LIFE Achieving good water QUality status in intensive Animal production areas.

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1 LIFE Achieving good water QUality status in intensive Animal production areas. Action 6 : Evaluation of economic and environmental sustainability of improved management strategies Deliverable 14 Report on LCA ex-post analysis Rapporto sull'attività svolta fino a giugno 2013 Pag.1 di 51

2 Indice generale Obiettivo dell'attività...3 Metodo di analisi LCA...4 Definizione degli obiettivi e dei confini del sistema...4 L'analisi di inventario...7 Le colture effettuate...8 Le aziende...10 Le tecniche a basso input di N introdotte nelle aziende...13 Valutazione degli impatti...30 Analisi dei risultati...33 Principali impatti analizzati...33 L'impatto delle coltivazioni...34 Aziende da latte...36 Aziende bovine da carne...41 Aziende suinicole da carne...45 Conclusioni...49 Riferimenti...51 Pag.2 di 51

3 Obiettivo dell'attività Obiettivo dell'azione 6 è la valutazione della sostenibilità economica e ambientale delle strategie gestionali analizzate nelle altre azioni del progetto. La attività prevista al 30 giugno 2013 ha riguardato la valutazione ex-post, mediante analisi LCA, dell'impatto ambientale complessivo delle aziende dimostrative, ossia la valutazione della situazione successiva alla introduzione delle modalità di gestione innovativa, che prevedono una ottimizzazione nell'uso dell'azoto. Le aziende dimostrative sono 9, di cui 4 aziende bovine da latte, 2 aziende bovine da carne, 3 aziende suine. aziende bovine da latte aziende bovine da carne aziende suine Nominativo azienda Provincia Sgambaro PD Mori RE Bolzon UD Pinotti CR Sevega CN Cagnin PD Biagi MN Mana CN Zambelli RE Per alcune di queste aziende la introduzione delle tecniche innovative, pur essendo stata avviata nel 2012 non è stata completata entro la fine dell'anno, a causa, ad esempio, della durata del ciclo di ingrasso dei suini, che si è collocata a scavalco fra 2012 e Per questo motivo l'analisi condotta con riferimento ai dati di inventario del 2012 in alcuni casi rappresenta una situazione ancora ibrida e non costituisce una analisi ex-post conclusiva. Per queste aziende l'analisi LCA prevista per l'ultimo anno di progetto consentirà una valutazione della effettiva condizione ormai stabilizzata a seguito degli inteventi di ottimizzazione di uso dell'azoto. Per la descrizione delle principali caratteristiche produttive delle aziende si rimanda anche al Deliverable 13, relativo all'analisi economica. Per la descrizione della metodologia di analisi LCA e dei criteri e delle assunzioni adottate nel presente studio si rimanda al Deliverable 14, Report LCA analysis ex-ante demontrative farms, che illustra i risultati dell'analisi condotta ex-ante a termine del 1 anno di attività. Per maggiore chiarezza nella lettura del documento vengono, tuttavia, anche qui riportati alcuni elementi che hanno una rilevanza significativa nella valutazione degli impatti. Pag.3 di 51

4 Metodo di analisi LCA Definizione degli obiettivi e dei confini del sistema L'obiettivo dello studio è quello di valutare l'impatto ambientale di alcune tipologie aziendali da latte, da carne bovina e da carne suina collocate nel bacino Padano Emiliano-Veneto-Friulano per le quali nel corso del progetto sono state introdotte tecniche di gestione aziendale volte a ridurne l'impatto ambientale. La valutazione qui effettuata si riferisce alla situazione ex-post, ossia successiva alla introduzione delle tecniche. Le tipologie aziendali considerate sono: 4 tipologie aziendali per le vacche da latte, di cui 3 che producono latte alimentare e una che produce latte per la trasformazione in Parmigiano-Reggiano; 2 tipologie aziendali per la produzione di bovini da carne, di cui una con linea vacca-vitello e l'altra per la quale è stata considerata la sola fase di ingrasso di vitelloni; 3 tipologie di allevamenti suinicoli, di cui due da ingrasso e una a ciclo chiuso. L'unità funzionale, ossia l'unità di riferimento rispetto alla quale vengono valutati gli impatti, è 1 kg di latte in uscita dall'azienda, per le aziende da latte e 1 kg di carne (bovina o suina) come peso vivo in uscita dall'allevamento, per le aziende da carne. I confini del sistema includono tutti gli input di materiali alle aziende (animali acquistati, foraggi, mangimi, integratori alimentari, sementi, fertilizzanti, pesticidi e fitofarmaci, mezzi tecnici, acqua, energia, etc.); per i prodotti in uscita (latte, carne, prodotti vegetali, effluenti di allevamento, etc.) i confini del sistema si fermano al cancello dell'azienda (cradle to gate). Non sono, quindi, state considerate le fasi di trasporto e trasformazione dei prodotti a valle dell'azienda. Per la valutazione degli impatti occorre allocare ossia suddividere le responsabilità fra il prodotto rispetto al quale si conduce l'analisi LCA, cioè la cosiddetta unità funzionale (nel nostro caso 1 kg di latte, 1 kg di carne bovina, 1 kg di carne suina), e gli altri eventuali co-prodotti dell'azienda. Per le aziende da latte questi sono: carne (vacche a fine carriera, vitelli) e prodotti vegetali venduti, per le aziende da carne i soli prodotti vegetali. L'allocazione tra latte e carne è stata calcolata con la formula, proposta in un recente lavoro dell'international Dairy Federation, finalizzato a definire criteri standardizzati per il calcolo dell'impronta del carbonio dei prodotti lattiero-caseari (FIL IDF, 2010): AF= 1-5,7717 x R dove: AF= fattore di allocazione per il latte R= rapporto in peso carne/latte, dove per la carne si intende la somma in kg del peso vivo degli animali venduti nell'anno; per il latte la somma dei kg di latte prodotti corretti in base al tenore in grasso e proteine con la seguente formula: FPCM = kg latte x (0,1226 x % grasso + 0,0776 x % proteina + 0,2534) Per la allocazione dei prodotti vegetali, sia nella filiera latte che in quella carne, si è scelto un criterio economico. Su questa base le percentuali di allocazione per le diverse aziende esaminate Pag.4 di 51

5 sono risultate quelle sintetizzate nella Tabella 1 per l'anno 2012, a confronto con quelle calcolate per l'anno 2011 (). Tabella 1 - Percentuali di allocazione fra prodotti e co-prodotti per l'anno 2012 Tabella 2 - Percentuali di allocazione fra prodotti e co-prodotti per l'anno 2011 Differenze abbastanza significative si osservano fra i due anni per l'azienda Mori e Bolzon per i bovini da latte e per l'azienda Mana per i suini. Per quanto riguarda il liquame e il letame che eventualmente vengono impiegati al di fuori dei terreni aziendali si è deciso di attribuirne comunque tutto l'impatto alla azienda stessa. Ciò in considerazione del fatto che gli effluenti di allevamento non hanno una valorizzazione economica certa (che comunque potrebbe essere effettuata sulla base del loro tenore in elementi fertilizzanti) e una allocazione degli effluenti in uscita avrebbe l'effetto di ridurre l'impatto ambientale delle aziende che esportano una maggiore quota di effluenti, premiando così comportamenti meno virtuosi. In Figura 1 viene mostrato il diagramma a blocchi del sistema analizzato nel caso della filiera del latte e in Figura 2 quello della filiera carne. Pag.5 di 51

6 Figura 1 - Diagramma a blocchi del sistema analizzato per la filiera latte Figura 2 - Diagramma a blocchi del sistema analizzato per la filiera carne Pag.6 di 51

