Lezione 13. Circuito R L C in evoluzione forzata. Circuito R L C in evoluzione forzata. ( t) = k 1 ( ) + E. Es. II.4, II.5, II.6. + v L.

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ezione 13 Circuito C in evoluzione forzata E i C v + v C + = E v v C C dv C dt + v C + C d 2 v C dt 2 = di dt = E d 2 v C dt 2 + i = C dv C dt dv C dt v = i + v C C = E C Passiamo ora ad esaminare il caso del circuito C serie in presenza di un forzamento costante. È facile ricavare l'equazione nella incognita v C. Anche in questo caso essendo l'integrale generale della omogenea associata già noto, occorrerà determinare soltanto la soluzione particolare. Essendo il forzamento costante, è possibile utilizzare la stessa tecnica usata per l'equazione del primo ordine: si assume che la soluzione particolare sia una costante e si ricava immediatamente che v Cp = E 0. Si noti che in questo modo si è automaticamente scelto come soluzione particolare quella di regime. Utilizzeremo questa tecnica in seguito anche quando il forzamento non è più costante nel tempo; naturalmente la soluzione di regime non potrà essere costante ma dovrà ricalcare l'andamento del forzamento. E i C d v v C Circuito C in evoluzione forzata 2 v C dt 2 + v Cr = E dv C dt + v C C = E C Come nel caso dell'evoluzione libera avremo i tre casi possibili: aperiodico, o smorzato, o sopracritico - critico e oscillatorio, o subcritico. Evidentemente, le costanti k 1, k 2, k e ϕ sono da determinarsi utilizzando le condizioni iniziali. v C v C v C ( t) = k 1 e α1t + k 2 e α2t + E ( t) = k 1 e αt + k 2 te αt + E ( t) = ke αt sen βt +φ ( ) + E Es. II.4, II.5, II.6

e(t) Generatori non costanti t Fino a questo punto abbiamo preso in considerazione esclusivamente generatori di tensione e di corrente costanti. Essendo ora il nostro modello in grado di descrivere anche regimi dinamici, possiamo prendere in considerazione anche generatori di tensione e di corrente variabili nel tempo. Si tratterà sempre di generatori ideali nel senso che si assume che l'andamento nel tempo della grandezza erogata non dipenda in alcun modo dalle condizioni in cui il generatore lavora. Generatori ideali di tensione a forma d'onda della tensione non dipende dalla corrente! Generatori ideali di corrente a forma d'onda della corrente non dipende dalla tensione!

Generatori ideali di corrente a forma d'onda della corrente non dipende dalla tensione ai morsetti! In un primo momento limiteremo la nostra attenzione ai generatori in grado di fornire forme d'onda periodiche, ed in particolare sinusoidali. I motivi per questa scelta sono diversi e proveremo ad illustrarne alcuni brevemente più avanti. Generatori periodici Forma d'onda Per ora ricordiamo qualche definizione che ci sarà necessaria nel seguito. Una variazione temporale che si ripeta identicamente dopo un certo intervallo di tempo viene detta periodica; l'intervallo viene detto periodo della grandezza periodica. Nel periodo la funzione periodica a(t) assumerà un massimo che indicheremo con il simbolo A M. Generatori non costanti Valor medio diverso da zero Definiremo ancora, per a(t), il valore medio in un periodo. In generale il valor medio di una funzione periodica non è nullo: l'area sottesa dalla funzione nella sua parte positiva non è eguale alla corrispondente area della sua parte negativa. A m = 1 a(t) dt 0 0

Generatori non costanti a condizione di valor medio nullo individua una particolare classe di funzioni periodiche. Valor medio nullo A m = 1 0 a(t) d Generatori non costanti Per esse potrà essere utile a volte definire il valor medio in un semiperiodo. Valor medio in mezzo periodo diverso da zero /2 A m(/2) = /2 2 a(t) dt 0 0 Generatori non costanti Valore efficace Più interessante è in questi casi il valore efficace definito come la radice quadrata del valore quadratico medio. A = 1 a 2 (t) dt 0

