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Transcript:

INTRODUZIONE Gli anni novanta sono stati caratterizzati da un miglioramento delle possibilità di cura delle varie neoplasie grazie anche all'introduzione nella pratica clinica di nuove classi di farmaci che si sono dimostrate notevolmente efficaci e grazie all'impiego dei fattori di crescita emopoietici, che hanno consentito l'uso d alte dosi di chemioterapia associate a trapianto di midollo osseo o reinfusione di cellule staminali. Negli anni novanta, sono state sviluppate molte nuove sostanze che hanno notevolmente ampliato le molecole a disposizione. La ricerca scientifica è attualmente indirizzata verso l'identificazione di nuovi agenti antineoplastici e verso lo studio di nuove strategie d'impiego ed integrazione delle varie modalità terapeutiche al fine di migliorare i risultati raggiunti sia in termini d'aumento della sopravvivenza che di riduzione degli effetti collaterali a breve o a lunga distanza. 3

Se da un lato l'aumento dell'utilizzazione degli antiblastici ha comportato effetti positivi sulla terapia, d'altra parte è aumentato il rischio da esposizione professionale durante la loro manipolazione. 4

I STORIA DELLA CHEMIOTERAPIA La chemioterapia consiste nell'utilizzo di sostanze chimiche attive sulla riproduzione cellulare (o in grado di determinare morte cellulare) che agiscono sulle cellule degli organismi superiori, sulle cellule batteriche e sui parassiti. Sebbene più frequentemente usata per la cura dei tumori, la chemioterapia è utilizzata anche per trattare altre malattie come ad esempio la psoriasi, la sclerosi multipla e certi tipi d insufficienza renale. Si può affermare che la chemioterapia ebbe le sue origini nel primo secolo a.c., quando Dioscoride usò la colchicina per trattare alcuni tipi di tumori in stadio avanzato. Chi coniò il termine di chemioterapia fu però Paul Ehrlich che lo usò per riferirsi all'impiego d alcune sostanze chimiche contro le infezioni batteriche. Un grande impulso allo studio di nuove sostanze antineoplastiche si ebbe dopo la Prima Guerra Mondiale quando un gruppo di marinai fu esposto accidentalmente ad un gas vescicante utilizzato per scopi bellici (detto, a causa del particolare odore, 5

"mostarda azotata") e tra loro furono osservati gravi casi di depressione midollare. L'intuizione di usare composti analoghi a quel gas come farmaci antineoplastici diede origine a molti esperimenti che rimasero però segreti fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale. La chemioterapia è stata impiegata nella cura delle neoplasie dalla fine degli anni Quaranta. Inizialmente i farmaci erano impiegati in monochemioterapia con finalità esclusivamente palliative in tumori peraltro già in fase avanzata. I progressi della chemioterapia andarono di pari passo con le acquisizioni in campo biologico circa la natura della malattia cancro e con quelle in campo farmacologico circa le caratteristiche delle molecole impiegate. Fu grazie a tali studi che fu formulata la prima combinazione di polichemioterapia in grado di ottenere una remissione duratura di una neoplasia. Nel 1970 fu pubblicato il primo studio clinico che illustrava i risultati favorevoli dell'impiego dello schema MOPP (mecloretamina, vincristina, procarbazina e prednisone) nella malattia di Hodgkin. Successivamente fu formulata una metodologia scientifica di trattamento dei tumori, che tuttora 6

costituisce il fondamento che dà validità agli studi clinici e sancisce l'efficacia dei trattamenti impiegati. Furono così codificati i concetti di stadiazione all'esordio di malattia, valutazione della risposta clinica e ristadiazione al termine del trattamento. Furono quindi messi a punto numerosi schemi di polichemioterapia somministrati ciclicamente e testati su varie neoplasie. Sempre negli anni Settanta fu codificato il concetto di chemioterapia adiuvante sulla scorta dell osservazione clinica dell evidenza di micrometastasi già esistenti al momento della diagnosi. Negli anni Ottanta gli sforzi sono stati rivolti al tentativo di migliorare i modesti risultati terapeutici ottenuti in certe neoplasie. In particolare, è stata rilevata l'importanza di superare la resistenza delle cellule neoplastiche alla chemioterapia, responsabile delle recidive dopo trattamento o della mancata regressione già alla prima terapia. Sono stati quindi impiegati regimi terapeutici non cross resistenti tra loro ed è stata sottolineata l'importanza di non ridurre le dosi dei farmaci impiegati rispetto al calcolo teorico per non limitare l'efficacia. 7

Verso la fine degli anni Ottanta sono stati sviluppati i primi studi di chemioterapia neoadiuvante con lo scopo di ridurre le dimensioni delle neoplasie e consentire interventi chirurgici meno demolitivi. Negli ultimi anni il costante aumento dell'incidenza della patologia neoplastica e l'impiego sempre più esteso nelle varie fasi della malattia neoplastica (chemioterapia adiuvante, neoadiuvante etc.) comportano un impiego crescente dei farmaci antiblastici, con implicazioni di tipo protezionistico inerenti al personale addetto alla manipolazione di tali sostanze nonché l'ambiente in cui i rifiuti di questi prodotti siano smaltiti. Tutto il personale del settore, dovrà attenersi a specifiche linee guida per una sicura manipolazione degli agenti antitumorali, al fine di evitare inutili e pericolose esposizioni, attuando in tal modo una sicura ed efficace prevenzione primaria nel proprio ambiente lavorativo. 8

II POTENZIALI VIE D ESPOSIZIONE La possibilità di contaminazione da farmaci antiblastici può avvenire durante tutte le varie fasi della manipolazione, ma le circostanze in cui il personale sanitario si espone maggiormente sono costituite da: IMMAGAZZINAMENTO: dalla manipolazione di confezioni di farmaci antiblastici non integre può originarsi un'esposizione degli operatori incaricati del ricevimento e dello stoccaggio in farmacia o nei luoghi di deposito. LA PREPARAZIONE dei farmaci antiblastici presuppone l'esecuzione di numerose procedure, nel corso delle quali si possono verificare sia la formazione di vapori e/o d aerosol, sia la diffusione del preparato sotto forma di gocce o spandimenti nelle fasi di: - aperture delle fiale del farmaco; - rimozione dell'ago dai flaconcini dei farmaci; - manovra di riempimento della siringa; - espulsione dell'aria dalla siringa durante il dosaggio del farmaco; 9