UP & DOWN - COME CAMBIA IL RISCHIO DELLE IMPRESE

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1 /2 3,6k 1k 1,5k UP & DOWN - COME CAMBIA IL RISCHIO DELLE IMPRESE AGOSTO 2015 #1 (2 a+2b) 12, 75,

2 2 DOPO TRE ANNI PIÙ UPGRADE CHE DOWNGRADE PER LE PMI SINTESI DEI RISULTATI Uscita della crisi a due velocità: migliorano PMI, industria ed energia, rimangono indietro microimprese e aziende meridionali Le valutazioni relative al rischio di credito di un consistente insieme di società indicano che il percorso di uscita dalla crisi sta procedendo a due velocità: migliorano le condizioni di PMI e grandi imprese mentre continua a deteriorarsi la situazione delle microimprese, con un ampliamento dei divari già esistenti tra settori e aree geografiche più o meno rischiosi. È questa la fotografia scattata su un ampio campione di società (527 mila), per cui si è utilizzato l impianto statistico del Cerved Group Score (o CGS). Il CGS, la valutazione sintetica del rischio di credito di Cerved basata su un ampia gamma di informazioni sull impresa e sul mercato in cui opera (v. box), è un termometro puntuale del rischio di insolvenza delle società italiane, frequentemente utilizzato da banche e imprese quando devono decidere se concedere un finanziamento o un credito di natura commerciale alle proprie controparti. I dati indicano che tra aprile 2015 e aprile 2014, sono più le società che hanno peggiorato di almeno una classe il proprio profilo di rischio (156 mila ) rispetto a quelle che lo hanno migliorato (134 mila ). La serie storica indica che questo deterioramento è in atto dal 2012, ma la forbice negativa tra e si sta riducendo. A peggiorare il proprio profilo di rischio sono le microimprese, mentre tra le PMI e le grandi società il bilancio è positivo, con un numero di che dopo tre anni - ha superato quello di. In particolare, si contano 41 mila PMI con un miglioramento del proprio CGS a fronte di 39 mila PMI con un peggioramento. Upgrade e delle società italiane 31,3% 28,4% 25,8% % rispetto al totale delle società valutate nei due anni 33,8% 33,7% 26% 21,1% 37,4% 31,4% 29,9% 29,6% 24,1% 25,1% 25,4% 7,7% delta -2,9% -8% -7,3% -4,8% -4,2% -16,3% 2009 vs vs vs vs vs vs 2013 apr 2015 vs apr 2014

3 3 Upgrade e per dimensione di imprese Aprile 2015 su aprile ,1% 30,6% 28,8% 27,2% 26,3% 24% delta -6, micro 1,6% 2,3% PMI grandi Il rischio delle PMI italiane società (21,2%) vs società (34,3%) vs società (29,8%) vs società (14,7%) vs I debiti finanziari delle società italiane per classe di rischio 202,8 miliardi (21%) +35 miliardi vs ,5 miliardi (32,8%) -17,1 miliardi vs ,1 miliardi (28%) -69,5 miliardi vs ,7 miliardi (18,3%) +28 miliardi vs 2014 Distribuzione in base al Cerved Group Score dell'impresa, Riduzione dei debiti finanziari di 22,6 miliardi 988,7 a 966,1 miliardi 0

