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2 L Irepa Onlus, Istituto di ricerche economiche per la pesca e l acquacoltura, è un organizzazione non lucrativa di utilità sociale, dotata di personalità giuridica, ed opera in convenzione con l Università di Salerno. È stata fondata nel 1982 con lo scopo di promuovere lo sviluppo della ricerca economica del settore e di svolgere attività di assistenza in favore degli enti pubblici deputati alla gestione delle risorse ittiche e dell acquacoltura. L Irepa Onlus, ente aderente al SISTAN, è responsabile della produzione statistica della pesca italiana nel quadro delle attività promosse dal MIPAAF ed è inserito nel Programma Statistico Nazionale dell ISTAT. L istituto svolge un intensa attività a carattere internazionale, sia nel quadro dei programmi di ricerca in collaborazione con altri istituti europei, sia contribuendo alla realizzazione dei programmi di sviluppo in altri paesi. IREPA Onlus, Via S. Leonardo 73, Salerno tel. 089/ fax 089/ irepa@irepa.org - sito web Le pubblicazioni Irepa si propongono quale strumento di diffusione ed informazione per quanti operano nel campo dell economia e della gestione della pesca. Esse accolgono i contributi che l Irepa, autonomamente o in collaborazione con altre sedi di studio e di ricerca, produce nell ambito delle sue attività istituzionali. L obiettivo che l Irepa intende perseguire mediante la realizzazione di queste iniziative editoriali risponde, pertanto, all esigenza di soddisfare la domanda d informazione e documentazione economica e statistica inerente il settore della pesca. È con questo spirito che l Irepa si rivolge ad un pubblico più ampio di quello degli specialisti di settore partecipando i risultati di un impegno che, avviato nei primi anni 80, vede oggi il coinvolgimento di un numero considerevole di enti di studio e ricerca operanti in ambito comunitario ed internazionale. Dal continuo scambio di esperienze e collaborazioni maturate in ambiti disciplinari ed in aree geografiche diversificate, ci auguriamo possa derivare quel processo di continuo arricchimento cui, in ultima analisi, tende questa proposta culturale. Il presente rapporto è realizzato nell ambito del progetto di indagine campionaria per la produzione delle statistiche della pesca in Italia, con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali - Direzione Generale della Pesca Marittima e dell Acquacoltura ed Unione Europea - DG Mare - Reg. n 1198/06 FEP.

3 Irepa Onlus OSSERVATORIO ECONOMICO SULLE STRUTTURE PRODUTTIVE DELLA PESCA MARITTIMA IN ITALIA 2010 Edizioni Scientifiche Italiane

4 IREPA Onlus Osservatorio economico sulle strutture produttive della pesca marittima in Italia 2010 Napoli: Edizioni Scientifiche Italiane, 2011 pp. 184; 29,7 cm ISBN by Edizioni Scientifiche Italiane s.p.a Napoli, via Chiatamone Roma, via dei Taurini 27 Internet: info@edizioniesi.it I diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla siae del compenso previsto dall art. 68, comma 4 della legge 22 aprile 1941, n. 633 ovvero dall accordo stipulato tra siae, aie, sns e cna, confartigianato, casa, claai, confcommercio, confesercenti il 18 dicembre Associazione Italiana per i Diritti di Riproduzione delle Opere dell ingegno (aidro) Via delle Erbe, Milano - tel. e fax ; aidro@iol.it Stampato in Italia / Printed in Italy nel mese di luglio dell anno 2011

5 Indice Introduzione pag Il quadro macroeconomico» 9 2. L andamento dello sforzo di pesca» Caratteristiche strutturali della flotta da pesca» L attività di pesca» Gli occupati nel settore della pesca marittima» La produzione della pesca nel Mediterraneo» La produzione per specie» I prezzi alla produzione» La produzione per sistemi di pesca» La redditività delle imprese ittiche» La pesca nel sistema economico nazionale» Il conto economico del comparto ittico» La redditività delle imprese ittiche» 49 Appendici A. Statistiche nazionali» 53 B. Statistiche regionali» 77 5

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7 Introduzione Il settore ittico nazionale nel corso del 2010 ha mostrato chiari segnali di peggioramento. La crescita sostenuta dei costi intermedi, a fronte di un calo dei livelli produttivi e dei ricavi, ha comportato una flessione del valore aggiunto e dei profitti, indebolendo ulteriormente un settore già caratterizzato da marginalità e recessione. La condizione economica delle imprese di pesca è risultata ulteriormente aggravata dalla difficoltà di adeguare i prezzi dei prodotti ittici all incremento dei costi; infatti, alla sensibile riduzione registrata dalle catture non ha fatto riscontro un proporzionale incremento dei prezzi; ciò a causa della congiuntura economica che ha determinato la restrizione generale dei consumi, per cui, in media, il valore dei prodotti sbarcati ha raggiunto il livello più basso dal Il quadro che emerge dall analisi delle principali variabili economiche del settore ittico è, dunque, non positivo: tutti i principali indicatori hanno registrato un andamento sfavorevole a cui si è associato il forte rincaro del prezzo del gasolio che ha comportato un peggioramento dei margini di profitto delle imprese. A determinare un ulteriore peggioramento del contesto in cui oggi si trovano ad operare le imprese pescherecce vi sono diversi fattori; in primo luogo, è da evidenziare la stagnazione della domanda a cui si associa un arretramento dei prezzi alla produzione; a fronte di una riduzione della produzione interna, le importazioni presentano un andamento in costante aumento e ciò determina una sempre maggiore dipendenza dalle importazioni. In secondo luogo, nel secondo trimestre del 2010 è entrato pienamente in vigore il Reg.(CE) n.1967/2006 relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel mar Mediterraneo; molte delle restrizioni e delle modifiche introdotte dal regolamento mediterraneo nel 2006 risultavano, infatti, in deroga transitoria sino al 1 giugno Le misure tecniche previste dal Regolamento hanno prodotto un impatto diretto sulla struttura produttiva nazionale e sullo sforzo di pesca; basti pensare alla obbligatorietà dell adeguamento della dimensione delle maglie per le reti trainate e le reti a circuizione, al divieto di pesca entro le tre miglia per lo strascico in alto Adriatico, al divieto di svolgimento delle pesche speciali del bianchetto e del rossetto e ancora alle restrizioni imposte alle draghe idrauliche e ai rastrelli da natante del Tirreno per la pesca di molluschi bivalvi con il divieto di pesca entro le 0,3 miglia dalla costa. Alle difficoltà operative legate all incremento dei costi di produzione e alla stagnazione dei prezzi alla produzione si associano, dunque, gli effetti di tali limitazioni che hanno obbligato gli operatori a modifiche nelle modalità di svolgimento delle loro attività di pesca, delle aree di pesca e delle specie target. Obiettivo del presente rapporto è quello di focalizzare l attenzione sui principali andamenti del settore, lasciando spazio ai dati raccolti dal sistema di monitoraggio, presentati nell appendice statistica. 7

