3) LE DOMANDE E I BISOGNI SOCIALI DELLA POPOLAZIONE



Documenti analoghi
5 La popolazione disabile

Le strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie nella provincia di Piacenza

Realizzazione a cura di Vittorio Rossin. Assessore alla Statistica Egidio Longoni. Dirigente dell Ufficio Statistica e Studi Eugenio Recalcati

ALLEGATO 1 BANDO DI GARA PER LACREAZIONE DI UNA SHORT LIST DI FORNITORI DI SERVIZI DI CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO DELLE DONNE

Un cane per amico. Titolo: Attività da realizzare

La valutazione come occasione di confronto per la programmazione del Piano di Zona. Giovanni Bertin

Indagine e proposta progettuale

C I T T A D I E R I C E PROVINCIA DI TRAPANI

PASSO DOPO PASSO. Progetti per il Reinserimento sociale e lavorativo di persone appartenenti a categorie fragili

REGOLAMENTO PER PRESTAZIONI DI ASSISTENZA DOMICILIARE, TRASPORTO SOCIALE E TELESOCCORSO

NOTE DI COMMENTO AI DATI DEGLI INTERVENTI DELLA FONDAZIONE ANTIUSURA: DAL 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE 2006

Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014

I SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI IN PROVINCIA DI TRENTO

ASSOCIAZIONE ONLUS CERCHI D ONDA

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 DEL

Centro Polifunzionale di Gavirate. Centro di Accoglienza di Cittiglio. Fondazione FELICITA MORANDI. Associazione IL PASSO onlus

Il Centro Sociale Residenziale

Area Persone Anziane. Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS

I processi decisionali all interno delle coppie

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, ,3 83,1 77,7 27,6 16, anni anni anni.

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, aprile

Criteri di selezione del collettivo e definizioni

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI TRASPORTO SOCIALE

Alcuni dati sui servizi educativi a favore dei minori stranieri

SCHEDA PROGETTO CASA/ALLOGGIO PROVINCIA DI SASSARI (14/05/2015)

PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA

Il disagio economico delle famiglie

AZIONI DEL SUCCESSO FORMATIVO

REGOLAMENTO PER LE PROCEDURE DI ACCESSO ALLE PRESTAZIONI SOCIALI AGEVOLATE TITOLO I DISPOSIZIONI GENERALI

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori.

UNA CASA SPECIALE per l accoglienza di famiglie con bambini che necessitano di cure sanitarie presso l ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma

PRESENTAZIONE PROGETTO

Progetto Diocesano TALITA KUM CARITAS DIOCESANA CALTAGIRONE CALTAGIRONE 4 OTTOBRE 2013 SEMINARIO ESTIVO H. 18,30

RSA Provincia di Milano

AZIONI DI PROMOZIONE, FORMAZIONE E SOSTEGNO PER L AFFIDAMENTO e LA SOLIDARIETA FAMILIARE

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle

Gli interventi di contrasto delle povertà in Sardegna

ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO. SETTORE e Area di Intervento: SETTORE A ASSISTENZA AREA 02 MINORI 06 DISABILI

SERVIZI E INTERVENTI SOCIALI PER BAMBINI, RAGAZZI E FAMIGLIE

STRATEGIE E METODI PER L INNOVAZIONE DIDATTICA E TERRITORIALE

Area Infanzia, Adolescenti, Giovani, Famiglia. Assistenza domiciliare socio-educativa per minori LIVEAS

1 - CODICE PROGETTO CENTRO DI DOCUMENTAZIONE PROVINCIALE SULL IMMIGRAZIONE 2 - TIPOLOGIA DI INTERVENTO/AREA FUNZIONALE DEL PPL

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ;

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato LIVIA TURCO

Stato di attuazione: Aspetti critici, positivi ecc. N. soci coinvolti N. e tipologia delle attività realizzate

COMUNE DI MASSAFRA. C.A.S.A. Custodia e Assistenza Sociale per Anziani

COMUNE DI CASTELFRANCO VENETO

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

Un esperienza Servizio di Assistenza Domiciliare ai Minori creare legami per innescare

SCUOLA PRIMARIA STATALE 3 CIRCOLO G. CAIATI

PROGETTO ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI

INDIRIZZI ATTUATIVI DEL PROGETTO IMMIGRAZIONE BUONE PRASSI PER L AREA FIORENTINA, MODULO IMMIGRATI E LAVORO DI CURA ) PREMESSA

SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN

Tab. 1 Servizi per macro aree di assistenza nella diocesi di Milano

REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE ANZIANI

Attività del Centro di ascolto Caritas per italiani

Organizzazione dei Servizi Sociali. Sono i due capisaldi posti alle fondamenta della società occidentale come oggi la conosciamo.

CHE COS E L AUTO MUTUO AIUTO

Programma di sviluppo della partecipazione comunitaria alla definizione del PlUS 2016/2018

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI

GIOVANI STRANIERI IMMIGRATI A ROMA

LE FAMIGLIE DI NASCITA

Area Disabilita. Assistenza scolastica per l autonomia e la comunicazione dei disabili LIVEAS

COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania. Regolamento per l affidamento familiare dei minori

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE SBROLLINI, SCUVERA

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze

Regione Lombardia ti aiuta ad acquistare o a ristrutturare il tuo primo alloggio

Progetto Comes, sostegno all handicap

Corso di laurea in servizio sociale Sede di Biella Anno accademico Prof.ssa Elisabetta Donati Lezione n. 6

Il documento viene adeguato sulla base delle evoluzioni regolamentari e normative disposte dalle istituzioni competenti ai vari livelli.

I molteplici aspetti delle fragilità familiari. Graziella Giovannini

Città di Ispica Prov. di Ragusa

Piano di Zona La formazione per i volontari La rete sociale Servizi di Assistenza Domiciliare

La mediazione sociale di comunità

Il progetto di vita: qualità oltre la scuola

REGOLAMENTO SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI

Famiglie. Evoluzione del numero di famiglie residenti in Toscana

I redditi 2012 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna. Alcune disuguaglianze fra generazioni, generi, nazionalità e territori

Approvato con deliberazione del C.d.A. n. 1 del

Il nuovo Isee (DPCM 159/2013) e la non autosufficienza

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45

1. PROGRAMMA INVECCHIAMENTO ATTIVO

SCHEDA DI RILEVAZIONE

IL DISEGNO DI VALUTAZIONE ADOTTATO

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

Le attività della Fondazione si suddividono in due macro aree di intervento:

REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE DISABILI

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

Lo sportello Unico Socio Sanitario Integrato Servizi Domiciliari

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE

Educando nelle Province di Bergamo e Brescia

Immigrazione e salute in Italia e. Serena Piovesan CINFORMI Centro informativo per l immigrazione (PAT)

AZIONI A SOSTEGNO DELLE POLITICHE DI CONCILIAZIONE TRA FAMIGLIA E LAVORO

SCHEDA SOCIALE. DESTINATARIO DELL INTERVENTO Cognome Nome Nato a il / / Sesso

NORD VENETO CENTRO LAZIO SUD CALABRIA

I. P. S. S. S. E. DE AMICIS METODOLOGIE OPERATIVE

ASSISTENZA DOMICILIARE EDUCATIVA

CITTA DI BASSANO DEL GRAPPA Medaglia d Oro al Valor Militare. Area 1^ -Amministrativa - Economico finanziaria Risorse Umane

