PROCEDURA OPERATIVA CATETERISMO VESCICALE A PERMANENZA

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1 1 di 37 PROCEDURA OPERATIVA CATETERISMO VESCICALE A PERMANENZA STORIA DELLE MODIFICHE APPORTATE Rev. Motivo del cambiamento Rev.00 Prima emissione Maggio 2013 Rev 01 Acquisizione nuovi presidi per cateterismo vescicale a permanenza Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 1 di 37

2 2 di 37 INDICE INTRODUZIONE 3 1. SCOPO CAMPO DI APPLICAZIONE ABBREVIAZIONI E TERMINOLOGIA RIFERIMENTI 7 5. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA INDICAZIONI AL CATETERISMO VESCICALE PERMANENTE MATERIALE/PRESIDI PER IL POSIZIONAMENTO DEL CATETERE VESCICALE ESECUZIONE DEL CATETERISMO VESCICALE CATETERISMO VESCICALE NELL UOMO CATETERISMO VESCICALE NELLA DONNA GESTIONE CATETERE VESCICALE PRELIEVO DELLE URINE PER ESAME COLTURALE ASSUNZIONE DI LIQUIDI RIMOZIONE DEL CATETERE VESCICALE PROBLEMATICHE LEGATE ALLA CATETERIZZAZIONE FORMAZIONE DEI PAZIENTI, DEI LORO CARE GIVER E DEL PERSONALE SANITARIO. 6 RESPONSABILITA 27 7 MODULI ASSOCIATI ALLA PROCEDURA ALLEGATI GRUPPO DI LAVORO PERCORSO METODOLOGICO BIBLIOGRAFIA STRATEGIE DI IMPLEMENTAZIONE INDICATORI PER LA VALUTAZIONE DI ADESIONE ALLA PROCEDURA NORME SULL'UTILIZZO DEI DISPOSITIVI MEDICI DISPOSITIVI PER CATETERISMO VESCICALE-PRODOTTI AGGIUDICATI Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 2 di 37

3 3 di 37 INTRODUZIONE L utilizzo dei cateteri vescicali (CV) costituisce un aspetto quantitativamente rilevante delle attività sanitarie dell Azienda Ospedaliera di Perugia. Le infezioni nosocomiali dell'apparato urinario rappresentano fino al 40% di tutte le infezioni correlate alle pratiche d assistenza e l'80% di queste sono connesse con l'uso dei cateteri urinari. Il fattore di rischio più importante per l'infezione è la durata della cateterizzazione. Le ricerche disponibili in letteratura hanno riguardato varie pratiche comprese le tecniche d'inserimento del catetere, la cura del meato urinario, il tipo di catetere, le soluzioni di lavaggio, l'uso di sistemi di drenaggio chiusi e i comportamenti degli operatori durante l'assistenza erogata. Le pratiche cliniche di gestione del catetere variano ampiamente e frequentemente non si basano su prove di efficacia. Appare pertanto del tutto rilevante per l Azienda attuare comportamenti efficaci e appropriati in relazione all utilizzo dei CV, sia per ciò che concerne le indicazioni al loro utilizzo che per ciò che riguarda le modalità di inserimento e di gestione. Tutti i professionisti sono consapevoli che le procedure sono il tentativo di avvicinare la pratica medica e infermieristica alle prove scientifiche di efficacia disponibili, orientate alla definizione della "best practice" e che rappresentano utili strumenti per aggiornare e informare correttamente gli operatori sanitari, educare il paziente e il cittadino, garantire l'appropriatezza e l'efficacia della pratica clinica e ridurre la variabilità dei comportamenti. L elaborazione e l implementazione di procedure basate sulle evidenze scientifiche si sono rivelate, in studi clinici controllati e randomizzati e in metanalisi di trial clinici randomizzati, uno strumento efficace nell indurre una modifica in senso migliorativo degli interventi sanitari e, almeno in alcuni studi, degli outcomes clinici. Cambiare un qualsiasi comportamento, indipendentemente da quali sono gli elementi di prova e da quale parte provengono, è complesso, appassionante e, soprattutto, rappresenta una sfida collettiva. 1. SCOPO Lo scopo di questo documento è quello di fornire agli operatori sanitari una guida basata sulle migliori evidenze attualmente disponibili relative alla modalità d inserzione e alla gestione di un cateterismo vescicale a permanenza (CVP) STANDARD (non di tipo specialistico) al fine di uniformare i comportamenti nella pratica assistenziale per contribuire a ridurre l'incidenza delle infezioni del tratto urinario. 2. CAMPO DI APPLICAZIONE La presente procedura si applica in tutte le Strutture Complesse che assistono i pazienti con CVP a breve e lunga permanenza ed è rivolta al personale medico, infermieristico e agli operatori soci sanitari nonché al personale in formazione se autorizzato e addestrato, dell Azienda Ospedaliera e dell Università degli Studi di Perugia. Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 3 di 37

4 4 di ABBREVIAZIONI e TERMINOLOGIA CV: catetere vescicale CVP: cateterismo vescicale a permanenza Ch: Charrière (unità di misura del diametro esterno del catetere: 1 Ch = 1/3 di mm). GLCV: Gruppo di lavoro per l elaborazione della procedura sul cateterismo vescicale. IVU: Infezioni delle Vie Urinarie ANTISEPSI: attività antimicrobica riferita alla cute o alle mucose che si esplica con l'uso di sostanze antimicrobiche (o agenti antisettici) approvate dalle norme europee EN di riferimento che hanno azione battericida, fungicida o virucida in un determinato tempo e con una applicazione adeguata. ANTISETTICO: formulazione galenica o industriale per I'antisepsi della cute e delle mucose. Si differenzia dal disinfettante che è invece preparato e utilizzato per la disinfezione delle superfici, degli oggetti, delle attrezzature. BATTERIURIA: presenza di batteri nelle urine con o senza contemporanea presenza di sintomi di infezione. BATTERIURIA ASINTOMATICA: batteriuria rilevabile tramite esame colturale delle urine. In questo esame viene sempre valutato anche il sedimento per la ricerca dei leucociti e, se richiesto, l esame chimico per la valutazione del ph e dei Nitriti. La batteriuria asintomatica non è una condizione patologica e, in quanto tale, non necessita di essere trattata mai se non in casi particolari quali: pazienti sottoposti a chirurgia urologica o l'impianto di protesi; pazienti che hanno un elevato rischio di gravi complicanze infettive, ad esempio, immunodepressi ; pazienti con batteriuria cusata da microrganismi che determinano più facilmente di altri la produzione di cristalleria e quindi di complicanze della funzionalità del CV (es. batteriuria da Proteus mirabilis, Morganella morganii ecc.) BATTERIURIA SIGNIFICATIVA: quando si riscontrano 10 5 Unità Formanti Colonie/mL (UFC/mL) rilevati all esame colturale dell urina, con valutazione del sedimento per la ricerca dei leucociti e, se richiesto, l esame chimico per la valutazione del ph e dei Nitriti. Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 4 di 37

