Organizzazione aziendale Lezione 16 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Organizzazione aziendale Lezione 16 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel"

Transcript

1 Organizzazione aziendale Lezione 16 Organizzazione e Incentivi Cap. 8 Ing. Marco Greco m.greco@unicas.it Tel

2 Avversione e propensione al rischio La somma che una persona è disposta a pagare per ottenere il reddito certo al posto di quello stocastico di pari valore atteso è il premio per il rischio ( ) associato al reddito incerto. Una volta pagato, l ammontare residuo del reddito è chiamato equivalente certo (EC) del reddito stocastico, ovvero il valore monetario certo che l individuo considera equivalente al reddito incerto. U EC U E R E U R Marco Greco 18/11/2013

3 L equivalente certo 1 EC( R) R R r R V R 2 R = E R rappresenta la media stocastica o valore atteso di R, V(R) rappresenta la varianza della variabile stocastica R,. r( R) è un parametro delle preferenze individuali dell agente chiamato coefficiente di avversione assoluta al rischio per situazioni di incertezza con valore medio R Nella formula dell equivalente certo al valore medio del reddito viene sottratto il premio per il rischio che è proporzionale al coefficiente di avversione al rischio e alla varianza: Marco Greco 18/11/2014

4 L equivalente certo se r R = 0 l individuo è neutrale verso il rischio, quindi non è disposto a pagare alcun premio per evitare di assumersi dei rischi; se r R > 0 l individuo è avverso al rischio ed è disponibile a pagare un premio χ > 0 per non dover sostenere l incertezza del reddito stocastico; se r R < 0 l individuo è propenso al rischio e deve essere compensato (χ < 0) per accettare l equivalente certo al posto del reddito aleatorio. Marco Greco 5/11/2013

5 Coefficiente di avversione al rischio r R 2 U R U R 2 R R R R R R una funzione è concava se la sua derivata seconda è 0 la derivata prima rende il valore di r indipendente dall'unità di misura adottata, così che r è un numero puro, da cui l'aggettivo assoluto Marco Greco 18/11/2014

6 I contratti di first e second best First best: e osservabile, oppure A neutrale rispetto al rischio y(e, ε) massimizza il benessere congiunto di P ed A Sforzo ottimale come y e = c (e ) va considerato un vincolo di partecipazione, cioè w deve essere maggiore del costo opportunità di A Se y è osservabile, o A è neutrale rispetto al rischio lo si può incentivare con un w(y)=y-f Marco Greco 28/10/2014

7 I contratti di first e second best Second best: e non osservabile, y(e, ε) Inefficienza produttiva e nell'allocazione del rischio vincolo di partecipazione vincolo di compatibilità agli incentivi, che incentiva l agente a scegliere l azione ottimale per il principale e*, considerando che quest ultimo non può osservarne il comportamento. A massimizza il suo equivalente certo Marco Greco 28/10/2014

8 Il contratto ottimale con sforzo non osservabile In molte situazioni l incentivazione dei dipendenti richiede che la retribuzione dipenda dalla performance. All aumentare di y aumenterà w. L impresa ha interesse a ricorrere a questa formula retributiva quando: esiste una relazione significativa tra l intensità dell impegno individuale e ed il risultato y; il risultato y è facilmente misurabile; la qualità e la precisione dell esecuzione sono meno importanti della quantità di lavoro eseguito; è ipotizzabile un vantaggio economico, in termini di maggiore produzione, idoneo a compensare i costi di introduzione e gestione della formula retributiva. Marco Greco 18/11/2014

9 Gli schemi di retribuzione lineari Il classico contratto «a cottimo» Il compenso di A dipende da una quota fissa s e una variabile b w(y)=s+by Anche un piccolo aumento di y permette di migliorare lo stipendio Il contratto a soglia è una variante che assegna un premio una volta superata una certa soglia y s In questo caso, una volta superata la soglia, cessa l incentivo ad aumentare lo sforzo, così come cessa se si è troppo lontani da essa Marco Greco 18/11/2014

10 La determinazione dell intensità ottimale degli incentivi Supponiamo di voler individuare il valore di b ottimale in uno schema lineare Se vale y = πe + ε, con π produttività dello sforzo profuso, ed ε t.c. E(ε)=0 e V(ε)=σ 2 Essendo: E w = s + be y = s + bπe Var w = Var by + s = b 2 Var y = b 2 Var ε = b 2 σ 2 EC A = R χ = s + bπe c e 1 2 rb2 σ 2 Marco Greco 18/11/2014

11 La determinazione dell intensità ottimale degli incentivi Ipotizziamo che c e = γe2 con γ > 0 2 A massimizza e sulla base del proprio EC δec A δe = bπ c e = bπ γe = 0 e b = bπ lo sforzo può essere aumentato aumentando b γ Il profitto di P sarà E Π P = E y w = 1 b y s = 1 b πe s Da cui il surplus totale sarà S = EC P + EC A = E(Π P ) + EC A = πe γe2 rb2 σ 2 2 2

12 La determinazione dell intensità ottimale degli incentivi In un contratto di first best (impegno osservabile) y = c π = γe e = π γ Nel contratto second best (impegno non osservabile) A massimizza il suo EC, da cui e b = bπ γ Per determinare b* massimizzo il surplus totale S = Π P + EC A = πe γe2 rb2 σ = π( bπ γ ) γ 2 bπ γ 2 rb 2 σ 2 derivando rispetto a b e ottenendo π2 bπ2 γ γ rbσ2 = 0 b π 2 = π 2 + γrσ 2 = γrσ2 π 2 2

13 La determinazione dell intensità ottimale b = degli incentivi π 2 π 2 + γrσ 2 = γrσ2 π 2 b* è tanto maggiore: quanto minore è la varianza: tanto più aumenta l accuratezza della misura della performance a partire da y, si può quindi legare di più la remunerazione a y, essendo i rischi per A ridotti quanto minore è l avversione al rischio dell agente: se A avverte una limitata disutilità nel sopportare il rischio (propenso al rischio) è opportuno fornire incentivi forti. Se A è neutrale al rischio oppure in assenza di incertezza è ottimale porre b=1, ottenendo il livello di sforzo di first best quanto minore è il costo marginale dello sforzo: gli incentivi tendono ad essere tanto più forti quanto più lentamente aumenta la disutilità dello sforzo all aumentare dell impegno di A; quanto maggiore è il prodotto marginale dello sforzo è ottimale dare forti incentivi se si riescono ad ottenere grandi incrementi di produzione con un maggiore sforzo. Marco Greco 18/11/2014

14 La determinazione dell intensità ottimale degli incentivi Il vincolo di partecipazione rende necessario che EC A u r Da cui s u r bπe + c e rb2 σ 2 se P ha tutto il potere, stabilirà s in modo che sia esattamente uguale alla quantità a destra

15 I contratti a cottimo P paga un tot per ogni unità prodotta (o venduta) Vantaggi: lega direttamente w a y, fornendo ai dipendenti eccellenti incentivi richiede un minor livello di supervisione per mantenere livello di produzione adeguato; incentiva a ridurre i tempi morti e ad usare con maggiore efficienza gli strumenti; il compenso è determinato da misure relativamente oggettive soggetto a minori manipolazioni.

16 I contratti a cottimo Svantaggi Possibile deterioramento della qualità indotto dall incentivazione al risparmio di tempo. I costi di un sistema di controllo della qualità rischiando di assorbire quindi i vantaggi dell utilizzazione del contratto a cottimo. Introduce fonti di casualità nel reddito del lavoratore. Una volta applicato, il cottimo potrebbe dover essere esteso alla maggior parte dei lavoratori di un unità produttiva, poiché in catena di montaggio un lavoratore non può accrescere la sua produzione indipendentemente dagli altri.

