Se in Basilicata parlare di aglianico significa

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1 TAURASI E DINTORNI IL PUNTO SULL AGLIANICO SE FINO A POCHI ANNI FA LA PAROLA AGLIANICO ERA QUASI SINONIMO DI TAURASI, OGGI SONO DIVERSE LE ZONE DELLA CAMPANIA CHE HANNO INIZIATO A CONFRONTARSI CON QUESTO VITIGNO, METTENDO IN LUCE SIA POTENZIALITÀ SIA LIMITI NELL INTERPRETAZIONE. ENOGEA - II SERIE - N. 1 9 Se in Basilicata parlare di aglianico significa parlare del Vulture, in Campania la realtà è decisamente più articolata, dato che questo vitigno è coltivato, in modo più o meno importante, un po in tutta la regione. Storicamente, ed anche numericamente, almeno se facciamo riferimento al panorama di aziende e di etichette e alla fama acquisita negli anni, il punto di riferimento resta però la zona di Taurasi e, non a caso, è proprio qui che troviamo i maggiori fermenti e anche le poche tracce di una possibile, comune matrice organolettica (pur con evidenti contrapposizioni di stili e spesso altrettanto evidenti limiti tecnici). Per il resto, fatta una piccola eccezione per il Taburno, dove, come in passato, l aglianico continua a dimostrare di possedere un enorme potenziale in termini di eleganza, si tratta di realtà ancora più frammentarie sia in termini stilistici che produttivi. Alla fine dunque, a fare da minimo comune denominatore troviamo più che altro, così come nel Vulture, una forte ansia di emergere che troppo spesso si sposa ad una scarsa preparazione - sia tecnica che filosofica - che porta con sé un senso di confusione a dire poco palpabile. E così, se la nuova generazione di produttori emersa tra la fine degli anni 90 e l inizio degli anni 2000 sembrava avere aperto nuovi orizzonti, allo stato attuale delle cose sembra quasi che l ultimissima generazione, invece di dare nuovo ed ulteriore impulso stia fungendo quasi da freno involontario al processo di crescita e che addirittura gli stessi innovatori della prima ora stiano facendo fatica a proporre una nuova visione del vino (anche se bisogna riconoscere che alcuni - fino a ieri legati ad un approccio molto ripetitivo - sembrano avere già imboccato una nuova strada - vedi Galardi e Montevetrano). E a proposito di modelli, davvero ancora troppo diffusi sono quei vini tutto colore e tutto frutto, che con le tecniche attuali di cantina non sono molto difficili da ottenere, ma che alla fine, soprattutto se si esagera con il frutto e/o con il legno, non sono più capaci di esprimere un minimo di carattere varietale, trasformando così una degustazione di vini campani in una delle tante degustazioni di vini senza terra (e visti i risultati ottenuti in altre zone - con il relativo rifiuto da parte del mercato e non solo - sarebbe il caso di riflettere sulla reale necessità di proseguire su questa strada...). Discorso più o meno analogo vale anche per altri vini, non a base di aglianico, ma che per comodità di consultazione ho preferito presentare comunque in questo articolo, primi fra tutti quelli ottenuto da uve

2 ENOGEA - II SERIE - N TAURASI E DINTORNI pallagrello e casavecchia. Due uve queste ultime che da alcuni anni sono al centro di un forte interesse da parte dei produttori e anche del pubblico, ma che in tutta onestà, dopo un esordio molto promettente (e mi riferisco in particolare alle prime uscite dei vini della Vestini Campagnano, o meglio a quelle immediatamente successive agli esordi) sembrano vivere un momento di involuzione o al più di non evoluzione. Ovviamente, da qui a dire che si tratta di vitigni che hanno già dato il loro meglio è sicuramente troppo presto, anche perché gli stessi problemi che abbiamo visto per l aglianico (leggi interpretazione e preparazione della classe produttiva) possono essere ripetuti pari pari anche per il mondo del pallagrello e del casavecchia. E per concludere, ecco un altro paio di considerazioni. La prima relativa ai prezzi, ancora non a livelli di guardia, tranne alcuni casi isolati, ma non di rado alti in rapporto alla qualità/originalità offerta e anche alla costanza qualitativa, in molti casi ancora da dimostrare. La seconda riguarda invece le annate recensite, che in alcuni casi sono ancora quelle che avete trovato sulle guide dello scorso anno. Come per il Vulture, anche in questo caso ho infatti preferito non alimentare la folle corsa verso il nuovo, limitandomi a recensire in anteprima solo quei vini che - o perché già in bottiglia o perché ormai prossimi alla bottiglia stessa - meglio si prestavano ad una valutazione. Ciò non toglie che annate più recenti siano state comunque citate in fase di commento. LA DEGUSTAZIONE AIA DEI COLOMBI COLLE DELL'AIA 2003 Tel B 83 D Scoperta per puro caso salendo verso Guardia Sanframondi, la cantina di Marcello e Gaetano Pascale (che, se siete in loco, non avrete difficoltà ad individuare visto che sembra un piccolo campionario colori della Max Meyer) ha fatto il suo esordio nel mondo dei vini rossi con la vendemmia Delle due etichette proposte, la più interessante, in