Il Mercato Italiano del Private Equity e Venture Capital nel 2013
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- Renato Sacchi
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1 Il Mercato Italiano del Private Equity e Venture Capital nel 2013
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3 Il Mercato Italiano del Private Equity e Venture Capital nel 2013
4 AIFI - Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital AIFI nasce nel maggio del 1986 per sviluppare, coordinare e rappresentare, in sede istituzionale, i soggetti attivi sul mercato italiano del private equity e venture capital. L Associazione rappresenta fondi e società che investono nel capitale di rischio di aziende prevalentemente non quotate, con lo scopo finale di realizzare un piano di sviluppo delle imprese partecipate. Per maggiori informazioni PwC PwC è il più grande network di servizi professionali multidisciplinari rivolti alle imprese e alle istituzioni pubbliche. Nel mondo il network PwC opera in 157 Paesi con oltre 184 mila professionisti, dei quali presenti in Italia in 21 città. In Italia, PwC svolge servizi di revisione, attività di organizzazione contabile, consulenza direzionale, consulenza fiscale e legale, transaction services e corporate finance a supporto delle transazioni di finanza straordinaria e alle operazioni di M&A per clienti corporate e private equity. I servizi di PwC sono condivisi a livello globale ed esprimono al meglio la qualità di principi basati su una profonda conoscenza dei diversi settori di mercato e sull utilizzo delle tecnologie più avanzate. Per maggiori informazioni KPMG KPMG è uno dei principali network di servizi professionali alle imprese, leader nella revisione e organizzazione contabile, nella consulenza manageriale e nei servizi fiscali, legali e amministrativi. Il network KPMG è attivo in 155 Paesi del mondo con oltre 155 mila professionisti. In Italia, KPMG conta più di 3 mila professionisti e 27 sedi sull intero territorio nazionale. KPMG Corporate Finance è la divisione specializzata nella consulenza indipendente nell ambito di operazioni di finanza straordinaria: fusioni, acquisizioni e vendite; consulenza strategico-finanziaria; perizie e valutazioni; privatizzazioni; project finance; finanziamenti per acquisizioni, re-financing, consulenza finanziaria sul passivo; Leveraged and Management Buy-out; quotazioni e offerte pubbliche. KPMG, offre un servizio completo e integrato per tutte le diverse fasi dell attività M&A e grazie alle specifiche competenze di industry, garantisce la piena comprensione delle dinamiche industriali e dei trend di sviluppo dei principali settori produttivi. Il Private Equity Group comprende un team nazionale di specialisti che, in coordinamento con il network internazionale, svolge attività indipendente di advisory a supporto degli operatori di Private Equity.
5 Sommario Introduzione Premessa metodologica Operatori Raccolta Investimenti Disinvestimenti Performance Glossario Governance Associati AIFI Aderenti AIFI
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7 Introduzione Nel 2013 il mercato italiano del private equity e venture capital ha visto una leggera crescita dell attività di investimento: in termini di numero si è confermato il trend positivo di early stage ed expansion, mentre l ammontare è stato trainato da alcuni buy out di grandi dimensioni. Sul fronte dei disinvestimenti, nonostante la situazione ancora difficile dei mercati, si segnalano alcune quotazioni di società partecipate e il peso sempre significativo delle cessioni a partner industriali. Infine, anche nel 2013, l attività di fundraising stenta a mostrare segnali di ripresa, con un ulteriore rallentamento dei capitali raccolti sul mercato. Nelle prossime pagine sono presentati e descritti i principali dati del mercato italiano del private equity e venture capital nel 2013, con alcuni significativi confronti con gli anni precedenti. Da quest anno, inoltre, vengono descritte le performance degli operatori attivi nel nostro Paese. Sono poi riportati, oltre al glossario e alla scheda degli organi istituzionali di AIFI, nomi e riferimenti sitografici di associati e aderenti, che cogliamo l occasione per ringraziare per il prezioso contributo. Potete trovare ogni altra informazione su AIFI o sul mercato visitando il sito Introduzione 5
