Data revisione NS1 - DISFAGIA. 18 settembre 2015 RACCOMANDAZIONI

Documenti analoghi
LA BEDSIDE EXAMINATION

GESTIONE DEL PAZIENTE NEUROLOGICO CON DISFAGIA Serena Romanelli Coordinatore infermieristico U.O.C. Neurologia Arezzo

LE COMPLICANZE POLMONARI NELLA DEMENZA

Fasi riabilitative del paziente disfagico: dall ospedale al domicilio

IDENTIFICARE E TRATTARE DISFAGIA ED AVVERSIONE AL CIBO NEI PAZIENTI CON ATRESIA ESOFAGEA

L adisfagia. L ogopedistaa ntonioa mitrano

LINEE GUIDA DELLA DISFAGIA NELL ADULTO. Logopedista Elisabetta Cattaneo

Prefazione. Presentazione dell edizione italiana. Ringraziamenti. Come usare questo libro. Glossario delle patologie e dei termini neurologici

Deglutizione. Deglutizione. La Rieducazione della Deglutizione

I disturbi della deglutizione e articolazione della parola nelle PSE. Suggerimenti per affrontarli

LE INDAGINI STRUMENTALI

Congresso Regionale AINAT Sicilia Hotel Nettuno Novembre Precauzioni nell alimentazione orale del malato con iniziale disfagia

APPROCCIO DIETETICO NEL PAZIENTE DISFAGICO

DYSPHAGIA Le alterazioni della deglutizione non sono mai state così attuali se parliamo in termini di: Mortalità Morbilità Costi alla sanità

L APPROCCIO DELLA LOGOPEDIA ALLA DISFAGIA. Dott.ssa Maria BARBAGALLO A.I.P. Catania Primo congresso regionale AINAT Sicilia

DYSPHAGIA 2015 V edizione Pavia, 8 ottobre 2015 LA DISFAGIA NELLE DEMENZE

L ALIMENTAZIONE NEL BAMBINO CON CANNULA TRACHEALE

2017 NON SEMPRE DEGLUTIRE E FACILE

SIRN - SEZIONE DISFAGIA NEUROGENA CONGRESSO NAZIONALE GENOVA, 8-10 MAGGIO 2014 ANTONELLA GIUSTI

I DISTURBI DELLA DEGLUTIZIONE GIORNATA EUROPEA DELLA LOGOPEDIA 06 MARZO 2017 OPUSCOLO INFORMATIVO PER IL PAZIENTE E LA FAMIGLIA

Evidence Based Speech Therapy

Deglutizione. Logopedista Angela Di Palma

IRCCS Fondazione Maugeri PAVIA

L ABC DELLA DISFAGIA Glossario non esaustivo per chi vuole conoscere meglio i disturbi della deglutizione.

Disfagia. Come avviene la deglutizione. Fisiologia della deglutizione

La pianificazione terapeutica. Giovanni Ruoppolo Dipartimento Testa e Collo Università Sapienza ROMA

DISFAGIA: screening, valutazione e gestione nei reparti per acuti. S.Iosca. C. Micieli. F. Giorlando

..disfa.. gie presso gie presso il nostro il nostro ambulatorio ambulato nel altre patologie SM

DISFAGIA. OSA (servizio riabilitativo domiciliare ex art. 26 Roma).

Difficoltà nutrizionali del paziente con tumore della laringe

COME FAR USARE LA BOCCA

- Confronto linee guida

AZIENDA U.S.L. di PESCARA

LA DISFAGIA. A cura di Paola Zottis Stefania Bet

RITARDO MOTORIO e PSICOMOTORIO

PAZIENTE AFFETTO DA SLA

Tecniche di allineamento del capo e del corpo. Filippi Mariacristina Fisioterapista, ASMN Reggio Emilia

COMUNE DI ARCENE SCHEDA DI RILEVAZIONE SERVIZIO REFEZIONE VALUTAZIONE DELLA QUALITA DEL CIBO PORTATE MENU PROGRAMMATO VARIAZIONI PRIMO PIATTO

