Procedura per l inserimento e la gestione del Catetere Venoso

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Procedura per l inserimento e la gestione del Catetere Venoso"

Transcript

1 Centrale a lunga permanenza PAG. 1 di 48 INDICE 1. SCOPO 2. CAMPO DI APPLICAZIONE 3. RESPONSABILITA 4. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA 4.1 Descrizione testuale 4.2 Indicatori 5. RINTRACCIABILITA 6. GLOSSARIO 7. RIFERIMENTI Legislativi, Bibliografici, Linee guida 8. ALLEGATI IN VIGORE DAL Stesura Verifica ed approvazione Febbraio 2005 Validità: triennale Dipartimenti: 6, 7, 8, OSRU settore corsi di laurea ( CLIP ), Ufficio ICI Con la partecipazione dei Dipartimenti 4, 5, A, C, Gruppo Operativo CIO

2 Centrale a lunga permanenza PAG. 2 di 48 CONTENUTO DELLA INTRODUZIONE Pag. 3 CATETERI VENOSI CENTRALI A LUNGA PERMANENZA Tipologie di cateteri venosi centrali Pag SCOPO Pag CAMPO DI APPLICAZIONE Pag RESPONSABILITA Pag DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA 4.1 DESCRIZIONE TESTUALE Indicazioni d uso Pag Scelta del CVC Pag Preparazione clinica del paziente Pag Preparazione fisica del paziente Pag Controllo cartella clinica Pag Inserzione del CVC Pag Manutenzione del CVC parzialmente impiantato Pag Eparinizzazione del CVC parzialmente impiantato Pag Manutenzione del CVC totalmente impiantato Pag Eparinizzazione del CVC totalmente impiantato Pag Sostituzione dei set d infusione e preparazione dei liquidi parenterali Pag Complicanze infettive Pag Complicanze meccaniche Pag Compilazione della scheda di accompagnamento CVC Pag INDICATORI Pag RINTRACCIABILITA Pag GLOSSARIO Pag RIFERIMENTI Legislativi, Bibliografici, Linee guida Pag ALLEGATI Allegato A - Preparazione del paziente all inserimento del CVC Pag. 45 Allegato B Scheda di accompagnamento del CVC Pag Allegato C Scheda di verifica dell applicazione della procedura Pag. 48

3 Centrale a lunga permanenza PAG. 3 di 48 INTRODUZIONE La diffusione degli accessi venosi centrali a lungo termine è legata storicamente alla crescente necessità di effettuare terapie endovenose complesse e di lunga durata in pazienti ospedalizzati ad intermittenza o non ospedalizzati, mantenendo la garanzia di un accesso venoso, stabile, sicuro ed utilizzabile in modo discontinuo. Il loro utilizzo tuttavia rappresenta un fattore di rischio per l insorgenza di complicanze meccaniche, infettive sia locali che sistemiche, cioè infezioni locali del sito, batteriemia, trombo-flebite settica, endocardite, ed altre infezioni metastatiche (ad esempio ascesso polmonare, ascesso cerebrale, osteomielite, ed endofltalmite). La seguente procedura è stata redatta con l obiettivo di: uniformare la gestione dei CVC a lunga permanenza all interno dell Azienda Ospedaliera OIRM-S.Anna. ridurre l incidenza delle complicanze associate a tali dispositivi Il coinvolgimento degli Operatori Sanitari che gestiscono tali presidi, è stato indispensabile per elaborare la procedura e per renderla applicabile, rispondendo tuttavia agli standard comunemente accettati per ridurre l incidenza delle infezioni correlate ai cateteri venosi centrali. E risultato particolarmente prezioso il contributo dei dipartimenti con maggior esperienza quali il dipartimento di Cardiologia/Cardiochirugia e soprattutto del dipartimento di Oncoematologia/Malattie Infettive/Immunologia che ha contribuito attivamente alla stesura delle Raccomandazioni specifiche dell AIEOP (V. Bibliografia, 7.1, pag. 44).

4 Centrale a lunga permanenza PAG. 4 di 48 CATETERI VENOSI CENTRALI A LUNGA PERMANENZA TIPOLOGIE DI CATETERI VENOSI CENTRALI I cateteri venosi centrali a lunga permanenza si distinguono in due principali gruppi: A. DISPOSITIVI PARZIALMENTE IMPIANTABILI VALVOLATI E NON (ad. esempio Hickman, Broviac, Groshong e Clampess/Pasv) B. DISPOSITIVI TOTALMENTE IMPIANTABILI VALVOLATI E NON (Tipo port) A. I DISPOSITIVI PARZIALMENTE IMPIANTABILI (FIGURA 1 A) denominati anche sistemi tunnellizzati esterni, generalmente sono prodotti in silicone, ma talora anche di poliuretano di nuova generazione, materiali ottimi per biocompatibilità, elasticità, flessibilità, resistenza all usura e a minor trombogenicità. Tali presidi una volta posizionati presentano: un tragitto in parte esterno che va dal foro di uscita del catetere (emergenza cutanea), sulla superficie cutanea anteriore del torace, al punto di collegamento con il deflussore o connettore o tappino un tragitto sottocutaneo (tunnellizzato), che va dal punto di emergenza cutanea al punto di ingresso nella vena di grosso calibro (giugulare o succlavia); questa porzione, dopo circa 2 cm dall ingresso cutaneo è dotata di una cuffia di apposito materiale (dacron), necessaria per creare aderenze tra il sistema e il sottocute del paziente, così da stabilizzare il catetere; alcuni cateteri possono essere dotati di cuffie supplementari con azione antisettica un tragitto intravascolare, che va dal punto d inserzione del catetere nella vena di grosso calibro fino alla punta del catetere, posizionata in atrio dx. La tunnellizzazione ha un triplice scopo: stabilizzare il catetere proteggere da eventuali microrganismi che potrebbero entrare dal foro di uscita cutanea del sistema far fuoriuscire il catetere in un punto comodo per la medicazione e la gestione Esistono in commercio diversi tipi di CVC parzialmente impiantabili: - Il catetere tipo BROVIAC, non è valvolato, è di varie dimensioni, è monolume e può essere utilizzato a qualunque età - Il catetere tipo HICKMAN, ha le stesse caratteristiche del precedente, ma si differenzia per le maggiori dimensioni, può avere anche due o tre lumi, non è dotato di valvola - Il catetere LEONARD non è valvolato, è di varie dimensioni, può essere monolume o bilume - I cateteri GROSHONG e CLAMPESS/PASV sono dotati di valvola. I primi sono costituiti da sottili pareti in silicone trasparente con banda radiopaca ed una punta arrotondata e smussa dove è anche posizionata la valvola (FIGURA 1 B). I secondi non hanno la banda radiopaca e la valvola è posizionata sulla parte distale del catetere all interno del connettore. B. I DISPOSITIVI TOTALMENTE IMPIANTABILI o PORT sono cateteri venosi centrali connessi ad un reservoir (FIGURA 2) posizionato in una tasca sottocutanea. Constano di una camera-serbatoio (reservoir) che può essere costituita da materiali vari (titanio, teflon), dotata di un setto perforabile in silicone e connessa con un catetere in silicone o poliuretano. Il sistema può essere semplice o doppio; in quest ultimo caso il catetere è bilume ed il port è costituito da due distinte camere serbatoio connesse separatamente ai due lumi del catetere. Il reservoir può essere variabile per dimensioni, forma e altezza (port low profile, standard profile, high profile ). L accesso al sistema avviene mediante puntura transcutanea del setto del reservoir utilizzando appositi aghi non carotanti, aghi di huber, gripper, (FIGURA 3).

5 Centrale a lunga permanenza PAG. 5 di 48 FIGURA 1A

6 Centrale a lunga permanenza PAG. 6 di 48 FIGURA 1B

7 Centrale a lunga permanenza PAG. 7 di 48

8 Centrale a lunga permanenza PAG. 8 di 48 FIGURA 3

9 Centrale a lunga permanenza PAG. 9 di SCOPO Ridurre l'incidenza delle complicanze e in particolare delle infezioni associate ai cateteri venosi centrali a lunga permanenza totalmente o parzialmente impiantati, attraverso l adesione da parte del personale sanitario infermieristico e medico dell Azienda Ospedaliera OIRM S. Anna, delle modalità operative riportate sul documento al punto 4 descrizione testuale Uniformare la gestione dei cateteri venosi centrali a lunga permanenza presso l Azienda Ospedaliera OIRM S.Anna 2. CAMPO D'APPLICAZIONE La procedura deve essere applicata da tutto il Personale Sanitario, nel rispetto delle varie competenze professionali, ogni volta che si inserisce un catetere venoso centrale a lunga permanenza totalmente o parzialmente impiantato. e durante tutte le fasi di gestione del catetere e dei sistemi infusionali.

10 Centrale a lunga permanenza PAG. 10 di RESPONSABILITA Descrizione dell attività Figura che svolge l attività Responsabile Coinvolto Indicazioni d uso del CVC Medico Infermiere Scelta del CVC Medico Infermiere Preparazione clinica del paziente Medico Preparazione fisica del paziente Infermiere OSS Controllo cartella clinica Infermiere Inserzione del CVC: Preparazione fisica del paziente Strumentista Infermiere di Sala Posizionamento CVC Chirurgo Strumentista Manutenzione del CVC parzialmente impiantato Infermiere Eparinizzazione del CVC parzialmente impiantato Medico Infermiere Manutenzione del CVC totalmente impiantato Infermiere Eparinizzazione del CVC totalmente impiantato Medico Infermiere

11 Centrale a lunga permanenza PAG. 11 di 48 Descrizione dell attività Sostituzione dei set d infusione e preparazione dei liquidi parenterali Figura che svolge l attività Responsabile Coinvolto Infermiere Complicanze infettive dell emergenza CVC Grado 0: Infermiera Grado 1: Infermiera Grado 2: Medico Grado 3: Medico Grado 0 Grado 1 Grado 2: Infermiera Grado 3: Infermiera Complicanze infettive del tunnel della tasca sottocutanea e sistemiche Medico Infermiere Complicanze meccaniche Medico Infermiere Compilazione della scheda di accompagnamento del CVC Infermiere

12 Centrale a lunga permanenza PAG. 12 di DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA 4.1 DESCRIZIONE TESTUALE INDICAZIONE D USO I CVC, sia quelli parzialmente impiantabili che totalmente impiantabili, sono indicati in caso di: - Infusione di soluzioni ipertoniche - Nutrizione parenterale totale - Infusione di farmaci antibiotici, citotossici, antidolorifici e antiemorragici - Trasfusione di sangue ed emoderivati - Prelievi di sangue - Citoaferesi SCELTA DEL CVC Il tipo di catetere da posizionare andrà scelto sulla base di vari fattori quali: Età e costituzione fisica del paziente. In un paziente con abbondante tessuto adiposo possono esservi seri problemi all accesso al Port, se impiantato troppo profondamente. Un paziente molto piccolo potrebbe essere traumatizzato dal frequente accesso al port tramite ago. La patologia di base. In alcune patologie quali l emofilia o la talassemia l accesso al catetere è infrequente per cui il Port può essere indicato anche in bambini piccoli Il trattamento previsto Se è prevista chemioterapia ad alte dosi e trapianto di midollo osseo è preferibile utilizzare un catetere parzialmente impiantabile a due lumi tipo Hickman, così come nei pazienti che andranno sottoposti a raccolta di cellule staminali emopoietiche periferiche, i CVC valvolati infatti possono creare ostacolo ai flussi elevati a causa della presenza della valvola stessa, e i Port con l ago possono creare turbolenze eccessive. Le condizioni cliniche In caso di presenza di grosse masse neoplastiche che comprimano o dislochino i grossi vasi del collo e del mediastino, si consiglia l inserimento di un catetere venoso centrale dal distretto venoso periferico controlaterale all ostacolo. In caso di gravi turbe coagulative o sepsi valutare la possibilità di rinviare l inserzione del CVC in condizioni di maggior sicurezza. Quando possibile la scelta del tipo di CVC va concordata con la persona che deve essere sottoposta all inserimento, nel caso di bambini con la famiglia, e se l età lo consente anche con il bambino.