8 Osservatorio Nazionale 2010 La presentazione dei risultati è articolata su due livelli; dapprima sono riportate le informazioni statistiche a livello nazionale in modo da fornire un quadro d insieme del settore; di seguito, vengono presentate le statistiche regionali, per un analisi puntuale della realtà produttiva locale. I dati presentati in questo rapporto rappresentano una sintesi delle informazioni statistiche elaborate dall Irepa, nell ambito del Programma Statistico Nazionale e realizzate con il contributo del Mipaaf. 8

9 Capitolo 1 Il quadro macroeconomico 1. Il quadro macroeconomico Il trend degli ultimi anni evidenzia un calo costante della produzione ittica nazionale che nel 2010 è scesa al di sotto delle 400 mila tonnellate. La contrazione della produzione complessiva è da attribuire alla pesca in mare, mentre nell ultimo triennio si è mantenuta su livelli sostanzialmente stabili la produzione derivante da attività di acquacoltura. Nell ultimo decennio, si è registrato un calo sensibile dell importanza assunta dalle attività di cattura; basti considerare che nel 2000, circa i 2/3 della produzione ittica nazionale proveniva dalla pesca in mare. In termini economici, il ridimensionamento del peso assunto dal comparto della pesca in mare è stato meno vistoso ma, comunque, sostenuto; il fatturato derivante da attività di cattura è diminuito del 30% nel periodo , mentre quello derivante da attività di allevamento è diminuito, nello stesso arco temporale, del 5%. Il trend stabile rilevato per il comparto dell acquacoltura rappresenta un importante inversione di tendenza per un settore che ha presentato degli elevati tassi di crescita negli anni 80 e nei primi anni 90 per poi crescere a ritmi meno sostenuti nell ultimo decennio. La produzione nazionale totale di acquacoltura pari a ,95 t, nel 2008, risulta ripartita per t (28,6%) da prodotti allevati in acqua dolce e ,9 t (71,4%) in acqua salata; le produzioni sono essenzialmente riferite a pesci (33,5%) e molluschi (66,5%). Da un analisi dettagliata dei livelli produttivi, si evince come l allevamento di pesci ha subito una contrazione poco accentuata, mentre l allevamento di molluschi ha subito, a partire dal 2003 un drastico ridimensionamento. La molluschicoltura è la principale voce produttiva dell acquacoltura nazionale, basata quasi esclusivamente sull allevamento dei mitili (Mytilus galloprovincialis) e della vongola verace filippina (Tapes philippinarum). Per quanto riguarda la pesca in mare, la produzione ittica ha subito un drastico ridimensionamento dal I bassi livelli di fatturato legati alla minore produzione, l aumento dei costi operativi e la stagnazione della domanda interna hanno fortemente indebolito le imprese ittiche; nel 2010, la produzione lorda vendibile ha raggiunto uno dei livelli più bassi dal I minori livelli produttivi sono da collegare, in via principale, al ridimensionamento dello sforzo di pesca (nell ultimo anno, i giorni di pesca sono diminuiti di circa il 6%) e in minor misura ad una riduzione della produttività giornaliera. Sui bassi livelli di attività ha inciso il sostenuto incremento del costo del gasolio che, a partire dal 2008, ha condizionato principalmente i pescherecci di maggiore dimensione che utilizzano attrezzi da traino. La riduzione dello sforzo di pesca è stata registrata in tutte le aree di pesca, con punte in Sicilia, regione nella quale l attività complessiva è diminuita dell 11%; meno intensa la riduzione registrata nelle regioni adriatiche (-4%). Sebbene il settore della pesca abbia registrato un calo delle catture, i prezzi alla produzione si sono mantenuti su livelli molto bassi; questi ultimi, piuttosto che riflettere gli aumenti dei costi operativi, sono rimasti stazionari se non addirittura in calo, impedendo alle imprese di pesca di riversare gli aumenti dei costi a valle della filiera. 9

10 Osservatorio Nazionale 2010 Tab La produzione ittica in Italia, anni Catture Pesca marittima (t) Pesca nel Mediterraneo (a) Pesca oceanica (b) Acquacoltura (c) Totale produzione Ricavi Pesca marittima (mln ) Pesca nel Mediterraneo (a) Pesca oceanica (b) ,05 12 Acquacoltura (c) Totale produzione Prezzi Pesca marittima 4,93 4,87 4,96 4,96 ( /kg) Pesca nel Mediterraneo (a) 5,00 5,00 5,04 4,94 Pesca oceanica (b) 2,91 2,20 2,76 6,91 Acquacoltura (c) 3,21 2,95 2,93 2,93 Totale produzione 4,25 4,08 4,14 4,11 Fonte: a) Irepa; b) Istat; c) Unimar ((per il 2010, in mancanza del dato annuale è stato riportato lo stesso dato del 2009) Graf Composizione della produzione ittica in Italia in valore, anni 2000, 2005 e 2010 Fonte: Elaborazioni Irepa su dati Irepa, Unimar, Istat Nel 2010, il deficit della bilancia commerciale del settore ittico è peggiorato rispetto all anno precedente; in quantità, il disavanzo è pari a oltre 800 mila tonnellate, equivalente a circa milioni di euro. L incremento del saldo negativo è stato determinato dall aumento delle importazioni a fronte della stazionarietà delle esportazioni; in termini di valore, le variazioni sono risultate maggiori di quelle evidenziate per gli scambi in quantità. L espansione delle importazioni, da un lato, e la riduzione della produzione interna, dall altro lato, hanno determinato un peggioramento del tasso di auto-approvvigionamento (pari al 32,4% nel 2010 e al 33,6% nel 2009). Nel 2010, la produzione interna è risultata pari ad appena il 40% delle importazioni (387 mila tonnellate a fronte di 941 mila tonnellate) e tale divario sembra destinato ad aumentare. A conferma del progressivo peggioramento delle ragioni di scambio, basti considerare il grado di copertura commerciale che indica l estrema debolezza dell attività esportativa rispetto alla dinamica 10