Malnutrizione in LTCF l esperienza del Piccolo Cottolengo Don Orione. Piccolo Cottolengo Don Orione

LA RIEDUCAZIONE CON LA TERAPIA LOGOPEDICA RELATRICE: DOTT.SSA FRANCESCA GHELLI - LOGOPEDISTA

L infermiere e l anziano con delirium: competenze e responsabilità in medicina. Ermellina Zanetti, GRG Brescia e APRIRE network

INTERVENTI PER LA DISFAGIA

Alterazione della deglutizione: individuazione e gestione

4ª UNITA DIDATTICA Modello Nutrizionale metabolico

Fase. orale. Fase orofaringea

IldocumentoGOLD completo(w ORKSHOPREPORTS)èconsultabilesulsitowww.goldcopd.it

Disfagia. Deglutire senza problemi

Cristian Sarotto - Coordinatore Infermieristico SC Recupero e Rieducazione Funzionale Presidio Sanitario Ospedale Cottolengo. Torino 5 dicembre 2016

L ASHA conta 80 anni di storia; nata con il nome di American Academy of Speech Correction nel 1925, ha adottato l attuale nome nel 1978.

Crisi epilettiche ed Epilessie. Dott. Sergio Agostinelli Dirigente Medico U.O. Pediatria Neurologia Pediatrica Area Vasta 5 ASUR Marche

Come riconoscere il soggetto disfagico IL SOSPETTO CLINICO

Corso Integrato Medicina Clinica-Chirurgica

TRACHEOSTOMIA E DISFAGIA NEUROGENA

Assistenza infermieristica al paziente affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica e Sclerosi Multipla

Il documento definitivo è disponibile sul sito dell Agenzia Regionale Servizi Sanitari ( nella sezione Documenti

Il sottoscritto IAQUINTA FRANCESCO

La Valutazione e Riabilitazione logopedica

La nutrizione per le vie naturali nella DISFAGIA

Guida Informativa al trattamento della Disfagia in età Evolutiva

Gestione della gastroenterite: ruolo dell Osservazione Breve

Evidence Based Practice Information Sheets for Health Professionals. Questo foglio informativo di Best Practice comprende i seguenti argomenti:

IL PESO SECCO DEL PAZIENTE IN DIALISI VALUTAZIONE INFERMIERISTICA

PDTA disfagia: Ruolo del Dietista

Individuazione del paziente a rischio di malnutrizione: una proposta collaborativa per la qualità dell assistenza

Luca Pantarotto. Hospice Casa San Giovanni di Dio Ospedale S. Raffaele Arcangelo Fatebenefratelli Venezia

«IDEA DISFAGIA» Gusto, cura, cultura e sensibilità.

TABELLA DI PROPEDEUTICITÀ PER IL CORSO DI LAUREA IN MEDICINA E CHIRURGIA

INCONTRO MULIDISCIPLINARE DI NUTRIZIONE CLINICA NELLE DISABILITA INFANTILI

INFERMIERISTICA CLINICA DI BASE

Funzione alimentare e rigidita comportamentali: approccio ri - abilitativo

Patologie Pediatriche Croniche

Strategie di intervento per il raggiungimento dell'autonomia alimentare ATHENA SOC. COOP. SOCIALE

La relazione terapeutica col paziente sovrappesoobeso: la relazione terapeutica classica vs l approccio integrato

Gli ausili per la nutrizione. Dr Carlo Pedrolli Servizio di dietetica e Nutrizione Clinica Ospedale S. Chiara TRENTO

L assistenza al Bambino con Disabilità e malattie croniche

Corso teorico/pratico CENA DI VELLUTO. 24 Settembre 2015 SIENA

Screening nutrizionale

Percorso assistenziale al bambino con eccesso ponderale: un programma di educazione ai corretti stili alimentari e motori