rapporto anche al prezzo, è il Beneventano Aglianico, un vino di medio peso e di buon frutto in cui la percentuale non trascurabile di merlot - siamo sul 15% - non sembra avere un effetto snaturante. Decisamente più solido e ambizioso è invece Colle dell Aia, che tuttavia soffre un apporto di rovere non proprio tra i più equilibrati. ANNA BOSCO BENEVENTANO BARBERA DON BOSCO 2003 SANNIO BARBERA 2003 Tel A Se dovessi guardare solo ai punteggi non avrei molte ragioni per scrivere di questa azienda (se poi penso che sono due Barbera in un mare di Aglianico ne avrei ancora meno), ma non so perché... c'è qualcosa che mi incuriosisce in questa minuscola azienda a conduzione familiare. Mi incuriosisce in particolare il Don Bosco 2003, una barbera leggermente surmaturata in pianta che, sia al naso sia al palato, si presenta con una vena quasi aromatica che bene si sposa con la leggera vena di zuccheri residui. Simile nel frutto e negli aromi è anche la Barbera 2003, la cui struttura è però meno articolata e presente. ANTONIO CAGGIANO AGLIANICO SALAE DOMINI 2003 AGLIANICO TAURÌ 2003 TAURASI VIGNA MACCHIA DEI GOTI 2001 Tel D 80 C 88 E Una prova a due velocità per questo bravo vignaiolo di Taurasi (nonché ottimo fotografo). Da un lato troviamo infatti il Taurì e il Salae Domini, entrambi lontani, per sostanza e precisione, dagli standard abituali, e dall altro invece Vigna Macchia dei Goti che pur senza toccare i vertici del passato si conferma come una delle etichette più interessanti della regione. Di notevole interesse anche gli assaggi dalla botte del Macchia dei Goti 2002 (tenuto conto dell annata) e soprattutto del Macchia dei Goti 2003, di sicuro tra i migliori assaggi in anteprima fatti negli ultimi mesi. CANTINA DEL TABURNO BUE APIS E BENEVENTANO PIEDIROSSO ? - Tel Recuperare i vini di questa cantina è stato molto difficile tanto che alla fine mi resta ben poco di nuovo da proporvi. I rossi 2002 non sono stati infatti commercializzati (anche se sono stati recensiti...) e, al momento di chiudere l articolo, i 2003 erano ancora in viaggio lungo la penisola a

3 bordo di qualche furgone. Restano dunque il Bue Apis 2001, come sempre diretto e ben curato, ma meno profondo di quanto mi aspettassi da un annata così importante, e il nuovo Piedirosso 2003 che, al di là delle probabili influenze legate al recente imbottigliamento, non sembra avere sostanza e carattere in linea con le migliori bottiglie di questa cantina. CANTINE CAPUTO SANNIO AGLIANICO CLANIUS 2003 TAURASI 2000 AGLIANICO ZICORRÀ 2003 AGLIANICO ZICORRÀ B 87 D 86 D 84 D CASAVECCHIA C Tel Le Cantine Caputo sono ormai una realtà consolidata nel panorama di qualità della Campania e anche gli ultimi assaggi lo confermano. A parte infatti il Clanius 2003 e lo Zicorrà 2002, che mettono in luce alcuni limiti nel profilo olfattivo, per il resto si tratta di vini tecnicamente senza indecisioni e anche di buona sostanza, che in futuro avrebbero solo bisogno di un po più di carattere per compiere il definitivo salto di qualità. CIURICA - FATTORIA LA RIVOLTA AGLIANICO DEL TABURNO 2001 AGLIANICO DEL TABURNO RISERVA TERRA DI RIVOLTA C 86 D CONTRADE DI TAURASI - CANTINE LONARDO IRPINIA AGLIANICO AGLIA 2003 TAURASI RISERVA 2000 Tel C 83 E 88 E Anche se ripensando agli assaggi degli anni scorsi, e in buona parte anche a quelli di oggi, verrebbe da pensare che il Taurasi Riserva 2000 sia più che altro un uovo fuori dal cesto, ciò non toglie che il vino sia davvero interessante. Valida, più ancora della struttura, è infatti l interpretazione che, mettendo il frutto al servizio del tannino, dà allo sviluppo un carattere austero ma non per questo asciutto e violento. Più rustici nell espressione invece il Taurasi 2001 e in particolare l Aglia DE CONCILIIS PAESTUM AGLIANICO NAIMA Tel Solo poche righe per rimandarvi alla pagina delle Vecchie Annate e alla verticale di Naima di Bruno De Conciliis. Fino all'ultimo ho infatti sperato che arrivassero anche gli altri vini di questa azienda... ma - chi lo conosce lo sa bene - Bruno, oltre che un bravo produttore, è anche imprevedibile... e quindi, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, sono stato costretto a passare la mano. DELLA VALLE JAPPELLJ IL MEGLIO DELLE ULTIME ANNATE PASQUALINO DI PRISCO 92 D GALARDI 92 F TERRA DI LAVORO 2003 MONTEVETRANO 91 G MONTEVETRANO 2003 FONTANAVECCHIA - RILLO 90 D AGLIANICO DEL TABURNO RISERVA VIGNA CATARATTE 2001 VILLA RAIANO 90 H TAURASI RISERVA 2001 FEUDI DI SAN GREGORIO 89 E TAURASI PIANO DI MONTEVERGINE H PATRIMO 2003 ANTONIO CAGGIANO 88 E TAURASI VIGNA MACCHIA DEI GOTI 2001 CONTRADE DI TAURASI 88 E TAURASI RISERVA 2000 DE CONCILIIS 88 E NAIMA 2002 FEUDI DI SAN GREGORIO 88 F SERPICO 2003 VESEVO 88 - TAURASI 1998 CANTINE CAPUTO 87 D TAURASI 2000 FEUDI DI SAN GREGORIO 87 E ENOGEA - II SERIE - N TAURASI E DINTORNI Tel Paolo Cotroneo ha tanto entusiasmo e evidentemente ha anche delle ottime potenzialità in fatto di aglianico, visto che la sua Riserva 2001, malgrado un uso del rovere