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VEDERE CON IL DISEGNO La rappresentazione può essere vista come una messa in codice, cioè un processo attraverso il quale si scelgono, si costruiscono segni grafici col fine di raggiungere un determinato significato. Gli elementi primari sono: 1. la caratteristica del segno (traccia) 2. la posizione del piano di rappresentazione 3. lo scopo informativo a cui si tende Gli elementi secondari sono quelli relativi al luogo, al tempo e alla cultura che produce il disegno oltre a quelli propri della personalità e dello stile dell esecutore. IL LINGUAGGIO DEL DISEGNO L immagine dà l impressione di essere la cosa riprodotta, tende a farsi passare per la cosa che riproduce Sartre. Ogni rappresentazione grafica per quanto fedele alla realtà è sempre un interpretazione e quindi un tentativo di spiegazione della realtà stessa. Ad esempio nel rappresentare l acqua si dovrà puntare sulla orizzontalità, sulla trasparenza, sulla mutabilità e non sicuramente sull umidità che le è propria. Il processo rappresentativo grafico risulta caratterizzato dalla dialettica fra enfatizzazione ed esclusione. In ogni immagine alcuni elementi (caratteristiche) sono evidenziati in modo che siano chiaramente leggibili, altri vengono completamente ignorati, come se non esistessero. Il processo del guardare è al tempo stesso attivo e selettivo: come l emittente carica la forma del disegno di significati e intenzioni comunicative, il ricevente a sua volta oltre a interpretare le volontà dell emittente, riempie di suoi contenuti i vuoti del disegno. Corso di Teoria e Applicazione di Geometria Descrittiva 1

La rappresentazione grafica trasmette sempre e contemporaneamente sia i tratti figurativi dell oggetto, che la chiave interpretativa, attraverso cui l oggetto deve essere osservato. La notazione grafica non può esprimere una negazione (non si può rappresentare un oggetto come non alto ma solo come basso). L immagine di per se stessa può essere assunta e viene assunta come VERA e ciò in conseguenza del suo essere per molti versi sempre e solo FALSA. Quando i piani rappresentati sono prevalentemente longitudinali la superficie del disegno Sfonda e gli oggetti appaiono vivere in uno spazio proprio e complesso; mentre quando i piani sono fronto-paralleli gli oggetti tendono ad emergere in superficie, appartengono allo spazio dell osservatore. Corso di Teoria e Applicazione di Geometria Descrittiva 2

SPAZIO Nel pensiero geometrico-matematico si è imposta l idea di uno spazio unitario omogeneo preesistente alla presenza stessa degli oggetti da rappresentare. SPAZIO GEOMETRICO - SPAZIO PERCETTIVO lo spazio omogeneo della geometria è uno spazio costruito dalla mente dell uomo, mentre lo spazio percettivo è uno spazio che non prevede identità dei luoghi e delle direzioni. Il concetto geometrico di omogeneità può essere espresso mediante il postulato secondo cui da ogni punto dello spazio sono possibili costruzioni uguali verso tutti gli altri punti e in tutte le direzioni; nello spazio percettivo ogni luogo ha una sua peculiarità e un valore proprio. Lo spazio geometrico o euclideo è costituito da un insieme di punti, ha caratteristiche di continuo, illimitato, omogeneo e divisibile. SPAZIO PROIETTIVO Già nel Rinascimento si affronta il problema delle trasformazioni delle figure, trasformazioni che lasciano immutate le proprietà grafiche delle figure senza preoccuparsi delle loro proprietà metriche. Lo spazio proiettivo è quello di cui si occupa la geometria proiettiva che deriva dalla geometria elementare con l aggiunta del concetto di elemento improprio. Lo spazio geometrico-proiettivo è una realtà costruita dalla speculazione umana, che approssima lo spazio percettivo. La qualità dello spazio proiettivo è nell essere razionale, quindi verificabile, misurabile; qui nascono i contrasti tra l esperienza dei sensi (percezione) e ragione. SPAZIO FIGURATIVO Legato alla espressione artistica. Si tratta di uno spazio che a differenza di quello proiettivo e di quello percettivo, non mira a riprodurre fedelmente una situazione spaziale reale, ma a creare uno spazio basato sia su percezioni che libere interpretazioni e invenzioni dell artista. Corso di Teoria e Applicazione di Geometria Descrittiva 3

