondarie: si tratta di piante che hanno la funzione di formare un ambiente adatto allo sviluppo delle principali. Esse saranno sottoposte al taglio nel momento in cui cominceranno ad effettuare una competizione con le principali, tale da rallentarne o comprometterne lo sviluppo. - Piante accessorie dette anche arbusti di accompagnamento: hanno lo scopo di spingere verso l alto le piante principali e, una volta che queste ultime hanno subito la potatura di formazione, impediranno che dai nodi si sviluppino nuovi rami vigorosi. Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 13

14 Operazione Tempi di esecuzione Euro/ha (1) Euro/ha (2) Analisi del terreno Ripuntatura profonda a cm 3 ore/ha Acquisto letame matura nella quantità di 50 tonn/ha Spargimento letame 2 ore/ha Aratura superficiale a 30 cm 3 ore/ha Lavoro di affinamento (erpicatura leggera o fresatura) 2 ore/ha Tracciamento dei filari 6 ore/ha Acquisto del film pacciamante in EVA, spessore 0,08 mm e larghezza 1,20 m Stesura del film pacciamante con pacciamatrice 16 ore/ha meccanica Acquisto piantine con pane di terra (1.200 piante/ha) Messa a dimora piantine (2 operai specializzati) 16 ore/ha Acquisto shelters (200 piante specie principale/ha) Posizionamento shelters (2 operai specializzati) 4 ore/ha TOTALE ( /ha) Tabella 2 Costi per ha per la realizzazione dell impianto. La colonna Euro/ha (1) è la stessa riportata del Prezzario; La colonna Euro/ha (2) è stata modificata in tre righe (Tracciamento dei filari, Stesura del film pacciamante con pacciamatrice meccanica, Messa a dimora piantine) per ipotizzare il lavoro di operai non specializzati. Per quel che riguarda le lavorazioni classiche del terreno, cioè la ripuntatura profonda, lo spargimento del letame, l aratura a 30 cm ed il lavoro di affinamento (erpicatura leggera o fresatura), l esperienza dimostra che relativi tempi di esecuzione sono quelli riportati nella seconda colonna. Tali tempi, moltiplicati per i costi orari medi delle rispettive macchine impiegate danno il costo ad ettaro per le rispettive operazioni. I costi orari medi sono stati ottenuti dalla media dei costi orari delle varie ditte contoterziste che operano nel territorio regionale. Per quel che riguarda le operazioni di tracciamento dei filari, di stesura del film pacciamante e della messa a dimora delle piantine ci si è riferiti alle esperienze di realizzazione di arboreti di questo tipo effettuate dalla Regione del Veneto attraverso i suoi enti strumentali. Il tracciamento dei filari richiede l impiego di due operai specializzati ed il tempo richiesto per l intera operazione è di circa 4 ore/ha, considerando anche la regolarità del tracciato. Per il medesimo motivo anche i tempi per la stesura della pacciamatura sono facilitati. La stesura del film plastico viene effettuata con una macchina pacciamatrice applicata al sistema a 3 punti del trattore agricolo; per stendere i ml di film plastico si impiegano mediamente 16 ore, cioè due giornate complete. Si è considerato un costo orario della macchina di 50 euro/ora. Per la messa a dimora delle piantine è stata considerata la piantumazione manuale su terreno lavorato con utilizzo di bastone trapiantatore. Si considera che le operazioni di impianto vengano effettuate nel modo seguente: un operatore specializzato distribuisce le piante lungo i filari rispettando la sequenza delle varie specie; un secondo operatore a seguire perfora il film plastico e inserisce la piantina con pane di terra nel terreno mentre, in successione, il primo operatore che nel frattempo aveva terminato la distribuzione delle Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 14

