Geografia economica corso avanzato
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1 Geografia economica corso avanzato Filippo Celata 2 marzo 26 maggio 2015 (lunedì 11 13, martedì 11 13) Geo grafia: rappresentazione cartografica del mondo esplorazioni geografiche La geografia umana : studiare il rapporto tra ambiente antropico e ambiente naturale per descrivere e comprendere le forme e gli esiti differenziati che tale rapporto ha in ciascuna regione. La nuova geografia : spiegare la localizzazione degli elementi antropici sullo spazio geografico sulla base delle loro relazioni, dei principi e dei processi (economici e sociali) che l hanno determinata. E oltre.. Geografia economica Ambiti tematici La distribuzione geografica dei fenomeni economici La localizzazione delle attività economiche Lo sviluppo economico regionale e urbano Le politiche economiche territoriali L organizzazione geografica dell economia 1. Modelli classici di localizzazione (Weber). L agglomerazione industriale. Le diverse tipologie di economie esterne (Marshall). Distance decay, gravitazione e accessibilità. Gli indici di concentrazione e di polarizzazione. Localizzazione dei servizi al consumatore, aree di mercato e teoria delle località centrali (Christaller). Rendita urbana e modelli di uso del suolo (Alonso). 2. Nuovi modelli di agglomerazione e sviluppo regionale. Teoria delle interdipendenze e sviluppo polarizzato (Perroux). La causazione circolare cumulativa (Myrdal). Convergenza e divergenza delle dinamiche di sviluppo regionale. La nuova geografia economica (Krugman). Le politiche di industrializzazione e riduzione degli squilibri. L approccio spatially blind della Banca Mondiale.
2 Ambiti tematici (2) Ambiti tematici (3) 3. Crisi del fordismo e transizione post fordista. Specializzazione flessibile (Sabel Piore) e industrializzazione diffusa. La teoria dei costi di transazione (Williamson). I "nuovi spazi industriali (Scott, Storper). I sistemi locali di produzione: i distretti industriali marshalliani e la Terza Italia (Becattini). La teoria dei cluster (Porter). Specializzazione, diversità e sviluppo regionale. 4. La nuova economia istituzionalista. Il capitale sociale (Putnam). Nuova sociologia economica e radicamento relazionale dell'agire economico (Granovetter). Istituzioni, radicamento territoriale ed economie associative. Il nuovo regionalismo. Le politiche di sviluppo locale in Italia. L'approccio place based e le politiche europee di sviluppo regionale. 5. I sistemi regionali di innovazione. I cluster high tech. Interdipendenze non di mercato e learning region (Storper). Conoscenze tacite e relazioni face to face. Creatività e sviluppo urbano (Florida). L'analisi dei knowledge spillover. Le "prossimità relazionali (Amin). Il paradigma della mobilità (Urry). La geografia economica evolutiva (Boschma). Politiche territoriali per l'innovazione. 6. L organizzazione globale delle reti di impresa. Imprese transnazionali: logiche organizzative e effetti regionali. Le reti transnazionali di produzione: global commodity chain, global value chain e industrial upgrading (Gereffi), global production network. I sistemi produttivi transfrontalieri. Globalizzazione, città e territorio (Sassen). Testi di riferimento: Bignante E., Celata F., Vanolo A. (2014), Geografie dello sviluppo. UTET = Capitoli 1; 5; 6; 7 (fino a pag. 276); 8 (fino a pag. 306) Articoli (5 articoli a scelta tra): 1) Meardon S.J. (2001), Modelling agglomeration and dispersion in city and country. 2) Piore M J e Sabel C F (1987), Le due vie dello sviluppo industriale. Produzione di massa e produzione flessibile (estratto). 3) Becattini G. (1989), Riflessioni sul distretto industriale marshalliano come concetto socio economico. 4) Saxenian A.L. (2002), Il vantaggio competitivo dei sistemi locali nell era della globalizzazione (estratto). 5) Storper M, Venables AJ (2004), Buzz: face to face contact and the urban economy. 6) Boschma R. (2005), Proximity and innovation: A critical assessment. 7) Kemeny T. & Storper M. (2014), Is specialization good for regional economic development? 8) Gereffi G. et al. (2005), Il governo delle catene di valore globali. Geografia economica VS. Economia geografica (regionale, spaziale o urbana) Metodo antiessenzialista, multidimensionale, di sintesi (o connettivo), eterodosso, critico e speculativo Spazio (estensione, misura, uniformità) Regione (area, confine, differenza) Territorio (autorità, appropriazione, specificità) Luogo (significato, esperienza, unicità) Metodo quantitativoformale, analitico, riduttivo, universalistico