13 Centrale a lunga permanenza PAG. 13 di 48 VANTAGGI E SVANTAGGI DEI DUE DIVERSI TIPI DI CVC CATETERE PARZIALMENTE IMPIANTABILE VANTAGGI POSIZIONAMENTO PIU SEMPLICE ACCESSO FACILE NON RICHIEDE MANOVRE CHE PROVOCANO DOLORE INCIDENZA DI STRAVASI QUASI NULLA SVANTAGGI MAGGIOR RISCHIO DI INFEZIONI MANUTENZIONE FREQUENTE RISCHIO DI DISLOCAMENTO LIMITA ALCUNE ATTIVITA FISICHE ESTETICAMENTE FASTIDIOSO NON CONSENTE INFUSIONI MOLTO LENTE CATETERE TOTALMENTE IMPIANTABILE VANTAGGI MANUTENZIONE QUASI NULLA NUSSUNA LIMITAZIONE DI ATTIVITA (a parte attività comportanti eccessivo movimento rotatorio di braccia e spalle, come golf e nuoto) ESTETICAMENTE ACCETTABILE CONSENTE INFUSIONI MOLTO LENTE MINOR RISCHIO DI INFEZIONI SVANTAGGI POSIZIONAMENTO E RIMOZIONE PIU COMPLESSI ACCESSO DIFFICOLTOSO E TRAUMATICO RICHIEDE L USO DI AGHI SPECIALI PIU COSTOSI RISCHIO DI STRAVASO NECESSITA DI RIMOZIONE IN CASO DI INFEZIONE SOTTOCUTANEA

14 Centrale a lunga permanenza PAG. 14 di PREPARAZIONE CLINICA DEL PAZIENTE a. Informare e motivare la persona interessata e/o la famiglia della necessità di posizionare il CVC. b. Valutare le condizioni cliniche del paziente al momento del posizionamento del CVC e pertanto correggere eventuali forme di: - Piastrinopenia (almeno piastrine mmc) - Turbe coagulative - Processi infettivi in atto - Eseguire, se il paziente non è già in trattamento antibiotico, profilassi antibiotica con Teicoplanina 10mg/Kg: - 1 dose prima dell incisione dose a 12 e 24 ore PREPARAZIONE FISICA DEL PAZIENTE Far eseguire al paziente una doccia completa (facendo prestare attenzione alla cura dell area ombelicale ed alle pieghe cutanee) se è possibile il mattino dell inserimento, altrimenti la sera precedente (se le condizioni cliniche non permettono di praticare la doccia, provvedere ad effettuare le cure igieniche al letto). Dopo la doccia far indossare biancheria pulita e sostituire la biancheria del letto. Prima dell inserimento del CVC far lavare bene i denti, controllare che le unghie siano corte, in caso contrario si consiglia di tagliarle; se è presente smalto è necessario rimuoverlo. Al momento del trasporto in sala operatoria far indossare al paziente un camice monouso. Tenere il paziente a digiuno da almeno: 6 ore in caso di assunzione di cibi solidi e latte non materno 4 ore in caso di assunzione di latte materno 2 ore in caso di assunzione di liquidi chiari (acqua, camomilla, thè zuccherato) CONTROLLO CARTELLA CLINICA Controllare che in cartella siano presenti: il consenso informato all intervento compilato e firmato, visita anestesiologica con il consenso informato per la narcosi compilato e firmato scheda di accompagnamento CVC (allegato B) i seguenti esami: - Rx Torace - Prove Emogeniche - Emocromo + Formula Leucocitaria - Ulteriori esami ematochimici potrebbero essere richiesti dall Anestesista in funzione della patologia Se l inserzione del CVC avviene in regime di Day Hospital, il giorno precedente consegnare ai pazienti/genitori l allegato A, contenente le istruzioni per la preparazione all intervento.

15 Centrale a lunga permanenza PAG. 15 di INSERZIONE DEL CVC a. Preparazione fisica del paziente Materiale occorrente - Telini sterili - Ciotola sterile con soluzione di iodoforo - Pacco di garze non baritate sterili - Compressa addominale sterile - Copricapo Infermiere di sala: 1. Porre il paziente sul lettino operatorio e favorire l esposizione della zona di inserzione 2. Posizionare al paziente un copricapo avendo cura di raccogliere tutti i capelli Strumentista 1. Indossare cuffia e mascherina chirurgica 2. Praticare il lavaggio chirurgico delle mani 3. Indossare il camice sterile 4. Indossare i guanti sterili 5. Praticare l antisepsi del sito chirurgico con soluzione di iodoforo e garze sterili procedendo dalla zona del sito chirurgico verso l esterno cambiando ogni volta batuffolo 6. Allestire il campo chirurgico con i telini sterili

16 Centrale a lunga permanenza PAG. 16 di 48 B. MATERIALE OCCORRENTE PER L INSERZIONE DEL CVC PARZIALMENTE IMPIANTABILE 1. Federa monouso e telino monouso (per copertura allievo) 2. Tasca adesiva 3. Set ferri chirurgici per posizionamento catetere broviac 4. Pacco di garza baritata sterile 5. Confenzione di tamponcini baritati sterili 6. 1 siringa da 10 ml contenente soluzione fisiologica etichettata sterile 7. 1 siringa da 10 ml con soluzione eparinata (seguire protocollo specifico) etichettata sterile 8. 1 ciotola contenente 1 fiala di olio di vaselina sterile 9. 2 confezioni di filo di sutura intrecciato riassorbibile N 3/0 con ago montato triangolare confezione di laccio di seta N confezione di steri-strip medicazione mepore 6x medicazioni mepore 9x bisturi N bisturi monouso N confezione seta pretagliata N 3/0 17. Set broviac con annesso il set di introduzione percutanea 18. Federa sterile per copertura apparecchio di brillanza 19. Telino sterile per avvolgere le mani della strumentista che fuoriesce dalla sala nel periodo della scopia Tenere a disposizione in sala il materiale per l eventuale inserzione per via giugulare interna B. MATERIALE OCCORRENTE PER L INSERZIONE DEL CVC TOTALMENTE IMPIANTABILE 1 Federa monouso e telino monouso (per copertura allievo) 2 Tasca adesiva 3 Set ferri chirurgici per posizionamento catetere tipo Port 4 Pacco di garza baritata sterile 5 Confenzione di tamponcini baritati sterili 6 1 siringa da 10 ml contenente soluzione fisiologica etichettata sterile 7 1 siringa da 10 ml con soluzione eparinata (seguire protocollo specifico) etichettata sterile 8 1 ciotola contenente 1 fiala di olio di vaselina sterile 9 2 confezioni di filo di sutura intrecciato riassorbibile N 2/0 con ago montato triangolare 10 1 confezione di polifilamento assorbibile N 3/0 con ago montato rotondo 11 1 confezione di monofilamento assorbibile N 4/0 con ago montato triangolare 12 1 confezione di steri-strip 13 1 medicazione mepore 6x medicazioni mepore 7x bisturi N Set tipo Port con annesso il set di introduzione percutanea 17 Federa sterile per copertura apparecchio di brillanza Se il posizionamento non avviene per via percutanea aggiungere al materiale sopra elencato sia quello necessario l inserzione della giugulare interna ed a parte anche quello per la giugulare esterna

17 Centrale a lunga permanenza PAG. 17 di 48 c. Posizionamento CVC -Criteri generali- I cateteri tunnellizzati vengono inseriti, in genere, attraverso una delle giugulari interne o esterne ovvero una delle vene succlavie. La procedura, in ambiente pediatrico, viene generalmente eseguita in anestesia generale. Per la giugulare esterna la tecnica è chirurgica ( vale a dire a cielo aperto) mentre per la succlavia la tecnica è percutanea Per la giugulare interna può essere usata sia la tecnica percutanea, o, più frequentemente, il metodo chirurgico. CHIRURGICA PERCUTANEA GIUGULARE ESTERNA Sì No GIUGULARE INTERNA Sì Sì SUCCLAVIA No Sì I cateteri aperti sono fissati lungo un tunnel sottocutaneo, quelli totalmente impiantabili invece sono collegati a un serbatoio infusore, che viene alloggiato e fissato in una tasca sottocutanea. A termine della procedura di posizionamento, in attesa del suo utilizzo, il catetere va riempito con soluzione eparinata di adeguata diluizione. Isolamento chirurgico della vena In ambito pediatrico sono sempre stati preferiti gli accessi dalle giugulari e quindi, tecnica chirurgica. Essa prevede una piccola incisione al collo in sede mirata sul sito del vaso. L isolamento della giugulare esterna è assai agevole: se la vena è di calibro adatto a ricevere il catetere in genere risulta ben visibile dall esterno. L isolamento della giugulare interna è un po più indaginoso, perché la vena è più profonda: l incisione in questo caso va fatta verso il vertice alto del triangolo delimitato dai capi sternale e claveare del muscolo sternocleidomastoideo. Una volta isolata la vena, prima di praticare una piccola incisione sulla parete, la giugulare esterna viene legata a monte, mentre sull interna si pratica una piccola borsa di tabacco per consentire il mantenimento del flusso, una volta posizionato il CVC. Tunnel sottocutaneo Dopo aver preparato la vena, sempre chirurgicamente, con un apposito attrezzo, si pratica un tragitto sottocutaneo, da una giusta sede sull emitorace omolaterale fino all incisione fatta per accedere alla vena. Si introduce il catetere nel tunnel sottocutaneo fino a che la cuffia in dacron si trova a circa metà percorso. Quando il catetere risulta nella sua corretta posizione, si valuta il percorso e lo si seziona alla lunghezza adatta al paziente. Indi il catetere viene introdotto nella vena e spinto fino a raggiungere lo sbocco della vena cava superiore in atrio destro. Molto utile il controllo in fluoroscopia per garantire il posizionamento ottimale: il CVC può subire leggeri spostamenti in avanti o in dietro lungo il tunnel sottocutaneo. Dato il frequente problema di dislocazione del catetere nei primi tempi dal posizionamento, quando la cuffia non ha ancora subito l ancoraggio ai tessuti sottocutanei, in alcuni centri, con tecniche diverse e personalizzate, si effettuano ancoraggi della cuffia medesima nel sottocute.

18 Centrale a lunga permanenza PAG. 18 di 48 Tecnica percutanea La tecnica percutanea, invece, è l unica possibilità per la vena succlavia ed è un alternativa per la vena giugulare interna. In pediatria la vena succlavia non è mai stata considerata un accesso valido, anzi ne sono sempre stati sottolineati i rischi. Tale via è peraltro possibile e nel nostro centro, da alcuni anni, viene utilizzata abitualmente. Essa, infatti, è stata scelta in rari casi nei quali non risultavano possibili altri accessi, sempre solo in pazienti più grandicelli (dove i possibili inconvenienti potevano essere assimilabili a quelli di un adulto). Poco alla volta, non riscontrando complicanze ed anzi, verificando minori problemi di malfunzionamenti e trombosi, la via è stata adottata per pazienti man mano più piccoli, fino a raggiungere anche soggetti di pochi mesi e sotto i 4 kg di peso. Per lavorare in adeguata sicurezza è indispensabile che il paziente sia sottoposto a narcosi e che la procedura venga svolta con controlli con amplificazione di brillanza. Si punge la vena raggiungendola con un lungo ago dal margine inferiore della clavicola. Esiste il potenziale rischio, nei tentativi di ricerca, di pungere l arteria anziché la vena o peggio, di ledere l apice del polmone. La puntura dell arteria non comporta particolari problemi se la procedura viene interrotta senza eseguire la dilatazione della breccia. L evento è peraltro assai raro. La puntura dell apice polmonare può provocare un pneumotorace. Pure in questo caso se ci si limita alla lesione da ago, l entità del danno è minima e difficilmente il paziente presenta sintomatologia clinica. Nell esperienza dell Ospedale Infantile Regina Margherita non si sono mai verificati casi di pneumotorace significativo. E comunque consigliabile, qualora il chirurgo segnali la possibilità di avvenuta perforazione della pleura, eseguire un radiogramma del torace dopo alcune ore (o appena il paziente evidenzi segni di difficoltà respiratoria) per escludere la presenza di pneumotorace. Quando si ha la certezza di essere nel lume della vena, attraverso l ago si inserisce una guida J morbida, che viene portata fino al cuore. Nel passaggio dalla vena cava superiore all atrio destro, quasi sempre, il filo guida provoca una aritmia segnalata dal monitor che conferma la corretta posizione della guida. Utile, comunque, il controllo in scopia a questo punto della procedura. Viene poi eseguito il tunnel con tecnica uguale a quella descritta per l accesso alle giugulari. Naturalmente dove è stata fatta la puntura con ago per accedere alla vena, si dovrà praticare una piccola incisione di circa 1-2 cm. Anche in questo caso il catetere va tagliato in misura adeguata al paziente e introdotto (ed eventualmente ancorato) nel tunnel. Un apposito dilatatore viene introdotto nella vena sulla guida J. Questo attrezzo va spinto fino a che si ha la certezza di aver dilatato la piccola breccia sulla vena e fino ad un discreto avvicinamento alla sede definitiva del CVC. Il dilatatore è composto da un elemento semirigido interno e da un rivestimento morbido all esterno. I due elementi sono solidali fra di loro e verranno separati solo in un secondo tempo. Raggiunta la sede desiderata, viene sfilata prima la guida J e poi l elemento semirigido (interno) del dilatatore. Rimane in situ il suo rivestimento esterno, che ovviamente è cavo. Rapidamente, prestando attenzione che attraverso la pervietà di questo rivestimento non entri aria nella vena, si introduce il catetere che viene accompagnato lungo la vena fino alla giunzione atrio-cavale. Verificata in fluoroscopia la corretta posizione si procede alla eliminazione del rivestimento del dilatatore: esso, infatti, è composto da due emigusci che si separano agevolmente semplicemente trazionandone i

19 Centrale a lunga permanenza PAG. 19 di 48 lembi. Essi si separano in modo paragonabile a una buccia di banana, lasciando il CVC nella sua posizione. Tasca per il serbatoio infusore Per i cateteri totalmente impiantabili il percorso sottocutaneo è assai più breve: sull emitorace omolaterale viene ricavata una tasca sottocutanea di dimensioni adatte all infusore, che viene lì introdotto e fissato con punti non riassorbibili passati sulla fascia muscolare. A seconda della casa produttrice variabili sono i sistemi di collegamento del catetere al port: tutti comunque prevedono adeguati sistemi di fissaggio. Nei bambini più piccoli la manovra è delicata per la esiguità degli spazi e per lo scarso margine d errore: una volta effettuato l aggancio e posizionato il port nella tasca è necessario che il catetere risulti nella posizione ottimale, e cioè con la punta alla giunzione cavo-atriale. IMPORTANTE: Al termine del posizionamento del CVC compilare la scheda di accompagnamento (Allegato B) N.B. Eseguire Rx Torace dopo ore dal posizionamento del Catetere Venoso Centrale