15 piante, rincalza il terreno al colletto di ogni piantina. Il tempo mediamente impiegato per mettere a dimora piantine su una superficie di un ettaro è di 16 ore. Considerando che il personale che realizzerà l arboreto non è specializzato per tale tipologia di impianti, per ottenere il costo che più si avvicina al reale sono state aumentate del 50% le seguenti operazioni (come indicato in tabella nella 4 colonna): - tracciamento filari; - stesura film pacciamante con pacciamatrice meccanica; - messa a dimora piantine. Non è stato preso in considerazione il posizionamento degli shelters, in quanto si tratta di un attività già conosciuta dall azienda perché applicati alle piante da frutto. La tabella 2 riporta i costi e i tempi di realizzazione per ha. L azienda piantumerà circa 7 ha e il totale è riportato nella tabella 3: Operazione Tempi di esecuzione Euro (1) Euro (2) Analisi del terreno Ripuntatura profonda a cm 21 ore Acquisto letame matura nella quantità di 50 tonn/ha Spargimento letame 14 ore Aratura superficiale a 30 cm 21 ore Lavoro di affinamento (erpicatura leggera o fresatura) 14 ore Tracciamento dei filari 42 ore/ha Acquisto del film pacciamante in EVA, spessore 0,08 mm e larghezza 1,20 m Stesura del film pacciamante con pacciamatrice 112 ore meccanica Acquisto piantine con pane di terra (1.200 piante/ha) Messa a dimora piantine (2 operai specializzati) 112 ore Acquisto shelters (200 piante specie principale/ha) Posizionamento shelters (2 operai specializzati) 28 ore TOTALE ( ) Tabella 3 - Costi per la realizzazione di 7 ha di impianto di arboricoltura. Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 15

16 3.2 Costi per le manutenzioni (cure colturali) Le operazioni di manutenzione di questi arboreti si concentrano principalmente nei primi anni dopo l impianto. Alcune di queste operazioni, che qui di seguito vengono descritte, sono indispensabili per ottenere un prodotto finale libero da nodi e con le migliori caratteristiche possibili per la finalità cui è destinato il legno (realizzazione mobili). La lotta alle erbe infestanti va praticata fin dal primo anno. Sebbene favorita dall utilizzo della pacciamatura, tale lotta deve essere effettuata sia a livello del foro di impianto, sia a livello degli interfilari. In particolare le erbe che crescono nel foro d impianto esercitano una fortissima competizione con le specie messe a dimora sia per la luce solare, avvolgendo ed aduggiando le specie arboree ed arbustive, sia per i nutrienti a livello di suolo. Infatti le giovani piantine forestali hanno una profondità radicale di cm, proprio dove le erbe, con grande aggressività, catturano gli elementi nutritivi. Devono quindi essere tempestivamente debellate durante il primo e secondo anno dall impianto. L erba negli interfilari invece va trinciata 3 volte durante la stagione vegetativa per i primi 5 anni dall impianto, dopodiché il popolamento avrà manifestato uno sviluppo tale da coprire tali superfici impedendo lo sviluppo delle erbe. A partire dal terzo anno dall impianto occorre intervenire con le potature di formazione, le quali si protrarranno per diversi anni (5-7). Tali potature, che devono essere effettuate da personale esperto, hanno la precisa e fondamentale funzione di liberare gradualmente il tronco dai rami laterali fino ad una altezza minima di 2,50 metri. Dalla bontà di tali potature dipende in gran parte la qualità del legname che verrà prodotto a fine turno. Sempre nei primi due anni dall impianto occorre anche seguire le giovani piantine nei periodi estivi affinché non debbano soffrire troppo la siccità. Le piante forestali adulte infatti, se si è scelta bene la specie in base alla stazione, non temono la carenza idrica perché comunque il loro apparato radicale profondo rimane a contatto con gli strati umidi del suolo. Le giovani piantine invece, avendo le radici in superficie, risentono dell inaridimento del terreno nei suoi strati superficiali. Alle operazioni appena descritte si aggiungono anche quelle di diradamento, che nei popolamenti puri non devono essere fatte avendo la specie principale un sesto definitivo. Trattandosi invece di popolamenti misti, il diradamento va fatto a carico delle specie secondarie nel momento in cui questa comincia ad esercitare un effetto di competizione eccessivo sulla specie principale, tale da ritardarne o da rallentarne il regolare accrescimento. Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 16