non proprio magistrale, riesce ad esprimere una buona personalità. E che i suoi vini abbiano le carte in regola per emergere lo si deduce anche dagli assaggi dalla botte della Riserva 2003 che, se tutto andrà per il meglio, sarà senza dubbio tra le migliori etichette campane della sua annata. Meno sul rovere, ma già un po troppo evoluto è invece l Aglianico CIVITAS CASA HIRTA 2003 CIVITAS CASA HIRTA CANONICATO 2003 CIVITAS CASA HIRTA SAN ROCCO 2003 Tel B 86 D 83 D L idea di unire in un solo vino - il Canonicato - uve di provenienza Taburno e uve di provenienza Taurasi non è affatto male e il vino cerca anche di dimostrarlo. Se si va oltre l espressione al momento ancora un po confusa e quasi monopolizzata dal frutto, si avvertono infatti una struttura e un articolazione tannica di MASTROBERARDINO 87 D TAURASI RADICI 2001 MICHELE MOIO 87 D MAIATICO 2001 SALVATORE MOLETTIERI 87 F TAURASI RISERVA VIGNA CINQUE QUERCE 2000 ADOLFO SPADA 87 C GLADIUS 2002 VILLA MATILDE 87 E ROSSO CAMARATO 2001

4 ENOGEA - II SERIE - N TAURASI E DINTORNI tutto rispetto, che appunto sembra conciliare la naturale eleganza del Taburno con lo spirito più austero di Taurasi. Tanto frutto ancora da plasmare anche per il Casa Hirta 2003, mentre più sul tannino è apparso il San Rocco 2003, che tuttavia non sembra avere le stesse potenzialità di evoluzione del Canonicato. ANTONIETTA DELLI COLLI GALLUCCIO ROSSO VOLPANO D ROCCAMONFINA COLLE SAN GUIDO 2004 Tel B Se il Colle San Guido 2004 lascia poco spazio alla diplomazia, il Volpano 2003 di questa nuova azienda biologica conferma, se mai ce ne fosse bisogno, le notevoli potenzialità di Galluccio e più in generale di Roccamonfina. Peccato soltanto che queste stesse potenzialità, traducibili in struttura e in articolazione tannica di tutto rispetto, vengano offuscate da un uso non certo oculato del rovere. PASQUALINO DI PRISCO GRECO DI TUFO 2003 IRPINIA AGLIANICO 2003 TAURASI 2000 Tel B 85 B 92 D 85 D Che questo viticoltore di Fontanarosa avesse delle basi di aglianico ben dotate sotto il profilo tannico e dell equilibrio, mi era già sembrato evidente durante gli assaggi dalle botti, ma che potesse addirittura arrivare, anche se in una sola annata, a sbaragliare tutta la concorrenza, beh, questo proprio non me lo sarei aspettato. Eppure la bottiglia assaggiata lascia pochi dubbi: naso estremamente fitto, con un leggero tocco di funghi secchi, e bocca ancora più importante, non tanto per il peso, quanto per il calore e la personalità che riesce ad esprimere. Più irto e più evoluto invece il Taurasi 2000, mentre l Aglianico 2003, pur con qualche accenno di surmaturazione nel frutto, sfoggia una buona struttura e un buon carattere per un vino della sua categoria. FATTORIA ALOIS CAMPANIA TREBULANUM 2003 CAMPANIA AGLIANICO CAMPOLE 2004 Tel D 86 C Se ripenso agli esordi di questa cantina, devo dire che i progressi, almeno sul piano della qualità (e un po meno su quello delle pubbliche relazioni), sono stati davvero notevoli. Nonostante si tratti di campioni preimbottigliamento, i vini si presentano infatti ben definiti nel frutto e quindi molto immediati nella loro espressione. Ancora da migliorare invece sotto il profilo della personalità FATTORIA SELVANOVA SOPRALAGO 2003 AGLIANICO 2003 AGLIANICO VIGNANTICA 2004 Tel D Altro esempio di azienda che possiede delle buone basi, ma che per il momento dà il meglio di sé sui vini meno ambiziosi - Sopralago e Vignantica - entrambi di buona precisione e soprattutto di beva piacevole. Molto più solido invece l Aglianico 2003, che a più riprese mostra però una tendenza alla sovraestrazione senza oltretutto trovare il giusto conforto in un uso sufficientemente meditato del rovere. FEUDI DI SAN GREGORIO IRPINIA AGLIANICO SERPICO 2003 IRPINIA ROSSO PATRIMO 2003 TAURASI RISERVA PIANO DI MONTEVERGINE 2001 Tel F 89 H 87 E 89 E Tutto secondo copione per i vini di Feudi: colori eccellenti, frutto e rovere quasi del tutto armonizzati, nonostante si tratti di vini non ancora in commercio, e conseguente facilità di lettura e di approccio. Unica eccezione il Taurasi 2001, che al palato mostra un tannino ancora un po scomposto e a tratti in risonanza con il rovere. Eccellente invece l assaggio in anteprima del Patrimo 2004, probabilmente il migliore prodotto fino ad oggi. FONTANAVECCHIA - RILLO AGLIANICO DEL TABURNO 2002 AGLIANICO DEL TABURNO GRAVE MORA 2001 AGLIANICO DEL TABURNO RISERVA VIGNA CATARATTE 2001 AGLIANICO DEL TABURNO RISERVA VIGNA CATARATTE 2000 BENEVENTANO ROSSO ORAZIO 2002 Tel C 85? E 90 D 88 D 84 D Nonostante l entrata in scena del Grave Mora, che già a partire dal prezzo dovrebbe essere la punta di diamante della produzione aziendale, la mia preferenza continua ad andare al Vigna Cataratte. Addirittura, dopo i progressi tecnici fatti registrare nelle ultime due annate, devo dire che il cru di Libero Rillo è arrivato là dove ho sempre pensato che potesse arrivare, ovvero ai vertici dell enologia campana. Esemplare, a questo proposito, è il Vigna Cataratte 2001 che, dopo un attacco in cui concede (purtroppo) qualcosa alla scuola del frutto e della rotondità a tutti i costi, riesce a prendere il volo in modo davvero elegante, sostenuto da quella sottile quanto solida bava di tannini che da sempre ne caratterizza il palato. Altrettanto armonioso, e per la verità anche più classico, è poi il Vigna Cataratte 2000, che rispetto al 2001 cede però un poco nella persistenza. Più ambizioso, ma anche più rustico è invece il Grave Mora 2001, disturbato non solo dal legno ma anche da una leggera vena di carbonica. GALARDI ROCCAMONFINA TERRA DI LAVORO 2003 ROCCAMONFINA TERRA DI LAVORO 2002 ROCCAMONFINA TERRA DI LAVORO 2001 Tel F 88 F 94 F Una mini-verticale molto istruttiva

