Conversazioni sulla comunicazione didattica

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1 Conversazioni sulla comunicazione didattica 1. La comunicazione didattica Un approccio ragionato sulla questione dell autostima e dell autoefficacia L uso dei rinforzi per il miglioramento dell autoefficacia 2. L allenatore, gli atleti, il contesto: riflessioni sulle relazioni interpersonali e sull interpretazione dei bisogni in ambito sportivo Le motivazioni allo sport (per l atleta) Le motivazioni della famiglia Il problema dell abbandono Il difficile equilibrio tra famiglia società - atleta Diego Azzolini

2 La comunicazione didattica Autostima L'autostima è, secondo la definizione di W. James, il rapporto - confronto tra successi concretamente ottenuti e corrispondenti aspettative del soggetto". L'Oxford English Dictionary definisce l'autostima innanzitutto come "apprezzamento od opinione positiva di se stessi" facendo risalire l'uso del termine al I dizionari americani ne danno una definizione più sintetica, "buona opinione di sé ", "fiducia in se stessi", "rispetto di se stessi L'autostima è un processo multidimensionale che si articola fondamentalmente nelle seguenti sei aree : Emozionale (la capacità di osservare e analizzare le proprie emozioni; la capacità di controllare e gestire le emozioni negative). Corporea (come viene vissuta l'immagine corporea e le capacità fisiche). Familiare (come e in che misura ci si sente amati e valorizzati nelle relazioni familiari). Interpersonale (come si valutano i rapporti interpersonali e socio-relazionali con il gruppo dei pari e con gli adulti). Ambientale (come è esercitata la capacità di controllo e dominio degli eventi della propria vita e la capacità di padroneggiare l'ambiente circostante). Dell apprendimento e del lavoro ( il piacere e l'emozione di apprendere/di lavorare; i successi e i fallimenti scolastici/nell'ambiente di lavoro). 2

3 L'autostima globale si sviluppa attraverso un processo d'interazione reciproca dell'individuo con il suo ambiente ed è il risultato del confronto tra: quello che si pensa di essere (sé percepito) e quello che si vorrebbe essere (sé ideale); successi concretamente ottenuti ( risultati reali) e corrispondenti aspettative (risultati attesi ideali ). Avere fiducia in se stessi, l'essere soddisfatti o meno di se stessi dipende, più che dai successi o insuccessi ottenuti, dai criteri di valutazione utilizzati dal soggetto nell'apprezzamento dei risultati ottenuti. A creare disagio, conflitti interiori, malessere, etc. (o viceversa condizioni di agio e di benessere) è, infatti, il differenziale tra il sé ideale ed il sé percepito. Autoefficacia L autoefficacia (In inglese self efficacy), introdotta da Albert Bandura alla fine degli anni 70, è definita più o meno come la Fiducia che ciascuno ha nelle proprie capacità di organizzare ed eseguire risorse ed azioni, al fine di raggiungere un risultato pre-stabilito nel contesto in cui vive. Per compiere un azione, quindi, non basta volerlo, è necessario anche credere nelle proprie capacità, o meglio saperle valutare bene prima di agire. Il livello di autoefficacia, secondo Bandura, può essere considerato come la variabile più importante nel determinare i nostri comportamenti, perché prima di mettere in atto qualcosa noi ci immaginiamo tutto lo scenario che incontreremo (Ostacoli, difficoltà, vantaggi, energie da impiegare eccetera), e questa rappresentazione mentale ci fa decidere se agire oppure no. Ma è proprio questa rappresentazione che viene determinata dal grado di autoefficacia. LE CONVINZIONI DI AUTOEFFICACIA SONO SPECIFICHE non sono le stesse per sport e lavoro dipendono da abilità specifiche effettivamente possedute Autocompetenza: giudizio per un ambito di competenza (es. sportiva) Autoefficacia: giudizio per una specifica attività (es. sport di resistenza, basket) In ambito strettamente sportivo l autoefficacia subisce l influenza di: Prestazioni positive (successo) Esperienze sostitutive (modeling) Persuasioni verbali Attivazione psicofisica (arousal) Le convinzioni di autoefficacia Sono relative a comportamenti e contesti specifici incidono sulle scelte e sulle prestazioni Le persone con un alto senso di autoefficacia: Le persone con un basso senso di Autoefficacia: sottostimano potenzialità ed opportunità percepiscono le difficoltà come sfide esagerano le difficoltà si predispongono al fallimento si impegnano a fondo non hanno ripensamenti 3

