LE TEORIE ORGANIZZATIVE



Documenti analoghi
Le teorie organizzative

LE TEORIE ORGANIZZATIVE

MOTIVAZIONE E SODDISFAZIONE NEL LAVORO

C.I. Diritto e psicologia

Organizzazione Aziendale

ECONOMIA E ORGANIZZAZIONE DELLE AZIENDE

le regole dell organizzazione

MOTIVAZIONE AL LAVORO

Lezione 7. La microstruttura organizzativa. Il job design e la motivazione

Lezione 10 Le teorie classiche: La Scuola delle Relazioni Umane:

MOTIVAZIONE TEORIE DEL PROCESSO

Organizzazione. Organizzazione per l innovazione 2013/2014

CAPITOLO 1. Organizzazioni e progettazione organizzativa ORGANIZAZIONE AZIENDALE. Lezione 1 Organizzazioni e progettazione organizzativa

Organizzazione Aziendale Gli attori Organizzativi

Lezione 2. La motivazione al lavoro: bisogni e processi (Cap. 2 - Decastri, 2016) Università Tor Vergata Anno Accademico 2016/2017

ANALISI DELLE POSIZIONI

Persone, motivazioni e competenze

La motivazione al lavoro. Modulo: Individuo e organizzazione

Organizzazione Aziendale

Lezione 2. Le persone: il comportamento e le competenze (parte seconda) (Cap. 1 - Decastri, 2016)

MOTIVAZIONE E SODDISFAZIONE NEL LAVORO

Lezione 10. Motivazione. Università Tor Vergata

Silvia Bagdadli. Olbia, 14 Giugno 2013

Corso di Rivalidazione manageriale

Teorie organizzative, relazioni inter-organizzative e ambiente

Evoluzione delle teorie organizzative

Evoluzione delle teorie organizzative

Paola Magnano

La motivazione. (Parte prima) Stefano Consiglio

Agire sulla percezione del rischio per l adozione di comportamenti sicuri. Fabiana Gatti

Organizzazione Aziendale: tra teoria e pratica

Il modello di Thompson. La microstruttura organizzativa. Il job design e la motivazione

LA VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI E DELLE POSIZIONI COME SUPPORTO GESTIONALE PER LA VALORIZZAZIONE DEGLI INDIVIDUI E LO SVILUPPO DELL ORGANIZZAZIONE

Corrado Gatti, Antonio Renzi, Gianluca Vagnani, L impresa. I fondamenti. Copyright 2016 McGraw-Hill Education (Italy) srl

La relazione persona-organizzazione: il commmitment. Gianni Maria Strada Corso di sistemi organizzativi

La gestione per competenze

Lezioni 11 e 12 L analisi e la progettazione dei sistemi organizzativi

Lezione 12. Differenziazione e integrazione (Cap. 6 (2): pp , Decastri 2016)

Innovazione e risorse umane: Concetti e relazioni fondamentali. Pratiche di gestione risosre umane. Strategie competititive dell'impresa

Le metafore organizzative

Contributi di fondazione

Il comportamento del consumatore. Agenda

LA RISORSA UMANA COME VARIABILE. l elemento cruciale

La soddisfazione lavorativa

Job Design. Elementi essenziali della progettazione del lavoro secondo il classico approccio del JOB CHARACTERISTCS MODEL

Management dell Innovazione Tecnologica

Economia e gestione delle imprese. Funzione di conduzione del personale 03/05/2018 Francesca Cabiddu Università degli Studi di Cagliari

Iso Iso /02/2004 ing.gestionale

Lezione 5. L organizzazione micro: ruoli e processi

Management delle risorse umane

PSICOLOGIA COGNITIVA. Gaia Vicenzi - Psicologia Cognitiva

Il controllo economico e il ruolo del budget: aspetti organizzativi

IL MODELLO CAF GENERALITA E STRUTTURA

Le scelte di progettazione strutturale

Gestione e organizzazione aziendale le strutture organizzative per l'internazionalizzazione

Condizioni di efficacia del lavoro di gruppo

FRONTIERA del CAMPO REGIONI. CONFINI delle REGIONI DIREZIONE, FORZA, VALENZA. Campo di Lewin 2

Corso di Organizzazione Aziendale

ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE LA FUNZIONE ORGANIZZATIVA PROF.SSA MIRELLA MIGLIACCIO

CONTRATTO PSICOLOGICO

ORGANIZZAZIONE E MANAGEMENT DELLE IMPRESE COOPERATIVE «Modulo Configurazioni Organizzative» A cura di: Alessandro Hinna