GEOMETRIA PROIETTIVA Insieme delle proprietà delle figure che nonostante le trasformazioni a cui sono sottoposte a causa delle proiezioni sul piano rimangono inalterate. L oggetto reale assume un diverso aspetto nell immagine ma se l esecuzione grafica è corretta ed esatta è del tutto riconoscibile. GEOMETRIA DESCRITTIVA Nasce dall esigenza tecnica della rappresentazione, si occupa dei sistemi necessari a rappresentare oggetti tridimensionali mediante figure piane bidimensionali. Questi sistemi si dicono metodi di Rappresentazione. Soddisfa la necessità di tener presenti le proprietà metriche degli oggetti rappresentati, al fine di poter attuare quelle serie di operazioni di rilievo, costruzione, progetto ma anche di indicazione di percorso e localizzazione che riguardano il rapporto operativo di trasformazione concreta. Dal punto di vista storico-economico, la formalizzazione della geometria descrittiva avviene nel momento in cui l accumulazione capitalistica porta al concentrarsi della produzione contro la dispersione delle botteghe artigianali e trasforma il maestro artigiano in operaio. Uno strumento semplificato e formalizzato, tale che il progetto può essere letto e realizzato senza bisogno di interpretazione. Il potere ha trovato un docile strumento di trasmissione del suo comando. Le Proiezioni ortogonali di Monge hanno la qualità di rappresentare un oggetto nelle sue reali dimensioni (o in scala), ma hanno il difetto di dare dell oggetto delle immagini separate, manca di unità. Per avere una visione di insieme si usa il sistema delle prospettive: 1. Prospettive con punto di proiezione o di vista finito (PROSPETTIVE) 2. Prospettive con punto di proiezione o di vista infinito (ASSONOMETRIA) per entrambi i tipi tre sono gli elementi fondamentali: a. un oggetto b. un piano trasparente o schermo c. centro di proiezione o punto di vista Metodo: dal punto di vista escono i raggi visivi tangenti ai punti più significativi dell oggetto che intersecando lo schermo individuano un immagine bidimensionale dell oggetto. La differenza tra prospettiva e assonometria e che essendo i raggi visuali della prospettiva convergenti in un punto reale finito l immagine risulterà ridotta o ingrandita (a secondo della posizione del piano), mentre nell assonometria le misure vengono mantenute. Corso di Teoria e Applicazione di Geometria Descrittiva 4

TECNICHE ASSONOMETRIA Quando sul piano di rappresentazione inclinato vengono proiettati oggetti da un punto di vista posto all infinito si ha quel tipo particolare di proiezione para prospettica chiamata assonometria. Un sistema retto da regole stabili adatto a rappresentare gli oggetti conservandone invariate le qualità metriche e fornendo nello stesso tempo un vissuto tridimensionale. L assonometria è un metodo di trascrizione spaziale degli oggetti molto usata nel disegno tecnico perché è particolarmente idoneo a fornire indicazioni costruttive e di montaggio che si articolano nello spazio in modo vario e complesso. In polemica con il metodo prospettico, considerato troppo naturalistico, l assonometria fu prediletta dagli architetti del movimento moderno (costruttivisti, neoplastici, razionalisti) che la usarono ampiamente non solo per rendere leggibili tridimensionalmente i loro edifici, ma anche in funzione direttamente progettuale. Essendo il punto di vista all infinito, i raggi di proiezione sono fra loro paralleli; quando raggi di questo tipo incontrano un piano perpendicolare (piano frontale) si hanno le Proiezioni Ortogonali, quando incontrano il piano obliquamente (piano inclinato) si hanno le Proiezioni Assonometriche. Se un disegno in Proiezioni Ortogonali ha il vantaggio di mantenere inalterato il parallelismo e i valori metrici, bisogna però ammettere che la sua interpretazione non è né facile né immediata, perché non è la lettura di una immagine diretta ma la lettura di una sequenza di immagini. L assonometria offre il vantaggio di una rappresentazione diretta, poiché avviene sopra un solo quadro ed evoca l oggetto nella sua configurazione tridimensionale. PROSPETTIVA È adatta ad illustrare le qualità di ogni singolo oggetto nello spazio e il rapporto reciproco fra oggetti diversi disposti a diverse profondità, è un metodo di rappresentazione che fornisce, in particolar modo ai profani, un immagine più comprensibile di quanto non lo siano le doppie proiezioni. Corso di Teoria e Applicazione di Geometria Descrittiva 5