7 L'analisi di inventario La analisi di inventario, ossia la raccolta dei dati aziendali necessari per lo studio LCA, è stata condotta sulla base dei questionari raccolti presso le aziende nel corso del 2 anno di attività e utilizzati anche per l'analisi economica. In mancanza di dati specifici vengono usati quelli dei processi della banca dati Ecoinvent. Il codice di calcolo usato è SimaPro 7.3, uno dei software più diffusi a livello internazionale per gli studi LCA. Va tuttavia evidenziato che, nel condurre l'analisi ex-post, sono state considerate solo quelle variazioni dei dati aziendali che avevano una attinenza con le tecniche a basso input di azoto introdotte in azienda. In sostanza tutte quelle variazioni delle caratteristiche aziendali che sono intervenute a seguito di modifiche introdotte dall'allevatore nella gestione aziendale, ma indipendenti dalla finalità dello studio non sono state introdotte nella analisi LCA. Ciò per rendere più leggibile il confronto fra la situazione ex-ante e quella ex-post, evitando che la variazione di parametri esterni potesse esaltare o nascondere gli effetti dovuti alla introduzione delle tecniche a basso input di azoto. Anche nel caso delle rotazioni colturali si è operato il confronto ex-ante/ex-post attribuendo alle aziende lo stesso riparto colturale nelle due annualità, anche se nella realtà esso è risultato modificato a seguito della rotazione praticata. Si è operato in questo modo per evitare che nel confronto fra le due successive annualità si verificasse una differenza potenzialmente significativa fra la superficie dedicata a una certa coltura, che può influire sugli impatti calcolati. Ad esempio è possibile che la superficie di medica venga succeduta da frumento e che quindi la variazione degli impatti ambientali fra un anno e il successivo, dovuti alla sola introduzione di tecniche a basso input di N, vengano nascosti dalla differenza degli impatti fra la coltura della medica e quella del frumento. Il riparto colturale delle superfici aziendali è rimasto quindi invariato fra la situazione exante e ex-post. Si ricordano qui i principali dati rilevati in azienda che vengono considerati nell'analisi LCA delle aziende analizzate e che sono stati modificati sulla base dei risultati raccolti con i questionari: presenza media di capi in stalla per le diverse categorie; per la filiera latte: vacche in produzione (lattazione + asciutta), manze, vitelle da allevamento, vitelli da vendita; per la filiera carne: animali nelle diverse classi di peso, scrofe per l'allevamento suinicolo a ciclo chiuso; produzione di latte, incluso tenore di grasso e proteina (solo per filiera latte); carne venduta; per le stalle da latte: vacche a fine carriera e vitelli; per la filiera carne: carne venduta nell'anno, inclusa, per la porcilaia a ciclo chiuso, la riforma; quantità e tipo di alimenti somministrati alle diverse categorie di animali, sia autoprodotti che acquistati; coltivazioni praticate e relativa superficie; lavorazioni effettuate sulle colture; produttività delle colture; tipo e quantità di fertilizzanti di sintesi utilizzati per ciascuna coltura; Pag.7 di 51

8 tipo, quantità e caratteristiche degli effluenti di allevamento applicati per ciascuna coltura; macchine agricole utilizzate; consumi energetici e idrici, irrigazione. Altri dati aziendali non hanno subito variazioni fra le due annualità. Fra questi: durata della carriera delle vacche, periodo di interparto (solo per filiera latte); tipologia dei ricoveri, lettiere; modalità di stabulazione degli animali per le diverse categorie; tipologia e dimensione dei contenitori e/o delle platee di stoccaggio degli effluenti; tipo e quantità di fitofarmaci e pesticidi utilizzati per ciascuna coltura; rifiuti prodotti. Le colture effettuate Le rotazioni colturali delle aziende analizzate rispecchiano la destinazione produttiva di ciascuna di esse. L'azienda per Parmigiano-Reggiano coltiva prevalentemente, prato stabile, medica e loiessa, che vengono affienati. Una piccola parte di superficie è dedicata al frumento. Nel caso delle aziende per latte alimentare o latte da Grana Padano, ma anche in quelle dei bovini da carne, le colture da foraggio affienato vengono in larga parte sostituite dal silomais, dal mais da pastone o dal mais da granella. Anche nel caso delle aziende suinicole prevale il mais, con presenza di loiessa e prato stabile nel caso dell'azienda Biagi (azienda mista bovina/suina), che li destina all'alimentazione delle vacche, o di frumento, nel caso dell'azienda Zambelli, che lo vende. In entrambi i casi i prodotti vegetali non utilizzati per l'alimentazione dei suini vengono allocati con criterio economico. Per l'azienda Mana, trattandosi di una soccida, tutti i prodotti vegetali escono dall'azienda e sono stati allocati con criterio economico. Oltre alle coltivazioni autoprodotte, per la alimentazione degli animali vengono utilizzati mangimi e foraggi acquistati all'esterno, quali: farina di girasole, farina di mais, nucleo, orzo schiacciato, farina di soia, soia integrale, paglia, trebbie di birra, siero di latte, latte in polvere, ecc. Gli impatti legati alla produzione di questi alimenti sono stati ricavati dalla banca dati Ecoinvent, resa disponibile dal codice di calcolo, parametrando le quantità dei singoli alimenti che entrano nei mangimi sulla base della composizione della dieta dichiarata dalle aziende. Le emissioni nel suolo e nelle acque delle coltivazioni Non sono state introdotte modifiche metodologiche rispetto alla analisi ex-ante. Si è però tenuto conto della riduzione dell'azoto escreto dagli animali, che ha una influenza sulla entità di percolazione dei nitrati, in quanto ne riduce l'input. Pag.8 di 51

9 Le emissioni in atmosfera delle coltivazioni Nei processi di coltivazione contenuti nella banca dati Ecoinvent vengono calcolate le emissioni nei suoli, nelle acque e in atmosfera. Nel presente studio, per le colture aziendali, le emissioni di default contenute nel processo di banca dati sono state sostituite con il risultato del calcolo, più dettagliatamente descritto nel seguito, e che ha tenuto conto degli apporti degli effluenti di allevamento e di fertilizzanti di sintesi sulle coltivazioni, raccolti con l'analisi di inventario. Le emissioni di N2O avvengono, in accordo alla metodologia IPCC, sia in modo diretto, in conseguenza dell'applicazione di fertilizzanti azotati al suolo, che per via indiretta, che avviene in due modalità. Una prima modalità di emissione indiretta è attraverso la volatilizzazione di N come NH3 o ossidi di azoto (NOx) e la successiva deposizione di questi gas e dei loro prodotti NH 4 + e NO3 sul suolo o nelle superfici dei laghi o di corsi d acqua; il secondo percorso è attraverso lisciviazione e percolamento o scorrimento di N dal terreno derivante dai fertilizzanti sintetici ed organici sparsi, dai residui del raccolto, dalla mineralizzazione di N associata alla perdita di C nel suolo e dalle deiezioni animali apportate direttamente al terreno con il pascolo. Per la quantificazione delle emissioni dirette e indirette di N2O, come nel caso dell'analisi ex-ante cui si rimanda per il dettaglio, si è fatto ricorso al modello sviluppato da Bouwman et al. (2002), che è incluso nel tool di calcolo CoolFarm, un software sviluppato dall'università di Aberdeen, Unilever e Sustainable Food Lab ( per il calcolo dell'impronta del carbonio dell'azienda agricola. Per la quantificazione delle emissioni di ammoniaca dall'applicazione dei fertilizzanti di sintesi si sono utilizzati i fattori di emissione (EF) proposti dalla metodologia EMEP/CORINAIR (vedi relazione studio ex-ante). Per le emissioni di ammoniaca derivanti dall'applicazione degli effluenti di allevamento, sia in forma di liquame che in forma di letame, si è fatto ricorso a un modello di calcolo sviluppato da CRPA per la implementazione della Direttiva IPPC, ossia il software NetIPPC (vedi relazione studio ex-ante). Il modello si basa su un approccio che tiene conto del flusso di massa dell'azoto a partire dall'azoto escreto. Per la quantificazione dell'azoto escreto, nello studio LCA ex-ante, si sono utilizzati i valori che sono stati ottenuti nell'ambito del progetto interregionale sul bilancio dell'azoto, dai quali derivano i valori di azoto al campo, contenuti nelle tabelle del decreto sull'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento (Decreto Ministeriale 7 aprile 2006 ad oggetto Criteri e norme tecniche per la disciplina regionale dell utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento ). Per la analisi LCA ex-post si è tenuto conto dei risultati dei bilanci aziendali dell'azoto delle aziende dimostrative, inserendo il coefficiente di riduzione dell'azoto escreto fra la situazione ex-ante e quella ex-post da essi ottenuto. Attraverso il modello NetIPPC è possibile calcolare le emissioni di NH3 che derivano dalla utilizzazione agronomica di tutti gli effluenti di allevamento aziendali. Come nel caso dell'analisi ex-ante, la emissione aziendale complessiva è stata ripartita sulle colture in base alle dosi di applicazione degli effluenti. Da tale calcolo si sono potute verificare condizioni di eccedenza di liquame/letame, quando il liquame/letame prodotto in azienda è risultato superiore a quello applicato sulle colture (in base alle dichiarazioni del questionario aziendale). In questo caso si è considerato che parte del liquame/letame venga esportato al di fuori delle proprietà aziendali. In questa situazione si è considerato che le emissioni (ammoniaca, protossido di azoto, nitrati, metalli pesanti fosforo) rimangano, come impatto, a carico dell'azienda (ossia non vengono ripartite fra i Pag.9 di 51

10 terreni aziendali, ma vengono comunque attribuite al centro aziendale). Le aziende Le principali caratteristiche strutturali, produttive e gestionali delle aziende analizzate hanno influenza nel calcolo della LCA aziendale. Come precedentemente evidenziato, nella analisi ex-post sono state considerate le variazioni dei soli parametri su cui le tecniche a basso input di N hanno potuto influire, quali le caratteristiche della dieta, la produttività, le emissioni di ammoniaca e gas serra. Per altri input aziendali, quali le strutture edili e le macchine presenti in azienda, i medicinali, i detergenti e sanificanti, i consumi idrici e di energia elettrica e termica e i rifiuti prodotti dall'azienda non sono state considerate variazioni rispetto alla situazione ex-ante. Le principali caratteristiche delle aziende analizzate nella situazione ex-post sono riassunte in Tabella 3 per le aziende bovine da latte, in Tabella 4 per le aziende bovine da carne e in Tabella 5 per le aziende suine da carne. Tabella 3 - Caratteristiche produttive delle aziende bovine da latte ex-post. UBA = Unità Bestiame Adulto, parametro che ha lo scopo di esprimere sinteticamente il carico zootecnico. Per gli indici di conversione vedi il Regolamento (CE) n.1200/2009 Pag.10 di 51

