IL LAVORO IN CANILE: la sicurezza nelle prassi quotidiane. Isabella Bertoldi Istruttore Cinofilo SIUA Responsabile Canile E.N.P.A.
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1 IL LAVORO IN CANILE: la sicurezza nelle prassi quotidiane Isabella Bertoldi Istruttore Cinofilo SIUA Responsabile Canile E.N.P.A. Reggio Emilia
2 LE TIPOLOGIE/FONTI DI RISCHIO SANITARIO STRUTTURALE AMBIENTALE/CLIMATICO RELAZIONALE
3 IL RISCHIO SANITARIO ZOONOSI=malattie trasmissibili dagli animali all'uomo ( e viceversa) per via ORALE CONTATTO CUTANEO LESIONI (da morso, graffio o altro) PRESENZA DI PARASSITI (vettori) PREVENZIONE: DPI (dispositivi protezione individuale) e protocolli stabiliti dal vet. responsabile
4 IL RISCHIO STRUTTURALE/GESTIONALE gli infortuni CADUTE (scivolamento, inciampo...) FERITE UTILIZZO DI ATTREZZATURE (idropulitrici, tritacarne, decespugliatori...) TRASPORTO DI PESI UTILIZZO DI PRODOTTI CHIMICI PREVENZIONE: interventi di adeguamento strutturale, DPI e... buon senso!
5 IL RISCHIO AMBIENTALE/CLIMATICO TEMPERATURE ALLERGIE INFESTAZIONI
6 IL RISCHIO RELAZIONALE Il rischio relazionale è legato all'interazione con cani ad aggressività conclamata ma soprattutto a comportamenti OCCASIONALI di aggressione messi in atto da cani abitualmente normo-comportamentali in situazioni particolarmente stressanti.
7 LO STRESS NEL CANE...lo stress non dipende tanto dalla situazione in sé ma da come essa è percepita dall'animale... (Mason, 1971) Lo stress induce nel soggetto una alterazione, di tipo QUALITATIVO (emozioni negative) o QUANTITATIVO (livello di attivazione) dell' assetto emozionale IL COMPORTAMENTO DI AGGRESSIONE E' UNA DELLE POSSIBILI RISPOSTE ALL'ALTERAZIONE DELL'ASSETTO EMOZIONALE
8 I FATTORI DI STRESS IN CANILE SOVRASTIMOLAZIONE ISOLAMENTO/SEPARAZIONE dalle figure di rifer. ALTERAZIONE DELLA ROUTINE QUOTIDIANA MODALITA' D'INTERAZIONE SCORRETTE
9 LA COMUNICAZIONE DEL CANE Evitare interazioni stressanti per ilcane Evitare situazioni conflittuali UTILIZZARE MODALITA' COMUNICATIVE CORRETTE
10 MODALITA DI COMUNICAZIONE NON VERBALE = linguaggio del corpo VOCALE (o verbale) = parola o suono COVERBALE = tono, intensità,, tempo
11 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE I cani la usano più spesso e più abilmente rispetto a quella verbale e paraverbale. Per questo è anche il livello di comunicazione più facile da allenare ed il più efficace da usare nell interazione tra l uomo e il cane.
12 LA COMUNICAZIONE DEL CANE: comunicazione non verbale Postura Cinetica Gestualità Mimica Mantello Prossemica Olfattiva/feromonale Aptica BODY LANGUAGE (canale mediatico visivo) (canale mediatico tattile/olfatt.)
13 POSTURA Esposizione complessiva del corpo rispetto all interlocutore (impettito, raccolto, seduto, pancia all aria ) 1. SPOSTAMENTO DEL PESO 2. POSIZIONE DELLA COLONNA VERTEBRALE 3. MANTELLO
14 OSSERVARE LA POSTURA Spostamento del peso: 1. In Avanti 2. Centrato/Saldo 3. Indietro
15 Osservare La Postura Le figure di sinistra indicano l aumento dell arousal e della sicurezza Le figure di destra indicano l aumento dell arousal e della insicurezza
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18 CINETICA Movimento complessivo del corpo rispetto all interlocutore VELOCITÀ -----> veloce,lento TRAIETTORIA ---> diritta, curvilinea;
19 GESTUALITA Movimento di parti articolate del corpo CODA ORECCHIE ZAMPE LINGUA e BOCCA TESTA
20 OSSERVARE LA CODA Posizione (orizzontale, verticale, bassa) Movimento (ampiezza e frequenza)
21 La coda
22 GESTUALITA ORECCHIE Dritte o leggermente in avanti Completamente in avanti Tirate indietro contro la testa Tirate leggermente indietro Portate ai lati Movimenti a scatti
23 Orecchie
24 Orecchie
25 MIMICAFACCIALE ANGOLI DELLA BOCCA (protratti in avanti/portati indietro) LABBRA arricciate NASO (rilassato/arricciato) FRONTE (rilassata/corrugata) OCCHI (aperti con le pupille dilatate/socchiusi/chiusi/direzione dello sguardo)
26 Mimica
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28 Mimica
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30 GESTUALITA TESTA TESTA ABBASSATA : deferenza TESTA GIRATA : pacificazione TESTA ALTA: asserzione TESTA PROTESA: interesse verso un target TESTA INCLINATA DI LATO: perplessita
31 GESTUALITA ZAMPE RIGIDE/RILASSATE: tensione o calma POGGIATE SU DORSO/COLLO di un altro cane: assertività o sfida PROTESA VERSO UNA PERSONA: richiesta ALZATA: attenzione e tensione verso un target o segnale di calma/pacificazione