Generatori sinusoidali Particolari funzioni periodiche a valor medio nullo sono le ben note funzioni sinusoidali e cosinusoidali: a(t) ω = 2π a( t) = A M sen( ωt +ϕ) t a(t) Generatori sinusoidali ω = 2π a( t) = A M sen( ωt +ϕ) È facile verificare che il valore efficace di una grandezza sinusoidale è pari al suo valor massimo diviso la radice di 2 e che il suo valor medio in un semiperiodo è pari al valor massimo moltiplicato per 2/π. 'argomento della funzione sinusoidale viene detto fase istantanea della funzione stessa mentre ϕ prende il nome di fase iniziale. A m = 0 A m(/2) = 2 A M π t A = A M 2 Perchè generatori sinusoidali? Serie di Fourier a t A 0 = J. B. Fourier (1768-1830) + B n cos( ωt +ϕ) ( ) = A 0 + A n sen( ωt +ϕ) n=1 0 a( t)dt n=1 ω = 2π/ Per le funzione periodiche si può dimostrare un importante proprietà che prende il nome di sviluppo in serie di Fourier. ale proprietà consente di porre una qualsiasi funzione periodica a(t) come somma di infiniti termini del tipo A n sin(nωt) ed B n cos(nωt), con n intero ed ω = 2π/ = frequenza angolare, o spesso, per brevità, solo frequenza. In realtà si preferisce conservare al termine frequenza il significato di inverso del periodo per cui f=1/=ω/2π; da cui il nome di frequenza angolare per ω. Dalla formula dello sviluppo di Fourier si può facilmente calcolare che Il coefficiente A 0 è il valore medio della grandezza periodica.

Perchè generatori sinusoidali? E che i coefficienti A n e B n sono, rispettivamente, le medie pesate secondo le funzioni seno e coseno della funzione periodica da sviluppare. Serie di Fourier ω = 2π/ a t + B n cos( ωt +ϕ) ( ) = A 0 + A n sen( ωt +ϕ) n=1 n=1 A n = 2 0 a( t)sennωt dt B n = 2 0 a( t)cosnωt dt Serie di Fourier Un esempio ( ) = 4 π a t Onda quadra n=0 sen ( 2n +1)ωt 2n +1 Per la funzione rettangolare mostrata in figura, per esempio, lo sviluppo in serie è quello mostrato, come si può verificare con una semplice simulazione. Se siamo in regime lineare, se cioè è valido il principio di sovrapposizione degli effetti, una volta noto il comportamento di un sistema quando in esso tutte le grandezze variano con legge sinusoidale, è possibile ricavare il comportamento del sistema, utilizzando appunto la sovrapposizione degli effetti, in condizioni di variabilità temporale diverse. Fourier e( t) = dφ dt I generatori ω α S Φ( t) = BS cosα α = ωt B e( t) = BSωsenωt = E M senωt Un altro motivo che ci spinge a focalizzare la nostra attenzione sui generatori ideali di tipo sinusoidale, altrettanto importante, è, potremmo dire, di carattere essenzialmente pratico. Infatti sarebbe facile far vedere, utilizzando la legge di Faraday-Neumann, che il modo più naturale, in linea di principio, per costruire un generatore di f.e.m. è quello di far ruotare una spira conduttrice in un campo magnetico. Se il campo è uniforme, e la velocità angolare di rotazione della spira è costante, la forza elettromotrice che ne scaturisce è di forma d'onda sinusoidale. Naturalmente, le cose sono molto più complesse di quanto una descrizione così sintetica possa far immaginare; ma, al fondo, è questo uno dei principali motivi per cui la produzione della energia elettrica si realizza in regime sinusoidale.

i con forzamento sinusoidale e( t) = E M sen( ωt + η) di dt + i = e t ( ) i( t) = ke t + i r ( t) Consideriamo, per esempio, il circuito serie che abbiamo già preso in considerazione, e supponiamo che esso sia alimentato da un generatore di tensione sinusoidale e(t)= E M sen (ωt + η). È necessario assumere una fase iniziale η 0 in quanto l origine dei tempi è già stata fissata quando si è assunto che l'interruttore viene chiuso a t=0. È facile scrivere l equazione che esprime la K all'unica maglia presente. e(t) i r ( t) =? Es. III.1 i con forzamento sinusoidale e(t) e( t) = E M sen( ωt + η) i t ( ) di dt + i = e t ω I M sen ωt + η ϕ + π 2 + I M sen ωt + η ϕ ( ) = ( ) = ke t + i r ( t) i r = I M sen( ωt + η ϕ) E M sen ( ωt + η ) a soluzione dell omogenea - t/ associata sarà ancora del tipo ke, ma non possiamo più supporre che la soluzione particolare sia costante, in quanto il forzamento non è costante. Possiamo, però, utilizzare lo stesso modo di ragionare che ci ha portato a trovare la soluzione particolare quando il generatore di tensione era costante. In fondo nel caso del forzamento costante abbiamo cercato una soluzione particolare che avesse le stesse caratteristiche del forzamento, e cioè costante. Nel caso del forzamento sinusoidale possiamo cercare una soluzione particolare che sia dello stesso tipo, cioè sinusoidale. con forzamento sinusoidale Ben note formule trigonometriche (FOMUA DE ANGOO AGGIUNO) ci permettono di scrivere relazioni i i( t) = ke t + i r ( t) i r = I M sen( ωt + η ϕ) e(t) ω I sen ωt + η ϕ + π M 2 + I M sen ωt + η ϕ ( ) = A M sen( ωt + α ) + B M sen( ωt + β ) = C M sen( ωt + γ ) E M sen ( ωt + η )