4 Comparazione tra autostima e autoefficacia È maggiormente implicata nelle valutazioni che noi diamo di noi stessi in quanto individuo (soggetto) unico e irripetibile Un autostima eccessiva porta a considerarci superiori agli altri Una bassa autostima ci fa sentire delle nullità E tutto sommato abbastanza indipendente da ciò che effettivamente si sa fare È responsabile delle valutazioni che noi diamo sulle cose che sappiamo o non sappiamo fare Un buon senso di autoefficacia ci porta a valutare con buona approssimazione il risultato delle nostre azioni ed a trovare gli eventuali correttivi in caso di errore ed aumenta la capacità di RESILIENZA nell atleta Uno scarso senso di autoefficacia è spesso il risultato di una bassa autostima Che cos è la resilienza? L arte di risalire sulla barca rovesciata DEFINIZIONE La resilienza è il processo di riadattamento di fronte ad avversità, traumi, tragedie, minacce, o anche significative fonti di stress come problemi familiari e relazionali, seri problemi di salute, o pesanti situazioni finanziarie e lavorative. Resilienza significa "riprendersi" dalle esperienze difficili. RESILIENZA NELLO SPORT "La capacità di resistere allo stress, di superare gli ostacoli e di rimanere motivati nel perseguire i propri obiettivi". Quando la vita rovescia la nostra barca, alcuni affogano, altri lottano strenuamente per risalirvi sopra. Gli antichi connotavano il gesto di tentare di risalire sulle imbarcazioni rovesciate con il verbo «resalio». Forse il nome della qualità di chi non perde mai la speranza e continua a lottare contro le avversità, la resilienza, deriva da qui. (P. Trabucchi) «Le difficoltà rafforzano la mente, così come il lavoro irrobustisce il corpo.» Seneca 4

5 Come migliorare il senso di autoefficacia? Utilizzo di modelli imitativi Definizione degli obiettivi MODELING GOAL SETTING RINFORZI FEEDBACK Positivi e negativi Informazioni frequenti e di qualità AUTOSTIMA AUTOEFFICACIA 5

6 L allenatore, gli atleti, il contesto: riflessioni sulle relazioni interpersonali e sull interpretazione dei bisogni in ambito sportivo Il contesto sportivo come organizzazione complessa Il Coni Gli atleti I tecnici La Federazio ne I dirigenti Il pubblico I genitori Il nodo della motivazione: Cosa ci spinge ad agire? Cos'è la motivazione? Il termine motivazione può essere inteso come l insieme dei fattori che promuovono l attività del soggetto, orientandola verso certe mete e consentendole di prolungarsi qualora tali mete non vengano raggiunte immediatamente, per poi fermarla al conseguimento dell obiettivo (Reuchlin, 1957). La motivazione intrinseca La motivazione intrinseca, ha luogo quando qualcuno si impegna in un'attività perché la trova stimolante e gratificante di per se stessa, e prova soddisfazione nel sentirsi sempre più competente. La motivazione intrinseca è basata sulla curiosità, che viene attivata quando un individuo incontra caratteristiche ambientali strane, sorprendenti, nuove; La Motivazione estrinseca La motivazione estrinseca avviene quando ci si impegna in un'attività per scopi che sono estrinseci (cioè esterni) all'attività stessa, quali, ad esempio, ricevere lodi, riconoscimenti, buoni giudizi o per evitare situazioni spiacevoli, quali un castigo o una brutta figura. Piramide dei bisogni di Maslow e motivazione 6