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9 Premessa metodologica I dati di seguito presentati e analizzati sono stati raccolti ed elaborati da AIFI, in collaborazione con PricewaterhouseCoopers Transaction Services, nell ambito delle survey semestrali sul mercato italiano del private equity e del venture capital. L analisi, effettuata attraverso la raccolta di questionari compilati on-line, studia l attività di raccolta di nuovi capitali, investimento e disinvestimento posta in essere nel corso del Di seguito si riportano alcune indicazioni metodologiche, al fine di facilitare la lettura e l interpretazione dei dati. Innanzitutto, sulla base della metodologia internazionale, l attività di fundraising analizzata riguarda: - gli operatori indipendenti aventi focus specifico di investimento sul mercato italiano (SGR e investment companies); - gli operatori captive italiani, che non effettuano attività di raccolta indipendente, ma ricevono i capitali dalla casamadre. In questo caso i capitali investiti nel periodo sono, per convenzione, assunti anche come risorse raccolte nello stesso arco temporale. Nelle statistiche relative alla raccolta non vengono, invece, inclusi gli operatori internazionali, in quanto non prevedono una formale pre-allocazione delle risorse disponibili tra i diversi Paesi target di investimento, nonché gli operatori di estrazione pubblica. Per quanto concerne l attività di investimento, i dati aggregati si riferiscono alle sole quote di equity e quasi equity complessivamente versate per l operazione e non al valore totale della transazione. Vengono considerati sia i nuovi investimenti (initial) che gli interventi a favore di aziende già partecipate dallo stesso o da altri operatori (follow on). La dimensione globale del mercato è costituita da: - l ammontare investito, in aziende italiane e non, dagli operatori locali ; - l ammontare investito in aziende italiane dagli operatori internazionali. A partire dal 2005, negli aggregati sono state comprese le operazioni portate a termine da investitori internazionali (inclusi i fondi sovrani e gli altri investitori internazionali la cui modalità di intervento è assimilabile a operatori di private equity) non aventi un advisor stabile sul territorio italiano, ma sulla cui attività è stato possibile acquisire informazioni puntuali da fonti pubbliche. Tale scelta nasce dalla sempre maggiore diffusione, anche all interno del mercato del private equity, di operazioni cross-border definibili estero su Italia, aventi per lo più ad oggetto l acquisizione di imprese di dimensioni medio-grandi, la cui mancata considerazione porterebbe ad una sensibile sottostima delle reali dimensioni del mercato. I dati aggregati relativi all attività di disinvestimento si riferiscono, infine, al valore complessivo delle dismissioni considerate al costo di acquisto della partecipazione ceduta e non al prezzo di vendita. In materia di write off, si fa qui riferimento ai soli casi di abbattimento totale o parziale del valore della partecipazione detenuta, a seguito della perdita di valore permanente della società partecipata ovvero della sua liquidazione o fallimento, con conseguente riduzione della quota detenuta o uscita definitiva dalla compagine azionaria. Premessa metodologica 7