5 5 di 37 CATETERE VESCICALE: Dispositivo medico usato per drenare l'urina attraverso un tubo di drenaggio che viene inserito nella vescica urinaria attraverso l'uretra, viene lasciato in sede per il periodo necessario ed è collegato ad un sistema di raccolta chiuso. CATETERISMO VESCICALE A PERMANENZA: procedura che si attua attraverso il posizionamento di un catetere vescicale auto statico a punta Nelaton, con diametro massimo di 20 Ch, con gonfiaggio massimo del palloncino di 8-10 ml di acqua bidistillata e collegato a sacca di drenaggio sterile a circuito chiuso CV A BREVE PERMANENZA: quando il catetere urinario è posizionato per un periodo di 7 giorni che, con alcune tipologie di catetere (a tre strati)può raggiungere al massimo i 14 giorni CV A LUNGA PERMANENZA: quando il catetere urinario è posizionato per un periodo che va oltre i 30 giorni COLONIZZAZIONE DEL CV: si definisce colonizzazione la presenza di microrganismi su una superficie biologica in assenza di segni o sintomi clinici suggestivi di infezione. La colonizzazione del CV può determinare la presenza di batteri senza lo sviluppo di infezione e dunque in assenza di segni o sintomi specifici. Si è stimato che la colonizzazione del CV è inevitabile nei primi 7 giorni con una percentuale pari al 5% e dopo 7 giorni di cateterizzazione al 100%. DISPOSITIVO MEDICO: qualsiasi strumento, apparecchio, impianto, sostanza o altro prodotto, utilizzato da solo o in combinazione con altri strumenti, compreso il software informatico impiegato per il corretto funzionamento, e destinato dal fabbricante ad essere impiegato nell'uomo a scopo di diagnosi, prevenzione, controllo, terapia o attenuazione di una malattia; di studio, sostituzione o modifica dell'anatomia di un processo fisiologico; di intervento sul concepimento, il quale prodotto non eserciti l azione principale, nel o sul corpo umano, cui è destinato, con mezzi farmacologici o immunologici né mediante processo metabolico ma la cui funzione possa essere coadiuvata da tali mezzi (D.Lgs 46/1997). FRIZIONE ALCOLICA DELLE MANI (Alcohol-based handscrub): frizione delle mani con gel idroalcolico a base di alcool al 70% ed eccipienti emollienti, idratanti. IVU ASSOCIATE A CV Sono determinate dall'aggressione di uno o più microrganismi che provocano una risposta infiammatoria con segni e sintomi di natura e d'intensità variabile secondo le condizioni del paziente. Segni: l urina può essere concentrata e maleodorante, può presentare ematuria e piuria, possono verificarsi perdite di urina intorno al corpo del catetere. Sintomi: febbre, irritabilità e spasmi vescicali. Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 5 di 37

6 6 di 37 I microrganismi, causa di IVU, possono far parte della flora endogena (a livello dell'area peri-uretrale) oppure provenire da fonti esogene, per contaminazione delle attrezzature usate per il cateterismo, attraverso le mani del personale o prodotti o contenitori contaminati. Una volta che i microrganismi si trovano sul paziente o sulla superficie del catetere, possono risalire in vescica: 1. Al momento dell'inserzione del catetere. L'uretra è, infatti, normalmente colonizzata, soprattutto nella parte distale. L'inserzione del catetere può provocare la risalita di germi in vescica. 2. Attraverso il lume del catetere. Il catetere a permanenza può essere manipolato e aperto in modo scorretto, con conseguente possibile ingresso di microrganismi. Ciò avviene per esempio se: il catetere è disconnesso dalla sacca, il prelievo di urine dal catetere è fatto non in asepsi, lo svuotamento della sacca (tramite rubinetto) non è effettuata in asepsi. 3. Sulla superficie esterna del catetere. Microrganismi presenti a livello del meato uretrale possono risalire lungo lo spazio esistente tra catetere e mucosa uretrale. 4. Dopo la rimozione del catetere. Microrganismi che hanno colonizzato l'uretra durante la cateterizzazione, possono risalire in vescica successivamente alla rimozione del catetere. ISTILLAZIONE VESCICALE: immissione di un liquido sterile in vescica per finalità terapeutiche. Il liquido viene lasciato in vescica per un periodo di tempo variabile per dissolvere incrostazioni o particelle, modificare il ph o sopprimere la crescita batterica. LAVAGGIO VESCICALE: immissione di un liquido sterile nella vescica allo scopo di diluirne il contenuto e/o sbloccare un ostruzione del catetere. Il liquido viene poi fatto defluire più o meno rapidamente. PROCEDURA E TECNICA ASETTICA: metodi usati per impedire la contaminazione microbica durante la manipolazione di dispositivi medici sterili; prevede l'uso guanti sterili e una modalità tecnica sterile. STRUVITE: presenza di calcolo/i. Si tratta di sedimenti che si sviluppano dai cristalli formati nel filtrato e accumulati sulle superfici interne del rene, nel bacinetto renale o negli ureteri come conseguenza di colonizzazione dei batteri e aumento del ph urinario. Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 6 di 37