Progettazione della microstruttura (seconda parte)

Clima organizzativo/ Cultura. Prof.ssa Ernestina Giudici

INDICE. Prefazione... Pag. XIII CAPITOLO 1 LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA: UN INQUADRAMENTO

La Psicologia sociale di Kurt Lewin

CAPITOLO CAPIT Organizzazioni e Teoria ganizzazioni e T Organizzativa

Scientificare l azione manageriale

Intervento: Paolo Gubitta PROGETTARE UN SISTEMA PREMIANTE EFFICACE

Unità didattica 1 Formazione, funzionamento, strutture delle organizzazioni. Organizzazioni e soggetti. Le organizzazioni come sistemi cooperativi

LA MOTIVAZIONE DEI COLLABORATORI

Progettazione della microstruttura - prima parte -

Significati del termine organizzazione

Progettazione della mesostruttura: la specializzazione orizzontale (parte seconda)

L assetto organizzativo dell azienda

Capitolo VII. La struttura operativa

La gestione delle risorse umane

Capitolo IV. L impresa sistema vitale e la complessità

Le parti dell organizzazione

Corso di Analisi e Contabilità dei Costi

ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE

Paolo Depaoli. Supporti alle lezioni basate sul capitolo 8 del testo «La progettazione organizzativa» (a cura di Franco Isotta)

Gestione delle carriere: ricerca, selezione, coaching e training delle persone

Kuhn Non esiste una conoscenza assoluta, esistono i paradigmi (insiemi di teorie, regole, procedure, accettate da una comunità scientifica), soggetti

C.so di Laurea STAG O (S.Severo)

INDICE CAPITOLO PRIMO IL PENSIERO SISTEMICO

VALORI, ATTEGGIAMENTI, BISOGNI, CAPACITA E SODDISFAZIONE LAVORATIVA

Il controllo di gestione è un processo di monitoraggio diretto a. degli obiettivi programmati

Indagine conoscitiva sul livello di. BENESSERE ORGANIZZATIVO Della CAMERA DI COMMERCIO DI VERONA Edizione 2016

Flavio Servato Docente di Economia Aziendale, Facoltà di Giurisprudenza Università di Torino

IL SIGNIFICATO DI CLIMA ORGANIZZATIVO. Andrea Di Lenna 8 giugno 2010

La progettazione organizzativa. Tecnica Industriale e Commerciale 08/09

Capitolo 3 L organizzazione e i suoi ambienti

Stress e dintorni. Dott. Francesco Cardamone. Pescara, 6 marzo 2010

Transcript:

UNIVERSITÁ DI CATANIA ------- Corso di laurea in Scienze e tecniche psicologiche (Enna) (A.A. 2006-2007) Corso di PSICOLOGIA DEL LAVORO Prof. G. SANTISI LE TEORIE ORGANIZZATIVE 1

Le teorie organizzative: Gli obiettivi Come Quando Perché Si spiegano e si prevedono comportamenti organizzativi 2

Le teorie organizzative: Quali teorie studiamo? non tutte non la loro evoluzione (cioè la storia del pensiero organizzativo) Ma alcuni punti o teorie significative Dal punto di vista storico Dal punto di vista teorico Dal punto di vista delle ricadute progettuali e/o d intervento 3

Le teorie studiate: Le teorie classiche Le teorie contingenti Le teoria dell azione organizzativa Le teorie motivazionali 4

5 LE TEORIE CLASSICHE

Le teorie classiche 6 L organizzazione scientifica del lavoro (OSL) (Taylor) La teoria della direzione amministrativa (TDA) (Fayol, Gulick, Urwick) La teoria burocratica (Weber) I PUNTI IN COMUNE: il ricorso alla scienza la ricerca di soluzioni ottime e universali l assoluta priorità degli aspetti formali la metafora della macchina

L organizzazione scientifica del lavoro: Taylor l OSL come completa rivoluzione mentale (il progetto sociale) l OSL come insieme di principi l OSL come insieme di meccanismi l OSL come base per la produzione di massa 7

1. L OSL come completa rivoluzione mentale preoccuparsi non della divisione del surplus ma del suo aumento sostituire alle opinioni, alla conoscenza individuale e alle regole empiriche la conoscenza scientifica 8

