MALATTIE DEGENERATIVE ED ANTI- AGING

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Transcript:

MALATTIE DEGENERATIVE ED ANTI- AGING Approccio mul+disciplinare Roma 5 e 6 novembre duemila 10 Sala Convegni OSPEDALE San Pietro FATEBENEFRATELLI 1

LA TIROIDE 1 VIOLINO DI UNA GRANDE ORCHESTRA Dr Stefania Graziosi 2

Dr Stefania Graziosi 3

4

5

LE CONNESSIONI FRA I 3 GRANDI SISTEMI: SN SE SI 6

LE CONNESSIONI ORMONALI 7

LA TIROIDE e le sue connessioni 8

FEEDBACK IPOFISI- IPOTALAMO- TIROIDE 9

Il follicolo +roideo rappresenta l UNITA FUNZIONALE della ghiandola Dr Stefania Graziosi 10

PATOLOGIE TIROIDEE CLASSIFICAZIONE SU BASE FUNZIONALE Ipofunzionalità Ipo+roidismo primario Ipo+roidismo secondario Ipo+roidismo terziario Normofunzionalità Gozzo semplice Gozzo mul+nodulare Iperfunzionalità Morbo di Basedow- Graves Adenoma tossico 11

TIROIDITI Acuta Subacuta o di De Quervain Cronica autoimmune o di Hashimoto Post- partum ed indolore Lignea o di Riedel 12

TUMORI Benigni Maligni - differenzia+ : papillare follicolare - indifferenzia+ : anaplas+co - midollare 13

Dr Stefania Graziosi 14

NutrienG necessari alla funzione Groidea Iodio Zinco Selenio Ferro Vitamina C Vitamina A Acidi grassi 15

SOSTANZE GOZZIGENE S. CHIMICHE Resorcinolo, dinitrofenolo, esteri e metaboli+ dell ac.^alico, sostanze organiche solforate, +ociana+, disulfidi, idrocarburi policiclici aroma+ci, bifenili policloruri e polibromuri bifenilici ALIMENTI Crucifere : broccolo, cavolfiore, cavolo, c.di Bruxelles, senape, rape, broccolea, rugola, ravanelli, crescione Manioca, noce di cocco, miglio, arachidi, soia, spinaci, fragole NUTRIENTI Li+o ad alte dosi, piridine, flavonoidi, eccesso di iodio inorganico! 16

TIROIDE ed ALIMENTAZIONE IPOTIROIDISMO alvare il metabolismo Fornire elemen+ indispensabili Evitare fon+ di Ca Evitare diete iperlipidiche Fornire alimentazione con buona componente di proteine, sopradudo pesce (ancor meglio crudo) e di carboidra+ 17

TIROIDE ed ALIMENTAZIONE IPERTIROIDISMO frenare il metabolismo Fornire elemen+ indispensabili Fornire alimentazione ricca di Ca, proteine (sopradudo carne e uova) Sostenere i grandi emuntori: fegato, rene, intes+no 18

Le GroidiG Caraderis+che Rappresentano adualmente il 40% delle +reopa+e. Fenomeno emergente, sul quale si pone sempre più adenzione. Consistono in un processo infiammatorio peraltro eterogeneo. 19

Le GroidiG autoimmuni Classificazione ISTOLOGICA Di +po granulomatoso Di +po granulocitario Di +po linfocitario DI DECORSO Acuto Subacuto Cronico DI FUNZIONE Eu- +roidismo Ipo- +roidismo Iper- +roidismo 20

Le GroidiG autoimmuni Croniche: TCA Con gozzo T. di Hashimoto: infiltrazione linfocitaria diffusa, presenza di plasmacellule e cellule ossifile, rari centri germina+vi, fibrosi, distruzione dei follicoli; fra i 30 e 60aa; F:M=9:1; eleva+ livelli AbTPO; proto+po di malaaa autoimmune organo- specifica! Eu+roidismo, ipo+roidismo, +reotossicosi transitoria. Atrofica T. di Riedel o mixedema idiopa+co dell adulto: infiltrazione linfocitaria, atrofia, fibrosi, sclerosi; rara. Ipo+roidismo nel 30% dei casi. 21

Le GroidiG autoimmuni DI TIPO CRONICO (TCA) Giovanile Infiltrazione linfocitaria, rari centri germina+vi; in aree iodio- caren+. Eu+roidismo, ipo+roidismo. Focale Scarso infiltrato linfocitario. Eu+roidismo. 22

Le GroidiG autoimmuni DI TIPO TRANSITORIO Sporadica, silente, indolore Gozzo piccolo con infiltrazione linfocitaria diffusa e follicoli collassa+; consistenza aumentata; 4-15% delle +reotossicosi; pauci- o asintoma+ca; presenza di AbTPO nel 50% e AbTg nel 25%. Transitoria +reotossicosi quindi ipo+roidismo, nella maggior parte dei casi si torna all eu+roidismo. Post- partum Quadro analogo ma si presenta nel 4-7% delle gravidanze entro il 6 mese dal parto; eleva+ livelli di AbTPO. Tireotossicosi: 38%, ipo+roidismo: 36% +reotossicosi seguita da ipo+roidismo: 26%. 23

Le GroidiG autoimmuni CRITERI DI DEFINIZIONE An+corpi an+- +roide. Tiroide infiltrata dai linfoci+. Linfoci+ auto- reaavi contro Ag +roidei. Sovrapposizione clinica e immunologica con altre malaae autoimmuni. Incidenza familiare. Prevalenza nelle donne. Maggior incidenza nei paesi con elevato apporto iodico (USA, Giappone). 24