17 I costi per l effettuazione delle manutenzioni sono riassunti nelle seguenti tabelle: Operazioni di manutenzione necessarie nei primi 2 anni: Operazione Tempi di esecuzione Euro/ha/anno Trinciatura dell erba negli interfilari 14 ore/ha 460 Eliminazione manuale erba nel foro d impianto 16 ore/ha 290 Irrigazione di soccorso (n. 2 interventi nella stagione vegetativa) 6 x 2 ore/ha 720 TOTALE Operazioni di manutenzione necessarie a partire dal 3 anno: Operazione Tempi di esecuzione Euro/ha/anno Potature di formazione a carico delle specie principali 32 ore/ha 770 TOTALE 770 Operazioni necessarie un unica volta durante il periodo considerato: Operazione Euro/ha Ripristino delle fallanze (fino al 10%) 277 Asportazione e conferimento in discarica del telo pacciamante 820 TOTALE La determinazione dei tempi di esecuzione delle operazioni sopra riportate è riferita alle esperienze effettuate su arboreti dalla Regione del Veneto attraverso i suoi enti strumentali. Relativamente alle operazioni di diradamento si può affermare che i costi da sostenere per la loro effettuazione possono essere compensati dalle entrate derivanti dalla vendita della biomassa di risulta. Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 17

18 4. INSERIMENTO DELL ARBORETO NELL AMBIENTE CIRCOSTANTE Come accennato precedentemente la scelta di destinare parte delle superfici a seminativo ad arboricoltura da legno e nello specifico costituito da un popolamento misto, è stata determinata da molteplici fattori, primo fra tutti la necessità di fare in modo che la nuova infrastruttura (autostrada con annesso casello) non risulti visibile dai clienti dell agriturismo e in generale dai fruitori dell azienda agricola. Rispetto all attuale S.S. 434, rialzata rispetto alle superfici aziendali di qualche metro, la nuova autostrada, dovendo collegarsi in entrata e in uscita al nuovo casello che sarà costruito su terreni contigui all azienda (se non direttamente su parte delle superfici aziendali), sarà realizzata ancora più in alto proprio per permettere l incrocio di strade di immissione e autostrada vera e propria. La scelta di un impianto di arboricoltura da legno con specie principali, accessorie (di accompagnamento) primarie e secondarie, oltre a rispondere ad una necessità economica, si inquadra come la tipologia che meglio si inserisce nel paesaggio circostante. Un impianto misto infatti è quello che più somiglia ad un bosco naturaliforme, se non fosse per la regolarità e linearità con cui è realizzato l impianto. Lo sviluppo rettilineo dei filari è un elemento imprescindibile se si vogliono effettuare le lavorazioni (sia di realizzazione che di mantenimento dell impianto) in economia e senza rovinare il soprassuolo residuo (specie principali). Rispetto ad un pioppeto (che era una delle possibili scelte dell azienda) la presenza di specie arboree ed arbustive con diverse velocità di accrescimento e di sviluppo della chioma, determinano, dopo alcuni anni dalla piantumazione, un arboreto con piante di varie altezze. Quest ultimo fattore risulta di fondamentale importanza dato che la specie accessoria, all incirca al decimo-dodicesimo anno, sarà destinata ad essere tagliata (diradamento) per evitare la concorrenza con le specie principali, concorrendo all ottenimento di un prodotto che darà il primo vero introito economico all azienda. Anche se sarà tolto un numero elevato di piante, la copertura sarà garantita dalla presenza sia delle specie principali che di quelle di accompagnamento secondarie, le quali sono tagliate regolarmente in quanto a portamento arbustivo e di facile e veloce ricaccio dalla ceppaia. Subito dopo il diradamento, l arboreto apparirà come svuotato, ma gli spazi vuoti saranno velocemente chiusi dalle chiome delle specie principali che, una volta tolta la concorrenza delle accessorie, hanno tutto lo spazio per uno sviluppo in altezza e larghezza, permettendo anche un regolare accrescimento del fusto. Quest ultimo raggiungerà la maturità verso il anno ma le caratteristiche che ne danno il pregio (dominanza apicale, portamento, ramificazione) devono essere guidate nei primi anni di vita. La zona dove si trova l azienda agricola La Pila S.r.l. non è caratterizzata dalla presenza di boschi, anche se secoli fa tutta la Pianura Padana era coperta da foreste (bosco planiziale). Proprio per questo la sua Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 18