LA DISFAGIA LA DISFAGIA 11/04/2011. Organi deputati alla deglutizione. 5.3 obiettivo Infermieristica Cronicità e Disabilità

Accertamento dello stato nutrizionale

Raccomandazione 8.15 grado A È indicato che i pazienti con ictus acuto siano ricoverati in una struttura dedicata (Stroke Unit). Raccomandazione 8.7 R

insoddisfacente per il raggiungimento di specifici obiettivi di salute NOC (RISULTATI)

1 HAPPENING PEDIATRICO IBLEO Ragusa Poggio del Sole 3-44 aprile 2009

Diabete e nutrizione artificiale. Edoardo Guastamacchia Università degli Studi di Bari A. Moro

Deglutizione e disfagia

PREVEZIONE ALIMENTAZIONE. Gallieno Marri

La gestione del paziente con patologie degenerative neurologiche

LA SINCOPE IN PEDIATRIA INQUADRAMENTO E CASI CLINICI

8 Corso di. Tecnico Nazionale FIT. Roma,

Care e VARESE

La gestione della disfagia

LA PARALISI CEREBRALE INFANTILE

IPOTESI DELLA TESI OBIETTIVO DELLA TESI

INFERMIERISTICA CLINICA DI BASE

Transcript:

NS1 - DISFAGIA Adattato da: Michelini Fabio, Daniela Donati, Ivana Fioriti, Maria Grazie Bernardi. Valutazione e revisione: Mazzoni Elisa, Bonazzi Sara, Paolo Chiari Data revisione 18 settembre 2015 RACCOMANDAZIONI Possono essere a rischio di disfagia i bambini con danno neurologico ipossico-ischemico, ischemico- emorragico, infettivo, tossico, post-traumatico, metabolico, malformativo, neoplastico, da encefalopatie epilettiche. Altre patologie a rischio disfagico sono patologie genetiche quali: Sindrome di Rett, Sindrome di Down; distonia, discinesia, ipotonia o malattie neuromuscolari, malattie del tronco encefalico e dei nervi cranici. Nel bambino prematuro, l immaturità neurologica può causare disfagia perché comporta riflesso orale depresso, lingua poco mobile, suzione ipovalida e affaticamento respiratorio, insufficiente energia per consumare un pasto adeguato, difficoltà di coordinazione suziojne-deglutizionerespirazione, ipersensibilità orale. La disfagia rappresenta una seria minaccia al mantenimento dello stato nutrizionale è può provocare aspirazione acuta o cronica, causa di peggioramento respiratorio. E essenziale conoscere la fisiologia deglutitoria normale e patologica e gli altri fattori di sviluppo che influenzano la disfagia (Grado B). La consapevolezza dei fattori di rischio è importante nel riconoscimento e nella valutazione della disfagia. Quando si sospetta disfagia, dovrebbero essere riviste le condizioni del bambino dal medico e richiesta la consulenza di un equipe formata per una valutazione specialistica (Grado B). Un approccio multidisciplinare e il coinvolgimento della famiglia è essenziale per la valutazione e la gestione della disfagia (Grado B). È importante essere consapevoli che i bambini con danno cognitivo possono richiedere un intervento cognitivo e comportamentale come parte della gestione della loro disfagia (Grado B). Quando si sospetta la presenza di disfagia è importante valutare: scarso accrescimento o malnutrizione (Grado B). informazioni dei genitori su eventuali difficoltà di alimentazione quando di sospetta la presenza di disfagia (Grado B). Durante la presa in carico vanno monitorati: crescita, stato della nutrizione e dell idratazione (Grado B) i segni di aspirazione (Grado B) la capacità di deglutire del bambino. I cambiamenti di tale abilità dovrebbero essere riferiti all equipe di riferimento (Grado B) care posturale (posizionare il bambino in modo che sia in grado di mantere un allineamento corporeo centrale) il bisogno di supporto, informazioni e rassicurazioni dei familiari e dei caregivers (Grado B) gli ausili utilizzati abitualmente per la somministrazione di cibi solidi e liquidi le caratteristiche reologiche di cibi e liquidi somministrati al bambino SINTESI DELLE EVIDENZE: DISFAGIA: GESTIONE 1

