INTERVENTI PSICOEDUCATIVI - percorsi e strumenti - Dott. Vito Domenico Casamassima. Psicologo

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1 INTERVENTI PSICOEDUCATIVI - percorsi e strumenti - Dott. Vito Domenico Casamassima Psicologo

2 DEFINIZIONE Gli interventi psico-educativi sono interventi basati su tecniche cognitivo-comportamentali che prevedono la modificazione di determinate convinzioni e comportamenti. Tali interventi affrontano le difficoltà di un individuo cercando di modificare le sue conoscenze, il suo modo di pensare o di comportarsi e le sue emozioni.

3 DEFINIZIONE Gli interventi psico-educativi possono effettuarsi o sul singolo alunno oppure sull intera classe. Ruolo fondamentale è dato all insegnante in quanto conoscitore degli alunni e fautore delle relazioni funzionali all utilizzo degli interventi stessi.

4 FASI INTERVENTO 1. Familiarizzare con il bambino (conquistarsi la sua fiducia) 2. Osservare e valutare i comportamenti problema che si vuole risolvere 3. Programmare gli interventi 4. Verifica dei risultati

5 Come intervenire È importante adattare l intervento alla fase evolutiva del bambino 1. Dai 7 ai 12 anni dare più rilievo agli aspetti comportamentali (pensiero concreto) 2. Dai 12 anni in su dare maggiore importanza agli aspetti cognitivi (pensiero formale)

6 TIPOLOGIE DI PROBLEMI CHE RICHIEDONO INTERVENTO PSICO- EDUCATIVO 1. PROBLEMI INTERNALIZZATI 2. PROBLEMI ESTERNALIZZATI

7 PROBLEMI INTERNALIZZATI Problemi non evidenti all esterno: 1. ANSIA 2. DEPRESSIONE 3. RITIRO SOCIALE 4. PROBLEMI PSICO-FISIOLOGICI 5. COMBINAZIONE TRA QUESTI

8 1. Fattori biologici 2. Fattori familiari 3. Stress 4. Fattori cognitivi 5. Fattori comportamentali EZIOLOGIA PROBLEMI INTERNALIZZATI Il trattamento va tarato in base alla causa anche se spesso molte tecniche sono efficaci indipendentemente dall eziologia del problema.

9 Problematiche associate 1. Bassa autostima (una bassa autostima può aumentare o mantenere in vita un problema interiorizzato. Viceversa, i problemi interiorizzati mantengono una bassa autostima) 2. Problemi scolastici 3. Scarse relazioni sociali (difficoltà con i pari possono essere sia la causa che le conseguenze dei problemi interiorizzati)

10 PROBLEMI ESTERNALIZZATI Problemi non evidenti all esterno: 1. DISTURBO DA DEFICIT D ATTENZIONE ED IPERATTIVITÀ (ADHD) 2. DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO 3. DISTURBO DELLA CONDOTTA N.B. non sempre si parla di disturbo, spesso può trattarsi solo di problema di comportamento. Il DISTURBO si ha quando il problema comportamentale si cronicizza ed assume caratteristiche ESTREME.

11 ADHD Problema neurologico che può persistere sino all età adulta. CARATTERISTICHE: Difficoltà di attenzione, impulsività, iperattività

12 DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO CARATTERISTICHE: disubbidienza, umore negativo, irritabilità. N.B. se si interviene subito si previene il disturbo della condotta in adolescenza. Circa il 50%, 60% dei bambini ADHD sviluppa il disturbo oppositivo provocatorio

13 DISTURBO DELLA CONDOTTA CARATTERISTICHE: violazione delle norme. Può sfociare in disturbo antisociale in età adulta

14 INSEGNARE L ABC DELLE EMOZIONI A B C EVENTO PENSIERO EMOZIONE Se cambio il pensiero CAMBIA L EMOZIONE

15 LA MESSA IN DISCUSSIONE DEI PENSIERI PENSIERO RAZIONALE: costruttivo ad affrontare le difficoltà ed esercitare un certo dominio sull emotività. PENSIERO IRRAZIONALE: modo di pensare rigido, non obiettivo, illogico, che porta a reazioni emotive disfunzionali