20 Centrale a lunga permanenza PAG. 20 di MANUTENZIONE DEL CVC PARZIALMENTE IMPIANTATO a. Frequenza della medicazione FREQUENZA DELLA MEDICAZIONE NELLA PRIMA SETTIMANA DI INSERIMENTO DEL CVC PARZIALMENTE IMPIANTABILE FREQUENZA MEDICAZIONE SITO DI EMERGENZA CUTANEA FREQUENZA MEDICAZIONE PUNTO DI INSERZIONE ALLA BASE DEL COLLO 1 e 2 medicazione dopo 48 ore (a meno che risulti bagnata, staccata, visibilmente sporca) 1 medicazione dopo 48 ore (a meno che risulti bagnata, staccata, visibilmente sporca) 2 medicazione dopo 7 giorni (a meno che risulti bagnata, staccata, visibilmente sporca) FREQUENZA DELLA MEDICAZIONE DALLA SECONDA SETTIMANA DI INSERIMENTO DEL CVC Eseguire la medicazione 1 volta alla settimana (a meno che risulti bagnata, staccata, visibilmente sporca) a: Pazienti che presentano il sito di emergenza cutanea integro, pulito e senza segni di flogosi Eseguire la medicazione ogni 72 ore (a meno che risulti bagnata, staccata, visibilmente sporca) a: Pazienti che presentano un grado di infiammazione moderata al sito di emergenza cutanea (Iperemia < 2 cm al punto di uscita del CVC; ± fibrina) Pazienti oncoematologici in fase intensiva di trattamento chemioterapico Pazienti neutropenici (PMN<-500) Eseguire la medicazione ogni ore (a meno che risulti bagnata, staccata, visibilmente sporca) a: Pazienti che presentano un grado di infiammazione importante al sito di emergenza cutanea (Iperemia, secrezione pus ± fibrina)

21 Centrale a lunga permanenza PAG. 21 di 48 b. Tecnica d esecuzione della medicazione Il sito di emergenza cutanea del CVC deve essere palpato quotidianamente attraverso la medicazione per rilevare l eventuale sensazione di dolore da parte del paziente, l insorgenza di indurimento e gonfiore. In tal caso il sito deve essere visualizzato. 1. Medicazione del punto di inserzione alla base del collo Eseguire la medicazione del punto di inserzione alla base del collo verificando l integrità e la completa adesione degli steri-strips alla cute (in caso contrario sostituirli) 2. Medicazione del sito di emergenza cutanea Materiale occorrente per la medicazione del CVC - guanti sterili - guanti monuoso non sterili - camice monouso non sterile - cuffia - mascherina chirurgica - telino sterile - pacco broviac sterile contenente: bacinella reniforme, telino, 6 bocconcini di garza, garze e garze pretagliate - cerotto tipo fixomull no stretch - antisettico a base clorexidina allo 0,5% in soluzione alcolica - soluzione di iodoforo - soluzione fisiologica sterile in fiale da 10 ml - arcella Tecnica d esecuzione ad un operatore della medicazione del sito di emergenza cutanea del CVC parzialmente impiantabile A. Controllare le condizioni igieniche dell ambiente (limitare i visitatori, chiudere le finestre e le porte della camera di degenza) prima di effettuare la medicazione B. Indossare cuffia, mascherina e farla indossare, se necessario, anche a chi assiste da vicino il paziente C. Procedere al lavaggio sociale delle mani D. Indossare i guanti monouso non sterili E. Rimuovere la vecchia medicazione, lasciando sulla sede l ultima garza, dopo aver ispezionato il sito di emergenza cutanea del catetere per valutare lo SCORE CLINICO ED IL TRATTAMENTO TERAPEUTICO (Vedi pag. 33) F. Rimuovere i guanti

22 Centrale a lunga permanenza PAG. 22 di 48 G. Praticare il lavaggio antisettico delle mani H. Indossare se necessario il camice monouso (previa valutazione dello stato igienico della divisa) I. Aprire la fiala di soluzione fisiologica J. Aprire i flaconi di antisettico K. Aprire parzialmente il pacco broviac e la confezione dei guanti sterili senza toccarne il contenuto L. Indossare un guanto sterile sulla mano dominante, aprire completamente il pacco broviac e imbibire, utilizzando la mano priva di guanto, tre batuffoli sterili di soluzione fisiologica (interponendo un foglio di garza per raccogliere eventuali residui di vetro della fiala), tre batuffoli sterili di antisettico a base di iodoforo e alcune garze con la clorexidina M. Indossare il 2 guanto sterile N. Prendere il CVC con delle garze asciutte sterili O. Pulire il sito di emergenza cutanea del catetere con i batuffoli imbibiti di soluzione fisiologica con movimento circolare, in senso orario, allargandosi verso l esterno P. Ripetere l operazione 3 volte cambiando ogni volta il batuffolo Q. Praticare l antisepsi del sito di emergenza cutanea del catetere con soluzione di iodoforo, con movimento circolare, in senso orario, allargandosi verso l esterno R. Ripetere l operazione 3 volte cambiando ogni volta il batuffolo S. Lasciare agire la soluzione di iodoforo per almeno 2 minuti T. Applicare 2 garze sterili pretagliate, una al di sotto e una al di sopra del CVC U. Pulire la parte esterna del catetere, con garze sterili imbevute di clorexidina, con movimenti diretti dal foro di uscita all estremità distale facendo attenzione a non esercitare trazioni sul catetere V. Rimuovere i guanti (a discrezione dell operatore) W. Applicare i cerotti partendo dal basso e facendoli aderire per metà sulla cute e per l altra metà sulle garze X. Avvolgere a spirale il CVC, fermarlo sulla cute con il cerotto fixomull e terminare la medicazione con altre garze sterili Y. Utilizzare eventualmente una rete elastica che, avvolgendo il torace, mantiene il catetere in posizione Z. Registrare la data di medicazione sulla cartella infermieristica

23 Centrale a lunga permanenza PAG. 23 di 48 Tecnica d esecuzione a due operatori della medicazione del sito di emergenza cutanea del CVC parzialmente impiantabile 1 Operatore: tecnica pulita 2 Operatore: tecnica asettica A. 1 e 2 operatore: indossare la cuffia e la mascherina B. 1 operatore: eseguire il lavaggio sociale delle mani C. 2 operatore: eseguire il lavaggio antisettico delle mani D. 2 operatore: indossare se necessario il camice monouso (previa valutazione dello stato igienico della divisa) E. 1 operatore: aprire il pacco broviac F. 2 operatore: indossare i guanti sterili e prendere il contenuto del pacco G. 2 operatore: predisporre i batuffoli e le garze in modo tale che il 1 operatore possa imbibirle H. 1 operatore: imbibire tre bocconcini con soluzione fisiologica (interponendo un foglio di garza per raccogliere eventuali residui di vetro della fiala), tre bocconcini con antisettico a base di iodoforo e alcune garze con la clorexidina I. 1 operatore: rimuovere la vecchia medicazione, lasciando sulla sede l ultima garza, dopo aver ispezionato il sito di emergenza cutanea del catetere per valutare lo SCORE CLINICO ED IL TRATTAMENTO TERAPEUTICO (Vedi pag. 33) ed eliminare i guanti J. 2 operatore: prendere il CVC con delle garze asciutte sterili K. 2 operatore: pulire il sito di emergenza cutanea del catetere con i batuffoli imbibiti di soluzione fisiologica con movimento circolare, in senso orario, allargandosi verso l esterno, ripetere l operazione 3 volte cambiando ogni volta il batuffolo, L. 2 operatore: praticare l antisepsi del sito di emergenza cutanea del catetere con soluzione di iodoforo, con movimento circolare, in senso orario, allargandosi verso l esterno, ripetere l operazione 3 volte cambiando ogni volta il batuffolo e lasciare agire la soluzione di iodoforo per almeno 2 minuti M. 2 operatore: applicare 2 garze sterili pretagliate, una al di sotto e una al di sopra del CVC N. 2 operatore: pulire la parte esterna del catetere, con garze sterili imbevute di clorexidina, con movimenti diretti dal foro di uscita all estremità distale facendo attenzione a non esercitare trazioni sul catetere O. 2 operatore: Rimuovere i guanti (a discrezione dell operatore) P. 2 operatore: applicare i cerotti partendo dal basso e facendoli aderire per metà sulla cute e per l altra metà sulle garze Q. 2 operatore: Avvolgere a spirale il CVC, fermarlo sulla cute con il cerotto fixomull e terminare la medicazione con altre garze sterili R. 2 operatore: utilizzare eventualmente una rete elastica che, avvolgendo il torace, mantiene il catetere in posizione S. 1 o 2 operatore: registrare la data di medicazione sulla cartella infermieristica

24 Centrale a lunga permanenza PAG. 24 di 48 c. Prelievo ematico dal CVC parzialmente impiantabile Materiale occorrente per il prelievo del CVC - Guanti sterili - Cuffia - Mascherina chirurgica per la preparazione del materiale - Mascherina chirurgica resistente alla penetrazione dei fluidi per l esecuzione del prelievo - Visiera di protezione - Camice monouso - Telino sterile - Garze sterili - Antisettico a base clorexidina allo 0,5% in soluzione alcolica - Soluzione fisiologica sterile in fiale da 10 ml - Siringhe da 5 ml - Siringhe da 10 ml in numero adeguato agli esami che si vogliono effettuare (o sistema vacutainer) 1. Preparazione del materiale A. Indossare la cuffia e la mascherina chirurgica B. Praticare il lavaggio antisettico delle mani C. Aprire le fiale di soluzione fisiologica D. Aprire il telino sterile per creare il campo E. Aprire le confezioni del materiale e far cadere il contenuto (siringhe, aghi, garze, cappuccio se necessario) sul campo sterile senza toccarlo F. Indossare un guanto sterile: con la mano guantata manipolare esclusivamente il materiale sterile, con la mano non guantata manipolare il materiale non sterile (fiale, contenitore del disinfettante) G. Aspirare la soluzione fisiologica nella siringa H. Proteggere il campo sterile da contaminazioni e sfilarsi il guanto 2. Tecnica di esecuzione A. Indossare la cuffia, la mascherina chirurgica e la visiera di protezione (farle indossare, se necessario, anche a chi assiste da vicino il paziente) B. Praticare il lavaggio antisettico delle mani C. Indossare se necessario il camice monouso (previa valutazione dello stato igienico della divisa) D. Arrestare l infusione (se in corso) E. Creare con un telino sterile un campo sterile al di sotto del CVC

25 Centrale a lunga permanenza PAG. 25 di 48 F. Aprire il flacone di antisettico G. Indossare un guanto sterile e impregnare alcune garze con l antisettico (utilizzare sempre la mano non guantata per afferrare il flacone) H. Indossare il 2 guanto sterile I. In presenza di un CVC non valvolato, ad ogni operazione far aprire e chiudere la clamp da una seconda persona (in alternativa, preservarsi il guanto sterile utilizzando della garza sterile per manovrare la clamp) N.B. Accertarsi che la clamp sia posizionata sul punto indicato dallo stesso CVC, cioè sulla parte più spessa per evitare l usura e la conseguente rottura del catetere J. Manipolare sia il cappuccio (o l estremità del deflussore) che il connettore del catetere con la garza sterile imbibita di disinfettante K. In presenza di catatere di Groshong tenere il connettore del catetere al di sotto del livello del cuore (per prevenire l effetto manometro ), svitare il vecchio cappuccio ed eliminarlo o svitare il deflussore, che deve essere protetto da eventuali contaminazioni (inserire un ago sterile con cappuccio ed appoggiarlo sul piano sterile) L. Connettere al catetere una siringa vuota M. Aspirare lentamente fino a 3 ml di sangue (in presenza di CVC valvolati aspettare alcuni secondi per dare tempo alla valvola di aprirsi e di permettere l ingresso del sangue all interno del catetere) che in caso di necessità possono essere utilizzati per l esecuzione di esami colturali. Nel caso in cui si debbano effettuare le prove emogeniche o se in corso la NTP, effettuare un lavaggio con 20 ml di soluzione fisiologica ed aspirare nuovamente 2-3 ml di sangue che sarà eliminato, N. Disconnettere la siringa O. Connettere una siringa vuota da 10 ml o il sistema vacutainer ed aspirare la quantità di sangue necessaria al test di laboratorio P. Eseguire il lavaggio del catetere con 10 ml di soluzione fisiologica con la tecnica a pulsione (stop e vai) Q. Disconnettere la siringa e pulire la connessione del catetere con una garza sterile imbevuta di antisettico, prestando attenzione a non far penetrare l antisettico nel lume del catetere R. Connettere un nuovo cappuccio o inserire la linea di infusione S. Se necessario eparinare, durante l infusione di soluzione eparinata, mantenere una pressione positiva clampando il morsetto durante l infusione degli ultimi 0,5 ml di soluzione (per evitare il reflusso di sangue nel CVC)