17 L effetto ratchet Il pagamento di un bonus al raggiungimento di una certa soglia di produzione può avere effetti disincentivanti se P è indotto ad aumentare la soglia nei periodi successivi. Obbligare i lavoratori a rispettare criteri basati sul rendimento del passato può non essere corretto. Fondamentale la reputazione del capo, che si deve impegnare a non modificare lo standard Possibile l uso di job rotation per limitare i danni Marco Greco 18/11/2014

18 La scelta delle variabili di incentivazione Principio di informatività: se esistono misure Σ collegate alla performance che rivelano informazioni aggiuntive sul livello di sforzo dell agente allora è ottimale includerle nel contratto, stabilendo che la remunerazione dell agente dipenda anche dal loro valore w=w(y,σ) Es. lamentele, KPI Marco Greco 18/11/2014

19 La scelta delle variabili di incentivazione Σ statisticamente correlata con ε, con valore atteso nullo w y, Σ = s + b πe + ε + φσ Il peso permette di ridurre l impatto dell aleatorietà : V ε + φσ = V ε + φ 2 V Σ + 2φCov(ε, Σ) < V(ε) L imposizione delle condizioni del primo ordine a V ε + φσ ci permette di trovare la ϕ ottimale Cov ε, Σ φ = V(Σ) φ < 0 Marco Greco 18/11/2014

20 La scelta delle variabili di incentivazione Se e Σ sono indipendenti allora la covarianza è nulla, così come Φ, perché la conoscenza di Σ non fornisce una migliore stima di e. Quando le due variabili si muovono nella stessa direzione (crescono o diminuiscono insieme) allora la covarianza è positiva, e Φ negativo. Quando la covarianza è negativa, il valore ottimale di Φ è positivo. Al crescere della varianza di Σ il valore ottimale di Φ diminuisce perché valori elevati della varianza rendono le informazioni fornite poco affidabili. Marco Greco 18/11/2014 φ = Cov ε, Σ V(Σ)

21 La scelta delle variabili di incentivazione Valutazione comparativa della performance: Due agenti i e j le cui performance sono: y e e y e e j j j j i i i i Le variabili casuali sono indipendenti tra loro In uno schema retributivo basato sulla prestazione assoluta dell individuo i la varianza è pari a V ε i + V(Σ), mentre se lo schema retributivo è basato sulla performance relativa y i y j la varianza risulta uguale a V ε i + V(ε j ). Marco Greco 05/11/2013

22 La scelta delle variabili di incentivazione La misura basata sulla performance relativa ha varianza inferiore e quindi deve essere utilizzata solo se V ε j < V(Σ). Se l aleatorietà che influenza la performance è dovuta principalmente a Σ che agisce sulle prestazioni di entrambi i soggetti, allora la valutazione comparativa è più efficiente di quella assoluta. Marco Greco 05/11/2013

23 Il monitoraggio e l intensità degli incentivi La varianza della misura della performance può essere migliorata a seguito di investimenti in controlli e monitoraggio. M(V) costo minimo necessario per ottenere una varianza dell errore pari a V. La funzione M(V) decrescente, perché un obiettivo inferiore in termini di varianza (V maggiore) richiede costi di monitoraggio minori.

24 Il monitoraggio e l intensità degli incentivi M (V) crescente, il costo incrementale di monitoraggio cresce al diminuire di V: è gradualmente più oneroso migliorare la varianza quando questa si avvicina a valori ottimali Surplus totale considerando il monitoraggio: 1 1 S e c e rb M e c e rb V M V

25 Il monitoraggio e l intensità degli incentivi E possibile scegliere V in modo da massimizzare il surplus, da cui si ottiene: 1 2 rb2 M V = 0 M (V) = 1 2 rb2 Beneficio marginale da riduzione di varianza Costo marginale per riduzione di varianza Marco Greco 05/11/2013

26 Il monitoraggio e l intensità degli incentivi Se l incentivo sale da b a b, è ottimale investire di più in monitoraggio per ridurre V Marco Greco 05/11/2013

27 I salari di efficienza I salari di efficienza sono un meccanismo incentivante per i lavoratori adottato dalle imprese nei casi in cui non esistono misure oggettive della performance o i soggetti svolgono diversi task contemporaneamente A può decidere di impegnarsi oppure no. Dato l elevato costo di controllo del suo comportamento, la probabilità che P possa individuare comportamenti scorretti è molto bassa. Il problema per P è determinare il salario di efficienza nella situazione in cui tutte le imprese pagano il salario di equilibrio di mercato w M (market-clearing) la domanda e l offerta di lavoro sono in equilibrio (non c è disoccupazione) ad A conviene non impegnarsi affatto perché troverà facilmente un altro lavoro. Marco Greco 18/11/

28 I salari di efficienza P potrebbe fissare un salario più elevato del marketclearing A rischia, in caso di licenziamento, di perdere la rendita salariale (la differenza tra il salario percepito ed il salario di mercato). La strategia potrebbe però essere imitata dagli altri, stabilendo in breve un nuovo equilibrio di mercato w*>w m in cui ci sarebbe una disoccupazione derivante dalla riduzione di domanda di lavoro! Marco Greco 18/11/

29 I salari di efficienza Marco Greco 18/11/

30 I salari di efficienza Nei salari di efficienza A adempie al contratto per la minaccia di disoccupazione Ipotizziamo che la relazione tra P ed A duri un solo periodo A può prestare e>0 o e=0, traendo u A = w e La probabilità che P colga un comportamento opportunistico è p<1, ma se coglie A in fallo lo può licenziare, nel qual caso il lavoratore otterrebbe un w derivante dal tempo libero guadagnato o da un sussidio di disoccupazione Se e>0 u H = w e Altrimenti u L = w 1 p + p w Marco Greco 18/11/

31 I salari di efficienza Il salario di efficienza è determinato in modo che u H = w e u L = w 1 p + p w Da cui w w + e p P naturalmente sceglierà il valore di w* più basso possibile Dovrà anche valere w e w affinché A sia incentivato a lavorare Quanto più è difficile scoprire la negligenza (p<<1), quanto più dovrà essere alto w* Il monitoraggio potrebbe alzare p! Marco Greco 18/11/

32 Monitoraggio e salario di efficienza M(p) sarà il costo di monitoraggio perché la probabilità di scoprire opportunismo sia pari a p Problema di attuazione a costo minimo: Min M ( p) pw, w s. t. p( w w) N g Rendita dell agente che ottiene l impiego Vincolo di incentivazione Con w salario opportunità, g è il guadagno derivante dall inadempienza lavorativa, N la durata del lavoro A preferisce l extra-reddito piuttosto che venire licenziato e godere solo g Marco Greco 18/11/

33 Monitoraggio e salario di efficienza Il vincolo di incentivazione può essere considerato stringente, perché P non pagherà più dello stretto indispensabile w = w + g Np, il problema diventa min p,w M p + w + g Np Le derivate prima e seconda di p assumono i seguenti valori M p g Np 2 = 0 M p + 2g Np 3 0 Marco Greco 18/11/

34 Monitoraggio e salario di efficienza w (p) /p Riduzione di w in funzione di p M (p) Aumento del costo di monitoraggio in funzione di p w p N g 2 p N Marco Greco 18/11/2014 p N p* Probabilità 34