11 Capitolo 1 Il quadro macroeconomico dell approvvigionamento dall estero: le vendite oltre frontiera coprono solo il 14% delle importazioni in volume. Tab I principali indicatori economici del settore ittico italiano ( ) Volume Migliaia di tonnellate Valore Milioni di euro Produzione interna (a) Import (b)* Export (b)* Saldo commerciale Movimento Consumi apparenti Saldo normalizzato (%) -51,1-48,0-53,8-45,9 Propensione all'import (%) 77,5 78,9 75,5 78,8 Propensione all'export (%) 33,6 35,0 30,0 32,7 Tasso di autoapprovvigionamento (%) 33,8 32,4 35,0 31,4 *Sono escluse le importazioni e le esportazioni di oli e grassi, farine e altri prodotti non destinati all'alimentazione umana. a) Irepa, Unimar, Istat. b) Istat. Fonte: Elaborazione Irepa su fonti diverse La congiuntura interna particolarmente sfavorevole ha determinato, inoltre, una riduzione generalizzata dei consumi alimentari che ha colpito anche i prodotti ittici; nel 2010, il consumo pro- capite è sceso a 19,7 kg, uno dei livelli più bassi degli ultimi dieci anni (sino al 2007, i consumi pro-capite si erano mantenuti al di sopra dei 20 kg). Il consumo apparente, calcolato come differenza tra le esportazioni da un lato e la produzione interna e le importazioni dall altro, registra, nel 2010, un livello pari a su mila tonnellate. La spesa si è attestata sui milioni di euro a fronte dei milioni di euro del Tale tendenza è confermata dall indice Ismea delle quantità dei prodotti agroalimentari acquistati dalle famiglie che mostra, per il 2010, una stagnazione dei consumi. In Italia, il consumo domestico di prodotti ittici si concentra in maggior misura sul prodotto fresco, che assorbe oltre il 50% dei volumi acquistati e della spesa sostenuta dalle famiglie. È da evidenziare come le abitudini di acquisto dei consumatori stiano lentamente cambiando; il consumatore se da un lato è disposto a spendere di più per acquistare prodotti sicuri dall altro limita i consumi di fronte ad un offerta che, in generale, non garantisce la qualità del prodotto. La scelta di valorizzare i prodotti ittici risponde, in tal senso, alle richieste di una nuova tipologia di consumatori più attenta alla qualità intrinseca dei beni acquistati. L attivazione di politiche tese a migliorare la tracciabilità dei prodotti ittici freschi rappresenta una novità significativa e, nel lungo periodo, potrà portare ad una ripresa dei consumi oltre a favorire una ripresa dei prezzi alla produzione. Tab Consumo interno e pro-capite di prodotti ittici, anni Anni Consumo interno Consumo pro-capite tonn. mln kg , , , ,7 Fonte: Elaborazione Irepa su fonti diverse 11

12 Osservatorio Nazionale 2010 Graf. 1.2 Produzione interna e bilancia commerciale dei prodotti ittici nel 2010 Pesca mediterranea t mln Pesca oceanica t 12 mln Pesca marittima t mln Acquacoltura t 475 mln Produzione ittica totale t mln Import t mln Export t 520 mln Consumo interno totale t mln Consumo pro capite annuo 19,7 kg 12

13 Capitolo 2 L andamento dello sforzo di pesca 2. L andamento dello sforzo di pesca 2.1 Caratteristiche strutturali della flotta da pesca La flotta da pesca nazionale iscritta nell Archivio Licenze di Pesca ed operativa a dicembre 2010 risulta composta da battelli per un tonnellaggio complessivo di Gt ed una potenza motore di kw. L analisi che segue è centrata sui natanti che svolgono la loro attività all interno delle acque mediterranee battelli, GT e kw considerata al netto della pesca oceanica e delle imbarcazioni temporaneamente in disarmo. Nel 2010, la capacità di pesca della flotta è continuata a diminuire rispetto al 2009, in modo lento ma costante, nella misura del 3% in termini di GT e del 2% per quanto riguarda la capacità espressa in potenza motore (kw). Tab Composizione della flotta peschereccia italiana, 2010 N. battelli Gt KW Flotta mediterranea Flotta oceanica Flotta temporaneamente inattiva Totale Nel corso del 2010, è stato avviato il processo di arresto definitivo di parte della flotta peschereccia nazionale, previsto dal Piano di adeguamento dello sforzo di pesca adottato il 27 aprile 2010 in sostituzione del piano di adeguamento di cui al decreto del 5 giugno In particolare, per quanto riguarda la flotta a circuizione autorizzata alla pesca del tonno rosso, con la pubblicazione del decreto del 26 novembre 2010 è stato dato avvio al processo di forte riduzione dello sforzo di pesca esercitato da tale segmento produttivo che porterà, nei prossimi due anni, al ritiro di circa il 77% dell attuale capacità di pesca del segmento; la riduzione è dettata dalla necessità di dare esecuzione al Regolamento (CE) n.302/2009 del Consiglio del 6 aprile 2009 concernente un piano pluriennale di ricostituzione del tonno rosso nell Atlantico orientale e nel Mediterraneo; per la campagna di pesca 2011 è previsto un numero massimo di autorizzazioni pari a 9 unità, a fronte delle 68 autorizzazioni presenti nel Il Decreto MIPAF 15 aprile 2010 concernente "Modifica dell'art. 3 del decreto 8 agosto 2008, recante: Modalità di arresto definitivo delle attività delle unità da pesca" ha, invece, regolamentato le modalità di arresto definitivo relative alla rimanente flotta peschereccia. Il decreto ad articolo unico prevede la riformulazione dell'art. 3 del DM 8 agosto 2008, resa necessaria per adeguarsi al nuovo Piano di adeguamento dello sforzo di pesca, che si configura in 18 piani di adeguamento, diversamente articolati per GSA e sistemi di pesca. 13

14 Osservatorio Nazionale 2010 Graf Andamento della capacità di pesca, anno base 2004=100 Tab Caratteristiche tecniche della flotta peschereccia italiana per sistemi di pesca, 2010 valori assoluti e incidenza percentuale Sistemi N. battelli Inc. % GT Inc. % kw Inc. % Strascico , , ,7 Volante 131 1, , ,3 Circuizione 292 2, , ,8 Draghe idrauliche 707 5, , ,1 Piccola pesca , , ,0 Polivalenti passivi 493 3, , ,5 Palangari 188 1, , ,5 Totale Per quanto riguarda l analisi dei dati 2010, la suddivisione della flotta per sistemi di pesca 1, conferma la prevalenza della piccola pesca e dello strascico; nel primo caso si contano battelli che rappresentano i 2/3 dell intera struttura produttiva nazionale e nel secondo natanti (20%). Seguono le draghe idrauliche, con circa 707 imbarcazioni, mentre meno numerosi sono i polivalenti passivi (493 unità), i battelli a circuizione (292), i palangari (188) e le imbarcazioni armate a volante (131). In termini di tonnellaggio e potenza motore impiegati, lo strascico assorbe oltre la metà del GT e del kw complessivo, mentre i battelli della piccola pesca rappresentano solo il 9% del tonnellaggio e il 23% della potenza motore totali. 1 La segmentazione della flotta utilizzata nel presente Rapporto è basata sull individuazione dell attrezzo prevalente come stabilito dal Regolamento (CE) del Consiglio n del 29 giugno 2000 che istituisce un quadro comunitario per la raccolta e la gestione dei dati essenziali all attuazione della Politica Comune della Pesca (PCP) e dal Regolamento (CE) della Commissione n. 26/2004 del 30 dicembre 2003 relativo al registro della flotta peschereccia comunitaria, allegato I Definizione dei dati e descrizione di una registrazione. 14

