LE SCALE DI RISALITA PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO ITTICO

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2 Provincia di Firenze Assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca D.I.A.F. Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale LE SCALE DI RISALITA PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO ITTICO Progetto di intervento per i corsi d acqua della Val di Sieve Enrico Pini Prato Ottobre 2001

3 DIAF - Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale Facoltà di Agraria - Università degli Studi di Firenze Responsabile della ricerca prof. Mario Falciai Autore dr. Enrico Pini Prato Provincia di Firenze Assessorato Agricoltura Caccia e Pesca - Ufficio Pesca Dirigente dr.ssa Giovanna Ricci Istruttore Marco Cambi Foto e realizzazioni grafiche : Enrico Pini Prato Vietata la riproduzione dei testi e delle illustrazioni senza espressa autorizzazione Copertina da G. Guenaux, - Piscicolture Un particolare ringraziamento a: Prof. Augusto Marinelli (Rettore dell Università di Firenze), dr. Mauro Ferri (Amministrazione Provinciale di Modena), dr.ssa Annamaria Nocita (Collezione Ittiologica - Museo La Specola ), dr. Ugo Ciulli (UNPEM - Toscana), prof.ssa Manuela Gualtieri (Dip.to di Scienze Zootecniche), ing. Vincenzo Massaro (Comunità Montana del Mugello). Stampa: Tipolitografia It.Comm., Firenze Studio e stampa finanziati dalla Provincia di Firenze Assessorato Agricoltura Caccia e Pesca, Ufficio Pesca - Convenzione del 2 Maggio

4 Presentazione La difesa dell ecosistema acquatico, della qualità delle acque in funzione della vita dei pesci è sempre stato obiettivo di primaria importanza e determinante le scelte operate dall Assessorato alla pesca della Provincia di Firenze. Altresì il lavoro della Consulta della Pesca è risultato di stimolo nella ricerca di soluzioni tecniche tese alla valorizzazione dei corsi d acqua, nel senso di orientare gli interventi di sistemazione in maniera naturalistica. Di qui l interesse per lo studio realizzato dall Università di Firenze che propone un modello operativo di facile attuazione e del quale sarà lusinghiero verificarne i risultati invertendo un processo storico di interventi non sempre rispettosi della biologia dei pesci. Inoltre tale modello vuole avere carattere divulgativo e costituisce un primo momento di approccio alle tematiche di bioingegneria finalizzate alla difesa della fauna ittica, nello specifico applicate allo studio delle possibilità di collegamento tra aree biologicamente separate. L Assessore alla Agricoltura, Caccia e Pesca Mario Lastrucci 3

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6 SOMMARIO Presentazione pag. 3 Introduzione » 7 Obiettivi della Ricerca » 9 PARTE PRIMA: generalità Le migrazioni ittiche e la continuità fluviale » 12 I passaggi per pesci » 14 La situazione in Italia » 16 La situazione all estero » 17 Il fiume Sieve: una zona adatta alla sperimentazione..» 21 PARTE SECONDA: indagine ittiologica sui corsi d acqua in esame L importanza della scelta della specie » 26 Specie presenti » 28 Specie da favorire » 30 PARTE TERZA: rilievo e progettazione Analisi generale » 32 Sieve » 34 Argomenna » 50 Uscioli » 55 Moscia » 59 Comano » 70 PARTE QUARTA: conclusioni Osservazioni conclusive » 82 Tabella riassuntiva degli interventi » 83 Alcune immagini dall Estero » 84 Bibliografia » 93 5