5 quella di Terra di Lavoro che qui vi presento. Dopo un 2000 a dire poco titanico, per dimensione e vigore (e che oggi, stando ad assaggi informali, sembra essere diventato molto più buono di quanto mi aspettassi... anche se resta pur sempre un vino da degustazione), il 2001 sembra rappresentare una prima tappa di un importante percorso evolutivo. Pur risentendo ancora dell influenza stilistica delle annate precedenti, il Terra di Lavoro 2001 lascia infatti spazio ad una maggiore cura del dettaglio, che si traduce in una trama tannica più distesa, ma non per questo meno completa, e in un profilo aromatico meno saturato sui toni minerali. Cura del dettaglio e soprattutto meno voglia di stupire che si avverte anche nel Terra di Lavoro e questo malgrado un profilo aromatico meno nobile rispetto al e che trovano definitiva conferma nel Terra di Lavoro 2003, un vino che per la prima volta non solo non ti costringe a saltare nel fosso con la Bianchina, il portapacchi e la roulotte per evitare un frontale fantozziano, ma che addirittura ti lascia il tempo di girarti e di studiare la carrozzeria mentre ti sfila a fianco. Volume e struttura tannica richiedono infatti tempo per rivelarsi in modo completo, ma quando lo fanno non lasciano più lamiere contorte alle loro spalle e anche i profumi, pur senza essere timidi, consentono un tranquillo e soddisfacente lavoro in profondità. LAVORO & SALUTE - TELARO GALLUCCIO RISERVA ARA MUNDI 2002 GALLUCCIO ROSSO MONTECARUSO 2003 ROCCAMONFINA AGLIANICO 2004 ROCCAMONFINA AGLIANICO CALIVIERNO 2003 Tel D 82 C 80 B - D Da sincero estimatore del lavoro dei fratelli Telaro, e non essendo nemmeno la prima volta che assaggio i loro vini come campioni dalla botte, devo dire di essere rimasto parecchio disorientato dai risultati. Montecaruso 2003 e Aglianico 2004 si sono rivelati infatti dei vini piuttosto semplici, mentre l Ara Mundi 2002, pur sostenuto da un buon tannino, non sembra avere il nerbo e la sostanza di altre annate. Nessuna valutazione - e quindi nessuna penalizzazione - invece per il Calivierno 2003, troppo lontano dagli standard abituali per poterlo considerare un campione rappresentativo. LUIGI MAFFINI CILENTO AGLIANICO CENITO PAESTUM ROSSO CENITO PAESTUM ROSSO CENITO PAESTUM ROSSO KLÈOS PAESTUM BIANCO KRÀTOS PAESTUM BIANCO PIETRAINCATENATA Tel Piccola verticale anche per il Cenito di Luigi Maffini, che da taglio aglianico/piedirosso è diventato - nel aglianico in purezza, rientrando quindi sotto la denominazione Cilento. Contrariamente però alle attese, il vino non ha dimostrato di avere quella profondità e quel carattere che ne avevano segnato in modo positivo gli esordi, Non molto diverso il discorso anche per il Klèos, mentre non perdono un millimetro di terreno i vini bianchi. Molto buono infatti il Kràtos, con un bell intreccio di lieviti e di note minerali, e soprattutto il Pietraincatenata 2003, che nonostante l abbondanza di note speziate e tostate riesce ad avere quella freschezza e quel dinamismo che garantiscono una beva piacevolissima. MASSERIA FRATTASI AGLIANICO DEL TABURNO DI CAUDIUM B AGLIANICO DEL TABURNO RISERVA IOVI TONANT ? E DI CAUDIUM B TABURNO FALANGHINA DI BONEA 2004 Tel C Sebbene l'assaggio alla cieca del nuovo Aglianico Iovi Tonant non sia stato così sorprendente come quello effettuato direttamente in cantina, credo proprio che valga la pena seguirne le tracce perché non mi stupirei se la valutazione andasse alla fine ben oltre quella assegnata. Frutto, sostanza e qualità tannica infatti ci sono e aspettano solo di trovare una completa armonia per potersi esprimere in modo completo. Ancora più illeggibile è l Aglianico di Caudium 2004, mentre la versione 2003 mette in luce una certa carenza di peso e di fragranza aromatica. MASTROBERARDINO IRPINIA NATURALIS HISTORIA E IRPINIA AGLIANICO POMPEIANO VILLA DEI MISTERI TAURASI RADICI D TAURASI RADICI D TAURASI RISERVA RADICI E Tel Parlare di rivoluzione sarebbe di sicuro eccessivo, ma i profondi rinnovamenti nelle strutture di cantina effettuati negli ultimi anni e soprattutto gli assaggi delle tre annate di Taurasi (più quelli effettuati in cantina sulle annate ancora in maturazione) lasciano intuire un percorso evolutivo piuttosto chiaro. Un percorso che porta verso vini più moderni, più definiti e più attuali senza con questo stravolgere la filosofia aziendale che da sempre privilegia l eleganza e l armonia. Molto rappresentativo di questa evoluzione è il Taurasi Radici 2001, un vino fino a poco tempo fa impensabile, almeno se facciamo riferimento al colore e alla dote di frutto ancora da svolgere. Più classici nell impostazione invece il Radici 2000, la Riserva Radici 1999 e il Naturalis Historia MICHELE MOIO MAIATICO 2001 PRIMITIVO 2001 ROSSO GAURANO N.M. MOIO ROSSO 57 N.M. Tel D 84 C 85 C 84 C In un articolo sull aglianico i vini di Michele Moio c entrano, come sapete, ben poco, dato che sono tutti a base di primitivo. Tuttavia, visto che ho avuto modo di assaggiarli e visto ENOGEA - II SERIE - N TAURASI E DINTORNI