11 Tabella 4 - Caratteristiche produttive delle aziende bovine da carne Tabella 5 - Caratteristiche produttive delle aziende suine da carne Le emissioni delle aziende Nella quantificazione delle emissioni di ammoniaca, metano e protossido di azoto nella fase di ricovero degli animali e di gestione delle deiezioni, prima del loro utilizzo agronomico, si è tenuto conto delle modifiche introdotte con le tecniche a basso input di N. Nel caso delle vacche da latte la modifica della dieta può avere determinato variazioni nella produttività delle bovine e nelle caratteristiche del latte prodotto (tenore di grasso e di proteina), che sono parametri che hanno influenza nel calcolo delle emissioni enteriche di metano. Pag.11 di 51

12 Infatti il fattore di emissione enterico di CH4, calcolato in accordo alla metodologia IPCC (IPCC, 2006), è correlato ad una serie di parametri produttivi, alcuni dei quali disponibili dai rilievi aziendali, quali: produzione di latte, % di grasso nel latte, percentuale di vacche che figliano nel corso dell'anno. Nel caso delle emissioni dei gas serra (GHG) dalla fase di gestione delle deiezioni, sono stati utilizzati i fattori di emissione adottati nell'inventario nazionale delle emissioni per le relative tipologie di stabulazione di stoccaggio e non sono quindi state introdotte modifiche rispetto alla situazione ex-ante. Per il calcolo delle emissioni di ammoniaca si è ricorso al già citato modello di calcolo NetIPPC, mediante il quale è possibile calcolare le emissioni di ammoniaca per bovini e suini in diverse categorie di peso e a seconda delle diverse modalità di stabulazione e stoccaggio degli effluenti. Su tale stima ha influenza la quantità di azoto escreto, per cui la riduzione dell'azoto escreto registrato nella situazione ex-post ha come effetto una riduzione delle emissioni ammoniacali. Per gli effluenti di allevamento in eccedenza rispetto alle necessità aziendali ed esportati a terreni extra-aziendali si sono lasciate a carico della azienda le emissioni di ammoniaca, protossido di azoto, nitrati, fosforo e metalli pesanti relative alla loro utilizzazione agronomica. Ciò in considerazione del fatto che altrimenti sarebbero risultate premiate le situazioni di eccedenza di azoto. Le emissioni di NH3, N2O e NOx che derivano dalla applicazione di fertilizzanti azotati ed effluenti di allevamento sulle colture aziendali sono state incluse nel processo relativo a ciascuna delle colture. Gli apporti di effluenti di allevamento e le emissioni ammoniacali dell'azienda per le fasi di ricovero degli animali, di stoccaggio delle deiezioni e di utilizzazione agronomica degli effluenti sono sintetizzati in Tabella 6. Tabella 6 - Apporti di effluenti ed emissioni di ammoniaca Pag.12 di 51

13 Le tecniche a basso input di N introdotte nelle aziende Nel seguito vengono sinteticamente presentate, per ciascuna azienda, le modifiche introdotte con l'applicazione delle tecniche innovative, sia agronomiche che zootecniche, e che sono state considerate per l'analisi LCA. Per tutte le aziende si tratta in generale della riduzione del tenore azotato della dieta e della ottimizzazione delle fertilizzazioni con gli effluenti di allevamento (modalità di distribuzione, epoche, etc..), che ne ha consentito un aumento dell'efficienza dell'azoto e ha, di conseguenza, permesso la riduzione dell'uso dei fertilizzanti di sintesi. Aziende da latte Azienda Bolzon L'azienda Bolzon alleva bovine di razza Pezzata Rossa Italiana per la produzione di latte alimentare di alta qualità. La formulazione delle razioni ex-ante e ex-post non presenta variazioni particolarmente significative, in quanto le modifiche nella composizione della dieta sono state introdotte nel L'analisi condotta per il 2012 deve quindi essere considerata di fatto relativa a una situazione exante e serve di conferma rispetto ai dati raccolti nel Una analisi completa delle conseguenze dovute alle modifiche introdotte nella dieta sarà disponibile solo nel Nel 2012 si osserva soltanto una contenuta riduzione nell ingestione di proteina grezza (2.932 g/d vs g/d per la razione MR-min e g/d vs g/d per la razione MR-max ) anche in conseguenza di un minore tenore proteico della medica introdotta nell unifeed. L'apporto proteico nella razione per le vacche da latte nel 2011 deriva in parte dall'impiego di 4 kg/capo/d di fieno di medica e di 4 kg/capo/d di fieno di medica fasciata, ma soprattutto dai 2 kg/capo/d di nucleo proteico e da 1,1 kg di soia integrale. Nel 2012 (Tabella 7) la dieta della vacche in lattazione ha visto il dimezzamento della quota di insilato di medica a 2 kg/capo/d compensato da un aumento del fieno di medica da 4 a 5 kg/capo/d. Il nucleo proteico è aumentato del 15%, la farina di soia del 9%, mentre è diminuita di poco, di 0.1 kg/capo/d, la quota della farina di mais. Nella razione delle vacche in asciutta si è ridotto il fieno di prato e si è introdotto il silomais (6 kg/capo/d). Il bilancio di stalla dell'azoto ha portato a quantificare l'azoto escreto in kgn/capo/a contro kgn/capo/a del 2011, con un minimo incremento (+2,4%) attribuibile presumibilmente anche a fattori non strettamente legati alla composizione della dieta. Pag.13 di 51

14 Tabella 7 - Azienda Bolzon: composizione della dieta situazione ex-post a confronto con ex-ante Indici produttivi produzione latte 2011 [kg] produzione media media [kg/capo prod./d] su 305 gg di lattazione grasso [%] proteina [%] ,3 3,80 3,65 produzione latte 2012 [kg] produzione media [kg/capo prod./d] su 305 gg di lattazione grasso [%] proteina [%] ,2 3,98 3,63 Composizione dieta Vacche in lattazione n 49 fieno di medica insilato di mais mangime composto integrato nucleo proteico Vacche in lattazione n 49 fieno di medica insilato di mais 5 20 mangime composto integrato 2.25 nucleo proteico 2.3 farina di mais 3.9 farina di mais 3.8 farina di soia 1.1 farina di soia 1.2 insilato di medica Vacche in asciutta n 11 fieno di prato insilato di medica Vacche in asciutta n 12 fieno di prato nuclei proteici 0.4 silomais farina di mais 0.8 farina di mais Manze da 6 mesi sino al parto n 45 fieno di prato 10.0 nuclei proteici Manze da 6 mesi sino al parto n 57 fieno di prato nuclei proteici 0.4 fieno di medica 4 farina di mais 0.8 nuclei proteici 1.2 silomais farina di mais paglia Manze da 3 a 6 mesi n 8 Manze da 3 a 6 mesi n 9 fieno di prato fieno di prato 5 2,5 nuclei proteici 0,2 fieno di medica 2 farina di mais 0,4 nuclei proteici 0,6 silomais 3,5 farina di mais 0,15 Vitelle n 12 fieno di medica a volontà x 290 gg 1.0 paglia Vitelle n 12 fieno di medica a volontà x 290 gg latte in polvere x 75 gg 6 litri latte in polvere x 75 gg 6 litri concentrato 1kg concentrato 1kg Pag.14 di 51

15 La SAU utilizzata dall'azienda è pari a circa 90 ha, di cui la maggior parte (60 ha) è dedicata alla coltivazione del mais (granella 46 ha e insilato 14 ha). Nel 2012 non si sono registrati significativi cambiamenti per ciò che riguarda il tipo di coltivazioni e la loro conduzione agronomica che è rimasta sostanzialmente invariata (Tabella 8). Tutti gli effluenti prodotti dall'allevamento vengono applicati nei terreni aziendali. Tabella 8 - Azienda Bolzon: coltivazioni e fertilizzazioni situazione ex-ante e ex-post Azienda Mori L'azienda Mori alleva bovine di razza Frisona per la produzione di latte destinato a ParmigianoReggiano. Le variazioni gestionali che sono state introdotte nella azienda Mori riguardano la riduzione dell'azoto nella dieta, in particolare attraverso una riduzione (-15% circa) della quantità di medica somministrata alle vacche da latte, sostituita da fieno di prato. La composizione della dieta delle vacche da latte nella situazione ex-ante si caratterizzava per un contenuto proteico compreso fra il 14.5 e il 15% della SS della razione alimentare, nella situazione ex post il contenuto proteico è diminuito al 14.2%. A tale variazione ha corrisposto una riduzione dell'azoto escreto del 3%. In Tabella 9 viene mostrata la composizione della dieta nella situazione ex-ante e ex-post. Pag.15 di 51