7 Parte Prima: GENERALITÀ 6

8 Le scale di risalita per la tutela del patrimonio ittico Introduzione Nell ampia problematica riguardante la gestione e la tutela delle acque e del patrimonio ittico un elemento merita particolare attenzione: il danno ambientale cagionato alla fauna ittica dalle opere di sbarramento dei corsi d acqua (dighe, traverse, soglie). In Italia manca una cultura di tutela dell'ittiofauna. Dato che i pesci delle nostre acque interne non hanno mai avuto un elevato valore commerciale, non si è sentita la necessità di conciliare le esigenze dell'uomo con le esigenze migratorie della fauna ittica. Il paradosso è che si spendono ingenti cifre per ripopolare i fiumi quando poi, nei fiumi stessi, non ci sono condizioni idonee perché i pesci possano riprodursi. Queste condizioni si traducono nella possibilità, per i pesci, di risalire i fiumi durante il periodo della frega e andare a deporre le uova là dove il loro istinto li fa migrare. La soluzione consiste nella costruzione, in corrispondenza degli ostacoli, di particolari strutture che permettano alla fauna ittica di risalirli. Tali strutture vengono dette comunemente scale di risalita o scale di rimonta, ed in ambito internazionale passaggi per pesci (fishpasses). E palese che non sarebbe possibile costruire una scala di risalita per ognuna delle parecchie centinaia di briglie esistenti nella sola Provincia di Firenze, ma basterebbe inserirle solamente in quelle zone maggiormente soggette alla frega o comunque a periodiche migrazioni determinate da altre esigenze vitali. Queste zone sono rappresentate soprattutto dalla confluenza di affluenti minori in corsi d'acqua di maggiori dimensioni: il pesce tende infatti a risalire in queste acque più fresche e più ossigenate nel periodo primaverile (Ciprinidi) oppure in quello autunnale (Salmonidi) a fini riproduttivi. La progressiva rarefazione di alcune specie e la scomparsa di altre dalle nostre acque, oltre che a causa dell inquinamento, è da attribuirsi proprio all impossibilità dell ittiofauna di spostarsi e compiere i propri cicli vitali. Da qui nasce l esigenza di uno studio che affronti questo problema, affiancando le conoscenze di tipo biologico (conoscenza delle specie ittiche e relative esigenze) a quelle di tipo idraulico, ai fini della sperimentazione e realizzazione di strutture che permettano continuità tra vari tratti di fiume attualmente sbarrati e quindi irreparabilmente separati tra loro. 7

9 Le scale di risalita per la tutela del patrimonio ittico Benvenuto ai pesci migratori con questo slogan il CEMAGREF, negli anni 80, pubblicizzava il programma di restauro della libera circolazione nei fiumi della Francia dei pesci migratori (Storione, Salmone, Trota, Anguilla, Cheppia, Lampreda) 8

10 Le scale di risalita per la tutela del patrimonio ittico Obiettivi della ricerca Gli obiettivi si sono rivelati molteplici e si possono così suddividere: OBIETTIVI DI TIPO GENERICO, NON RIFERIBILI AD UNA SITUAZIONE PARTICOLARE sottolineare i problemi delle acque interne, sia da un punto di vista ecologico e naturalistico che da un punto di vista tipicamente gestionale, legislativo e amministrativo coordinazione di più discipline scientifiche (ingegneria idraulica, idrobiologia, architettura del paesaggio, ecologia) spesso molto lontane tra loro realizzazione di una metodologia di studio in materia di passaggi per pesci, sotto forma di esempio applicativo OBIETTIVI SPECIFICI RELATIVI ALLA ZONA OGGETTO DI STUDIO Produzione di un documento che rilevi lo stato delle necessità, ovvero che metta in evidenza le potenzialità di sviluppo della zona in questione ai fini del miglioramento della fauna ittica e proponga i possibili interventi Produzione di elaborati che, per le zone ritenute bisognose d intervento, costituiscano il progetto preliminare nel momento in cui l Ente interessato (Regione, Provincia, Comunità Montana) decida di realizzare le strutture per la risalita della fauna ittica Proseguimento dell attività scientifica nel momento in cui, se realizzate le strutture proposte, possano essere effettuati studi di tipo ittiologico che ne verifichino il funzionamento ed approfondiscano le conoscenze sulle migrazioni dei pesci. 9