35 L incentivazione tramite tornei Nei «tornei» la retribuzione dipende dal valore relativo della performance degli agenti esposti alle stesse cause di stocasticità Si stabiliscono dei premi (retribuzione o ruolo) che vengono assegnati dopo aver fatto un ranking delle performance degli agenti E possibile effettuare tornei sequenziali in cui si deve risultare vincitori dopo una serie di turni Marco Greco 18/11/

36 Sforzo ottimale e premi salariali Due agenti i=1,2 y i = e i + ε i u i = E w i c(e i ) Stabilisco due livelli di retribuzione w H > w L, ρ(e i ) probabilità che il lavoratore i-esimo si classifichi primo u i = w H ρ(e i ) + w L 1 ρ(e i ) c(e i ) Il livello ottimale di sforzo si ottiene massimizzando l utilità ρ (e i )(w H w L ) = c (e i ) Marco Greco 18/11/

37 Esempio: Sforzo ottimale e premi salariali Se ρ e i = 3, c e i = 5e i 2 3(w H w L ) = 5e i (w H w L ) = 20 2 e P desidera e=12 20 è la differenza necessaria tra i due livelli di salario per ottenere il livello di sforzo desiderabile Per esempio w H = 40 w L = 20 Marco Greco 18/11/

38 Pro dei tornei Pro Attenuare rischi comuni e errori di misurazione nella performance Evitare comportamento opportunistico di P, che in caso di incertezza sulla performance potrebbe normalmente negare che essa sia stata buona Evitare comune riluttanza dei capi a dare valutazioni basse ai dipendenti Marco Greco 18/11/

39 Contro dei tornei Contro Ostacolo alla cooperazione, cerco di sabotare gli altri Ostacolo ad assumere colleghi più talentuosi Favorisce la collusione (ci impegniamo tutti poco) Attività di influenza su chi redige la classifica per modificarla Se un agente ha molte più capacità dell altro, l esito del torneo è predeterminato, e la sua capacità di incentivazione è ridotta Principio di Peter: un dipendente avanza nella scala gerarchica dai livelli in cui è competente fino ad un livello in cui non lo è Marco Greco 18/11/

40 Gli incentivi di gruppo In molti casi è necessaria forte interazione e collaborazione per raggiungere obiettivi di gruppo Si può quindi osservare solo l output del gruppo gain-sharing: i membri del team ottengono il premio se il team raggiunge obiettivi determinati profit-sharing: a ogni lavoratore viene assegnata una frazione dei profitti dell impresa (ma quanti possono dire di influenzare direttamente i profitti?) Rischio di free-riding Marco Greco 18/11/

41 Sistema di incentivazione per un team Consideriamo n lavoratori, ciascuno può esercitare uno sforzo e i la produzione del team è Y = π n i=1 e i, u i = w i c(e i ), c e i = γe i 2 2 La soluzione di first best massimizza il surplus totale S = π n i=1 e i i=1 n γe i 2 2 stesso modo avremo S = πen γe2. Ipotizzando che tutti si impegnino allo 2 n Marco Greco 18/11/

42 Sistema di incentivazione per un team La condizione del primo ordine restituisce il livello ottimale di sforzo e = π, Y = π n γ i=1 e i Poiché nella realtà lo sforzo individuale non è osservabile, la remunerazione w i = Y/n Il generico lavoratore quindi massimizzerà la sua utilità max e i u i = max e i n 1 πe j i +πe i e i 0 = π γn Al crescere di n diminuisce lo sforzo n γe i 2 Marco Greco 18/11/

43 Una soluzione al free-riding Peer-pressure: quando i compensi di ciascuno sono legati alla performance del team, chi elude l impegno viene sottoposto a pressioni da parte dei colleghi λ è la disutilità unitaria derivante da sanzioni imposte dei colleghi se lo sforzo è stato al di sotto del livello ottimale e* u i = w i c e i λ(e e i ) da cui e i 0 = π γn + λ γ se λ è abbastanza alto, posso portare l agente al livello ottimale Marco Greco 18/11/

44 Il multitasking Il lavoro di A potrebbe avere molti output diversi e difficili da misurare E possibile dimostrare che in presenza di alcuni task misurabili e altri no, non conviene comunque incentivare i task misurabili, poiché lo sforzo andrebbe a scapito di quelli non misurabili (Es. quantità vs qualità) Supponiamo che A compia due azioni non osservabili t.c. y = π 1 e 1 + π 2 e 2 ci sia una proxy di y (px) tale che px = ς 1 e 1 + ς 2 e 2 con ς generalmente diversi da π w(y) = s + b(px) Marco Greco 11/11/

45 Il multitasking L agente si impegnerà in funzione dei parametri ς 1 e ς 2 ignorando invece π 1 e π 2 Così, se ς 1 = 0 l agente non si applicherà nell attività 1, perché non contribuirebbe alla proxy Se per l agente la disutilità derivante da e 1 =e 2 egli concentrerà tutti i suoi sforzi sull attività meglio valutata In questi casi è necessario applicare il principio di uguale compenso: il beneficio marginale di ciascuna attività deve essere pari a c (e) Anche in caso di bassa avversione al rischio, legare l incentivazione all output misurabile può essere dannoso!! Marco Greco 11/11/

46 Il multitasking Meccanismi contrattuali adatti al multitasking: Definizione delle mansioni: assegnare ciascuna mansione a persone diverse, oppure assegnare alla stessa persona mansioni con lo stesso «grado di misurabilità» Restrizioni su attività esterne: vietare all agente di compiere attività esterne, di modo che non possa deviare il suo tempo Proprietà dei beni capitali: se gli asset sono degli agenti, è possibile incentivarli a massimizzare la produzione. Viceversa, un incentivo alto potrebbe spingerli a «maltrattare» gli asset per produrre il più possibile. Marco Greco 11/11/

47 Meccanismi di enforcement Possono mancare misure della performance verificabili Contratto implicito basato su un accordo informale la cui applicazione dipende dalla reputazione delle parti Il self-enforcement è sostenibile se la relazione è di lungo periodo, e genera surplus, fornendo quasi-rendite positive ad almeno una delle parti Enforcement bilaterale: sanzioni attuate direttamente dalle parti coinvolte, il cui peso cresce all aumentare dei costi di switching Enforcement multilaterale: parti esterne hanno un forte incentivo a sanzionare gli agenti opportunisti Marco Greco 12/11/

48 Rendite, quasi-rendite e attività di influenza Rendita: parte dei profitti che eccede l ammontare minimo necessario per indurre un lavoratore ad accettare un nuovo impiego, o un impresa ad entrare nel mercato Deriva dal reddito che il proprietario di beni percepisce per il fatto che tali beni sono scarsi (agenti naturali disponibili in quantità limitata e inferiore al fabbisogno, beni resi disponibili in quantità limitata rispetto alle q.tà di concorrenza perfetta) Quasi-rendita: frazione dei proventi che eccede l ammontare minimo necessario per evitare che un dipendente lasci il suo lavoro o un impresa esca dal mercato in cui opera Marco Greco 12/11/

49 Rendite, quasi-rendite e attività di influenza Se w è il salario e w è il salario che potrebbe ottenere altrove, w w è la sua rendita. Se w è il salario sufficiente a trattenere un dipendente nell impresa, la quasi-rendita sarà w w Le quasi-rendite dipendono dall esistenza di sunk-cost e sono sempre maggiori o uguali delle rendite Marco Greco 12/11/