Transcript:

3) LE DOMANDE E I BISOGNI SOCIALI DELLA POPOLAZIONE A cura di Elena Scala, Letizia Saggese e Rosalba Toli 3.1 Cosa si intende per domanda, bisogno e problema per un cittadino e per una comunità La crescente complessità dei contesti in cui il Servizio Sociale si trova ad operare rimanda ad una domanda sociale sempre più articolata e complessa, ma non sempre chiara e consapevole, che richiede una competenza nell ascolto e nella valutazione dei bisogni espressi dalla cittadinanza. E forte, quindi, la necessità di un attenta lettura e decodifica della domanda e di una prima valutazione condivisa con il cittadino per orientarlo e sostenerlo nel suo percorso di autonomia e per il superamento delle difficoltà che esprime. Un ulteriore aspetto del lavoro sociale è l uso condiviso di informazioni, di raccolta dati sull utenza necessari per monitorare la domanda sociale e per conoscere i bisogni del territorio. (Articolo: Ugo De Ambrogio, Ariela Casartelli Il Segretariato Sociale tra il dire e il fare n. 9/2009 Prospettive Sociali e Sanitarie) Questa visione del lavoro sociale richiama la necessità di avviare un percorso di progettazione partecipata, così come previsto dalla legge 328/2000, che vede coinvolti soggetti diversi, quali il Municipio, la ASL, le scuole, il privato sociale, il terzo settore, il volontariato e i cittadini, a collaborare per affrontare le problematiche sociali presenti nel territorio e per costruire servizi rispondenti ai problemi della comunità, come anche la necessità di sviluppare letture della realtà, di attivare uno sguardo multiprospettico e multicausale capace di valorizzare, oltre alle conoscenze tecniche, anche i saperi meno formali presenti nei contesti sociali. passare da una elencazione dei bisogni ad una osservazione e lettura della realtà, che permetta di identificare e rappresentare i problemi. I problemi, a differenza dei bisogni, non sono fenomeni che riguardano i singoli soggetti, bensì fenomeni relazionali; come tali si determinano nelle relazioni tra soggetti e sono delle costruzioni sociali che favoriscono il riconoscimento degli stati di bisogno. Rimettere al centro la comunità sociale, nelle sue varie articolazioni, sia nella individuazione e lettura dei suoi problemi, sia nella ricerca e nella individuazione delle soluzioni, in collaborazione con le istituzioni. In questa nuova ottica cambia l oggetto di lavoro: dai bisogni ai problemi. Il bisogno inteso come una necessità, una mancanza, il cui soddisfacimento è sentito come indispensabile per la sopravvivenza e appartiene al soggetto che lo manifesta. Il problema è una situazione che determina stati di sofferenza e/o disagio, percepita come discrepante da una condizione desiderata, è una situazione in cui sono presenti criticità e risorse determinata dalla relazione tra soggetto e realtà in cui si vive, esiste in quanto socialmente riconosciuta, appartiene alla comunità che lo riconosce. Contemporaneamente occorre attivare processi condivisi in cui costruire delle realtà possibili.. occorre rivalutare la capacità di immaginare e di far immaginare scenari futuri, realistici e possibili, capaci di intravedere una realtà diversa raggiungibile e migliore..per valorizzare le differenze e promuovere reti relazionali. (articolo Marco Brunod Aspetti metodologici nella progettazione partecipata Animazione Sociale n.1/2004). 3.2 Analisi dei bisogni per aree target in relazione ai dati del Piano cittadino In questi paragrafi si intende presentare un analisi di contesto, confrontando la realtà delle persone residenti nel Municipio 19 che presentano diversi tipi di fragilità, con la realtà cittadina (fonte dati: Piano Regolatore Sociale 2011 2015 di Roma Capitale e Documenti di sintesi allegati). Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 99

Si rimanda invece al cap.5 per un analisi più approfondita dei dati relativi agli utenti che si sono rivoltial Servizio Sociale Municipale presentando un bisogno relativo ad una o più delle aree analizzate e portatori di una precisa richiesta di assistenza. a) Analisi dei bisogni relativi all area Povertà e disagio sociale In una società complessa e altamente differenziata, la povertà si presenta come un fenomeno sfaccettato, variegato nelle sue cause e nei suoi effetti. Prima di addentrarsi in un analisi dei bisogni relativi a quest area di disagio è fondamentale esplicitare cosa si intende per povertà. Per partire da una definizione condivisa si fa riferimento a quella scelta dal Gruppo di Lavoro 1 Povertà, disagio ed emergenze sociali : povertà quale condizione di difficoltà impreviste o improvvise, anche non eccessivamente critiche, che però fa scivolare verso percorsi di progressivo impoverimento economico e relazionale, fino a compromettere in modo irreversibile le personali capacità di inserimento sociale e di sopravvivenza fisica e mentale. Una povertà quindi non in senso relativo, bensì connotata da elementi strutturali e persistenti che si manifesta e si concretizza come una povertà economica, da reddito insufficiente per la sopravvivenza. In realtà accanto a fattori strettamente legati alla dimensione economica della vita degli individui, se ne possono individuare altri che riguardano il tessuto relazionale, la struttura e il ciclo di vita familiare, le aspettative e i bisogni inerenti la qualità della vita. Inoltre la povertà non è una condizione statica, bensì una situazione che si aggrava nel tempo, un processo che si configura come un circolo vizioso attivato dai comportamenti che vengono messi in campo e che finiscono con il rafforzare le cause e sommare alle cause originarie di deprivazione nuove condizioni di disagio. A fronte di questa definizione complessa e condivisa si utilizzano poi, per descrivere il fenomeno, indicatori prettamente economici; in questo modo viene definita povera una famiglia di due persone il cui reddito è inferiore o uguale al reddito medio pro capite del paese in cui la stessa vive. La povertà risulta sostanzialmente stabile rispetto al 2009: l'11,0% delle famiglie è relativamente povero e il 4,6% lo è in termini assoluti. La soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 992,46 euro, circa 9 euro in più rispetto alla soglia del 2009 (+1%). La povertà relativa aumenta tra le famiglie di 5 o più componenti (dal 24,9% al 29,9%), tra quelle con membri aggregati (dal 18,2% al 23%) e di monogenitori (dall'11,8% al 14,1%). La condizione delle famiglie con membri aggregati peggiora anche rispetto alla povertà assoluta (dal 6,6% al 10,4%). ( Rapporto ISTAT 2010) Ad esserne colpiti maggiormente sono quei nuclei familiari che mostrano particolari debolezze acquisite nei rispettivi corsi esistenziali, spesso caratterizzati da una posizione lavorativa stabile, ma di basso profilo occupazionale nel mercato del lavoro e non in grado di far fronte all alta pressione che il costo della vita esercita. Tra i fattori che determinano l accentuarsi di fragilità è possibile trovare anche l impoverimento delle reti di protezione sociale costituite in prima istanza dalla famiglia allargata e poi dalle Istituzioni pubbliche. Ed è proprio la progressiva incapacità delle reti familiari di essere valido sostegno e risposta nelle situazioni di difficoltà personali che spinge a programmare misure di contrasto efficaci messe in atto dalle Istituzioni. (documento di sintesi Contrasto alla povertà e all esclusione sociale ). 1 Si fa riferimento ai Gruppi di lavoro selezionati dalla Commissione di Piano, istituita per la preparazione del nuovo Piano Regolatore Sociale cittadino e finalizzati, dopo un percorso di partecipazione, alla predisposizione dei documenti di sintesi allegati al Piano. Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 100

