LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA e così vorresti fare lo scrittore?

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Transcript:

LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA e così vorresti fare lo scrittore? Francesco Agrusti francesco.agrusti@uniroma3.it Laboratorio di Metodi e Tecniche per la Scrittura in Educazione (SDE - 3 CFU)

CALENDARIO Il Lunedì dalle 11 alle 14 in Aula Telematica di Via Principe Amedeo 184, primo piano 13-20 - 27 Marzo 2017 3-10 Aprile 2017 8 Maggio 2017 BACHECA Diapositive, materiali didattici, avvisi, risultati http://bit.ly/bachecaagrusti RICEVIMENTO Su appuntamento, scrivendo a francesco.agrusti@uniroma3.it o dopo ogni lezione.

INCONTRI 13 Marzo 2017 Raccogliere le idee. Autobiografismo, osservazione, speculazione, ucronie, fatti di cronaca, ispirazione 20 Marzo 2017 Il narratore. Chi racconta la storia, il suo ruolo, il suo punto di vista, il tempo della narrazione 27 Marzo 2017 L incipt. La partenza, l origine, la formula inziale di una narrazione 3 Aprile 2017 La struttura della storia, la costruzione dei personaggi, il loro punto di vista 10 Aprile 2017 Il finale. Una struttura coesa, scrivere e riscrivere una storia 8 Maggio 2017 I luoghi comuni da evitare, le parole giuste da usare ucronìa s. f. [dal fr. uchronie (voce coniata dal filosofo Charles Renouvier nel 1876), der., con u- di utopie «utopia», dal gr. χρόνος «tempo, periodo di tempo»], raro. Sostituzione di avvenimenti immaginarî a quelli reali di un determinato periodo o fatto storico (per es., la situazione europea se Napoleone avesse vinto a Waterloo).

{} Riprendiamo da dove avevamo lasciato in sospeso l ultima volta... Il re morì, poi morì la regina è una storia. Il re morì, poi di dolore morì la regina è un intreccio. (Aspetti del romanzo, Edward Morgan Forster, pag. 41 e pag. 93)

L INTRECCIO Secondo Edward Morgan Forster [la storia] è la narrazione di avvenimenti esposti secondo il loro ordine cronologico. [ ] In quanto storia, può avere un solo pregio: quello di accendere nell uditorio il desiderio di sapere cosa succederà. E per contro non può avere che un difetto: quello di non accendere il desiderio di sapere che cosa succederà [ ] È l infimo e il più semplice degli organismi letterari. Eppure è il massimo denominatore comune a tutti quei complicatissimi organismi chiamati romanzi. Il re morì, poi morì la regina è una storia. Il re morì, poi di dolore morì la regina è un intreccio. (Aspetti del romanzo, Edward Morgan Forster, pag. 41 e pag. 93) Edward Morgan Forster (1879-1970) L'autore di un racconto sceglie la successione in cui esporre i fatti narrati e può descrivere gli avvenimenti seguendo scrupolosamente il loro ordine logico e cronologico, rendendo molo semplice per il lettore la comprensione della vicenda. In alternativa può decidere di anticipare degli eventi che in realtà sono avvenuti dopo, introdurre fatti anteriori o mostrare prima gli effetti ed indicare solo in seguito le cause. Ha quindi la possibilità di organizzare il materiale narrativo sovvertendo l'ordine logico e cronologico dei fatti.

DIFFERENZE TRA INTRECCIO E STORIA La storia è la narrazione di avvenimenti riferiti nell ordine del loro susseguirsi nel tempo. Anche l intreccio è una narrazione di avvenimenti, ma qui l accento cade sulla causalità. STORIA: Il re morì, poi morì la regina INTRECCIO: Il re morì, poi di dolore morì la regina La storia risponde alla domanda E poi?, l intreccio alla domanda Perché?. L intreccio è dunque il romanzo nel suo aspetto logico e concettuale: vuole mistero, e ricordate che i misteri più tardi vanno chiariti! STORIA/FABULA: è l'ordine logico e cronologico di un insieme di fatti narrati. INTRECCIO: è l'organizzazione dei fatti narrati così come è stata strutturata dall'autore e costituisce l'ordine narrativo ponendo l accento sulla causalità. Quando l'intreccio segue l'ordine logico e cronologico la fabula e l'intreccio coincidono. ANALESSI o FLASHBACK: ripresa di eventi cronologicamente anteriori. PROLESSI: anticipazione di eventi.