11 Le scale di risalita per la tutela del patrimonio ittico In conclusione il presente lavoro si pone non soltanto come progetto di miglioramento e restauro della circolazione in alcuni corsi d acqua della Val di Sieve, ma anche come un modello per quelle situazioni analoghe che si stanno presentando sul territorio, in seguito ad una legislazione sempre più attenta e puntuale. E da ricordare che in Toscana la realizzazione di passaggi artificiali per pesci è prevista dalla Deliberazione Regionale n 155 del 20 Maggio 1997, ma l attenzione verso questo grande problema era già esistente all inizio del secolo, come dimostra il R.D del 8/10/1931, che all articolo 10, prevedeva la costruzione di opere atte alla risalita del pesce nelle concessioni di derivazione d acqua. 10

12 Parte Prima Generalità 1. Le migrazioni ittiche e la continuità fluviale 2. I passaggi per pesci 3. La situazione in Italia 4. La situazione all Estero 5. Il fiume Sieve: una zona adatta alla sperimentazione 11

13 Parte Prima: GENERALITÀ 1. Le migrazioni ittiche e la continuità fluviale Le migrazioni dei pesci consistono in spostamenti di massa da un ambiente all altro alla ricerca di zone ove trovare condizioni che meglio si adattano ad un particolare momento del loro ciclo vitale. Due sono le cause che fanno nascere l esigenza di ricerca di nuove zone: una legata alla necessità di raggiungere luoghi adatti alla schiusa delle uova e allo sviluppo degli avannotti (migrazione riproduttiva), l altra dettata dalla ricerca del nutrimento necessario all accrescimento (migrazione trofica). Alla categoria dei pesci che compiono spostamenti di diversa entità legati a finalità trofiche o riproduttive completamente nell ambito delle acque dolci (pesci olobiotici potamobi) appartengono molte specie presenti nelle acque della Toscana ed in particolare nei corsi d acqua della Val di Sieve. Tra queste si ricorda che migrano le lasche, i cavedani, i barbi che, come tutti i Ciprinidi, prediligono per la frega il periodo primaverileestivo. Spesso queste migrazioni possono essere molto brevi, ciò perché le condizioni ideali per la riproduzione si trovano a poca distanza dagli abituali luoghi di soggiorno. Le trote invece risalgono i fiumi prevalentemente a fine Autunno ricercando torrenti e piccoli rii con acque relativamente basse e fondali ghiaiosi favorevoli alla maturazione delle gonadi e all incubazione delle uova. Altro esempio di migrazioni riproduttive è quello delle alborelle che si spostano in banchi numerosissimi per raggiungere aree adatte; anche il luccio migra alla ricerca di acque calme a temperatura costante. Infine è da ricordare la famosa ed affascinante migrazione delle anguille, che dal caldo Mar dei Sargassi giungono nei freschi corsi d acqua montani dopo un viaggio di migliaia di chilometri. E quindi facile immaginarsi quali siano le conseguenze degli sbarramenti costruiti dall uomo sui corsi d acqua. Infatti non solo vengono limitate le possibilità di riproduzione o di accrescimento adeguato, ma diminuiscono anche le possibilità di sopravvivenza nel momento in cui una determinata zona del fiume, ad esempio per carenza di ossigeno o di cibo, diventa una trappola mortale. Inoltre la creazione di sbarramenti porta a frammentare la popolazione di una specie in gruppi isolati ed impedisce il ripristino a monte dei popolamenti che generalmente sono depauperati dalle piene. Un altro effetto negativo può essere determinato dallo stabilirsi di 12