La condizione di deprivazione materiale, anche grave, aumenta tra le famiglie in cui la perdita di occupazione ha riguardato la persona di riferimento o il partner, interessando più spesso individui con un lavoro stabile e qualificato che apportano un contributo economico più rilevante alle risorse familiari. La crisi economica agisce in un contesto caratterizzato da un modello di welfare che non appare adeguato a rispondere ai bisogni emergenti e in cui la famiglia continua a svolgere il ruolo di principale, e in molti casi unico, ammortizzatore sociale. Le reti di aiuto informale rappresentano un sostegno fondamentale per superare le difficoltà quotidiane e le fasi di vita caratterizzate da una maggiore vulnerabilità. A esse si affidano le madri lavoratrici con figli piccoli, gli anziani, le persone disabili e, più in generale, quanti sono esposti a situazioni che richiedono un sostegno più o meno rilevante in termini di impegno e durata. Le donne continuano a essere il pilastro delle reti di aiuto informale ed assorbono i due terzi delle ore dedicate agli aiuti, Ma le donne sono sempre più spesso sovraccariche di lavoro e non riescono a soddisfare, come in passato, i bisogni di cura e assistenza dei propri cari, così la rete entra in una fase di difficoltà strutturali. (Rapporto Istat 2010 da SOLE 24 ORE) Le diverse dimensioni del disagio economico vengono sintetizzate tramite due indici definiti da Eurostat: l indicatore di deprivazione materiale (che rappresenta la quota di famiglie che dichiarano almeno tre delle nove deprivazioni riportate di seguito) e l indicatore di grave deprivazione materiale(che rappresenta la quota di famiglie che dichiarano almeno quattro delle nove deprivazioni). Le nove deprivazioni considerate sono: non riuscire a sostenere spese impreviste; avere arretrati nei pagamenti (mutuo, affitto, bollette, debiti diversi dal mutuo); non potersi permettere in un anno una settimana di ferie lontano da casa, un pasto adeguato (proteico) almeno ogni due giorni, il riscaldamento adeguato dell abitazione, l acquisto di una lavatrice, di una televisione a colori, di un telefono o di un automobile. ( Rapporto ISTAT 2010) Il prevalere di indicatori di tipo economico porta a vedere nella compensazione della carenza di risorse con interventi di natura redistributiva che si configurano essenzialmente in interventi di trasferimento di reddito la risposta primaria. In realtà, a parità di reddito, gli individui usano in maniera diversa i mezzi a loro disposizione, ossia non hanno le stesse capacità di convertire il reddito in benessere. Entrano in gioco differenze di età, di sesso, di condizione socio culturale, così come abilità e disabilità specifiche oppure predisposizioni a malattie, ma anche differenze legate all ambiente, alle convenzioni e norme dello specifico contesto sociale in cui si vive, al tipo di distribuzione delle risorse all interno del nucleo familiare. Perciò, se ci si concentra esclusivamente sul reddito, si rischia di non cogliere o di sottovalutare l intensità della deprivazione. La povertà va quindi intesa come scarsità di reddito, ma anche come privazione o perdita delle capacità fondamentali di utilizzo adeguato delle risorse di cui si dispone. Programmare servizi e interventi di contrasto alla povertà vuol dire quindi tenere conto delle varie dimensioni della povertà e avviare azioni in grado di sostenere il mantenimento e/o il recupero di stati di ben essere raggiunti o perduti promuovendo le abilità sociali individuali e della comunità. Parliamo di soggetti indefiniti, uomini, donne, adolescenti, famiglie, anziani che presentano vari tipi di problematiche, non sono portatori di patologie psichiche certificate o di disabilità psicofisica(se non nel caso di persone con patologie psichiatriche) quanto piuttosto soggetti socialmente svantaggiati per le cause più differenti, diffusi su tutto il territorio municipale e non più concentrati in sacche particolari, e che solitamente presentano alcune delle seguenti caratteristiche: Perdita del lavoro o lavori precari e discontinui Alloggio inadeguato o perduto per sfratto (in prevalenza per morosità) Disagio psichico Separazione e divorzio Periodi di carcerazione più o meno lunghi Esperienze di tossicodipendenza o alcooldipendenza Assenza dei diritti minimi di cittadinanza (stranieri irregolari) Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 101

Scarse o nulle competenze tecniche lavorative, e comunque poco spendibili sul mercato Incapacità a svolgere le funzioni minime genitoriali, in caso di presenza di minori Vittime di usura Dipendenza dal gioco Solitudine in prevalenza in soggetti anziani privi di rete familiare o con rete familiare insufficiente Evasione scolastica Assenza di un compagno in caso di gravidanza, per lo più di donne immigrate Cittadinanza extracomunitaria Nomadismo Presenza di patologie invalidanti Il segnale che la persona sta lentamente degradando può venire dalla perdita del lavoro e/o di forti legami affettivi. La caratteristica principale delle cosiddette nuove povertà è proprio il riconoscimento sociale perduto, che porta persone assolutamente integrate a mettere in atto meccanismi di auto esclusione. In molti casi il disagio sociale è accompagnato dallo sviluppo di una patologia psichiatrica non evidenziata in precedenza. I fattori di rischio vengono individuati nella coesistenza di più elementi che generano vulnerabilità (perdita del lavoro, separazioni coniugali, insorgenza malattie, aumento dei componenti di un nucleo familiare, ecc), nell isolamento, nella mancanza di informazione, di risorse culturali, di competenze professionali spendibili nel mercato del lavoro, nella difficoltà a progettare /riprogettare la propria dimensione esistenziale. Esaminiamo ora alcuni dati: nel documento di sintesi Contrasto alla povertà e all esclusione sociale troviamo che su 1.163.000 famiglie della Capitale, sono 170.000 quelle che vivono una situazione di povertà economica (quasi il 15% dei residenti); risulta sempre più grave la condizione abitativa a Roma, soprattutto a causa degli elevati costi degli affitti insostenibili per decine di migliaia di famiglie; Roma è tra le città con il numero più elevato di sfratti in rapporto alla popolazione residente. Per quanto riguarda il fenomeno della disoccupazione, si fa riferimento a quanto emerso dal Rapporto Annuale ISTAT. Tra il 2008 e il 2010 il numero di occupati è diminuito di 532.000 unità; i giovani risultano essere i più colpiti da questo fenomeno e vedono ridotta la probabilità di passare da un lavoro atipico e precario a uno standard e stabile. E aumentata l occupazione a orario ridotto (part time involontario che si svolge in mancanza di lavori a tempo pieno) e a termine. La disoccupazione di breve durata si è trasformata in disoccupazione di lunga durata. Gran parte del calo dell occupazione ha riguardato le professioni qualificate e tecniche, sia per gli uomini che per le donne, colpendo in particolare il settore delle piccole imprese. A livello locale la situazione risulta meno grave solo per l incidenza dell occupazione nel settore pubblico, meno esposto al fenomeno della precarizzazione indotto dalla crisi. Paragonando questi dati con quelli raccolti nel 2010 dal servizio di Segretariato Sociale del Municipio 19, notiamo che tra le tipologie dei bisogni raccolti la necessità economica e il sostegno al reddito rappresentano il bisogno maggiormente espresso e tra le informazioni fornite quelle sui contributi economici sono in assoluto le più elevate. Il quadro macro sociale presentato, accanto a quello più specifico rappresentato dal territorio del Municipio 19, indica come amministratori e tecnici debbano porre la massima attenzione rispetto all area della povertà e del disagio sociale, sia per affrontare le emergenze sociali più rilevanti sopra descritte, sia Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 102