METTETEVI ALLA PROVA! Dopo la lettura del testo proposto Miss Marple racconta una storia (tratto da In tre contro il delitto di A. Christie) elencate i fatti secondo l ordine in cui l autore li presenta (INTRECCIO) e secondo l ordine cronologico in cui si sono svolti nella finzione del racconto (STORIA). Potete fare la prima lista e poi aggiungere i numeri che identificano l ordine in cui si sono svolti. Es: 1. Miss Marple racconta un fatto curioso a Reymond e Joan (20) 2. Gwen introduce il signor Petherick e un altro signore (1) 3....

OCCHIO ALL INTRECCIO Alcuni consigli pratici in ordine sparso: ü evitate l eccessiva introspezione di personaggi piuttosto immobili a discapito dell azione (ombelicalità); ü non confondente il romanzo con il vostro diario; ü non raccontate solo una storia, create un buon intreccio; ü scegliete un fatto, aggiungete le cause e gli effetti, in modo che diventi più interessante; ü ricordate che è più necessaria una storia che le vostre intime considerazioni su di essa o sulla vita in generale; ü la storia ha bisogno di una buona architettura e di nessi causali per essere più equilibrata fruibile ed avvincente.

ORDINARE LE IDEE Una volta trovate le idee e le parti della storia, è necessario che tutti gli elementi individuati (trama, personaggi, il tema centrale, le immagini, i dialoghi) confluiscano nella scrittura. Vi sono molti modi per ordinare le idee: ü Metodo delle schede: si annotano sulle schede colorate le idee e gli elementi. Man mano che si riordinano le idee, ogni colore rappresenta un determinato elemento della storia (rosa scene d amore). Le schede permettono quindi di essere mosse cambiando la cronologia e la dinamica degli eventi. ü La Scaletta (o Scalettone): si scrivono poche righe per ogni punto chiave/scena che compone la storia. La lista deve essere di almeno di 10-20 punti da sviluppare successivamente. Per un totale di circa 50-100 righe. ü Il trattamento (per romanzi o sceneggiature): si scrive la sinossi della storia in forma di racconto breve (5-12 pagine), in maniera quasi completa, narrandola in ordine cronologico. Si può a questo punto controllare la linea narrativa e rielaborare la storia ampliandola.

DOMANDE DA PORSI PRIMA DI COMINCIARE A SCRIVERE ü ü ü ü ü ü ü Cosa mi spinge a scrivere questa storia? Ho ponderato gli elementi della mia storia? Riesco a sentire la voce dei miei personaggi? Ho preso abbastanza tempo per approfondire la storia e i personaggi senza affrettarmi a scrivere la storia? Ho dato alla mia storia e ai miei personaggi delle regole e ho tentato di farli crescere organicamente? Mi sto concentrando sulla mia passione? Oppure sto seguendo le leggi del mercato, chiedendomi se è commerciale e venderà abbastanza? Mi sono ricordato di fare attenzione al processo invece di cercare risultati immediati? (adattato da Come scrivere una grande sceneggiatura di Linda Seger)

ESERCIZIO DA CONSEGNARE La storia parallela Pensate a un romanzo, film o fumetto che amate particolarmente. Pensate alla sua storia e a i sui personaggi: il protagonista, l antagonista e i personaggi secondari. Ora provate ad immaginare quella stessa storia ma senza il protagonista, oppure con il protagonista che compie una scelta diversa in un momento importante della narrazione. Provate a riscrivere quella storia cambiandone le dinamiche tra i personaggi. L antagonista potrebbe diventare un personaggio secondario, per esempio, o il protagonista essere l antagonista. Buon lavoro! Formato: Formato Word o simili. Vincoli: Minimo 2 pagine, massimo 5 pagine (da 3000 a 15000 caratteri spazi inclusi). Data della consegna: 27 Marzo 2017 (adattato da Scrivere una storia, http://ilmiolibro.kataweb.it/articolo/scrivere/10691/2-scrivere-una-storia/)

LA VOCE In ogni opera narrativa c è una voce che ci sta parlando. La domanda che dovete porvi è: «A chi appartiene la voce che sto leggendo o ascoltando?» Un attore che recita su un palcoscenico è una voce facilmente individuabile. Ma la voce di un narratore fuori campo, al cinema; o dietro le quinte, a teatro: è sempre facilmente riconoscibile? L opera è sempre inserita in un circuito comunicativo dove ai due poli troviamo l autore e il lettore. autore testo lettore Seymor Chatman definisce due diversi circuiti comunicativi: uno immaginario e uno reale. Il Narratore è la voce di quel personaggio che dice io nel racconto. O, nel caso di una storia narrata rigorosamente in terza persona, in modo impersonale, la voce del narratore è quella del responsabile dell atto di enunciazione.

