Il sottoscritto IAQUINTA FRANCESCO

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1 Il sottoscritto IAQUINTA FRANCESCO ai sensi dell art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo dell Accordo Stato-Regione del 5 novembre 2009, dichiara che negli ultimi due anni NON ha avuto rapporti diretti di finanziamento con soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario

2 La Disfagia: una condizione frequente Relatore Lamezia Terme, 27/11/2015 IAQUINTA FRANCESCO INFERMIERE MEDICINA INTERNA P.O. ACRI

3 Un po di numeri.. E un disturbo molto frequente nell ambito delle patologie dell adulto; Si riscontra nel 20-80% dei pz. con Ictus nelle prime settimane; Nel 50-90% dei pz. con Parkinson; Nel 40-70% dei pz. con esiti di Trauma Cranico; nel 40-50% dei pz. con Sclerosi Multipla; nell % dei pz. con Sclerosi Laterale Amiotrofica; comunemente presente dopo chirurgia maggiore del distretto faringo-laringeo; nel % dei pz. sottoposti a radioterapia nella regione della testa e del collo; un considerevole numero di pz. con disturbi cognitivi e/o comportamentali (per es. nell Alzheimer); nel 45% delle persone oltre i 75 anni, nel 50-60% degli anziani istituzionalizzati; (visitato il 15 Nov 2015 ore 18)

4 Definizione di disfagia DISFAGIA = DIFFICOLTA ALLA DEGLUTIZIONE Come si manifesta? COME UNA INCAPACITA A PREPARARE IL BOLO ALIMENTARE E/O A FARLO PROCEDERE DAL CAVO ORALE ALLO STOMACO

5 Che cos e la deglutizione? DEGLUTIZIONE = Passaggio di sostanze solide, liquide, gassose e/o miste dall esterno allo stomaco

6 Le fasi della Deglutizione nell Adulto 0 Fase anticipatoria o di Preparazione Extraorale 1 Fase Di Preparazione Orale O Fase Buccale 2 Fase Orale 3 Fase Faringea 4 Fase Esofagea 5 Fase Gastrica 6 Fase duodenale Le fasi 0-1 e 2 hanno una componente preminentemente volontaria, mentre le successive si attuano a livello esclusivamente riflesso

7 FASI DELLA DEGLUTIZIONE FASE 0: FASE ANTICIPATORIA O DI PREPARAZIONE EXTRAORALE Modificazioni che coinvolgono l organismo prima che il cibo oltrepassi le labbra, a seguito di stimoli sensoriali o culturali, al fine di stimolare (o inibire) la deglutizione.

8 FASI DELLA DEGLUTIZIONE FASE 1: PREPARAZIONE ORALE O BUCCALE Trasforma le sostanze alimentari in bolo, attraverso lo sminuzzamento (masticazione) e l impasto con saliva e/o liquidi.

9 FASI DELLA DEGLUTIZIONE FASE 2: FASE ORALE Della durata di un secondo circa, la lingua si muove verso l alto, schiacciando quindi il bolo sul palato e all indietro, sospingendolo verso la faringe e stimolando il riflesso di deglutizione.

10 FASI DELLA DEGLUTIZIONE FASE 3: FASE FARINGEA Si verifica un interruzione momentanea dell atto respiratorio (apnea) per consentire il passaggio del bolo in direzione dell esofago: il bolo attraversa, nello specifico, il punto dove la via digerente incrocia la via respiratoria.

11 FASI DELLA DEGLUTIZIONE FASE 4: FASE ESOFAGEA Si realizza nel momento in cui il bolo arriva in esofago, la cui porta d ingresso (detta sfintere esofageo superiore) si apre automaticamente. In un tempo variabile fra gli 8 e i 20 secondi, tutto l esofago, per mezzo di particolari contrazioni (onde peristaltiche) verrà percorso dal bolo che giungerà alla porta di ingresso dello stomaco (sfintere esofageo inferiore).

12 FASI DELLA DEGLUTIZIONE FASE 5 e 6: FASE GASTRO-DUODENALE Transito dallo sfintere esofageo inferiore attraverso lo stomaco ed il duodeno

13 Classificazioni della disfagia In base alla sede della patologia In base all eziopatogenesi In base alla manifestazione Disfagia orale Disfagia faringea Disfagia esofagea Neurologica Meccanica Conclamata Silente

14 Le Principali Malattie riconosciute causa di disfagia orofaringea TUMORI DEL TRONCO STROKE TRAUMA CRANICO SCLEROSI MULTIPLA MORBO DI HUNTINGTON PARALISI CEREBRALE POLIOMELITE SINDROME DI GUILLAIN-BARRE SINDROME POST-POLIO DISCINESIA TARDIVA ENCEFALOPATIE METABOLICHE SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA MORBO DI PARKINSON DEMENZA

15 Le Principali Malattie riconosciute causa di disfagia orofaringea

16 PRESBIFAGIA Si intende la modalità deglutitoria del soggetto anziano sano in cui si possono avere alterazioni legate a progressiva comparsa di fattori atrofici (muscolari ed altro), ridotta funzionalità delle articolazioni, delle ossa e dei tendini ( e modificazioni dell apparato dentario), ridotta funzionalità a carico del sistema nervoso centrale (con conseguenti problemi di coordinazione, sensibilità oro-faringo-laringea, altro), connesse all età, e comportanti maggior rischio di disfagia.