4 4 I movimenti in atto hanno peggiorato il profilo di rischio delle microimprese e hanno reso più polarizzata verso le code la distribuzione per Cerved Group Score delle PMI e delle grandi aziende, con una maggiore presenza di società sia nelle classi più sicure sia nelle classi più rischiose. Complessivamente, ad aprile 2015 sono 61 mila le società in area di (di queste, 30 mila sono PMI), esposte per 203 miliardi verso il sistema finanziario e 90 mila le società in area di rischio (21 mila PMI) con 177 miliardi di debiti. In base alle probabilità di insolvenza dei modelli del CGS, si stima un volume di default 1 pari a 29 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 26,8 miliardi dell anno precedente. L aumento è attribuibile all incremento stimato per le grandi aziende (da 5,1 a 8,2 miliardi), spiegato dal maggior volume di debiti finanziari in capo a imprese classificate in area di rischio. Viceversa il volume dei default attesi si riduce per PMI e microimprese rispettivamente, da 13,5 a 13,2 miliardi e da 8,1 a 7,6 miliardi di euro, a causa del minor volume di debiti finanziari concessi. I debiti finanziari per area di rischio nei settori aprile 2015 rischio vulnerabilità solvibilità 8, 19,6% 17,6% 41,8% 10, 40% 36,4% 29,2% 33,2% 41% 21,8% 31,8% 22,3% 21,4% 31,8% 42,1% 13,4% 2,7% Energia e Utility Industria Agricoltura Servizi Costruzioni I debiti finanziari per area geografica aprile 2015 rischio vulnerabilità solvibilità 19,4% 14,1% 19,8% 29,1% 26,6% 29,8% 26,2% 36% 34,4% 27,8% 35, 26,3% 22,9% 24,8% 18, 8,6% Nord Est Nord Ovest Centro Sud e Isole 1. Il concetto di default a cui si fa qui riferimento include fallimenti, procedure concorsuali (compresi gli accordi di ristrutturazione del debito ex. articolo 182 LF), oltre a protesti e pregiudizievoli rilevanti. E assimilabile ad un default bancario che comprende sofferenze ed incagli, e quindi più ristretto rispetto alla definizione di esposizioni deteriorate di Banca d Italia, che comprende anche i past due a 90 giorni.

5 5 I dati per settore indicano dinamiche differenziate, con un miglioramento limitato ai comparti caratterizzati da distribuzioni migliori: tra il numero di supera quello di solo nell industria e nell energia e nelle utility. La presenza di imprese in area di, varia in modo significativo tra i settori, dal 18% della manifattura a solo il 3% nelle costruzioni. Le differenze sono ancora più marcate se si considera la distribuzione dei debiti finanziari per classe di rischio delle società che li hanno in bilancio: nell edilizia, ogni 100 euro di debiti, 42 sono in capo a società rischiose e 42 a società vulnerabili ; le percentuali sono dell 8, e del 10, nell energia e nell utility, il comparto con la distribuzione migliore. Tra il numero di ha superato quello di in tutta la Penisola, ma nel Nord il bilancio è positivo se si restringe il campo di osservazione alle PMI. I dati evidenziano forti differenze territoriali: la presenza di società in area di rischio varia da percentuali al di sotto del 14% in Valle d Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Lombardia al 30% della Calabria e al del Molise. Il maggior rischio del Mezzogiorno è ancor più evidente se si osserva la distribuzione dei debiti finanziari per area di rischio: su 100 euro di debiti contratti da società meridionali, 29 euro sono a rischio e 36 sono vulnerabili ; nel Nord Ovest, le rispettive percentuali sono del 14,1% e del 26,6%.

6 6 IL CERVED GROUP SCORE Il Cerved Group Score (CGS) è una valutazione sintetica del merito creditizio delle imprese italiane. Il CGS è ottenuto attraverso una suite di modelli statistici, che consentono di stimare per ogni impresa italiana una probabilità di insolvenza. Sulla base della probabilità di insolvenza stimata, le imprese sono classificate in dieci classi di merito, raggruppate in quattro aree di rischio: (classi,, ): aziende caratterizzate da un eccellente profilo economico-finanziario e da un rischio di credito molto basso; solvibilità (classi S4, S5): aziende capaci di far fronte agli impegni finanziari, che potrebbero risentire di improvvisi e gravi mutamenti del mercato, con un rischio di credito contenuto; vulnerabilità (classi V1, V2): i fondamentali dell azienda sono complessivamente positivi nonostante elementi di fragilità che la rendono vulnerabile a improvvisi cambiamenti del mercato. Il rischio, inferiore alla media, può essere significativo rischio (R1, R2, ): l azienda presenta gravi problemi che ne possono pregiudicare la capacità di far fronte agli impegni, anche a breve termine. Il rischio di credito è elevato, molto elevato o massimo. I modelli statistici consentono anche di stimare una serie di valutazioni parziali focalizzate su aree informative specifiche e valutazioni di sintesi: situazione economico - finanziaria (Cebi-Score 4): la valutazione sintetizza il profilo economicofinanziario dell impresa e una componente di rischio sistemica, colta da variabili macroeconomiche, settoriali e territoriali; profilo strutturale: valutazione che analizza le caratteristiche anagrafico-qualitative dell impresa e fornisce alcuni elementi di giudizio sulla governance aziendale; tempi di pagamento: valutazione basata sui dati di Payline relativi ai giorni di ritardo, la frequenza dei ritardi e la loro incidenza, l incidenza delle fatture pagate entro i tempi concordati; rischio connesso al numero di consultazioni: le richieste da parte dei clienti di valutazioni sull affidabilità delle imprese sono assimilabili alle richieste prima informazione presenti nella Centrale rischi, un segnale che può essere sintomatico di difficoltà dell impresa nell accedere al credito; eventi negativi: valutazione che analizza la presenza di eventi negativi associati all impresa, quali protesti, pregiudizievoli di conservatoria gravi(ipoteche giudiziali e pignoramenti) e meno gravi (ipoteca legale, pignoramento esattoriale, ecc.)