2.1 - L OSL come insieme di principi sviluppo della scienza i metodi lavorativi le cause che esercitano influenza sulle persone selezione e addestramento scientifico dei lavoratori e loro sviluppo mettere insieme scienza e lavoratori intima e costante collaborazione fra direzione e lavoratori 9

2.2 - L OSL come insieme di principi I principi sono configurabili nei seguenti slogan: one best way: la via ottimale per raggiungere l utilizzo efficiente del lavoratore per un produzione efficiente dell impresa; the right man to the right place: l uomo giusto a posto giusto, enfatizzando le attitudini all espletamento di particolari mansioni; differential rates: l applicazione di tariffe differenziali del salario rispetto alla efficace realizzazione del compito assegnato all addetto (strumento, in altre parole, attraverso il quale si applicava per la prima volta la logica del cottimo individuale attraverso la corresponsione di un bonus, in luogo del cottimo di squadra, spesso fonte di inefficienza). 10

3. L OSL come insieme di meccanismi Sono la dimensione più tecnica e operativa dell OSL Studio scientifico dei metodi lavorativi Utilizzo del cronometro task management: separazione tra progettazione ed esecuzione Diversa divisione del lavoro fra direzione e lavoratori struttura funzionale principio di eccezione: razionalizzazione del lavoro attraverso l eliminazione dei tempi morti e superflui 11

4.1 - Struttura funzionale Struttura gerarchica semplice Direttore Generale Direzione ALFA Direzione BETA Direzione GAMMA Direzione ZETA 12

4.2 - Struttura funzionale Struttura funzionale semplice Direttore Generale Direzione Progettazione (Funzione) Direzione Produzione (Funzione) Direzione Acquisti (Funzione) Direzione Vendite (Funzione) Unità 13

4.3 - Struttura funzionale Struttura GERARCHICO-FUNZIONALE Direttore Generale Direzione Personale (Staff) Direzione Contabilità (Staff) Direzione Produzione (Funzione) Direzione Vendite) (Funzione) Direzione Autoveicoli Direzione Moto Direzione Rete commerciale Direzione Assistenza Vendita Sviluppo Prodotti Meccanica ed applicazioni 14

5. L organizzazione scientifica del lavoro: le critiche Applicazioni vs. idee parcellizzazione carenze motivazionali assenza della dimensione sociale sfruttamento antisindacalismo Applicabilità del metodo scientifico 15

16 LE TEORIE CONTINGENTI

Le teorie contingenti: le caratteristiche principali il riferimento alla teoria dei sistemi l affermazione che l organizzazione deve adattarsi alle caratteristiche della situazione 17

Le teorie contingenti: le caratteristiche dei sistemi apertura all ambiente entropia/entropia negativa omeostasi struttura e funzione differenziazione e integrazione varietà necessaria equifinalità 18

Le teorie contingenti: l adattamento alle contingenze Situazione Organizzazione Performance alta bassa 19

Le teorie contingenti: le principali scuole il tipo di fattore contingente ambiente tecnologia strategia dimensione 20

Ambiente: la teorizzazione di Burns e Stalker l organizzazione (sistema di direzione) dipende dal dinamismo dell ambiente tasso di cambiamento tecnico mercato sistema meccanico sistema organico 21

Ambiente: il Sistema meccanico e organico di Burns e Stalker Sistema meccanic o Sistema organico divisione del lavoro micro alta bassa divisione del lavoro macro input output coordinamento gerarchia mutuo aggiustamento formalizzazione responsabilità alta particolari bassa globali accentramento alto basso stile di direzione autoritario partecipativo controllo gerarchico sociale/obiettivi condivisi comunicazioni verticali/ordini orizzontali/istruzioni base della gerarchia posizione competenza/informazione cultura obbedienza/lealtà obiettivi aziendali e sviluppo 22

Le teorie contingenti: le critiche il riduzionismo nello studio delle relazioni fra contesto e organizzazione la scarsa attenzione ai processi di cambiamento per realizzare l adattamento la passività della relazione fra contesto e organizzazione 23

Il contributo di Child (1) La TCO afferma che i fattori contingenti determinano la struttura, perché l adattamento è la condizione per il successo MA: la correlazione statistica non dimostra la direzione della relazione la TCO non vede le scelte compiute da chi ha il potere di indirizzare l organizzazione (la coalizione dominante) 24

Il contributo di Child (2) l organizzazione è il risultato di un processo politico, nel quale la coalizione dominante) opera una scelta strategica: ambiente standard di performance 25