17 Segni di allarme di possibile disfagia Se si osservano - scialorrea e fuoriuscita di cibo dalle labbra - tosse dopo l assunzione del cibo - voce rauca o velata o gorgogliante dopo la deglutizione - tendenza a tenere cibo o liquido in bocca per troppo tempo - modesto rialzo febbrile nelle ore successive al pasto Se il paziente adotta le seguenti strategie - preferisce cibi che non richiedono una masticazione prolungata - necessita di tempi lunghi per alimentarsi - necessita di schiarirsi continuamente la voce - tende a schiarirsi la gola attraverso deglutizioni ripetute e/o pressione manuale sul collo

18 SCREENING DELLA DISFAGIA (SIGN 2004)

19 Valutazione della disfagia Three-oz Water Swallow Test Far sedere l ospite in posizione eretta Mento retratto Ambiente tranquillo Far bere 10 ml di acqua per tre volte consecutive con il cucchiaino Ad ogni cucchiaino verificare l avvenuta deglutizione, attendere qualche secondo ( ev. tosse), far parlare la persona ( voce gorgogliante). Poi far bere un bicchiere d acqua ( circa 50 ml) Sospendere il test se si manifesta qualsiasi difficoltà alla deglutizione. La stessa procedura può essere ripetuta con sostanze addensate o gelificate o con un budino.

20 Valutazione della disfagia Three-oz Water Swallow Test ESITO DEL TEST CLASSIFICAZIONE DELLA DISFAGIA 1. ASSENTE corretta deglutizione 2. LIEVE voce gorgogliante dopo la deglutizione di acqua 3. MODERATA voce gorgogliante/ tosse 4. GRAVE tosse severa alla deglutizione dei liquidi e dei solidi Il test ha una sensibilità dell 67% (può raggiungere l 88% se lo si associa ad auscultazione cervicale o all uso del pulsossimetro) e una specificità dell 88 %

21 Diagnostica strumentale della disfagia

22 Indagini strumentali videofluorografia digitale studio fibroendoscopico della deglutizione videoregistrazione dell immagine fluoroscopica scintigrafia faringea Ossimetria Laringoscopia Auscultazione fonoendoscopica del collo

23 Videofluorografia digitale Richiede ambienti, attrezzature e personale adeguato Rappresenta il gold standard diagnostico Consente di effettuare una valutazione morfologica e funzionale precisa e diretta delle strutture coinvolte in tutte le fasi della deglutizione. Le immagini ottenute possono essere riesaminate passo-passo e rielaborate

24 Videofluorografia digitale Reperto normale Reperto patologico

25 Complicanze delle disfagia DISIDRATAZIONE DENUTRIZIONE PROBLEMI POLMONARI

26 Complicanze delle disfagia PROBLEMI POLMONARI Broncopolmonite e polmonite ab ingestis (40% decessi) È un quadro infettivo del parenchima polmonare, che trova nel passaggio di sostanze alimentari in trachea e nei bronchi l elemento scatenante.

27 Complicanze delle disfagia MALNUTRIZIONE Deriva da un introduzione di alimenti inadeguata alle richieste, è causa di sindromi carenziali e di aumento di morbilità e mortalità DISIDRATAZIONE Determinata da inadeguata introduzione di liquidi, induce alterazioni funzionali progressivamente ingravescenti a carico di diversi organi ed apparati, di particolare rilevanza clinica nel sistema nervoso centrale e nel rene

28 Il malato con ictus è a rischio di malnutrizione calorico - proteica 8-16% dei P. con ictus acuto 26% dopo 7 giorni 35% dopo 2 settimane 40% all inizio della fase riabilitativa

29 COSA FARE? LAVORO DI EQUIPE

30 Assistenza all alimentazione INDIPENDENTEMENTE DA DISFAGIA/PRESBIFAGIA POSTURE: GARANTIRE POSIZIONE CORRETTA RELAZIONE: PORSI ALLA STESSA ALTEZZA DELL OSPITE RISPETTARE I TEMPI DI DEGLUTIZIONE SOMMINISTRARE CIBO ADEGUATO ALLE CAPACITA

31 Postura Il paziente deve mangiare seduto con comodo appoggio degli avambracci e piedi appoggiati

32 TECNICHE PER ALIMENTARE Utente seduto Posizione eretta con flessione di anca e ginocchio a 90 Piedi appoggiati orizzontalmente Tronco e testa in linea mediana, testa leggermente flessa con il mento basso

33 Posture (paz costretto a letto) Busto a 90 Cuscino sotto le ginocchia Cuscino dietro la testa

34 CIBI PERICOLOSI Cibi con una parte liquida e una solida ( es. minestre in brodo, macedonia, yogurt con pezzi di frutta ) Legumi ( da evitare la buccia di piselli, fagioli, ceci, lenticchie ) Torte secche ( si frammentano in piccoli pezzi )

35 E ANCORA Cibi a due temperature, caldo-freddo ( es. frutta mescolata al gelato ) Verdure a fibra lunga (finocchio, carciofo, insalata, foglie di cavolo, fagiolini con il filo)

36 CIBI CONSIGLIATI Omogeneizzati di verdure o carne Budini, creme, gelati Cibi omogeneizzati o frullati Cibo con unica temperatura ( o caldo o freddo non a temperatura ambiente) Formaggi teneri Passati di verdure, purea di patate

37 QUANDO E INDICATA LA NUTRIZIONE PER P.E.G.? Aspirazione franca Livello di coscienza non compatibile con l alimentazione per os Introito alimentare minimo Insufficiente grado globale di collaborazione Tempo di transito oro-faringeo < 10 sec. Mancato controllo posturale del capo e del tronco

38 Grazie per l attenzione Mangia in maniera tale da mangiare ciò che tu mangi, e non in maniera tale da essere divorato dal tuo pasto.

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