14 Parte Prima: GENERALITÀ gruppi che si trovano ad essere isolati riproduttivamente, senza poter incrociarsi con individui della stessa specie, dislocati a valle o a monte degli sbarramenti, con conseguente diminuzione della variabilità genetica: questo fenomeno può causare, in presenza di malattie o di eventi particolari, l estinzione di tutto un gruppo. Questa problematica si inserisce in un più ampio quadro di lettura dell ambiente fluviale, caratterizzato dallo studio della zonazione degli ambienti in acque correnti e definito River Continuum Concept (Vannote et al., 1980). Questo modello rappresenta il fiume come una successione di ecosistemi interconnessi dove un qualsiasi tratto costituisce l ambiente di uscita per il tratto precedente e di entrata per quello successivo, permettendo scambi di materiali ed energia (Ghetti, 1986). In questa moderna interpretazione ha quindi fondamentale importanza l interconnessione tra i vari ecosistemi fluviali presenti nel bacino, e la possibilità per l ittiofauna di spostarsi lungo il fiume ne è forse l espressione più lampante. In questa ottica la scala di risalita non è soltanto un passaggio obbligato per pesci, una via d acqua, ma un vero e proprio corridoio ecologico capace di contribuire agli scambi necessari alla vita del fiume. 13

15 Parte Prima: GENERALITÀ 2. I passaggi per pesci I passaggi per pesci, chiamati genericamente scale di rimonta, sono dispositivi idonei a consentire il passaggio dei pesci da un tratto ad un altro del fiume, altrimenti impedito da uno sbarramento. Si tratta di dispositivi che permettono al pesce il superamento di un dislivello tramite successivi passaggi in vasche, tratti con scarsa pendenza, rallentamento dei flussi d acqua troppo impetuosi, realizzazione di rapide artificiali. La progettazione di un passaggio per pesci è un fatto piuttosto complesso poiché si impongono conoscenze di tipo biologico (ittiologia, ecologia ed etologia) e di tipo tecnico-idraulico. Infatti è necessario conoscere il comportamento del pesce per aprirgli la strada che più gli si addice; si deve poi tener conto che l opera subisce forti sollecitazioni, specialmente da parte del materiale solido trasportato durante le piene, e infine si deve considerare l impatto ambientale che la stessa struttura comporta. Per quanto concerne la tipologia costruttiva, si può dire che esistono un infinità di tipi di scale che è possibile tuttavia raggruppare in categorie. Si passa da soluzioni rustiche, costituite da semplici canali provvisti di rugosità che collegano due tratti di fiume a mo di ruscello naturale, a soluzioni ben più complesse : tra queste si hanno le scale a bacini successivi, le scale Denil, le chiuse da pesci e le fishways eel. Le scale a bacini successivi sono le più note e le più usate; il loro funzionamento è basato sul superamento dell ostacolo con una serie di cascatelle che alimentano altrettanti bacini comunicanti tra loro tramite stramazzi più o meno larghi, orifizi e fenditure. I bacini servono a un duplice scopo: assorbimento dell energia dell acqua scorrente attraverso la scala e zone di riparo per i pesci: per questo motivo è fondamentale il dimensionamento corretto dei singoli bacini. Le scale a rallentamento, o Denil dal nome del loro inventore, permettono il rallentamento dell acqua su pendenze molto ripide, il funzionamento è basato sulla dissipazione dell energia dell acqua ad opera di deflettori posti sul fondo e sulle pareti del condotto. Le chiuse da pesci, tra cui le chiuse Borland, funzionano come quelle usate per la navigazione, poiché catturano i pesci in un comparto e poi li travasano in quello superiore. Sullo stesso principio si basano gli ascensori da pesci, che trasportano gli animali da un tratto ad un altro del fiume tramite vasche sollevate meccanicamente. 14