7 7 COME CAMBIA IL RISCHIO TRA LE SOCIETÀ ITALIANE Tra aprile 2015 e aprile 2014, 156 mila società hanno peggiorato di almeno una classe di rischio il proprio Cerved Group Score mentre 134 mila lo hanno migliorato, pari rispettivamente al 29,6% e al 25,4% delle 527 mila aziende oggetto di questa analisi 2. La serie storica indica che dalla fine del 2012 i superano gli, ma la forbice negativa si sta progressivamente riducendo: tra dicembre 2012 e 2011 i avevano raggiunto il picco negativo del 37% (+16,3% rispetto agli ), diminuendo nei due anni successivi e riducendosi ulteriormente ad aprile del 2015 (di 8 punti rispetto al 2012); nello stesso periodo è aumentata di quattro punti percentuali (dal 21,1% al 25,4%) la quota di aziende con un, con il risultato che il gap negativo si è ridotto a circa 4 punti percentuali. Upgrade e delle società italiane % rispetto al totale delle società valutate nei due anni 28,4% 31,3% 25,8% 33,8% 33,7% 26% 21,1% 37,4% 31,4% 29,9% 29,6% 24,1% 25,1% 25,4% 7,7% delta -2,9% -8% -7,3% -4,8% -4,2% -16,3% 2009 vs vs vs vs vs vs 2013 apr 2015 vs apr 2014 Upgrade e delle società italiane 4 Aprile 2015 vs aprile 2014, sul Cerved Group Score 29,6% 25,4% Nota: comprende le PMI che hanno presentato i due ultimi bilanci 20,1% 18,4% 0,8% 1,9% 6,7% 5, 1,2% 0,3% 4 o più classi 3 classi 2 classi 1 classe down grade stessa classe up grade 1 classe 2 classi 3 classi 4 o più classi 2. Tutte le società di capitale consultate per cui esistono almeno due bilanci e che risultano non cessate da almeno un anno.

8 8 Tra gli, prevalgono i miglioramenti di una classe (18,4% delle imprese), ma un numero non trascurabile di società (oltre 37 mila, pari al 7%) è riuscita a fare almeno un doppio salto positivo. D altra parte, il numero di aziende che hanno evidenziato un di almeno due classi è superiore, pari a oltre 50 mila (il 9,). Il rischio delle società italiane 30% società (11,7%) vs società (35,1%) vs società (36,2%) -846 vs società (17%) vs % Questi movimenti hanno reso più fragile la distribuzione per classe di rischio delle società analizzate. In base al è cresciuto di quasi 9 mila unità il numero di aziende classificate come rischiose, che ad aprile 2015 sono 90 mila e rappresentano il 17% delle società analizzate. Di riflesso è diminuito il numero di aziende che rientrano in area di (-2 mila unità) e di solvibilità (-5,7 mila unità) e, in misura minore, quello di società vulnerabili (-846). Lo score offre utili indicazioni anche se abbinato al volume dei debiti finanziari che la società analizzata riporta in bilancio al momento della valutazione. Complessivamente, le oltre 500 mila aziende hanno ridotto nei due anni il volume dei propri debiti finanziari da 989 a 966 miliardi di euro, con una maggiore polarizzazione sulle classi estreme e dinamiche differenziate in base al rischio. Nonostante siano diminuite in numero, cresce di 35 miliardi (a 203 miliardi) l indebitamento delle aziende migliori, classificate come sicure. Aumenta a 177 miliardi di euro (+29) l indebitamento delle società rischiose, quelle che con maggiore probabilità potrebbero entrare in default nei prossimi dodici mesi. La riduzione dei debiti delle società analizzate è attribuibile a quella osservata tra le imprese solvibili (a 317 miliardi, -17) e soprattutto tra le vulnerabili, per cui il totale dei finanziamenti si è ridotto a 270 miliardi (-70 miliardi). A una distribuzione più polarizzata corrisponde un aumento dei default attesi, perché il maggior rischio di insolvenza dei debiti in capo a imprese classificate nelle aree più rischiose più che compensa il minor rischio di quelle nelle aree migliori: in base alle probabilità di insolvenza del CGS, si stima che entreranno in default 29 miliardi di euro di debiti finanziari, in crescita rispetto ai 26,8 miliardi stimati per l anno precedente.