50 Abbandono mercato 50

51 Rendite, quasi-rendite e attività di influenza Costi di influenza: spreco di risorse causate da attività di influenza derivanti dal rent seeking per ottenere allocazioni vantaggiose delle risorse Si presentano se sono in atto processi di allocazione delle risorse e se esistono canali di comunicazione con i decisori adatti a veicolare attività di influenza Marco Greco 12/11/

Organizzazione aziendale Lezione 18 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel

Organizzazione aziendale Lezione 18 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel Organizzazione aziendale Lezione 18 Organizzazione e Incentivi Cap. 8 Ing. m.greco@unicas.it Tel.0776.299.3641 Stanza 1S-28 I salari di efficienza I salari di efficienza sono un meccanismo incentivante

Dettagli

Organizzazione aziendale Lezione 13 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel

Organizzazione aziendale Lezione 13 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel Organizzazione aziendale Lezione 13 Organizzazione e Incentivi Cap. 8 Ing. Marco Greco m.greco@unicas.it Tel.0776.299.3641 Stanza 1S-28 L equivalente certo. R E R V(R) r R 1 EC( R) R R r R V R 2 rappresenta

Dettagli

Organizzazione aziendale Lezione 15 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel

Organizzazione aziendale Lezione 15 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel Organizzazione aziendale Lezione 15 Organizzazione e Incentivi Cap. 8 Ing. Marco Greco m.greco@unicas.it Tel.0776.299.3641 Informazione di servizio Venerdì 20 novembre alle ore 14.00 si terrà un seminario

Dettagli

Organizzazione aziendale Lezione 16 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel

Organizzazione aziendale Lezione 16 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel Organizzazione aziendale Lezione 16 Organizzazione e Incentivi Cap. 8 Ing. m.greco@unicas.it Tel.0776.299.3641 Stanza 1S-28 L equivalente certo. R E R V(R) rr 1 EC( R) R R r R V R 2 rappresenta la media

Dettagli

Organizzazione aziendale Lezione 14 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel

Organizzazione aziendale Lezione 14 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel Organizzazione aziendale Lezione 14 Organizzazione e Incentivi Cap. 8 Ing. Marco Greco m.greco@unicas.it Tel.0776.99.3641 Stanza 1S-8 Il modello principale - agente Il principale (P) incarica l agente

Dettagli

Organizzazione aziendale Lezione 12 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel

Organizzazione aziendale Lezione 12 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel Organizzazione aziendale Lezione 12 Organizzazione e Incentivi Cap. 8 Ing. Marco Greco m.greco@unicas.it Tel.0776.299.3641 Stanza 1S-28 Il rapporto principale - agente Un principale delega ad un agente

Dettagli

Organizzazione aziendale Lezione 13 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel

Organizzazione aziendale Lezione 13 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel Organizzazione aziendale Lezione 13 Organizzazione e Incentivi Cap. 8 Ing. Marco Greco m.greco@unicas.it Tel.0776.99.3641 Il rapporto principale - agente n principale delega ad un agente lo svolgimento

Dettagli

Moral Hazard: un introduzione

Moral Hazard: un introduzione Moral Hazard: un introduzione "Rischio morale: è quando qualcuno utilizza i tuoi soldi, senza rispondere delle conseguenze" (Gordon Gekko in Wall Street Money Never Sleeps). 1 Moral Hazard: Introduzione

Dettagli

ESERCITAZIONE novembre domanda facoltativa per ottenere la lode (solo se si è risposto alle altre parti)

ESERCITAZIONE novembre domanda facoltativa per ottenere la lode (solo se si è risposto alle altre parti) ESERCITAZIONE 1 Economia dell Informazione e dei Mercati Finanziari C.d.L. in Economia degli Intermediari e dei Mercati Finanziari (8 C.F.U.) C.d.L. in Statistica per le decisioni finanziarie ed attuariali

Dettagli

9. Come sono pagati i lavoratori, retribuzioni fisse e retribuzioni flessibili

9. Come sono pagati i lavoratori, retribuzioni fisse e retribuzioni flessibili 9. Come sono pagati i lavoratori, retribuzioni fisse e retribuzioni flessibili Il problema centrale che viene affrontato è quello dell azzardo morale che è il problema che si presenta quando un soggetto

Dettagli

Dispensa 3. December 9, 2011

Dispensa 3. December 9, 2011 Dispensa 3 December 9, 2011 1 Informazione simmetrica L assunzione base di questa analisi è che il Pricipale e l agente hanno entrambi le stesse identiche informazioni condivvidono le stesse informazioni

Dettagli

Approfondimento. Agenda modulo 2

Approfondimento. Agenda modulo 2 Approfondimento Agenda modulo 2 1. Economia del personale in mercati non competitivi. Il concetto di rendita e la suddivisione tra impresa e lavoratori Mercati del lavoro imperfetti A. Esistenza di rendite

Dettagli

Economia dell'organizzazione. Capitolo 7 Divisione dei Rischi e Contratti d'incentivazione. Ennio Bilancini.

Economia dell'organizzazione. Capitolo 7 Divisione dei Rischi e Contratti d'incentivazione. Ennio Bilancini. Economia dell'organizzazione Capitolo 7 Divisione dei Rischi e Contratti d'incentivazione Ennio Bilancini email: bilancini@unisi.it Le Caratteristiche dell'aleatorieta' Rischio vs Incertezza Profonda Valore

Dettagli

La teoria dell offerta

La teoria dell offerta La teoria dell offerta Tecnologia e costi di produzione In questa lezione approfondiamo l analisi del comportamento delle imprese e quindi delle determinanti dell offerta. In particolare: è possibile individuare

Dettagli

Economia Politica II H-Z Lezione 5

Economia Politica II H-Z Lezione 5 Economia Politica II H-Z Lezione 5 Sergio Vergalli vergalli@eco.unibs.it Sergio Vergalli - Lezione 4 Capitolo VI. Il mercato del lavoro 2 1.1. Occupazione, disoccupazione e partecipazione Forza lavoro:

Dettagli

Massimizzazione del profitto e offerta concorrenziale

Massimizzazione del profitto e offerta concorrenziale Massimizzazione del profitto e offerta concorrenziale Quale quantità produrre? In che modo l impresa sceglie il livello di produzione che massimizza il profitto. Come le scelte di produzione delle singole

Dettagli

Premio al rischio e equivalente di certezza

Premio al rischio e equivalente di certezza Premio al rischio e equivalente di certezza In accordo con la teoria tradizionale assumiamo che gli individui siano avversi al rischio, quindi un rischio a media zero riduce il livello di appagamento di

Dettagli

4. Assumere lavoratori temporanei o lavoratori permanenti? Dibattito su contratti a tempo determinato ed a tempo indeterminato

4. Assumere lavoratori temporanei o lavoratori permanenti? Dibattito su contratti a tempo determinato ed a tempo indeterminato 4. Assumere lavoratori temporanei o lavoratori permanenti? Dibattito su contratti a tempo determinato ed a tempo indeterminato Quali sono le condizioni economiche di contesto? 1) interrompere un contratto

Dettagli

Struttura di mercato: insieme di elementi che incidono sul comportamento e il rendimento delle imprese di mercato, quali numero di imprese e tipo di

Struttura di mercato: insieme di elementi che incidono sul comportamento e il rendimento delle imprese di mercato, quali numero di imprese e tipo di Struttura di mercato: insieme di elementi che incidono sul comportamento e il rendimento delle imprese di mercato, quali numero di imprese e tipo di bene venduto Concorrenzialità del mercato: dipende dalla