16 Parte Prima: GENERALITÀ Infine, le fishways eels, o scale per anguille consistono in canalette in polietilene sul cui fondo vengono poste delle setole sintetiche che rallentano il flusso nella canaletta stessa e permettono ai pesci di risalire fregando tra le spazzole. Non esiste una metodologia standard da seguire per la costruzione di passaggi per pesci, poiché le situazioni variano caso per caso, in dipendenza dell entità dell ostacolo, della portata del corso d acqua, delle specie ittiche presenti. Il principio generale da seguire è quello di attrarre i pesci in migrazione in un punto a valle dell ostacolo e di stimolarli a passare a monte. L attrattività di questi dispositivi dipende dalla collocazione dell entrata e dalle condizioni dei flussi idrici vicino ad essa: l entrata infatti non deve essere nascosta, ma ben percepibile alla maggiore distanza possibile. La portata da destinare al funzionamento del dispositivo di risalita non deve essere la portata totale del corso d acqua, ma soltanto una percentuale di questa, riferita ai valori medi che si registrano nei periodi di migrazione. Nel caso della costruzione di nuovi sbarramenti si dovrebbero prevedere proprio in fase progettuale i passaggi per pesci, ma trovandosi generalmente in presenza di briglie già esistenti, si deve escogitare il sistema di aggirare l ostacolo in maniera non distruttiva. 15

17 Parte Prima: GENERALITÀ 3. La situazione in Italia. In Italia non vi è una tradizione in materia di passaggi per pesci, l interesse è cresciuto soltanto negli ultimi 20 anni, anche se sul fiume Adda esiste una intero sistema di passaggi per pesci, realizzato intorno al 1893, la cui qualità progettuale stupisce ancor oggi per accuratezza e correttezza nel contesto di tipologie tuttora consigliate ed eseguite. Attualmente esistono numerose strutture, di recente costruzione, soprattutto al Nord Italia, ove le caratteristiche dei fiumi e la fauna ittica che li popola sono state determinanti ad incentivare lo studio e l applicazione della materia; peraltro la cultura sistematoria di origine Austro-Ungarica, ha fatto sì che i corsi d acqua siano così ricchi di sbarramenti da rendere ormai impossibile intervenire in certi bacini. Tale ricchezza di sbarramenti comporta, nella progettazione dei passaggi per pesci, una obiettiva pianificazione degli interventi basata sui dati storici della fauna ittica, sulle potenzialità di sviluppo, sulle possibilità economiche dell Ente committente, poiché occorre distinguere quali siano le situazioni di vera necessità da quelle ove l intervento risulti meno importante, se non inutile. Si può dire che la tematica passaggi per pesci viene riscoperta in seguito all affermarsi di una crescente coscienza ambientalista, come confermato dal sempre maggior interesse per la salvaguardia delle migrazioni della cheppia, dell anguilla e dello storione, oltre che per la tutela di molte altre specie. Si deve considerare poi che in Italia, oltre la particolare realtà fluviale (molti sbarramenti/km), manca una vera e propria legislazione che preveda una specifica commissione, che non solo imponga la realizzazione delle strutture, ma che supervisioni sull operato e dia delle direttive sulle metodologie da adottare per la costruzione. Per questo motivo la maggior parte delle strutture esistenti sono realizzate sull intuito del progettista e sul buon senso dell Amministrazione, ma manca un vero e proprio organo specializzato di controllo e collaudo. Purtroppo nel nostro Paese il settore dell impatto faunistico è molto indietro rispetto a molti paesi europei ed extra-europei, nonostante una legislazione in realtà molto avanzata; si può dire che dalla famosa struttura sull Adda la questione di passaggi per pesci è caduta, lasciando un vero e proprio vuoto culturale, testimoniato dalla persistente, diffusa e strana dizione scale di monta. 16