26 Centrale a lunga permanenza PAG. 26 di EPARINIZZAZIONE DEL CVC PARZIALMENTE IMPIANTATO La determinazione della giusta concentrazione di eparina e del volume necessario da infondere, e della frequenza delle infusioni, dipendono dalla patologia di base e/o dalle condizioni del paziente, dai test di laboratorio e dalle precedenti esperienze; in età pediatrica è necessario tenere in considerazione il peso e l età. Nella pratica clinica vengono utilizzate diverse concentrazioni di eparina (da 10 a 100/U ml) e diverse frequenze di somministrazione da un minimo di una volta a settimana a infusioni a giorni alterni Il volume di soluzione eparinata non deve superare 2,5 3 ml per evitare inutili eccessi di eparina in circolo. L eparina è disponibile in fiala pronta sterile monodose (EPSODILAVE) da U/ml oppure in flacone commerciale in concentrazione di 5000 U/ml In linea generale e previa valutazione delle situazioni sopraindicate le concentrazioni delle soluzioni eparinate da infondere sono le seguenti con frequenza di 3 volte alla settimana: - Dose standard 50 U/ml pari a 125 U in 2,5 ml, nei pazienti con peso inferiore a 10 kg e in tutti i pazienti non a rischio trombofilico - Dose di 100 U/ml pari a 250 U in 2,5 ml, in tutti i pazienti considerati a maggior rischio trombofilico in particolare tutti i pazienti con LLA sino ad inizio mantenimento, o in tutti i casi di malfunzionamento del CVC N.B. la somministrazione dell eparina può essere evitata, qualora il suo utilizzo non sia possibile per le condizioni cliniche del paziente (es. emofilici), utilizzando tappi che vengono direttamente raccordati con i dispositivi per infusione (siringhe, deflussori) e che possono essere perforati senza ago molte volte (CLC 2000)

27 Centrale a lunga permanenza PAG. 27 di MANUTENZIONE DEL CVC TOTALMENTE IMPIANTATO Utilizzare il catetere, se possibile, ad una distanza non inferiore alle 24 ore dal momento dell inserzione. Prima di effettuare qualsiasi iniezione o infusione terapeutica è essenziale valutare l integrità della porta e del catetere. A tal fine si interroga il paziente alla ricerca di sintomi che possano indicare una frammentazione o embolizzazione successiva all ultimo accesso al sistema (es. dispnea, dolori al petto, palpitazioni). Se presente uno di questi sintomi avvisare il medico. Esaminare e palpare la tasca della porta e il tratto del catetere per rilevare l eventuale presenza di eritema, gonfiore o tumefazione indicanti l eventuale perdita del sistema. In caso di sospetto avvisare il medico. Verificare l assenza di abrasioni o necrosi della cute sovrastante il port. Valutare l opportunità di applicare la crema EMLA, in tal caso l applicazione deve essere effettuata almeno 60 prima della puntura del setto, la zona deve essere coperta con medicazione in poliuretano trasparente. A. Puntura del setto e prelievo Materiale occorrente per la puntura e la medicazione - Garze non sterili 10 x 10 cm - Due pacchetti di garze sterili 10 x 10 cm fornite dalla farmacia - Guanti sterili ambidestri per la preparazione del materiale - Guanti sterili chirurgici per la puntura del setto - Telino sterile - Antisettico a base clorexidina allo 0,5% in soluzione alcolica - Antisettico a base iodio in soluzione acquosa - Soluzione fisiologica sterile in fiale da 10 ml - Cerotto in tessuto (tipo Fixomull) o medicazione in poliuretano trasparente - Siringhe sterili da 10 ml - Arcella reniforme per i rifiuti - Guanti sterili - Cuffia - Mascherina chirurgica per la preparazione del materiale - Mascherina chirurgica resistente alla penetrazione dei fluidi per l esecuzione del prelievo - Visiera di protezione - Aghi per port (GRIPPER PLUS) N.B. ATTENZIONE: non utilizzare gli aghi ipodermici standard perché rischiano di danneggiare il setto; gli aghi indicati per pungere il port sono siliconati e dotati di punta disassata non carotante cioè in grado di spostare le fibre di silicone del setto del port senza lesionarle. In questa maniera il setto è perforabile per circa 2000 volte in presenza di un Port standard profile e di 1500 volte in presenza di un Port low profile, con ago 22 gauge.

28 Centrale a lunga permanenza PAG. 28 di Preparazione del materiale per la puntura del setto - Indossare la cuffia e la mascherina chirurgica - Praticare il lavaggio antisettico delle mani - Predisporre sul piano di lavoro pulito (oppure sulla cappa del flusso laminare) un telino sterile monouso - Far cadere sopra il campo sterile le siringhe necessarie, le garze sterili 10 x 10 cm, gli aghi necessari, i guanti sterili - Aprire le fiale di soluzione fisiologica - Indossare sulla mano dominante un guanto sterile - Utilizzare la mano priva di guanto (considerata pulita) per prendere le fiale - Riempire l ago con la soluzione fisiologica, raccordarvi poi una siringa vuota da 10 ml - Chiudere il pacchetto con all interno tutto il materiale preparato - Eliminare i guanti sterili usati 2. Esecuzione della puntura del setto e prelievo Tecnica d esecuzione ad un operatore puntura del setto e prelievo da CVC totalmente impiantabile A. Controllare le condizioni igieniche dell ambiente (limitare i visitatori, chiudere le finestre e le porte della camera di degenza) prima di effettuare la medicazione B. Indossare la cuffia, la mascherina chirurgica resistente alla penetrazione dei fluidi e la visiera di protezione (farle indossare, se necessario, anche a chi assiste da vicino il paziente) C. Praticare il lavaggio antisettico delle mani D. Predisporre su una superficie pulita (carrello, vassoio ecc) il pacchetto preparato in precedenza E. Aprire il flacone di antisettico F. Aprire la fiala di soluzione fisiologica G. Rimuovere (se precedentemente applicata) la medicazione in poliuretano ed eliminare con garza pulita e soluzione fisiologica la pomata EMLA H. Indossare un guanto sterile sulla mano dominante e imbibire, utilizzando la mano priva di guanto, un pacchetto di garze sterili con soluzione fisiologica e l altro pacchetto di garze con antisettico a base di iodoforo, (aver cura di eliminare poi la prima garzina della soluzione fisiologica che può eventualmente aver raccolto frammenti di vetro) I. Indossare il 2 guanto sterile J. Pulire l area cutanea al di sopra della membrana perforabile del port con le garze sterili imbevute di soluzione fisiologica partendo dal centro del setto della camera e spostandosi verso l esterno con movimento circolare (ripetere l operazione per tre volte cambiando la garza ogni volta) K. Praticare l antisepsi dell area cutanea al di sopra della membrana perforabile del port con le garze sterili imbevute di iodoforo partendo dal centro del setto della camera e spostandosi verso

29 Centrale a lunga permanenza PAG. 29 di 48 l esterno con movimento circolare (ripetere l operazione per tre volte cambiando la garza ogni volta) L. Attendere tre minuti M. Localizzare la camera mediante palpazione, e immobilizzarla tra pollice, indice e medio della mano non dominante, in modo da formare un triangolo al centro del quale si trova il setto perforabile N. Inserire l ago gripper nell area identificata, penetrando attraverso la cute e il sottocute, nel setto della camera, con un inclinazione di 90 rispetto al setto stesso e farlo avanzare lentamente fino a toccarne il fondo. Individuare il fondo della camera permette di constatare con esattezza di essere dentro il port. Una volta trapassato il setto, non inclinare o fare oscillare l ago, in quanto può provocare danni al setto stesso. L inserimento dell ago dovrebbe sempre avvenire in un punto diverso rispetto al precedente O. Aprire il morsetto P. Aspirare per verificare il corretto posizionamento dell ago Q. Aspirare, se il CVC è refluente, 3-5 ml di sangue (da scartare o da utilizzare eventualmente per emocoltura), successivamente se necessario effettuare un prelievo ematico utilizzando una siringa da 10 ml R. Invitare il paziente, se il CVC non è refluente, a muovere la testa e le braccia, in caso di esito negativo applicare una siringa contenente soluzione fisiologica e provare ad infondere, aspirando subito dopo. Se persiste l esito negativo valutare in primo luogo se l ago è ben posizionato, in secondo luogo se il CVC è occluso (in tal caso avvisare il medico per eventuale terapia trombolitica) S. Infondere dopo il prelievo: 10 ml di soluzione fisiologica nel caso in cui si debba procedere a terapia infusionale oppure 20 ml di soluzione fisiologica nel caso in cui il sistema infusivo non debba più essere utilizzato in entrambi i casi, durante l infusione osservare la tasca del Port nel tratto sottocutaneo del catetere per rilevare l eventuale insorgenza di gonfiore o tumefazione e comparsa di sensazione di bruciore, dolore o disagio. Se questo si verifica si deve sospettare lo stravaso di liquido, per cui è importante sospendere l infusione clampando l ago senza rimuoverlo e avvisare il medico T. Procedere, se non si verificano problemi, a: eparinizzazione se il CVC non deve più essere utilizzato oppure collegamento al deflussore della fleboclisi in caso di terapia infusionale U. Fissare stabilmente alla cute l ago con medicazione sterile che potrà essere o di tipo tradizionale (garza sterile e cerotto o medicazione adesiva con garza sterile) oppure potrà essere costituita da una pellicola impermeabile in poliuretano: - la medicazione trasparente risulta più comoda in quanto impermeabile, facilita il controllo visivo del sito e la sua sostituzione deve avvenire ogni 7 giorni; - la medicazione tradizionale è più corretto utilizzarla quando si suppone la fuoriuscita di sangue la sua sostituzione deve avvenire ogni 2-3 giorni - il cambio della medicazione protettiva deve essere effettuato tutte le volte che se ne ravvisi la necessità (medicazione sporca, bagnata, staccata)

30 Centrale a lunga permanenza PAG. 30 di 48 NOTE Il sito di inserzione del CVC deve essere palpato quotidianamente attraverso la medicazione per rilevare l eventuale sensazione di dolore da parte del paziente, l insorgenza di indurimento e gonfiore. In tal caso il sito deve essere visualizzato. L ago GRIPPER deve essere sostituito ogni 7 giorni, la zona di cute sovrastante il port deve essere lasciata libera dall ago per qualche ore per favorirne la rivascolarizzazione Tecnica d esecuzione a due operatori 1 Operatore: tecnica pulita 2 Operatore: tecnica asettica A. 1 operatore: controllare le condizioni igieniche dell ambiente (limitare i visitatori, chiudere le finestre e le porte della camera di degenza) prima di effettuare la medicazione B. 1 operatore: indossare la cuffia e la mascherina C. 2 operatore: indossare la cuffia, la mascherina resistente alla penetrazione dei fluidi e visiera di protezione D. 1 operatore: eseguire il lavaggio sociale delle mani E. 2 operatore: eseguire il lavaggio antisettico delle mani F. 2 operatore: predisporre su una superficie pulita (carrello, vassoio ecc) il pacchetto preparato in precedenza ed aprirlo G. 2 operatore: indossare i guanti sterili H. 1 operatore: rimuovere (se precedentemente applicata) la medicazione in poliuretano ed eliminare con garza pulita e soluzione fisiologica la pomata EMLA I. 1 operatore: imbibire un pacchetto di garze sterili con soluzione fisiologica e l altro pacchetto di garze con antisettico a base di iodoforo, (aver cura di eliminare poi la prima garzina della soluzione fisiologica che può eventualmente aver raccolto frammenti di vetro) J. Il 2 operatore procede come indicato al punto 2 Tecnica d esecuzione della puntura del setto e prelievo da CVC totalmente impiantabile tecnica ad un operatore dalla lettera K alla lettera V

31 Centrale a lunga permanenza PAG. 31 di EPARINIZZAZIONE DEL CVC TOTALMENTE IMPIANTATO A. Seguire l istruzione operativa Tecnica d esecuzione della puntura del setto e prelievo da CVC totalmente impiantabile tecnica ad un operatore fino al punto T B. Irrigare il CVC con eparina. La determinazione della giusta concentrazione di eparina e del volume necessario da infondere, dipendono dalla patologia di base e/o dalle condizioni del paziente, dai test di laboratorio e dalle precedenti esperienze, in età pediatrica è necessario tenere in considerazione il peso e l età. Nella pratica clinica vengono utilizzate diverse concentrazioni di eparina (da 10 a 100/U ml) che pare si siano dimostrate tutte efficaci. In linea generale il volume di soluzione eparinata non deve essere inferiore 3 ml per essere certi di aver riempito anche il reservoir. L eparina è disponibile in fiala pronta sterile monodose (EPSODILAVE) da U/ml oppure in flacone commerciale in concentrazione di 5000 U/ml In linea generale e previa valutazione delle situazioni sopraindicate le concentrazioni delle soluzioni eparinate da infondere sono le seguenti: - Dose standard 50 U/ml pari a 250 U in 5 ml, nei pazienti con peso inferiore a 10 kg e in tutti i pazienti non a rischio trombofilico - Dose di 100 U/ml pari a 500 U in 5 ml, in tutti i pazienti considerati a maggior rischio trombofilico in particolare tutti i pazienti con LLA sino ad inizio mantenimento, o in tutti i casi di malfunzionamento del CVC C. Mantenere una pressione positiva clampando il morsetto durante l infusione degli ultimi 0,5 ml di soluzione (per evitare il reflusso di sangue nel CVC) D. Rimuovere delicatamente l ago con una mano tenendo ferma la capsula con l altra mano E. Esercitare una pressione con una garza sterile imbibita di iodopovidone F. Applicare un cerotto medicato N.B. SE NON SI UTILIZZA IL CATETERE, ESEGUIRE L EPARINIZZAZIONE OGNI 4 SETTIMANE