19 realizzazione conferisce in primis all ambiente e in secondo luogo all azienda, un valore paesaggistico inestimabile. Il bosco in questione sarà un bene privato in quanto realizzato su superfici aziendali e con una finalità anche economica, ma la sua fruibilità da parte del clienti dell agriturismo e non solo, lo rende annoverabile tra quei beni che forniscono un servizio alla collettività ma che non vengono riconosciuti da un mercato e pertanto sono privi di prezzo. Tali servizi, detti anche esternalità, sono rappresentati dalle funzioni di protezione idrogeologica, paesaggistica, ricreativa, conservativa degli habitat naturali, conservativa della biodiversità, di fissazione del carbonio, ecc., tutte funzioni che sono ricoperte dall arboreto oggetto della presente relazione. Questo perché si tratta di una consociazione di diverse specie che conferiscono all arboreto una struttura eterogenea, che richiama il bosco naturaliforme nel senso più stretto del termine. Una volta concluso, l arboreto da legno coprirà una superficie totale di 20 ha, che corrisponde all incirca alla metà della superficie aziendale. Le altre superfici resteranno a frutteto (mele, pere, drupacee varie e actinidia) e una piccola parte resterà a seminativo per permettere all azienda di scegliere in un futuro per quale tipologia colturale destinarle( frutteto o arboreto). Ad oggi il frutteto ospita una fauna (principalmente lepri) che potrà poi espandersi nell arboreto adiacente e l avifauna invece troverà nel nuovo bosco un rifugio e una zona da popolare. Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 19

20 5. REALIZZAZIONE DELL ARBORETO TRAMITE FINANZIAMENTI DEL PSR L arboreto da legno per la produzione di legname di pregio può essere realizzato ottenendo un finanziamento dalla Regione Veneto tramite la Mis. 221 Primo imboschimento di terreni agricoli, e nello specifico l Azione 2 Fustaie a ciclo medio-lungo. I dati riportati nei paragrafi che seguono sono riferiti al bando pubblicato il 29 marzo 2011 con scadenza il 30 giugno Descrizione della misura La Misura intende incentivare la diffusione di formazioni forestali naturaliformi e dell arboricoltura da legno, al fine di ridurre gli effetti negativi causati dall intensificazione dell attività agricola. La presenza di popolamenti forestali permetterà di diminuire la concentrazione eccessiva di fertilizzanti e di contaminanti, che non consente di conseguire un uso sostenibile della risorsa idrica. Effetti positivi saranno inoltre ottenuti nei confronti della degradazione del suolo dovuta all erosione, alla diminuzione di sostanza organica ed alla compattazione. Un influenza favorevole potrà inoltre verificarsi nei confronti del cambiamento climatico, (conseguente ai processi inquinanti causati dall emissione di gas ad effetto serra e di composti acidificanti), dell aumento della biodiversità e del miglioramento del paesaggio. 5.2 Impegni Sono destinatari degli impegni i beneficiari che percepiscono i premi per la manutenzione e per la perdita di reddito (v. paragrafo 5.5 Livello ed entità dell aiuto). Gli impegni comprendono tutti gli interventi e gli acquisti necessari per la realizzazione delle cure colturali, al fine di garantire l attecchimento e l accrescimento del giovane popolamento, negli anni successivi all impianto. Gli impegni sono suddivisi in principali ed in secondari. I primi consistono nell obbligo di mantenimento del soprassuolo boschivo sulla superficie oggetto d intervento, mettendo in atto tutte le iniziative che ne garantiscano la continuità nel tempo (es.: divieto di effettuare altri tipi di coltura, divieto di pascolo). Gli impegni secondari costituiscono, invece, tutti quegli interventi che permettono di favorire le condizioni stazionali e fisiologiche più idonee all accrescimento e all affermazione del popolamento: a- risarcimento delle fallanze; b- contenimento della vegetazione concorrente; c- irrigazioni di soccorso; d- potature di formazione e di allevamento, sfolli e diradamenti, previsti dal Piano di coltura e conservazione; Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 20