con forzamento sinusoidale che ci consentono i ω I M sen ωt + η ϕ + π 2 + + I M sen( ωt + η ϕ) = e(t) = E M sen ( ωt + η ) ( ) + B M sen( ωt + β ) = C M sen( ωt + γ ) ( ) A M sen ωt + α C M 2 = A M 2 + B M 2 + 2A M B M cos α β A γ = arctg M senα + B M senβ A M cosα + B M cosβ con forzamento sinusoidale di ottenere agevolmente la soluzione. ω I M sen ωt + η ϕ + π 2 + I M sen ωt + η ϕ ( ) + B M sen( ωt + β ) = C M sen( ωt + γ ) A M sen ωt + α C 2 M = A 2 M + B 2 M + 2A M B M cos( α β ) A γ = arctg M senα + B M senβ A M cosα + B M cosβ I M = E M ϕ = arctg ω ( ) 2 2 + ω ( ) == E M i sen ( ωt + η ) e(t) i con forzamento sinusoidale e(t) ( ) = E M sen( ωt + η) e t ( ) di dt + i = e t I M = i( t) = ke t + I M sen( ωt + η ϕ) i( 0) = k + I M sen( η ϕ) = I 0 E M ϕ = arctg ω ( ) 2 2 + ω Es. III.1 A questo punto si determina il valore della costante di integrazione imponendo la condizione iniziale. a soluzione trovata è ancora una volta somma di un termine che tende a zero ed un termine che, invece, si ripete periodicamente senza mai scomparire: la soluzione a regime permanente. A questo punto ci appare logico interpretare anche il regime stazionario, da cui abbiamo preso le mosse, come un regime permanente in cui i generatori, stazionari appunto, abbiano preso il sopravvento, e si sia persa traccia di un termine transitorio ormai estintosi nel tempo. esta il fatto che il calcolo della soluzione permanente in regime sinusoidale è più complicato sul piano operativo.

Corrispondenza biunivoca a(t) A Devono essere conservate alcune operazioni Siamo dunque alla ricerca di una tecnica che ci consenta di semplificare le operazioni sulle grandezze sinusoidali. Osserviamo che nelle equazioni relative alla KC ed alla K intervengono essenzialmente le seguenti operazioni: a) moltiplicazione per una costante, come nella caratteristica di un resistore, b) somma, come nella somma dei vari termini in una equazione, c) derivata, come nelle caratteristiche di induttori e condensatori. Immaginiamo ora di trovare un insieme di grandezze, che chiameremo insieme delle Ᾱ - mentre chiameremo "a" l'insieme delle funzioni sinusoidali di pulsazione ω - e supponiamo che esista una corrispondenza biunivoca che metta in relazione ogni elemento di a con uno di Ᾱ. Supponiamo anche che tale corrispondenza conservi le operazioni che abbiamo in precedenza elencato. Moltiplicazione per una costante Somma Derivazione a(t) A a + b = c A B = C Con questa affermazione intendiamo che se il risultato di una determinata operazione - per esempio la somma - fatta su elementi di "a" è un certo elemento c, allora il risultato della operazione corrispondente - simbolo - fatta sugli elementi corrispondenti di Ᾱ fornisce proprio l elemento di Ᾱ associato a c. Dunque, se esiste un tale insieme ed una tale applicazione, e se operare su Ᾱ risulta più agevole che operare su "a", si potrà in ogni caso trasformare tutte le grandezze di "a" nelle corrispondenti di Ᾱ, operare su queste e, una volta ottenuto il risultato, ritornare in "a" mediante l'applicazione inversa.