Dettagli

Esercitazione 2 con soluzioni 30 ottobre 2012

Esercitazione 2 con soluzioni 30 ottobre 2012 Prof. N. Amendola - 2012-2013 - Microeconomia 1 Esercitazione 2 con soluzioni 30 ottobre 2012 Esercizio 1 La concentrazione che un ingegnere mette nella sua attivitá di progettazione ha effetto sulla probabilitá

Dettagli

Capitolo 11 La concorrenza perfetta

Capitolo 11 La concorrenza perfetta Capitolo 11 La concorrenza perfetta MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO In economia tradizionalmente si assume che l obiettivo principale dell impresa sia la massimizzazione del profitto Il profitto contabile

Dettagli

Economia Politica (Mod I) Nota integrativa n. 3

Economia Politica (Mod I) Nota integrativa n. 3 Economia Politica (Mod I) Nota integrativa n. 3 I costi di produzione Mankiw, Capitolo 13 Premessa Nell analisi della legge dell offerta, vista fino a questo momento, abbiamo sinteticamente descritto le

Dettagli

ESERCIZI SUPPLEMENTARI CAP Libro di testo: D. Kreps, Microeconomia per manager, Egea 2005 ESERCIZIO 1

ESERCIZI SUPPLEMENTARI CAP Libro di testo: D. Kreps, Microeconomia per manager, Egea 2005 ESERCIZIO 1 ESERCIZI SUPPLEMENTARI CAP. 21-22-23 Libro di testo: D. Kreps, Microeconomia per manager, Egea 2005 ESERCIZIO 1 Roberto deve decidere se effettuare un investimento finanziario in un fondo azionario che

Dettagli

Offerta di prodotti agricoli ed incertezza il processo produttivo in agricoltura si caratterizza per una stocasticità

Offerta di prodotti agricoli ed incertezza il processo produttivo in agricoltura si caratterizza per una stocasticità Offerta di prodotti agricoli ed incertezza il processo produttivo in agricoltura si caratterizza per una stocasticità maggiore di quella che si osserva in altri settori questa particolare stocasticità

Dettagli

Economia del Lavoro 2010

Economia del Lavoro 2010 Economia del Lavoro 2010 Capitolo 3 La domanda di lavoro - 1 Le decisioni di assumere e licenziare delle imprese in ogni momento creano e distruggono molti posti di lavoro. Le imprese assumono lavoratori

Dettagli

Capitolo 11 Concorrenza perfetta. Robert H. Frank Microeconomia - 5 a Edizione Copyright The McGraw-Hill Companies, srl

Capitolo 11 Concorrenza perfetta. Robert H. Frank Microeconomia - 5 a Edizione Copyright The McGraw-Hill Companies, srl Capitolo 11 Concorrenza perfetta MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO In economia tradizionalmente si assume che l obiettivo principale dell impresa sia la massimizzazione del profitto Il profitto contabile è

Dettagli

ESERCITAZIONI DI ECONOMIA POLITICA (programma di MICROECONOMIA) seconda parte

ESERCITAZIONI DI ECONOMIA POLITICA (programma di MICROECONOMIA) seconda parte ESERCITAZIONI DI ECONOMIA POLITICA (programma di MICROECONOMIA) anno accademico 01 013 seconda parte Per domande, dubbi o chiarimenti scrivere a: gaetano.lisi@unicas.it 1 1. IMPORTANZA DEI COSTI (MEDI)

Dettagli

ESAME FINALE 10 Giugno 2011 ECONOMIA DEL LAVORO E DELLE RISORSE UMANE (20152) A.A Tempo a disposizione: 1 ora e 30 minuti

ESAME FINALE 10 Giugno 2011 ECONOMIA DEL LAVORO E DELLE RISORSE UMANE (20152) A.A Tempo a disposizione: 1 ora e 30 minuti ESAME FINALE 10 Giugno 2011 ECONOMIA DEL LAVORO E DELLE RISORSE UMANE (20152) A.A. 2010-2011 Tempo a disposizione: 1 ora e 30 minuti L esame è in tre parti: la parte A è basata su domande brevi mentre

Dettagli

Indice della lezione. Incertezza e rischio: sinonimi? Le Ipotesi della Capital Market Theory UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PARMA FACOLTA DI ECONOMIA

Indice della lezione. Incertezza e rischio: sinonimi? Le Ipotesi della Capital Market Theory UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PARMA FACOLTA DI ECONOMIA UNIVERSIT DEGLI STUDI DI PRM FCOLT DI ECONOMI Indice della lezione Corso di Pianificazione Finanziaria Introduzione al rischio Rischio e rendimento per titoli singoli La Teoria di Portafoglio di Markowitz

Dettagli

Offerta dell impresa e mercato di concorrenza perfetta

Offerta dell impresa e mercato di concorrenza perfetta Offerta dell impresa e mercato di concorrenza perfetta Caratteristiche della concorrenza perfetta La concorrenza perfetta è una forma di mercato dove: 1. Agisce un numero molto grande di produttori; 2.

Dettagli

Il mercato del lavoro

Il mercato del lavoro Il mercato del lavoro Occupazione, disoccupazione e partecipazione Forza lavoro: lavoratori occupati + lavoratori in cerca di occupazione Tasso di partecipazione: rapporto tra la forza lavoro e la popolazione

Dettagli

Microeconomia - Problem set 3 - soluzione

Microeconomia - Problem set 3 - soluzione Microeconomia - Problem set 3 - soluzione (Prof. Paolo Giordani - TA: Pierluigi Murro) 30 Aprile 2015 Esercizio 1. Si consideri un agente con un capitale iniziale pari a 100 cui viene proposta la seguente

Dettagli

Economia del Lavoro 2010

Economia del Lavoro 2010 Economia del Lavoro 2010 Capitolo 6-9 Il capitale umano -Addestramento sul lavoro 1 On the job training (OJT) è almeno la metà del capitale umano di un lavoratore. Può essere di due tipi: l addestramento

Dettagli

Offerta di prodotti agricoli in condizioni di certezza

Offerta di prodotti agricoli in condizioni di certezza Offerta di prodotti agricoli ed incertezza il processo produttivo in agricoltura si caratterizza per una stocasticità maggiore di quella che si osserva in altri settori questa particolare stocasticità

Dettagli

q i = Φ [ p i, g, h ] dove: q i è la quantità prodotta del bene i (i=1,2,..,

q i = Φ [ p i, g, h ] dove: q i è la quantità prodotta del bene i (i=1,2,.., Offerta di prodotti agricoli ed incertezza il processo produttivo in agricoltura si caratterizza per una stocasticità maggiore di quella che si osserva in altri settori questa particolare stocasticità

Dettagli

Il tasso di disoccupazione: confronti internazionali

Il tasso di disoccupazione: confronti internazionali Il tasso di disoccupazione: confronti internazionali Andamento della disoccupazione - Il caso statunitense - Euro area Italy United States Japan United Kingdom 12.00 10.00 8.00 6.00 4.00 2.00 0.00 1997

Dettagli

MERCATI, DOMANDA E OFFERTA. Barbara Martini

MERCATI, DOMANDA E OFFERTA. Barbara Martini MERCATI, DOMANDA E OFFERTA Barbara Martini Piano della lezione Economie pianificate vs economie di mercato Le caratteristiche e le determinanti della domanda e dell offerta La determinazione del prezzo

Dettagli

Capitolo 9 La produzione

Capitolo 9 La produzione Capitolo 9 La produzione LA PRODUZIONE Le risorse che le imprese usano per produrre beni e servizi sono dette fattori produttivi o input I beni e i servizi realizzati dalle imprese sono definiti semplicemente