32 Centrale a lunga permanenza PAG. 32 di SOSTITUZIONE DEI SET D INFUSIONE E PREPARAZIONE DEI LIQUIDI PARENTERALI A) Set per infusione - Cambiare i set di per infusione, non più frequentemente che ad intervalli di 72 ore a meno che non sia sospettata o documentata una infezione associata a catetere - Cambiare le linee usate per la somministrazione di sangue e i derivati alla fine di ogni infusione - Cambiare le linee usate per la somministrazione di lipidi (soluzioni combinate o singole) al termine dell infusione o comunque entro 24 ore dall inizio della stessa - Cambiare le linee per la somministrazione di propofol ogni 6-12 ore a seconda del suo uso, a seconda delle raccomandazioni del produttore - B) Dispositivi intravascolari senza aghi - Cambiare i componenti senza ago almeno con la frequenza dei set per infusione (sono tappi che vengono raccordati direttamente ai dispositivi di infusione e che possono essere perforati senza ago molte volte) - Cambiare i tappi perforabili, gli adattatori, i regolatori di flusso con la stessa frequenza dei set di infusione - Ridurre al minimo il rischio di contaminazione disinfettando la porta di accesso con un antisettico e utilizzando per l accesso alla porta solo dispositivi sterili B) Liquidi parenterali - Completare l infusione di soluzioni contenenti lipidi entro 24 ore dall inizio dell infusione - Completare le infusioni di sangue o altri prodotti del sangue entro 4 ore dall inizio dell infusione C) Preparazione e controllo delle qualità delle preparazioni endovena - Preparare tutti i liquidi per parenterale indossando cuffia e mascherina e usando tecniche asettiche; se presente utilizzare la cappa a flusso laminare - Non usare alcun contenitore di liquidi parenterali che abbia una torbidità visibile, perdite, rotture, o materiale particolato o se sia nascosta la data di validità prevista dal produttore - Non utilizzare il contenuto di fiale monodose per un uso successivo - Disinfettare il diaframma di accesso delle fiale multidose con antisettico prima di inserire il dispositivo nella fiala - Usare un dispositivo sterile per accedere all interno di una fiala multidose ed evitare di toccare il dispositivo prima di penetrare nel diaframma di accesso - Eliminare la fiala multidose se è compromessa la sterilità D) Filtri in line - Allo scopo di attuare il controllo delle infezioni, non usare di routine filtri

33 Centrale a lunga permanenza PAG. 33 di COMPLICANZE INFETTIVE Nella pratica clinica esistono essenzialmente tre tipi di infezione catetere correlate: A. Le infezioni dell emergenza cutanea nei CVC parzialmente impiantabili B. Le infezioni del tunnel o della tasca sottocutanea C. Infezioni sistemiche CVC correlate A. Infezione dell emergenza del CVC Si definisce infezione dell emergenza cutanea del catetere quella localizzata nel tragitto tra l emergenza cutanea del catetere stesso e la cuffia di ancoraggio del catetere (o entro 2 centimetri dall emergenza). Questo tipo di infezione si può verificare, ovviamente, solo nei portatori di cateteri parzialmente impiantabili. VALUTAZIONE DELLE INFEZIONI LOCALIZZATE: SCORE CLINICO e TRATTAMENTO TERAPEUTICO < GRADO 0: Medicazione con Betadine pomata ogni 72 ore, a partire dalla terza medicazione dopo l inserimento del CVC, solo nei pazienti oncoematologici in fase intensiva di trattamento chemioterapico o nei pazienti neutropenici (PMN < -500), in tutti gli altri pazienti medicazione ogni sette giorni senza applicazione di pomata GRADO 1: Medicazione con Betadine pomata ogni 72 ore GRADO 2: Tampone cutaneo, medicazione ogni 72 ore con aureomicina pomata in attesa del referto del tampone. Se tampone positivo trattare con antibiotico locale e/o sistemico sulla base all antibiogramma GRADO 3: Tampone cutaneo, medicazione ogni ore con aureomicina pomata in attesa del referto del tampone. Se tampone positivo trattare con antibiotico locale e sistemico sulla base

Inserimento Catetere venoso centrale

Inserimento Catetere venoso centrale Pag. 1 di 4 Inserimento Catetere venoso centrale Materiale occorrente: 1. Kit Catetere venoso centrale 2. Camici, guanti sterili 3. Dispositivi di protezione individuale (occhiali, cuffie e mascherine)

Dettagli

Nicoletta Servo e Cristina Feraut Infermiere Pediatriche

Nicoletta Servo e Cristina Feraut Infermiere Pediatriche Nicoletta Servo e Cristina Feraut Infermiere Pediatriche Principio base : CENTRALITA DEL PAZIENTE, rispetto ad un processo di cura ed assistenza, che si realizza su tutto il territorio. LINEE GUIDA, PROTOCOLLI

Dettagli

CATETERI VENOSI CENTRALI.

CATETERI VENOSI CENTRALI. CATETERI VENOSI CENTRALI Definizione Dispositivi vascolari di materiale biocompatibile che vengono introdotti attraverso una vena centrale (giugulare, succlavia) o periferica fino a che la loro punta raggiunge

Dettagli

Tipologie di cateteri venosi centrali: qual è la scelta migliore per il paziente? Relatore: Luisa Tosin

Tipologie di cateteri venosi centrali: qual è la scelta migliore per il paziente? Relatore: Luisa Tosin Tipologie di cateteri venosi centrali: qual è la scelta migliore per il paziente? Relatore: Luisa Tosin Il sottoscritto Luisa Tosin ai sensi dell art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo

Dettagli

PROCEDURA IN CASO DI OCCLUSIONE DEL CVC

PROCEDURA IN CASO DI OCCLUSIONE DEL CVC PROCEDURA IN CASO DI OCCLUSIONE DEL CVC Prima di tutto, escludere l eventualità di pinch-off (pinzamento del CVC tra clavicola e la prima costola) o di kinking (inginocchiamento) tramite scopia. In caso

Dettagli

Il PICC Catetere Venoso Centrale

Il PICC Catetere Venoso Centrale U.O.C. Anestesia e Rianimazione Direttore Dott. Pantaleone Grande Ambulatorio di Anestesia e Terapia del Dolore Il PICC Catetere Venoso Centrale Ospedale Soverato 3 Piano Anestesia e Rianimazione Per migliorare

Dettagli

Gli accessi venosi e il posizionamento del CVC. Pier Mario Giugiaro

Gli accessi venosi e il posizionamento del CVC. Pier Mario Giugiaro Gli accessi venosi e il posizionamento del CVC Pier Mario Giugiaro I cateteri vascolari assumono sempre più importanza nella pratica clinica, condizionando l efficacia della terapia, l equilibrio clinico

Dettagli

deve essere sostituita periodicamente a intervalli prestabiliti deve permettere di ispezionare il sito di emergenza

deve essere sostituita periodicamente a intervalli prestabiliti deve permettere di ispezionare il sito di emergenza deve essere sostituita periodicamente a intervalli prestabiliti deve permettere di ispezionare il sito di emergenza permettere la digitopressione del sito di emergenza (dolore o secrezioni) secondo la

Dettagli

DOCUMENTO DESCRITTIVO C.I.O.

DOCUMENTO DESCRITTIVO C.I.O. ASO S. Croce e Carle di Cuneo C.I.O. COMITATO INFEZIONI OSPEDALIERE DOCUMENTO DESCRITTIVO TITOLO GESTIONE DELLE LINEE DI INFUSIONE (cateteri venosi ed arteriosi centrali) IN TERAPIA INTENSIVA NEONATALE

Dettagli

Elaborazione GOIO Gruppo di Lavoro: G. Dell Aquila, M. Luciano, A. Rispo

Elaborazione GOIO Gruppo di Lavoro: G. Dell Aquila, M. Luciano, A. Rispo Tipo di Documento Procedura operativa Elaborazione GOIO Gruppo di Lavoro: G. Dell Aquila, M. Luciano, A. Rispo Contenuti: Premessa Responsabilità Indicazioni d uso Scelta e preparazione del materiale Preparazione

Dettagli

PROCEDURA MEDICAZIONE PICC

PROCEDURA MEDICAZIONE PICC PROCEDURA MEDICAZIONE PICC Il Picc è un accesso venoso centrale ad inserzione periferica a medio/lungo termine, inserito a livello di vena basilica o cefalica e ancorato alla cute attraverso un dispositivo.

Dettagli

SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE REGIONE BASILICATA Asl 4 - Matera SERVIZIO ASSISTENZA

SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE REGIONE BASILICATA Asl 4 - Matera SERVIZIO ASSISTENZA SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE REGIONE BASILICATA Asl 4 - Matera SERVIZIO ASSISTENZA 7/1/2009 Pagina 2/2 SOMMARIO 1. SCOPO/OBIETTIVO...3 2. CAMPO DI APPLICAZIONE...3 3. RIFERIMENTI NORMATIVI E DOCUMENTALI...3

Dettagli

Servizio Infermieristico Domiciliare

Servizio Infermieristico Domiciliare Servizio Infermieristico Domiciliare Redatto dagli Infermieri del Servizio Cure Domiciliari Questo opuscolo rappresenta un piccolo aiuto ai familiari che si trovano a dover assistere in casa un loro congiunto

Dettagli

PA.DS.26 Allegati. Procedura per la gestione dei Cateteri Venosi Centrali. Azienda USL 3 Pistoia Direzione Sanitaria. PA.DS.

PA.DS.26 Allegati. Procedura per la gestione dei Cateteri Venosi Centrali. Azienda USL 3 Pistoia Direzione Sanitaria. PA.DS. Azienda USL 3 Pistoia Direzione Sanitaria Procedura per la gestione dei Cateteri Venosi Centrali PA.DS.26 Allegato 1 Pag.: 1 di 10 Rev.0: 18/03/2013 PA.DS.26 Allegati Procedura per la gestione dei Cateteri

Dettagli

PROCEDURA INSERIMENTO CATETERE VENOSO CENTRALE AD INSERZIONE PERIFERICA

PROCEDURA INSERIMENTO CATETERE VENOSO CENTRALE AD INSERZIONE PERIFERICA PROCEDURA INSERIMENTO CATETERE VENOSO CENTRALE Risorse Umane AD INSERZIONE PERIFERICA Un infermiere impiantatore che deve aver ricevuto specifica formazione nell inserzione del PICC; Un infermiere/oss.

Dettagli

Descrizione ALLEGATO A PREZZO UNITARIO. Criteri di valutazione. Criteri di valutazione. Lotto CODICE CIG

Descrizione ALLEGATO A PREZZO UNITARIO. Criteri di valutazione. Criteri di valutazione. Lotto CODICE CIG 1 382331180A Hickman monolume. Tale Catetere Venoso Centrale deve essere in silicone puro, con guida metallica punta atraumatica a J da circa 70 cm, dilatatore con guaina pelabile, tunnellizzatore, raccordo

Dettagli

DESCRIZIONI TECNICHE

DESCRIZIONI TECNICHE PA 80/2014- Fornitura di: CATETERI PER ANESTESIA EPIDURALE E CATETERI ARTERIOSI 1 SET PER ANESTESIA EPIDURALE CATETERE ARMATO, composto da: siringa a perdita di resistenza,in materiale plastico, " medical

Dettagli

GESTIONE DEGLI ACCESSI VENOSI: prevenzione delle complicanze alla luce dell EBM. Gabriella Busca

GESTIONE DEGLI ACCESSI VENOSI: prevenzione delle complicanze alla luce dell EBM. Gabriella Busca GESTIONE DEGLI ACCESSI VENOSI: prevenzione delle complicanze alla luce dell EBM Gabriella Busca Il sottoscritto Busca Gabriella ai sensi dell art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo

Dettagli

ALLEGATO 1 CAPITOLATO TECNICO DI GARA DESCRIZIONE LOTTI E CRITERI DI VALUTAZIONE. Cateteri venosi centrali ad inserzione periferica (PICC)

ALLEGATO 1 CAPITOLATO TECNICO DI GARA DESCRIZIONE LOTTI E CRITERI DI VALUTAZIONE. Cateteri venosi centrali ad inserzione periferica (PICC) 1 ALLEGATO 1 CAPITOLATO TECNICO DI GARA DESCRIZIONE LOTTI E CRITERI DI VALUTAZIONE PROCEDURA APERTA PER LA FORNITURA TRIENNALE, IN LOTTI, DI SISTEMI PER ACCESSO VENOSO CENTRALE ED ACCESSORI Cateteri venosi

Dettagli

La prevenzione della complicanza. infettiva. Susi Castagna. Oncologia Medica Ospedale Sacro Cuore - Don Calabria Negrar - Verona

La prevenzione della complicanza. infettiva. Susi Castagna. Oncologia Medica Ospedale Sacro Cuore - Don Calabria Negrar - Verona La prevenzione della complicanza 2 INCONTRO - Lunedì 14 settembre 2015 I cateteri venosi centrali: indicazioni e gestione in oncologia infettiva Susi Castagna Oncologia Medica Ospedale Sacro Cuore - Don