7 7 di 37 4 RIFERIMENTI - Direttiva 93/42/CEE del 14 giugno 1993 concernente i dispositivi medici; - Decreto Legislativo 24 febbraio 1997, n. 46 recante "Attuazione della Direttiva 93/42/CEE concernente i dispositivi medici"; - Decreto Legislativo 25 febbraio 1998, n. 95 recante: "Modifiche al Decreto Legislativo 24 febbraio 1997, n. 46"; - Commissione Europea, Direttorato Generale III -Industria, Linee Guida sul Sistema di Vigilanza dei Dispositivi Medici, Meddev 2.12/1, Marzo rev. 3; - Circolare del Ministero della Sanità 12 giugno AG/1492; - Delibera D.G. Azienda Ospedaliera di Perugia 1244/2012 Procedura ristretta per la fornitura di dispositivi per "cateterizzazione vescicale"; 5. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA 5.1 INDICAZIONI AL CATETERISMO VESCICALE PERMANENTE I cateteri uretrali devono essere inseriti solo in presenza di una specifica indicazione medica e devono essere rimossi il più presto possibile. (Grado A) Tutte le evidenze scientifiche affermano che un catetere vescicale deve essere posizionato solo quando è strettamente necessario e rimosso il prima possibile e, soprattutto, non va posizionato solo per una convenienza del personale. In generale, deve essere considerato solo se procedure alternative sono infruttuose o improponibili. Considerare fra le alternative: il cateterismo intermittente; il posizionamento di un condom nel paziente maschio con incontinenza urinaria; il cateterismo sovrapubico. Nel considerare la necessità di un cateterismo vescicale, tenere presenti le possibili complicanze della procedura: infezioni delle vie urinarie; dolore, sanguinamento, contrazioni spastiche vescicali; traumatismo uretrale con esiti stenotici; rischio di rimozione traumatica del catetere con pallone di insufflazione disteso; formazione a lungo termine di incrostazioni e calcoli; riduzione della capacità vescicale se mantenuto sempre aperto; alterazione dell immagine corporea. Le indicazioni al posizionamento di un catetere vescicale a permanenza sono: Ostruzione acuta delle vie urinarie e ritenzione urinaria cronica; Disfunzione neurologica della vescica accompagnata da difficoltà alla fase minzionale; Monitoraggio della diuresi nei pazienti critici o in pazienti in cui la diuresi non è agevolmente monitorabile (es. pazienti incontinenti); Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 7 di 37

8 8 di 37 Monitoraggio della diuresi nel peri-operatorio di interventi chirurgici selezionati, o dopo interventi chirurgici di lunga durata; Intervento chirurgico che richieda una vescica vuota(es. interventi urologici o di strutture limitrofe, interventi ginecologici); Trattamento di neoplasie vescicali con farmaci citotossici topici e trattamenti locali con cesio radioattivo; Esecuzione di test di funzionalità vescicale, per il tempo strettamente limitato agli stessi; Svuotamento della vescica prima del parto, laddove la paziente non sia in grado di urinare spontaneamente. Incontinenza urinaria, laddove esistano motivate controindicazioni cliniche all uso di metodi alternativi al cateterismo uretrale a permanenza, a minor rischio d IVU (cateterismo intermittente, pannoloni, terapia farmacologica, ecc.); Pazienti gravemente incontinenti con lesioni da pressione sacrali di 3 o 4 stadio in generale in pazienti con immobilizzazione prolungata; Gravi casi di macroematuria e piuria per evitare il tamponamento vescicale e consentire le procedure di irrigazione vescicale. Le controindicazioni al posizionamento di un catetere vescicale a permanenza sono: Processi infettivi acuti a carico dell uretra o della prostata. Sospetto di trauma uretrale. 5.2 MATERIALE/PRESIDI PER IL POSIZIONAMENTO DEL CATETERE VESCICALE Tutto il materiale per il posizionamento di un catetere vescicale standard deve essere sterile (Grado A). Il materiale occorrente per l introduzione di un catetere vescicale a permanenza comprende: Carrello o supporto stabile sul quale posizionare tutto il materiale Kit per cateterismo pronto all uso (figura 1) Cateteri vescicali sterili di varie misure (per breve o lunga permanenza) Sacca di drenaggio sterile a circuito chiuso (per breve o lunga permanenza) Gel alcolico per la decontaminazione delle mani o antisettico saponoso per lavaggio antisettico delle mani Contenitore per rifiuti assimilati agli urbani (il contenitore per i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo è presente nel Kit pronto all uso) Paravento o pannelli isolanti DPI: occhiali protettivi per l'operatore, e guanti come sopra indicati. Flacone di soluzione fisiologica sterile da ml 100 o più, (questi due ultimi materiali sono necessari solo per controllare la mancata fuoriuscita di urina dopo l'inserzione del catetere). Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 8 di 37

9 9 di 37 Si prenderanno ora in esame i tre presidi principali: Kit per Cateterismo Catetere Vescicale Sacca Drenaggio Kit per Cateterismo (Pronto all uso) I kit sono dei contenitori al cui interno è posizionato tutto il materiale occorrente per l introduzione del di un CVP - la cui sequenza progressiva è: 1 paio di guanti sterili 1 telino chiuso 1 telino fenestrato 1 paio guanti sterili garze e gnocchetti 1 busta con il disinfettante per la disinfezione del meato urinario 1 siringa con acqua per gonfiare il palloncino 1 siringa con il cono arrotondato con lubrificante idrogel (con o senza lidocaina) 1 sacchetto per rifiuti speciali Figura 1 Kit per cateterismo Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 9 di 37