PASTORALE AMERICANA In Pastorale Americana di Philip Roth (Einaudi, 1997), leggiamo: «Lo svedese. Negli anni della guerra, quando ero ancora alle elementari, questo era un nome magico nel nostro quartiere di Newark, anche per gli adulti della generazione successiva a quella del vecchio ghetto cittadino di Prince Street che non erano ancora così perfettamente americanizzati da restare a bocca aperta davanti alla bravura di un atleta del liceo» Di chi è la voce che sta raccontando la storia dello svedese? Saremmo tentati di pensare che sia di Roth per le poche informazioni di cui disponiamo. Se ci addentrassimo nella lettura scopriremmo invece che a raccontare la parabola del successo personale dello svedese e la sua successiva caduta è Nathan Zuckerman, uno scrittore affascinato fin dall adolescenza dalla vincente solarità dello svedese, di cui decide di raccontare la storia. Zuckerman è un alter-ego di Roth. (da Scrittura Creativa, http://www.sulromanzo.it/blog/scrittura-creativa-la-voce-prima-parte)

IL CIRCUITO COMUNICATIVO persona storica dell autore reale{ autore reale { l idea di pubblico che si desume dalle scelte linguisitche e contenutistiche autore implicito (narratore) (narratario) lettore implicito l idea dell autore che si fa il lettore dalle informazioni date nel testo chi dice io nel racconto / chi è responsabile del racconto in terza persona il personaggio che compare nel testo come destinatario lettore reale i lettori effettivi dell opera { reale (adattato da Storia e discorso. La struttura narrativa nel romanzo e nel film di Seymour Chatman)

IL NARRATORE la voce a cui è affidato il racconto narratore esterno interno narrazione eterodiegetica narrazione omodiegetica { { conosce meno dei personaggi, rappresenta ciò che vede dal di fuori (alcuni racconti polizieschi) conosce tutto della storia, dei personaggi e della materia narrata narratore onnisciente (Manzoni) autore o protagonista narratore autodiegetica (Dante, Ortis) testimone o protagonista narra la storia da un punto di vista soggettivo e solo ciò che rientra nella sua sfera di esperienza (Pirandello, Svevo) (adattato da Analisi degli elementi narrativi, http://www.educational.rai.it/materiali/file_lezioni/54865_635802920209446389.ppt

SENZA UN NARRATORE Una tipologia particolare, affrontando la voce nell ambito della scrittura creativa, è la citazione di pensieri e parole. Il caso più limpido di assenza di narratore si ha quando l opera, o una sua parte, è composta di testi citati, siano essi parole o pensieri. Questo si realizza, tipicamente, nella scrittura per il teatro, citazione delle parole dei personaggi (dove azioni e contesto vengono poste dall autore tra parentesi), ma anche nel radiodramma e nella sceneggiatura per il film. In narrativa emblematico è il monologo interiore in alcuni testi d avanguardia come L Ulisse di James Joyce (pure e semplici citazioni di pensieri privi di descrizione del personaggio o del contesto) e in Mrs. Dalloway di Virginia Woolf. In questo caso si parla di flusso di coscienza. (da Scrittura Creativa, http://www.sulromanzo.it/blog/scrittura-creativa-la-voce-prima-parte)

IL NARRATORE esterno narrazione eterodiegetica la voce a cui è affidato il racconto narratore interno narrazione omodiegetica { { usa solo la terza persona (narrativa verista, Verga, Deledda) usa prevalentemente la terza persona ma anche la prima per i suoi commenti (Manzoni) usa prevalentemente la prima persona ma anche la terza per azioni compiute da altri (Mattia Pascal) usa la prima persona ma più spesso la terza per azioni compiute da altri essendo solo testimone (Ishmael in Moby Dick) (adattato da Analisi degli elementi narrativi, http://www.educational.rai.it/materiali/file_lezioni/54865_635802920209446389.ppt

IL PUNTO DI VISTA la prospettiva scelta dal narratore per raccontare una storia ed esprimere il suo livello di conoscenza delle vicende narrate il punto di vista focalizzazione zero il narratore (onnisciente) conosce tutta la storia, lo sviluppo delle vicende, gli stati d animo dei personaggi, esprime giudizi ecc.. (Promessi sposi) focalizzazione interna (fissa, variabile, multipla) il narratore riferisce quanto apprende dai suoi personaggi e quindi costruisce la storia a poco a poco attraverso i punti di vista di uno o più personaggi (I Malavoglia) focalizzazione esterna il narratore ignora aspetti fondamentali della vicenda e si eclissa, limitandosi a registrare ciò che oggettivamente vede, senza manifestare giudizi o commenti (come nel romanzo giallo) «La formula di focalizzazione (leggi: l apparato dei punti di vista) non coinvolge [ ] sempre un opera intera, ma piuttosto un segmento narrativo determinato, che può essere brevissimo» (focalizzazione prevalente di un opera) (Gérard Genette, Figure III. Discorso del racconto, 1976) (adattato da Analisi degli elementi narrativi, http://www.educational.rai.it/materiali/file_lezioni/54865_635802920209446389.ppt