6 ENOGEA - II SERIE - N TAURASI E DINTORNI quanto poco originali si siano dimostrati tanti altri vini di nuova generazione, mi sembra giusto fare un breve accenno almeno ai due vini più interessanti. Il Maiatico, inequivocabilmente evoluto nei profumi e nell approccio gustativo, eppure lungo e ben saldo fino in chiusura, e il Gaurano, più vivo sia nel colore che nel frutto, ma con una quasi identica vena zuccherina al palato SALVATORE MOLETTIERI IRPINIA AGLIANICO CINQUE QUERCE 2003 IRPINIA ROSSO ISCHIA PIANA 2003 TAURASI VIGNA CINQUE QUERCE 2001 TAURASI RISERVA VIGNA CINQUE QUERCE 2000 TAURASI RISERVA VIGNA CINQUE QUERCE C 84 C 85? E 87 F 90 F (anche se qui di aglianico ce n'è davvero poco) sarebbe risultato a dire poco incompleto, soprattutto alla luce dell'assaggio dell'annata Per la prima volta nella storia recente di questo vino mi è parso infatti di cogliere un leggero ma importante cambiamento di rotta, che lo ha portato ad esprimersi su livelli di articolazione e di originalità che non venivano più toccati dal lontano Rispetto a quella lontana annata, il Montevetrano ha però guadagnato in finezza sia olfattiva che (soprattutto) tannica, cosa quest ultima che garantisce uno sviluppo al palato davvero lungo e progressivo (e questo nonostante un contributo di rovere ancora un po fuorviante). Quanto alle altre annate in degustazione, il 2002, piccolo ed evoluto nella nota erbacea, non mi è sembrato all altezza della fama di questa etichetta, mentre il 2000 e il 2001 si sono mantenuti sugli abituali standard pre dotti più originali della denominazione. Ancora da migliorare invece la fase fruttata, che potrebbe garantire anche una maggiore scorta di energie per il futuro. PERROTTA - AMORE REVERANO 2003 Tel D Come altri nomi del Falerno, anche questa giovanissima azienda sembra dare più importanza alla forza d urto che all equilibrio e alla finezza. Il Reverano 2003 è infatti un vino di indubbia sostanza, e in fondo anche di un certo carattere, al quale basterebbero solo una mano più leggera nell uso del rovere e un po di attenzione ai dettagli per emergere come meriterebbe. Da riassaggiare dopo l imbottigliamento. Tel Una cosa che non è mai mancata ai Taurasi della famiglia Molettieri è di sicuro la sostanza e anche le ultime annate assaggiate lo confermano ampiamente. Ciò che ancora manca, anche in ottimi vini come la Riserva Cinque Querce 1999, è però il giusto tocco di finezza che potrebbe renderli di gran lunga migliori. Finezza che vorrei trovare nei profumi e anche nei tannini, che troppo spesso tendono ad isolarsi dalla struttura e a rigare lo sviluppo. Finezza che se dovesse finalmente concretizzarsi in annate come il 2003 e il 2004 ci potrebbe regalare, stando agli assaggi fatti in cantina, vini a dire poco memorabili. Restate sintonizzati. MONTEVETRANO COLLI DI SALERNO MONTEVETRANO 2003 COLLI DI SALERNO MONTEVETRANO 2002 COLLI DI SALERNO MONTEVETRANO 2001 COLLI DI SALERNO MONTEVETRANO G 86 F MUSTILLI SANNIO ROSSO GRIFO DI ROCCA SANT'AGATA DE' GOTI AGLIANICO CESCO DI NECE SANT'AGATA DE' GOTI ROSSO CONTE ARTUS Tel Che questa cantina abbia ancora cose da dire (e che purtroppo solo di rado riesca a dirle), lo si capisce da vini come il Cesco di Nece 2003, che compensa il tono leggermente sovramaturo del frutto con una trama tannica di tutto rispetto. Più semplice, ma di gradevole espressione fruttata invece il Conte Artus PERILLO Tel E PODERI FOGLIA ROCCAMONFINA CONCABIANCO 2004 ROCCAMONFINA CONCAROSSO 2004 Tel C Questa nuova azienda di Conca della Campania (legata alla ben più nota Vestini-Campagnano di Caiazzo), si propone per la prima volta sul mercato con due vini di buona fattura. Il Concabianco, a base di pallagrello e falanghina e destinato ad un pronto consumo, e il Concarosso, un vino di sicuro più ambizioso (70% aglianico, 30% pallagrello nero), ma che sembra intenzionato a privilegiare più il frutto e la dolcezza, che la forza e la concentrazione. QUINTODECIMO IRPINIA TERRA D ECLANO Tel F 88 F Un articolo sulla Campania senza una scheda per Silvia Imparato Le pochissime vendemmie al suo attivo (il 2001 sarà solo la terza ad essere commercializzata), non hanno impedito a Michele Perillo di guadagnarsi subito un posto di rilievo nella denominazione. Il suo Taurasi, del resto, si dimostra irreprensibile sotto il profilo tecnico mentre il suo stile molto minerale lo rende uno dei pro- Tel Dopo aver aiutato molti produttori del Sud a emergere, il professor Luigi Moio ha deciso di realizzare il sogno che da tempo cullava e cioè quello di avere una propria azienda agricola. Luogo prescelto, le colline di Mirabella Eclano, al confine più interno della