26 LA TEORIA DELL AZIONE

La teoria dell azione: Le concezioni di organizzazione l organizzazione è predeterminata rispetto agli attori versione delle teorie classiche versione della teoria dei sistemi l organizzazione è espressione solo di persone (interazioni, costruzione sociale) l organizzazione è un processo di azioni e di decisioni 27

Barnard (1): Efficacia ed efficienza organizzativa efficacia: misura in cui l organizzazione raggiunge i propri obiettivi efficienza: misura in cui si soddisfano le motivazioni individuali (dei membri contributori) garantendosi i contributi personali necessari equilibrio contributi-incentivi 28

Barnard (2): Dimensione Formale e informale insieme dei contatti e delle interazioni personali e il connesso formarsi dei gruppi l informale spesso precede il formale l informale facilita il funzionamento dell organizzazione formale 29

Barnard (3): l autorità e la dicotomia non obbedienza-obbedienza è il carattere di una comunicazione, in virtù del quale un membro accetta che determini la sua azione, e cioè che fissi ciò che fa o che non fa Esistono condizioni soggettive condizioni oggettive Dell autorità 30

Barnard (4): La zona di indifferenza dell autorità È la zona in cui un soggetto è disposto ad assumere come premessa decisionale una comunicazione autoritativa È la zona in cui contributi e incentivi (materiali e immateriali) sono percepiti in equilibrio zona di indifferenza ordini chiaramente inaccettabili soglia di accettabilità ordini indiscutibilmente accettabili 31

Simon (1): Il processo decisionale giudizi di fatto: valutazioni empiriche verificabili giudizi di valore: valutazioni etiche e ottative non verificabili o falsificabili catena mezzi-fine F M F M 32 razionalità limitata F M

Simon (2): I meccanismi di influenza divisione del lavoro procedure autorità comunicazioni non autoritarie (persuasione e suggerimenti) sistemi informativi addestramento e indottrinamento 33

34 LE TEORIE MOTIVAZIONALI

La motivazione: una definizione è una delle determinanti della prestazione M = D (direzione) x I (intensità) x P (persistenza) insieme di forze che a livello individuale contribuiscono a determinare il livello dello sforzo ad agire, la sua persistenza e la direzione 35

La motivazione: I modelli o le teorie teorie del contenuto (che cosa sono i bisogni) Maslow (la gerarchia dei bisogni) McClelland (achievement, potere) Herzberg (fattori igienici e motivanti) teorie del processo (relative al collegamento/i fra bisogni e comportamento) aspettativa-valenza goal setting equità percepita cittadinanza organizzativa 36

I modelli del contenuto a confronto IL MODELLO DI MASLOW AUTOREALIZZAZIONE STIMA APPARTENENZA SICUREZZA BISOGNI FISIOLOGICI IL MODELLO DI HERZBERG FATTORI MOTIVANTI Achievement Crescita Responsabilità Carriera Riconoscimento FATTORI IGIENICI Supevisione Relazioni Sicurezza Condizioni di lavoro IL MODELLO DI McCLELLAND ACHIEVEMENT POWER AFFILIAZIONE 37

I modelli orientati al contenuto: le implicazioni sulla progettazione I modelli contenutistici rivelano due importanti implicazioni: Orientano l attenzione dal contesto organizzativo al contenuto del lavoro Favoriscono interventi sulle mansioni (rotazione, allargamento, arricchimento) 38

La motivazione: i modelli orientati al processo I modelli processuali sono orientati all analisi: delle relazioni tra bisogni e comportamento org.vo comprensione e previsione di determinati esiti del rapporto tra persona e contesto lavorativo Le teorie processuali puntano l attenzione verso particolari fenomeni e processi psicologici che svolgono una funzione di mediazione tra queste due dimensioni 39

La dinamica dello scambio lavorativo (George e Jones, 1999) input prestazione Output Sforzo Impegno Tempo Esperienza Competenza Disciplina Altro Quantità di lavoro Qualità del lavoro Effetti del lavoro sulla persona Altro Stipendio Sicurezza Benefit Soddisfazione Prospettive di carriera Riconoscimenti sociali (Risorse variabili) (contesto delle azioni) (risultati attesi) 40

I modelli processuali: la teoria dell aspettativavalenza (Vroom) (1) La teoria dell aspettativa-valenza rivela un approccio sostanzialmente fondato sulla dimensione della scelta cognitiva 41 L attenzione è puntata sui meccanismi di elaborazione della condotta lavorativa, in funzione di alcuni quesiti: Quanto è desiderabile un certo risultato e come posso ottenerlo? Cosa devo fare per ottenere un certo risultato in funzione di quali e quanti investimenti personali? Che probabilità ho di ottenere determinati risultati che mi aspetto a fronte di un determinato impegno?