Dettagli

Il sistema finanziario cap.10

Il sistema finanziario cap.10 10-5-2017 Il sistema finanziario cap.10 Svolge la funzione di trasferire risorse finanziarie ai soggetti che ne dispongono a quelli che le impiegano Strumenti finanziari principali (par. 10.2.1) Strumenti

Dettagli

Introduzione. Sloman, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Introduzione

Introduzione. Sloman, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Introduzione Introduzione L oggetto di studio dell economia La differenza tra microeconomia e macroeconomia Perché le relazioni economiche vengono rappresentate per mezzo dei modelli In che modo i diversi sistemi economici

Dettagli

IL MERCATO DEL LAVORO

IL MERCATO DEL LAVORO 1 IL MERCATO DEL LAVORO LA STRUTTURA DEL MERCATO DEL LAVORO Forza lavoro: lavoratori occupati + lavoratori in cerca di occupazione Tasso di partecipazione: rapporto tra la forza lavoro e la popolazione

Dettagli

Le origini della VIA. il sistema economico neoclassico e il fallimento del mercato

Le origini della VIA. il sistema economico neoclassico e il fallimento del mercato Le origini della VIA il sistema economico neoclassico e il fallimento del mercato Il modello del flusso circolare domanda di beni e servizi offerta di beni e servizi spese per consumi mercato dei prodotti

Dettagli

OFFERTA DELL INDUSTRIA

OFFERTA DELL INDUSTRIA Università degli studi di MACERATA Facoltà di SCIENZE POLITICHE ECONOMIA POLITICA: MICROECONOMIA A.A. 2010/2011 OFFERTA DELL INDUSTRIA Fabio CLEMENTI E-mail: fabio.clementi@unimc.it Web: http://docenti.unimc.it/docenti/fabio-clementi

Dettagli

IL MERCATO DEL LAVORO

IL MERCATO DEL LAVORO 1 IL MERCATO DEL LAVORO LA STRUTTURA DEL MERCATO DEL LAVORO Forza lavoro: lavoratori occupati + lavoratori in cerca di occupazione Tasso di partecipazione: rapporto tra la forza lavoro e la popolazione

Dettagli

Capitolo VII. Il mercato del lavoro

Capitolo VII. Il mercato del lavoro Capitolo VII. Il mercato del lavoro 1 In questa lezione parleremo di: Mercato del lavoro in Italia Disoccupazione Determinazione dei salari e dei prezzi Equilibrio del mercato del lavoro e tasso naturale

Dettagli

Massimizzazione del Profitto e offerta concorrenziale. G. Pignataro Microeconomia SPOSI

Massimizzazione del Profitto e offerta concorrenziale. G. Pignataro Microeconomia SPOSI Massimizzazione del Profitto e offerta concorrenziale 1 Mercati perfettamente concorrenziali 1. Price taking Poiché ogni impresa vende una porzione relativamente piccola della produzione complessiva del

Dettagli

Ist. di economia, Corso di Laurea in Ing. Gestionale, I canale, A.A Prof. R. Sestini. SCHEMA DELLE LEZIONI DELLA NONA e DECIMA SETTIMANA

Ist. di economia, Corso di Laurea in Ing. Gestionale, I canale, A.A Prof. R. Sestini. SCHEMA DELLE LEZIONI DELLA NONA e DECIMA SETTIMANA Ist. di economia, Corso di Laurea in Ing. Gestionale, I canale, A.A. 2017-2018 Prof. R. Sestini SCHEMA DELLE LEZIONI DELLA NONA e DECIMA SETTIMANA EQUILIBRIO I prezzi hanno la funzione di coordinare il

Dettagli

concorrenza perfetta vs. monopolio

concorrenza perfetta vs. monopolio Lezione di Giacomo Degli Antoni, 20-3- 13 concorrenza perfetta vs. monopolio (Cap. 3 e 4 Carlton - Perloff) Piano della lezione Caratteristiche principali della concorrenza perfetta Caratteristiche principali

Dettagli

Capitolo 6 Imprese e incentivi

Capitolo 6 Imprese e incentivi Capitolo 6 Imprese e incentivi 1 (c) Pearson Italia S.p.A. - Anita Woolfolk, Psicologia dell'educazione Le imprese in un mercato perfettamente concorrenziale Cominceremo il nostro studio del modo in cui

Dettagli

Concorrenza perfetta (Frank - Capitolo 11)

Concorrenza perfetta (Frank - Capitolo 11) Concorrenza perfetta (Frank - Capitolo 11) MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO In economia tradizionalmente si assume che l obiettivo principale dell impresa sia la massimizzazione del profitto Il profitto economico

Dettagli

3. Asimmetrie informative

3. Asimmetrie informative Lezione seconda (parte seconda) Beni pubblici e altre cause di fallimento del mercato (2) 1 3. Asimmetrie informative 3.1 rischio 3.2 assicurazione 3.3 asimmetrie informative 2 1 3.1 rischio Una situazione

Dettagli

Capitolo 11 Concorrenza perfetta

Capitolo 11 Concorrenza perfetta Capitolo 11 Concorrenza perfetta Concorrenza perfetta Le caratteristiche del mercato molti acquirenti e venditori nessuna azione di un singolo ha effetto sul prezzo di mercato le imprese sono price taker

Dettagli

Performance Pay and Productivity Edward P. Lazear

Performance Pay and Productivity Edward P. Lazear Performance Pay and Productivity Edward P. Lazear Safelite Glass Corporation data set Corso di Economia del lavoro cod.20152 Classe 31 gruppo 9 A.A. 2010/2011 Partiamo da una domanda Quanto è sensibile

Dettagli

OTTIMALITA in teoria. Interessi privati VS valori etico-sociali dall altra valutati in moneta. B (S) D (S) = 0 B (S) = D (S)

OTTIMALITA in teoria. Interessi privati VS valori etico-sociali dall altra valutati in moneta. B (S) D (S) = 0 B (S) = D (S) OTTIMALITA in teoria benefici dello sfruttamento dell ambiente: benefici PRIVATI dello scambio e della produzione, costi sociali dello sfruttamento: rappresentabili dal valore del danno provocato alla

Dettagli

Altri vincoli dell impresa

Altri vincoli dell impresa Il comportamento dell impresa sul mercato dell output Altri vincoli dell impresa La tecnologia come gli input si trasformano in output La domanda a che prezzo i consumatori sono disposti a comprare i beni

Dettagli

Economia del Lavoro 2010

Economia del Lavoro 2010 Economia del Lavoro 2010 Capitolo 3 La domanda di lavoro - La decisione di occupazione nel breve periodo 1 La domanda di lavoro La decisione di occupazione di b.p. Breve periodo è un tempo sufficientemente

Dettagli

Microeconomia 6006 CLEAM /2009 Alfredo Di Tillio Lezione 15. equilibrio (3) surplus del produttore surplus totale imposte e surplus totale

Microeconomia 6006 CLEAM /2009 Alfredo Di Tillio Lezione 15. equilibrio (3) surplus del produttore surplus totale imposte e surplus totale Microeconomia 6006 CLEAM 2 2008/2009 Alfredo Di Tillio Lezione 15 equilibrio (3) surplus del produttore surplus totale imposte e surplus totale 1 CSR 70 Surplus del produttore (Breve periodo) Rendimenti

Dettagli

Alessandro Scopelliti.