3 Metodo deduttivo : modelli astratti che, sulla base di ipotesi teoriche e della loro formalizzazione matematica, prescrivono/prevedono una particolare organizzazione dello spazio. Metodo induttivo : descrivere l effettiva organizzazione dello spazio per rinvenire ex post delle regolarità o leggi generali di distribuzione, localizzazione, differenziazione. Nomotetico (regole) vs. Idiografico (differenze) Geografia Approccio nomotetico Approccio idiografico Metodo induttivo Metodo deduttivo Dai fatti alla teoria: geografia dei processi/ regole spaziali Geografia delle differenze regionali Dalla teoria ai fatti (+ verifica empirica) Geografia delle forme spaziali / analogie Commercial geography (Chisolm 1889) Evolutionary economics (Nelson Winter 1982) Cultural turn (French theory, Said) Nuova sociologia economica (Granovetter) 1990 Institutional economics (Polanyi 1944, North 1990) German location theory (Von Thunen 1826, Weber 1929, Christaller 1933) economica Modelli Schumpeteriani di evol. tecn. (Dosi 1988) 1950 Regional science (Isard, 1956, 1960) Sviluppo polarizzato (Perroux 1960, Myrdal 1957) Teoria marxiana dell accumulazione e sviluppo ineguale ( 70) French regulation theory (Aglietta 1976, Boyer 1990) Marshallian districts & transaction costs (Williamson 1981) La localizzazione delle attività economiche La localizzazione delle attività economiche Localizzazione Specializzazione regionale Sviluppo economico regionale Approccio idiografico / geografia regionale > descrizione delle forme di differenziazione regionale Sono diverse le motivazioni che influiscono sulla localizzazione delle imprese; ma le principali sono relative alle condizioni fisiche dei luoghi, come la natura del clima e del suolo, la vicinanza a miniere e cave o la loro facile raggiungibilità per vie di terra o per vie d acqua. Per esempio le imprese di lavorazione del metallo sorgono in genere vicino a miniere o in luoghi nei quali il carburante èeconomico (A. Marshall, 1890). Approccio micro economico > spiegazioni naturalistiche (deterministiche) Approccio micro economico > spiegazioni naturalistiche (deterministiche)
4 La localizzazione delle attività economiche Il modello di Weber (1929) Lo spazio (continuo, isomorfo, isotropo) L impresa: la funzione di produzione è immodificabile (non sostituibilità) e i costi sono indipendenti dalla localizzazione; concorrenza perfetta. I costi di trasporto: f (peso) Approccio micro economico > spiegazioni naturalistiche (deterministiche) Approccio micro economico > spiegazioni meccanicistiche Il modello (isolinee, isodapane)
5 Il triangolo di localizzazione (M1F. p1 + M2F. p2 + FC = minimo) La localizzazione delle attività economiche Il modello di Weber (1929) Le eccezioni : Spazio non isomorfo e isotropo Orientamento al mercato: prodotti deperibili, (vantaggi non economici) Orientamento al lavoro: distribuzione, costo (e qualità) della manodopera Massimizzazione dei profitti vs. (area di soddisfacente profitto) Approccio micro economico > spiegazioni Agglomerazione.. meccanicistiche Le eccezioni (fattori esterni ) al modello generale: Lo spazio non isotropico (la rete dei trasporti)