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11 Operatori Nel 2013 il numero di associati AIFI è leggermente aumentato, attestandosi a quota 120. Contemporaneamente, nel corso dell anno sono stati monitorati 171 operatori, contro i 163 nel 2012 (Grafico 1). Il campione oggetto di analisi, oltre agli associati AIFI, comprende i componenti aderenti all associazione che svolgono occasionalmente attività di investimento, alcuni investitori e istituzioni finanziarie italiane che non rientrano nella compagine associativa di AIFI, nonché gli operatori internazionali che, pur non avendo un advisor stabile sul territorio italiano, hanno realizzato operazioni in imprese del nostro Paese nel corso dell anno. A partire dal 2011, nel calcolo vengono inclusi, oltre agli associati AIFI, solamente gli operatori che nel corso degli ultimi tre anni hanno svolto almeno una delle attività di investimento, disinvestimento o raccolta di capitali. Con riferimento all insieme degli operatori monitorati (Grafico 2), le società di gestione del risparmio (SGR) e gli altri investitori, differenti dalle SGR generaliste, specificatamente dedicati all Italia (investment companies) rappresentano quasi la metà dell intero mercato in termini di numero (47%), seguiti dagli operatori internazionali (33%) e da quelli focalizzati sull early stage (9%). Sotto il profilo strettamente operativo, si segnala che 117 dei 171 investitori censiti (68%) hanno svolto almeno una delle attività di investimento, disinvestimento o raccolta di capitali nel corso del Nel dettaglio, sono 94 gli operatori che hanno realizzato almeno un investimento, 65 quelli che hanno disinvestito (anche parzialmente) almeno una partecipazione e 11 i soggetti per i quali è stata registrata attività di fundraising indipendente. Relativamente all attività di investimento (Grafico 3), come negli anni precedenti, quello dell expansion risulta essere il segmento di mercato per il quale è stato rilevato il maggior numero di investitori attivi (51 operatori), seguito dal segmento dei buy out (38 operatori) e da quello dell early stage (24 operatori). Al 31 dicembre 2013 gli investimenti attivi (cioè non ancora disinvestiti) nel portafoglio complessivo degli operatori monitorati in Italia, risultavano pari a 1.364, distribuiti su società, per un controvalore delle partecipazioni detenute, valutate al costo d acquisto, pari a 21,8 miliardi di Euro. Alla stessa data, il commitment disponibile stimato per investimenti, al netto delle disponibilità degli operatori internazionali e captive, ammontava a circa 8 miliardi di Euro (Grafico 4). Sempre con riferimento al portafoglio complessivo, il 94% degli investimenti attivi riguarda imprese localizzate nel nostro Paese e nel 71% dei casi le operazioni sono state realizzate da operatori di matrice privata (Grafico 5). Operatori 9
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13 Grafico 1 - Evoluzione degli Associati AIFI e degli operatori monitorati Grafico Grafico 1 Evoluzione 1 - Evoluzione degli associati degli Associati AIFI e degli AIFI operatori e degli operatori monitorati monitorati Associati AIFI 188 Operatori oggetto di indagine Nota: a partire dal 2011 vengono considerati solamente gli associati AIFI e gli operatori attivi in Italia negli ultimi tre anni Nota: a partire dal 2011 vengono considerati solamente gli Associati AIFI e gli operatori Operatori attivi 11 Nota: a partire dal 2011 vengono in Italia considerati negli ultimi solamente tre anni gli Associati AIFI e gli operatori attivi in Italia negli ultimi tre anni
14 Grafico 2 Evoluzione degli operatori monitorati per tipologia Grafico 2 - Evoluzione degli operatori monitorati per tipologia 83 SGR generaliste e investment companies Operatori internazionali Operatori reg./pub Banche italiane 6 12 Operatori di early stage Operatori 12
15 Grafico Grafico Grafico Evoluzione 3 - degli degli operatori attivi attivi nei nei diversi diversi segmenti segmenti di mercato di mercato di mercato Grafico 3 Evoluzione degli operatori attivi nei diversi segmenti di mercato Expansion Buy out Early stage Replacement Turnaround Operatori 13
16 Grafico 4 Portafoglio degli operatori al 31 dicembre 2013 Grafico 4 - Portafoglio degli operatori al 31 dicembre Portafoglio al costo (Euro Mln) Commitment disponibile per investimenti (Euro Mln)* * Esclusi gli operatori internazionali e gli investitori captive * Esclusi gli operatori internazionali e gli investitori captive Operatori 14