15 Capitolo 2 L andamento dello sforzo di pesca 2.2 L attività di pesca Nel corso del 2010, l attività di pesca della flotta nazionale è stata pari a giorni con una media di 126 giorni per battello. Il confronto con il dato dell anno precedente evidenzia una contrazione delle giornate mediamente trascorse in mare (-6%) che, con intensità più o meno marcata, ha riguardato la maggior parte dei sistemi di pesca; dal punto di vista geografico, tale tendenza è comune a tutte le regioni con l unica eccezione del medio Adriatico e della Sicilia orientale dove si è evidenziata una leggera variazione positiva dei giorni medi di pesca. Il ridimensionamento dello sforzo di pesca registrato nel corso del 2010 è direttamente proporzionale alla ripresa dei costi di produzione, trainati dall aumento del costo del carburante che, al pari di quanto registrato nel 2008, ha fortemente ridotto i redditi delle imprese pescherecce, inducendole, tra l altro, a una minore attività di pesca. Considerato il restringersi dei margini tra ricavi e costi, molte imbarcazioni hanno tendenzialmente ridotto le giornate di attività in presenza di condizioni meteorologiche non ottimali che avrebbero potuto compromettere gli esiti produttivi; tale comportamento prudenziale ha coinvolto sia i battelli di minori dimensioni sia quelli più grandi. Graf Giorni medi di attività per sistemi di pesca, Il calo dell attività di pesca caratterizza lo scenario nazionale già da qualche anno: dal 2004 ad oggi l attività media è diminuita dell 11%, il che, tradotto in termini assoluti, significa 15 giorni di pesca in meno per battello. Il fenomeno si è manifestato in maniera più marcata nel secondo trimestre del 2010 con una perdita di attività di circa il 15%, in concomitanza con la crescita del prezzo del gasolio quando la media si è attestata a 0,60 euro/lt contro i 0,40 registrati nella prima metà dell anno precedente. 15

16 Osservatorio Nazionale 2010 Tab Giorni medi di attività per sistemi di pesca, Sistemi var% 10/09 Strascico Volante Circuizione Draghe idrauliche Piccola pesca Polivalenti passivi Palangari Totale Scendendo ad un maggior livello di dettaglio è possibile comprendere in maniera più puntuale le dinamiche che hanno contraddistinto i diversi comparti produttivi. Nel corso dell anno, per la flotta a strascico i giorni complessivi di pesca sono diminuiti del 7%, così come l attività media che è scesa dai 159 giorni/battello del 2009 ai 150 del 2010, su un livello molto simile a quello eccezionalmente basso registrato nel Non tutte le marinerie sono state interessate dalla flessione dei giorni di pesca; i cali più consistenti hanno riguardato l alto Adriatico, in particolare, il Friuli Venezia Giulia dove la flotta a strascico è passata da una media di 149 giorni di pesca del 2009 a un attività di 110 giorni nel 2010 (-26%) e nel Veneto con una perdita di circa 20 giornate di pesca. Ad influenzare lo sforzo di pesca esercitato dalla flotta a strascico in quest area vi è senza dubbio l entrata in vigore il 1 giugno 2010 di molte delle restrizioni previste dal Reg.(CE) n.1967/2006 relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel mar Mediterraneo; molte delle restrizioni e delle modifiche introdotte dal regolamento mediterraneo nel 2006 risultavano, infatti, in deroga transitoria sino al 1 giugno 2010; in particolare, il divieto della pesca a strascico entro le tre miglia per la pesca del latterino e della seppia, sta avendo pesanti ripercussioni negative sulla flotta strascicante di piccole dimensioni dell alto Adriatico; nelle tre regioni alto adriatiche (Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia) risultavano 318 le unità autorizzate ad effettuare la pesca entro le tre miglia; sebbene gli effetti di tali divieti risulteranno maggiormente evidenti nel 2011, è indubbio che a partire dal secondo semestre del 2010 sono stati registrati i primi impatti negativi, come dimostrato dall andamento dei giorni di pesca. Allo stesso modo la sostituzione delle reti, in un settore a forte matrice artigianale e poco incline alle variazioni, ha generato riduzione di attività sia per il ritardo dovuto all acquisizione delle nuove reti sia per le difficoltà tecniche necessarie per adeguarsi alla nuova normativa. Tra le marinerie che, al contrario, hanno presentato livelli stabili di attività si segnalano le flotte strascicanti del medio e alto Tirreno e quelle della Sicilia meridionale. La flotta a strascico concentrata a Mazara del Vallo, tra le più importanti a livello nazionale, ha registrato nel 2009 e 2010 un attività stabile (circa 170 giornate di pesca) e non è, dunque, riuscita a recuperare il ridimensionamento subito nel 2008, anno nel quale si registrò una riduzione di 28 giorni di pesca rispetto al precedente anno. I battelli pelagici, armati a volante e a circuizione hanno registrato lievi cali dei giorni di pesca. In particolare, nel corso dell anno i giorni medi di pesca delle volanti si sono ridotti del 2%, raggiungendo una media di 158 giorni, in linea con la media del periodo e in forte ripresa rispetto all annata particolarmente negativa del 2008; a livello regionale, le volanti pugliesi hanno registrato il livello di attività più basso (145 giorni), mentre quelle venete hanno pescato mediamente per 177 giorni. Per la flotta a circuizione si sono registrate contrazioni delle giornate di attività in tutte le aree ad eccezione della Campania e della Sicilia settentrionale; in media, i battelli del segmento hanno registrato un attività di 96 giorni a fronte dei 100 giorni del precedente anno. Nel 2010, la pesca del tonno rosso con la circuizione è stata sospesa per l intero periodo di pesca consentito, vale a dire dal 16