9 9 I debiti finanziari delle società italiane per classe di rischio 202,8 miliardi (21%) +35 miliardi vs ,5 miliardi (32,8%) -17,1 miliardi vs ,1 miliardi (28%) -69,5 miliardi vs ,7 miliardi (18,3%) +29 miliardi vs 2014 Distribuzione in base al Cerved Group Score dell'impresa, Riduzione dei debiti finanziari di 22,6 miliardi 988,7 a 966,1 miliardi 0% Upgrade e per dimensione di imprese Aprile 2015 su aprile ,1% 30,6% 28,8% 27,2% 26,3% 24% delta -6, micro 1,6% 2,3% PMI grandi I risultati per classe dimensionale delle imprese evidenziano marcate differenze nelle dinamiche osservate tra aprile 2015 e aprile È proseguito il peggioramento del profilo di rischio delle microimprese, con 116 mila (30,6%) e 91 mila (24,1%) e un saldo negativo del 6, tra declassamenti e miglioramenti. Conseguentemente l intera distribuzione si è spostata verso le classi più rischiose, con 7,6 mila microaziende in più nell area di rischio, 879 in più nell area di vulnerabilità, un calo di 4 mila nell area di e di 4,4 mila nell area di solvibilità. I debiti finanziari alle microimprese si sono ridotti da 213 a 200 miliardi, con un calo che ha riguardato tutte le classi di rischio considerate. La riduzione è stata più marcata per le aree migliori e più contenuta per le microaziende nell area di rischio, probabilmente per la difficoltà delle banche a rientrare dei propri finanziamenti. Complessivamente, per le microimprese si stima un volume di default pari a 7,6 miliardi di euro, in calo rispetto agli 8,1 miliardi dell anno precedente.

10 10 Il rischio delle microimprese italiane 30% società (7,7%) vs società (35,4%) vs società (38,8%) +879 vs società (18%) vs % I debiti finanziari delle microimprese italiane per classe di rischio 30% 25,7 miliardi (12,8%) -4,2 miliardi vs ,1 miliardi (29%) -5,3 miliardi vs ,6 miliardi (35,3%) -2,1 miliardi vs ,8 miliardi (22,9%) -1,6 miliardi vs 2014 Distribuzione in base al Cerved Group Score dell'impresa, Riduzione dei debiti finanziari di 13,2 miliardi da 213,5 a 200,2 miliardi 0% Upgrade e delle PMI % rispetto al totale delle società valutate nei due anni 32,3% 28, 26% 39,1% 36,2% 23,4% 21,1% 15,6% 38, 23,7% 34,3% 28,1% 28,1% 28,8% 27,2% 3,8% 0% 1,6% delta -10,2% -10,7% -17,3% 2009 vs vs vs vs vs vs 2013 apr 2015 vs apr 2014

