PERCORSO PROTETTO TERAPEUTICO ASSISTENZIALE GLOBALE PER ANZIANI FRAGILI CON FRATTURA DI FEMORE

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Transcript:

PERCORSO PROTETTO TERAPEUTICO ASSISTENZIALE GLOBALE PER ANZIANI FRAGILI CON FRATTURA DI FEMORE 49 Congresso SIGG Firenze, 6 Novembre 2004 Manopulo R., Sciumbata A., Corneli M., Naldi S., Martorelli M. U. O. Geriatria CUCINOTTA Dip. di Medicina Interna e dell Invecchiamento Policlinico S. ORSOLA-MALPIGHI Bologna

La Fondazione Europea per l osteoporosi valuta in 150.000 le persone che annualmente in Europa muoiono in seguito a fratture osteoporotiche, otiche, principalmente femorali. Secondo i dati dell archivio S.D.O. (Schede di Dimissione Ospedaliera) del Ministero della Salute, relativi al triennio 1999-2001, il totale dei ricoveri per fratture femorali, registrati in Italia nel 2001 dopo i 45 anni di età è di 84.188 contro i 79.763 dell anno 2000 e di 78.708 del 1999. Il 60% di queste fratture si verifica nelle e donne ultrasessantacinquenni. L incidenza delle fratture di femore è dunque d in aumento e più che doppia nel sesso femminile che in quello maschile.

Rilevante l impatto sociale delle fatture femorali, sebbene la percezione della loro rilevanza anche clinica, rimanga ancora molto limitata, sia nella popolazione generale, sia nella classe medica, rispetto ad altre patologie percepite come molto severe. In realtà effettuando un confronto con i ricoveri ospedalieri per infarto miocardico acuto, questi sono stati rispettivamente 86.100 nel 1999, 89.125 nel 2000 e 97.913 nel 2001. Si tratta di valori non molto lontani da quello delle fratture di femore. Peraltro in termini di costi le fratture femorali negli anziani hanno superato la spesa sostenuta dal Servizio Sanitario Nazionale per il DRG Infarto Miocardico Acuto, 438 milioni di. Contro circa 340 milioni.

CONFRONTO TRA RICOVERI PER FRATTURA E IMA NEL TRIENNIO 1999-2001 2001 2000 1999 97913 84188 89125 79763 86100 78708 Fratt. Fem. IMA

Il 5% dei fratturati di femore muore in acuto cioè prima o subito dopo l intervento chirurgico. Gli esiti delle fratture comportano un rischio di morte vicino a quello del tumore della mammella, con una mortalità stimabile in circa il 30% a tre anni. La disabilità deambulatoria è completa nel 20% dei casi e solo il 30-40% degli operati riacquista autonomia compatibile con le precedenti attività della vita quotidiana. Si calcola che ogni anno in Italia si verifichino 18.000 casi di invalidità permanente a seguito di fratture di femore. La durata media dei ricoveri ospedalieri nei fratturati anziani è la più lunga fra tutte le patologie. Numerosi studi hanno dimostrato che la disabilità conseguente alle fratture di femore, incide in termini di giorni di immobilizzazione a letto più delle broncopneumopatie, degli infarti del miocardio e delle neoplasie in genere.

OBIETTIVI DEL TRATTAMENTO ORTOPEDICO DELLE FRATTURE DI FEMORE IN ETA GERIATRICA PORRE PRECOCEMENTE LA DIAGNOSI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE PRIVILEGIARE L ASPETTO FUNZIONALE DELLA RIPRESA MOTORIA E DELLA DEAMBULAZIONE RISPETTO AL RISULTATO RADIOGRAFICO RIDURRE AL MINIMO L ALLETTAMENTO E L IMMOBILIZZAZIONE REINSERIRE PRECOCEMENTE L ANZIANO NEL PROPRIO AMBIENTE DI VITA