6 La localizzazione delle attività economiche August Lösch (15 October May 1945) L organizzazione spaziale dell economia (1940) L economia della localizzazione (1954) Geografia ed economia neoclassica (Isard, 1956) Dalla meccanica razionale all analisi (micro)economica: integrare la considerazione dello spazio (= distanza) nell economia marginalista L analisi sostitutiva: isoquanto (B) di sostituibilità M1/M2 e isocosto (C) = costo trasporto f (rapporto tra i due pesi M1/M2) Walter Isard ( ) Location and Space economy; a General Theory Relating to Industrial Location, Market Areas, Land Use, Trade, and Urban Structure (1956) Methods of Regional Analysis; an Introduction to Regional Science (1960) Approccio micro economico ed economia neo classica (marginalismo, equilibrio macro economico generale) La localizzazione nello spazio geometrico Localizzazione e agglomerazione Localizzazione Concentrazione (agglomerazione) Urbanizzazione in che modo la localizzazione d impresa si traduce in un processo agglomerazione / industrializzazione / urbanizzazione? Le economie di agglomerazione in Weber: l utilizzazione comune di infrastrutture consente risparmi nelle spese per l'adduzione di energia, per i collegamenti con le reti di trasporto (strade, ferrovie, porti, aeroporti), per lo smaltimento e il trattamento dei rifiuti. ( economie di agglomerazione / urbanizzazione )
7 L'agglomerazione fra più imprese é fattibile solo nel caso in cui le rispettive isodapane critiche si intersechino fra loro. Agglomerazione industriale e urbanizzazione La distribuzione della popolazione E nella misura in cui i risparmi di agglomerazione sono superiori agli incrementi nei costi di trasporto Fonte: Worldmapper.org Le esportazioni di prodotti elettronici Le esportazioni di prodotti finanziari
8 USA: Manufacturing belt La Banana Blu Cluster di imprese specializzate negli Stati Uniti La localizzazione delle imprese di assicurazioni a Londra La localizzazione delle imprese di pubblicità a Londra Fonte: elaborazione da M. Porter, Clusters and the new economics of competition, Harverd Business Review 4, Fonte: GaWC
9 Spiegazioni basate sulle convenienze micro economiche delle imprese Le economie di agglomerazione : vantaggi di tipo economico e non economico che le attività economiche ottengono grazie alla prossimità con altre imprese La critica di Marshall alla teoria micro economica delle economie di scala: il modo in cui i vantaggi [della divisione del lavoro] sono discussi nella maggior parte dei trattati di economia è tale da implicare che i più importanti di essi possano essere ottenuti solo mediante la concentrazione di grandi masse di lavoratori in immensi stabilimenti (Early Economic Writings, 1867). = ECONOMIE DI SCALA ESTERNE o ESTERNALITA Vs. le economie interne di scala: all aumentare della scala di produzione (i.e. dimensione dell impresa) si ottengono risparmi per unità di prodotto, grazie ad una migliore divisione del lavoro (specializzazione interna), per via di indivisibilità e di sinergie (interne) > le imprese possono ottenere vantaggi (di specializzazione) anche dalla prossimità con altre imprese. LE ECONOMIE ESTERNE DI SCALA, o esternalita o ECONOMIE DI AGGLOMERAZIONE: non dipendono dalle caratteristiche delle imprese, non agiscono necessariamente attraverso il mercato, dipendono dal luogo dove le imprese si localizzano. Economie di urbanizzazione vs. economie di localizzazione (Ohlin, 1933; Henderson, 1988). ECONOMIE DI URBANIZZAZIONE (2) A) ECONOMIE DI URBANIZZAZIONE: effetti di scala associati alla dimensione e alla densità urbana (per le imprese) > economie esterne alle imprese e esterne al settore. A1) Effetti di indivisibilità: a) Ampia e diversificata disponibilità degli input (materiali e immateriali) necessari alla produzione (e/o funzioni centrali che richiedono una soglia minima di domanda). b) Vantaggi connessi all infrastrutturazione del territorio e alla connettività dell area con l esterno (capitale fisso sociale) / vicinanza ampiezza del mercato. A2) Effetti di sinergia: c) Maggiore disponibilità di informazioni per lo scambio di conoscenze, lo sviluppo di relazioni inter personali e interaziendali (es. knoweldge spillover). d) Esternalità alla Jacobs (massa + densità + varietà): le città come fonte di idee, conoscenze, diversità, creatività