10 10 di Catetere Vescicale Calibro Per ridurre il rischio di lesioni, utilizzare il catetere delle dimensioni più piccole possibili, in grado di assicurare un buon drenaggio.(grado B) Secondo le evidenze scientifiche, il calibro del catetere deve sempre essere il minore possibile per evitare di traumatizzare la mucosa uretrale, infatti sulla mucosa lesa si possono sviluppare più facilmente processi infettivi e reazioni flogistiche a seguito di lesione o compressione della stessa che possono portare a esiti stenotici. Inoltre la pressione sulla parete uretrale può ridurre il fisiologico drenaggio dalle ghiandole periuretrali che può esitare in un uretrite o in un altra infezione ascendente. Il buon drenaggio del catetere dipende naturalmente anche dalla composizione delle urine. Se le urine sono di normale colore e consistenza il calibro da usare preferibilmente è Ch (16 Ch nell uomo); se le urine sono torbide o corpuscolate il calibro da usare preferibilmente è Ch; se invece siamo in presenza di urine con abbondante sedimento, coaguli di sangue, e/o pus si provvederà a introdurre un catetere Ch magari a tre vie per instaurare un lavaggio continuo oppure si provvederà all introduzione di un catetere per cateterismo specialistico (Couvalier, Doufour, ecc ) Tipologia Il materiale del catetere deve essere scelto in base alle indicazioni al cateterismo, ai tempi di permanenza e seguendo le raccomandazioni del fabbricante. (Grado B) Quelli utilizzati in questa procedura sono: Catetere Foley in Lattice Siliconato Breve Permanenza - stratificato e di colore celeste per questa procedura (figura 2). E un materiale leggermente meno flessibile del lattice ma che per la sua biocompatibilità ottimale e la idrorepellenza, può rimanere in situ alcuni giorni in più dei sette usuali ma fino a un massimo di quattordici. Il catetere presenta due strati di silicone, uno all esterno (a contatto con il paziente) e uno all interno (a contatto con le urine) e uno strato mediano in lattice per renderlo più morbido. Questa prerogativa permette la maggior durata del catetere. Questo tipo di catetere è disponibile per tutte le misure comprese tra CH 12 e CH 26. Figura 2- Catetere Foley in lattice siliconato a tre strati N.B. Per le misure pediatriche CH sono disponibili cateteri a doppio strato (di colore giallo) che possono rimanere in situ per un massimo di 7 giorni. Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 10 di 37

11 11 di 37 Catetere Foley in Silicone al 100% trasparente con scanalature longitudinali sul corpo del catetere (figura 3): è considerato il miglior catetere per la lunga permanenza (anche oltre trenta giorni). Ha una biocompatibilità ottimale, non crea adesioni di materiale lungo il suo corpo in quanto è idrorepellente e, con le scanalature longitudinali, permette il normale drenaggio delle secrezioni uretrali. La sua lunga permanenza oltre che per gli accorgimenti di cui sopra, è data dal fatto che è un silicone puro e trasparente come le protesi. Figura 3- Catetere Foley in Silicone al 100% Palloncino Il palloncino (posto vicino alla punta del catetere) non è altro che un meccanismo di ancoraggio inventato da Frederick FOLEY per non far fuoriuscire il catetere dalla vescica. Il palloncino va gonfiato con 4-8 ml di acqua sterile e comunque vanno sempre rispettati i limiti di gonfiaggio riportati sul catetere stesso. (Grado A). Secondo le evidenze il palloncino troppo gonfio contribuisce a sviluppare una iperattività detrusoriale in quanto essendo il catetere un corpo estraneo, la vescica, contraendosi, tenta di spingerlo fuori. Non usare Soluzione Fisiologica per gonfiare il palloncino. (Grado B). I cristalli di sale possono cristallizzare nella seconda via e rendere più difficile lo sgonfiamento del palloncino al momento della rimozione del catetere. Non usare aria per gonfiare il palloncino. (Grado B) La valvola dei cateteri, essendo calibrata per i liquidi, non mantiene l aria e quindi il palloncino si può sgonfiare Sacca Drenaggio La sacca di drenaggio urine da raccordare a un catetere a permanenza, deve essere sempre sterile e antireflusso per creare un circuito chiuso. (Grado A) Le sacche sono: sterili in confezione singola monouso dotate di un sito di prelievo per effettuare il prelievo colturale delle urine dotate di valvola antireflusso e valvola di Pasteur o gocciolatore con filtro di un materiale resistente dotate di un tubo di drenaggio di buon diametro (20-22 Ch) provviste di un rubinetto di scarico a cui connettere la sacca satellite per lo svuotamento Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 11 di 37

12 12 di 37 Nella nostra procedura vengono usate due tipi di sacche: Sacca di drenaggio urine sterile per la breve e lunga permanenza (figura 4): può rimanere in situ per tutta la durata del cateterismo fino ad un massimo di 30 giorni Figura 4 - Sacca di drenaggio urine sterile per la breve e lunga permanenza Sacca di scarico (o satellite) non sterile: si tratta di una sacca monouso da 2000 ml. che serve per svuotare la sacca di drenaggio. Lo svuotamento della sacca di scarico può essere agevolato tramite l uso di un dispositivo in acciaio (installato in alcune strutture di degenza) dove alloggiare le sacche che si svuoteranno direttamente nel vaso di scarico vuota. 5.3 ESECUZIONE DEL CATETERISMO VESCICALE Informazione del paziente Prima di effettuare la cateterizzazione il paziente deve essere adeguatamente informato dal medico, sulla necessità di introdurre un catetere vescicale e, dall infermiere, sulle manovre che andrà a effettuare. Informare il paziente e coinvolgerlo servirà a ottenere il suo consenso e la sua collaborazione Lavaggio delle mani E necessario praticare l antisepsi delle mani prima e dopo ogni manipolazione del catetere vescicale. (Grado A ) Qualsiasi Linea Guida o documento che tratti della prevenzione delle IVU, cita come azione preliminare d importanza fondamentale l igiene delle mani. Lavarsi le mani con acqua e sapone preferibilmente liquido, quando le mani sono visibilmente sporche. (Grado B ) Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 12 di 37

13 13 di 37 Eseguire preferibilmente la frizione alcolica delle mani con un prodotto a base d alcool per l antisepsi di routine delle mani nelle situazioni sotto elencate, se le mani non sono visibilmente sporche (Grado A ): prima del contatto diretto con i pazienti dopo la rimozione dei guanti prima di manipolare dispositivi invasivi per l assistenza del paziente, sia che si indossino o no i guanti dopo il contatto con i fluidi biologici o gli escreti, le mucose, la cute non integra e le medicazioni se le mani non sono visibilmente sporche spostandosi, durante l assistenza, da un sito contaminato a uno pulito del corpo del paziente dopo il contatto con gli oggetti inanimati (apparecchiatura medica compresa) posti nelle immediate vicinanze del paziente. L uso dei guanti NON sostituisce la necessità di eseguire l igiene delle mani effettuata con acqua e saponi o con frizione alcolica. (Grado B) Indossare i guanti quando c è la probabilità di entrare in contatto con sangue o altro materiale potenzialmente infetto, membrane mucose e cute non integra. (Grado C ) Rimuovere i guanti dopo essersi occupati di un paziente. Non indossare lo stesso paio di guanti per la cura di più di un paziente. (Grado B ) Cambiare o rimuovere i guanti durante la cura del paziente spostandosi da una parte del corpo contaminata verso una parte del corpo pulita dello stesso paziente. Cambiare o rimuovere i guanti dopo il contatto con un punto contaminato e prima del contatto con un punto pulito o con l ambiente. (Grado B) Evitare la riutilizzazione dei guanti. (Grado B) Antisepsi del meato uretrale Prima di procedere con l antisepsi del meato urinario è necessario eseguire il lavaggio della regione perianale, dell apparato genitale, delle pliche inguinali e del meato uretrale con materiale monouso e detergente liquido (Grado C): per la donna procedere dall alto verso il basso per l uomo, scoprire il glande e procedere dal meato uretrale verso la zona distale. Si sconsiglia l utilizzo d spugne e asciugamani del paziente,che possono essere sporchi. Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 13 di 37