per agire politiche preventive, affinché un fenomeno già grave e che interessa larghe sacche della popolazione non si espanda ulteriormente andando a creare un disagio diffuso sui territori, un aumento di comportamenti devianti, un effetto contagioso sul senso di insicurezza generale, una maggiore predisposizione verso la diffidenza, la chiusura nei confronti del diverso, l emarginazione e l esclusione sociale. b) Analisi dei bisogni relativi all area Immigrazione e inclusione sociale Il documento di sintesi "Immigrazione,emergenze e processi di coesione corresponsabile evidenzia come nel territorio di Roma Capitale, secondo dati relativi al 1 gennaio 2010 dell Ufficio statistica dell Amministrazione comunale, sono residenti 320.409 cittadini stranieri con un aumento del 9% rispetto all anno precedente. Il fenomeno migratorio nel territorio è aumentato esponenzialmente in 10 anni: dal 2000 gli stranieri residenti nella capitale sono aumentati dell 89,9%. Le nazionalità più rappresentate sono: rumena, 67.366 persone, filippina 32.932, polacca 14.674, bangladese 14.039. L aumento delle famiglie straniere e dei minori stranieri che entrano nelle scuole mostrano la tendenza della popolazione immigrata romana a pensare alla propria sistemazione, adottando una vera e propria strategia di stabilizzazione strutturale. Nel P.R.S 2011 15 emerge che a Roma, nel 2007, il 25% degli acquisti di case è stato compiuto da immigrati, che anche in questo modo hanno contribuito allo sviluppo economico della città. Ma anche che la crisi economico finanziaria, che già dal 2008 si è abbattuta sull Italia, ha determinato una maggiore offerta di immobili sul mercato e una minore disponibilità di spesa da parte dei potenziali acquirenti, soprattutto gli stranieri, i giovani, le famiglie monoreddito e i lavoratori con contratto a tempo determinato. Categorie che per la maggior parte dei casi sono state costrette a ritornare prevalentemente agli affitti (con un mercato sempre più proibitivo per le fasce a reddito medio basso) piuttosto che all acquisto di casa. Dal documento di sintesi emerge che la presenza straniera è diffusa in tutti i 19 Municipi, sia pure in modo disomogeneo e che oltre all area di maggior concentrazione costituita dal centro storico, i cittadini stranieri residenti a Roma vivono principalmente nei Municipi VIII, XX, XIII e XIX. Nell elaborazione del PRS 2011 15 si evidenzia una difficoltà strutturale nel calcolare il numero reale delle presenze dei richiedenti asilo e rifugiati sul territorio, sia per l estrema mobilità dei rifugiati che seguono le stagionalità lavorative, sia per la rincorsa ad opportunità alloggiative informali prive di un controllo istituzionale. Verificando, attraverso l Ufficio Immigrazione, le presenze nei centri di accoglienza e la fruizione dei servizi del territorio si è visto che nel 2010 Roma Capitale ha accolto nelle 23 strutture convenzionate con organismi del privato sociale (per un totale di 1475 posti), 1.080 cittadini extracomunitari di cui 962 richiedenti e titolari di protezione internazionale. Per quanto riguarda la popolazione Rom possiamo trarre alcune informazioni dal Documento di sintesi allegato al PRS cittadino 2011 15 Interventi per le popolazioni Rom. Vediamo che è un compito arduo ricostruire la presenza dei Rom nella nostra città, soprattutto perché negli ultimi anni, in seguito ai conflitti nei Balcani e all'apertura delle frontiere con l'europa dell'est, la situazione è in rapidissimo movimento. Nel luglio 2009, il Comune contava circa 100 siti di insediamento dei Rom presenti in Città. Circa le condizioni di vita, bisogna evidenziare che molto spesso le comunità si insediano in maniera spontanea occupando spazi aperti. Tutti i censimenti effettuati hanno rilevato, al di là del numero delle persone presenti, condizioni di vita nei Villaggi Autorizzati assai critiche. Molti erano privi delle condizioni minime di sicurezza e di messa a norma degli impianti elettrici ed idraulici, nonché degli impianti fognari (dal Documento di sintesi allegato al PRS cittadino 2011 15 Interventi per le popolazioni Rom ). Uno di questi è quello di Via Cesare Lombroso e si trova nel Municipio 19 accanto al Comprensorio del S. Maria della Pietà. Si tratta di un Villaggio autorizzato ad aprile 2011 e i dati più precisi si possono trovare nel capitolo 5 par. 2.1 Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 103

c) Analisi dei bisogni relativi all area Disagio psichico A Roma sono oltre 30.000 le persone adulte(dai 16 ai 75 anni) con problemi di disagio mentale in carico ai Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) delle ASL. Nel Municipio 19, secondo i dati forniti dalla ASL, se ne contano 2.193, il 6,8% sul totale dei 19 Municipi, e si attesta con il 5, l 8, il 10 e il 13 Municipio tra quelli con la più alta percentuale di utenti dei servizi di salute mentale. Dal convegno preliminare all avvio dei tavoli tematici con gli attori sociali del territorio, il Dipartimento di salute mentale della ASL Roma E, nella persona del Dirigente dott. Palma, dopo una approfondita disamina delle problematiche che nel tempo si sono cristallizzate nell ambito del disagio mentale, si è espresso con una sintesi delle prevalenti cause della patologia mentale. Queste rientrano sicuramente in un sistema multifattoriale che vede la compartecipazione di fattori genetici, ambientali/esperenziali, sociali. L isolamento sociale, la perdita di un ruolo sociale, la perdita di autonomia, come nel caso della disoccupazione e dell instabilità economica, possono fornire l input ad un processo, che da una condizione di vulnerabilità può condurre all affermarsi di una vera e propria patologia, psichica e psichiatrica. Il dott. Palma suggerisce quindi, nell ambito del lavoro di integrazione tra Servizi Sociali (Municipio) e Servizi socio sanitari (ASL), di concentrarsi primariamente su tre bisogni nell ambito del disagio mentale: lavoro, inclusione sociale e autonomia abitativa, per avviare un processo contrario al precedente che restituisca un identità, un ruolo, una capacità di partecipazione a queste persone. Da U. Galimberti I miti del nostro tempo I miti della follia pp198 200 Serie Bianca Feltrinelli Editore Milano 2009 In realtà, la chiusura dei manicomi non era lo scopo finale dell operazione basagliana, ma il mezzo grazie al quale la società poteva fare i conti con le figure del disagio che la attraversano quali la miseria, l indigenza, la tossicodipendenza, l emarginazione e persino la delinquenza, a cui la follia non di rado si imparenta Basaglia scopre che, restituendo al folle la sua soggettività, questi diventa un uomo con cui si può entrare in relazione. Scopre che il folle ha bisogno non solo delle cure per la malattia, ma anche di un rapporto umano con chi lo cura, di risposte reali per il suo essere, di denaro, di una famiglia e di tutto ciò di cui anche il medico che lo cura ha bisogno. d) Analisi dei bisogni relativi all area Disabilità Per esaminare quest area possiamo partire da alcuni dati: sulla base di quelli forniti dall Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio a Roma le persone con disabilità sarebbero tra 20.000 e 26.000. Gli alunni con disabilità iscritti nelle scuole di Roma (A.S. 2009 10) sono circa 6.400. Negli 11 centri diurni socio/sanitari finanziati da Roma Capitale su progetto ASL e gestiti dalle stesse risultano inseriti 355 utenti. Nelle 53 Case Famiglia risultano inserite 389 persone con disabilità e 496 sono in lista di attesa; per quanto riguarda il SAISH gli utenti che usufruiscono del Servizio sono in totale 4208 e in lista di attesa 1645, dato che riproduce in percentuale la situazione del Municipio 19, in cui su 248 assistiti ve ne sono 86 in lista di attesa. Da questi dati si evince che queste due tipologie di bisogno rappresentano le maggiori criticità per quanto attiene l intervento per le persone con disabilità. Il Piano Regolatore Sociale 2011 15 sintetizza così i bisogni sociali che si possono ricondurre alle persone con disabilità: Si tratta di bisogni collegati alla possibilità di condurre una vita sicura, serena e dignitosa, anche attraverso un'assistenza personalizzata; alla possibilità di un alloggio idoneo; all'acquisizione della massima autonomia possibile, anche attraverso l'utilizzo di ausili appropriati; alla partecipazione alla vita sociale e Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 104