Basi cliniche La disfagia è caratterizzata dalla difficoltà a far passare i cibi o i liquidi dalla bocca allo stomaco. Include anche la difficoltà nella fase della preparazione orale della deglutizione. Un neonato o un bambino possono presentare sintomi generalizzati o problemi specifici della deglutizione. I sintomi generali sono: - crescita insufficiente (mancato aumento di peso secondo quanto previsto dalle scale specifiche per patologia) o perdita di peso; - tosse e segni di soffocamento durante e/o in seguito ai pasti; - tosse inefficace o assenza del riflesso; - infezioni polmonari frequenti, febbre di origine sconosciuta; - rifiuto o astinenza dal cibo; - intolleranza ad alcune consistenze di cibo; - aumento della sensibilità tattile orale e peri-orale; - durata del pasto: più di 30 minuti o prolungamento significativo; - segni di affaticamento durante il pasto (riduzione dell allerta, aumento della permanenza del cibo in bocca, affanno o difficoltà di coordinazione del respiro); - scialorrea medio-grave; - difficoltà nel gestire il bolo il cavità orale (difficoltà di masticazione, rischio di caduta liquidi pre-deglutitoria, fuoriuscita di cibo dalla cavità orale, latenza nell innesco deglutitorio); - mancato svezzamento, permanenza di unica consistenza, necessità di modificazioni reologiche del cibo; - necessità di postura specifica per facilitare l alimentazione (reclinazione del sistema di postura, posizione in estensione del capo); - importanti alterazioni anatomo-morfologiche e del tono oro-bucco-facciali. Tutti e segni e sintomi sono basati su raccomandazioni di Grado A e B. La deglutizione è un complesso e coordinato processo neuromuscolare che implica attività sia volontarie che involontarie. Comporta numerose fasi, tra cui: orale, faringea e esofagea. La disfagia orofaringea potrebbe essere il risultato di un ampia gamma di alterazioni strutturali che compromettono l avanzamento del bolo. Valutazione Alcuni sintomi sono correlati ad una particolare fase del processo de glutitorio: Fase orale - Soffocamento, conati, scialorrea medio-grave, suzione debole, perdita di cibo dalla bocca. Fase faringea - Conati, soffocamento con l ingestione di liquidi e solidi, tosse, difficoltà respiratoria. Fase esofagea - Segni di difficoltà respiratoria durante l alimentazione. Un utile strumento durante la prima valutazione deglutologica è l anamnesi alimentare fornita dai genitori e caregiver del bambino. Dovrebbero essere ottenute le seguenti informazioni per la successiva valutazione: - tipo di allattamento, capacità di suzione e divezzamento; - difficoltà di masticazione o rifiuto del cibo o inappetenza; - presenza di ipersensibilità orale; - tosse e respiro rumoroso durante il pasto (possono suggerire aspirazione o residui in faringe); - durata del pasto; - influenza dell ambiente, dell orario e del care-giver presente sul successo dell alimentazione; - postura del bambino durante l alimentazione. 2