7 Motivazioni allo sport 1. M. per iniziare uno sport: Dipendono in larga misura dal soggetto che sceglie quello sport 2. Motivazioni per continuare con lo sport scelto: Dipendono in larga misura dal comportamento dell allenatore, dall ambiente e da altri fattori esterni al soggetto (es. successo, resilienza, genitori, altri interessi, tentazioni affettive, ecc.) È su queste che si deve concentrare l azione didattica e le scelte della società Motivazioni allo sport: Le motivazioni per iniziare uno sport Primarie GIOCO: motivazioni psicologiche, emotive, affettive MOVIMENTO AGONISMO: motivazione aggressiva e modelli di condotta socializzanti Secondarie MOT. AL SUCCESSO MOT. AFFILIATIVA MOT. ESTETICA MOTIVAZIONI PSICOPATOLOGICHE 7

8 Io faccio sport perché: l orientamento motivazionale nell atleta Io faccio l allenatore perché: l orientamento motivazionale del tecnico INTERNE Passione Educare con lo sport (mission) Piacere di svolgere il proprio lavoro (rapporto con i ragazzi/atleti) e di insegnare il movimento Mettersi alla prova Essere convinti di avere qualcosa da insegnare ESTERNE Affiliazione Ottenere riconoscimenti Riscattare la propria identità professionale Avere successo personale Guadagnare Seguire i propri figli nello sport che hanno scelto Mio figlio fa sport perché (il punto di vista del genitore) Perché voglio che stia insieme ad altri ragazzi/e Perché voglio che faccia una vita sana Perché così è meno esposto ai pericoli delle droghe Perché lo sport è scuola di vita Perché io già facevo quello sport Perché a mio figlio piace fare sport Perché così io posso dedicarmi al mio sport preferito 8

9 Come gestire al meglio la relazione con la famiglia Aver ben presente che i genitori sono le persone che conoscono meglio i loro figli Tenere i genitori informati sulla programmazione delle attività Considerare il loro punto di vista Non entrare in merito alle scelte tecniche con loro ma spiegarle bene agli atleti Essere onesti intellettualmente Non mettere sempre il risultato davanti a tutto (soprattutto nelle categorie giovanili) I motivi dell abbandono CHE DIPENDONO SOPRATTUTTO DAL SOGGETTO IL SENTIRSI TROPPO COMPETITIVI LA SINDROME DEL BURN-OUT completa mancanza di autostima e voglia di raggiungere i risultati prefissati quindi sensazione di inadeguatezza SINDROME DEL DROP-OUT si verifica soventemente dopo un certo periodo di allenamenti e gare piuttosto lungo e intenso PARAMETRI ANTROPOMETRICI SFAVOREVOLI ALTRI INTERESSI/TENTAZIONI CHE DIPENDONO SOPRATTUTTO DA CONDIZIONI ESTERNE AL SOGGETTO Problemi legati allo studio Cambi di categoria Allenamenti troppo ripetitivi Rapporto difficile con l allenatore e/o la squadra Dissapori tra genitori ed allenatore-dirigenti Aspettative eccessive da parte degli adulti (genitori, dirigenti, allenatori, parenti) Campionati e regolamenti troppo simili al modello professionistico 9

10 Come scongiurare o almeno limitare il fenomeno dell abbandono? Cosa fare Gesto tecnico al servizio dell atleta Vasta gamma di attività, anche gesti tecnici per sviluppare un'ampia base di capacità ed di abilità. Sport come mezzo di formazione della personalità e delle sue funzioni cognitive, emotive, sociali, motorie Programmazione con obiettivi articolati mediante educativi: conoscere, agire, comunicare, socializzare didattici: schemi motori, capacità motorie, abilità generali, abilità specifiche un carico motorio che preveda anche una verifica delle procedure di insegnamento/apprendimento. Cosa evitare Atleta plasmato per il gesto tecnico Atleta plasmato per il gesto tecnico Specializzazioni anticipate Selezione anticipata Superficialità Ripetitività Improvvisazione Qualunquismo Estrosità 10

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