Un codice che stabilisce passaggi precisi, tramite i quali è possibile allestire un apparato illusivo che mima, in maniera sufficientemente convincente, alcuni processi della percezione e particolarmente: forma, grandezza, luminosità, colore,... Le regole prospettiche portano fuori dall osservatore (sul piano del disegno) ciò che si verifica sulla sua retina. Lo scopo della prospettiva è quello di consentire raffigurazioni plausibili di strutture oggettuali sopra un quadro piano da un punto di vista opportunamente scelto. Una prospettiva è possibile quando sono noti: punto di vista, quadro e oggetto. Fondamentale è determinare le loro reciproche posizioni per gli scopi prospettici che si vogliono perseguire, comunque stabilita la loro posizione è bene precisare che diventano dati (assegnati), quindi inamovibili da quel momento per tutto il procedimento prospettico. L intersezione dei raggi visivi con il quadro determina la rappresentazione prospettica dell oggetto. Prospettiva Accidentale (a 2 punti di fuga): l oggetto è visto d angolo rispetto al quadro prospettico (foglio), ed è perpendicolare rispetto al piano di terra. Prospettiva Centrale (frontale): l oggetto è parallelo, in uno dei suoi lati, al quadro prospettico e perpendicolare al piano di terra. Questa situazione è assimilabile ad un caso particolare di prospettiva accidentale, in cui l angolo formato dall oggetto con il quadro è Ø. In questo caso un punto di fuga è all infinito e l altro si avvicina al centro dell immagine. TEORIA DELLE OMBRE Metodo utilizzato per avere una maggior chiarezza e immediatezza della rappresentazione, evidenzia l oggetto. Pur semplificando la lettura dell oggetto dobbiamo ricordare che le ombre sono solo delle ipotesi plausibili, semplificate e teoriche, infatti non è possibile tener conto di molti fattori causati dalla luce diffusa, dalla luce riflessa, dal colore, dalla materia e dal tipo di superficie dell oggetto stesso. Anche la Teoria delle Ombre si avvale della proiettività: 1. Cilindrica: sorgente naturale 2. Conica: sorgente artificiale Corso di Teoria e Applicazione di Geometria Descrittiva 6

Per sorgente naturale si intendono quelle sorgenti con i raggi provenienti da un punto improprio (infinito): SOLE; mentre per artificiale si intende una sorgente puntiforme: LAMPADINA. Anche questa è una semplificazione essendo il Sole non all infinito mentre la sorgente puntiforme non esiste nella realtà, perché per piccola che sia una sorgente ha sempre una certa grandezza fisica, infatti si chiama corpo luminoso. Fra gli infiniti raggi luminosi che colpiscono l oggetto alcuni sono radenti (tangenti), l insieme dei punti di contatto dei raggi radenti determinano una linea chiusa detta SEPARATRICE così chiamata perché divide in modo netto la superficie in luce da quella in ombra dell oggetto stesso. L ombra propria di un oggetto è la superficie in ombra dell oggetto stesso, mentre l ombra portata è quella proiettata dall oggetto su un piano. Esistono poi casi più complessi, quando le fonti luminose sono più di una, dove avremo più gradi di ombre proprie e portate (penombra). Corso di Teoria e Applicazione di Geometria Descrittiva 7

PROGETTAZIONE Se si vuole riassumere in maniera estremamente sintetica il concetto di Progettazione, si potrebbe farlo in questo modo: la progettazione sviluppa compiutamente il concetto che il Progetto non è la semplice descrizione dell oggetto finito, ma è un programma di realizzazione dell oggetto stesso. I disegni in cui il Progetto si traduce sono al tempo stesso la sintesi e la base di questo programma. Non solo ogni, elemento è completamente definito, ma ne va determinato il modo di realizzazione e di rappresentazione. I disegni integrati da altri documenti (specifiche, programmazione esecutiva, relazione tecnica,...) devono contenere le informazioni necessarie e devono essere organizzati in modo da selezionare e dirigere le informazioni correttamente ai vari operatori coinvolti nel processo ideativo e realizzativo. In questa concezione di base devono confluire, in un processo progettuale, le implicazioni derivanti dall impiego di specifici materiali, il ricorso ad una maglia modulare e ai riferimenti storico-artistici. Oltre ad essere in sé stesso uno strumento di comunicazione diretta tra progettista, committente ed esecutore, il Progetto costituisce la sintesi e l elemento ordinatore di tutto il sistema di informazioni e comunicazione che presiede la realizzazione dell oggetto. Ogni particolare esecutivo è definito in sede di progetto ed è rappresentato secondo una doppia chiave di lettura: a partire dai disegni generali si può immediatamente passare a quelli esecutivi del particolare, così come a partire da un disegno esecutivo si può risalire alla posizione di quel particolare nel generale. Ad ogni scala di rappresentazione corrisponde una scala di definizione di dettaglio. Ciò deriva non solo da una ovvia esigenza grafica, ma innanzitutto da un metodo di organizzazione del linguaggio. Una insufficienza di informazioni può bloccare l esecuzione di un particolare, richiedere un supplemento di informazioni e comportare ritardi nella realizzazione; ma anche un eccesso o una cattiva selezione di informazioni può causare confusioni altrettanto dannose. L organizzazione della rappresentazione grafica è concepita con chiarezza in funzione degli interlocutori. Corso di Teoria e Applicazione di Geometria Descrittiva 8