all'esercizio delle responsabilità civiche; all'accesso alle opportunità ludiche, culturali e sportive; all'accesso al lavoro e all'occupazione; all'esercizio del diritto all'istruzione. Un bisogno particolarmente importante per le persone con disabilità è quello relativo alla mobilità, all'accessibilità delle strutture (assenza di barriere) e alla fruibilità dei mezzi di trasporto. Per un analisi dei bisogni rilevati nel Municipio/Distretto sanitario 19 si fa riferimento al capitolo 5.3. e) Analisi dei bisogni relativi all area Famiglie e alle persone in età evolutiva L Istat definisce come famiglia: l insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune (anche se non sono ancora iscritte nell'anagrafe della popolazione residente del comune medesimo). Una famiglia può essere costituita anche da una sola persona. L'assente temporaneo non cessa di appartenere alla propria famiglia sia che si trovi presso altro alloggio (o convivenza) dello stesso comune, sia che si trovi in un altro comune. La definizione di famiglia adottata per il censimento è quella contenuta nel regolamento anagrafico (Glossario Istat). Nel territorio di Roma Capitale vivono circa 1.300.000 famiglie, per una popolazione complessiva di circa 2.800.000 persone; il numero delle famiglie è in crescita, ma si sta riducendo il numero medio dei loro componenti. A Roma risiedono quasi 450.000 persone minori di età (156 minori ogni 1000 residenti), un numero che negli ultimi anni è aumentato leggermente, soprattutto per l aumento dei minori stranieri (più che raddoppiati e passati dal 5,2% di tutti i minori nel 2000 al 10,1% nel 2008), mentre quelli italiani nello stesso periodo sono lievemente diminuiti (dati estratti dal Documento di sintesi allegato al Piano Regolatore Sociale Cittadino 2011 15). Negli ultimi anni si registra nel territorio della Capitale una sensibile trasformazione della struttura familiare: sono diminuite sensibilmente le famiglie tradizionali con genitori e figli; sono aumentate in pari misura le famiglie con un solo componente, il più delle volte anziani soli; si registra la crescente difficoltà di formazione di nuove famiglie da parte delle giovani coppie e la preoccupante fragilità dei matrimoni. Dal punto di vista demografico, le grandi trasformazioni che l hanno interessata riguardano : caduta della natalità e della fecondità; invecchiamento della popolazione; affermazione di nuovi modelli di costituzione delle coppie e delle famiglie; crescita degli immigrati; diverso ruolo della popolazione femminile. Tali modifiche hanno peraltro accentuato, quando non direttamente causato, una intrinseca fragilità delle famiglie e dall'analisi dei dati demografici (Piano Regolatore Sociale cittadino 2011 15) si possono evincere le "radici" della debolezza sociale di queste ultime: Risalta soprattutto la crescente fragilità e instabilità della convivenza familiare. A fronte di una certa "tenuta" del numero dei matrimoni celebrati (in cui si registra un costante aumento dell'incidenza del rito civile rispetto a quello religioso), aumentano le separazioni e i divorzi. L'indebolimento della famiglia genera, a sua volta, problemi di tipo socioeconomico, non solo per le spese connesse alla rottura del vincolo matrimoniale, ma anche a causa dell'aumento dei costi della vita derivanti dalla separazione, che in alcuni casi può condurre rapidamente a condizioni di rischio e di povertà uno o più membri. Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 105

Esiste anche un problema relativo alle difficoltà e alla posticipazione della formazione delle nuove famiglie. L'età degli sposi al primo matrimonio è in continua ascesa. La famiglia tradizionale lascia quindi il passo a nuove tipologie di aggregazioni familiari, come quelle monogenitoriali, famiglie adottive sempre più numerose e affidatarie,nuclei costituiti da coppie omosessuali, famiglie ricostituite dopo una separazione o un divorzio, famiglie nucleari sempre più isolate e lontane dalle famiglie d origine e con minori opportunità di contatti prolungati e costanti tra le generazioni. Tutte tipologie che spesso recano in sé una fragilità profonda e un bisogno di sostegno economico, sociale, relazionale, educativo, psicologico. Da queste situazioni emergono spesso significative pressioni emotive sull età evolutiva dei minori, che a volte rappresentano fattori di rischio per un normale sviluppo delle generazioni più giovani, se non di disagio o danno conclamato. Da quanto detto nel Piano Regolatore Sociale cittadino troviamo una mappa dei bisogni specifici delle famiglie e dei minori, che si traducono in necessità di un sostegno sociale mirato: alla formazione di nuovi nuclei familiari, mediante misure di incentivazione dell'autonomia delle giovani coppie; alla stabilità della coppia o alla sua riorganizzazione dopo una separazione, attraverso servizi di consulenza e mediazione familiare; al sostegno della natalità, con interventi di affiancamento nel periodo perinatale e di sgravi economici proporzionati al numero dei figli; allo sviluppo delle competenze e delle responsabilità genitoriali, in particolare nei confronti dei figli pre adolescenti e adolescenti; alla possibilità di conciliare i tempi dedicati al lavoro con le esigenze della vita familiare e della cura dei suoi membri più deboli; all'inclusione sociale delle famiglie straniere, nel rispetto delle culture di provenienza, purché in armonia con i valori definiti nella normativa italiana; all'autonomia economica delle famiglie più fragili e a maggiore rischio di povertà; al potenziamento delle offerte di nidi e scuole materne; ad una progettualità urbana e commerciale più attenta alla cura e manutenzione e sviluppo di spazi gioco per i minori; ad offerte per la animazione dei minori che copra tale servizio soprattutto nei periodi di vacanza scolastica, consentendo maggiore tranquillità e minor aggravio di spesa ai genitori che lavorano. f) Analisi dei bisogni relativi alle persone anziane Il Municipio 19 presenta una percentuale di popolazione anziana (oltre 65 anni) del 25,8 % sul totale della popolazione residente nel Municipio, dato che ricalca fedelmente la situazione della Capitale. Lo scenario che si delinea nel 2020 è un aumento della popolazione anziana fino a raggiungere quasi il 30% della popolazione del Municipio; nello stesso tempo la proporzione di popolazione con più di ottanta anni passerebbe dal 5,3 al 7,5%. (Fonte Ricerca Previsioni demografiche per Roma svolta dal Centro di Ricerca su Roma dell Università di Roma La Sapienza in collaborazione con l Ufficio Statistica e Censimento del Comune di Roma). Secondo questa indagine l indice di vecchiaia (il rapporto numerico tra anziani e giovani) passerebbe da un 147,6% (2 anziani per ogni giovane sotto i 15 anni) al 172,8%; l indice di dipendenza (rapporto tra popolazione non attiva dal punto di vista lavorativo e popolazione attiva) passerebbe dal 52,4% al 53% nel 2020. Nell ambito della popolazione non attiva quasi il 30% sono anziani. Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 106