17 Capitolo 2 L andamento dello sforzo di pesca 16 maggio 2010 al 14 giugno 2010 (decreto 15 aprile 2010) come conseguenza della ridotta quota di cattura assegnata all Italia e per consentire un più rapido recupero della risorsa. Per quanto riguarda la pesca dei piccoli pelagici con reti a circuizione, nel 2010 l attività media è risultata molto bassa sia nell alto Tirreno sia nel basso Adriatico. L attività delle draghe idrauliche è stata pari nel 2010, a 89 giorni in linea con il dato del 2009 (87 giorni) ma inferiore del 14% rispetto al Come di consueto, i livelli di attività e quelli di produzione sono molto variabili tra le aree in base alle decisioni prese dai Consorzi di gestione in funzione delle condizioni della risorsa e del mercato. Limitandoci all andamento dei giorni di pesca relativi alla pesca delle vongole, in relazione ai diversi areali di produzione, si osserva un aumento dell attività per le draghe abruzzesi e marchigiane; in contrazione invece, il dato relativo ai compartimenti pugliesi, romagnoli e veneti, tra i quali spicca il compartimento di Venezia i cui battelli hanno registrato una riduzione dei giorni di pesca pari all 87%; in quest area perdura ormai da diversi anni una crisi produttiva molto forte dovuta a fattori ambientali tra cui variazioni subite dall ambiente marino in seguito a lavori di dragaggio dei fondali. A partire dal secondo semestre 2010, l entrata in vigore dell art. 13 del Reg, (CE) n. 1967/2006 relativo ai valori minimi di distanza dalla costa, ha indotto numerose marinerie a un prolungato fermo facoltativo; la mancata concessione della deroga per la pesca entro una distanza minima da costa di 0,3 miglia, in aree in cui la risorsa è concentrata tra i 100 ed i 400 m dalla riva ha, infatti, ridotto le aree disponibili alla pesca. Anche i battelli della piccola pesca sono stati caratterizzati da un calo del livello di attività rispetto all anno precedente. I giorni medi di pesca sono passati da 130 a 121; le aree maggiormente interessate dalla diminuzione dell attività di pesca nel corso dell ultimo anno, sono state le regioni Liguria, Emilia Romagna e Sicilia settentrionale con riduzioni prossime al -30%; in media i battelli operativi in queste aree hanno registrato una riduzione di oltre 35 giorni di pesca. I battelli armati a palangaro hanno mostrato una leggera variazione positiva dell attività media; l aumento dei giorni di pesca è da imputare in particolare alle unità produttive che hanno operato in Puglia e in Sicilia sul versante orientale dove le giornate mediamente trascorse in mare sono passate da 94 a 100 per i battelli pugliesi a da 150 a 169 per quelli siciliani. Come conseguenza della contrazione dell attività e della capacità, anche lo sforzo di pesca 2 ha registrato un ridimensionamento pari nel complesso a -4 punti (tab. 2.5). 2 Lo sforzo di pesca esprime sinteticamente l impiego dei fattori produttivi utilizzati nella cattura di specie marine. Sulla base delle indicazioni comunitarie (Reg. CE 2091/1998) lo sforzo di pesca è calcolato moltiplicando una misura di capacità media (GT) per i giorni di pesca. 17

18 Osservatorio Nazionale 2010 Sistemi Tab Andamento dell'attività per compartimenti, draghe idrauliche, Compartimento giorni medi Var% 10/09 Pescara Ortona Napoli Ravenna Rimini Monfalcone Monfalcone fasolari Roma Ancona Civitanova marche Pesaro San Benedetto del Tronto Molfetta Manfredonia Chioggia Chioggia fasolari Venezia Venezia fasolari Termoli Totale Tab Sforzo di pesca per sistemi di pesca, GT*giorni di pesca medi in mln var% 10/09 Strascico 23,2 22,7 22,1 20,7 17,9 18,6 18,0-2,9 Volante 1,6 1,5 1,7 1,8 1,5 1,7 1,7-4,9 Circuizione 1,3 1,4 1,5 1,4 1,0 1,4 0,9-30,9 Draghe idrauliche 0,9 0,8 0,9 1,1 1,0 0,8 0,9 6,4 Piccola pesca 2,6 2,2 2,7 2,3 2,0 2,2 2,1-4,8 Polivalenti passivi 1,3 1,0 0,8 0,8 0,9 1,0 1,1 14,3 Palangari 2,2 2,4 1,6 1,1 1,1 0,9 0,9-1,9 Totale 33,1 32,0 31,3 29,3 25,2 26,5 25,5-3,7 2.3 Gli occupati nel settore della pesca marittima Gli occupati nel settore peschereccio nazionale nel 2010, sono stati pari a circa 29 mila unità. Dal punto di vista sociale ed occupazionale la piccola pesca continua a risultare il segmento più rilevante, seguito dallo strascico e dalla circuizione. Dal confronto dei dati si evidenzia che l impatto socio-economico della riduzione dello sforzo di pesca è stato molto rilevante; gli occupati nella pesca marittima sono scesi nell ultimo anno al di sotto delle 30 mila unità; tra il 2004 e l ultimo anno, il progressivo calo degli occupati nella pesca marittima è quantificabile in oltre posti di lavoro. I fattori alla base della fuoriuscita di occupati dal settore sono da collegare in primis alla progressiva riduzione del numero di pescherecci, tuttavia un ruolo importante in questo andamento è stato svolto anche dalla riduzione della produttività fisica ed economica delle imbarcazioni e, soprattutto 18

19 Capitolo 2 L andamento dello sforzo di pesca nell ultimo biennio, dall aumento dei costi di produzione cha ha contribuito ad aggravare la condizione economica delle imprese di pesca e quindi dei lavoratori. Basti considerare che il costo del lavoro per addetto annuo, che corrisponde al compenso lordo percepito dall equipaggio, evidenzia rispetto al 2004, una riduzione di oltre il 20% sia su base annua sia mensile. Tab Gli occupati per sistemi di pesca, Sistemi var.% 10/04 Strascico Volante Circuizione Draghe idrauliche Piccola pesca Polivalenti passivi Palangari Totale