14 14 di 37 Per l antisepsi del meato, si suggerisce l impiego di una soluzione antisettica a base di clorexidina associata a cetrimide o derivati del cloro; sono consigliate anche sostanze a base di povidone iodio in soluzione acquosa: è preferibile che l antisettico sia in confezione monodose. (Grado B) 5.4 CATETERISMO VESCICALE NELL UOMO AZIONE Preparazione del materiale MOTIVAZIONE 1. Predisporre il materiale su un carrello. Consente di avere a disposizione tutto il materiale necessario al cateterismo. Preparazione del paziente 2. Spiegare al paziente la procedura che verrà eseguita. 3. Isolare la postazione del paziente con paravento o usare una stanza dedicata. 4. Informarsi se il paziente è stato precedentemente cateterizzato e su eventuali problematiche insorte. 5. Procedere ad accurata igiene intima (se non autosufficiente). 6. Effettuare ispezione dei genitali con guanti monouso per evidenziare eventuali malformazioni. Per ottenere consenso e collaborazione. Per garantire la privacy. Per conoscere i problemi ed eventualmente avvisare il medico. Riduce la presenza di secrezioni e materiale organico che può ostacolare l azione dell antisettico. Riduce i problemi imprevisti al momento dell introduzione del catetere. 7. Far assumere al paziente la posizione supina. Per facilitare l introduzione del catetere. Allestimento campo sterile 8. Effettuare accurato lavaggio delle mani con antisettico. 9. Aprire il kit per il cateterismo in maniera asettica. Per eliminare la carica microbica superficiale e ridurre la carica microbica residente. Evita la contaminazione del contenuto. Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 14 di 37

15 15 di Indossare il primo paio di guanti sterili Consente il mantenimento dell asepsi. 11. Aprire il primo telino e stenderlo su un carrello o su un ripiano vicino 12. Versare l antisettico sul gruppo di garze e gnocchetti 13. Posizionare il telino fenestrato alla base del pene. 14. Con la mano non dominante afferrare e sollevare il pene, ritrarre il prepuzio e scoprire il glande, quindi con la mano dominante prendere una garza o uno gnocchetto imbevuti di antisettico e procedere con l antisepsi del meato uretrale facendo un solo passaggio dal centro verso la base del glande. 15. Ripetere l azione con una nuova garza o gnocchetto mantenendo sempre il glande scoperto. 16. Lasciare l ultima garza sopra al glande ben adesa al meato Lubrificazione dell uretra 17. Sempre con la mano dominante prendere la siringa con stantuffo verde (con idrogel e lidocaina). Togliere la garza, afferrare il pene ai lati e sotto il glande con la mano non dominante, stirandolo e mantenendolo perpendicolare all addome. Introdurre nell uretra il cono della siringa e spingere dentro il lubrificante riposizionando poi la garza sopra il glande. Per ottenere un campo sterile di appoggio del materiale e per maggior sicurezza durante le manovre. Per poter effettuare l antisepsi del meato. Per avere una maggior sicurezza durante le manovre. Un efficace antisepsi è volta soprattutto alla riduzione della carica batterica nel punto d introduzione del catetere. Evita di riportare dei microrganismi verso il meato urinario. Per consentire la persistenza dell azione antisettica; evita la contaminazione con lo scroto sottostante quando la mano lascia la presa del pene. Si tratta di una manovra fondamentale per facilitare l introduzione del catetere, riducendo il fastidio per il paziente e i possibili traumi della mucosa uretrale. Il lubrificante deve arrivare nell uretra profondamente per essere più efficace. Nel caso si usi il lubrificante con l anestetico, prima di inserire il catetere devono trascorrere almeno 4-6 minuti per dar modo all anestetico di agire. 18. Togliere il primo paio di guanti sterili. E da considerare contaminato durante le manovre precedenti. Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 15 di 37

16 16 di 37 Preparazione del catetere e della sacca di drenaggio 19. Scegliere la misura del catetere più piccola possibile ma che permetta un buon deflusso delle urine (misure standard ch.) e del tipo richiesto per la cateterizzazione (a breve o lunga permanenza) 20. Aprire le confezioni del catetere e della sacca di drenaggio (per il breve o lungo termine) e far cadere il materiale sul telino sterile. Pre-cateterismo 21. Eseguire l antisepsi alcolica delle mani e indossare il secondo paio di guanti sterili. Evitare l uso di cateteri vescicali di misura inappropriata,che potrebbero facilitare lesioni uretrali. Completamento del campo sterile. Assicura l asepsi durante la manipolazione del catetere. 22. Collegare la sacca sterile al catetere. Per garantire il circuito chiuso Cateterismo 23. Afferrare il pene ai lati e sotto il glande con la mano non dominante,stirandolo e mantenendolo perpendicolare all addome. 24. Introdurre il catetere nell uretra gradualmente fino ad avvertire la resistenza dell uretra bulbare. 25. Successivamente abbassare il pene e continuare l inserimento fino ad avvertire la resistenza prostatica. 26. Continuare l inserimentofino al superamento del collo vescicale o fino alla prossimità della coda del catetere Quando compare la fuoriuscita di urina, spingere il catetere ancora più dentro di 1-2 cm. per essere sicuri di aver oltrepassato il collo vescicale. Verifica 27. Se l urina non fuoriesce subito, può essere dovuto al lubrificante che occupa temporaneamente il lume, quindi schiacciare un paio di volte il catetere. Questa posizione del pene favorisce l introduzione del catetere fino all uretra bulbare. Evita traumi uretrali. Favorisce la risalita del catetere attraverso l uretra prostatica fino in vescica. Per assicurarsi di essere completamente in vescica. Per verificare tramite la fuoriuscita di urina che il catetere abbia raggiunto la vescica. Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 16 di 37