Possono essere usati alcuni strumenti di indagine per la valutazione della disfagia. Valutazione clinica multidisciplinare: - esame delle capacità motorie orali; - osservazione del pasto; - stato dell idratazione e nutrizione del bambino; - valutazione della crescita e dello sviluppo. In alcuni casi, può essere utile eseguire esame radiologico. Gestione Gli obiettivi principali della gestione di un bambino con disfagia sono di permettere un alimentazione in sicurezza che garantisca il mantenimento di un buono stato nutrizionale. Le informazioni date per assistere i caregiver riguardano: - strategie di alimentazione orale; - preparazione di cibi variati e nutrienti; - disponibilità di ausili adeguati; - come posturare il bambino durante il pasto; - comportamenti di interazione positiva; - come favorire lo sviluppo delle capacità motorie orali. Il team multidisciplinare dovrebbe comprendere fra i suoi membri: medico pediatra, logopedista, fisioterapista, medico nutrizionista, dietista e infermieri. In ogni programma di gestione dovrebbero essere tenuti in conto l età dello sviluppo e l attuale livello delle capacità di deglutizione funzionale. (Grado B). Gli interventi comunemente usati sono sotto elencati. Monitoraggio della nutrizione e dell idratazione Lo scopo del monitoraggio è di aiutare a mantenere la nutrizione e idratazione. ( Grado B) - monitoraggio dietetico e valutazione da parte del dietista con esperienza pediatrica; - registrazione dell assunzione e perdita dei liquidi (compreso il vomito e la scialorrea) ; - registrazione dell assunzione di cibo e l aumento del peso; - monitoraggio della durata del tempo del pasto. Postura del bambino durante l alimentazione Lo scopo è di posturare il bambino in modo che sia in grado di mantenere un allineamento corporeo centrale, riducendo la probabilità di soffocamento e di aspirazione di cibo. Dieta Lo scopo della modificazione della dieta è di aiutare il bambino nella gestione delle diverse dimensioni, consistenze e sapori del cibo. Le modificazioni cambieranno secondo le necessità di ciascun bambino. Quelli che seguono sono esempi di modificazioni che possono essere raccomandati. (Grado B): - Dimensione del bolo Sono generalmente raccomandati bocconi piccoli, tuttavia in alcuni casi possono essere più utili bocconi più voluminosi. Può essere necessario modificare la dimensione in base alle diverse consistenze dei cibi e alla capacità del bambino di deglutire efficacemente. - Consistenza del cibo I bambini con difficoltà deglutitorie possono tollerare una consistenza coesa meglio di una più diluita o del cibo più liquido, ma possono richiedere un tempo più lungo per masticare. Quando si considerano i cambiamenti della consistenza, dovrebbero essere considerate anche l elasticità e le viscosità del cibo. Dovrebbe essere offerta a ciascun bambino una varietà di sapori della consistenza raccomandata. Dovrebbero essere registrate preferenze e tolleranze della consistenza per determinare quelle più efficacemente tollerate. 3

- Temperatura del cibo I bambini variano nelle loro risposte alla temperature del cibo, e non ci sono evidenze per una ottimale temperatura del cibo. Ausili utili nella gestione della disfagia - Sistema di postura. - Tettarelle, succhietti, bicchieri modificati. - Cucchiai e forchette di diversa grandezza e forma. - Piatti con dispositivi di fissaggio. - Masticatore a retina. - Spazzolino a dito per igiene orale. Prevenzione delle complicanze dovute ad aspirazione Informare i caregiver che devono segnalare eventuali segni di aspirazione (tosse, soffocamento, difficoltà respiratoria durante il pasto) e che è possibile aspirazione silente (assenza di segni). (Grado B). Favorire l igiene orale alla fine di ogni assunzione di cibo per evitare il rischio di aspirazione di pocketing orale. Raccomandazioni sulla miglior pratica Le strategie di trattamento promuovano un approccio famiglia-centrico. (Grado B) Le famiglie/caregivers che assistono i bambini con disfagia richiedono supporto, informazioni, rassicurazioni e apprezzamento dei loro sforzi. (Grado B) E importante un approccio multidisciplinare per fornire i servizi con il coinvolgimento genitoriale nella valutazione e gestione della disfagia del proprio bambino (Grado A e B) In ogni programma di gestione dovrebbero essere tenuti in conto l età dello sviluppo e l attuale livello delle capacità di deglutizione funzionale. (Grado B) Lo scopo del monitoraggio è di aiutare a mantenere la nutrizione e idratazione. ( Grado B) Non viene incoraggiata l estensione del collo poiché questo può pregiudicare il movimento laringeo e la clearance faringea, mettendo il bambino a rischio di aspirazione. ( Grado B) Può non essere possibile un giudizio visivo della posizione adeguata e sicura e può essere necessario uno studio videofluroscopico con bario modificato. (Grade B) Una postura con mento abbassato e posizione reclinata a 30, con anche flesse riduce l aspirazione in bambini con problemi soprattutto alla fase orale della deglutizione, mentre una posizione eretta con flessione del collo e delle anche è adatta per bambini con difficoltà minori per la fase orale e prevalenti per la fase faringea. (Grado B) Lo scopo della modificazione della dieta è di aiutare il bambino nella gestione delle diverse dimensioni, consistenze e sapori del bolo. Le modificazioni cambieranno secondo le necessità di ciascun bambino. Lo studio della deglutizione con videofluroscopia con bario modificato può esser usato per determinare la consistenza più sicura. (Grado B) Osservare il bambino per segni di aspirazione (tosse, soffocamento e affanno respiratorio) e registrare la modalità e la frequenza respiratoria. Se si sospetta aspirazione si dovrebbe sospendere l alimentazione orale fino a che non ne sia indagata la causa. (Grado B) Nota: essere consapevoli che l aspirazione silente (assenza di segni) è stata riportata in bambini con disfagia e può verificarsi prima, durante e dopo la deglutizione. ( Grado B) Forza delle raccomandazioni Grado A: Forte evidenza che ne consiglia fortemente l applicazione 4