20

21 Cap. 3 La produzione della pesca nel Mediterraneo 3. La produzione della pesca nel Mediterraneo La produzione della flotta italiana nel 2010, è stata di tonnellate equivalenti in termini economici a 1.102,76 milioni di euro. La contrazione dell attività registrata nel corso dell anno si è tradotta in una flessione della produzione nazionale: i risultati complessivamente raggiunti dalla flotta, sia in termini di quantità sia di valore, hanno mostrato una riduzione pari rispettivamente al 5% e al 6% rispetto al Il quadro che emerge dall analisi delle principali variabili economiche del settore ittico è caratterizzato da una forte componente recessiva: tutti i principali indicatori registrano un andamento sfavorevole a cui si associa il forte rincaro del prezzo del gasolio che ha comportato un peggioramento dei margini di profitto delle imprese. Tale andamento si evidenzia anche in termini unitari e giornalieri; le catture medie per battello così come i ricavi hanno riportato una considerevole perdita. Dal punto di vista giornaliero le variazioni sono state più attenuate per effetto della minore attività dei natanti. La condizione economica delle imprese di pesca è risultata ulteriormente aggravata dalla difficoltà o impossibilità di adeguare i prezzi dei prodotti ittici all incremento dei costi; infatti, alla sensibile riduzione registrata dalle catture non ha fatto riscontro un proporzionale incremento dei prezzi; ciò a causa della congiuntura economica che ha determinato la restrizione generale dei consumi, per cui, in media, il valore dei prodotti sbarcati è stato pari a 4,94 /kg, il livello più basso dal Graf Andamento delle catture e dei ricavi, flotta nazionale,

22 Osservatorio Nazionale 2010 La minore produzione ha comportato un ridimensionamento della perfomance media (catture annue e giornaliere per singolo battello); in particolare, le catture annue per battello, pari a 16,8 ton., sono risultate superiori soltanto a quelle del 2008 (16 kg ton.), ma nettamente inferiori a quelle realizzate tra 2004 e 2009, con una punta di circa 20 ton. realizzata nel In termini di fatturato, mediamente un battello ha realizzato nel 2010, un ricavo pari a 83 mila euro. Tab Indicatori di produzione, flotta nazionale, Valori assoluti Catture (t) Ricavi (mln ) 1.379, , , , , , ,76 Prezzi ( /kg) 4,79 5,17 5,23 5,00 5,00 5,04 4,94 Valori medi per battello e giornalieri Catt./batt. (t) 18,5 17,8 19,9 19,4 16,1 17,5 16,8 Catt./giorni (kg) 130,7 132,6 144,1 147,7 136,3 131,4 133,7 Ricavi/batt. (000 ) 88,43 92,03 104,21 97,3 80,5 88,3 83,1 Ricavi/giorni ( ) 625,65 686,01 753,73 738,8 681,3 662,0 661,2 Il trend appena descritto presenta caratteri comuni a quasi tutte le regioni in quanto la diminuzione delle catture ha interessato con intensità diverse tutte le aree ad eccezione delle marinerie marchigiane e molisane la cui perfomance positiva è stata trainata dal comparto delle draghe idrauliche che hanno registrato una forte ripresa dei livelli produttivi; i cali più consistenti dei livelli produttivi hanno riguardato la Calabria (-20% delle catture), il Friuli Venezia Giulia (-21%) e la Sicilia settentrionale (-16%). Per quanto riguarda i sistemi di pesca invece, lo scenario presenta lievi differenziazioni. Infatti, la dinamica negativa degli sbarchi e del fatturato è risultata particolarmente marcata per lo strascico, la circuizione e la piccola pesca; al contrario, le volanti e le draghe idrauliche hanno registrato una leggera crescita della produzione; la riduzione dei prezzi ha però determinato, anche per questi sistemi di pesca un calo del fatturato (rispettivamente -2% e -1%); unico segmento produttivo nel 2010 a registrare una buona performance economica è stato quello rappresentato dai palangari con una buona ripresa dei ricavi (+17%). Tab Catture, ricavi e prezzi per sistemi di pesca, 2010, valori assoluti e variazione % Sistemi Catture (tonn.) Ricavi (mln ) Prezzi ( /kg) 2010 Var.% 2010 Var.% 2010 Var.% Strascico ,2 555,47-5,2 7,10 3,3 Volante ,9 46,52-1,8 1,05-14,5 Circuizione ,4 52,71-29,7 1,67-14,8 Draghe idrauliche ,9 63,00-0,6 2,89-10,4 Piccola pesca ,6 275,58-8,9 8,21 4,2 Polivalenti passivi ,3 65,81-2,7 7,81 9,7 Palangari ,0 43,66 16,7 8,48 3,3 Totale , ,76-6,5 4,94-1,8 22

23 Cap. 3 La produzione della pesca nel Mediterraneo Graf. 3.2 Composizione % delle catture e dei ricavi per aree di pesca, flotta nazionale, 2010 Composizione % delle catture Tirreno 20% Composizione % dei ricavi Tirreno 24% Adriatico 55% Ionio 5% Adriatico 42% Ionio 7% Sicilia 20% Sicilia 27% 3.1 La produzione per specie Le specie più pescate, nel 2010, sono state le acciughe ( ton.), seguite dalle vongole ( ton.) e dalle sardine ( ton.); rispetto alla composizione quantitativa del pescato, gli sbarchi di acciughe rappresentano il 24% della produzione totale. Su livelli inferiori si attestano le quantità di vongole (il 9%) e sardine (il 7%). Rispetto al 2009, la produzione di acciughe è risultata sostanzialmente stabile, mentre in forte crescita è risultata la cattura di vongole (+14%); meno consistente, ma comunque positiva la tendenza registrata dai quantitativi sbarcati di sardine (+4%). Nell arco temporale , la produzione di acciughe ha subito un consistente calo, raggiungendo il valore di catture più basso nel 2008; negli ultimi due anni, sebbene in ripresa, gli sbarchi di acciughe risultano notevolmente inferiori a quelli registrati tra il 2004 e il 2007; diverso l andamento segnalato dalle sardine che, dopo il picco del 2004, mostrano un andamento sostanzialmente stabile; analogo discorso per i naselli che, se si esclude il 2006, anno nel quale si registrò una produzione eccezionale, oscillano nel periodo , tra le e le tonnellate; le vongole presentano un andamento abbastanza ciclico, mentre per i gamberi bianchi, dopo due anni particolarmente negativi (il 2007 e il 2008), i dati di produzione mostrano una ripresa costante. Dal punto di vista economico, la specie che nel 2010 ha fornito il maggiore contributo alla formazione del fatturato complessivo è rappresentata dai naselli che hanno raggiunto un livello di ricavi di 90,06 milioni di euro equivalente al 7,7% del totale nazionale. Le acciughe, con 75,95 milioni di euro, rappresentano la seconda specie in ordine di fatturato seguite da gamberi bianchi e pesce spada i cui ricavi si sono attestati tra i 76 e i 68 milioni di euro. Per tutte queste specie, se i escludono le acciughe e gli scampi, i ricavi sono risultati stazionari (naselli e vongole) o in aumento (gamberi bianchi e pesce spada). Quest ultima specie ha segnato un incremento nei livelli produttivi, soprattutto nel corso del III trimestre del 2010, mesi nei quali è risultata la specie più pescata, con un aumento della produzione del 18%; in valore assoluto, la produzione di pesce spada è stata pari a tonnellate; considerato l elevato prezzo medio alla produzione (11,18 /kg) si conferma l elevato rilievo economico della specie per l intero settore ittico nazionale. A livello geografico, il 67% delle catture di pesce spada proviene dalle marinerie siciliane; nel 2010, l 11% della produzione, pari a circa 630 tonnellate, è 23