17 17 di Iniettare lentamente l acqua sterile della seconda siringa per gonfiare il palloncino del catetere. Se viene usato un catetere in silicone puro per la lunga permanenza, usare la siringa già compresa nella confezione in quanto, oltre l acqua sterile, contiene della glicerina che mantiene il palloncino a tenuta perfetta. 29. Ritirare il catetere delicatamente fino a che non si avverte la resistenza del collo vescicale. 30. Assicurarsi che il glande sia pulito dopo la procedura e riposizionare il prepuzio ove presente. Svuotamento della vescica 31. Controllare il volume svuotato dell urina sospendendo il flusso ai primi 600 ml. 32. Continuare con intervalli di 30 con la fuoriuscita di 300 ml ogni volta fino al completo svuotamento, poi lasciare il flusso libero. 33. Il fissaggio del catetere si attua dopo attenta valutazione del paziente. L indicazione al posizionamento del pene sull addome o ventralizzazione del pene si attua estendendo il pene sulla parete dell addome e fissandolo con una garza tenuta ai lati da cerotto (o con fascia a velcro). Fatto questo si educa il paziente,se autonomo, o il caregiver a cambiare posizione al pene ogni 3 ore. 34. Porre la sacca di drenaggio sempre al di sotto del livello della vescica, ma al di sopra del pavimento, facendo attenzione che il rubinetto di scarico non tocchi il pavimento. Per ancorare il catetere in vescica. Fare attenzione che il paziente non lamenti dolore e che non vi sia resistenza durante la manovra. Per garantire che il palloncino si trovi alla base della vescica a garantire un drenaggio ottimale delle urine. La retrazione e la costrizione del prepuzio sotto il glande può provocare parafimosi. Lo svuotamento repentino di un volume d urina maggiore può determinare una emorragia ex-vacuo La vescica si svuota gradualmente evitando il sanguinamento. Questa manovra consente di evitare possibili decubiti, particolarmente all angolo peno-scrotale. Per evitare la contaminazione della sacca di drenaggio. Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 17 di 37

18 18 di 37 Eliminare il materiale 35. Inserire gli oggetti monouso non contaminati nei contenitori per rifiuti assimilati agli urbani. 36. Smaltire il materiale contaminato nei contenitori per rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo. Informazione e gestione 37. Informare il paziente all uso corretto dei presidi e sul comportamento da adottare. 38. Registrare sulla documentazione clinica del paziente: motivo della cateterizzazione volume di urine drenato data e ora della cateterizzazione tipo e calibro del catetere problemi intervenuti nel corso della procedura segnalazioni da parte del paziente, se riportate. Per il corretto riordino. In ottemperanza alla normativa vigente e alle procedure in uso. Evitare danni o complicazioni e soprattutto per prevenire comportamenti scorretti. Fornire dati di riferimento e comparazione 5.5 CATETERISMO VESCICALE NELLA DONNA AZIONE Fino al punto 12 uguale che nell uomo 13. La mano non dominante, con l indice e il medio posti a forbice rovesciata, separerà le grandi labbra e rimarrà sempre ferma fino alla fine della disinfezione. L altra mano prenderà la prima garza (di quelle preparate) e, partendo dall alto verso il basso con un solo passaggio, disinfetterà il meato uretrale. 14. Ripetere l azione con una nuova garza e l ultima lasciarla adesa al meato. MOTIVAZIONE Un efficace antisepsi è volta soprattutto alla riduzione della carica batterica nel punto d inserzione del catetere Evita di riportare i microrganismi verso il meato. L ultima garza prosegue l azione dell antisettico e non permette alle grandi labbra di richiudersi sopra il meato stesso. Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 18 di 37

19 19 di Togliere il primo paio di guanti sterili. E da considerare contaminato durante le manovre precedenti. Preparazione del catetere e della sacca di drenaggio 16. Scegliere la misura del catetere più piccola possibile ma che permetta un buon deflusso delle urine (misure standard ch.) e del tipo richiesto per la cateterizzazione (a breve o lunga permanenza) 17. Aprire le confezioni del catetere e della sacca di drenaggio (per il breve o lungo termine) e far cadere il materiale sul telino sterile. Pre-cateterismo 18. Eseguire l antisepsi alcolica delle mani e indossare il secondo paio di guanti sterili. Evitare l uso di cateteri vescicali di misura inappropriata,che potrebbero facilitare lesioni uretrali. Completamento del campo sterile. Assicura l asepsi durante la manipolazione del catetere. 19. Collegare la sacca sterile al catetere. Per garantire il circuito chiuso Lubrificazione 20. Viste le ridotte dimensioni dell uretra, nella donna si preferisce lubrificare il catetere. 21. Distribuire il lubrificante all estremità distale del catetere e lungo metà del suo corpo. Cateterismo 22. Dopo la rimozione della garza, divaricare con la mano non dominante e con le dita a forbice rovesciata, le grandi e piccole labbra stirandole verso l alto per avere una visione migliore del meato. Si tratta di una manovra fondamentale per facilitare l introduzione del catetere, riducendo il fastidio per il paziente e i possibili traumi della mucosa uretrale. Nel caso si usi il lubrificante con l anestetico, prima di inserire il catetere devono trascorrere almeno 4-6 minuti per dar modo all anestetico di agire. Riduce l attrito del catetere sulle pareti dell uretra. Il meato uretrale è visibile sotto il clitoride e immediatamente sopra l ingresso della vagina. Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 19 di 37