16 LA MESSA IN DISCUSSIONE DEI PENSIERI È importante fare acquisire al bambino la differenza tra pensiero razionale ed irrazionale e mettere in discussione il pensiero irrazionale attraverso il dialogo interno (es. i miei pensieri sono FATTI o OPINIONI?, sono VIRUS MENTALI?, ) Successivamente bisogna sostituire il pensiero nocivo con uno funzionale. SCHEDE SEZ. A

17 STRATEGIE COMPORTAMENTALI: IL RINFORZO Un RINFORZO è un evento che quando compare immediatamente dopo un comportamento, induce l aumento della frequenza di quel comportamento o della probabilità della sua comparsa (sinonimo di RICOMPENSA).

18 TIPI DI RINFORZO Esistono diversi tipi di rinforzo, i più comuni sono: RINFORZI SOCIO AFFETTIVI (lodi, complimenti, sorrisi, ) RINFORZI TANGIBILI (gratificazioni concrete come cibo, oggetti ecc ) RINFORZI SIMBOLICI (che simboleggia una gratificazione es. gettoni, bollini ) RINFORZI DINAMICI (la possibilità di svolgere attività piacevoli o avere un privilegio, es. fare una gita, guardare la tv, )

19 INDIVIDUARE I RINFORZI Si possono individuare o tramite colloquio con i genitori o attraverso colloquio con i bambini, se più grandi di 8 anni si possono usare questionari. Anche l osservazione è fonte di informazioni sui rinforzatori funzionali. SCHEDA 9 22 SEZ. B SCHEDA 33 SEZ. A

20 CREARE UNO SPECIFICO MENÙ DI RINFORZATORI Ossia l elenco dei premi a cui potrà accedere se si mette in atto il comportamento stabilito. Si può usare anche in strategia con la token economy (SCHEDA 10 SEZ. B) attribuendo a ciascun premio un valore corrispondente di punti per ottenerlo.

21 CREARE UNO SPECIFICO MENÙ DI RINFORZATORI L acceso al rinforzo dev essere possibile solo come conseguenza del comportamento che si vuole incrementare. Se così non fosse, ossia se il rinforzatore fosse accessibile al soggetto anche per altre vie, il suo potere rinforzante si ridurrebbe. Bisogna prestare attenzione affinché il rinforzo non si SATURI (per abitudine, ecc ); è bene variegare il rinforzo. SCHEDA SEZ. B

22 ERRORI COMUNI NEI RINFORZI Offrire enormi ricompense per modifiche troppo grandi da realizzare es. abbonamento allo stadio se per un mese il bambino iperattivo farà il bravo (se è iperattivo difficilmente riuscirà nella missione). Dobbiamo immaginarci una scala non si possono fare 4/5 gradini per volta. Rinforzare un comportamento prima che sia avvenuto (guardi la TV se mi prometti che dopo )

23 ERRORI COMUNI NEI RINFORZI Ricompensa per far cessare un comportamento oppositivo (es. se smetti di dare fastidio a tuo fratello ti compro le figurine) cosa mi dai in cambio se? Scheda 21 sez. B

24 L IGNORARE STRATEGICO Se il rinforzo produce un aumento della probabilità che un comportamento venga ripetuto, di conseguenza è necessario eliminare le conseguenze rinforzanti che mantengono un comportamento indesiderabile L IGNORARE STRATEGICO, consite nell evitare di dare qualsiasi attenzione al comportamento indesiderato, al fine di non rinforzarlo