32 RIEPILOGANDO...
33 RIEPILOGANDO...
34 PROSSEMICA Specifica disposizione del proprio corpo nei confronti del referente FRONTALE: confronto LATERALE: collaborazione OBLIQUA: apertura al dialogo DIETRO: incitazione con delega dell iniziativa VICINANZA: affiliazione LE LONTANANZA: non appoggio DISTANZE VOLGERE LA SCHIENA: chiusura dell interazione
35 PROSSEMICA: spazi/ distanze Possiamo considerare utilmente quattro zone in cui possiamo agire: 1. PUBBLICA ( estranei, nessun rapporto diretto) 2. SOCIALE (conoscenti, rapporti formali) 3. INDIVIDUALE (amici, è ammesso il contatto) 4. INTIMA (partner =stesso branco/famiglia) Il grado di intimitàche abbiamo con qualcuno e le distanze che manteniamo con lui sono inversamente proporzionali: maggiore è l intimità, minore èla distanza che ci separa.
36 L'IMPORTANZA DELLA ZONA SOCIALE E quella usata tra cani che non si conoscono bene, si avvicinano l un l altro, si annusano e poi si allontanano tra loro. Il momento in cui i cani usano questa distanza è molto delicato. Muoversi in essa rispettosamente indica al cane che può darci fiducia. Un buon modo per utilizzarla correttamente è lasciare che sia il cane ad avvicinarsi a noi. se anche soltanto allungo un braccio verso il cane posso metterlo già a disagio o preoccuparlo perché sono passato alla distanza individuale.
37 LA ZONA INDIVIDUALE La si permette a cani amici, con i quali si ha una certa confidenza. A questa distanza il contatto fisico è permesso soprattutto durante il gioco..
38 OSSERVARE LE DISTANZE Il momento in cui si può passare da una zona ad un altra lo si identifica attraverso le espressioni di gioia, rilassamento e fiducia che il cane ci comunica quando interagiamo con lui. Al contrario se vediamo rigidità,, tensione muscolare, movimenti lenti o segnali di calma può voler comunicare che ha bisogno di una maggiore distanza.
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42 OLFATTIVA/FEROMONALE Il canale percettivo prioritario per il cane è quello olfattivo Marcatura Feromoni IN CANILE C'E' UNA SOVRASTIMOLAZIONE CONTINUA
43 APTICA Concerne le azioni di contatto corporeo nei confronti di altri.e uno dei bisogni fondamentali della specie umana e di altri animali. Ci sono regioni del corpo calde e altre fredde.