10 Economia di agglomerazione, urbanizzazione e effetto città Perché esistono le città? Se ci limitassimo a postulare il tradizionale repertorio di forze economiche, le città crollerebbero. Le teorie della produzione non contengono nulla che possa tenere insieme una città: questa èsolo un insieme di fattori di produzione, capitale, persone e terra, che sono sicuramente più a buon mercato altrove. A me pare che la forza che va postulata per spiegare il ruolo centrale delle città nella vita economica abbia precisamente lo stesso carattere del capitale umano esterno [che deriva dall interazione sociale] ( ). Perché la gente dovrebbe pagare gli affitti di Manhattan o del centro di Chicago, se non per stare con altre persone? (R. Lucas, On the mechanics of economic development, Journal of Monetary Economics 22, 1988, p. 38) B) ECONOMIE DI LOCALIZZAZIONE: vantaggi connessi alla concentrazione di attività simili o che partecipano allo stesso processo produttivo > economie esterne alle imprese e interne al settore (concentrazione + specializzazione): Connessioni dirette: connessioni di produzione, connessioni di servizio, connessioni di mercato (economie di tipo pecuniario). Connessioni indirette: relazioni interpersonali e contatti faccia a faccia, lo scambio di informazioni (relazioni e conoscenze) (economie transazionali ) / (effetti di immagine) Le economie di localizzazione secondo Marshall (esternalità a la Marshall): lo sviluppo di un bacino di lavoro specializzato (labour pool) lo sviluppo di fornitori di input specializzati lo sviluppo di interdipendenze tra le imprese l atmosfera industriale ( the secret of industry are in the air ) Economie esterne di tipo pecuniario e di tipo non pecuniario (Scitovsky, 1954): Economie esterne pecuniarie (o reali ): vantaggi economici diretti che derivano dall agglomerazione, per es. minori prezzi per gli input. Di mercato (che influenzano i prezzi) o di quasi mercato (collegamenti tra imprese, costi di transazione) Economie esterne non pecuniarie (o tecnologiche e non di mercato ): vantaggi economici indiretti che derivano dall agglomerazione, per es. information and knowledge spill overs. Di prossimità o di network: Proximity externalities: che derivano dalla mera prossimità fra imprese Network externalities: che dipendono dallo sviluppo di relazioni dirette tra imprese (es. costi di transazione)
11 Statiche o dinamiche: Efficiency externalities: statiche. Spiegano perché le imprese sono più efficienti in un luogo piuttosto che in un altro Development externalities: dinamiche. Spiegano perché un luogo sviluppa una particolare agglomerazione o specializzazione (+ visione dinamica: le esternalità non sono solo specifiche per ogni tipo di industria, ma variano nel corso del tempo, nel corso del ciclo di vita del prodotto o dell impresa) > sviluppo regionale Offerta / domanda: Esternalità dal lato dell offerta: tra imprese (relazioni orizzontali e verticali) Esternalità dal lato della domanda: vantaggi diretti e indiretti derivanti dalla prossimità ai propri clienti (+ vantaggi dell agglomerazione per i consumatori) PROBLEMI: Johansson B. (2005), Parsing the menagerie of agglomeration and network externalities Rosenthal S.S. and Strange W.C. (2004), Evidence on the nature and source of agglomeration economies. In: Henderson J.V., Thisse J. S., Handbook of regional and urban economics, Vol. 4 (Cities and geographies), Elsevier, pp Economie di agglomerazione = le imprese si concentrano perché hanno convenienza a concentrarsi Evidenza empirica.. [in un ottica dinamica, non èvero che le imprese concentrate hanno migliori performance di quelle disperse > Evolutionary Economic Geography] Modelli di equilibrio di concorrenza perfetta vs. rendimenti crescenti di scala [ > New Economic Geography] Specializzazione o diversità? Agglomerazione = f (convenienze microeconomiche delle imprese), vs. peculiarità dei processi storico geografici che spiegano le differenze regionali, la competitività e la centralità di alcuni luoghi e la perifericità di altri. Agglomerazione = vantaggi di prossimità a quale SCALA/distanza?