Dettagli

IL RISPARMIO DEL PATRIMONIO VASCOLARE NEL PAZIENTE IN PRE-DIALISI C.P.S.I. RONCAGLIA BARBARA FILOMENO BARBARA

IL RISPARMIO DEL PATRIMONIO VASCOLARE NEL PAZIENTE IN PRE-DIALISI C.P.S.I. RONCAGLIA BARBARA FILOMENO BARBARA IL RISPARMIO DEL PATRIMONIO VASCOLARE NEL PAZIENTE IN PRE-DIALISI C.P.S.I. RONCAGLIA BARBARA FILOMENO BARBARA ACCESSO VASCOLARE IN DIALISI La vita di un paziente emodializzato dipende dalla possibilità

Dettagli

Picc e Midline New generation. Firenze 6 maggio Congresso Nazionale ANÌMO

Picc e Midline New generation. Firenze 6 maggio Congresso Nazionale ANÌMO Picc e Midline New generation L evoluzione del cateterismo venoso Firenze 6 maggio 2008 3 Congresso Nazionale ANÌMO Claudia Gatta ASL BI - Biella - Accessi vascolari Accessi venosi a breve termine (durata

Dettagli

Gli accessi venosi e il posizionamento del CVC. Pier Mario Giugiaro

Gli accessi venosi e il posizionamento del CVC. Pier Mario Giugiaro Gli accessi venosi e il posizionamento del CVC Pier Mario Giugiaro LE COMPLICANZE LEGATE AI CVC COMPLICANZE DEL POSIZIONAMENTO CONDIZIONI PRELIMINARI Scelta accurata dell accesso venoso Colloquio con il

Dettagli

N/R Antibioticoprofilassi Preparazione del paziente Igiene delle mani Inserzione del CVC (inclusa sostituzione con guida metallica)

N/R Antibioticoprofilassi Preparazione del paziente Igiene delle mani Inserzione del CVC (inclusa sostituzione con guida metallica) Check list per un audit inteso a valutare le buone pratiche per la prevenzione delle batteriemie correlate a device vascolare (Traduzione integrale della check list del progetto I-care, Australia). Traduzione

Dettagli

Allegato A al Capitolato Tecnico e d Oneri per la fornitura di sistemi di accesso venoso per l A. ULSS 12 Veneziana

Allegato A al Capitolato Tecnico e d Oneri per la fornitura di sistemi di accesso venoso per l A. ULSS 12 Veneziana Allegato A al Capitolato Tecnico e d Oneri per la fornitura di sistemi di accesso venoso per l A. ULSS 12 Veneziana Lotto n. 1 (CIG: N. 574012442C) CATETERE VENOSO CENTRALE AD INSERZIONE PERIFERICA (PICC)

Dettagli

consumo annuo presunto

consumo annuo presunto PROCEDURA APERTA PER LA FORNITURA DI MATERIALE PER TERAPIA DEL DOLORE marca da bollo Allegato B - MODELLO DI OFFERTA ECONOMICA Il sottoscritto... nato a... residente in... C.F.... nella sua qualità di...

Dettagli

NOTA INFORMATIVA PER INTERVENTO DI POSIZIONAMENTO CATETERE VENOSO CENTRALE QUALE ACCESSO VASCOLARE PER TRATTAMENTI EXTRACORPOREI

NOTA INFORMATIVA PER INTERVENTO DI POSIZIONAMENTO CATETERE VENOSO CENTRALE QUALE ACCESSO VASCOLARE PER TRATTAMENTI EXTRACORPOREI NOTA INFORMATIVA PER INTERVENTO DI POSIZIONAMENTO CATETERE VENOSO CENTRALE QUALE ACCESSO VASCOLARE PER TRATTAMENTI EXTRACORPOREI Gentile Signora/Illustre Signore, Lei ha già esaminato le ragioni per cui

Dettagli

Istruzione Operativa Direzione Medica di Presidio. Esecuzione del prelievo per EMOCOLTURA

Istruzione Operativa Direzione Medica di Presidio. Esecuzione del prelievo per EMOCOLTURA Rev. 02 del 27/06/14 Pag. 1 / 8 Indice rev. Data Par. n 02 27/06/14 n.d. Pag. n 1 01 01/03/13 Tutti tutte 3 Sintesi della modifica Sostituito Clorexidina 0,5% con Clorexidina 2% per antisepsi cute prelievo

Dettagli

Istruzione Operativa Esecuzione prelievi EMOCOLTURA

Istruzione Operativa Esecuzione prelievi EMOCOLTURA QUANTI PRELIEVI? ADULTO ENDOCARDITE SUBACUTA SEPSI / ENDOCARDITE ACUTA BATTERIEMIA PRIMITIVA (CVC) 3 SET DI (Aerobi/Anaerobi) prelievo a distanza di 30-60 min 2-3 set (Aerobi/Anaerobi) prelievi a distanza

Dettagli

ISTRUZIONE OPERATIVA PER POSIZIONARE UN CVC AD INSERZIONE CENTRALE

ISTRUZIONE OPERATIVA PER POSIZIONARE UN CVC AD INSERZIONE CENTRALE ISTRUZIONE OPERATIVA PER POSIZIONARE UN CVC AD INSERZIONE CENTRALE RISORSE UMANE Per l inserzione di un catetere venoso ad inserzione centrale occorrono 3 operatori: medico, infermiere e oss. Quest ultima

Dettagli

Lo spazio che crea tempo assistenziale: l isola infermieristica come opportunità per la corretta gestione dell accesso venoso

Lo spazio che crea tempo assistenziale: l isola infermieristica come opportunità per la corretta gestione dell accesso venoso Lo spazio che crea tempo assistenziale: l isola infermieristica come opportunità per la corretta gestione dell accesso venoso Anna Morselli Infermiera U.O. Medicina 1 Ospedale Ramazzini Carpi Il sottoscritto

Dettagli

PROCEDURA PER LA MEDICAZIONE DEL CATETERE VENOSO CENTRALE.

PROCEDURA PER LA MEDICAZIONE DEL CATETERE VENOSO CENTRALE. PROCEDURA PER LA MEDICAZIONE DEL CATETERE VENOSO CENTRALE. Definizione e scopo: La procedura è finalizzata a uniformare il comportamento di tutti gli operatori per quanto riguarda la medicazione dei C.V.C.,

Dettagli

Valore lotto QUADRIENNALE I.V.A ESCLUSA - IMPORTO PRESUNTO PER DEPOSITO CAUZIONALE PROVVISORIO IVA ESCLUSA LOTTO ,00 2.

Valore lotto QUADRIENNALE I.V.A ESCLUSA - IMPORTO PRESUNTO PER DEPOSITO CAUZIONALE PROVVISORIO IVA ESCLUSA LOTTO ,00 2. ALLEGATO 2 MEDICAZIONI, CATETERI E ALTRO MATERIALE PER DIALISI IN LOTTO tipologia prodotto Valore lotto QUADRIENNALE I.V.A ESCLUSA - IMPORTO PRESUNTO PER LOTTO DEPOSITO CAUZIONALE PROVVISORIO IVA ESCLUSA

Dettagli

DIPARTIMENTO ONCOLOGICO UNITA OPERATIVA SEMPLICE DI ONCOLOGIA RICHIESTA/CONSENSO INFORMATO PER INSERIMENTO DI PICC E MIDLINE

DIPARTIMENTO ONCOLOGICO UNITA OPERATIVA SEMPLICE DI ONCOLOGIA RICHIESTA/CONSENSO INFORMATO PER INSERIMENTO DI PICC E MIDLINE DIPARTIMENTO ONCOLOGICO UNITA OPERATIVA SEMPLICE DI ONCOLOGIA RICHIESTA/CONSENSO INFORMATO PER INSERIMENTO DI PICC E MIDLINE Istruzioni per la compilazione Per la corretta esecuzione della manovra e per

Dettagli

LA GESTIONE DEL CATETERE VENOSO CENTRALE A DOMICILIO

LA GESTIONE DEL CATETERE VENOSO CENTRALE A DOMICILIO SGQ EN-ISO 9001:2008 Servizio Sanitario Nazionale Regione Veneto AZIENDA UNITA LOCALE SOCIO-SANITARIA N.13 U.O.C. di NEFROLOGIA E DIALISI Direttore: Dott.ssa Gina Meneghel LA GESTIONE DEL CVC A DOMICILIO

Dettagli

PICC E MIDLINE: LA GESTIONE INFERMIERISTICA DEGLI ACCESSI VENOSI VASCOLARI

PICC E MIDLINE: LA GESTIONE INFERMIERISTICA DEGLI ACCESSI VENOSI VASCOLARI PICC E MIDLINE: LA GESTIONE INFERMIERISTICA DEGLI ACCESSI VENOSI VASCOLARI Giuseppe Cordio, Davide Monolo Infermieri U.O. UTIC, A.O. Ospedale Civile di Legnano Igiene delle mani, massime precauzioni di

Dettagli

ALLEGATO 3 ELENCO CIG

ALLEGATO 3 ELENCO CIG LOTTO tipologia prodotto CIG IMPORTO DA PAGARE 1 ALLEGATO 3 ELENCO CIG P.A. 107/2014 FORNITURA DI AGHI, MEDICAZIONI, CATETERI E ALTRO MATERIALE PER DIALISI IN UNIONE D ACQUISTO TRA LE AA.UU.SS.LL. DI AVEC

Dettagli

Infezioni correlate con cateteri venosi centrali a permanenza

Infezioni correlate con cateteri venosi centrali a permanenza Infezioni correlate con cateteri venosi centrali a permanenza Stefano Avanzini Alberto Michelazzi Massimo Conte* Dipartimento di Chirurgia Pediatrica *U.O.Emato-Oncologia IRCCS G.Gaslini Genova Cosenza

Dettagli

ALLEGATO 2 PROCEDURA APERTA N. 107/2014 PER LA FORNITURA DI AGHI, MEDICAZIONI, CATETERI E ALTRO MATERIALE PER DIALISI IN AVEC

ALLEGATO 2 PROCEDURA APERTA N. 107/2014 PER LA FORNITURA DI AGHI, MEDICAZIONI, CATETERI E ALTRO MATERIALE PER DIALISI IN AVEC LOTTO tipologia prodotto 1 Ago per fistola artero-venosa, sterile, monouso, in acciaio medicale inox con siliconatura interna ed esterna dotato di: -cannula a pareti ultrasottili con e senza foro laterale

Dettagli

CATETERI VENOSI, ARTERIOSI E ACCESSORI CATETERI VENOSI CENTRALI STANDARD PER ADULTI

CATETERI VENOSI, ARTERIOSI E ACCESSORI CATETERI VENOSI CENTRALI STANDARD PER ADULTI CATETERI VENOSI, ARTERIOSI E ACCESSORI CATETERI VENOSI CENTRALI STANDARD PER ADULTI LOTTO N. 1 - (OHTFA05) SET CATETERE VENOSO CENTRALE IN POLIURETANO MONOLUME RADIOPACO, CON PUNTA ATRAUMATICA, TACCHE

Dettagli

Concetti generali PRELIEVO DI SANGUE PER EMOCOLTURA. In condizioni fisiologiche il sangue è STERILE

Concetti generali PRELIEVO DI SANGUE PER EMOCOLTURA. In condizioni fisiologiche il sangue è STERILE Concetti generali In condizioni fisiologiche il sangue è STERILE Batteriemia: presenza di batteri nel sangue Fungemia: presenza di funghi nel sangue PRELIEVO DI SANGUE PER EMOCOLTURA L emocoltura è definita

Dettagli

Appropriato p protocollo di gestione

Appropriato p protocollo di gestione Risk Management Scelta appropriata dell accesso Appropriato protocollo di impianto Operatore esperto Ecoguida, sempre e comunque Appropriato p protocollo di gestione Prevenzione delle complicanze tardive

Dettagli

PREVENZIONE DELLE INFEZIONI DEGLI ACCESSI VENOSI. RACCOMANDAZIONI CDC di Atlanta (agosto 2002)

PREVENZIONE DELLE INFEZIONI DEGLI ACCESSI VENOSI. RACCOMANDAZIONI CDC di Atlanta (agosto 2002) PREVENZIONE DELLE INFEZIONI DEGLI ACCESSI VENOSI RACCOMANDAZIONI CDC di Atlanta (agosto 2002) Raccomandazioni del C.D.C. Center for Disease Control - U.S.A. Guidelines for the prevention of intravascular

Dettagli

Lusi Pappalardo CPSI SCDU Microcitemie-Pediatria Azienda Ospedaliero-Universitaria San Luigi Gonzaga

Lusi Pappalardo CPSI SCDU Microcitemie-Pediatria Azienda Ospedaliero-Universitaria San Luigi Gonzaga Lusi Pappalardo CPSI SCDU Microcitemie-Pediatria Azienda Ospedaliero-Universitaria San Luigi Gonzaga 1 Nel nostro centro vengono seguiti in modo continuativo circa 220 pazienti trasfusione-dipendenti con

Dettagli

Se hanno una clamp nell estensione sono punta aperta. Se non hanno clamp nell estensione sono valvolati

Se hanno una clamp nell estensione sono punta aperta. Se non hanno clamp nell estensione sono valvolati Gestione dei PICC e dei Midline MariaLuisa Rizzotto GESTIONE PICC E MIDLINE La corretta gestione dei Picc e Midline, è fondamentale, da essa dipende la durata del dispositivo e la percentuale di insorgenza