44 L'APPROCCIO CORRETTO Quando approcciamo un cane per la prima volta dovremo valutare il suo profilo relazionale leggendo attentamente la SUAcomunicazione Dovremo inoltre essere consapevoli della NOSTRAcomunicazione
45 IL PRIMO APPROCCIO AL CANE Attenzione alla comunicazione del cane Avvicinarsi facendo una curva Non guardare il cane Rallentare in prossimità del cane Rispettare le distanze individuali Porgere leggermente il fianco Non irrigidirsi Attenzione alla mimica facciale e allo sguardo Attenzione alla nostra respirazione Non invadere lo spazio del cane Non incombere, busto dritto Gestualità morbida e controllata Non allungarsi su di lui: se vuoi venire io sono qui : attendere che sia lui ad avvicinarsi Il nostro arousal dovrà essere intermedio
46 IL PRIMO APPROCCIO AL CANE TIMOROSO - Attenzione al nostro abbigliamento - Movimenti lenti, ritmo costante, aumentare le distanze (rispettare la SUA distanza di sicurezza anche decidendo di non avvicinarsi), non guardare il cane, fermarsi ed accucciarsi, rimanere voltati di ¾ - Massima attenzione alla comunicazione del cane - Movimenti quasi assenti soprattutto dal punto di vista gestuale e posturale - Emettere segnali calmanti, come sbadigliare, voltare la testa, strizzare gli occhi - Controllare la respirazione - Rispetto dei tempi del cane: aspettare che sia il cane ad avvicinarsi e successivamente ad allontanarsi
47 IL PRIMO APPROCCIO AL CANE ECCITATO/IRRUENTE Attenzione al nostro abbigliamento Avvicinarsi facendo una curva Rallentare Salutare il cane (da valutare) Distogliere lo sguardo, movimenti calmi, Se il cane comincia a saltare eccitato voltare le spalle, allontanarsi: chiudere l interazione
48 DAL PRIMO APPROCCIO AL CONTATTO E' IMPORTANTE SAPERE CHE NON TUTTI I CANI GRADISCONO ESSERE TOCCATI IN TUTTO IL CORPO, SOPRATTUTTO DA SCONOSCIUTI IL CONTATTO PU0' METTERLI A DISAGIO POSSONO AVERE REAZIONI DI MINACCIA Il corpo del cane può essere suddiviso in: AREE CALDE : che non si possono toccare, se non con le dovute cautele. Riguardano la testa, parte del posteriore e gli arti. AREE FREDDE : che si possono toccare piùliberamente. Interessano il tronco del cane, dalla base del collo fino all'inizio del posteriore.
49 DAL PRIMO APPROCCIO AL CONTATTO IL CONTATTO CON IL CANE DEVE AVVENIRE INIZIALMENTE LUNGO IL CORPO DELL'ANIMALE LIMITATAMENTE ALLE ZONE FREDDE. CONTATTO CON IL DORSO DELLA MANO: vorrà dire che saremo più discreti e meno invadenti e lo useremo soprattutto con soggetti chiusi alla relazione e generalmente timidi. CONTATTO CON IL PALMO DELLA MANO: trasmette un maggiore senso di intimità e vicinanza con l'animale. Dovremmo usarlo dunque quando siamo sicuri di poterlo fare e quando il cane ci dà dei chiari segnali di disposizione all'interazione.
50 DAL PRIMO APPROCCIO AL CONTATTO Attraverso l'uso corretto del contatto possiamo arrivare gradualmente a RIDURRE PROGRESSIVAMENTE LE ZONE CALDE L ABITUDINE AD ESSERE ACCAREZZATO E MANIPOLATO FACILITERA' LE DIVERSE PRASSI, ORDINARIE E STRAORDINARIE, DI GESTIONE O DI INTERVENTO SANITARIO. IL CANE SARA' PIU' FIDUCIOSO MAGGIORMENTE INTERATTIVO, QUINDI PIU' FACILMENTE ADOTTABILE
51 I SEGNALI CALMANTI (Turid Rugaas) Perché esistono? I cani sono animali sociali e in ogni gruppo sociale accadono degli scontri. I Segnali di Calma (calming signals) servono a prevenire i conflitti o a risolverli nel modo più pacifico. Occuparsi per tutto il tempo di scontrarsi con gli altri membri del branco per ogni cosa sarebbe impensabile e provocherebbe cose come, ferite, stress eccessivo, perdita di energia che sarebbe invece meglio utilizzare per la caccia o la difesa del territorio.
52 I SEGNALI CALMANTI PIU COMUNI Guardare lontano o da un altra parte Girare la testa Girarsi (mostrare il fianco - mostrare la schiena) Leccarsi il naso Camminare muoversi lentamente Inchino - invito al gioco Sedersi Sdraiarsi Sbadigliare Annusare Curvare Separare altri individui Alzare la zampa Strizzare gli occhi Leccarsi, spulciarsi, grattarsi
53 SCHEMI COMUNICATIVI SCHEMI COMUNICATIVI (Roberto Marchesini) Il cane ha a disposizione un ampio vocabolario di schemi comunicativi che vengono utilizzati in diverse cornici e per differenti pragmatiche SEGNALI DI CALMA SEGNALI DI PACIFICAZIONE SEGNALI DI CRIPTAZIONE SEGNALI DI DISPOSIZIONE SEGNALAZIONI DI INGAGGIO SEGNALAZIONI DI STRESS SEGNALAZIONI DI RICHIESTA SEGNALAZIONI DI ALLERTA SEGNALAZIONI DI PRESENZA
54 CALMA...
55 PACIFICAZIONE...
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57 CRIPTAZIONE...
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59 INGAGGIO...