16 Tabella 9 - Azienda Mori: composizione della dieta situazione ex-post a confronto con ex-ante Indici produttivi produzione latte APA2011 [kg] produzione latte APA 2012 [kg] produzione media media APA [kg/capo prod./d] su 305 gg di lattazione 28,0 produzione media APA [kg/capo prod./d] su 305 gg di lattazione 27,0 Proteine [%] 3.60 proteine [%] 3.60 Grasso [%] 3.72 Grasso [%] 3.85 Composizione dieta Vacche in lattazione latte n 185 razione 2011 e gennaio-giugno 2012 medica 8 Vacche in lattazione latte n 191 razione luglio- dicembre 2012 medica 6.75 fieno di prato 5.5 fieno di prato 6.75 nuclei proteici 4 nuclei proteici 4 farina di mais 8 farina di mais 8 lievito per vacche in lattazione 15 qli/anno Vacche in asciutta n 33 fieno di prato lievito per vacche in lattazione 15 qli/anno Vacche in asciutta n 37 fieno di prato mangime composto integrato Manze da 6 mesi sino al 1 parto n 110 Fieno di prato 2 10 mangime composto integrato Manze da 6 mesi sino al 1 parto n 116 Fieno di prato 2 10 mangime composto integrato Manze da 3 a 6 mesi n 18 Fieno di prato mangime composto integrato Vitelle n 30 Latte in polvere x 100 gg mangime composto integrato Manze da 3 a 6 mesi n 19 Fieno di prato mangime composto integrato Vitelle n 35 Latte in polvere x 100 gg Fieno di prato x 265 gg 10 Fieno di prato x 265 gg 10 mangime composto integrato x 265 gg 2.5 mangime composto integrato x 265 gg 2 La SAU a disposizione dell'azienda è pari a 134 ha, sui quali la coltura prevalente è rappresentata da erbai di medica (50 ha) e prati permanenti (63 ha). A questi si aggiungono 5 ha a loiessa, 12 ha a frumento e 4 ha a mais da foraggio. L'azienda ha, quindi, un alto grado di autosufficienza nella produzione degli alimenti per la formulazione delle razioni alimentari per le bovine. Non si sono registrati cambiamenti significativi della gestione agronomica dei terreni rispeto all'anno precedente. La situazione è anche in questo caso rimasta praticamente immutata (Tabella 10). Pag.16 di 51

17 Tabella 10 - Azienda Mori: coltivazioni e fertilizzazioni situazione ex-ante e ex-post Azienda Pinotti L'azienda Pinotti alleva bovine di razza Frisona per la produzione di latte destinato a Grana Padano. La dieta unifeed formulata per le vacche da latte è la tipica razione a umido comunemente utilizzata negli allevamenti del comprensorio del Grana Padano ed è basata principalmente sull'utilizzo del silomais. La composizione della razione nella situazione ex-ante si è caratterizzata per un contenuto proteico compreso fra il 15,8 e il 16% della SS della razione alimentare. La modifica della composizione della dieta con la riduzione del suo tenore proteico è stata introdotta a partire dal maggio 2012 ed è stata ottenuta soprattutto attraverso una riduzione della quantità di nucleo proteico somministrato alle vacche da latte, ridotto da 5,5 a 5,2 kg/capo/giorno (corrispondente a 5.35 kg/capo/giorno come media annuale). Tale intervento ha portato a una riduzione del contenuto proteico a 15,2 % della SS, che a sua volta si è tradotto in una riduzione del 3,3% dell'azoto escreto. In Tabella 11 viene mostrata la composizione della dieta nella situazione ex-ante e ex-post. Pag.17 di 51

18 Tabella 11 - Azienda Pinotti: composizione della dieta situazione ex-post a confronto con ex-ante Indici produttivi produzione latte APA2011 kg produzione latte APA 2012 kg produzione media APA su 305 gg di lattazione [kg/capo prod./d] 35,0 produzione media APA su 305 gg di lattazione [kg/capo prod./d] 35.2 Proteine [%] 3,48 proteine 3.49% 3,49 grasso [%] 3,74 grasso [%] 3,80 Composizione dieta Vacche in lattazione n 109 razione 2011 silomais fieno di medica 23 Vacche da latte n 108 razione 2012 silomais 6 fieno di medica 23 6 farina di mais 4.1 farina di mais 3.75 farina di orzo 1.7 farina di orzo 2.15 Integratore vitaminico 0.2 Integratore vitaminico 0.2 nucleo proteico Vacche in asciutta n 12 silomais nucleo proteico Vacche in asciutta n 12 silomais fieno di prato extra aziendale 7 fieno di prato extra aziendale 7 mangime composto integrato 1.5 mangime composto integrato 1.5 Manze da 6 mesi sino al 1 parto n 77 Manze da 6 mesi sino al 1 parto n 77 silomais 8 silomais 6 fieno di prato 6 fieno di prato 4 altro foraggio silo -erbaio 2 mangime composto integrato Manze da 3 a 6 mesi n mangime composto integrato 1.5 Manze da 3 a 6 mesi n 13 silomais 4 silomais 3 fieno di prato 3 fieno di prato 2 mangime composto integrato Vitelli n 30 0,75 altro foraggio silo -erbaio mangime composto integrato Vitelli n ,75 latte 6 l/d latte 6 l/d fieno volontà fieno volontà mangime 0,25/1 mangime 0,25/1 La SAU a disposizione dell'azienda è pari a 78,78 ha, sui quali la coltura prevalente è il mais, prodotto sia per granella (30 ha) che per insilato (24 ha). L'azienda, inoltre, coltiva erba medica (9 ha) e erbai di loiessa (8 ha). La restante superficie è dedicata a cereali autunno vernini (frumento e orzo). Pag.18 di 51

19 Le tecniche innovative per quanto riguarda la gestione agronomica, introdotte nel 2012, hanno riguardato la introduzione di un erbaio estivo di mais di secondo raccolto in successione sul loietto. Tale coltura ha avuto una resa di 50 t/ha, consentendo un incremento delle produzioni foraggere per unità di superficie. Inoltre sulle superfici coltivate a mais (sia granella che insilato), grazie a un più efficiente utilizzo degli effluenti, è stato possibile ridurre gli apporti di azoto chimico di circa il 20% (da 165 a 132 kgn/ha), senza riduzioni di resa. In Tabella 12 e Tabella 13 vengono mostrate le coltivazioni effettuate con indicazione dei principali dati produttivi e di apporto di fertilizzanti, rispettivamente nel caso della situazione ex ante e expost. Tabella 12 - Azienda Pinotti: coltivazioni e fertilizzazioni situazione ex-ante Tabella 13 - Azienda Pinotti: coltivazioni e fertilizzazioni situazione ex-post Pag.19 di 51

20 Azienda Sgambaro L'azienda Sgambaro alleva bovine di razza Frisona per la produzione di latte alimentare. Le variazioni gestionali introdotte in azienda riguardano la riduzione dell'azoto nella dieta e la ottimizzazione dell'uso degli effluenti di allevamento, che ha consentito una riduzione dell'uso dei fertilizzanti minerali. In particolare le modifiche introdotte nella formulazione alimentare nel 2012 hanno riguardato un aumento del suo valore nutrizionale (sostituzione di parte dell'insilato di mais con pastone di mais e della paglia con fieno di loiessa) nella dieta delle manze e vacche in asciutta e un aumento della quota di foraggi e una riduzione della quota di soia nel caso delle vacche da latte. Questo si è tradotto in una riduzione del tenore proteico della dieta da 11.2% a 10.5% per le manze e vacche in asciutta e da 14.93% a 14.17% per le vacche da latte. Di conseguenza si è registrata una riduzione dell'azoto escreto da 85.9 a 79.4 kgn/vacca mediamente presente (riduzione = 7.6%). Tali modifiche hanno portato anche a un incremento dei livelli produttivi del latte prodotto, da 27.4 kg/capo produttivo/d a 29.4 kg/capo produttivo/d (calcolati su 305 giorni convenzionali di lattazione). In Tabella 14 è riportata la formulazione delle razioni alimentari nella situazione ex-ante e ex-post. La SAU a disposizione dell'azienda è pari a 43,5 ha sui quali prevale la coltivazione di mais (da insilato, da pastone e da granella per circa 28 ha complessivi). L'azienda inoltre coltiva erbai di graminacee e erba medica. Le innovazioni gestionali per la parte agronomica hanno riguardato un migliore utilizzo degli effluenti di allevamento (applicazione in copertura), che ha reso possibile ridurre l'apporto di concime azotato di sintesi da 85 kgn/ha a 45 kgn/ha sul 30% delle superfici di mais da insilato e da pastone. Al contempo anche la dose di fosforo è stata ridotta da 60 a 50 kg P2O5/ha sulle stesse superfici. Pag.20 di 51