25 L IGNORARE STRATEGICO È bene usare l I.S. abbianto all uso del rinforzo verso il comportamento desiderabile. PRESUPPOSTI PER L IMPIEGO DELL I.S. IL COMP. INDES. Può essere temporaneamente tollerato (es. se fa del male a se stesso non può essere ignorato) UN INCREMENTO DEL COMP. INDES. Può essere temporaneamente tollerato (es. il capriccio può sfociare in collera, ma se si resiste, dopo qualche settimana si osserverà una riduzione del comp. Indes.) SCHEDA 4 SEZ. B

26 L IGNORARE STRATEGICO È improbabile che il comp. Indes. venga imitato (se viene imitato dai coetanei viene rinforzato e risulta dannoso anche per questi) Solo quando tutti i comportamenti indes. possono essere interrotti, si può applicare l I.S. Diversamente occorrerà scegliere altre modalità (es. diminuire il mangiare quando l appagamento del cibo è già un rinforzo) Sono stati individuati comp. Desid.. Alternativi (l.s. non va usato da solo, ma insieme al rinforzo verso comp. Desiderati (es. la mamma ascolta il bambino se fa richieste adeguate)

27 IL CONTRATTO COMPORTAMENTALE Ha lo scopo di favorire una maggiore responsabilizzazione del soggetto verso le proprie azioni. Si può usare SOLO quando il soggetto si rende conto delle conseguenze negative delle proprie azioni. SCHEDA 15 SEZ. B

28 LA TOKEN ECONOMY O SISTEMA A PUNTI È una tecnica che consiste in un accordo, tramite cui si stabilisce con il soggetto che per un certo comportamento corretto, quest ultimo riceverà un bollino premio o punto. Ogni volta che il bambino emetterà il comp. Desiderato riceverà dei punti che, alla soglia stabilita, saranno convertiti in premio tangibile. Ciò permette di aggirare le difficoltà di elargire subito i rinforzatori tangibili, senza venir meno alla regola dell immediatezza del rinforzo. È importante stabilire bene gli obiettivi affinchè siano RAGGIUNGIBILI (né troppo facuili da raggiungere, né troppo difficili)

29 FASI TOKEN ECONOMY 1. Stabilire quali comportamenti danno diritto a guadagnare bollini o punti e quanti bollini o punti per ogni specifico comportamento 2. Gradualmente si dovrà aumentare la dose di lavoro per ottenere i bollini premio così da facilitare il CONSOLIDAMENTO (solo se il sistema funziona bene si potrà successivamente introdurre la possibilità di penalizzare un comportamento negativo COSTO DELLA RISPOSTA) 3. Creare strumenti facilmente trasportabili da un setting all altro (scuola-famiglia) es. carta di credito con bollini premio, oppure gettoni, timbri ecc da apporre su un cartellone, a casa, a scuola

30 FASI TOKEN ECONOMY 4. I punti sono dati immediatamente dopo l esecuzione dei comportamenti desiderati, solo così consentono il significato rinforzante del token. SCHEDA SEZ. B

31 IL TIME OUT Più avversivo rispetto all ignorare strategico è il TIME OUT che consiste nel rimuovere il soggetto dalla situazione in cui ha manifestato il comportamento problema, in modo da isolarlo da qualsiasi fonte di rinforzo. Rimarrà lì finché non verrà indicata la fine del TIME OUT. HA 2 OBIETTIVI: 1.INTERROMPERE IL PRIMA POSSIBILE IL COMP. PROBLEMA 2.AIUTA IL B. A RAGGIUNGERE UNA CERTA CAPACITÀ DI AUTODISCIPLINA

32 USO DEL TIME OUT Uso per B. dai 3 ai 10 anni massimo, tempo varia in rapporto all età: 1 minuto per b. di 3 anni, 5 per b. di 5 ecc.. È utile per comportamenti IMPULSIVI: picchiare, aggredire, ecc.. N.B. è bene che la situazione da cui il b. sia allontanato sia per lui sgradevole es. se a scuola si annoia e viene allontanato lui sarà contento, quindi un premio al comp. Negativo Se il b. è di malumore dopo il time out è normale e non va rimproverato; è bene, invece, dargli l opportunità di mettere subito in atto dei comportamenti adeguati che verranno immediatamente rinforzati

33 IL COSTO DELLA RISPOSTA Quando non è possibile applicare l ignorare strategico e il time out, si potrà intervenire applicando una prima procedura leggermente punitiva: IL RIMPROVERO SCHEDA 30 SEZ. B Modalità uso del rimprovero: È inefficace se dura troppo a lungo (diventa una predica), se contiene elementi svalutativi («non capisci nulla!») e se viene applicato con un tono di voce ostile.