11 11 Nel caso delle PMI, gli hanno invece prevalso sui : si contano 41 mila miglioramenti (il 28,8% delle PMI analizzate) e 39 mila declassamenti (il 27,2%) e un saldo positivo dell 1,6%. È la prima volta dal 2011, quando gli avevano sfiorato un picco del 40%. Il miglioramento coincide con una distribuzione delle PMI più polarizzata sulle code: aumentano sia le società nell area di (a 30 mila, sull anno precedente), sia le società nell area di rischio (21 mila, circa mille in più), mentre si riduce il numero di quelle nell area di solvibilità (49 mila, ) e di vulnerabilità (a 42 mila, ). Come le microimprese, anche le PMI nel loro complesso hanno ridotto lo stock di debiti finanziari in bilancio, che è passato da 335,7 a 326,4 miliardi. Il calo non ha però riguardato le code della distribuzione: aumenta in modo consistente l indebitamento delle società migliori (+7,7 miliardi) ma anche quello delle aziende rischiose (+1,9 miliardi), che arriva a superare i 76 miliardi. Viceversa, si riduce a 97 miliardi il debito delle PMI solvibili (-7,7 miliardi) e a 93 miliardi quello delle aziende vulnerabili (-11,2). In base ai modelli, si stima un volume di 13,2 miliardi di euro di default, in calo rispetto ai 13,5 miliardi dell anno precedente. Il rischio delle PMI italiane società (21,2%) vs società (34,3%) vs società (29,8%) vs società (14,7%) vs % I debiti finanziari delle PMI italiane per classe di rischio 59,9 miliardi (18,4%) +7,7 miliardi vs ,3 miliardi (29,8%) -7,7 miliardi vs miliardi (28,) -11,2 miliardi vs ,2 miliardi (23,4%) +1,9 miliardi vs 2014 Distribuzione in base al Cerved Group Score dell'impresa, Riduzione dei debiti finanziari di 9,3 miliardi 335,7 a 326,4 miliardi 0%

12 12 Tra le grandi imprese è più alta la quota di società che mantiene la classe di rischio dell anno precedente, pari al 49,8%. La percentuale di è minore di quella osservata tra le PMI (26,3% contro 28,8%), ma il margine rispetto ai (24%) è maggiore (+2,3%). Favorite dalla maggiore dimensione, le grandi società sono quelle che presentano una migliore distribuzione, con oltre il 40% delle aziende in una delle tre migliori classi (area di ). Anche per le grandi aziende la distribuzione è più polarizzata, con un aumento della percentuale di realtà sicure (+88 società) e di quelle rischiose (+51), che erodono le aree centrali della distribuzione. Il rischio delle grandi società italiane società (42,9%) +88 vs società (28,8%) -94 vs società (19,8%) -45 vs società (8,6%) +51 vs % Le grandi imprese, pur rappresentando solo l 1% delle società analizzate, hanno in bilancio il 4 del totale dei debiti finanziari e sono l unica fascia dimensionale in cui l importo complessivo non si è ridotto in modo apprezzabile, attestandosi a 439 miliardi di euro. Anche in questo caso la distribuzione è più polarizzata, con un aumento del volume dei debiti nell area di (a 117 miliardi, +31,5 sull anno precedente) e nell area di rischio (a 55 miliardi, +29 miliardi). Viceversa si riduce leggermente l entità dei debiti delle società solvibili (-4 miliardi) e in modo più consistente quella nell area di vulnerabilità (-56 miliardi). Per le grandi imprese, si stima un aumento consistente dei default attesi da 5,1 a 8,2 miliardi di euro, attribuibile all incremento dei debiti finanziari in area di rischio. I debiti finanziari delle grandi società italiane per classe di rischio 30% 117,1 miliardi (26,7%) +31,5 miliardi vs ,1 miliardi (36,7%) -4,1 miliardi vs ,5 miliardi (24,2%) -56,2 miliardi vs ,6 miliardi (12,4%) +28,7 miliardi vs 2014 Distribuzione in base al Cerved Group Score dell'impresa, Lieve calo dei debiti finanziari da 439,5 a 439,4 miliardi 0%