I modelli processuali: la teoria dell aspettativavalenza (Vroom) (2) Il modello di Vroom è caratterizzato dall azione di tre dimensioni: L aspettativa (E) = (probabilità soggettiva) è la percezione di quanto lo sforzo o l impegno verso una prestazione possa condurre alla ricompensa attesa La valenza (V) = esprime la desiderabilità e l attrattiva di un certo risultato, ossia il valore positivo (soggettivo) attribuito dalla persona ai diversi possibili risultati attesi dalla prestazione La strumentalità (I) = esprime la relazione percepita tra qualità e quantità della prestazione e la ricompensa attesa: quanto un lavoratore crede che la sua prestazione influenzerà il risultato 42

I modelli processuali: la teoria dell aspettativavalenza (Vroom) (3) Le tre variabili sono legate da un relazione funzionale talmente stretta da rendere nullo il livello motivazionale se si rivela nulla una delle tre variabili: M = V x I x E 43 Si presume che la persona compia decisioni consapevoli finalizzate a massimizzare i risultati attesi (ossia opta per il comportamento che massimizza il valore atteso)

Il modello motivazione/prestazione di Porter e Lawler (1968) Valore attribuito ai ricavi Impegno Sforzo Abilità Prestazion e Percezione equità dei ricavi Ricavi intrinseci 44 Percezione di ruolo Aspettativa: percezione della probabilità che il rapporto sforzo/ricavi sia positivo Ricavi estrinseci Soddisfazione

Teoria aspettativa-valenza: Implicazioni per incrementare l'aspettativa sulla performance aumentare la consapevolezza dell'individuo di poter conseguire una performance, fornendo il necessario training, assicurando tempi e risorse necessarie al conseguimento, richieste chiare; per incrementare l'aspettativa sull'outcome: incrementare la sicurezza che ad una data perfomance ne consegue una ricompensa, ad esempio misurando la performance, fissando criteri di valutazione o definendo sistemi di incentivazione sui risultati; 45 per incrementare la valenza: incrementare il tipo di ricompense aderenti con i bisogni espressi dagli individui, ad esempio individualizzando i sistemi retributivi.

Teoria aspettativa-valenza: Le critiche e le revisioni Rivela due ordini di critiche: vengono sottovalutate: le ricompense e le motivazioni intrinseche - azioni - bisogno di achievement le capacità razionali (soprattutto in relazione ai limiti della razionalità) 46

La teoria del Goal setting (1) La teoria del Goal setting nasce come vera e propria tecnica motivazionale all interno del MBO. Presupposto: modello dello sviluppo org.vo (OD) gli obiettivi ben specificati permettono prestazioni adeguate gli obiettivi difficili ma realizzabili permettono migliori prestazioni Il coinvolgimento sugli obiettivi migliora la prestazione Il feedback di colleghi e supervisori influenza il livello di motivazione 47

La teoria del goal setting (2) La definizione degli obiettivi e del relativo contenuto assume un ruolo importante nell avviare e sostenere il processo motivazionale Contenuto degli obiettivi prestazione motivazione attivazione 48 L ATTORE INDIVIDUALE E IL COMPORTAMENTO ORGANIZZATIVO difficoltà degli obiettivi

La teoria del goal setting (3) - Partecipazione alla definizione obiettivi - Capacità percepita - Incentivi finanziari 49 OBIETTIVI: grado di difficoltà grado di specificità grado di accettazione gradi coinvolgimento Direzione Intensità Persistenza Strategie Prestazione Conoscenza dei risultati

La teoria dell equità percepita (1) (Adams, 1963) - La teoria dell equità percepita si fonda su meccanismi di valutazione comparativa che un lavoratore opera rispetto ad altri soggetti o credenze a cui assegna particolare valore livelli di aspirazione confronto con impieghi alternativi confronto con ciò che ricevono altri in attività simili equità della distribuzione delle ricompense fra attori cooperanti equità del processo di definizione delle ricompense 50