7 denominazione Taurasi. Due per il momento i vini previsti. il Terra d Eclano, un Irpinia rosso a base di aglianico che uscirà ufficialmente il prossimo anno con la vendemmia 2004 (i primi assaggi dalle barrique, come prevedibile, sono più che interessanti), e il Taurasi Vigna Cerzito, che uscirà nel corso del 2007, ma sempre con la vendemmia Da seguire. GIUSEPPA RUGGIERO - MASSERIA FELICIA ROSSOARIAPETRINA 2003 ROSSO ETICHETTA BRONZO 2002 ROCCAMONFINA FALANGHINA 2004 Tel C 85 E 75 C Fatta eccezione per la Falanghina 2004, i vini di Alessandro Brini si confermano su buoni livelli e soprattutto sembrano mostrare un uso più centrato del rovere (leggi Etichetta Bronzo) e più in generale una maggiore cura dei dettagli. E sempre a proposito dell Etichetta Bronzo, meno intesa rispetto agli standard abituali è apparsa anche la struttura, che lungo lo sviluppo mostra alcune tracce di diluizione (cosa che non mi è sembrato di avvertire - anzi!! - nell assaggio dalle botti dell annata 2003). SAN PAOLO BENEVENTANO FALANGHINA FIANO DI AVELLINO GRECO DI TUFO ADOLFO SPADA ROCCAMONFINA GLADIUS C ROCCAMONFINA SABUS B Tel Malgrado non sia così sorprendente come la sua retroetichetta (vedi le pagine di On the Road), il Gladius 2002 resta comunque un vino di un certo interesse, che riprende le note olfattive minerali del Terra di Lavoro, senza però riproporne la profondità e l equilibrio strutturale delle ultimissime annate. Un vino dunque appariscente, che privilegia l impatto e l effetto sorpresa alla reale complessità delle sensazioni. Più piccolo ed evoluto invece il Sabus, che si caratterizza per delle note erbacee più tipiche di alcuni Bordeaux di media statura. TENUTA PONTE TAURASI 2000 TAURASI 1999 Tel E 86 E 83 E I Taurasi dei fratelli Di Stasio non sono vini che puntano decisi sulla potenza o sulla rotondità del frutto, ma piuttosto sembrano privilegiare quella mineralità che l aglianico di queste zone è capace di esprimere. Peccato però che solo l annata 2000 riesca a proporsi con una chiarezza espressiva e con un armonia tannica degna delle migliori etichette. Azienda comunque da seguire, specie alla luce dell ottimo assaggio di Taurasi affiancati Masina Mancini e Toni Tricarico, hanno concentrato tutte le loro energie su questa nuova realtà del Casertano continuando allo stesso tempo il loro impegno con i vitigni casavecchia e pallagrello (nero e bianco). Una fedeltà subito ripagata da buoni risultati, come dimostrano il Nero Ambruco 2003, frenato purtroppo nel punteggio da un rovere un po invadente, e ancora di più il Centomoggia 2003, dove la qualità della struttura tannica vorrebbe solo un po più di profondità per spiccare definitivamente il volo. Non molto dinamico, ma ben definito e avvolgente infine Le Serole 2004, da uve pallagrello bianco. TERRE STREGATE MANENT 2004 GUARDIOLO AGLIANICO SCRYPTA 2004 Tel B 85 C Ancora ben lontana dal completo sfruttamento della sua superficie vitata, l azienda di Maria Pacelli e Armando Iacobucci ha per il momento come sua etichetta più rappresentativa lo Scrypta, un vino non di grande eleganza e di chiara impronta minerale, ma ben dotato sotto il profilo del frutto e della struttura. Più semplice e immediato è invece il Manent 2004, mentre assai ambiziosi si sono dimostrati i primi assaggi dalla barrique dell Arcano 2004, una selezione di aglianico la cui uscita è prevista per il prossimo anno. TERREDORA ENOGEA - II SERIE - N TAURASI E DINTORNI Tel Visto che di aglianico si potrà parlare solo tra qualche anno, ne approfitto intanto per sottolineare la buona qualità dei bianchi proposti da questa nuovissima realtà di Torrioni, proprio nel cuore della denominazione Greco di Tufo. Vini forse non di grande originalità, ma tutti ben curati dal punto di vista tecnico e dunque di beva piacevole e immediata. Ben riuscito in particolare il Fiano di Avellino, che al naso esprime una leggera nota agrumata, mentre il Greco di Tufo tende a privilegiare la vena minerale. TERRE DEL PRINCIPE LE SÉROLE D CASAVECCHIA CENTOMOGGIA E CASTELLO DELLE FEMMINE C PALLAGRELLO NERO AMBRUCO E Tel Esaurita l esperienza alla Vestini- Campagnano, Peppe Mancini e Manuela Piancastelli, ai quali si sono IRP. AGLIANICO IL PRINCIPIO TAURASI FATICA CONTADINA TAURASI FATICA CONTADINA Tel Pur non brillando come potrebbe, il Taurasi della famiglia Mastroberardino si conferma un vino di buona affidabilità e dallo stile tradizionale. Molto buona in entrambe le annate è la qualità della struttura tannica che a più riprese, specie nel 2000, rievoca alcuni Barolo delle Brunate e che proprio per questo meriterebbe maggiore struttura e maggiore determinazione.