13 13 L ANDAMENTO NEI SETTORI I dati per settore relativi agli score delle 527 mila aziende analizzate evidenziano marcate differenze sia con riferimento ai movimenti osservati nel corso dell ultimo anno, sia con riferimento alle distribuzioni del rischio. L industria è il comparto in cui si osserva il miglioramento più consistente: circa 26 mila imprese (il 29,1% di quelle che operano nel settore) hanno avuto un del Cerved Group Score, a fronte di poco meno di 24 mila (il 26,6%). Se si restringe il campo di osservazione alle sole PMI, lo scarto tra e è anche maggiore, con 13 mila miglioramenti (il 30,9%) e 10,7 mila peggioramenti (). Lievemente positivo anche il bilancio dell energia e delle utility, con (29,1%) e (28,8%). Anche in questo comparto, la performance delle PMI risulta migliore, con il 30,4% dei miglioramenti e il 26,7% dei peggioramenti. Negli altri settori, il numero dei ha superato quello degli. Nelle costruzioni sono 23 mila le società che peggiorano la propria valutazione (29,2%), contro 20 mila che la migliorano (25,9%), soprattutto a causa delle cattive performance delle microimprese. Tra le PMI gli superano i (6.200 contro 6 mila). Nell agricoltura e nel terziario i superano il 30% del totale delle società analizzate nei rispettivi settori, mentre gli si attestano al 25,2% (nell agricoltura) e al 24,1% (servizi). Tra le PMI che operano in questi comparti, gli scarti tra e sono minori, ma il bilancio rimane negativo. Upgrade e per settore 30,7% 25,2% 25,9% 29,2% 29,1% 28,8% 29,1% 26,6% 24,1% 30,8% Aprile 2015 su aprile 2014, totale società 0,3% 2,4% delta -5,6% -3,3% -6,6% Agricoltura Costruzioni Energia e Utility Industria Servizi

14 14 Upgrade e delle PMI per settore 26% 29,8% 28,9% 28,1% 30,4% 30,9% 26,7% 27,4% 28,2% Aprile 2015 su aprile 2014, totale società 0,7% 3,7% 5,9% delta -3,8% -0,8% Agricoltura Costruzioni Energia e Utility Industria Servizi Questi movimenti hanno ulteriormente ampliato le differenze che già esistevano tra i settori, con miglioramenti in quelli con una maggiore presenza di società solide e peggioramenti in quelli con più società fragili. L industria è il settore in cui è più alta la percentuale di società che rientrano in una delle tre classi migliori del CGS (il 18,2%), seguita dall energia e utility (). Più bassa la presenza nei servizi (10,9%), nell agricoltura () e soprattutto nelle costruzioni, in cui solo il 3% delle aziende sono classificate come sicure. La quota di aziende solvibili si aggira intorno al 38-39% nell energia e nelle utility, nel terziario e nell agricoltura, al 31% nell industria, mentre è su livelli molto più bassi nelle costruzioni (23,2%). Proprio l edilizia è il settore più fragile, con quasi la metà delle aziende classificate come vulnerabili (47,8%) e più di una su quattro (26%) come rischiose. Negli altri settori la presenza di aziende vulnerabili si attesta a percentuali comprese tra il 33 e il 37% e quella di aziende rischiose tra il 13 e il 17%, con il ramo dell energia e delle utility che risulta il comparto in cui è minore la quota di società a rischio. Il rischio nei settori 16, 13,9% 15,7% 14,4% 26% aprile ,9% 33,1% 35,1% 36,6% 47,8% rischio 31,4% 38% 38,3% 38,9% vulnerabilità solvibilità 18,2% 10,9% 23,2% 3% Industria Energia e Utility Servizi Agricoltura Costruzioni

