Progetto per l implementazione di un assistenza sanitaria preventiva a livello locale: la Sanità d iniziativa in Regione Toscana

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Progetto per l implementazione di un assistenza sanitaria preventiva a livello locale: la Sanità d iniziativa in Regione Toscana Valentina Barletta Osservatorio di Epidemiologia valentina.barletta@ars.toscana.it Agenzia regionale di sanità della Toscana Joint Action Equity Action Attività, risultati e opportunità future Verona, 5 febbraio 2014 PSR 2008-2010 punti 4.3 e 4.3.1 Pertanto l obiettivo strategico consiste in: un nuovo approccio organizzativo che assume il bisogno di salute prima dell insorgere della malattia e che organizza un sistema che accompagna il cittadino, favorendo lo sviluppo di condizioni che permettono di mantenere il livello di salute il più alto possibile; un sistema capace di gestire, rallentandone il decorso, le patologie croniche ed anche di affrontare con efficacia l insorgenza di patologie acute. La sanità di iniziativa, intesa come modello assistenziale per la presa in carico, costituisce, nell ambito delle malattie croniche, un nuovo approccio organizzativo che affida alle cure primarie l ambizioso compito di programmare e coordinare gli interventi a favore dei malati cronici. Il modello operativo prescelto, il Chronic Care Model, è basato sulla interazione tra il paziente reso esperto da opportuni interventi di formazione e di addestramento ed il team multiprofessionale composto da operatori socio sanitari, infermieri e MMG. 1

DGR 716/2009 Il modello della sanità d iniziativa affida l attuazione degli interventi clinici ad un team multiprofessionale coordinato da un medico di medicina generale, in cui operano più medici di famiglia, infermiere ed operatore socio-sanitario, supportati di volta in volta da ulteriori figure professionali, a seconda delle esigenze di diagnosi, cura ed assistenza connesse a specifici percorsi definiti per la gestione delle singole patologie croniche. I cardini della strategia regionale per l assistenza territoriale si possono dunque così riassumere: gestione e cura delle patologie croniche mediante interventi proattivi e strutturati, basati su percorsi condivisi che assicurano continuità, efficienza nell utilizzo delle risorse ed efficacia per il cittadino; Il team assistenziale è affiancato dalla figura del medico di comunità dell azienda unità sanitaria locale di riferimento La responsabilità clinica del team spetta al medico di famiglia, il quale pertanto, pur continuando a svolgere le funzioni classiche appartenenti al modello della medicina d attesa, viene ad assumere anche un ruolo centrale in quello della sanità d iniziativa. Al fine di supportare tale evoluzione e di definire le modalità di attuazione del nuovo modello attinenti alla dimensione della medicina di famiglia, Regione Toscana ed Organizzazioni sindacali rappresentative della Medicina Generale hanno sottoscritto in data 29 maggio 2009 uno specifico Accordo sul ruolo della Medicina Generale nell attuazione del PSR 2008-2010, del quale il presente progetto ripropone i contenuti. Chronic Care Model (CCM) Dalla medicina d attesa alla sanità d iniziativa Forte mandato del PSR Nuova organizzazione delle cure primarie basata su team multi professionali (moduli) proattivi Supporto alle decisioni con la condivisione di percorsi diagnosticoterapeutici Ruolo dell infermiere per il supporto al self management Forte investimento sul sistema informativo a supporto delle attività di cura e di self-audit Coinvolgimento delle risorse della comunità (AFA) 2

Lo studio sui deprivati (ASL di Arezzo) Obiettivi Verificare le ipotesi che, se i medici di famiglia seguono le indicazioni del CCM: i pazienti adottano stili di vita più sani e percorsi di cura più appropriati si riducono le differenze tra i pazienti con condizioni socio-economiche peggiori e gli altri 3

Metodi Pazienti partecipanti all indagine casi : 1.500 pazienti con diabete, 45-84 anni, assistiti da medici di famiglia CCM controlli : 1.500 pazienti con diabete, 45-84 anni, selezionati casualmente tra coloro che utilizzano farmaci antidiabetici, assistiti da medici di famiglia non CCM appaiati per sesso ed età ai casi Metodi Raccolta dati Condizione socio-economica e stili di vita: questionario somministrato per telefono Percorsi di cura: archivi sanitari aziendali Dati raccolti: all inizio del progetto CCM e dopo 12 mesi 4

L impatto sui percorsi di cura Percentuale di assistiti con diabete che hanno seguito la specifica raccomandazione clinica, per tipologia MMG, anno e deprivazione MICROALBUMINURIA EMOGLOBINA GLICATA Deprivati - CCM Deprivati - Non CCM Non Deprivati - CCM Non Deprivati - Non CCM Deprivati - CCM Deprivati - Non CCM Non Deprivati - CCM Non Deprivati - Non CCM 80 100 70 90 60 80 % 50 % 70 40 60 30 50 20 2009 2010 40 2009 2010 Deprivati : persone che dichiarano di arrivare con difficoltà a fine mese e vivono in casa in affitto: 90 assistiti (6%) tra i casi e 83 (5,5%) tra i controlli L impatto sugli stili di vita Percentuale di pazienti con diabete assistiti di MMG aderenti al CCM esposti ai fattori di rischio per anno e deprivazione Fumo 60 50 % 40 30 20 10 Deprivati Non Deprivati 0 2010 2011 Deprivati : persone che dichiarano di arrivare con difficoltà a fine mese e vivono in casa in affitto: 90 assistiti (5,5%) 5

Riassumendo I pazienti con diabete assistiti da medici di famiglia che seguono le indicazioni del CCM: adottano percorsi di cura più appropriati e si riducono le differenze tra i pazienti con condizioni socio-economiche peggiori e gli altri ad un anno dall inizio del progetto, gli effetti sugli stili di vita sono meno univoci Per approfondire Rapporto sull impatto della sanità d iniziativa http:///it/areedintervento/problemi-di-salute/malattiecroniche/dati-e-statistiche/2362-il-rapporto-sullimpatto-della-sanita-d-iniziativa-in-toscananovembre-2013.html 6

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