Dettagli

I b. Carta Leandra Coordinatrice Infermieristica

I b. Carta Leandra Coordinatrice Infermieristica Assistenza post operatoria I b Carta Leandra Coordinatrice Infermieristica Assistenza Post Operatoria La fase post operatoria riguarda quelle attività che si verificano dal momento in cui il paziente è

Dettagli

ALLEGATO 3 ELENCO CIG

ALLEGATO 3 ELENCO CIG LOTTO tipologia prodotto CIG IMPORTO DA PAGARE 1 ALLEGATO 3 ELENCO CIG P.A. 107/2014 FORNITURA DI AGHI, MEDICAZIONI, CATETERI E ALTRO MATERIALE PER DIALISI IN UNIONE D ACQUISTO TRA LE AA.UU.SS.LL. DI AVEC

Dettagli

La gestione infermieristica: riconoscere segni e sintomi

La gestione infermieristica: riconoscere segni e sintomi La gestione infermieristica: riconoscere segni e sintomi DISPNEA INGRAVESCENTE DOLORE TORACICO CARDIOPALMO STATO ANSIOSO TACHICARDIA TACHIPNEA CIANOSI IPOSSIEMIA ALL EGA IPERCAPNIA ALL EGA Indagine diagnostica

Dettagli

CVC, IL PARERE DELL ONCOLOGO

CVC, IL PARERE DELL ONCOLOGO RIUNIONE CHIRURGIA ONCOLOGICA SICP - AIEOP COSENZA, 25 NOVEMBRE 2005 CVC, IL PARERE DELL ONCOLOGO Dott. Domenico Sperlì U.O.C. di Pediatria, Ospedale Annunziata, Cosenza ACCESSI VENOSI CENTRALI IN ONCOLOGIA

Dettagli

CLASSIFICAZIONE ACCESSI VENOSI. Laura De Nadai

CLASSIFICAZIONE ACCESSI VENOSI. Laura De Nadai CLASSIFICAZIONE ACCESSI VENOSI Laura De Nadai I principali composti attualmente utilizzati dalle aziende produttrici di accessi vascolari sono: PTFE o Teflon (Vialon ) per aghi cannula breve termine PUR

Dettagli

MEDICAZIONI FERITE CHIRURGICHE LINEE GUIDA

MEDICAZIONI FERITE CHIRURGICHE LINEE GUIDA MEDICAZIONI FERITE CHIRURGICHE LINEE GUIDA DEFINIZIONE Trattamento periodico di una lesione chirurgica. DEFINIZIONE DI FERITA CHIRURGICA Lesione di continuo della cute e dei tessuti sottostanti provocata

Dettagli

Scelta del presidio in oncologia. Dott. Matteo Dalla Chiesa Divisione di Oncologia Medica Istituti Ospitalieri -Cremona-

Scelta del presidio in oncologia. Dott. Matteo Dalla Chiesa Divisione di Oncologia Medica Istituti Ospitalieri -Cremona- Giornate cremonesi sugli accessi vascolari Terza edizione Cremona 2 dicembre 2009 Scelta del presidio in oncologia Dott. Matteo Dalla Chiesa Divisione di Oncologia Medica Istituti Ospitalieri -Cremona-

Dettagli

Emocoltura. Emocoltura

Emocoltura. Emocoltura . Emocoltura ED.. REV. DATA DESCRIZIONE 00 00 01/08/2017 PRIMA EMISSIONE REDAZ. DS/inf VERIF. RGQ APPROVAZ. DS c-po.07.01.pr.26 - Ediz. 00 - Rev. 00 - Data 01/08/2017 Pagina 1 di 5 INDICE DOCUMENTI DI

Dettagli

U.O.C. CRAV BOZZA CAPITOLATO TECNICO

U.O.C. CRAV BOZZA CAPITOLATO TECNICO U.O.C. CRAV PROCEDURA APERTA TELEMATICA PER LA FORNITURA DI DISPOSITIVI PER INFUSIONE ACCESSI VASCOLARI IN FABBISOGNO ALLE AZIENDE SANITARIE E ALL IRCCS IOV DELLA REGIONE DEL VENETO BOZZA CAPITOLATO TECNICO

Dettagli

EMOGASANALISI. Infermieristica clinica di base III infermieristica clinica III 1

EMOGASANALISI. Infermieristica clinica di base III infermieristica clinica III 1 EMOGASANALISI Indagine di laboratorio effettuato su un campione di sangue arterioso o venoso al fine di identificare lo stato della ventilazione e metabolico del paziente. Infermieristica clinica di base

Dettagli

REGIONE LAZIO AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO Via S. Lorenzo 101, Viterbo C.F. e Part.IVA n 01455570562

REGIONE LAZIO AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO Via S. Lorenzo 101, Viterbo C.F. e Part.IVA n 01455570562 REGIONE LAZIO AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO Via S. Lorenzo 101, Viterbo C.F. e Part.IVA n 01455570562 U. O. C. SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE P.O. o DISTRETTO U.O.C. DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL

Dettagli

ACCESSI VASCOLARI. Periferici Centrali

ACCESSI VASCOLARI. Periferici Centrali ACCESSI VASCOLARI a arteriosi venosi Periferici Centrali Cateterismo arterioso periferico Indicazioni monitoraggio continuo della PA EGA Vie di accesso a. radiale a. brachiale a. ascellare a. pedidia Tecnica

Dettagli

LE MEDICAZIONI. Dott. Mario Caserta

LE MEDICAZIONI. Dott. Mario Caserta LE MEDICAZIONI Dott. Mario Caserta mcaserta@cittadellasalute.to.it TERMINOLOGIA CORRETTA Pulizia: Rimozione meccanica dello sporco da superfici ed oggetti; di norma viene eseguita con l impiego di acqua

Dettagli

SCELTA DELL'ACCESSO VENOSO INTRA ED EXTRAOSPEDALIERO. PICC e MIDLINE... GLI ALBORI DI UNA NUOVA ERA!

SCELTA DELL'ACCESSO VENOSO INTRA ED EXTRAOSPEDALIERO. PICC e MIDLINE... GLI ALBORI DI UNA NUOVA ERA! SCELTA DELL'ACCESSO VENOSO INTRA ED EXTRAOSPEDALIERO PICC e MIDLINE... GLI ALBORI DI UNA NUOVA ERA! /I vero ponte tra accessi a breve e lungo termine, per uso intra ed extraospedaliero, continuo e discontinuo,

Dettagli

Cura e gestione del sito di emergenza e delle linee infusionali Anna Garrettino Firenze, 12 maggio 2019

Cura e gestione del sito di emergenza e delle linee infusionali Anna Garrettino Firenze, 12 maggio 2019 Cura e gestione del sito di emergenza e delle linee infusionali Anna Garrettino Firenze, 12 maggio 2019 La sottoscritta Anna Garrettino ai sensi dell art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg.

Dettagli

Corso di Laurea in Infermieristica - II anno Università degli Studi di Perugia. Procedura per il. Prelievo Emocolture. Dr.

Corso di Laurea in Infermieristica - II anno Università degli Studi di Perugia. Procedura per il. Prelievo Emocolture. Dr. Corso di Laurea in Infermieristica - II anno Università degli Studi di Perugia Procedura per il Prelievo Emocolture Dr.ssa Michela Sereni DEFINIZIONE L emocoltura rappresenta un esame di laboratorio fondamentale

Dettagli

DIECI ANNI DI MONITORAGGIO CVC Federica Righi Ematologia BCM-Reggio Emilia. 17 Novembre 2007

DIECI ANNI DI MONITORAGGIO CVC Federica Righi Ematologia BCM-Reggio Emilia. 17 Novembre 2007 DIECI ANNI DI MONITORAGGIO CVC 1998-2008 Federica Righi Ematologia BCM-Reggio Emilia 17 Novembre 2007 Parametri di valutazione Cute Secrezioni Edema Sanguinamento Dolore Scheda di valutazione CVC a BREVE

Dettagli

GESTIONE DEI CATETERI VENOSI PERIFERICI E POMPE PER INFUSIONE

GESTIONE DEI CATETERI VENOSI PERIFERICI E POMPE PER INFUSIONE Pag. 2 di 10 La presente Procedura Dipartimentale è stata elaborata a cura di 3 infermieri operanti nelle corsie di degenza del DIPARTIMENTO di CHIRURGIA GENERALE: Boggia Michele - 2 Venuti Alessia - Urologia

Dettagli

- Ogni anno negli Stati Uniti si posizionano di CVC. - Batteriemia CVC - correlata in UTI

- Ogni anno negli Stati Uniti si posizionano di CVC. - Batteriemia CVC - correlata in UTI SITI Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica Corso di Aggiornamento interattivo MANI PULITE E QUALITA NELL ASSISTENZA SANITARIA Governare il rischio infettivo 2 parte LA PREVENZIONE

Dettagli

A.O. CITTA DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO SCDU MALATTIE INFETTIVE PEDIATRIA II. Rete Ematologica Pediatrica 6 INCONTRO Sara Maraschi

A.O. CITTA DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO SCDU MALATTIE INFETTIVE PEDIATRIA II. Rete Ematologica Pediatrica 6 INCONTRO Sara Maraschi A.O. CITTA DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO SCDU MALATTIE INFETTIVE PEDIATRIA II Rete Ematologica Pediatrica 6 INCONTRO Sara Maraschi CASO CLINICO La paziente M.,13 anni, affetta da LMC, sottoposta

Dettagli

Istruzione Operativa Direzione Strategica. Medicazione Catetere Venoso centrale a breve, medio e lungo termine, cannule periferiche lunghe e

Istruzione Operativa Direzione Strategica. Medicazione Catetere Venoso centrale a breve, medio e lungo termine, cannule periferiche lunghe e Pag. 1 / 9 Stato delle revisioni Indice rev. Data Par. n Pag. n Sintesi della modifica Redazione 0 15/10/2017 La presente istruzione operativa sostituisce la IOPA 08 Catetere Venoso centrale a breve termine

Dettagli

6. FARMACI. a) Dimensione del problema

6. FARMACI. a) Dimensione del problema 6. FARMACI A cura di D. Trevisanuto, I. Mondello, S. Pratesi, D. Sordino Contenuti a) Dimensione del problema b) Quando somministrare i farmaci c) Dove somministrare i farmaci (vie di somministrazione)

Dettagli

LA GESTIONE DELLA TERAPIA INFUSIONALE A DOMICILIO

LA GESTIONE DELLA TERAPIA INFUSIONALE A DOMICILIO OPUSCOLO INFORMATIVO LA GESTIONE DELLA TERAPIA INFUSIONALE A DOMICILIO SERVIZIO DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA DOMICILIARE AZIENDA USL 12 VERSILIA SOSTITUZIONE DEL FLACONE FINITO CON UN ALTRO NUOVO quando

Dettagli

LA GESTIONE DEI DISPOSITIVI INTRAVASCOLARI PERIFERICI E CENTRALI

LA GESTIONE DEI DISPOSITIVI INTRAVASCOLARI PERIFERICI E CENTRALI LA GESTIONE DEI DISPOSITIVI INTRAVASCOLARI PERIFERICI E CENTRALI A cura di: Maria Paola Bernardi e Sandra Scodeggio Ferrara, 19 26 marzo 2012 e 2 16 30 aprile 2012 ACCESSI VENOSI CENTRALI sono dispositivi

Dettagli

LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI ASSOCIATE A CATETERE INTRAVASCOLARE

LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI ASSOCIATE A CATETERE INTRAVASCOLARE settembre 2003 LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI ASSOCIATE A CATETERE Stesura Approvazione per adeguatezza Emissione Revisione Responsabile S.C.P.R.I. C.I.O. Direttori del Dipartimento Chirurgia

Dettagli

ALLEGATO A IMPORTO COMPLESSIVO TRIENNALE QUANTITÀ TRIENNALE IMPORTO UNITARIO LOTTO CIG DESCRIZIONE CRITERI DI VALUTAZIONE

ALLEGATO A IMPORTO COMPLESSIVO TRIENNALE QUANTITÀ TRIENNALE IMPORTO UNITARIO LOTTO CIG DESCRIZIONE CRITERI DI VALUTAZIONE 1 72378384DD CATETERE VENOSO CENTRALE MONOLUME AD INTRODUZIONE PERIFERICA (PICC) CON KIT DI INTRODUZIONE Seldinger CVC monolume valvolato, a medio lungo termine ( fino a 3 mesi con certificazione), resistente

Dettagli

La medicazione delle ferite chirurgiche

La medicazione delle ferite chirurgiche Università degli studi di Roma Tor Vergata FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA Corso di Laurea in Infermieristica La medicazione delle ferite chirurgiche Anita GIORGI Barbara FRANCIOSI Maria Grazia OCCHIOLINI

Dettagli

ISTRUZIONE OPERATIVA. SCHEMA DI ALLESTIMENTO DEI SISTEMI ELASTOMERICI DI INFUSIONE (pompe infusionali elastomeriche)

ISTRUZIONE OPERATIVA. SCHEMA DI ALLESTIMENTO DEI SISTEMI ELASTOMERICI DI INFUSIONE (pompe infusionali elastomeriche) ISTRUZIONE OPERATIVA SCHEMA DI ALLESTIMENTO DEI SISTEMI ELASTOMERICI DI INFUSIONE (pompe infusionali elastomeriche) 1.1 SCOPO e CAMPO DI APPLICAZIONE La presente istruzione operativa definisce a livello