20 20 di Introdurre il catetere nell uretra gradualmente e continuare l inserimento fino al superamento del collo vescicale e quando compare la fuoriuscita dell urina, introdurre il catetere per altri 1-2 cm per essere sicuri di averlo oltrepassato Verifica 24. Se l urina non fuoriesce subito, può essere dovuto al lubrificante che occupa temporaneamente il lume, quindi schiacciare un paio di volte il catetere. 25. Iniettare lentamente l acqua sterile della seconda siringa per gonfiare il palloncino del catetere. Se viene usato un catetere in silicone puro per la lunga permanenza, usare la siringa già compresa nella confezione in quanto, oltre l acqua sterile, contiene della glicerina che mantiene il palloncino a tenuta perfetta. 26. Ritirare il catetere delicatamente fino a che non si avverte la resistenza del collo vescicale. 27. Assicurarsi che le grandi e piccole labbra siano pulite Svuotamento della vescica 28. Controllare il volume svuotato dell urina sospendendo il flusso ai primi 600 ml. 29. Continuare con intervalli di 30 con la fuoriuscita di 300 ml ogni volta fino al completo svuotamento, poi lasciare il flusso libero. 30. Il fissaggio del catetere si attua dopo attenta valutazione del paziente. Il fissaggio della coda del catetere deve avvenire al di sopra della coscia educando la paziente (se autonoma) o il care-giver a cambiarne la posizione ogni 3 ore. Per assicurarsi di essere completamente in vescica. Per verificare tramite la fuoriuscita di urina che il catetere abbia raggiunto la vescica. Per ancorare il catetere in vescica. Fare attenzione che il paziente non lamenti dolore e che non vi sia resistenza durante la manovra. Per garantire che il palloncino si trovi alla base della vescica a garantire un drenaggio ottimale delle urine. Per evitare irritazioni cutanee Lo svuotamento repentino di un volume d urina maggiore può determinare una emorragia ex-vacuo La vescica si riduce gradualmente evitando il sanguinamento. Questa manovra consente di evitare possibili decubiti. Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 20 di 37

21 21 di Porre la sacca di drenaggio sempre al di sotto del livello della vescica, ma al di sopra del pavimento, facendo attenzione che il rubinetto di scarico non tocchi il pavimento. Eliminare il materiale 32. Inserire gli oggetti monouso non contaminati nei contenitori per rifiuti assimilati agli urbani. 33. Smaltire il materiale contaminato nei contenitori per rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo. Informazione e gestione 34. Informare il paziente all uso corretto dei presidi e sul comportamento da adottare. 39. Registrare sulla documentazione clinica del paziente: motivo della cateterizzazione volume di urine drenato data e ora della cateterizzazione tipo e calibro del catetere problemi intervenuti nel corso della procedura segnalazioni da parte del paziente, se riportate. Per evitare la contaminazione della sacca di drenaggio Per il corretto riordino In ottemperanza alla normativa vigente e alle procedure in uso. Evitare danni o complicazioni e soprattutto per prevenire comportamenti scorretti. Fornire dati di riferimento e comparazione Osservazioni specificazioni Durante l'introduzione del catetere, se si avverte una resistenza insolita, ritirare un po' il catetere e ruotarlo sul suo asse; cercare una nuova introduzione, sempre con gradualità e senza forzare se non si è convinti della manovra. Durante il gonfiaggio del palloncino se si avverte eccessiva resistenza e/o nel contempo il/la paziente lamenta dolore; sgonfiare il palloncino, ed eseguire un leggero lavaggio vescicale; per verificare che il catetere sia effettivamente in vescica. Se l'urina non esce anche dopo aver provato a schiacciare il catetere, provare ad aspirare sterilmente con la siringa la prima via del catetere oppure eseguire un delicato lavaggio con soluzione fisiologica per verificare la corretta posizione del catetere in vescica e, nel caso persista l'assenza di urina, evidenziare la diagnosi di anuria al medico. Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 21 di 37

22 22 di GESTIONE CATETERE VESCICALE Igiene del meato uretrale La pulizia della zona del meato uretrale, va eseguita almeno due volte al giorno con acqua e detergente (Grado B) La letteratura è concorde nel considerare necessaria la pulizia quotidiana della zona del meato poiché è noto che la via extraluminale è quella maggiormente utilizzata dai microrganismi patogeni quando s impiegano sistemi di drenaggio chiusi Gestione della sacca di drenaggio Al catetere vescicale sterile va connessa una sacca sterile in modo da creare il circuito chiuso. La sacca a circuito chiuso non va mai scollegata dal catetere (Grado A). Se la sacca dovesse rompersi o forare si può sostituire con una nuova sacca sterile monouso a circuito chiuso seguendo le seguenti indicazioni: Eseguire il lavaggio antisettico delle mani Indossare guanti protettivi non sterili Disinfettare esternamente il punto di connessione sacca/catetere coprendolo con garze e alcool al 70% o clorexidina al 2% o iodio povidone rispettando i tempi d azione Preparare un campo sterile sotto il punto di connessione, aprire la nuova sacca sterile aprendola sul telino sterile Indossare guanti sterili e scoprire la connessione Sostituire la sacca di drenaggio Valutare comunque se è preferibile sostituire sacca di drenaggio e catetere vescicale. La sacca deve essere posizionata sull apposito supporto e posta al di sotto del piano del letto e al di sopra del pavimento e in modo tale che sia la sacca che il rubinetto di scarico non tocchino il pavimento (Grado C) La sacca di drenaggio va svuotata prima che raggiunga il suo massimo contenimento. (Grado C). Questo accorgimento è raccomandato per evitare che quando la sacca è troppo piena, l urina possa stazionare nel tubo e, quindi, in vescica. Per vuotare la sacca di drenaggio vanno adottate le seguenti precauzioni: Lavaggio sociale delle mani Indossare guanti puliti Utilizzare la sacca satellite non sterile per lo svuotamento della sacca a circuito chiuso Vuotare l urina raccolta Togliere i guanti ed effettuare il lavaggio delle mani Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 22 di 37