34 IL COSTO DELLA RISPOSTA Quando il rimprovero non da i suoi frutti, l alternativa può essere un azione punitiva più incisiva: IL COSTO DELLA RISPOSTA, che consiste nel privare il B. di un rinforzatore. Quindi, quando il soggetto mette in atto il comp. Indes., deve pagare una sorta di penalità, rinunciando a un qualcosa che aveva precedentemente acquisito. L efficacia dipende soprattutto da quanto grave il ragazzo valuta la perdita del privilegio che aveva. Utile per i soggetti IMPULSIVI più orientati a non perdere ciò che hanno, piuttosto che ottenere ciò che ancora non hanno. SCHEDA 16 SEZ. B

35 LE CONSEGUENZE NATURALI E LE CONSEGUENZE LOGICHE NATURALI: lasciare che il b. sperimenti le conseguenze del proprio comp. In termini di eventi naturali (da usare quando queste non implicano richi per l incolumità fisica) ES. il b. rifiuta di indossare il giubbino per il freddo, piuttosto che affrontare sterili discussioni, lasciare che prenda un po di freddo. LOGICHE: lasciare che il b. sperimenti conseguenze socialmente logiche del suo comp. Comprendenti anche le reazioni delle persone. Utili quando il comp. Da modificare consiste nell infraz. Di una regola. ES. il b. fa tardi a scuola, allora sperimenterà il rimprovero dell insegnante

36 LE CONSEGUENZE NATURALI E LE CONSEGUENZE LOGICHE Entrambe le tecniche aiutano il b. ad apprendere dai propri errori e lo rendono responsabile di quanto fanno! È bene rendere il b. innanzitutto consapevole che tutti i comportamenti hanno delle conseguenze. ES. se non rispetti le regole del calcio sarai espulso!

37 LE STRATEGIE DI PROBLEM SOLVING RAGIONAMENTO LOGICO MIRATO AD INSEGNARE PROCEDURE DI SOLUZIONI DEI PROBLEMI. FASI: 1.Definire il problema in modo preciso e concreto 2.Braimstorming delle possibili soluzioni 3.Prevedere e valutare le conseguenze di ogni soluzione escogitata (valore da 0 a 100 dei pro e dei contro) 4.Scegliere la soluzione migliore ed applicarla

38 IL TRAINING DI ABILITÀ SOCIALI Utile per soggetti con ansia sociale che tendono ad isolarsi. Sono allenamenti alle abilità sociali. È importanete capire se il soggeto non possiede le abilità sociali, oppure non riesce a metterle in atto per ansia sociale. attraverso il ROLE PLAYING è possibile capirlo. Ci sono anche questionari utili a comprendere di quali abilità sociali il soggetto è deficitario. QUESTIONARIO 6 SCHEDE SEZ. A

39 FASI TRAINING DI ABILITÀ SOCIALI 1. DEFINIZIONE DEL PROBLEMA 2. INDIVIDUAZIONE SOLUZIONI 3. MODELLING 4. RIPETIZIONE DEL COMPORTAMENTO E ROLE PLAYING 5. FEEDBACK SULLE PERFORMANCE 6. GESTIONE DI EVENTUALI COMPORTAMENTI PROBLEMATICI 7. AUTOISTRUZIONI ED AUTOVALUTAZIONE 8. TRAINING PER LA GENERALIZZAZIONE E IL MANTENIMENTO DELLE ABILITÀ APPRESE

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