Dettagli

Tecniche di Medicazione secondo le Linee Guida INS 2016 ROMA 30/11/2016

Tecniche di Medicazione secondo le Linee Guida INS 2016 ROMA 30/11/2016 Tecniche di Medicazione secondo le Linee Guida INS 2016 ROMA 30/11/2016 L'igiene delle mani si pratica strofinando le mani con un gel a base alcolica o lavandole con acqua ed un sapone antimicrobico, in

Dettagli

Gestione della digiunostomia nutrizionale

Gestione della digiunostomia nutrizionale Gestione della digiunostomia nutrizionale Lo IEO pubblica una collana di Booklets al fine di aiutare il paziente a gestire eventuali problematiche (quali ad esempio le terapie svolte, l alimentazione da

Dettagli

CAPITOLATO TECNICO - ALLEGATO A Sistemi di accesso venoso a medio e lungo termine per adulti e sistemi di fissaggio e medicazione

CAPITOLATO TECNICO - ALLEGATO A Sistemi di accesso venoso a medio e lungo termine per adulti e sistemi di fissaggio e medicazione prezzo unitario IRST totale in cifre SISTEMA TOTALMENTE IMPIANTABILE (PORT). Sistema impiantabile sottocutaneo a superfici atraumatiche composto da: - Port in materiale plastico o in titanio compatibile

Dettagli

PREVENZIONE DELLE INFEZIONI IN PAZIENTI SOTTOPOSTI A PROCEDURE INTERVENTISTICHE. G. Sasso M. Mangano A.Tribuzio

PREVENZIONE DELLE INFEZIONI IN PAZIENTI SOTTOPOSTI A PROCEDURE INTERVENTISTICHE. G. Sasso M. Mangano A.Tribuzio ADVANCES IN CARDIAC ARRHYTHMIAS AND GREAT INNOVATIONS IN CARDIOLOGY PREVENZIONE DELLE INFEZIONI IN PAZIENTI SOTTOPOSTI A PROCEDURE INTERVENTISTICHE XXVII GIORNATE CARDIOLOGICHE TORINESI Torino 23-24 ottobre

Dettagli

Mini-Midline vs. Midline tradizionali. Marco Ariotti RN, Torino

Mini-Midline vs. Midline tradizionali. Marco Ariotti RN, Torino Mini- vs. tradizionali Marco Ariotti RN, Torino Di cosa parliamo quando parliamo di Mini- o di? ad inserimento brachiale: prima comparsa anni 80 (Landmark ) Cosa indicava: accessi venosi inseriti nel braccio

Dettagli

PROCEDURA CATETERISMO VENOSO CENTRALE

PROCEDURA CATETERISMO VENOSO CENTRALE Pagina 1 di 11 POCEDUA CATETEISMO VENOSO CENTALE Invio copia cartacea Modalità di trasmissione Pubblicazione sul sito aziendale ev. Data Motivo evisione 01 27.04.2011 Modifiche modalità di verifica in

Dettagli

INDICAZIONI GENERALI per la PREPARAZIONE DEI FARMACI ANTIBLASTICI. Locale dedicato. Cappa aspirante a flusso laminare verticale

INDICAZIONI GENERALI per la PREPARAZIONE DEI FARMACI ANTIBLASTICI. Locale dedicato. Cappa aspirante a flusso laminare verticale INDICAZIONI GENERALI per la PREPARAZIONE DEI FARMACI ANTIBLASTICI Locale dedicato Cappa aspirante a flusso laminare verticale Osp. S. Martino - Div. Ematologia 1 C.B.A. 12/ 11/2002 Le cappe devono: essere

Dettagli

Cateteri intratecali con connettore SC modelli 8709SC, 8731SC, 8596SC, Raccomandazioni sulla tecnica di impianto

Cateteri intratecali con connettore SC modelli 8709SC, 8731SC, 8596SC, Raccomandazioni sulla tecnica di impianto Cateteri intratecali con connettore SC modelli 8709SC, 8731SC, 8596SC, 8578 Raccomandazioni sulla tecnica di impianto Questo allegato accompagna la lettera informativa Medtronic per i medici del 26 giugno

Dettagli

Come impiantare e gestire al meglio una cannula lunga Microcath

Come impiantare e gestire al meglio una cannula lunga Microcath Come impiantare e gestire al meglio una cannula lunga Microcath Firenze 6 Dicembre 2017 Francesco Ursino Infermiere Referente Team Accessi Vascolari Ambulatorio Anestesia- Rianimazione ursino.francesco@hsanmartino.it

Dettagli

Quando il PICC non si riesce a rimuovere: che fare?

Quando il PICC non si riesce a rimuovere: che fare? Quando il PICC non si riesce a rimuovere: che fare? Il PICC non viene via Quali cause? Cause entrapping ovvero, il catetere viene endotelizzato e rimane intrappolato nella parete venosa Catetere bloccato

Dettagli

MANUALE INFORMATIVO CON ISTRUZIONI OPERATIVE NEL PERCORSO DI FAST TRACK CHIRURGICO

MANUALE INFORMATIVO CON ISTRUZIONI OPERATIVE NEL PERCORSO DI FAST TRACK CHIRURGICO MANUALE INFORMATIVO CON ISTRUZIONI OPERATIVE NEL PERCORSO DI FAST TRACK CHIRURGICO Strada di Fiume 447 34149 Trieste - www.asuits.sanita.fvg.it 2 S.C. CHIRURGIA TORACICA Direttore: Dr. Maurizio Cortale

Dettagli

5"1" +6*!*, - &5 )" //64 - &) &#", - &) &&".*,66(*.+ - &) &$" (2 ("&2*+8//,9//9*, - $$ ("%2 +8,*((+*!/+* - $1 ( " 02 * +, /+8,*(( - $3

51 +6*!*, - &5 ) //64 - &) &#, - &) &&.*,66(*.+ - &) &$ (2 (&2*+8//,9//9*, - $$ (%2 +8,*((+*!/+* - $1 (  02 * +, /+8,*(( - $3 ! "" "%" "/+" 0""###########$####$ """"%+++ 0"""################ 1"."############## "0/ +$"%,-.""#########$######## "/+" "/#################$##$ "% '()&'&&* """ "##################$#$ %&& &" *!* (" $ $"

Dettagli

Catetere Intravenoso con sistema di sicurezza passivo. IV SAFETY CATHETER

Catetere Intravenoso con sistema di sicurezza passivo. IV SAFETY CATHETER Catetere Intravenoso con sistema di sicurezza passivo. IV SAFETY CATHETER Catetere Intravenoso con sistema di sicurezza passivo. Catetere I.V. (Ago cannula) periferico, costituito da ago in acciaio inox,

Dettagli

ALLEGATO 1. Dispositivi Medici per ANESTESIA/RIANIMAZIONE e HOSPICE-TERAPIA DEL DOLORE DESCRIZIONE

ALLEGATO 1. Dispositivi Medici per ANESTESIA/RIANIMAZIONE e HOSPICE-TERAPIA DEL DOLORE DESCRIZIONE ALLEGATO 1 Dispositivi Medici per ANESTESIA/RIANIMAZIONE e HOSPICE-TERAPIA DEL DOLORE N LOTTO CODICE U.O. FARMACIA DESCRIZIONE QUANTITA' TRIENNALE PREZZO A BASE D'ASTA TRIENNALE Lotto n.1 8 SISTEMA DI

Dettagli

U.O.A. PREVENZIONE RISCHIO INFETTIVO SCHEDA DI VALUTAZIONE DELL APPLICAZIONE DELLE PRINCIPALI MISURE PER IL CONTROLLO DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE

U.O.A. PREVENZIONE RISCHIO INFETTIVO SCHEDA DI VALUTAZIONE DELL APPLICAZIONE DELLE PRINCIPALI MISURE PER IL CONTROLLO DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE U.O. DATA Rilevatori PRECAUZIONI STANDARD ED ISOLAMENTI Sono presenti i seguenti DPI: GENERALI SPECIFICI in rapporto alla prevalenza del rischio infettivo Mascherine chirurgiche triplo/quadruplo strato

Dettagli

INFETTIVOLOGIA A CONFRONTO: PERCORSI DIVERSI UN SOLO OBIETTIVO. «Luci ed ombre sull implementazione della procedura PAP 19»

INFETTIVOLOGIA A CONFRONTO: PERCORSI DIVERSI UN SOLO OBIETTIVO. «Luci ed ombre sull implementazione della procedura PAP 19» INFETTIVOLOGIA A CONFRONTO: PERCORSI DIVERSI UN SOLO OBIETTIVO «Luci ed ombre sull implementazione della procedura PAP 19» C.M.F. Malattie infettive degenza -T. Santambrogio- Legnano H nuovo Legnano H

Dettagli

PORT TOTALMENTE IMPIANTABILE

PORT TOTALMENTE IMPIANTABILE Benvenuto presso la nostra divisione! Desideriamo darle alcune informazioni riguardanti il dispositivo che le verrà posizionato presso il nostro day hospital o presso la nostra unità di degenza. Il nome

Dettagli

ELENCO PRESIDI SANITARI PER LA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO E SEGNALETICA

ELENCO PRESIDI SANITARI PER LA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO E SEGNALETICA ELENCO PRESIDI SANITARI PER LA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO E SEGNALETICA L elenco dei presidi è quello previsto dall allegato 1 del D.Lgs. 388/2003, "REGOLAMENTO RECANTE DISPOSIZIONI SUL PRONTO SOCCORSO

Dettagli

IL PORT-A-CATH Accesso venoso totalmente impiantabile POLICLINICO UNIVERSITARIO CAMPUS BIO-MEDICO.

IL PORT-A-CATH Accesso venoso totalmente impiantabile POLICLINICO UNIVERSITARIO CAMPUS BIO-MEDICO. IL PORT-A-CATH Accesso venoso totalmente impiantabile POLICLINICO UNIVERSITARIO CAMPUS BIO-MEDICO OPUSCOLO INFORMATIVO E LIBRETTO DI MANUTENZIONE PER I PAZIENTI Informazioni sul tuo Port ID Dispositivo

Dettagli

The new age of REGENERATIVE AESTHETIC MEDICINE

The new age of REGENERATIVE AESTHETIC MEDICINE The new age of REGENERATIVE AESTHETIC MEDICINE EASY - SAFE - STANDARDIZED DESCRIZIONE DEL DISPOSITIVO ED USO PREVISTO Il sistema SEFFILLER è ideato per il Medico che vuole eseguire terapia rigenerativa

Dettagli

Gestione del catetere venoso centrale

Gestione del catetere venoso centrale Gestione del catetere venoso centrale Il catetere venoso centrale (CVC) è un presidio sanitario grazie al quale è possibile accedere al sistema venoso. E utilizzato soprattutto per terapie a lungo termine

Dettagli

GESTIONE DEI CATETERI VENOSI PERIFERICI

GESTIONE DEI CATETERI VENOSI PERIFERICI ASO S. Croce e Carle di Cuneo C.I.O. COMITATO INFEZIONI OSPEDALIERE DOCUMENTO DESCRITTIVO TITOLO GESTIONE DEI CATETERI VENOSI PERIFERICI Data di emissione: 26 maggio 2004 revisione n 0 pag. 1 di 12 DOCUMENTO

Dettagli

PROCEDURA ASSISTENZIALE PER IL CONTROLLO DELLE INFEZIONI DEL SITO CHIRURGICO INTRAOPERATORIE

PROCEDURA ASSISTENZIALE PER IL CONTROLLO DELLE INFEZIONI DEL SITO CHIRURGICO INTRAOPERATORIE PROCEDURA ASSISTENZIALE PER IL CONTROLLO DELLE INFEZIONI DEL SITO CHIRURGICO INTRAOPERATORIE ABBIGLIAMENTO PER IL PERSONALE SANITARIO LAVAGGIO CHIRURGICO DELLE MANI VESTIZIONE DELL EQUIPE CHIRURGICA PREPARAZIONE

Dettagli

Allegato 1. Scheda fabbisogno

Allegato 1. Scheda fabbisogno 54 Allegato 1. Scheda fabbisogno LOTTI DESCRIZIONE BASE D ASTA UNITARIO 1 Sutura sintetica non assorbibile monofilamento in poliammide QUANTITÀ ANNUA VALORE 2 Sutura sintetica non assorbibile monofilamento

Dettagli

Prevenzione e trattamento dello stravaso di farmaci antiblastici

Prevenzione e trattamento dello stravaso di farmaci antiblastici Prevenzione e trattamento dello stravaso di farmaci antiblastici Prevenzione dello stravaso di farmaci antiblastici Norme da seguire attentamente per ridurre il rischio di stravaso Prevenzione dello stravaso

Dettagli

INFORMAZIONI PER IL PAZIENTE CHE DEVE SOTTOPORSI A: IMPIANTO DI PACEMAKER (PM)

INFORMAZIONI PER IL PAZIENTE CHE DEVE SOTTOPORSI A: IMPIANTO DI PACEMAKER (PM) INFORMAZIONI PER IL PAZIENTE CHE DEVE SOTTOPORSI A: IMPIANTO DI PACEMAKER (PM) FINALITÀ DELL INTERVENTO L'applicazione di uno stimolatore cardiaco, o pacemaker (PM), permette di correggere o prevenire

Dettagli