24 Osservatorio Nazionale 2010 stato pescato dalla flotta sarda. I miglioramenti delle performance sono, in parte, da attribuire ad una maggiore efficienza dell attrezzo, grazie agli sviluppi tecnici introdotti negli ultimi anni. Tra le specie principali, si segnala il forte calo registrato nella produzione di seppie (-27%); le catture nel 2010 sono state pari a 5,8 mila tonnellate, mente nel 2009 avevano sfiorato le 8 mila tonnellate; la seppia, dal ciclo vitale breve, è soggetta ad una certa ciclicità, per cui ad annate positive, quale quella del 2009, si succedono periodo di scarsa abbondanza; inoltre, occorre considerare che la campagna di pesca autunnale con lo strascico entro le 3 miglia nelle regioni dell alto Adriatico, area dalla quale proviene il 35% circa della produzione, è stata vietata; con l applicazione del Reg. (CE) n.1967/2006, infatti, non è più possibile praticare tale tipo di pesca, fino ad allora regolamentata da apposita norma in deroga nazionale. 24

25 Cap. 3 La produzione della pesca nel Mediterraneo Graf Andamento delle catture delle specie principali, tonnellate, flotta nazionale, Acciughe Sardine Vongole Naselli Gamberi bianchi 25

26 Osservatorio Nazionale 2010 Graf Le principali specie pescate per quantità e incidenza sul totale, 2010 Graf Le principali specie pescate per ricavi e incidenza sul totale, 2010 Tab Frequenze cumulate delle principali specie pescate per raggruppamenti principali, anno 2010 Specie pelagiche Specie demersali Acciughe 61,0 Naselli 18,9 Sardine 79,4 Triglie di fango 27,0 Pesce Spada 86,2 Cefali 31,4 Sugarelli 91,0 Triglie di scoglio 35,5 Lanzardi e sgombri 93,5 Boghe 38,8 Altri pelagici 100,0 Altri demersali 100,0 Molluschi Crostacei Vongole 40,7 Gamberi bianchi 41,1 Seppie 55,4 Pannocchie 66,1 Lumachini e murici 62,9 Scampi 79,0 Totani 70,2 Gamberi rossi 89,1 Moscardini muschiati 76,8 Mazzancolla 96,6 Altri molluschi 100,0 Altri crostacei 100,0 26

27 Cap. 3 La produzione della pesca nel Mediterraneo 3.2 I prezzi alla produzione Il livello dei prezzi ha mostrato una riduzione rispetto al precedente anno, pari a circa il 2%; dopo tre anni di stabilità (nel periodo , il prezzo medio alla produzione si è mantenuto sui 5,00 /kg), si è registrata una inversione di tendenza che, anche se non molto accentuata, ha ulteriormente penalizzato l intero comparto; a fronte di una riduzione dell offerta, i prezzi non hanno compensato i minori livelli produttivi ma, al contrario, hanno seguito un andamento negativo. Sicuramente sul prezzo medio ha inciso la maggiore prevalenza nel pescato di specie massive, quali le vongole la cui produzione è aumentata di oltre il 14% e le sardine, con un incremento sui quantitativi pescati del 4%; le tre specie più pescate (acciughe, vongole e sardine) hanno registrato un calo del prezzo medio pari rispettivamente a- 13%, -11% e -2%; occorre, però, anche evidenziare il calo del prezzo medio di specie pregiati quali il pesce spada (-7%), le pannocchie (-9%) e i calamari e i totani rossi (-10%). In controtendenza, tra le specie principali, il prezzo alla produzione del nasello e dei gamberi bianchi, stabile, e quello delle seppie e delle triglie di fango in aumento (+13% e +16%). Tra i sistemi di pesca, si è evidenziato un andamento differenziato. In particolare, il prezzo del prodotto della circuizione e della volante è diminuito rispettivamente del 17% e del 20%; mentre per le draghe idrauliche il prezzo medio è sceso sotto i 3,00 /kg, dopo l eccezionale incremento del La produzione dello strascico è stata, in media, venduta ad un prezzo superiore a quello del 2009 (circa 7,10 /kg, con un incremento del 3%); le principali specie pescate dal sistema hanno, infatti, mantenuto un livello di prezzo stabile (naselli, gamberi bianchi) o in aumento (seppie e triglie di fango), ma tale andamento è stato comunque inferiore alle aspettative anche in considerazione della minore produzione offerta sul mercato (l 8% in meno rispetto al 2009); inoltre, alcune specie dal prezzo medio elevato quali i gamberi rossi e le triglie di scoglio sono state vendute a prezzi mediamente più bassi rispetto all anno precedente. Tra i sistemi di pesca, si è evidenziato un andamento differenziato. In particolare, in relazione alla consistente variazione negativa della produzione di sardine, il prezzo del prodotto della circuizione e della volante è diminuito rispettivamente del 12% e del 28%. Diversa invece la situazione per quei sistemi come la piccola pesca che, a fronte di una riduzione della produzione, hanno riportato un seppur contenuto aumento del prezzo (+5%). La stagnazione registrata dai prezzi dei prodotti ittici testimonia una flessione dei consumi o quanto meno l orientamento della domanda verso prodotti di minor pregio economico. Infatti, l andamento del prezzo per categoria di prodotti indica un consistente arretramento per i crostacei, e in generale per i prodotti ittici più pregiati e una sostanziale stabilità per i pesci, in particolare, per le specie dal minore valore unitario. Un analisi di lungo periodo, inoltre, conferma la sostanziale incapacità del settore di reagire con proprie scelte commerciali a cali dell offerta tramite un incremento dei prezzi alla produzione; nonostante, infatti, la notevole fluttuazione della produzione interna dal 2004 ad oggi, i prezzi hanno seguito un andamento autonomo, scollegato del tutto all andamento dell offerta. Tale elemento di forte debolezza è un fattore che ormai contraddistingue il comparto, differenziandolo da altri settori produttivi, anche primari; l impossibilità di controllare i prezzi di prima vendita si ripercuote negativamente anche in presenza di aumento dei costi di produzione (vedi costo del carburante) determinando cadute consistenti nei profitti, come già accaduto nel