18 Parte Prima: GENERALITÀ 4. La situazione all Estero I passaggi per pesci sono stati costruiti fino dal 17º secolo, ma soltanto dagli inizi del 1900 la materia ha assunto un carattere veramente scientifico e si è diffusa in tutto il mondo. Gli ultimi 30 anni inoltre sono stati molto importanti per un ulteriore sviluppo del settore. Una approfondita ricerca su Internet ha permesso di aprire una finestra su quella che è attualmente la situazione all Estero, ed è stato affascinante poter constatare quale sia l importanza attribuita a queste strutture in molti Paesi europei e, soprattutto, extra-europei. Questo fatto è confermato ad esempio nei paesi Anglosassoni e Americani, ove legislazioni rigidissime e speciali commissioni istituite appositamente garantiscono il rispetto e la tutela dei fiumi imponendo la costruzione di passaggi per pesci presso tutti gli sbarramenti. Spesso certe strutture sono talmente complesse e imponenti, tecnologicamente avanzate, oltre che molto costose, da non poter essere riproponibili nella nostra realtà: si pensi che i passaggi per pesci vengono utilizzati anche per monitoraggi biologici tramite appositi conta-pesci elettronici, per cui ogni anno si possono sapere le quantità di animali che hanno risalito il fiume ed ottenere delle elaborazioni statistiche. Una curiosità è stata scoprire che in Francia vengono progettati anche passaggi per castori, del tutto simili a quelli utilizzati per i pesci, ma tappezzati sul fondo di fogli di gomma per evitare ferite alle delicate zampe dei roditori! Nelle pagine seguenti si presenta una breve rassegna, paese per paese, delle strutture di risalita esistenti nel mondo. Nord America e Canada Sulla costa Pacifica degli Stati Uniti sono state realizzate strutture soprattutto sul Columbia River, (tipologia più usata è quella a bacini successivi), e sullo Snake River per facilitare la risalita di salmoni e trote iridee, secondariamente per lamprede, cheppie, storioni e pesci gatto. Altre strutture sono state realizzate in Canada per la risalita del salmone artico tra gli anni 50 e gli anni 60 e molte altre, del tipo Denil, in Alaska. Addirittura è stata istituita una Commissione sui passaggi per pesci che raccomanda le tipologie di progetto e sorveglia sulla realizzazione delle strutture. Sono state costruite strutture in centro Canada e centro USA, non tutte però hanno avuto lo stesso successo. Sono registrate 35 scale tra 17

19 Parte Prima: GENERALITÀ Alberta, Saskatchewan e Manitoba del tipo a bacini successivi, realizzate per lucci, salmerini, trote fario, coregoni, altri Salmonidi; altre 5 scale del tipo Denil sono state erette sul Des Moines River (Katopodis e Rajaratnam, 1986). Queste sono state utilizzate anche da ciprinidi di 15 cm di lunghezza. Sulla Costa Atlantica sono state costruite strutture di tutti i tipi per la risalita del salmone atlantico, cheppie, anguille, trote e persici. Si contano circa 200 strutture del tipo a bacini successivi, 25 ascensori e 15 scale Denil (Conrad e Jansen, 1987). Gli stati interessati sono il Maine, il Massachussets e quello di New York. Una scala a bacini successivi, realizzata nel Maine, si distingue per le dimensioni: 227 m di lunghezza, 15 m di dislivello superato! Europa occidentale In Europa esiste una grande varietà di strutture derivanti maggiormente dalle esperienze raccomandate dal Committee on Fish Passes (1942). In Islanda sono state costruite scale per la risalita del salmone atlantico sia in presenza di ostacoli artificiali che naturali, la tipologia utilizzata quella a bacini successivi. In Irlanda molte strutture, soprattutto a bacini successivi, alcune anche del tipo a orifizi sul fondo sono state realizzate sui fiumi Shannon, Erne, Liffey e Lee. Salmoni, trote di mare, anguille hanno utilizzato queste opere. In Inghilterra e nel Galles attualmente sono state costruite molte strutture del tipo Denil con una serie di variazioni ed adattamenti ai vari ambienti fluviali, progettate anche da studi privati. Le specie favorite so-no la trota di mare e secondariamente l anguilla ed il salmone atlantico. In Scozia invece sono state realizzate molte strutture a bacini successivi con orifizi sommersi, di discutibile funzionamento, oppure chiuse Borland (Beach 1984). Le specie favorite sono il salmone atlantico e la trota di mare. Per le anguille sono usate setole sintetiche montate su canalette in metallo, legno o in polietilene. Nei paesi del Nord, ovvero Danimarca, Olanda sono state usate scale Denil per trote e salmoni così come scale a bacini successivi, In Svezia sono attualmente in funzione circa 400 passaggi per pesci, la maggior parte sono strutture a bacini successivi spesso realizzate in legno. In Norvegia al momento sono state censite 425 scale di risalita, 18