I bisogni sociali delle persone anziane variano in funzione dell età (giovani anziani e grandi anziani), della maggiore o minore autosufficienza, della presenza o meno di una rete familiare di supporto, delle possibilità economiche e culturali. Il Piano Regolatore Sociale Cittadino 2011 2015 fa emergere come bisogni prevalenti degli anziani autosufficienti il senso di solitudine, la percezione di insicurezza, i problemi di tipo economico, l esigenza di un assistenza leggera per il disbrigo pratiche, la spesa e l accompagnamento a visite mediche. Per gli anziani fragili e non autosufficienti, che si concentrano prevalentemente nella fascia 80 85 anni, emergono bisogni di un assistenza più continuativa e strutturata, che si traducono in domande di assistenza domiciliare, di inserimento in strutture socio assistenziali e nei casi più gravi in inserimenti in RSA o Hospice. A fronte di un servizio pubblico che non riesce a soddisfare l intera domanda di assistenza, un fenomeno in crescita è la domanda di assistenti familiari per l accudimento di anziani non autosufficienti o parzialmente autosufficienti a cui ricorrono le famiglie benestanti, ma secondo alcune ricerche, anche un 18% di famiglie disagiate. 3.3 La domanda e i bisogni sociali raccolti dall Osservatorio Sociale dell Ufficio di Piano Municipale (Approfondimenti relativi all Osservatorio Sociale nel capitolo 6 paragrafo 6.2) ALCUNI DATI DEL MONITORAGGIO DEL SEGRETARIATO ANNO 2010 Per l elaborazione di questi dati sono state prese in considerazione le risposte fornite allo sportello, al telefono, via mail, i colloqui di accoglienza, i colloqui con il PASS (Porta Accesso ai Servizi Socio Sanitari), i colloqui per i Soggiorni Anziani. Il numero complessivo di contatti con l utenza è stato 8788, di cui: INFORMAZIONI SPORTELLO 3374 AL TELEFONO 3107 COLLOQUI 1357 COLLOQUI SOGGIORNO ANZIANI 377 COLLOQUI PASS 235 E MAIL 338 Dalla valutazione e successiva classificazione delle problematiche espresse in riferimento alla griglia predisposta inerente le TIPOLOGIE DEI BISOGNI RILEVATI DURANTE IL COLLOQUIO, emerge un totale di richieste pari a 3520 e tra le richieste più frequenti troviamo: 1 Necessità economica e sostegno al reddito 931 2 Difficoltà dell anziano nell autonomia 405 3 Socializzazione ( soggiorno anziani e minori) 402 Analizzando, poi, i dati del 2009 si può notare che il quadro dei bisogni più rappresentati era lo stesso, con qualche lieve variazione numerica: 1 Necessità economica e sostegno al reddito 940 2 Difficoltà dell anziano nell autonomia 343 3 Socializzazione ( soggiorno anziani e minori) 255 Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 107

Tipologia dei bisogni anno 2010 necessità economica 19% diffic oltà dell'anz iano 7% 8% 33% alloggio socializzazione anziani minori problematiche sanitarie 9% 12% 12% lavoro altro Le RICHIESTE INFORMATIVE RILEVATE ALLO SPORTELLO raggiungono, invece, il numero di 11773 e tra le richieste informative le più rilevanti si ravvisano: 1 Informazioni contributi economici 2464 2 Informazioni orientamento servizi municipali 1582 3 Informazioni economici una tantum 1582 4 Informazioni soggiorni anziani 1231 Come si può notare, anche relativamente a questi dati nel 2009 la situazione era più o meno la stessa: 1 Informazioni contributi economici 2220 2 Informazioni orientamento servizi municipali 1120 3 Informazioni economici una tantum 945 4 Informazioni soggiorni anziani 826 Richieste informative anno 2010 contributi economici 14% assistenza anziani 8% 8% 37% orientamento servizi municipali orientamento servizi ASL alloggio 9% socializzazione anziani 10% 14% altro Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 108

Di seguito vengono riportati invece i dati relativi all utenza che prevalentemente si rivolge allo Sportello di Segretariato Sociale del Municipio 19. Leggendo questi dati, se si volesse accennare un profilo di tale utenza, si potrebbe dire che interessa prevalentemente cittadini di genere maschile, si concentra maggiormente nella classe di età che va dai 31 ai 50 anni, riguarda perlopiù cittadini di nazionalità italiana e la domanda più rappresentata è la necessità economica, come si evince nei grafici seguenti: Classi di età utenti Segretariato Sociale classe anno di nascita oltre 1981 4% 1920 1940 17% 1961 1980 46% 1941 1960 33% Classe 1920 40 dai 70 ai 91 anni Classe 1941 60 dai 51 ai 70 anni Classe 1961 80 dai 31 ai 50 anni Dopo il 1981 dai 30 anni in giù Divisione per genere utenti Segretariato Sociale sesso femmine 34% maschi 66% Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 109

Nazionalità utenti Segretariato Sociale comunitario 3% egitto 5% equador 3% guinea filippine 1% 1% perù 1% 1% 1% 1% nazionalità italia 83% Zona di residenza utenti Segretariato Sociale S. Andrea 0% Selva Nera 0% Selva Candida 6% Torresina 11% Torrevecchia 4% zona di res idenza B alduina/valle Aurelia Tragliatella 1% 6% La Storta 1% Lucchina 20% S. Maria di Galeria 0% Quartaccio 3% P rimavalle 4% Pineta S ac chetti/b attis tini 14% Montemario 18% Palmarola 4% Ottavia 8% Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 110