Grado B: Moderata evidenza che ne consiglia l applicazione Grado C: Mancanza di evidenza Referenze 1. Scottish Intercollegiate Guidelines Network (SIGN). Management of patients with stroke -Identification and management of dysphagia: a national guideline. 2004 (78) 2. Pearson A, Wiechula R, Court A, Lockwood C. The JBI model of evidence-based healthcare. Int J of Evid -Based Healthc 2005; 3(8):207-215. 3. Rofes L, Arrola V, Almirall J, Cabré M, Campins L, Garcia-Peris P, Speyer R. Diagnosis and management of oropharyngeal dysphagia and its nutritional respiratory complications in the elderly. Gastroenterology Research and Practice, 2011. (Level IV) 4. Marik P, Kaplan D. Aspiration Pneumonia and Dysphagia in the Elderly. Chest. 2003; 124. 328-336. (Level IV) 5. Ramritu P, Finlayson K, Mitchell A and Croft G. Identification and nursing management of dysphagia in individuals with neurological impairment. The Joanna Briggs Institute Library of Systematic Reviews. 2000; 8. 6. The Joanna Briggs Institute. Systematic reviews - the review process, Levels of evidence. Accessed on-line 2009 http://www.joannabriggs.edu.au/pubs/ap proach.php 7. Skitberg, LL & Bantz DL. Management of children with swallowing disorders. Journal of Pediatrie Health Care 13. 1999; 13(5): 223-229. 8. Rudolph CD & Thompson D. Feeding disorders in infants and children. Pediatric Gastroenterology and Nutrition. 2002; 49(1): 97-112. 9. Dusick A. Investigation and Management of Dysphagia. Seminars in Pediatric Neurology.2003; 10(4): 255-264. 10. Garg BP. Dysphagia in children: An overview. Seminars in Pediatric Neurology.2003; 10(4): 252-254. 11. Sheppard JJ & Fletcher KR. Evidence-based interventions for breast and bottle feeding in the neonatal intensive care unit. Seminars in Speech and Language. 2007; 28(3): 204-212. 12. Bell HR & Alper BS. Assessment and intervention for dysphagia in infants and children: Beyond the neonatal intensive care unit. Seminars in Speech and Language. 2007; 28(3): 213-222. 13. The Joanna Briggs Institute. Identification and Management ofl A. Dysphagia in Children.Best Practice: evidence-based information sheets for health professionals. 4(3): 2000, 1-6. 5