21 Tabella 14 - Azienda Sgambaro: composizione della dieta situazione ex-post a confronto con exante Indici produttivi produzione latte 2011 [kg] produzione latte 2012 [kg] produzione media su 305 gg lattazione [kg/capo prod./d] 27.4 produzione media su 305 gg lattazione [kg/capo prod./d] 29.4 proteine [%] 3.41 proteine [%] 3.41 grasso [%] 3.50 Grasso [%] 3.20 Composizione dieta Vacche in lattazione n 43 Vacche in lattazione n 53 medica 1 sfalcio 4 medica 4 medica per 9 mesi 2 medica per 9 mesi 2 loiessa per 3 mesi 2 loiessa per 3 mesi 2 silomais 25 silomais 26 pastone di mais per 6 mesi 7 pastone di mais per 6 mesi 7 5 farina di mais solo per 6 mesi 4.5 farina di mais solo per 6 mesi integratore vitaminico 0.2 integratore vitaminico 0.25 trebbie di birra umide 6 trebbie di birra umide 6 pannello di lino farina di soia Vacche in asciutta n 5 loiessa grasso farina di soia Vacche in asciutta n 8 loiessa silomais 11 silomais 10 paglia 1.5 paglia 3 trebbie di birra umide Manze n 43 (6-25 mesi) loiessa trebbie di birra umide Manze n 30 (6-25 mesi) loiessa 3 3 silomais 11 silomais 10 paglia 1.5 paglia 3 trebbie di birra umide Vitelli n 40 fino a 6 mesi pastone di mais trebbie di birra umide Vitelli n 35 fino a 6 mesi unifeed vacche 3 5 latte in polvere 0.6 nuceli proteici 0.3 mangime composto integrato 0.25 granella mais 0.4 In Tabella 15 e Tabella 16 vengono mostrate le coltivazioni effettuate con indicazione dei principali dati produttivi e di apporto di fertilizzanti, rispettivamente nel caso della situazione ex-ante e expost. Pag.21 di 51

22 Tabella 15 - Azienda Sgambaro: coltivazioni e fertilizzazioni situazione ex-ante Tabella 16 - Azienda Sgambaro: coltivazioni e fertilizzazioni situazione ex-post Aziende bovine da carne Azienda Sevega La azienda Sevega alleva bovini da carne a ciclo chiuso di razza Piemontese. L'analisi LCA ha riguardato tutta la linea vacca-vitello. Nel corso del 2012 la dieta standard per i vitelloni è stata sostituita da una dieta low-protein. La modifica non ha interessato la formula della razione, ma unicamente il tenore proteico e la fonte azotata del mangime complementare. Il tenore proteico della dieta è sceso da 19.15% della dieta high-protein a 14.76% della dieta low-protein. Questo ha consentito una riduzione dell'azoto escreto da 108 g N/capo/gg a 95 g N/capo/gg con una riduzione del 12%. Anche se la modifica della dieta, per ragioni organizzative, ha interessato solo una parte dei capi all'ingrasso (la prova ha riguardato 18 vitelloni su una consistenza di mandria di 120 capi con peso Pag.22 di 51

23 inferiore a 400 kg e 70 capi con peso maggiore di 400 kg), nella analisi LCA i risultati della tesi di prova sono stati estesi a tutti i capi dell'allevamento. Va rimarcato, tuttavia, che i risultati produttivi e gestionali ottenuti su un gruppo dimostrativo di animali possono riuscire più ottimistici rispetto a quelli ottenibili nella conduzione ordinaria dell'allevamento. In Tabella 17 è riportata la formulazione delle razioni alimentari nella situazione ex-ante e ex-post. Tabella 17 - Azienda Sevega: composizione della dieta situazione ex-post a confronto con ex-ante La gestione agronomica dei terreni a disposizione dell'azienda non ha mostrato differenze rispetto all'anno precedente(tabella 18). Tabella 18 - Azienda Sevega: coltivazioni e fertilizzazioni situazione ex-post e ex ante Pag.23 di 51

24 Azienda Cagnin L'azienda Cagnin alleva vitelloni di varie tipologie genetiche e vacche di razza Frisona.Il tenore proteico della dieta per i vitelloni all'ingrasso, era già molto ridotto anche nella gestione convenzionale 2011 (11.5% PG contro valori comunemente adottati per vitelloni in accrescimento pari al 15% PG). Per tale motivo le variazioni della composizione della dieta sono state finalizzate a migliorarne ulteriormente le caratteristiche qualitative piuttosto che non a ridurne ulteriormente il tenore proteico, che nella dieta 2012 è risultato del tutto simile a quello del 2011 (Tabella 19). Tabella 19 - Azienda Cagnin: tenore in proteina grezza delle diete 2011 e 2012 Classe di peso Tenore in PG [%] kg kg kg I parametri tecnico produttivi del 2012 rispetto a quelli del 2011, sono qui richiamati in Tabella 21. Sulla base del bilancio aziendale dell'azoto è comunque risultata una riduzione, seppure molto contenuta, dell'azoto escreto, che è sceso da 29.7 a 29.2 kg/capo/anno (riduzione di 1.6%). Va rimarcato che il fattore di escrezione, anche nel caso della gestione convenzionale, risulta molto più contenuto di quello che deriva dalle tabelle standard del decreto effluenti. Pag.24 di 51

25 Tabella 20 - Azienda Cagnin: composizione della dieta situazione ex-post a confronto con ex-ante 2011 Ex-ante Fase Periodo ingrasso n giorni svezzamento accrescimento 2012 Ex-post finissaggio 3-6 mesi 6-15 mesi mesi ciclo 450 kg/capo/d Silomais Fieno di loiessa Fieno di medica Farina di mais Farina di orzo Farina di e. soia Paglia frumento Semi girasole Semi di cotone Grasso idrogenato Integratori minerali e vitaminici Lievito Totale Dieta vitelli latte in polvere latte vaccino fieno loiessa farina di mais Miscela Totale % 4% 41% 35% 20% 0% 100.0% Ex-post % 13% 0,00% 65% 0% 22% % 72.34% 7.06% 0.57% 9.88% 0.09% 1.98% 2.30% 3.24% 0.38% 0.25% 1.88% 0.02% 100% finissaggio 3-6 mesi 6-15 mesi mesi % Ex-ante svezzamento accrescimento ciclo 440 kg/capo/d % % 2.69% 0.13% 0.39% 0.53% 2.85% 2.56% 3.58% 0.13% 0.18% 1.02% 0.00% %

26 Tabella 21 - Azienda Cagnin: parametri tecnico-produttivi dell'allevamento di vitelloni Cagnin: situazione ex-post a confronto con ex-ante Nell'azienda Cagnin non sono state introdotte variazioni nella gestione agronomica (Tabella 22). Tabella 22 - Azienda Cagnin: coltivazioni e fertilizzazioni situazione ex-post e ex ante Pag.26 di 51

27 Aziende suine da carne Azienda Biagi L'azienda Biagi è un allevamento suinicolo a ciclo chiuso. Le tecniche innovative sono state introdotte in azienda solo recentemente e non è stato possibile raccogliere dati aziendali tali da far emergere differenze rispetto alla situazione ex-ante. E' stata condotta di conseguenza una analisi LCA che deve essere ancora vista come una analisi exante e che ha confermato i valori ottenuti nella scorsa annualità. La analisi ex-post verrà condotta compiutamente nell'ultimo anno di attività. Azienda Mana L'azienda Mana è specializzata nella produzione del suino pesante che viene allevato mediante un contratto di soccida. Le variazioni gestionali che sono state introdotte in allevamento riguardano, per la parte zootecnica, la introduzione di una razione a basso tenore di azoto (dieta low protein) e, per la parte agronomica, la riduzione dell'uso di fertilizzanti di sintesi grazie a una migliore utilizzazione degli effluenti di allevamento. Nell'azienda Mana la struttura dell'allevamento ha reso possibile condurre le prove di alimentazione contemporaneamente con diete standard e a basso tenore proteico.si è operato su 500 animali: i suini L.P. e H.P.avevano rispettivamente i seguenti pesi vivi iniziali e finali: 34,8-164,2 kg (L.P.); 35,7-166,2 kg (H.P.) Anche se la dieta low-protein è stata somministrata solo a una percentuale di circa il 15% dei capi allevati, nella analisi LCA per la comparazione fra la situazione ex-ante e ex-post, si è considerato che la dieta modificata sia applicata a tutto l'allevamento e che i risultati produttivi degli animali in prova siano estendibili a tutto l'allevamento. Come evidenziato in precedenza, va comunque rimarcato che i risultati produttivi e gestionali ottenuti su un gruppo dimostrativo di animali possono portare a sovrastimare quelli ottenibili nella conduzione ordinaria dell'allevamento. La riduzione del tenore proteico della dieta ha consentito una riduzione del 10% dell'azoto escreto. Tabella 23 - Azienda Mana: composizione della dieta situazione ex-post a confronto con ex-ante Per la parte agronomica le tecniche innovative hanno comportato la ottimizzazione della fertilizzazione organica, che è stata progressivamente introdotta sui terreni aziendali e ha riguardato il 20% circa della superficie a mais da granella (6.4 ha). In particolare a fronte di una riduzione della fertilizzazione organica in pre-semina (68 m3/ha di liquame contro 136 m3/ha della gestione convenzionale) è stato utilizzato il liquame in copertura a dose di 45 m3/ha. A questo è corrisposta Pag.27 di 51