8 ENOGEA - II SERIE - N TAURASI E DINTORNI TORRE DEL PAGUS AGLIANICO DEL TABURNO 2003 IMPETO 2002 SANNIO AGLIANICO 2003 Tel C 86 C Se siete alla ricerca della classica eleganza del Taburno probabilmente rimarrete delusi, ma se siete alla ricerca di colore, struttura e vigore, qui troverete davvero pane per i vostri denti. Anche l etichetta di base - il Sannio Aglianico è infatti un vino deciso e ancora bisognoso di affinamento in bottiglia. Ancora più bisognosi sono poi l Impeto al quale mi sentirei di chiedere solo un po più misura - e l Aglianico del Taburno 2003, per il quale, addirittura, pur riconoscendone il peso strutturale, preferisco non esprimere ancora una valutazione. Da risentire una volta in bottiglia. VADIAPERTI BENEVENTANO FALANGHINA 2004 FIANO DI AVELLINO 2004 GRECO DI TUFO 2004 IRPINIA CODA DI VOLPE 2004 Tel C 82 C 83 C Niente Aglianico per Raffaele Troisi, ma in compenso una serie di bianchi che pur continuando ad essere poco espansivi sembrano essere un po più dolci e rilassati rispetto al passato. Buona in particolare la Falanghina 2004, che ad una vena floreale molto piacevole e definita accompagna una struttura di buon peso per la tipologia e soprattutto di buona avvolgenza. VEGA - D'ANTICHE TERRE IRPINIA AGLIANICO 2000 TAURASI 2000 Tel C 86 D la cantina Vesevo propone una gamma di vini ben curata, nella quale spicca in modo deciso il Taurasi Superato lo scoglio del frutto e del colore, che lo fanno sembrare molto più giovane di quanto dichiarato, il vino mostra infatti di possedere delle qualità tanniche - sia in lunghezza che in estrazione - davvero non comuni nella denominazione, il tutto a vantaggio dell armonia e della piacevolezza di beva VESTINI - CAMPAGNANO ROCCAMONFINA KAJA NERO 2004 CONNUBIO 2002 LE ORTOLE C 85? F 84 D CASAVECCHIA E PALLAGRELLO NERO E FRATELLI URCIUOLO TAURASI - Tel Una mail, un fax e sei telefonate (più alcune in giro per enoteche) non sono state sufficienti per recuperare il Taurasi di questa giovane cantina sulla quale mi sono giunti commenti molto lusinghieri. Disinteresse? Sbadataggine? O più semplicemente scarsa abitudine alle alte quote del successo? Bah, difficile dirlo. Ma non disperate. Chissà che voi, presentandovi con il contante alla mano, non abbiate più successo del sottoscritto. Anche se a volte verrebbe la tentazione di farlo, i vini - almeno per il momento - non si giudicano in base alle caratteristiche architettoniche delle cantine in cui nascono, ma piuttosto da ciò che troviamo in bottiglia. Per questo motivo, tolti di mezzo i ricordi non proprio ameni legati alla mia prima e unica visita in azienda, posso dirvi che il Taurasi 2000 è un vino di buona fattura e soprattutto di precisa e tradizionale eleganza, con profumi in giusta evoluzione e tannini ben distribuiti e risolti. Profondità invece non superiore. Da segnalare infine anche l esistenza di un Taurasi Riserva imbottigliato solo in magnum, che tuttavia non mi è stato possibile assaggiare. Tel Tutti buoni vini, ci mancherebbe, ma dall'azienda che all'inizio della sua storia si era proposta come il punto di riferimento per la zona del Casertano, mi sarei aspettato una prova più brillante. Connubio, Casavecchia e Pallagrello sono infatti buoni vini ma non riescono ad avere quella personalità e quella definizione capaci di farli rivaleggiare con le migliori bottiglie del passato o quanto meno di tenere a debita distanza la diretta concorrenza. Paradossalmente, il prodotto più centrato (tenuto conto anche del prezzo) è apparso il Kaja Nero 2004, un vino giocato sul colore e sul frutto, ma non per questo scontato nella sua espressione. FUORI CONCORSO VESEVO VILLA MATILDE GALARDI 94 F TERRA DI LAVORO 2001 DE CONCILIIS 92 E NAIMA 2001 SALVATORE MOLETTIERI 90 F TAURASI RISERVA VIGNA CINQUE QUERCE FIANO DI AVELLINO GRECO DI TUFO SANNIO FALANGHINA TAURASI Tel Emanazione campana del gruppo Farnese (leggi Abruzzo), e seguita a livello tecnico dall equipe di Vinosia, ROCCA DEI LEONI 2004 ROSSO 2003 ROSSO CAMARATO 2001 ROCCAMONFINA CECUBO 2001 Tel B 79 B 87 E 85 D Anche se il suo raggio d azione si è