17 Numero Numero investimenti investimenti Numero attivi attivi investimenti attivi Numero Società Numero Società Numero Società Grafico 5 Composizione del portafoglio degli operatori al 31 dicembre 2013 Grafico 5 - Grafico Composizione 5 - Composizione del portafoglio del portafoglio degli operatori degli al operatori 31 dicembre al dicembre 2013 Grafico 5 - Composizione del portafoglio degli operatori al 31 dicembre 2013 Italia Estero Operatori privati Operatori pubblici Numero investimenti attivi Numero società Numero investimenti attivi Numero società Operatori 15
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19 Raccolta La raccolta rimane l attività più critica per il private equity italiano, soprattutto per quanto concerne la componente indipendente. Le risorse complessivamente raccolte dagli operatori presenti in Italia nel corso dell anno sono risultate pari a milioni di Euro (Grafico 6), un valore in forte crescita rispetto all anno precedente, che deve però essere letto alla luce dell attività del Fondo Strategico Italiano, holding di partecipazioni, il cui azionista di controllo è il Gruppo CDP. Nel corso del 2013, infatti, l 85% (3.423 milioni di Euro) della raccolta è riconducibile alle società capogruppo dei veicoli di investimento di tipo captive (30% nel 2012). Il reperimento di capitali sul mercato finanziario italiano e internazionale da parte di operatori indipendenti, invece, ha rappresentato il 15% della raccolta complessiva (623 milioni di Euro, -34% rispetto al 2012). Nel dettaglio, si segnala che, per metodologia internazionale, i dati della raccolta non considerano le risorse riconducibili agli operatori internazionali con base stabile nel nostro Paese, sottostimando, dunque, il valore complessivo delle risorse disponibili sul mercato. Nel caso in cui i capitali investiti da questi ultimi, nel corso del 2013, venissero assunti come risorse raccolte, l ammontare dei capitali affluiti nel nostro Paese sarebbe pari a milioni di Euro (Grafico 7). Gli operatori che hanno effettuato attività di raccolta nel 2013 sono stati 11, contro i 15 dell anno precedente. Di questi, 7 sono riconducibili a SGR che gestiscono fondi chiusi di diritto italiano, a cui è attribuibile l 87% dei capitali raccolti sul mercato nel corso dell anno (544 milioni di Euro) (Grafico 8). Con riferimento alla provenienza geografica degli stessi fondi, si sottolinea che, con un valore pari a 458 milioni di Euro, i capitali sono stati prevalentemente di origine domestica (74%), mentre la componente estera ha rappresentato il 26% della raccolta complessiva (Grafico 9). L analisi della raccolta per tipologia di fonte (Grafici 10 e 11) evidenzia come i fondi di fondi abbiano rappresentato la prima fonte di capitale (32%), grazie anche alla componente istituzionale, seguiti dai fondi pensione e casse di previdenza, da cui è provenuto il 18% del capitale raccolto, e dalle assicurazioni (13%). Dall altra parte, il peso delle banche è diminuito rispetto al 2012, passando dal 35% al 6%, così come quello delle fondazioni bancarie e accademiche, che nel 2012 rappresentavano il 20% dei capitali raccolti, mentre nel 2013 sono stati caratterizzati da un peso del 3%. Da ultimo, sul versante della distribuzione della raccolta per tipologia di investimento target (Grafico 12), si prevede che la maggior parte dei capitali affluiti al mercato verranno utilizzati per la realizzazione di operazioni di expansion (49%). Seguono le operazioni nel comparto delle infrastrutture (27%) e dell early stage (17%), con particolare riferimento agli investimenti in imprese ad alto contenuto tecnologico. Raccolta 17
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21 Grafico 6 Evoluzione dei capitali raccolti (Euro Mln) Nota: sotto la linea bianca, la raccolta sul mercato Raccolta 19
22 Grafico 7 Provenienza dei capitali raccolti nel 2013 (Euro Mln) Totale: Capital gain Raccolta sul mercato Capitale fornito dalla capogruppo Totale raccolta Investito da op. internazionali con base in Italia Raccolta 20
23 Grafico 8 Evoluzione dei capitali raccolti sul mercato (Euro Mln) SGR Altri * *Inclusa la raccolta del Fondo Italiano di Investimento Raccolta 21
24 Grafico 9 Evoluzione dell origine geografica del capitali raccolti sul mercato Italia Estero 32% 2% 21% 11% 26% 68% 98% 79% 89% 74% Raccolta 22