a(t) A A M ;ω; α A ;ω; α Orbene, facciamo vedere che l insieme di tutte le j(ωt+α) funzioni complesse di variabile reale del tipo Ae è un possibile candidato insieme Ᾱ. Infatti, dato che ogni elemento di "a" del tipo a(t) = A M sen (ωt + α) dipende da tre parametri, e precisamente A M, ω ed α, e che lo stesso accade per j(ωt+α) ogni elemento di Ᾱ (perché Ᾱ = Ae ), è evidente che tra gli insiemi "a" e Ᾱ descritti esiste una corrispondenza biunivoca se ad ogni valore A M facciamo corrispondere un opportuno valore A. Naturalmente la scelta più immediata sarebbe di porre A = A M. Per motivi che saranno chiari in seguito, si preferisce porre A = A M / 2, cioè pari al valore efficace della corrispondente grandezza sinusoidale invece che al suo valore massimo. a(t) A A ;ω; α Notiamo che, per la formula di Eulero, si può affermare che l'applicazione introdotta fa corrispondere ad ogni elemento di Ᾱ un elemento di "a" che, a meno del fattore 2, coincide con il coefficiente della parte immaginaria di Ᾱ. Che una tale applicazione conservi le operazioni che abbiamo elencato in precedenza, è cosa semplice da dimostrare. A = Ae j( ωt+α ) A = Ae j( ωt+α ) = Acos( ωt + α ) + jasen( ωt + α ) Per quanto riguarda la moltiplicazione per una costante, il fatto è di per sé evidente. A = Ae j( ωt+α ) = Acos( ωt + α ) + jasen( ωt + α ) Moltiplicazione per una costante A = Ae j( ωt+α ) = Acos( ωt + α ) + jasen( ωt + α )

Come pure per la somma. A = Ae j( ωt+α ) = Acos( ωt + α ) + jasen( ωt + α ) Somma a(t) + B(t) = A M sen( ωt + α ) + B M sen( ωt + β ) Ae j( ωt+α ) + Be j( ωt+β ) = Acos( ωt + α ) + Bcos( ωt + β ) + + j( Asen( ωt + α ) + Bsen( ωt + β )) Ma anche per quel che riguarda l'operazione di derivazione la corrispondenza si mantiene. A = Ae j( ωt+α ) = Acos( ωt + α ) + jasen( ωt + α ) Derivazione d dt A M sen(ωt + α ) = ω A M cos ωt + α ( ) d dt Ae j ωt+α ( ) = ω Asen ωt + α ( ) + jω Acos ωt + α ( ) A = Ae j( ωt+α ) = Acos( ωt + α ) + jasen( ωt + α ) a moltiplicazione tra due grandezze del tipo a(t) non si conserva! Ae j( ωt+α ) Be j( ωt+β ) = Acos( ωt + α )Bcos( ωt + β ) + Asen( ωt + α )Bsen ωt + β j Acos( ωt + α )Bsen ωt + α ( ) + ( ) + Bcos( ωt + α )Asen( ωt + α ) Notiamo che, invece, la moltiplicazione tra due elementi di Ᾱ, non si conserva. In conclusione in regime sinusoidale si può così operare: in primo luogo si trasformano tutte le grandezze - tensioni e correnti che variano con legge sinusoidale - nelle corrispondenti j(ωt+α) funzioni complesse del tipo Ae ; d'ora in poi useremo il termine fasori per tali grandezze e conserveremo il simbolo Ᾱ per indicarle.

In conclusione A = Ae j( ωt+α ) = Acos( ωt + α ) + jasen( ωt + α ) Dalle grandezze sinusoidali si passa ai fasori Si opera nel dominio dei fasori Si ritorna alle grandezze sinusoidali A + a( t) Successivamente si scrivono le equazioni che rappresentano le condizioni imposte dalla KC e dalla K, tenendo conto delle caratteristiche dei singoli bipoli - espresse in termini di fasori - e ricordando che ogni operazione di derivazione equivale ad una moltiplicazione per jω. Così facendo le equazioni differenziali si trasformano in equazioni algebriche ed è, dunque, semplice risolverle, ricavando i fasori rappresentativi delle grandezze incognite. A questo punto si può ritornare alle funzioni sinusoidali e determinare le grandezze incognite nel dominio del tempo. Val a pena di osservare che non ha senso compiere operazioni che coinvolgano elementi di a e di Ᾱ. iepilogo della ezione a soluzione particolare o di regime e l'integrale completo;. Circuito C con gen. costante ; Circuito C con gen. costante ; Generatori variabili; Forme d onda periodiche; Perché il regime sinusoidale? Il circuito con un generatore sinusoidale; Metodo simbolico