20 Parte Prima: GENERALITÀ la prima fu realizzata circa 130 anni fa sul fiume Gaula. Nei paesi nord-europei si usa far passare le anguille attraverso apposite strutture costituite da canalette con spazzole sintetiche sul fondo, ove i pesci possono arrampicarsi nuotando in una sottile lama d acqua. In Francia, la costruzione e progettazione di passaggi per pesci è molto attiva dagli ultimi 20 anni e molte strutture di ogni tipo sono state realizzate ad opera di Michel Larinier, che ha testato il funzionamento idraulico di moltissimi modelli. L esperienza francese è da considerarsi una delle più aggiornate, e costituisce un validissimo modello per la realtà italiana, che difficilmente può ispirarsi alle strutture erette sui grandi fiumi del Nord America. Si ricordi che in Francia la costruzione di passaggi per pesci ha permesso la ricolonizzazione della cheppia in antichi areali, perduti in seguito alla costruzione di molte centrali idroelettriche. Europa orientale In Polonia, sul fiume Vistola, sono state realizzate due strutture del tipo a bacini successivi, che permettono il superamento di un dislivello complessivo di circa 30 m. (Zarnecki 1960). I maggiori problemi di risalita si sono avuti però nei bacini tributari del Mar Caspio e del Mar Nero. Grandi centrali idroelettriche sul Volga, Don, Kuban, hanno impedito la migrazione di storioni, carpe, pesci gatto, persici e vari clupeidi. A questi problemi si sommano quelli della pesca indiscriminata e l inquinamento per l estrazione del petrolio, che hanno impoverito di pesce questi vasti bacini. Sono state realizzate grandi opere ad ascensore su tutti questi fiumi, ma non tutte hanno dato risultati soddisfacenti. America Latina Sono state registrate nel 1988 circa 50 strutture, localizzate soprattutto in Brasile, ma anche Argentina, Cile, Colombia. Le specie interessate sono appartenenti al genere Salminus e Prochilodus. I fiumi maggiormente interessati sono il Rio della Plata, l Orinoco e il Jacuì. La tipologia più diffusa è quella a bacini successivi, ma le specie migratrici sud-americane sono per la maggior parte completamente differenti dalle nostre, per cui è difficile paragonare l esperienza latino-americana alla realtà delle nostre acque. 19

21 Parte Prima: GENERALITÀ Africa Soltanto negli ultimi anni si è capita in Africa la necessità di realizzare passaggi per pesci, per cui vi sono poche installazioni. La più antica si trova in Sudan, presso Jebel Aulia Dam sul Nilo, per consentire la risalita del Persico del Nilo. Il risultato è stato insoddisfacente. In Sudafrica esistono alcune strutture basate sui principi validi per i salmonidi, ma si stanno sviluppando dei piani di ricerca per lo studio di strutture idonee alle altre specie presenti, soprattutto Mugillidi. Australia e Nuova Zelanda Nel 1984 erano catalogate 29 strutture (Harris, 1984) nel Sud-est australiano, ma attualmente ve ne sono di più, data la grande attività che si sta svolgendo in questo settore. Infatti le prime strutture non funzionavano bene ed è stata avviata un opera di revisione e di adattamento alle specie indigene. Le specie interessate sono anguille, trote iridee, lamprede, persici, Mugillidi ed altre specie tipiche dell emisfero australe. Cina Nel 1986 erano registrate circa 40 strutture (Xiangke Lu, 1988), ma si sa che poche hanno dato buoni risultati. Le specie interessate sono anguille e vari tipi di carpe indigene. Giappone In Giappone sono costruite circa 1400 strutture, per la maggior parte a bacini successivi ma anche del tipo Denil e ad ascensore. La specie maggiormente interessata è l Ayu, piccolo pesce (circa 25 centimetri) molto apprezzato dai giapponesi per essere consumato affumicato. Sudest Asiatico Sono registrati un passaggio per pesci in Tailandia ed uno in India per Ciprinidi e siluri (Pantulu 1988). Altri fiumi meriterebbero interventi per la ricchezza di specie migratrici. 20