25 Grafico 10 Evoluzione dell origine dei capitali raccolti sul mercato per tipologia di fonte ,9% 31,5% 18,3% 19,5% 10,5% 10,0% 13,4% 12,5% 11,4% 11,1% 0,3% 3,2% 0,0% 6,0% 3,2% 3,2% 4,8% 5,7% 0,4% 0,1% Fondi di fondi Fondi pensione e casse di prev. Assicuraz. Inv. individuali Altri op. finanziari Banche Fondaz. bancarie ed. accad. Settore pubblico Gruppi industriali Soc. di private equity Raccolta 23
26 Grafico 11 Origine geografica dei capitali raccolti sul mercato per tipologia di fonte Italia Estero 10% 51% 79% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 90% 49% 21% Banche Fondi pensione e casse di prev. Assicuraz. Fondi di fondi Gruppi industriali Investitori individuali Settore pubblico Fondaz. bancarie ed accad. Soc. di private equity Altri op. finanziari Raccolta 24
27 Grafico 12 Distribuzione della raccolta per tipologia di investimento target 15% 27% 16% 15% 29% Altro 49% 20% 64% 5% Buy out Expansion 26% 50% 65% 16% 49% Early Stage high tech 10% 3% 4% 20% 17% Raccolta 25
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29 Investimenti Nel corso del 2013 sono state registrate sul mercato italiano del private equity e venture capital 368 nuove operazioni, distribuite su 281 società, per un controvalore pari a milioni di Euro, corrispondente ad un incremento del 6% rispetto all anno precedente, quando le risorse complessivamente investite erano state pari a milioni di Euro. Il numero di operazioni, invece, rispetto al 2012 ha visto un incremento del 5% (Grafico 13). Con riferimento alla tipologia di operazioni realizzate (Grafico 14), nel 2013 i buy out hanno continuato a rappresentare il comparto del mercato verso il quale è confluita la maggior parte delle risorse (2.151 milioni di Euro), seguiti dal segmento dell expansion (914 milioni di Euro) e dal replacement (281 milioni di Euro). In termini di numero, con 158 investimenti realizzati, l early stage si è posizionato per il secondo anno consecutivo al primo posto, superando l expansion (138 operazioni), mentre i buy out sono stati 50. Per quel che riguarda l attività svolta dalle diverse categorie di investitori monitorati (Grafico 15), gli operatori internazionali hanno assorbito il 40% del mercato in termini di ammontare investito nel corso del 2013, pari a milioni di Euro, seguiti dalle SGR generaliste (864 milioni, pari al 25%). Come gli scorsi anni, le SGR rappresentano la categoria di operatori che ha realizzato il maggior numero di investimenti (146, pari al 40% del mercato), seguite dagli operatori di emanazione pubblica/ regionale (72, pari al 20%). A livello generale, nel 2013 il taglio medio dell ammontare investito per singola operazione si è attestato a 9,3 milioni di Euro, stesso valore del Il dato normalizzato, cioè al netto dei large e mega deal realizzati nel corso dell anno, invece, è diminuito, attestandosi a quota 5,5 milioni di Euro, rispetto ai 6,9 milioni del 2012 (Grafico 16). Considerando le società oggetto di investimento, nel 2013 va segnalata la presenza di 4 operazioni con equity versato compreso tra 150 e 300 milioni di Euro (large deal) e di altre 2 di ammontare superiore ai 300 milioni di Euro (mega deal). Complessivamente, i large e mega deal hanno attratto risorse per milioni di Euro, pari al 50% dell ammontare complessivamente investito nell anno (Grafico 17). Passando ad analizzare l evoluzione che ha interessato i singoli segmenti di mercato, il comparto dell early stage (seed e start up) ha mostrato segnali positivi in termini di numero di operazioni, passate da 136 nel 2012 a 158 nel 2013, con un incremento del 16%, mentre l ammontare investito è diminuito del 39% (81 milioni di Euro nel 2013 contro i 135 milioni dell anno precedente) (Grafico 18). Nel 2013, la maggior parte delle operazioni di avvio è stata realizzata da SGR generaliste, che hanno effettuato il 36% degli investimenti in questo comparto, seguite dagli operatori focalizzati sull early stage (34%) (Grafico 19). In Investimenti 27
