Ataya. Accogliere, insegnare, raccontare ELISABETTA ALOISI E ADRIANA PERNA, COOP. RUAH - BERGAMO



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Transcript:

Ataya Accogliere, insegnare, raccontare ELISABETTA ALOISI E ADRIANA PERNA, COOP. RUAH - BERGAMO

Il contesto: La scuola di italiano Ruah 1200 studenti all anno 100 volontari Coordinamento didattico e formazione per tutti gli insegnanti

Dal 2011: arrivo dei richiedenti asilo Nigeriani, tunisini, ghanesi, maliani, provenienti dalla Libia (circa 100 persone) Per la prima volta evidenti problematiche nella scuola: di comportamento, assenze Nessun successo scolastico

Aprile 2014: nuovi arrivi Ad oggi: quasi 1000 persone La scuola di italiano deve essere erogata obbligatoriamente in tempi brevi Interviste ai migranti e confronti sul territorio

Chi sono i profughi? Ragazzi, prevalentemente tra i 18 e i 25 anni Nigeriani, maliani, senegalesi, gambiani, guineani e di altre nazionalità dell'africa subsahariana pakistani, bangladesi, iraqeni, afghani

L arrivo in Italia e il progetto di accoglienza Sono garantiti accompagnamenti sanitari e burocratici con traduzione e mediazione Nella vita quotidiana si parla in lingua madre o in lingua veicolare

Perché partono? Per fame, problemi politici, di genere, guerre, carestie, povertà Viaggio di migrazione lungo, complesso, traumatico Non sempre l Italia è la meta desiderata

La richiesta di asilo politico E l unico modo di entrare in Italia Tempi di attesa molto lunghi, vite in sospeso Probabile risposta negativa: frustrazione, precarietà, ansia

Che cos è la scuola nell'immaginario di queste persone? L 80% dei profughi accolti è analfabeta o debolmente alfabetizzato Sono adulti che parlano anche 5 o 6 lingue, quelle dei Paesi nei quali hanno transitato nel lungo viaggio di migrazione Nella loro esperienza la scuola non è il canale primario per l integrazione sociale

Cosa fare? 1. Modificare i domini 1. ACCOGLIENZA 10. RACCONTARE 2. IL LAVORO 9. LAVORI DI CASA 3. IL CIBO UNITA 8. I MEZZI DI TRASPORTO 4. TELEFONARE A CASA E IN ITALIA 7. IL TERRITORIO: UFFICI E SERVIZI 6. STARE BENE, STARE MALE 5. COME STAI? COME SEI?

Novità: Unità sul telefonare Lavoro come conoscenza, non ricerca Particolare attenzione alla salute Famiglia e casa non macroargomenti ma inseriti in altri domini, come competenza lessicale Unità sulle pulizie, vita di comunità

Cosa fare? 2. Utilizzare immagini interculturali Per dare fiducia, raccontare, accogliere

Per confrontare, conoscere, imparare..

Cosa fare? 3. Valorizzare la lingua madre

4. Apprendimento attivo Cosa fare?

5. Uscite di fine unità Cosa fare? UNITA USCITA DIDATTICA 1. ACCOGLIENZA Conoscenza del territorio, focus e riconoscimento del lessico studiato 2. IL LAVORO Riconoscimento e focus dei negozi studiati. Appuntare gli orari di apertura e chiusura dei negozi vicino a casa con l obiettivo di conoscere e frequentare gli esercizi commerciali sul territorio. 3. IL CIBO Seguendo una lista della spesa andare al supermercato, fare la spesa, esercitare le funzioni studiate, leggere lo scontrino. 4. TELEFONARE A CASA E IN ITALIA Andare in un negozio di telefonia e raccogliere le offerte esercitando le funzioni studiate. In classe, individuare la più conveniente.

In posta, in Comune

Cosa fare? 6. Multilivello, dall alf1 all alf4: Gruppi classe disomogenei Nuovi arrivi Livelli differenziati

Organizzazione Monte ore: 8 per i livelli ALF, 6 per i livelli A1 Gruppi classe: 10/12 livelli ALF, 10/15 livelli A1 Referente didattica della struttura

Accoglienza Dare tempo Essere flessibili Aspettare gli studenti che non arrivano

La classe di accoglienza 4 ore settimanali per i nuovi arrivi e chi fatica ad inserirsi nel percorso didattico Si può frequentare per molto o poco tempo Uso di immagini cartonate e sviluppo delle abilità di ascolto, parlato, interazione Argomenti di primo impatto

I domini della classe di accoglienza CHIEDERE/ DOMANDARE GEOGRAFIA DI BASE LUOGHI DELLA CITTA QUOTIDIANITA TRASPORTI E SPOSTAMENTI CLASSE DI ACCOGLIENZA SERVIZI DELLA CITTA ANAGRAFICA PERSONALE LA CURA DELLA CASA IL TELEFONO I SOLDI

Aule Lavagna, alfabetiere, stereo, cartine geografiche Aula confortevole, accogliente Cartelloni

Uscite didattiche Relazione con il territorio Combattere l isolamento Insistere e avere fiducia nell importanza dell uscita

I volontari Spesso residenti sul territorio del centro di accoglienza Percorso di formazione, coordinamento Ponte tra l insegnante referente e gli enti territoriali

Condivisione Feste ed eventi sul territorio Feste religiose Pasti condivisi con gli ospiti

Non solo scuola in struttura L obiettivo finale è quello di renderli autonomi e responsabili della propria formazione Creare maggiori reti sociali Aumentare le proprie opportunità

Verso l autonomia Il 45% dei profughi accolti accede ai CPIA 10 hanno ottenuto la certificazione A2 dell università di Roma3 18 profughi sono iscritti al percorso di licenza media per l A.S. 2015-16

Ataya Significa tè in wolof e deriva da tei, cinese, dal quale nasce la pronuncia di tutta la zona occidentale della terra Il tè vuole tempo: di preparazione, raffreddamento Il tè vuole scambio: confronto, condivisione, racconto Rappresenta il tempo necessario per conoscere, per imparare,trovare spazio nella formazione linguistica

Anche per l insegnante La classe che comincia il percorso non è quasi mai la stessa che lo conclude Essere flessibili, in bilico Lavorare con gli apprendenti come se l Italia fosse scelta e definitiva

Elisabetta Aloisi Adriana Perna scuolaitaliano@cooperativaruah.it Grazie!