28 una riduzione della fertilizzazione minerale in copertura, da 340 kg/ha a 254 kg/ha di urea ed eliminazione di 130 kg/ha di fosfato di ammonio. Tenendo conto delle caratteristiche del liquame utilizzato gli apporti di elementi fertilizzanti per le superfici di mais convenzionali e a basso input vengono sintetizzati in Tabella 24. Tabella 24 - Azienda Mana: variazione nell'apporto di fertilizzanti organici e chimici su mais Fertilizzazioni Ex-ante Ex-post Apporti di azoto da effluenti [kgn/ha] Apporti di azoto da concimi minerali [kgn/ha] Apporti di fosforo da effluenti [kgp/ha] [kgp2o5/ha] 60 0 [t s.s./ha] Apporti di fosforo da concimi minerali Resa in granella di mais In Tabella 25 e vengono mostrate le coltivazioni effettuate con indicazione dei principali dati produttivi e di apporto di fertilizzanti, rispettivamente nel caso della situazione ex-ante e ex-post. Tabella 25 - Azienda Mana: mais situazione ex-ante, ex post Azienda Zambelli L'azienda Zambelli è un allevamento a ciclo aperto per suini all'ingrasso destinati alla produzione tutelata del circuito DOP. Nel corso del 2011 sono stati rilevati i dati necessari per il calcolo del bilancio dell'azoto in condizioni standard. Le variazioni nella composizione della dieta da standard a low-protein sono state introdotte in azienda il 1 settembre 2012, per cui l'anno 2012 include un primo periodo, corrispondente alla fine del ciclo di ingrasso iniziato nel 2011, con dieta convenzionale e un secondo periodo, con dieta a ridotto tenore proteico. Il bilancio aziendale dell'azoto per il 2012 rimane quindi ancora un ibrido fra due gestioni e solo nel 2013 sarà possibile effettuare una analisi completa su un ciclo di ingrasso con dieta low-protein. In Tabella 26 viene mostrata la composizione della dieta standard e di quella a ridotto tenore proteico. Pag.28 di 51

29 Tabella 26 - Azienda Zambelli: composizione media della dieta situazione ex-post a confronto con ex-ante Il bilancio aziendale dell'azoto ha portato a stimare in circa il 3 % il calo dell'escrezione azotata con le diete L.P. Considerando che le diete L.P. sono state introdotte solo negli ultimi 4 mesi, il calo dell'azoto escreto, nell'intero ciclo annuale, è stato dell 1% circa. Per quanto riguarda le tecniche innovative relative alla parte agronomica, una ottimizzazione delle fertilizzazioni con il liquame utilizzato in copertura ha consentito una progressiva eliminazione della fertilizzazione chimica con urea, che per il momento ha interessato il 20% delle superfici a mais da granella e a frumento (circa 11 ha). In Tabella 27 e in Tabella 28 vengono mostrate le coltivazioni effettuate con indicazione dei principali dati produttivi e di apporto di fertilizzanti, rispettivamnente nel caso della situazione exante e ex-post delle coltivazioni che hanno subito modificazioni nella conduzione agronomica: mais da granella e frumento. Tabella 27 - Azienda Zambelli: coltivazioni e fertilizzazioni situazione ex-ante Pag.29 di 51

30 Tabella 28 - Azienda Zambelli: coltivazioni e fertilizzazioni situazione ex-post Valutazione degli impatti Fra i metodi di valutazione degli impatti ambientali (valutazione del danno) resi disponibili dal software di calcolo per la presentazione dei risultati principali si è scelto di usare il metodo EDIP Nella relazione relativa allo studio ex-ante erano stati presentati i risultati ottenuti con 2 metodi: EDIP 2003 e IMPACT Le motivazioni della scelta dipendevano dal fatto che entrambi i metodi misurano le categorie di impatto secondo le quantità di emissioni equivalenti, il che rappresenta il criterio più comunemente accettato dalla comunità scientifica, in quanto i risultati sono più confrontabili e comportano meno assunzioni di calcolo. Entrambi contengono le più importanti categorie di impatto, quali: riscaldamento globale, acidificazione, eutrofizzazione, ecotossicità, tossicità per l'uomo, uso delle risorse. Alcuni aspetti specifici dei due metodi e le principali differenze nei risultati ottenuti secondo i due metodi sono illustrati nella relazione ex-ante. Nello studio ex-post si è deciso di presentare i risultati ottenuti solo secondo il metodo EDIP 2003, in quanto nel metodo IMPACT 2002 alcune categorie di impatto (ad es. Terrestrial ecotoxicity, che dipende dalle emissioni di metalli pesanti), come più dettagliatamente illustrato nella relazione exante, rischiano di essere sovrastimate. IMPACT 2002, inoltre, dà un peso importante alla categoria di impatto relativa all'occupazione del suolo (che risulta, ovviamente, assai rilevante per le produzioni agricole). Inoltre IMPACT 2002, nel valutare le emissioni di GHG, considera i coefficienti di conversione per i GWP (Global Warming Potential) su un orizzonte temporale di 500 anni, mentre gli altri metodi lo considerano su 100 anni, quindi con GWP decisamente superiori. Per contro la categoria di impatto Respiratory inorganics, che deriva dall'emissione di materiale particolato fine (misurata in kg PM2.5-eq) e che potrebbe avere una certa rilevanza per le attività agricole e di allevamento, non viene considerata in EDIP 2003, mentre ha un forte peso in IMPACT Pag.30 di 51

31 In sostanza nella scelta del metodo di valutazione degli impatti si è cercato di orientarsi verso un metodo che includesse le categorie di impatto più significative per il settore agricolo. Non si è ritenuto utile proporre nuovamente l'analisi con due diverse metodologie in quanto il confronto fra i risultati è già stato discusso nella relazione ex-ante. Le categorie di impatto considerate da EDIP 2003 sono: Categoria di impatto Unità di misura equivalente Global warming 100a kg CO2 eq Ozone depletion kg CFC11 eq Ozone formation (Vegetation) m2.ppm.h Ozone formation (Human) person.ppm.h Acidification m2 Terrestrial eutrophication m2 Aquatic eutrophication EP(N) kg N Aquatic eutrophication EP(P) kg P Human toxicity air person Human toxicity water m3 Human toxicity soil m3 Ecotoxicity water chronic m3 Ecotoxicity water acute m3 Ecotoxicity soil chronic m3 Hazardous waste kg Slag/ashes kg Bulk waste kg Radioactive waste kg Resources PR2004 La quantificazione dei danni ambientali per le diverse categorie di impatto, secondo la metodologia di valutazione EDIP 2003, viene mostrato in Tabella 29 per le aziende da latte ((kg di latte), in Tabella 30 per le aziende bovine da carne (kg di peso vivo di carne bovina) e in Tabella 31 per le aziende suinicole (kg di peso vivo di carne suina). L'analisi delle differenze fra la situazione ex-ante e ex-post per le principali categorie di impatto viene illustrato nei successivi paragrafi. Pag.31 di 51

32 Tabella 29 - Caratterizzazione degli impatti per kg di latte delle aziende di bovine da latte secondo EDIP Tabella 30 - Caratterizzazione degli impatti per kg di Peso Vivo (P.V.) delle aziende di bovini da carne secondo EDIP Pag.32 di 51

33 Tabella 31 -Caratterizzazione degli impatti per kg di Peso Vivo (P.V.) delle aziende suinicole secondo EDIP Analisi dei risultati Vengono presentati nel seguito i risultati delle analisi LCA effettuati sulle aziende dimostrative nella situazione ex-ante a confronto con la situazione ex-post. Per tutte le aziende le innovazioni gestionali introdotte hanno riguardato, in misura più o meno estesa, la riduzione del tenore proteico della dieta e la ottimizzazione delle fertilizzazioni, con una riduzione delle quantità di fertilizzanti minerali applicate. Principali impatti analizzati Nella analisi dei risultati, di tutte le categorie di impatto considerate dalla metodologia EDIP 2003, si è deciso di selezionarne solo alcune, in particolare quelle che hanno maggiore rilevanza per il settore agricolo. I risultati relativi alla situazione ex-post a confronto con quella ex-ante per le diverse aziende viene illustrato nel seguito con due tipi di grafico: in un grafico vengono considerate separatamente le diverse categorie di impatto (solo quelle selezionate come più rilevanti), confrontando per ciascuna di esse i risultati dell'analisi ex-post con quelli ex-ante; in questi grafici il confronto viene fatto per ciascuna categoria di impatto ponendo uguale a 100 il risultato con impatto superiore. Nell'altro grafico viene invece mostrato il risultato aggregato dell'impatto complessivo, una volta che sono stati attribuiti i pesi alle diverse categorie di impatto. In questo caso il software non consente di selezionare solo alcune categorie di impatto, ma considera comunque tutte quelle previste dal metodo di valutazione EDIP Pag.33 di 51