60 FOTO 2 FOTO 1 FOTO 3 DISPOSIZIONE...
61 LIZZY-MIMI'
62 COMUNICAZIONE VERBALE O VOCALE VERBALE = uso delle parole negli esseri umani VOCALE = suoni più o meno articolati che ricoprono una vasta gamma di espressioni negli animali.
63 COMUNICAZIONE VOCALE Vocalizzazioni del cane Abbaio: avviso e allarme, pericolo in vista, richiesta di attenzione, solitudine Ululato: richiamo del gruppo Uggiolio: espressione di disagio o inquietudine o richiesta Guaito: dolore o paura Ringhio: minaccia Latrato: eccitazione (muta) Altri suoni non vocali Ansimo: ansia, stress ed eccitazione Sospiro prolungato : rilassamento Sbadiglio: frustrazione, preoccupazione, disagio
64 LA COMUNICAZIONE PARAVERBALE L utilizzo del linguaggio (comunicazione verbale) è tipico della specie umana. Il cane da significato non tanto alle parole quanto agli altri elementi che fanno parte del linguaggio e costituiscono il PARAVERBALE. IL CANE FA ATTENZIONE A: FREQUENZA DEI SUONI QUANTITA DEI SUONI LUNGHEZZA DEI SUONI INTONAZIONE
65 LA FREQUENZA DEI SUONI SUONI ACUTI ECCITAZIONE o SPAVENTO SUONI GRAVI AUTORITA, MINACCIA o AGGRESSIONE
66 LA QUANTITA e LA LUNGHEZZA DEI SUONI Più suoni BREVI incoraggiano un azione Un unico suono BREVE la scoraggia Un unico suono LUNGO rallenta l animale e lo tranquillizza
67 L INTONAZIONE I cani percepisono molto più facilmente la tonalità di una parola che non il suo significato. La stessa parola pronunciata con tono giocoso o minaccioso può far gioire o preoccupare il cane. Perciò: RICHIAMO GIOCOSO IL CANE ARRIVA RICHIAMO SERIO
68 RAMBO E TEQUILA
69 RAMBO E TEQUILA
70 EMOZIONI E STRESS GIOIA OMBROSITA ALLERTA NEGATIVA STUPORE SICUREZZA PAURA APERTURA RELAZIONALE CHIUSURA ALL INTERAZIONE PREOCCUPAZIONE E ATTENZIONE ATTENZIONE POSITIVA ASSERTIVITA NELLE SITUAZIONI TENDENZA ALL EVITAMENTO
71 EMOZIONI E STRESS AROUSAL = livello di attivazione emozionale MOLTO CONTENTO MOLTO SPAVENTATO MOLTO CURIOSO MOLTO ARRABBIATO MOLTO SOSPETTOSO AROUSAL ALTO L'AROUSAL ALTO PUO'DETERMINARE PROBLEMI RELAZIONALI, QUALUNQUE SIA L'EMOZIONE ESPRESSA
72 SE L AROUSAL L E TROPPO E ALTO. Un arousal troppo alto può determinare : perdita degli autocontrolli difficoltà nella gestione delle relazioni sociali intraspecifiche ed eterospecifiche;
73 SE L AROUSAL L E TROPPO E ALTO. Perdita di autocontrolli in emozioni positive TROPPO esuberante nell'interazione: Comunicazione scorretta e invasiva con i conspecifici POSSIBILI CONFLITTI Analogamente con gli eterospecifici SALTARE ADDOSSO INSISTENTEMENTE, STRAPPARE I VESTITI, PIZZICARE CON FORZA
74 OBIETTIVO: ABBASSARE L'AROUSAL Una CNV molto dinamica impostata sul movimento Toni di voce acuti, suoni frequenti e ripetuti Giochi basati sulla motivazione predatoria e cioè sull'elemento visivo Oggetti che si muovono velocemente, che vengono lanciati ecc.. Una CNV poco dinamica, con movimenti lenti e armoniosi Tono di voce basso e rassicurante Giochi basati sulla ricerca olfattiva Grooming INNALZANO L AROUSAL ABBASSANO L AROUSAL
75 SISCA
76 GRAZIE PER L ATTENZIONE L!
77 BIBLIOGRAFIA - Anolli L., Fondamenti di psicologia della comunicazione, Ed. Il Mulino - Coren S., Capire il linguaggio dei cani, Franco Muzzio Editore -Marchesini R., L identità del cane, Ed. Apèiron -Marchesini R., Pedagogia Cinofila, Alberto Perdisa Editore-Airplane S.r.l -Sondermann C., Giocare con il cane, Ed. De Vecchi
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