FINALITA DEL PROGETTO MIGLIORARE IL PERCORSO DI PRESA IN CARICO CLINICA- RIABILITATIVA DEL PAZIENTE ANZIANO FRAGILE CON FRATTURA DI FEMORE RICOVERATO NEL SETTORE POSTACUTI OTTIMIZZARE IL P. D. T. A. GIA ESISTENTE, EVIDENZIANDONE I PUNTI CRITICI ED IDENTIFICANDO SPECIFICI PERCORSI DIFFERENZIATI IN RELAZIONE ALLE CARATTERISTICHE CLINICO-FUNZIONALI INDIVIDUALI REALIZZARE UN APPROCCIO ASSISTENZIALE E RIABILITATIVO GLOBALE CHE, GARANTENDO UNA CORRETTA ALLOCAZIONE DELLE RISORSE DISPONIBILI, CONSENTA UNA DIMISSIONE PROTETTA CHE ASSICURI LA CONTINUITA DI CURA ATTRAVERSO UNA INTEGRAZIONE CON I SERVIZI TERRITORIALI

RISULTATI DA CONSEGUIRE Indicatore di verifica 1) Rapido trasferimento dall UO Riduzione del n giornate di Ortopedia entro 5 giorni degenza in Ortopedia per tale dall intervento chirurgico tipologia di pazienti 2) Inizio del trattamento Dati cronologici desunti dalle riabilitativo il giorno lavorativo successivo al schede riabilitative di ciascun paziente trasferimento 3) Relazione clinico-riabilitativa per Controllo a campione delle ogni paziente,redatta all atto della cartelle cliniche dimissione, che riporti il percorso N di A.D.I. attivate riabilitativo ospedaliero. la prescrizione degli ausili e la proposta di eventuale prosecuzione del trattamento extra ospedaliero, ad uso del medico curante o del team assistenziale di R. S. A. o C. R. P.

SONO STATI INSERITI NEL PROGETTO 169 PAZIENTI, 127 FEMMINE (ETA MEDIA 86,4 ANNI) E 42 MASCHI (ETA MEDIA 81,9 ANNI) OSSERVATI NEL BIENNIO 2002-2003, OSPEDALIZZATI PER FRATTURA DI FEMORE, SOTTOPOSTI AD INTERVENTO CHIRURGICO E QUINDI TRASFERITI PRESSO LA SEZIONE POST-ACUTI E RIABILITAZIONE ESTENSIVA.

PRINCIPALI PATOLOGIE PRESENTI PRIMA DELLA FRATTURA 1. Disturbi dell equilibrio e della deambulazione in 140 pz. (82,8%) 2. Deterioramento cognitivo in 105 pz. (62%) 3. Storia di ripetute cadute in 72 pz. (42,6%) 4. Pregressa frattura di femore in 29 pz. (17,1%) 5. Esiti di stroke in 28 pz. (16,5%) 6. Malattia di Parkinson in 23 paz. (13,6%)

PRINCIPALI PATOLOGIE PRESENTI PRIMA DELLA FRATTURA Esiti Stroke 16.5% Preg Fr 17.1% M di Park 13.6% Dist Eq 82.8% Rip Cad 42.6% Det Cogn 62% IN TUTTI I PAZIENTI E PRESENTE UNA COMORBILITA

DESTINAZIONE DEI PAZIENTI DOPO LA DEGENZA OSPEDALIERA Rientro al proprio domicilio (52 femmine 17 maschi) 40,8% Istituzionalizzazione in C. R. P. protetta (48 femmine e 23 maschi) 42% Istituzionalizzazione in R. S. A. (22 femmine e 1 maschio, di cui 9 in regime temporaneo) 13,6% Trasferimento in Casa di Cura Convenzionata per ulteriore periodo di degenza 3,6%

DESTINAZIONE DEI PAZIENTI DOPO LA DEGENZA OSPEDALIERA 100 80 42% 40.8% 60 40 20 0 13.6% 3.6% CRP DOMIC RSA Cdi C Conv

RECUPERO FUNZIONALE MOTORIO 50 46.6% 40 26.6% 30 20 10 0 17.7% 9.6% BUONO DISCRETO SCARSO NULLO

CONCLUSIONI I nostri dati confermano la rilevanza del problema frattura di femore in anziani fragili affetti da deficit cognitivo con coesistente polipatologia. Un approccio tempestivo e globale si è dimostrato in grado di ridurre la perdita dell autosufficienza e la conseguente compromissione della qualità di vita.