30 ultimo, sempre sul fronte dell offerta, si rileva un livello di concentrazione del comparto superiore rispetto all anno precedente in termini di numero (ai primi cinque operatori è riconducibile il 53% dei 158 investimenti rilevati, contro il 49% del 2012) e leggermente inferiore in termini di ammontare (ai primi cinque operatori è riconducibile il 58% dell ammontare investito in questo segmento, rispetto al 59% del 2012). Nel corso del 2013, nel segmento dell expansion sono stati investiti 914 milioni di Euro, distribuiti su 138 operazioni. Rispetto al 2012, i dati risultano in crescita del 5% in termini di numero e in calo dell 1% in termini di ammontare (Grafico 20). Nel dettaglio, dall analisi della tipologia di investitori attivi nel segmento (Grafico 21), emerge come le SGR generaliste siano gli investitori che hanno realizzato il maggior numero di investimenti (41%), seguite dagli operatori regionali/pubblici (22%) e dalle investment companies (18%). In ultimo, si segnala che ai primi 15 operatori è riconducibile il 68% delle operazioni effettuate nel segmento dell expansion (contro il 65% del 2012) e l 85% dell ammontare investito (84% nel 2012). Il segmento del turnaround anche nel 2013 ha mantenuto un ruolo di nicchia, con la realizzazione di 5 investimenti, contro i 7 dell anno precedente, mentre l ammontare è passato da 11 a 3 milioni di Euro (Grafico 22). Le risorse investite nel comparto del replacement sono state pari a 281 milioni di Euro, in forte crescita rispetto al 2012 (89 milioni investiti), grazie soprattutto ad un operazione di dimensioni significative. In termini di numero, si sono osservati 17 investimenti, contro i 10 dell anno precedente (Grafico 23). Infine, il segmento dei buy out ha attratto il 63% dei capitali complessivamente investiti nel corso del 2013, pari a milioni di Euro, con una crescita del 4% rispetto ai milioni dell anno precedente (Grafico 24). Nel dettaglio, le operazioni sono state 50 (65 nel 2012), con una diminuzione del 23%. È importante sottolineare che gli investimenti realizzati con un impegno di risorse, per singolo operatore coinvolto, inferiore ai 15 milioni di Euro, hanno rappresentato il 66% del numero totale (contro il 60% del 2012), mentre è diminuito il peso delle operazioni di ammontare compreso tra 15 e 150 milioni di Euro (26%, contro il 38% dell anno precedente). I large e mega deal, infine, hanno rappresentato l 8% del numero di investimenti realizzati, contro il 2% del 2013 (Grafico 25). Analizzando più nel dettaglio le caratteristiche dell offerta (Grafico 26), tra gli operatori che hanno effettuato almeno un investimento di buy out nel corso del 2013, le SGR generaliste, con una quota del 48%, risultano essere la categoria che ha realizzato il maggior numero di operazioni, seguite dagli operatori internazionali (30%) e dalle investment companies (14%). Nel complesso, nel corso del 2013 si è assistito ad una diminuzione della concentrazione del segmento in termini di numero di investimenti (ai primi 15 operatori è riconducibile una quota Investimenti 28
31 del 54%, rispetto al 65% del 2012) e a un aumento in termini di ammontare (ai primi 15 operatori è riconducibile una quota del 93%, rispetto al 91% del 2012). Sotto il profilo della ripartizione delle operazioni tra initial e follow on, si segnala che gli investimenti a favore di aziende già partecipate dallo stesso operatore o da altri investitori nel capitale di rischio hanno rappresentato la maggioranza (61%) sia in termini di numero (Grafico 27) sia di ammontare. Dalla distribuzione geografica degli investimenti emerge come, in linea con i dati registrati l anno precedente, il 97% degli investimenti effettuati nel corso del 2013 abbia avuto ad oggetto imprese localizzate nel nostro Paese (Grafico 28), per una corrispondente quota percentuale sul totale dell ammontare investito pari a circa il 99% (Grafico 29). Se si considera la sola attività posta in essere in Italia, il 59% del numero di operazioni ha riguardato aziende localizzate nel Nord del Paese (61% nel 2012), seguito dalle regioni del Sud e Isole che, con il 28% (20% l anno precedente), sono cresciute ulteriormente, superando la quota di investimenti realizzati al Centro (13%, contro