34 Effetto serra L effetto serra è un fenomeno che determina un aumento della temperatura (riscaldamento globale) come conseguenza della presenza di alcuni gas, che, per le produzione agricole, sono: CO2, CH4, N2O. Il calcolo dell'impronta di carbonio significa quantificare le emissioni di gas serra correlate a una determinata produzione, quantificandole in termini di emissioni di CO 2 equivalente. La CO2 equivalente è una unità di misura che permette una quantificazione aggregata di tutti i gas che contribuiscono all'effetto serra. Degradazione della fascia d ozono Come indicatore della degradazione della fascia di ozono viene usato come riferimento il triclorfluorometano, o CFC-11. L assottigliamento della fascia di ozono causa l aumento delle radiazioni ultraviolette che raggiungono la superficie terrestre. Queste provocano reazioni fotochimiche che possono danneggiare la sostanza organica con conseguenti ripercussioni sugli organismi viventi. Acidificazione Il fenomeno è noto come piogge acide per il quale il ph delle piogge risulta essere mediamente più basso del normale. L abbassamento del ph (di laghi, foreste, suoli agricoli) può provocare gravi conseguenze agli ecosistemi naturali. L'acidificazione viene misurata come superficie potenzialmente interessata (m2). Eutrofizzazione Con eutrofizzazione si indica una condizione di arricchimento di sostanze nutritive in un dato ambiente, in particolare una sovrabbondanza di nitrati e fosfati. Le fonti principali di eutrofizzazione sono dovute all uso agricolo di fertilizzanti, agli scarichi industriali e urbani, in genere ricchi di azoto e fosforo.. L eutrofizzazione può causare: una diminuizione dell'ossigeno nell'acqua, lo sviluppo abnorme di alghe e fitoplancton e morie di pesci. L'eutrofizzazione viene misurata come superficie potenzialmente interessata (m2), nel caso dell'eutrofizzazione del suolo, e come kg di N e kg di P nel caso dell'eutrofizzazione delle acque. Consumo di risorse Per l'esaurimento delle risorse il metodo di calcolo considera un fattore di valutazione che è dato dal rapporto tra il consumo per persona nel 2004 e la disponibilità attuale per persona della singola risorsa. L'impatto delle coltivazioni L'impatto delle coltivazioni, per le aziende agricole, riveste un peso rilevante. Si è ritenuto utile presentare qui di seguito i risultati della analisi LCA solo per le coltivazioni delle aziende analizzate che hanno avuto significativi cambiamenti della gestione agronomica dei terreni: aziende Mana (Figura 3), Pinotti (Figura 4), Sgambaro (Figura 5), Zambelli (Figura 6). Le colture interessate sono state: frumento, loiessa, granella di mais, insilato di mais, pastone di mais. Vengono presentati gli impatti valutati con il metodo EDIP L'unità funzionale, ossia l'unità di riferimento rispetto alla quale è valutato l'impatto, è 1 kg di prodotto tal quale. Pag.34 di 51

35 Figura 3 - Azienda Mana confronto fra coltivazioni di granella di mais annate 2012, 2011 Figura 4 - Azienda Pinotti confronto fra coltivazioni di pastone di mais, insilato di mais annate 2012, 2011 Figura 5 - Azienda Sgambaro confronto fra coltivazioni di granella di mais, insilato di mais e loiessa annate 2012, 2011 Pag.35 di 51

36 Figura 6 - Azienda Zambelli confronto fra coltivazioni di granella di mais, frumento annate 2012, 2011 Si può osservare come, con l'eccezione dell'azienda Sgambaro, le modifiche introdotte nella gestione agronomica nella situazione ex-post hanno portato, per tutte le colture considerate, a una riduzione degli impatti rispetto alla situazione ex-ante. Questo in particolare grazie alla riduzione degli impatti dovuti alle forme reattive dell'azoto (acidificazione ed eutrofizzazione), conseguenti alla riduzione nell'uso dei fertilizzanti minerali. Il metodo di valutazione EDIP 2003 assegna, infatti, un peso rilevante alla categoria di impatto Aquatic eutrophication EP(N), (in verdone nei grafici). Il caso dell'azienda Sgambaro, che al contrario presenta impatti maggiori, è dovuto al fatto che, sulle colture aziendali interessate dalle modifiche del 2012, nel 2011 non era stata effettuata la concimazione organica con gli effluenti di allevamento e gli impatti della utilizzazione agronomica degli effluenti aziendali erano stati imputati a coltivazioni extra aziendali. Sulle colture aziendali qui considerate si è, quindi, assistito a una riduzione della fertilizzazione minerale, che però è stata più che compensata, in termini di impatto, dalla fertilizzazione organica con gli effluenti di allevamento. L'uso degli effluenti comporta, infatti, secondo il metodo di valutazione adottato, effetti abbastanza significativi sia sulla acidificazione che sulla eutrofizzazione sia del suolo che delle acque. L'impatto complessivo dell'azienda, tuttavia, come verrà meglio illustrato nel seguito, non risulta penalizzato in quanto nella situazione ex-post si è ridotta la quota di liquame esportato e la quantità dei concimi di sintesi utilizzati. Aziende da latte Azienda Bolzon Come evidenziato in precedenza, la formulazione delle razioni del 2012 non presenta variazioni significative rispetto al Anche nella gestione agronomica nel 2012 non si sono registrati significativi cambiamenti per ciò che riguarda il tipo di coltivazioni e la loro conduzione agronomica. L'analisi per il 2012 deve quindi essere considerata come una seconda analisi ex-ante. La analisi di caratterizzazione degli impatti per la situazione 2011 e per quella 2012 della azienda Bolzon, effettuata con EDIP 2003, viene mostrata in Figura 7 e Figura 8 Pag.36 di 51

37 Figura 7 Analisi di caratterizzazione degli impatti 2011 e 2012 della azienda Bolzon (vacche da latte) secondo la metodologia di valutazione EDIP 2003 Figura 8 Confronto fra gli impatti complessivi ex-ante e ex-post per la azienda Bolzon (vacche da latte) secondo il metodo EDIP 2003 La situazione 2012 mostra, per tutte le categorie di impatto, risultati peggiorativi rispetto all'anno precedente. Sono probabilmente tre i fattori che hanno determinato questo risultato: in primo luogo una diminuzione della produzione specifica di latte per capo dell' 1%; in secondo luogo la minore quantità di carne venduta, circa il 14% in meno. Questi due fattori hanno di fatto spostato l'allocazione degli impatti ambientali caricando maggiormente, rispetto all'anno precedente, la responsabilità su latte (68,10 % nel 2012 contro il 64,6 % del 2011). In terzo luogo è aumento del 25% il numero di manze mediamente presenti, da 53 a 66 capi, con conseguente aumento di emissioni e carico di effluenti, oltre ad un maggior consumo di risorse alimentari. Nella razione delle manze si è inoltre osservato un incremento dei nuclei proteici da 0,4 a 1,4 kg/capo/gg per le Pag.37 di 51

38 manze oltre i 6 mesi di vita e da 0,2 a 0,6 kg/capo/gg per le manze da 3 a 6 mesi. Azienda Mori Le variazioni gestionali che sono state introdotte nella azienda Mori riguardano la riduzione dell'azoto nella dieta, mentre non si registrano variazioni significative della gestione agronomica dei terreni. La diminuzione del contenuto proteico della dieta ha corrisposto ad una riduzione dell'azoto escreto del 3%. La analisi di caratterizzazione degli impatti per la situazione ex-ante e per quella ex-post per la azienda Mori, effettuata con EDIP 2003, viene mostrata in Figura 9 e Figura 10 Figura 9 Analisi di caratterizzazione degli impatti ex-ante e ex-post della azienda Mori (vacche da latte) secondo la metodologia di valutazione EDIP 2003 Figura 10 Confronto fra gli impatti complessivi ex-ante e ex-post per la azienda Mori (vacche da latte) secondo il metodo EDIP 2003 Pag.38 di 51