Le GroidiG autoimmuni ANTIGENI TIROIDEI 25

Le GroidiG autoimmuni ASSOCIAZIONI Prevalgono in pazien+ con s. di Down e s. di Turner. L eventuale ipo+roidismo è più frequente nei fumatori. O^almopa+a associata alla +reopa+a=tao: 1-5% dei casi. Frequente associazione con altre patologie autoimmuni: AR, LES, s.di Sjogren, porpora trombocitopenica idiopa+ca, arterite temporale, polimialgia reuma+ca, sclerosi sistemica, epa+te cronica aava, cirrosi biliare, psoriasi, vi+ligine, m. di Alzheimer, anemia perniciosa, miastenia, celiachia. Associazione con altre patologie endocrine: m. di Addison, diabete +po I, ipopara+roidismo, menopausa precoce. 26

Il processo autoimmune IPOTESI DI INNESCO Aavazione dei linfoci+ T helper= CD4+ verso gli Ag +roidei forse ad opera di baderi o virus con proteine similari a quelle +roidee, pertanto una cross- reazione. Aavazione dei T helper ai quali le cellule +roidee presenterebbero loro proteine intracellulari: la membrana cellulare di p. con +roidite autoimmune esprime il complesso maggiore di istocompa+bilità, MCH classe II (HLA DR; DP; DQ) richiesto per la presentazione delle cellule ai linfoci+ CD4. Azione citotossica espletata dai linfoci+ T killer=cd8+, recluta+ dai CD4. 27

Il processo autoimmune Inoltre si è visto che In vitro: gli AbTPO inibiscono la TPO +roidea. In vivo: alcuni pazien+ hanno Ab ad azione citotossica che aavano il Complemento e provocano la lisi delle cellule +roidee. TRAb causano ipo+roidismo solo nel 5-10% di TCA e sono presen+ nel 10-20% delle +roidi+ autoimmuni. 28

L approccio omeopagco il tudo senza prescindere, laddove indicato, dalla eventuale opoterapia, ma sapendo che ci si può avvalere anche di altro FARMACI ACUTI Lega+ al momento di malaaa che il paziente sta aduando cioè ai sintomi che egli descrive e che il medico rileva con l interrogatorio e l esame obieavo nonché le indagini laboratoris+che e strumentali. " FARMACI COSTITUZIONALI Lega+ alle caraderis+che cos+tuzionali e diatesiche del paziente in esame e rivol+ alla sua globalità cioè alle sue peculiarità psico- fisiche, organico- funzionali e temperamentali. 29

L approccio organoterapico Si basa sul principio dell iden1co Metodo terapeu+co che cura l organo ammalato o comunque in disfunzione, adraverso l uso dell omologo organo animale (montone o maiale), diluito e dinamizzato omeopa+camente. Sfruda il principio della specificità d organo comune agli organi con iden+ca funzione in soggea della stessa specie ma anche di specie differente. 30

L approccio organoterapico Si basa sul principio dell iden1co La specificità fra organoterapico ed organo bersaglio è indispensabile e riguarda il tessuto e non la specie. L organo diluito e dinamizzato riequilibra il funzionamento dell omologo alterato : ha una azione induava e non sos+tu+va come è, invece, nell opoterapia. 31

L approccio organoterapico Considerazioni e meccanismo d azione Ad una diluizione 10-6, la natura animale non interviene più (a condizione che vi sia comunanza an+genica tra donatore e ricevente), cioè la specificità di specie scompare di fronte alla specificità di tessuto. L organo in sofferenza acquisisce proprietà an+geniche inducendo pertanto la produzione di auto- Ab che reagiscono con gli Ag d organo. Questo fenomeno avviene anche con gli Ag presen+ sulla zone sane determinandone alterazione e così perpetuando il meccanismo autoimmunitario nonché l auto- mantenimento della patologia. 32

L approccio organoterapico Considerazioni e meccanismo d azione L organoterapico sarebbe in grado di bloccare la formazione degli auto- Ab an+- organo consentendo il ripris+no dell equilibrio. L organoterapico sarebbe un mediatore, s+molante o inibente la funzione del tessuto corrispondente e, fissandosi agli specifici recedori, modulerebbe la funzione dell organo malato con un meccanismo di +po feed- back. 33

L approccio organoterapico Considerazioni e meccanismo d azione Dosi infinitesimali di Ag ristabilizzerebbero la normale tolleranza immunitaria correlata all azione dei linfoci+ T suppressor (che vanno peraltro diminuendo di numero e di efficacia con l involuzione fisiologica del +mo). L organoterapico diluito e dinamizzato omeopa+camente agendo a livello dei recedori specifici dell organo omologo, modulerebbe il recedore stesso grazie proprio alla sua infinitesimalità. 34

L approccio organoterapico UTILIZZAZIONE L organo deve essere ancora reaavo. Aavità trifasica dipendente dalle dinamizzazioni (valida sopradudo nelle endocrinopa+e): 4CH PER STIMOLARE 7CH PER EQUILIBRARE 9CH PER INIBIRE Somministrazione in fiale bevibili, supposte, granuli. 35

L approccio organoterapico TERAPIA EUTIROIDISMO Tiroide 7CH TSH 7CH IPOTIROIDISMO Tiroide 4CH TSH 4CH o 7CH IPERTIROIDISMO Tiroide 9CH TSH 4CH 36

L approccio organoterapico NELLE TIROIDITI AUTOIMMUNI Una più rapida res1tu1o funzionale. Una minore incidenza di ipo+roidismo quale sequela alla patologia. Un notevole e rapido abbassamento dei livelli an+corpali (sia AbTg che AbTPO) con l uso sopradudo delle basse diluizioni (4CH). 37