RISULTATI DEI QUESTIONARI DELLA RILEVAZIONE DELLA DOMANDA SOCIALE AI TESTIMONI PRIVILEGIATI Nel periodo maggio 2011 ottobre 20111 sono stati somministra ati agli attori sociali che hanno preso parte ai Tavoli Tematici avviati dall Ufficio di Piano municipale, 6 tipologie di questionari finalizzati a conoscere le aree di disagio, le possibili cause, la copertura dei bisogni principali, i servizi e le azioni da attivare e da potenziare. Sono stati chiamati a rispondere tutti coloro che, come servizio pubblico, privato sociale o volontariato, operano nel nostro territorio con la finalità di intraprenderee percorsi di benessere e contrastare forme di disagio. Il questionario è stato creato nell ambito del sistema SISS (Sistema Informativo dei servizi sociali) e preso in prestito, apportando alcune integrazioni, dall Osservatorio sociale municipale. L accoglienza di questo strumento di analisi da parte dei partecipanti ai tavoli è stata positiva e ne è stataa ben compresa la valenza per avviare un indagine della domanda sociale che risponda ai criteri della ricerca sociale: metodo scientifico, confrontabilità dei risultati, replicabilità del modello. I questionari sono stati differenziati per 6 aree tematiche che hanno trovato una buona corrispondenza con i Tavoli di co progettazione: Area Anziani Area Minori Area Disabilità Area Povertà ed emergenzee sociali Area Immigrati Area Dipendenze (le ultime tre aree di analisi dei bisogni confluiscono nel Tavolo denominato Inclusi one sociale ) AREA MINORI Al tavolo tematico dei Minori, nel quale abbiamo consegnato i questionari di rilevazione della domanda sociale, erano presenti 23 realtà considerate testimoni privilegiati dell area di indagine, operanti nel territorio municipale; dei questionari distribuitii ne sono pervenuti correttamente compilati 21. Su questi è stata condotta un elaborazione statistica basata sulla frequenza delle risposte agli items descritti di seguito. All item Quali sono secondo la sua esperienza le forme di disagio più presenti nel suo Distretto/Municipio? L elaborazione viene rappresentata con il grafico seguente: disagio economico 7% 4% 16% disagio abitativo 18% 27% 16% conflittualità intra familiare droga alcolismo maltratt abusi devianza micro crimin Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 111

La tipologia di disagio più rappresentata risulta essere quella della conflittualità intrafamiliare con il 27% di risposte, seguita da quella del consumo di droga e alcool, al 18%, alla quale si aggiungono come ultime risposte sufficientemente significative le tipologie del disagio abitativoe del disagio economico, al 16%. All item in quali luoghi del suo distretto si registrano i più alti livelli di disagio i quartieri di Primavalle e Quartaccio sono quelli che hanno raccolto il maggior numero di risposte. All item quali soggetti svolgono un ruolo di supplenza qualora il sistema dei servizi sociali del suo Distretto/Municipio non riesca a far fronte adeguatamente ai bisogni dei minori sono stati indicati prevalentemente i familiari e i volontari. All item quanto la rete di strutture residenziali e dei servizi socio assistenziali riesce a coprire i bisogni dei minori si evidenziano quelli che, nel giudizio degli interpellati, rispondono poco o pochissimo ai bisogni dei minori: l affidamento familiare e l educativa di strada principalmente e secondariamente l assistenza domiciliare. All item quali strutture e servizi sarebbero da attivare le risposte si concentrano maggiormente sull educativa di strada, un servizio già presente nel territorio, ma evidentemente poco conosciuto dagli intervistati o poco pubblicizzato. Alla domanda quali strutture e servizi sarebbero da potenziare la maggioranza degli intervistati ha indicato le strutture (case famiglia, gruppi appartamento, comunità educative di prima accoglienza) e l assistenza domiciliare. All item oltre ai servizi strettamente socio assistenziali quali azioni sono da attivare e quali da potenziare viene evidenziata dalla maggior parte degli intervistati la necessità di far partecipare i ragazzi alle decisioni, alla progettazione e all ideazione delle iniziative per il tempo libero a loro dedicate, come azione da attivare in via prioritaria, mentre sarebbero i progetti di cooperazione con le scuole (es. azioni di educazione e prevenzione nelle scuole, contrasto alla dispersione scolastica, attivazione nelle scuole di forme di monitoraggio della domanda in funzione preventiva, ecc) e l incentivazione delle attività culturali per i giovani le azioni da potenziare. Rileggendo nel loro insieme questi dati scaturisce una semplice interpretazione: sembra che i testimoni privilegiati interpellati per questa indagine ci indichino come forma di disagio su cui intervenire con priorità quella della conflittualità intrafamiliare, per agire in forma preventiva affinché non si debba poi intervenire su problematiche ben più complesse e difficilmente recuperabili, come la trascuratezza e l abbandono di minore, il maltrattamento/abuso, la devianza minorile, i disturbi psichici, la dispersione scolastica, l abuso di droghe e alcool.la richiesta di potenziare invece le strutture residenziali per minori e l assistenza domiciliare sembra venire incontro alla necessità di gestire sempre più frequentemente le emergenze e le esigenze di tutela di minori con famiglie multiproblematiche. AREA ANZIANI Al tavolo tematico degli anziani erano presenti 16 realtà operanti nel territorio con servizi e progetti a favore di questo target, tra le quali servizi della ASL, cooperative sociali, associazioni, case di riposo, ecc. Di queste realtà solo 8 hanno risposto ai questionari di rilevazione della domanda sociale, quindi i dati che emergono da questa area sono da considerarsi assolutamente parziali; per questo motivo si evidenziano solo alcune risposte su cui si sono concentrate le preferenze degli intervistati. Per quanto riguarda le forme di disagio che colpiscono maggiormente gli anziani, risalta il disagio economicocome quellapiù condivisa. Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 112

Tra le cause prevalenti vengono individuate invece le pensioni troppo basse, il costo della vita elevato e il progressivo impoverimento delle fasce di popolazione più deboli. Il quartiere in cui viene percepito il più alto livello di disagio sociale è Primavalle. Alla domanda su chi si fa carico dei problemi degli anziani qualora il Sistema dei servizi sociali del Distretto/Municipio non riesca a far fronte, vengono indicati primariamente i familiari e in secondo luogo le strutture e le assistenti familiari. All item quanto la rete di strutture residenziali e dei servizi socio assistenziali riesce a coprire i bisogni degli anziani si evidenziano quelli che, nel giudizio degli interpellati, rispondono poco o pochissimo ai bisogni degli anziani: questi sono principalmente la teleassistenza /telesoccorso e l assistenza domiciliare. I servizi che gli intervistati ritengono di dover maggiormente potenziare sono invece le strutture residenziali e i centri diurni. Le ultime due risposte sembrano in completa contraddizione in quanto, indicata la teleassistenza e l assistenza domiciliare come carenti rispetto al fabbisogno degli anziani, si scelgono di potenziare invece le strutture residenziali e semiresidenziali. Sembra quasi che chi risponde abbia gettato la spugna rispetto alla possibilità di facilitare la permanenza dell anziano nella propria abitazione, promuovendo forme di assistenza a domicilio probabilmente per la carenza di risorse finalizzate ad accogliere tutti i bisogni degli anziani (evidenziate dalle pesanti liste di attesa) e ripiegando pertanto sulle strutture per fornire comunque una risposta alla domanda di assistenza degli anziani. AREA DISABILI Per quanto riguarda l area tematica dei disabili, i questionari per la rilevazione dei bisogni a cui sono state fornite risposte sono 13, su 19 realtà del territorio che hanno partecipato ai tavoli. Di seguito si può osservare l elaborazione statistica effettuata su questi ultimi. Il grafico 1 mostra come le forme di disagio che investono maggiormente i disabili siano, secondo i testimoni privilegiati intervistati, relative aldisagio relazionale, di sostegno morale e di compagnia, unitamente all assenza o scarsità di occasioni formative offerte loro. Gli item più scelti, a seguire, si ravvisano invece nel disagio abitativo unitamente alla difficoltà che gli stessi hanno di accedere ai servizi. 1.forme disagio disabili disagio abitativo 29% 21% 21% 29% disagi relazionali, di sost morale e compagnia difficoltà accesso servizi assenza o scarsità occasioni formative Nel grafico 2 viene mostrato che la maggior causa di disagio per i disabili sarebbe da ravvisare nella mancanza di investimento/attenzione da parte delle istituzioni. Questo dato, se incrociato con una delle forme di disagio maggiormente rappresentate, e cioè l assenza di occasioni formative, rende evidente come i testimoni privilegiati intervistati notino come ci sia da parte delle istituzioni una scarsa considerazione della disabilità come possibile risorsa. Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 113