L equità percepita (2) Non equità: risultato di uno squilibrio percepito in senso negativo o positivo Conseguenze: modifica degli input o dei risultati: può verificarsi un abbassamento del livello di qualità/quantità della prestazione modifica dei referenti del confronto sociale: per precisare meglio il confronto tra input ed esiti lavorativi modifica delle percezioni di reciprocità: riconsiderare il valore e l intensità di input ed output lavorativi cambiamenti reali o psicologici 51

L equità percepita (3) Le possibili risposte al giudizio di iniquità: cambiare il livello dei contributi offerti cambiare i risultati modificare gli oggetti di comparazione cambiare la percezione del proprio rapporto contributi-incentivi cambiare la percezione del rapporto contributi-incentivi di altri uscire dalla relazione 52

La cittadinanza organizzativa (Quaglino) Tende ad analizzare i comportamenti (nel contesto organizzativo) discrezionali e non prescritti direttamente dal ruolo e dalle norme organizzative particolarmente favorevoli verso l organizzazione e di grande importanza ai fini dell efficacia organizzativa basati sullo scambio sociale 53

Il Comportamento di Cittadinanza Organizzativa Scambio sociale si basa sulla fiducia e sul rispetto della norma di reciprocità azioni volontarie che si basano sull aspettativa di ottenere in cambio dei ritorni dai destinatari dell azione originaria I soggetti destinatari organizzazione-management supervisore colleghi 54

Tipo di CCO e tipo di destinatario CCO diretti all organizzazione coscienziosità virtù civica sportività CCO diretti all individuo altruismo cortesia Fiducia nel management Fiducia nel supervisore Fiducia nei colleghi 55

LA MOTIVAZIONE IN SINTESI l individuo e l organizzazione L individuo I bisogni e la loro percezione Il processo di valutazione individuale Lo scambio L organizzazione La prestazione richiesta Il processo di definizione degli obiettivi e di assegnazione delle ricompense 56 Comportamento individuale Incentivi ad agire

Il comportamento organizzativo Insieme di azioni e decisioni messe in atto da attori organizzativi 57 la corrispondenza fra attori e attività (divisione del lavoro) può essere vista come assunzione di diritti e di impegni reciproci finalismo e libertà del comportamento organizzativo individuale criteri di valutazione tra comportamenti alternativi comportamento come oggetto di una relazione di scambio economico e sociale e psicologico contratto psicologico

Il contratto psicologico: alcune parole chiave La genesi della nozione di contratto psicologico (Argyris, 1960; Schein, 1965): Parole chiave (Schein): interscambio, definizione e realizzazione di aspettative reciproche convinzioni di giustizia ed equità effetti sul comportamento organizzativo (di ruolo ed extra-ruolo) 58

La formazione del contratto psicologico Insieme di credenze circa gli obblighi reciproci, che si formano in base a (Rousseau,1998): promesse esplicite; interpretazioni e inferenze; apprendimento per osservazione o imitazione; attenzione all eccessiva soggettività di tali credenze se non si considerano gli accordi, gli effetti della negoziazione ecc. (Guest, 1998) 59

Natura e funzioni del contratto psicologico a) aumentare i legami tra individuo e organizzazione b) ridurre l incertezza organizzativa (adeguate rappresentazione dei ruoli) c) aumentare la percezione di poter contare nell organizzazione d) autoregolare gli investimenti personali nell organizzazione (commitment e comportamenti extraruolo, come nuove forme motivazionali ) 60

I contenuti del contratto psicologico Contenuti oggetto di promessa: obblighi organizzativi (ricavi, informazioni sullo sviluppo, condizioni di lavoro favorevoli ) b) obblighi del lavoratore (efficacia, efficienza, onestà, lealtà, rispetto, impegno ecc.) 61

La rottura del contratto psicologico Per inadempienza Per violazione (in cui si rileva ampiezza maggiore di effetti soggettivi di tipo emozionale: disappunto, risentimento, rabbia, percezione di tradimento) Le possibili cause della rottura del contratto: l insoddisfazione lavorativa modifiche in negativo del coinvolgimento e dell impegno modifiche del sentimento di appartenenza e dei comportamenti di cittadinanza organizzativa 62

Conclusioni 63 Rilevanza della nozione di contratto psicologico, anche in relazione ai cambiamenti delle relazioni di lavoro, dovuti alla flessibilità occupazionale Esigenza di un nuovo equilibrio tra relazioni collettive e relazioni individuali nei contesti di lavoro (effetti sui processi di sindacalizzazione e sulla rappresentanza dei lavoratori) Possibili conseguenze rischiose sulla protezione sociale e la gestione delle risorse umane