Alessandro Scopelliti. Alessandro Scopelliti alessandro.scopelliti@unirc.it Il tasso di crescita ed il tasso di disoccupazione negli USA dal 1970 ad oggi Nel grafico precedente sono state riportate le variazioni del Pil e della

Dettagli

Economia Politica. Efficienza dei mercati. Cap 7. Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi

Economia Politica. Efficienza dei mercati. Cap 7. Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi Economia Politica Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi testo di riferimento: Mankiw, Principi di economia, 3 ed., 2004, Zanichelli Cap 7 Efficienza dei mercati Vedremo infine in quali circostanze il

Dettagli

La domanda di moneta 1

La domanda di moneta 1 1 La domanda di moneta La domanda di moneta La domanda di moneta dipende da due determinanti: dal livello delle transazioni dal suo costo opportunità (perdita di interessi e profitti derivanti da impieghi

Dettagli

Capitolo 6. La produzione. A.A Microeconomia - Cap. 6-1

Capitolo 6. La produzione. A.A Microeconomia - Cap. 6-1 Capitolo 6 La produzione A.A. 2010-2011 Microeconomia - Cap. 6-1 Il comportamento dell'impresa Tre fasi distinte di analisi nello studio del comportamento dell'impresa: 1. Tecnologia di produzione 2. I

Dettagli

ECONOMIA DEI SISTEMI INDUSTRIALI

ECONOMIA DEI SISTEMI INDUSTRIALI ECONOMIA DEI SISTEMI INDUSTRIALI Ing. Marco Greco m.greco@unicas.it 0776/2994353 XVII LEZIONE 15/11/2012 La concentrazione 2 Il risultato limite di Cournot in P termini di surplus: n = 1 $130 Compratori

Dettagli

EQUILIBRIO DI MERCATO, POLITICHE ECONOMICHE E BENESSERE

EQUILIBRIO DI MERCATO, POLITICHE ECONOMICHE E BENESSERE EQUILIBRIO DI MERCATO, POLITICHE ECONOMICHE E BENESSERE CONTROLLO dei PREZZI Vi sono situazioni in cui il principio di efficienza si scontra con quello di equità. Considerazioni di tipo normativo possono

Dettagli

Variazioni dei tassi di interesse

Variazioni dei tassi di interesse Variazioni dei tassi di interesse Determinanti della domanda di attività Un attività è un bene che incorpora un valore. Posto di fronte alla questione se comprare e conservare un attività, o se acquistare

Dettagli

Mercato del lavoro in concorrenza imperfetta

Mercato del lavoro in concorrenza imperfetta Mercato del lavoro in concorrenza imperfetta Monopsonio Sommario Monopolio dell impresa sul mercato del prodotto Sindacato monopolista e modelli di contrattazione su salari ed occupazione (right to manage;

Dettagli

LA TEORIA DELL OFFERTA. Tecnologia e costi di produzione

LA TEORIA DELL OFFERTA. Tecnologia e costi di produzione LA TEORIA DELL OFFERTA Tecnologia e costi di produzione IL COMPORTAMENTO DELL IMPRESA In questa lezione approfondiremo l analisi del comportamento delle imprese e quindi delle determinanti dell offerta.

Dettagli

ECONOMIA APPLICATA ALL INGEGNERIA (Docente: Prof. Ing. Donato Morea)

ECONOMIA APPLICATA ALL INGEGNERIA (Docente: Prof. Ing. Donato Morea) ESERCIZIO n. 1 - La produzione ed i costi di produzione (1 ) Un impresa utilizza una tecnologia descritta dalla seguente funzione di produzione: I prezzi dei fattori lavoro e capitale sono, rispettivamente,

Dettagli

22 maggio Esercizio Avversione al rischio: la derivata seconda della funzione di utilità è negativa:

22 maggio Esercizio Avversione al rischio: la derivata seconda della funzione di utilità è negativa: ESERCITAZIONE 7 22 maggio 2014. Esercizio 1 1.1. Avversione al rischio: la derivata seconda della funzione di utilità è negativa: < 0 Nel nostro caso:. Da cui: > 0 < 0 Perciò: l utilità è crescente rispetto

Dettagli

L ECONOMIA DEI MERCATI DEL LAVORO

L ECONOMIA DEI MERCATI DEL LAVORO Economia Politica Appunti delle lezioni Raffaele Paci testo di riferimento: Mankiw, Principi di economia, 3 ed., 24, Zanichelli Cap 18 I mercati dei fattori di produzione L ECONOMIA DEI MERCATI DEL LAVORO

Dettagli

Monopolio P, R R R RMe (domanda) Viki Nellas Esercizio 1

Monopolio P, R R R RMe (domanda) Viki Nellas Esercizio 1 onopolio Viki Nellas Esercizio La curva di domanda di un monopolista è 000. La funzione dei suoi costi totali è 7.5 + 00 + 00 a) Determinate le curve del ricavo medio e marginale di questa impresa e rappresentatele

Dettagli

Capitolo 14 Mercati dei fattori. Robert H. Frank Microeconomia - 4 a Edizione Copyright The McGraw-Hill Companies, srl

Capitolo 14 Mercati dei fattori. Robert H. Frank Microeconomia - 4 a Edizione Copyright The McGraw-Hill Companies, srl Capitolo 14 Mercati dei fattori A CHE PUNTO SIAMO PARTE SECONDA 1) Teoria dell impresa Le imprese producono acquistando i fattori produttivi (K e L) e combinandoli secondo una funzione di produzione (Q=f(K,L)).

Dettagli

IL MODELLO DI CRESCITA DI SOLOW [2.1], [2.2], [2.3]

IL MODELLO DI CRESCITA DI SOLOW [2.1], [2.2], [2.3] IL MODELLO DI CRESCITA DI SOLOW Le ipotesi del modello Supponiamo piena occupazione. In Equilibrio: Y t = C t + I t [2.1] Gli investimenti lordi I t : sono la somma degli ammortamenti e della variazione

Dettagli

Elementi di Economia a.a Facoltà di Scienze Politiche - CdL in Sociologia Esercitazione del 16 Marzo 2011

Elementi di Economia a.a Facoltà di Scienze Politiche - CdL in Sociologia Esercitazione del 16 Marzo 2011 Elementi di Economia a.a. 2010-2011 Facoltà di Scienze Politiche - CdL in Sociologia Esercitazione del 16 Marzo 2011 Domande a risposta multipla Fabio ha assunto Luca come assistente nella sua fabbrica

Dettagli

Scienza delle Finanze. Modello Neoclassico

Scienza delle Finanze. Modello Neoclassico Scienza delle Finanze Modello Neoclassico Prof. Giuseppe Migali Universita Magna Graecia a.a 2016-17 Prof. Giuseppe Migali (UMG) Scienza delle Finanze Modello Neoclassico a.a 2016-17 1 / 21 Perche discutere

Dettagli

FATTORI PRODUTTIVI E DISTRIBUZIONI DEL REDDITO PROF. MATTIA LETTIERI

FATTORI PRODUTTIVI E DISTRIBUZIONI DEL REDDITO PROF. MATTIA LETTIERI FATTORI PRODUTTIVI E DISTRIBUZIONI DEL REDDITO PROF. MATTIA LETTIERI Indice 1 I PREZZI DEI FATTORI PRODUTTIVI -------------------------------------------------------------------------------- 3 2 LA MASSIMIZZAZIONE

Dettagli

Lezione 15 Analisi dei costi VECCHIO LIBRO: Saltare par Solo da leggere 6.3

Lezione 15 Analisi dei costi VECCHIO LIBRO: Saltare par Solo da leggere 6.3 Lezione 15 Analisi dei costi VECCHIO LIBRO: Saltare par. 6.1.5 - Solo da leggere 6.3 Le imprese Le funzioni dell impresa: organizzare la produzione in serie reperire le risorse gestire il processo produttivo

Dettagli

Analisi dei mercati concorrenziali e valutazione delle politiche pubbliche. G. Pignataro Microeconomia SPOSI

Analisi dei mercati concorrenziali e valutazione delle politiche pubbliche. G. Pignataro Microeconomia SPOSI Analisi dei mercati concorrenziali e valutazione delle politiche pubbliche 1 Efficienza di un mercato concorrenziale Efficienza economica: Massimizzazione del surplus aggregato del consumatore e del produttore.