28 Osservatorio Nazionale 2010 Tabella Prezzi per sistema di pesca ( /Kg), Sistemi Strascico 6,10 6,83 7,33 7,16 6,81 6,88 7,10 Volante 1,14 1,03 1,37 1,29 1,28 1,26 1,05 Circuizione 2,29 2,24 2,20 2,53 2,48 1,96 1,67 Draghe idrauliche 3,47 3,48 2,92 2,06 2,44 3,22 2,89 Piccola pesca 7,17 7,69 8,42 7,80 7,87 7,88 8,21 Polivalenti passivi 6,33 6,19 6,59 8,05 7,55 7,12 7,81 Palangari 8,95 8,59 8,03 8,79 8,38 8,21 8,48 Totale 4,79 5,17 5,23 5,00 5,00 5,04 4,94 Graf Andamento dei prezzi e delle catture, La produzione per sistemi di pesca Strascico La flotta operante in prevalenza con reti da traino a divergenti e rapido, è costituita da 2636 motopesca e rappresenta il nucleo principale della pesca italiana. Infatti, pur rappresentando il 20% del numero di battelli, concentra i 2/3 del tonnellaggio, il 35% del volume di prodotto sbarcato ed il 51% dei ricavi complessivi. L attività media del 2010 ha subito una flessione di quasi tre settimane lavorative che viene spiegata dall incremento del costo gasolio e dall introduzione a giugno della normativa sulla maglia delle reti e dalla distanza dalla costa, come stabilito dal Reg.(CE) 1967 del Il calo dell attività si è riflesso quasi per intero sull andamento della produzione che dal confronto con il dato 2009 registra una flessione dell 8,2% delle catture e del 5% dei ricavi. Negativo, di conseguenza anche il dato del ricavo medio per battello (-3,5%) che associato alla crescita del prezzo del carburante, genera una condizione di evidente sofferenza economica. Nel periodo , la produttività media per unità di sforzo di pesca è risultata costante o in leggera crescita; grazie al costante ridimensionamento della capacità e dell attività, negli anni passati, si è registrato un miglioramento dell efficienza e delle performance produttive che si è interrotta nel 2010, anno nel quale sia la CPUE sia le catture annue per battello hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi 7 anni. Sebbene ancora in una fase iniziale, le nuove norme imposte dal rego- 28

29 Cap. 3 La produzione della pesca nel Mediterraneo lamento Mediterraneo n.1967/2006 hanno avuto impatto diretto sulle modalità di svolgimento delle operazioni di pesca incidendo sia sull attività sia sull efficienza produttiva (si pensi a tal proposito agli effetti derivanti dalla sostituzione delle reti per adeguarle alle nuove dimensioni imposte dal regolamento). I risultati produttivi del 2010 esaminati per Gsa, consentono di evidenziare come solo nella Sicilia meridionale la variazione degli sbarchi sia stata positiva (+2,5%). Per quanto riguarda i ricavi, segnano una crescita solo il dato della stessa Gsa siciliana (+2,2%) e della Gsa ionica (+1,5%). Le altre Gsa registrano riduzioni sia delle quantità sbarcate che dei conseguenti ricavi. Particolarmente negativo il trend che emerge nell area adriatica dove la Gsa 17 segnala una flessione di 13 punti nelle catture e 14 dei ricavi; così come, il basso adriatico evidenzia una flessione di 14 punti del volume sbarcato e di 7 punti dei ricavi. Sul fronte commerciale, l andamento evidenzia una crescita del prezzo (+3%), movimento poco significativo a fronte del consistente calo degli sbarchi. Inoltre, l incremento è concentrato nel sud Adriatico (+9%) e nello Ionio (+14 %), mentre nelle altre aree le variazioni sono basse o addirittura negative come nei compartimenti del nord Adriatico (-1%) dove la produzione è calata del 13%. In sostanza, permangono tutti gli elementi di difficoltà e incertezza emersi negli ultimi anni per il segmento e l intero settore, legati all instabilità dei prezzi petroliferi e alla difficoltà strutturale di poter controllare e gestire l andamento del prezzo dei prodotti ittici. A questi elementi si deve aggiungere il deciso e costante impegno dell amministrazione nazionale e comunitaria nel perseguire l obiettivo di una pesca sostenibile mediante una griglia di interventi che richiedono una profonda ristrutturazione tecnica, operativa e professionale del settore stesso. Nel corso del 2010 sono entrate in vigore alcune misure e nel corso del 2011 ne sono previste altre, sviluppate nell ambito del Controllo sull attività di pesca (Reg. (CE) 1224/2009). In questo contesto molti operatori hanno deciso di abbandonare il settore se opportunamente incentivati e infatti, a fine 2010 saranno circa 300 i natanti dello strascico in attesa di arresto definitivo: l 11% dei motopesca complessivi del segmento ed il 13% del relativo GT. Tab Indicatori di produzione strascico, Valori assoluti Catture (t) Ricavi (mln ) 621,14 682,24 739,64 664,03 549,46 585,64 555,47 Prezzi ( /kg) 6,1 6,83 7,33 7,16 6,81 6,88 7,10 Valori medi per battello e giornalieri Catt./batt. (t) 33,1 32,3 33,9 33,9 30,1 31,8 29,7 Catt./giorni (kg) 210,4 202,8 209,5 207,8 205,3 200,7 198,0 Ricavi/batt. (000 ) 200,63 220,36 248,62 242,7 204,9 218,9 211,1 Ricavi/giorni ( ) 1.282, , , , , , ,56 La composizione del pescato registra una variazione significativa con i gamberi bianchi che, grazie alla crescita degli sbarchi registrata nel corso dell anno, diventano la specie prevalente con tonnellate pari al 13% del pescato complessivo. Il nasello che segna una flessione di 9 punti rispetto al 2009, è la seconda specie in termini di catture con quasi 9 mila tonnellate ed una quota sul pescato totale del segmento pari all 11,5%. Su livelli inferiori, seguono gli sbarchi di pannocchie che rappresentano il 6,4%, di triglie di fango (5,8%), di scampi ( 4,1%). Moscardini muschiati, seppie e gamberi rossi rappresentano il 4% circa ciascuno. Leggermente diversa l importanza in termini economici dove si conferma il ruolo svolto dalla produzione di gamberi bianchi e naselli che rappresentano rispettivamente il 13,6% e l 11,8% del ricavo complessivo del segmento. Di seguito gli scampi con un contributo di 11,4% e i gamberi rossi con l 8,3%. In sostanza queste quattro specie rappresentano quasi la metà (45%) del ricavo complessivo della flotta a strascico.

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