12 Economie di scala esterne o di agglomerazione Economie e DISECONOMIE DI AGGLOMERAZIONE: dirette (aumento del costo dello spazio) e indirette (congestione, eccessiva concorrenza) La dimensione ottima della città (Alonso 1971, Richardson 1972) Perché le città non hanno tutte la stessa dimensione? Il ruolo della specializzazione: le economie di agglomerazione sono diverse per diversi tipi di attività / le diseconomie di agglomerazione tendono invece ad essere simili. Isard, 1956: le economie di agglomerazione sono la sommatoria di diversi tipi di economie esterne Alcuni ipotetiche curve di economie esterne (Isard 1956) Specializzazione produttiva e dimensione urbana ottimale
13 MISURE DI AGGLOMERAZIONE Misure semplici di concentrazione o di densità Problemi: 1) MAUP (modifiable area unit problem): il valore dell indice dipende dalla partizione del territorio utilizzata (risoluzione spaziale del dato) Coefficiente di Gini 2) Il grado di concentrazione è indipendente dalla posizione (più o meno concentrata) delle unità (regioni) sulla base delle quali si calcola l indice: Gini è un indice a spaziale di concentrazione che non misura il grado di polarizzazione (Arbia 2001) Misure di polarizzazione: correlazione spaziale = il grado con il quale regioni prossime hanno simili indici (semplici) di concentrazione Moran s I: SPATIAL AUTO CORRELATION (Moran s I): misura il grado di clusterizzazione/dispersione rispetto ad un ipotesi di distribuzione perfettamente casuale (random) Indice spaziale globale di covarianza derivato dall analisi dell effetto memory nelle time series (P. Moran 40s, Whittle 1954). Misura l autocorrelazione spaziale ovvero il livello di similitudine tra i caratteri ( /+) di un elemento geografico e i caratteri degli elementi a lui più vicini Zi = Xi X = valore del punto (Xi) valore medio in tutta l area (X) Cross-product = (Xi-X)(Xj-X): clustered se è alto (I>0), dispesed se è basso (I<0), rispetto a Iexp=-1/(n-1) Wij = peso della distanza tra ogni coppia di punti
14 Ellison and Glaeser 1997: misura di co agglomerazione che tiene conto anche della diversa dimensione media degli impianti (settori con imprese più grandi danno luogo a distribuzioni più concentrate, a prescindere dal livello delle economie di agglomerazione), ed è indipendente dal grado di risoluzione spaziale dei dati (MAUP) Distanza: assoluta (euclidea) vs. relativa, geografica vs. economica, cognitiva, ecc. Distanza e interazione spaziale: la distance decay function Distanza e interazione spaziale: al crescere della distanza le opportunità di incontro e di scambio diminuiscono drasticamente ( tirannia della distanza,..e globalizzazione) Curva di distance decay (con b = 2) Distance decay function : le opportunità di interazione sociale diminuiscono in misura più che proporzionale all aumentare della distanza. b > 1 = per es. 2 (le opportunità di interazione sono inversamente proporzionali al quadrato della distanza)
15 Agglomerazione, distanza, interazione e gravitazione Modelli di gravitazione di interazione spaziale (semplici) Distanza + opportunità di interazione (distance decay) + massa : l interazione tra due luoghi è proporzionale alla massa di opportunità di interazione di ciascuno di essi (e inversamente proporzionale alla distanza) Massa = P (popolazione, oppure servizi, risorse, attività, ecc.) (b > 1) Gravitazione = opportunità di interazione = forza di attrazione (pendolarismo per motivi di studio o lavoro) = flussi di visitatori/clienti = scambi commerciali (l interscambio commerciale si riduce dello 0,5 0,9% se la distanza aumenta dell 1%) = diffusione di innovazioni = probabilità di un contagio = ecc. Pi e Pj : Importanza o peso delle località di origine e destinazione dij : distanza tra le località k : costante pari alla probabilità dell evento/movimento β (beta) : parametro non lineare di frizione della distanza, e.g. qualità trasporti λ (lambda) : potenzialità di generare movimenti (emissività). Per es. reddito α (alpha) : potenziale di attrattività. Per es. specializzazione commerciale Modelli di interazione spaziale (Ullman, 1950s): distanza + massa + complementarità (l offerta nella località X deve essere diversa dall offerta di Y) + trasferibilità ( frizione della distanza < soglia critica) + intervening opportunity (assenza di offerte alternative) Distanza, gravitazione e accessibilità Accessibilità potenziale : raggiungibilità (fisica) + massa = funzione di attività (massa, per es. popolazione di j) X funzione di impedenza (costo funzionale del viaggio) α > 1 per l esistenza di effetti di agglomerazione (le località più grandi pesano proporz. di più exp( β): cij non è lineare (destinazioni vicine sono pesate più di destinazioni lontane)
16 Accessibilità potenziale infrastrutturazione industrializzazione urbanizzazione sviluppo regionale competitività Applicazioni I sistemi locali del lavoro dell Istat: l area dei Comuni i cui residenti che si spostano giornalmente per motivi di lavoro al di fuori del Comune di residenza, si dirigono per almeno il 75% presso il Comune centrale Applicazioni L individuazione di aree metropolitane: Applicazioni L individuazione dei bacini commerciali e dei potenziali clienti di un polo commerciale: es. il modello di Huff
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