IL PUNTO DI VISTA Attenzione a come scrivere: a) Fuori pioveva a dirotto. b) Peter Parker vide dalla finestra del suo appartamento nel Queens che fuori pioveva a dirotto. La voce è la stessa, ma il punto di vista è diverso. In entrambe le frasi la voce appartiene a un narratore esterno. Nel caso a) sembra non ci sia un preciso punto di vista; in questo caso si può dire convenzionalmente che si tratta del punto di vista del nostro narratore esterno alla vicenda che viene raccontata. Si tratta di un narratore onnisciente (sa tutto dei personaggi e dei fatti che racconta)? Se è così potremmo anche farlo coincidere con l autore reale. O è, piuttosto, un autore implicito (per esempio Nathan Zuckerman, in Pastorale americana di Philip Roth, Einaudi, 1997). Nel caso b) il punto di vista è quello di Peter Parker; in questa frase il narratore esterno dice quel che Peter Parker vede. Con la tecnica del punto di vista applicato a un opera di narrativa possiamo attribuire a un personaggio pure la sua opinione, in base alla quale i fatti della storia vengono interpretati e valutati: a) Flint Marko è un poco di buono. b) Peter Parker pensa che Flint Marko sia un poco di buono. Nel primo caso il giudizio su Flint Marko va direttamente attribuito al narratore. La voce e il punto di vista coincidono. Nel secondo caso il punto di vista va riferito al personaggio (leggi: voce del narratore esterno, punto di vista del personaggio). Non possiamo sapere se il narratore condivida o meno il punto di vista di Peter Parker; a meno che, in qualità di autore reale o autore implicito, non ce lo dica espressamente. c) Peter Parker pensa che Flint Marko sia sempre stato un poco di buono; in realtà Marko è diventato un malvivente per necessità, mosso dalla disperazione [ ].Il narratore aggiunge il suo giudizio e lo pone a confronto con l opinione del personaggio di Peter Parker. (da Scrittura Creativa, http://www.sulromanzo.it/blog/scrittura-creativa-la-voce-prima-parte)

IL PUNTO DI VISTA ü Il punto di vista e la voce non appartengono necessariamente alla stessa persona. ü La voce riguarda la persona a cui vengono attribuiti gli enunciati, chi parla. Se non ci sono delle citazioni (argomento di cui parleremo in una delle prossime puntate), la voce appartiene al narratore, interno o esterno alla storia. ü Il problema del punto di vista riguarda il personaggio che, all interno della storia, immaginiamo compia le azioni del vedere, del pensare e giudicare. ü Nel caso di c) si può dedurre che il punto di vista cambi con maggior frequenza della voce, ma è possibile (anche se più difficile) trovare interi racconti in cui vengono adottati una sola voce e un solo punto di vista. (da Scrittura Creativa, http://www.sulromanzo.it/blog/scrittura-creativa-la-voce-prima-parte)

LE TECNICHE NARRATIVE per esprimere voce e pensieri dei personaggi sono utilizzate varie tecniche: ü discorso diretto tipico della focalizzazione esterna, è introdotto di solito da un verbo dichiarativo; ü discorso diretto libero, dove, invece, è omesso il verbo dichiarativo e le parole dei personaggi sono riferite direttamente come in un testo teatrale ü discorso indiretto in cui il narratore riferisce discorsi e pensieri dei personaggi dal suo punto di vista; è introdotto da un verbo dichiarativo + la congiunzione subordinante; è tipico della focalizzazione zero con narratore onnisciente ü discorso indiretto libero in cui sono omessi verbi dichiarativi e congiunzioni subordinanti e discorsi e pensieri dei personaggi sono inseriti nella narrazione e si confondono con quelli del narratore ü monologo quando il personaggio parla a un interlocutore presente ma silenzioso ü soliloquio quando il personaggio parla a se stesso in assenza di interlocutori reali ü monologo interiore che designa una citazione di pensieri del personaggio in stile diretto libero e flusso di coscienza, fluire di pensieri, impressioni, associazioni opposto al pensiero intenzionale (adattato da Analisi degli elementi narrativi, http://www.educational.rai.it/materiali/file_lezioni/54865_635802920209446389.ppt

francesco.agrusti@uniroma3.it tutte le immagini senza didascalia usate in questa presentazione sono liberamente scaricabili da https://unsplash.com/collections/605757/writing-lab