23 23 di Irrigazioni/lavaggi vescicali Nella gestione di un CVP Standard, i lavaggi vescicali non devono essere praticati di routine e vanno eseguiti solo in presenza di specifiche indicazioni. (Grado B) Tutte le evidenze scientifiche affermano che solo mantenendo un circuito chiuso si possono prevenire le infezioni vescicali correlate da catetere e di conseguenza non è giusta metodica quella di praticare lavaggi vescicali. Le evidenze affermano anche che non esiste differenza tra pazienti trattati con lavaggi vescicali e quelli non trattati soprattutto in materia di prevenzione delle incrostazioni o infezioni vescicali. Se necessario la metodica più giusta è quella di posizionare un catetere vescicale a tre vie e instaurare un lavaggio continuo e, comunque, sostituire il catetere vescicale in presenza di incrostazioni del lume che ne compromettono il normale funzionamento. (Grado C) Perdite di urina intorno al corpo del catetere Non sostituire il catetere con uno di calibro maggiore, quando è presente una perdita di urina intorno al corpo del catetere. (Grado B) Il catetere vescicale e il palloncino sono considerati dalla vescica un corpo estraneo e questa cercherà di espellerlo attraverso la contrazione del detrusore. Questa contrazione comporta un aumento della pressione intravescicale che, trovando lo sfintere vescicale forzato dal catetere, lo riesce ad aprire e a far passare attraverso di esso l urina. Pertanto la sostituzione del catetere con uno di calibro maggiore, non risolve il problema, anzi, lo aggrava. In caso di perdita di urina intorno al corpo del catetere deve essere invece controllata la tenuta del palloncino e la pervietà del catetere e se tutto è in ordine, su prescrizione medica può essere instaurata una terapia farmacologica (antispastica o anticolinergica). 5.7 PRELIEVO DELLE URINE PER ESAME COLTURALE Nei pazienti portatori di catetere vescicale a permanenza non è raccomandato, l effettuazione di un urinocoltura di routine o standardizzata. (Grado C) Effettuare il prelievo tramite la porta d accesso o sito di prelievo che si trova sul connettore delle sacche sterili per il circuito chiuso (Grado A) Questo per prelevare un campione d urine in modo sterile in quanto non s interrompe il circuito chiuso. In tutte le altre modalità oltre che eseguire una manovra scorretta, avremo sempre delle urine contaminate. In presenza di segni e/o sintomi di IVU e se il catetere è posizionato da più di 7 giorni, lo stesso dovrebbe essere cambiato, e il campione urine per l urinocoltura deve essere raccolto dal nuovo catetere così il campione sarà rappresentativo dei microrganismi realmente presenti nella vescica e non dai microrganismi che hanno aderito alla parete interna del catetere. Inoltre, se si dovrà Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 23 di 37

24 24 di 37 instaurare una terapia antibiotica empirica o mirata, è naturale che questa andrà iniziata con un catetere pulito. Per la corretta raccolta del campione urine per es. urine e/o urinocoltura, si devono osservare le seguenti regole: a) clampare il tubo della sacca di drenaggio con l apposito mollettone circa 1 ora prima del prelievo; b) eseguire il lavaggio antisettico delle mani; c) indossare guanti protettivi non sterili; d) disinfettare esternamente la parte gommata del sito di prelievo coprendola con garze e alcool al 70% o clorexidina al 2% o iodio povidone rispettando i tempi d azione; e) al momento di effettuare il prelievo, aprire asetticamente il contenitore ( ricordando di appoggiare il tappo con la faccia interna rivolta verso l alto ); f) indossare guanti sterili; g) effettuare il prelievo per mezzo di siringa sterile; h) introdurre nel contenitore sterile ml d urina; i) controllare nome, cognome e generalità del paziente; j) portare il campione in laboratorio evitando l esposizione a fonti di calore e manipolazioni. Le manovre che non vanno mai effettuate per prelevare un campione urine/urinocoltura sono: clampare il catetere in quanto oltre che rovinarsi, può collabire la seconda via(del palloncino) che è molto piccola (come un ago da insulina) e quindi può succedere che quando si va a sgonfiare il palloncino, questo non succeda forare il catetere perché questo foro diventerà un punto d ingresso per i microrganismi patogeni in quanto, a differenza della gomma posta sul sito di prelievo (che si richiude su se stessa), il foro sul catetere rimane beante. Inoltre dal foro ci può essere fuoriuscita d urina e, con questa manovra, si va a danneggiare anche un materiale e un presidio che è stato venduto e ritenuto legale, nella sua integrità (non forato ) prelevare le urine dalla sacca di drenaggio in quanto, anche se la sacca di drenaggio è a circuito chiuso, le urine ristagnando possono creare delle molteplici positività non veritiere Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 24 di 37

25 25 di ASSUNZIONE DI LIQUIDI E necessario che il paziente portatore di catetere vescicale assuma una quantità adeguata di liquidi; attualmente è consigliato assumere liquidi pari a 30 ml/kg del peso corporeo, sempre che non sia controindicato dalle condizioni cliniche del paziente. L assunzione regolare di liquidi mantiene il flusso urinario e riduce il rischio di infezione e di blocco del catetere da incrostazioni. Al paziente devono essere dati sufficienti liquidi per mantenere una potenza di ml / h. 5.9 RIMOZIONE DEL CATETERE VESCICALE Rimuovere il catetere vescicale a permanenza quando il suo uso non è più richiesto. (Grado A) Il catetere vescicale a permanenza non va rimosso né a intervalli arbitrariamente fissati né come pratica di routine. ( Grado D) Rimuovere il catetere preferibilmente in tarda serata o nelle prime ore della mattina.(grado B) Prima di rimuovere un catetere vescicale la cosiddetta ginnastica vescicale (clampaggio del catetere a intervalli regolari, prima della rimozione), non ha alcun fondamento scientifico pertanto non deve essere effettuata. (Grado D) Tale consuetudine non è suffragata da alcuna evidenza scientifica infatti, il muscolo detrusore della vescica non esegue nessuna forma di ginnastica quando il catetere rimane in situ perché lo svuotamento dell urina avviene per drenaggio e non per contrazione dello stesso muscolo. Oltre ad non essere di nessuna utilità, questa pratica può essere causa di danni anche gravi. Infatti se il catetere è chiuso più volte durante la giornata, si determina una stasi di urina all interno della vescica, che può aumentare l incidenza delle infezioni urinarie; in più la frequenza delle manipolazioni sul catetere può compromettere il circuito chiuso PROBLEMATICHE LEGATE ALLA CATETERIZZAZIONE Le complicanze legate al cateterismo vescicale a permanenza sono: - Dolore in sede vescico-uretrale - Spasmi vescicali - Riduzione della compliance vescicale - Dislocazione accidentale con possibili lesioni traumatiche - Ematuria - Incrostazioni a carico del catetere - Calcolosi vescicale - Ostruzione del catetere e conseguente ritenzione urinaria - Complicanze peno-scrotali (ascessi,fistole,orchiepididimiti) - Lesioni da decubito - Infezioni vescicali Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato 25 di 37

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