Dettagli

Capitolo 9 La produzione

Capitolo 9 La produzione Capitolo 9 La produzione LA PRODUZIONE Le imprese utilizzano i fattori produttivi (input) per produrre beni e servizi (output) La produzione trasforma un insieme di input in un insieme di output Tra gli

Dettagli

Economia, Corso di Laurea Magistrale in Ing. Elettrotecnica, A.A Prof. R. Sestini SCHEMA DELLE LEZIONI DELLA QUINTA E SESTA SETTIMANA

Economia, Corso di Laurea Magistrale in Ing. Elettrotecnica, A.A Prof. R. Sestini SCHEMA DELLE LEZIONI DELLA QUINTA E SESTA SETTIMANA Economia, Corso di Laurea Magistrale in Ing. Elettrotecnica, A.A. 2013-2014. Prof. R. Sestini SCHEMA DELLE LEZIONI DELLA QUINTA E SESTA SETTIMANA In sintesi, una tecnologia costituisce un insieme di piani

Dettagli

Economia, Corso di L.M. in Ing. Elettrotecnica, A.A Prof. R. Sestini. SCHEMA DELLE LEZIONI DELLA OTTAVA e NONA SETTIMANA IL MONOPOLIO

Economia, Corso di L.M. in Ing. Elettrotecnica, A.A Prof. R. Sestini. SCHEMA DELLE LEZIONI DELLA OTTAVA e NONA SETTIMANA IL MONOPOLIO Economia, Corso di L.M. in Ing. Elettrotecnica, A.A. 2013-2014. Prof. R. Sestini SCHEMA DELLE LEZIONI DELLA OTTAVA e NONA SETTIMANA IL MONOPOLIO Caratteristica distintiva: il monopolista gode di potere

Dettagli

Analisi dei mercati concorrenziali e valutazione delle politiche pubbliche. G. Pignataro Microeconomia SPOSI

Analisi dei mercati concorrenziali e valutazione delle politiche pubbliche. G. Pignataro Microeconomia SPOSI Analisi dei mercati concorrenziali e valutazione delle politiche pubbliche 1 Efficienza di un mercato concorrenziale Efficienza economica allocativa: Massimizzazione del surplus aggregato del consumatore

Dettagli

Le imprese nei mercati concorrenziali

Le imprese nei mercati concorrenziali Le imprese nei mercati concorrenziali Le decisioni di prezzo e di produzione delle imprese sono influenzate dalla forma di mercato. Un caso estremo di mercato è quello della concorrenza perfetta. Tre condizioni:

Dettagli

La struttura verticale dei mercati. Master in Analisi dei Mercati e Sviluppo Locale. Modulo di Economia Industriale e Settoriale

La struttura verticale dei mercati. Master in Analisi dei Mercati e Sviluppo Locale. Modulo di Economia Industriale e Settoriale Master in Analisi dei Mercati e Sviluppo Locale Modulo di Economia Industriale e Settoriale Dott.ssa Marcella Scrimitore Parte quarta 1 La struttura verticale dei mercati Ogni settore ha una struttura

Dettagli

Esercitazione 8-7 maggio 2018

Esercitazione 8-7 maggio 2018 MICROECONOMIA (F-N) Novelli Giacomo giacomo.novelli4@unibo.it Ricevimento: lunedì, 3-4:30, aula tutor, Strada Maggiore 45 Esercitazione 8-7 maggio 08 ESERCIZI Esercizio Un monopolista massimizza il suo

Dettagli

PIA 2 di MICROECONOMIA del Modello A. VISIONE D INSIEME (3 domande; 2 punti risp. giusta, 0 risp. non data, -1 risp.

PIA 2 di MICROECONOMIA del Modello A. VISIONE D INSIEME (3 domande; 2 punti risp. giusta, 0 risp. non data, -1 risp. COGNOME E NOME (in stampatello): NUMERO DI MATRICOLA: FIRMA: PIA 2 di MICROECONOMIA del 21.04.2017 Modello A Raccomandazioni generali: 1. I compiti senza nome, cognome, numero di matricola e firma sono

Dettagli

Curva aggregata di offerta di lavoro

Curva aggregata di offerta di lavoro Sommario 1 Offerta di lavoro aggregata Equilibrio sul mercato del lavoro Equilibrio e aspettative di prezzo dei lavoratori Equilibrio con lavoratori non omogenei Equilibrio e concorrenza perfetta Il modello

Dettagli

CAPITOLO 1 LA FUNZIONE DI PRODUZIONE E LA CRESCITA ECONOMICA

CAPITOLO 1 LA FUNZIONE DI PRODUZIONE E LA CRESCITA ECONOMICA CAPITOLO 1 LA FUZIOE DI PRODUZIOE E LA CRESCITA ECOOMICA 11 La funzione di produzione Data una funzione di produzione in cui la quantità prodotta () dipende dalla quantità di capitale () e di lavoro ()

Dettagli

Definizioni economia applicata all ingegneria

Definizioni economia applicata all ingegneria Definizioni economia applicata all ingegneria October 28 2011 In questo documento assolutamente non ufficiale sono contenute le definizioni date durante le lezioni di economia applicata all ingegneria.

Dettagli

CONSUMATORI, PRODUTTORI ED EFFICIENZA DEI MERCATI

CONSUMATORI, PRODUTTORI ED EFFICIENZA DEI MERCATI CONSUMATORI, PRODUTTORI ED EFFICIENZA DEI MERCATI L analisi fino ad ora è stata di tipo positivo : abbiamo visto in quali modi le forze della domanda e dell offerta determinano quantità e prezzo di equilibrio

Dettagli

Offerta in concorrenza perfetta: Cap.6

Offerta in concorrenza perfetta: Cap.6 Offerta in concorrenza perfetta: il lato dei costi Cap.6 Curva di offerta Per capire meglio le origini della curva di offerta consideriamo ora una impresa che debba decidere quale livello di produzione

Dettagli

ESERCITAZIONE novembre 2012

ESERCITAZIONE novembre 2012 ESERCITAZIONE 2 Economia dell Informazione e dei Mercati Finanziari C.d.L. in Economia degli Intermediari e dei Mercati Finanziari (8 C.F.U.) C.d.L. in Statistica per le decisioni finanziarie ed attuariali

Dettagli

Che cos è l impresa? istituzione input output

Che cos è l impresa? istituzione input output Che cos è l impresa? L impresa è un istituzione economica che svolge attività di trasformazione fisica e/o economica degli input in output allo scopo di venderli sul per soddisfare i bisogni dei clienti.

Dettagli

Analisi dei mercati concorrenziali

Analisi dei mercati concorrenziali Analisi dei mercati concorrenziali Equilibrio di mercato L equilibrio del prezzo e della quantità massimizza il benessere totale dei compratori e venditori? L equilibrio di mercato riflette il modo in

Dettagli