39 Come atteso non si osservano differenze leggibili tra la situazione ex-ante e la situazione ex-post. Si registra solo una leggera riduzione delle emissione dei gas serra, della degradazione della fascia di ozono e del consumo di risorse. Da segnalare che nel 2012 si è assistito ad una diminuzione della produzione specifica di latte: 27 kg/capo/gg contro 28 kg/capo/gg del Questa riduzione rende meno evidenti le differenze degli impatti, che sono riferiti alla unità funzionale kg di latte prodotto. Azienda Pinotti Le variazioni gestionali che sono state introdotte nella azienza Pinotti riguardano la riduzione del contenuto proteico nella dieta che è passato da valori compresi tra 15,8 e 16.0% a 15.2%. Si è inoltre operato un sostanziale cambiamento della gestione dei terreni. Le innovazioni gestionali per la parte agronomica hanno riguardato un migliore utilizzo degli effluenti di allevamento che ha reso possibile ridurre l'apporto dei concimi di sintesi e l'introduzione di un erbaio estivo di mais di secondo raccolto in successione sul loietto, che ha consentito un aumento di produzione a parità di superficie. Inoltre sulle superfici coltivate a mais (sia granella che insilato), grazie a un più efficiente utilizzo degli effluenti, è stato possibile ridurre gli apporti di azoto chimico di circa il 20% (da 165 a 132 kgn/ha), senza riduzioni di resa produttiva. La analisi di caratterizzazione degli impatti per la situazione ex-ante e per quella ex-post per la azienda Pinotti, effettuata con EDIP 2003, viene mostrata in Figura 11 e Figura 12 Figura 11 - Analisi di caratterizzazione degli impatti ex-ante e ex-post della azienda Pinotti (vacche da latte) secondo la metodologia di valutazione EDIP 2003 Pag.39 di 51

40 Figura 12 Confronto fra gli impatti complessivi ex-ante e ex-post per la azienda Pinotti (vacche da latte) secondo il metodo EDIP 2003 Si osserva, in particolare, una riduzione degli impatti relativi all'eutrofizzazione sui corpi idrici, dovuta al significativo calo dell'azoto escreto ed alla diminuzione dell'uso dei concimi di sintesi. Questo si traduce in una diminuzione della somma degli impatti ambientali complessivi (Figura 12) dovuto principlamente ai migliori valori relativi alla eutrofizzazione. La resa produttiva specifica di latte è leggermente aumentata da 35 kg/capo/gg del 2011 a 35.2 kg/capo/gg del 2012, il che ha contribuito, anche se in misura minima, al miglioramento del bilancio ambientale complessivo. Azienda Sgambaro Le variazioni gestionali che sono state introdotte nella azienda Sgambaro riguardano la riduzione dell'azoto nella dieta e la conseguente riduzione dell'azoto escreto (-7,6%) e la ottimizzazione dell'uso degli effluenti di allevamento, che ha permesso una riduzione dell'uso dei fertilizzanti minerali. La analisi di caratterizzazione degli impatti per la situazione ex-ante e per quella ex-post per la azienda Sgambaro, effettuata con EDIP 2003, viene mostrata in Figura 13 e Figura 14. Nel 2012 tutte le categorie di impatto ambientale (emissioni di gas serra, formazione di ozono, acidificazione, eutrofizzazione, consumo di risorse) mostrano un significativo miglioramento rispetto a quelle del Questo risultato è in buona parte attribuibile alla migliore resa produttiva ottenuta nel 2012: 29.4 kg/capo/gg contro i 27,4 kg/capo/gg del Tuttavia le categorie di impatto relative all'eutrofizzazione e all'acidificazione, che mostrano riduzioni superiori alle altre, risentono del più efficiente uso dell'azoto che si è avuto in azienda sia in ambito zootecnico che agronomico. Questo miglioramento dell'impatto è stato così significativo che sarebbe stato di segno positivo anche a parità parità di resa produttiva. Pag.40 di 51

41 Figura 13 - Analisi di caratterizzazione degli impatti ex-ante e ex-post della azienda Sgambaro (vacche da latte) secondo la metodologia di valutazione EDIP 2003 Figura 14 Confronto fra gli impatti complessivi ex-ante e ex-post per la azienda Sgambaro (vacche da latte) secondo il metodo EDIP 2003 Aziende bovine da carne Azienda Sevega Le variazioni gestionali che sono state introdotte nella azienza Sevega riguardano esclusivamente la riduzione dell'azoto nella dieta. Nel corso del 2012 la dieta standard per i vitelloni è stata sostituita da una dieta low-protein, il che ha consentito una riduzione dell'azoto escreto del 12%. Non si sono Pag.41 di 51

42 invece registrati apprezzabili mutamenti della gestione agronomica dei terreni. La analisi di caratterizzazione degli impatti per la situazione ex-ante e per quella ex-post per la azienda Sevega, effettuata con EDIP 2003, viene mostrata in Figura 15 e Figura 16 Figura 15 - Analisi di caratterizzazione degli impatti ex-ante e ex-post della azienda Sevega (bovini da carne) secondo la metodologia di valutazione EDIP 2003 Figura 16 Confronto fra gli impatti complessivi ex-ante e ex-post per la azienda Sevega (bovini da carne) secondo il metodo EDIP 2003 In generale nel 2012 si è assistito ad un miglioramento delle performace degli indicatori di impatto ambientale, in particolare in relazione a acidificazioe e eutrofizzazione terrestre, categorie che hanno ottenuto le più elevate riduzioni. Ciò è dovuto essenzialmente alla riduzione del tenore proteico della dieta, che ha consentito una riduzione abbastanza significativa dell'azoto escreto. Il risultato positivo è stato conseguito anche a fronte anche di una diminuzione della quantità di carne prodotta destinata la macello: 71,5 t nel 2011 contro 69,7 t del 2012, il che ha reso meno evidente la Pag.42 di 51

43 positività degli impatti. Come nel caso precedente anche in questo, a parità di produzione, si sarebbero comunque ottenuti risultati analoghi. Azienda Cagnin Il tenore proteico della dieta per i vitelloni all'ingrasso era già molto ridotto anche nella gestione convenzionale 2011, per cui le variazioni della composizione della dieta sono state finalizzate a migliorarne ulteriormente le caratteristiche qualitative piuttosto che a ridurne ulteriormente il livello proteico. Non è stata introdotta nessuna innovazione nella gestione agronomica. La analisi di caratterizzazione degli impatti per la situazione ex-ante e per quella ex-post per la azienda Cagnin, effettuata con EDIP 2003, viene mostrata in Figura 17 e Figura 18 Figura 17 - Analisi di caratterizzazione degli impatti ex-ante e ex-post della azienda Cagnin (bovini da carne) secondo la metodologia di valutazione EDIP 2003 Figura 18 Confronto fra gli impatti complessivi ex-ante e ex-post per la azienda Cagnin (bovini da carne) secondo il metodo EDIP 2003 Pag.43 di 51

44 Osservando nel complesso il risultato che comprende tutti gli impatti si registra un leggero peggioramento dei parametri ambientali. In particolare risultano peggiorativi i dati che riguardano l'acidificazione e l'eutrofizzazione, mentre si registra un miglioramento per le emissioni e i consumi che incidono sulla fascia di ozono e sul consumo di risorse. Su tale risultato incide in modo significativo il rapporto fra peso vivo mediamente presente in allevamento e peso vivo venduto nell'anno. Infatti la carne venduta nel 2011 è stata kg di PV (73 vitelloni con peso medio di 620 kg e durata ciclo 450 gg) contro kg nel 2012 (83 vitelloni con peso medio di 595 kg e durata ciclo 440gg), mentre il numero di animali mediamente presenti nel 2011 era di 180 capi contro i 220 capi mediamente presenti nel Tali differenze, in una tipologia di allevamento a ciclo lungo, quale quello dei vitelloni, possono essere attribuibili a specifiche dinamiche input/output dovute alle richieste del mercato piuttosto che non a differenze di rese produttive. Per tale motivo si è effettuata anche una valutazione dell'impatto per il 2012 riparametrando la carne venduta sulla base del rapporto fra kg di carne mediamente presente/kg di carne venduta del 2011 (Tabella 32), in modo da annullare l'influenza di eventuali effetti estranei alla valutazione dell'impatto ambientale. Tabella 32 - Kg di carne venduta corretta Gli impatti ambientali ottenuti con questa correzione sul peso di carne venduta risultano ribaltati a vantaggio dell'annata 2012, sia considerando le singole categorie di impatt, con valori ridotti per emissioni di gas serra, deperimento della fascia di ozono, acidificazione, eutrofizzazione e consumo di risorse. (Figura 19) Di conseguenza anche l'impatto complessivo risulta ridotto(figura 20). Ciò evidenzia l'importanza dei parametri produttivi sui risultati dell'analisi. Pag.44 di 51

45 Figura 19 Analisi di caratterizzazione degli impatti ex-ante e ex-post corretti della azienda Cagnin (bovini da carne) secondo la metodologia di valutazione EDIP 2003 Figura 20 Confronto fra gli impatti complessivi ex-ante e ex-post corretti per la azienda Cagnin (bovini da carne) secondo il metodo EDIP 2003 Aziende suinicole da carne Azienda Biagi Le tecniche innovative sono state introdotte in azienda solo recentemente e non è stato possibile raccogliere dati aziendali tali da far emergere differenze rispetto alla situazione ex-ante per cui sono stati analizzati i dati del 2012 come un secondo ex-ante. Pag.45 di 51

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