il 19% del 2012). In termini di ammontare, invece, il Nord ha attratto il 90% delle risorse complessivamente investite in Italia, seguito dalle regioni del Centro con il 7%, mentre rimane ancora ridotta la quota di risorse destinate al Sud Italia (3%, contro il 4% del 2012). Come da tradizione, a livello regionale (Grafico 30), si conferma il primato della Lombardia, dove è stato realizzato il 30% del numero totale di operazioni portate a termine in Italia nel corso del 2013, seguita da Emilia Romagna (12%) e Campania (10%). In termini di ammontare, la Lombardia ha attratto il 45% delle risorse complessivamente investite, seguita dalla Liguria (25%) e dal Veneto (10%). Si segnala che le Regioni in cui non state rilevate operazioni di private equity e venture capital nel corso del 2013 sono solamente due, ovvero la Valle d Aosta e il Molise. L analisi della distribuzione settoriale delle società oggetto di investimento evidenzia come, nel 2013, il settore dei servizi non finanziari abbia rappresentato il principale target di investimento in termini di numero di operazioni, con una quota del 13% (Grafico 31), seguito dai comparti dei beni e servizi industriali e dei computer (entrambi 10%). In termini di ammontare, la maggior parte delle risorse investite nell anno è confluita verso il settore dei beni e servizi industriali (29% del totale), caratterizzato da un aumento significativo rispetto all anno precedente, seguito dai servizi non finanziari (poco più dell 11%) e dell automotive (11%). Per quel che riguarda le imprese attive nei settori ad alta tecnologia (Grafico 32), il numero di operazioni realizzate a favore di aziende definite dagli stessi operatori high tech è passato da 139 nel 2012 a 156 nel 2013, mentre l incidenza sul numero totale di operazioni è cresciuta dal 40% al 42%. In termini di ammontare, le risorse investite in aziende Investimenti 29
32 high tech hanno rappresentato il 26% del volume complessivo (888 milioni di Euro), stessa quota dell anno precedente. Nel dettaglio, i sottocomparti in cui si evidenzia il maggior numero di operazioni sono quelli dei computer, del medicale e del media & entertainment che, in termini di numero, hanno rappresentato il 53% degli investimenti in imprese high tech effettuati nel corso del 2013 (Grafico 33). È significativo precisare che il 69% delle operazioni high tech rilevate ha interessato imprese in fase di avvio, caratterizzate da un taglio medio di investimento notevolmente inferiore rispetto agli altri segmenti del mercato. Relativamente alla distribuzione del numero di investimenti per dimensione delle aziende target, i dati del 2013 risultano in linea con l anno precedente, con una concentrazione delle operazioni su imprese di taglio medio-piccolo (86% del numero totale, 84% nel 2012), caratterizzate da un numero di dipendenti inferiore alle 250 unità (Grafico 34). Queste aziende hanno attratto risorse per un ammontare complessivo pari a milioni di Euro (pari al 36% del totale, 40% nel 2012), mentre il resto del mercato, con un peso del 14% in termini di numero di investimenti, ha assorbito il 64% delle risorse totali (2.211 milioni di Euro). Anche la distribuzione degli investimenti per classi di fatturato delle aziende target evidenzia come le aziende di piccola e media dimensione (con un fatturato inferiore ai 50 milioni di Euro), pur avendo attratto risorse per circa il 23% del totale, rappresentino, anche per il 2013, il principale target verso cui sono indirizzati gli investimenti di private equity e venture capital in Italia, con una quota dell 83% sul numero complessivo di operazioni (Grafico 35). Investimenti 30
33 Grafico 13 Evoluzione dell attività di investimento Numero Società Ammontare* (Euro Mln) * Il dato relativo all ammontare investito comprende (sopra la linea tratteggiata) l attività di operatori non aventi advisor formale sul territorio italiano, inclusi fondi sovrani e altri investitori internazionali, la cui modalità di intervento è assimilabile a quella di un operatore di private equity Investimenti 31
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