21 e- eliminazione della pacciamatura, a norma di legge, se non biodegradabile, entro tre anni dalla conclusione degli interventi, se lo spessore è inferiore od uguale a 0,08 mm, entro 5 anni se lo spessore è superiore; f- interventi fitosanitari, se necessari; g- divieto di effettuare altri tipi di coltivazione; h- divieto di pascolo. La mancata esecuzione degli interventi nei termini e nei modi stabiliti comporterà l applicazione delle riduzioni o delle esclusioni previste dal titolo I del Regolamento (CE) n. 65/2011 della Commissione. 5.3 Spese ammissibili Sono ammissibili esclusivamente le spese previste dal prezzario approvato con Decreto del Dirigente della Direzione Piani e Programmi del Settore Primario n. 30 del 30 dicembre 2009, entro i limiti in esso indicati. Rientrano tra le spese ammissibili anche quelle derivanti da prestazioni volontarie di lavoro, nel limite stabilito dagli Indirizzi procedurali. Per tali lavori il progettista dovrà definire il tempo necessario (in ore) per portarli a compimento ed il numero di unità lavorative impiegate, nel rispetto dei limiti e delle tipologie previste dal prezzario regionale. Le spese generali consistono in spese tecniche relative alla progettazione, al coordinamento in fase di esecuzione e alla contabilità finale. Esse devono essere attinenti ai costi effettivi dell intervento ed essere imputate in percentuale non superiore al 10% dell importo della spesa ammissibile, fatte salve le limitazioni contenute negli Indirizzi procedurali. Gli Indirizzi procedurali stabiliscono che nel caso di società di capitali, enti pubblici, enti pubblici economici, ente privato con personalità giuridica, consorzio di diritto privato ed altre forme di cooperazione tra imprese e società cooperative non viene riconosciuta la possibilità di prestazioni volontarie. 5.4 Durata degli impegni/vincoli Gli impianti realizzati costituiscono colture legnose specializzate, a norma dell art. 14 della L.R. n. 52/7858 e dell art. 2, comma 5 del D.Lgs. 18 maggio 2001, n L obbligo della loro permanenza sul terreno viene a cessare al compimento del periodo vincolativo, che non potrà essere inferiore ad anni 15, determinati a partire dalla data della richiesta d accertamento finale dell intervento eseguito. Qualora le piante siano chiamate a svolgere ruoli diversi, il limite sopra specificato è riferito alle specie principali, destinate a giungere alla fine del turno mentre, in presenza di piante accessorie, si dovrà procedere al loro taglio quando avranno esaurito di svolgere le loro funzioni specifiche. Non è ammesso il governo a ceduo, per tutta la durata del periodo vincolativo. Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 21

22 5.5 Livello ed entità dell aiuto Le superfici aziendali della Pila srl non ricadono all interno della Rete Natura 2000 (per le quali il sostegno concesso è nella misura del 90%), quindi il sostegno per la realizzazione dell impianto di arboricoltura da legno è nella misura dell 80% dei costi ammissibili. Questi ultimi sono calcolati secondo la tabella del paragrafo 3.1 e la spesa massima ammissibile è pari a /ha. Di conseguenza l entità massima del sostegno è pari a /ha, come si evince dalla seguente tabella: Descrizione Arboreti misti - /ha Spesa ammissibile Interventi in altri territori (no Rete Natura 2000) Per l Azione 2 saranno inoltre corrisposti i seguenti premi, derivanti dagli impegni assunti dal beneficiario: Premi Durata Premio annuo per la manutenzione /ha/anno 5 anni Premio annuo per la perdita di reddito a) I.A.P.: 600 /ha/anno b) Altri soggetti di natura privata: 150 /ha/anno 15 anni 5.6 Termini e scadenze L intervento dovrà essere concluso, compreso il pagamento delle spese connesse, entro il 31 dicembre I soggetti che hanno diritto al premio per la perdita di reddito ed al premio per la manutenzione, dovranno presentare obbligatoriamente una specifica domanda di pagamento per l anno 2012, entro il 15 maggio 2012, per gli interventi che si sono conclusi entro il 15 marzo Per gli interventi che si saranno conclusi successivamente, la domanda di pagamento potrà essere presentata solo per la annualità successiva, entro il 15 maggio Confagricoltura Verona, Via Sommacampagna 63 D/E Verona Pagina 22

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