9 allargato da qualche anno al Beneventano e all Avellinese (da dove in futuro potrebbe arrivare anche un Taurasi), la cantina della famiglia Avallone continua ad avere i suoi punti di forza nei vini del Falerno e in particolare nel Camarato. Saltata l annata 2002 per i motivi che potete bene immaginare, e in attesa del 2003, in uscita il prossimo anno, la nostra attenzione si concentra sulla vendemmia 2001, entrata solo da pochi mesi sul mercato: naso dal profilo minerale dichiarato, struttura di buon volume (ma non così ricca come in altre precedenti edizioni) e tannino ben levigato fanno del Camarato 2001 non solo una delle etichette più regolari dell intera Campania, ma anche un vino già molto fruibile. Più rustico - ma in fondo non è la prima volta - mi è apparso invece il Cecubo VILLA RAIANO VINICOLA TAURASI - G.M.G. TAURASI 1999 Tel D Nata dagli sforzi congiunti delle famiglie Di Placido e De Matteis, e dalla collaborazione con l enologo consulente Carmine Valentino, quasi onnipresente nelle cantine di qualità dell Avellinese, questa azienda, dal nome certo poco affascinante, ha proposto un Taurasi che offre alcuni spunti interessanti. Nonostante un uso del rovere poco misurato, che tende a castrare la fase aromatica e ad asciugare il finale, il vino riesce infatti ad esprimersi con carattere grazie ad un tannino serio e deciso che da solo avrebbe meritato ben più del punteggio assegnato. Da seguire. VITICOLTORI DEL CASAVECCHIA ALTRI ASSAGGI ALE.P.A. - AGRICOLA CAIATINA PALENIO ? SANTOJANNI AMINEA AGLIANICO MONSIGNORE TAURASI BAIARDO CANTINA DEL BARONE - ANTONIO SARNO TAURASI CASTELLO DUCALE ENOGEA - II SERIE - N TAURASI E DINTORNI 83 D 87 D 85 E 87 E 87 E TAURASI RISERVA H IRPINIA AGLIANICO RAIANO 2002 IRPINIA AGLIANICO RAIANO 2000 TAURASI 2002 TAURASI 2000 Tel Quattro vini tra i migliori della degustazione, di cui uno non lontano dai vertici, più un Taurasi 2002 di tutto rispetto - se valutato in rapporto all annata - proiettano questa azienda tra le realtà più interessanti non solo dell Avellinese ma di tutta la Campania. A parte infatti il Taurasi 2001, che risulta un po frenato da una nota di rovere fuori registro, tutti i gli altri vini evidenziano una mano molto attenta che permette soprattutto al tannino di esprimersi in modo lineare e completo. Davvero esemplare da questo punto di vista è il Taurasi Riserva 2001, la cui struttura, seppure ingombrante, riesce a muoversi con facilità e a dare fin dai primi istanti una sensazione complessiva di grande armonia. Unica nota stonata il prezzo, davvero alto in rapporto alla storia che il vino e l azienda hanno da offrire (ok, non sono i soli) e in ogni caso difficilmente giustificabile anche tenendo conto della produzione molto limitata. Di scarso interesse infine il passito Aedon assaggiato in cantina. PALLAGRELLO BIANCO B CASAVECCHIA VIGNA PREA C CASAVECCHIA CORTE ROSA 2003 ROSSO ERTA DEI CILIEGI 2004 Tel B Come del resto è facilmente intuibile dal nome, questa cantina ha il suo punto di forza nel vitigno casavecchia, del quale offre due interpretazioni più ambiziose (in ordine decrescente, il Vigna Prea e il Corte Rosa) e una più semplice - l Erta dei Ciliegi - in assemblaggio con il pallagrello nero. Dei tre vini, tenuto conto anche del prezzo e del numero di bottiglie prodotte (circa !), il più interessante è il Corte Rosa 2003, un vino certo più semplice rispetto ad altre interpretazioni del casavecchia, ma che ha dalla sua parte un immediatezza e una piacevolezza di beva non trascurabili. AGLIANICO CONTESSA FERRARA ROSSO RADICATOLA COLLE DI SAN DOMENICO IRPINIA AGLIANICO 2003? IRPINIA AGLIANICO PRINCIPE 2002? TAURASI 2000? COLLI DI CASTELFRANCI IRPINIA AGLIANICO CANDRIANO IRPINIA AGLIANICO VADANTICO IRPINIA ROSSO CASTELFRANCI CORTE NORMANNA SANNIO AGLIANICO SANNIO AGLIANICO TRE PIETRE SOLOPACA ROSSO GUISCARDO DE ANGELIS

10 ENOGEA - II SERIE - N TAURASI E DINTORNI DE ANGELIS NERO DEL TASSO DE FALCO VINI DE LUCIA LA CASA DELL'ORCO IRPINIA AGLIANICO MANIMURCI IRPINIA AGLIANICO CALORE IRPINIA AGLIANICO QUATTRO CONTRADE IRPINIA AGLIANICO ROSSO CUPO DOMENICO PULCINO - TORRE DEI CHIUSI AGLIANICO DEL TABURNO AGLIANICO DEL TABURNO BENEVENTANO ROSSO AURICULUS ALFONSO ROTOLO CILENTO AGLIANICO SANNIO AGLIANICO SANNIO AGLIANICO MURELLAIA MARIANNA CILENTO AGLIANICO RESPIRO PAESTUM FIANO DI MEO IRPINIA AGLIANICO A TAURASI RISERVA FATTORIA PRATTICO GALLUCCIO AGLIANICO ROCCAMONFINA AGLIANICO VIGNA AI CERRI BENITO FERRARA IRPINIA AGLIANICO IRPINIA AGLIANICO IRPINIA AGLIANICO MORO DI PIETRA TAURASI RISERVA OCONE - AGRICOLA DEL MONTE AGLIANICO DEL TABURNO AGLIANICO DEL TABURNO VIGNA PEZZA LA CORTE G. PAPA PRIMITIVO CAMPANTUONO ROCCAMONFINA FASTIGNANO TENUTA CASTELLO DI CAMPAGNANO PALLAGRELLO NERO MARINÉ PALLAGRELLO NERO NIGRESCO ? NICOLA TRABUCCO ROSSO RAPICANO ROCCAMONFINA 16 MARZO GUERRIERO IRPINIA AGLIANICO GAUDIUM TAURASI VIGNA S. QUIRICO PIETRACUPA 82 TAURASI VENERI VECCHIO NIGRUM NIGRUM 2003?

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