15 15 I debiti finanziari per area di rischio nei settori aprile , 19,6% 17,6% 41,8% 10, 40% 36,4% 29,2% 33,2% rischio vulnerabilità 41% 21,8% 31,8% 31,8% 42,1% solvibilità 22,3% 21,4% 13,4% 2,7% Energia e Utility Industria Agricoltura Servizi Costruzioni Le differenze sono ancora più marcate se si analizza la distribuzione dei debiti finanziari per classe di rischio delle società. Il ramo energetico è il settore migliore: dei 121 miliardi di debiti finanziari contratti da società che operano nel ramo dell energia e delle utility, l 81% sono sicuri o solvibili. Solo il 10, dei debiti finanziari risultano vulnerabili e solo l 8, sono rischiosi, le percentuali più basse osservate in tutta l economia. In base alle probabilità di insolvenza dei modelli, si stima un ammontare dei default pari a 1,7 miliardi. Nell industria, la distribuzione dei debiti finanziari risulta più spostata verso le classi più rischiose rispetto a quella calcolata sul numero di imprese, ad indicare una situazione migliore delle società più piccole. Dei 183 miliardi di debiti, il 22,3% sono in capo a società sicure, il 21,8% a società solvibili. Più di 100 miliardi sono stati contratti da imprese classificate come vulnerabili (67 miliardi, il 36,4% del totale) o come rischiose (36 miliardi, il 19,6%). Sulla base di questa distribuzione e dei modelli del CGS, potrebbero entrare in default 6,1 miliardi di euro di debiti finanziari contratti da società manifatturiere. Nell agricoltura, oltre la metà del complesso dei debiti finanziari (9 miliardi), rientra nell area di e di solvibilità. Il 29,2% risultano vulnerabili e il 17,6% rischiosi. I default attesi sono pari a 266 milioni di euro. Il terziario è il settore in cui si concentra il maggior numero di società e l ammontare più alto di debiti: 340 miliardi di euro. Di questi, il sono in capo a società sicure, il 31,8% a società solvibili. Circa un terzo, pari a 113 miliardi, rientrano nell area di vulnerabilità, mentre 85 miliardi risultano a rischio. Potrebbero entrare in default 12,7 miliardi di euro. Le costruzioni sono di gran lunga il settore in cui i debiti finanziari sono più a rischio: 76 dei 91 miliardi di euro di debiti sono stati contratti da società vulnerabili (38,4 miliardi) o rischiose (38 miliardi). Sono 12 miliardi i debiti delle imprese solvibili (il 13,4%) e solo 2,5 quelli in capo a società sicure. In base a questa distribuzione e alle probabilità di default, si stima un ammontare di 6,9 miliardi dei default stessi.

16 16 L ANDAMENTO PER AREA GEOGRAFICA In tutta la Penisola tra il numero di ha superato quello di. Nel Nord il bilancio è meno negativo e se si restringe il campo di osservazione alle PMI si osserva un miglioramento; viceversa nel Centro-Sud la situazione è in peggioramento anche se si considerano le PMI. I dati indicano che lo scarto più negativo si osserva nelle regioni dell Italia Centrale, area in cui a fronte di 40 mila (31,1%) si contano solo 32 mila (24,7%); i declassamenti superano i miglioramenti anche tra le PMI: (29,4%) e (27,9%). Nel Mezzogiorno e nelle Isole la situazione è simile: a 34 mila imprese (il 30,7%) è stata abbassata la classe del CGS, contro meno di 28 mila innalzamenti (). Nel Nord gli scarti negativi sono più ridotti. Nelle regioni Nordorientali, sono 36,6 mila i (29,1%) e 32,3 mila gli (25,7%); in quelle del Nord Ovest, 45,4 mila i declassamenti (28,1%) e 42 mila i miglioramenti (26%). Se si considerano le PMI, si osserva però un miglioramento nelle due aree, con 14 mila nel Nord Ovest a fronte di 11,9 mila e 10,7 mila nel Nord Est a fronte di 9,7 mila. Upgrade e per area geografica 31,1% 30,7% 28,1% 29,1% 26% 25,7% 24,7% Aprile 2015 su aprile 2014, totale società delta -2,1% -3,4% Nord Ovest Nord Est -6,4% -5,7% Centro Sud e Isole Upgrade e delle PMI per area geografica Aprile 2015 su aprile 2014, totale società 29,6% 29,4% 30,2% 28,7% 27,9% 28, 26,1% 24,9% 4,8% 2,6% delta -1, -1,8% Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole

17 17 Come per i settori, le dinamiche in atto hanno ampliato i differenziali territoriali già esistenti, peggiorando ulteriormente il profilo di rischio delle società che operano nel Centro-Sud rispetto a quelle del Nord del Paese. La distribuzione delle società per Cerved Group Score è molto simile nel Nord Est e nel Nord Ovest: rispettivamente, il 17,1% e il 16,3% delle società attive nei due territori rientrano in area di, il 37,6% e il 38,1% in area di solvibilità, il 30,6% e il 31,6% sono vulnerabili e il 14,8% e il 14% sono rischiose. Decisamente più fragile il profilo delle società del Centro-Sud: sono classificate come sicure solo il 7,1% e il 4,2% delle società che operano in queste due aree e come vulnerabili il 40% e il 44,9% delle imprese. Più della metà delle aziende sono quindi vulnerabili o rischiose, con una percentuale di quelle nelle tre aree più rischiose che tocca il 21,8% nel Sud e nelle Isole. In particolare, i dati regionali indicano che la presenza di imprese rischiose risulta particolarmente elevata in Calabria (30,1%), Molise () e Sardegna (24,2%). Viceversa, Valle d Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Lombardia sono le regioni con la minore diffusione di società rischiose, con percentuali al di sotto del 14%. Il rischio per area geografica aprile ,8% 14% 19,1% 21,8% 30,6% 31,6% 40% 44,9% rischio vulnerabilità solvibilità 37,6% 38,1% 17,1% 16,3% 33,8% 29,1% 7,1% 4,2% Nord Est Nord Ovest Centro Sud e Isole Regioni per presenza di società nell'area di rischio % di imprese in area di rischio rispetto alle imprese della regione, aprile 2015 Valle d Aosta Veneto Friuli-Venezia Giulia Piemonte Lombardia Trentino-Alto Adige Liguria Emilia-Romagna Toscana Basilicata Lazio Puglia Campania Marche Umbria Sicilia Abruzzo Sardegna Molise Calabria 10,9% 13, 13,6% 13,6% 13,9% 14% 15,6% 16,4% 16,9% 19,4% 19,7% 19,8% 20,9% 21% 21,9% 23, 24,2% 30,1%

18 18 I debiti finanziari per area geografica aprile 2015 rischio vulnerabilità solvibilità 19,4% 14,1% 19,8% 29,1% 29,8% 26,6% 26,2% 36% 34,4% 27,8% 35, 26,3% 22,9% 24,8% 18, 8,6% Nord Est Nord Ovest Centro Sud e Isole Se si considera la distribuzione dei debiti finanziari in base al rischio delle imprese, il profilo delle società del Nord Est appare più simile a quello del Centro. Il Mezzogiorno rimane l area più rischiosa del Paese, con oltre la metà dei debiti in capo a imprese vulnerabili o rischiose. Complessivamente, le imprese del Nord Ovest hanno contratto debiti finanziari pari a 389 miliardi di euro: di questi, 97 sono nei bilanci delle aziende sicure (24,8%), 134 miliardi di aziende solvibili (34,4%), 103 miliardi (26,6%) di aziende vulnerabili e 55 miliardi (14,1%) di aziende rischiose. In base alle probabilità di insolvenza dei modelli, si stima che potrebbero entrare in default 9,3 miliardi di euro. Le aziende che operano nelle regioni del Nord Est hanno debiti complessivi pari a 183,8 miliardi di euro: di questi, il 22,9% sono stati contratti da aziende che rientrano nell area di, il 27,8% nell area di solvibilità, il 29,8% in quella di vulnerabilità e il 19,4% in area di rischio. In base alla distribuzione, il volume dei default è stimato in 5,9 miliardi. La distribuzione per rischio dei debiti finanziari delle aziende del Centro risulta più spostata verso le classi migliori rispetto a quella per numero di società. Il 18, dei 305 miliardi sono in capo ad aziende sicure, il 35, ad aziende solvibili, il 26,2% ad imprese vulnerabili e il rimanente 19,8% ad imprese rischiose, con un valore dei default atteso di 9,3 miliardi. Le società del Mezzogiorno sono indebitate verso il sistema finanziario per 87,6 miliardi di euro. Meno della metà di questo debito è nei bilanci di società sicure (8,6%) o solvibili (26,3%); è alta la quota di debito in area di vulnerabilità (36%) e di rischio (29,1%), per cui si stima che potrebbero entrare in default debiti finanziari per 4,5 miliardi.

19 Consulta i grafici interattivi su know.cerved.com

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