29% 2.cause disagio disabili mancanza investimento/attenzion e da parte delle istituzioni 43% scarsità di offerta rispetto alla domanda 28% liste attesa lunghe Il grafico 3 mostra come, qualora il Sistema dei servizi sociali del distretto di appartenenza nel suo insieme (inclusi i servizi del privato profit e non profit convenzionati con il pubblico) non riesca a fare fronte adeguatamente ai bisogni dei disabili, siano i familiari e i parenti a svolgere un ruolo di supplenza relativamente alle loro carenze, seguiti poi dalle strutture e dal personale privato. 3.soggetti supplenti 47% 53% familiar parenti strutture personale privato Nei grafici 4 e 5 viene mostrato quali siano i servizi da attivare e quali quelli da potenziare in via prioritaria per i disabili. Si evince dalle risposte fornite che siano da attivare maggiormente le strutture, mentre da potenziare siano soprattutto l assistenza domiciliare e il pronto intervento sociale. 4.servizi per disabili da attivare 0% 23% 23% 23% 31% strutture centri diurni ass domicil sport info Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 114

5.servizi per disabili da potenziare 29% 19% 23% 29% strutture ass domicil pronto int sociale trasporti soc Nei grafici 6 e 7 invece viene indicato quali siano le azioni da attivare e quali quelle da potenziare in via prioritaria, oltre ai servizi strettamente socio assistenziali: dalle risposte fornite si evince che siano da attivare soprattutto iniziative formative e culturali e da potenziare i progetti e le opportunità per il tempo libero e la socializzazione e il maggior coinvolgimento della comunità nei confronti dei bisogni e delle esigenze dei disabili. 6.azioni per disabili da attivare 39% 17% 26% 18% progetti e opportunità tempo lib e socializz prog coinvolgim disab nel volontariato maggior coinvolgim della comunità iniziative formative e culturali 7.azioni per disabili da potenziare 18% 23% 23% 18% progetti e opportunità tempo lib e socializz prog coinvolgim disab nel volontariato facile accesso uffici pubblici spazi pubblici più adatti 18% maggior coinvolgim della comunità Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 115

AREA INCLUSIONE SOCIALE Per l analisi di quest area abbiamo utilizzato i risultati dei questionari di rilevazione della domanda sociale, somministrati a testimoni privilegiati che operano nei seguenti ambiti: immigrati, povertà, disagio ed emergenze sociali e dipendenze. Su un totale di 15 partecipanti ai tavoli, sono pervenuti 14 questionari compilati, di cui 6 per l area povertà, disagio ed emergenze sociali, 5 per l area immigrati, e 3 per l area delle dipendenze. Nell area povertà, disagio ed emergenze sociali, tra le forme di disagio indicate dagli intervistati risultano prevalenti il disagio economico e quello abitativo; tra le cause delle varie forme di disagio individuate prevalgono invece la carenza di politiche sociali adeguate e la carenza di alloggi popolari e/o l alto costo degli affitti. I quartieri dove si registrano più alti livelli di disagio socio economico sono Primavalleseguito da Ottavia Palmarola Lucchina. Per quest area di analisi, nelle carenze del sistema dei servizi sociali, i soggetti che svolgono maggiormente attività di sostegno e di supplenza sono i volontari. Il servizio che meno di tutti riesce a coprire i bisogni della popolazione con disagio socio economico èl assistenza alloggiativa; allo stesso modo gli intervistati indicano in particolare le strutture di accoglienza e l assistenza alloggiativaquali servizi che sarebbero da attivare in via prioritaria. Sarebbero invece da potenziare le mense sociali e gli interventi di sostegno economico e sociale (sostegno al reddito). Tra i fenomeni che hanno subito un forte incremento negli ultimi anni sono stati indicati maggiormente disoccupazione seguita dalla precarietà lavorativa. Per l area immigrati,il disagio abitativo seguito dal lavoro nero e disagio economico risultano essere le forme di disagio prevalenti, dato che si correla positivamente con la carenza di assistenza alloggiativa indicata in seguito. I problemi che pesano maggiormente nel rapporto degli immigrati con i servizi sono invece le difficoltà di ordine culturale, legate ai propri costumi, credenze ecc (ad esempio, per alcune comunità, l impossibilità per le donne di relazionarsi con gli uomini). I servizi da potenziare risultano essere le strutture di prima accoglienza per immigrati extra comunitari mentre tra le azioni da potenziare vengono evidenziati i corsi di formazione professionale e /o di lingua. Il quartiere dove si registrano più alti livelli di disagio sociale per gli immigrati è quello di Quartaccio. Per l area delle dipendenze a causa della scarsità dei questionari pervenuti non si potuto procedere con la elaborazione. CONCLUSIONI Dai dati esaminati si possono evincere alcuni punti cardine. Innanzitutto si può notare che per tutte le aree analizzate è forte il senso di estraneità ed emarginazione rispetto alla comunità, la sensazione di ottenere poca considerazione da parte delle istituzionia causadella mancanza o della carenza di politiche di formazione, di socializzazione e di progetti ad hoc per l inserimento nella comunità. Un altro dato che appare evidente è che continui ad essere soprattutto la rete familiare in modo generalizzato per quasi tutte le aree esaminate a supplire alle carenze dei servizi, carenze che sarebbero da ravvisare in generale nell assistenza domiciliare e nelle strutture, individuate generalmente come quasi inesistente la prima e da potenziare le seconde. Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 116

Un discorso a parte deve essere fatto invece per l area inclusione sociale, in cui i legami familiari appaiono più deboli e i soggetti che suppliscono alle carenze dei servizi sono individuati per lo più nei volontari. Le forme di disagio principale per quest area afferiscono direttamente alla mancanza di mezzi e quindi al disagio economico ed abitativo, e le richieste prevalenti sono relative quindi all assistenza alloggiativa o alle problematiche legate alla disoccupazione. Un dato inoltre, anch esso comune a tutte le aree, è relativo ai quartieri in cui si concentrano maggiormente le forme di disagio, come Primavalle e Quartaccio, elemento, questo, che rende evidente l esistenza di quartieri ghetto in cui si autoperpetua il disagio nelle sue varie forme e multiproblematicità. Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 CAPITOLO 3 117