22 Parte Prima: GENERALITÀ 5. Il fiume Sieve: una zona adatta alla sperimentazione La zona che costituisce l'oggetto di studio è costituita dal tratto del fiume Sieve dalla confluenza con l Arno a Dicomano, inclusi alcuni degli affluenti maggiori: in riva sinistra il torrente Moscia ed il torrente Comano, in riva destra il torrente Argomenna ed il torrente Uscioli; la porzione di bacino interessata è propriamente detta Val di Sieve. In questo tratto il decorso del fiume è pianeggiante, con un andamento regolare in cui si alternano ghiareti e rapide a profonde buche e mollaie. I torrenti Moscia e Comano sono invece dei tipici torrenti appenninici che raccogliendo le acque fresche di bacini montani si immettono nella Sieve dopo un corso breve e talvolta impetuoso. Il torrente Argomenna e l Uscioli, di dimensioni e portate inferiori ai precedenti, sono torrenti collinari aventi buona qualità delle acque e portate minime sufficienti alla vita dell ittiofauna anche durante il periodo estivo. La presenza di sbarramenti costruiti dall uomo ha impedito gli spostamenti dei pesci che dall Arno potevano risalire la Sieve ed i suoi affluenti, sia per scopi alimentari che riproduttivi. La scelta di questa zona è motivata quindi da una serie di caratteristiche biologiche ed idrauliche di questi corsi d acqua, che ne rendono alte le potenzialità di sviluppo, anche per successivi interventi di gestione: a) Qualità e varietà delle acque e dell ecosistema b) Alto grado di biodiversità c) Portata sufficiente nel periodo estivo d) Presenza di sbarramenti di varia tipologia e) Esistenza di zone di pesca a regolamento specifico L obiettivo è quello di realizzare una continuità tra Arno, Sieve e torrenti montani. 5.a. Qualità e varietà delle acque e dell ecosistema La Sieve, dopo l Arno, è il fiume di dimensioni maggiori della Provincia di Firenze. Le sue acque, classificate a Ciprinidi nel tratto in esame, provengono dalle montagne del Mugello e della Consuma, e non essendo stata molto forte la pressione antropica si possono ancora 21

23 Parte Prima: GENERALITÀ considerare poco inquinate. Il torrente Moscia ed il Comano, affluenti di sinistra provenienti da bacini montani scarsamente contaminati, sono caratterizzati da acque fresche e cristalline classificate a Salmonidi per circa metà corso. Questi due affluenti ravvenano la Sieve con portate discrete, e spesso notevoli durante le piene; il loro contributo è essenziale nel periodo primaverile - estivo, poiché apporta acque fresche ed ossigenate necessarie a molte specie ittiche. Come precedentemente detto, l Argomenna e l Uscioli, pur con portate modeste, contribuiscono al ravvenamento della Sieve oltre che all aumento della biodiversità, in quanto provenienti da ambienti naturali scarsamente contaminati. La Sieve e gli affluenti in questione rappresentano quindi un grande e complesso ecosistema, in cui sono presenti sia gli elementi tipici del fiume di pianura, sia quelli del torrente montano, il tutto inserito in un paesaggio di notevole valore estetico. Tale complesso paesistico sta divenendo una realtà molto interessante anche da un punto di vista storico-turistico-ambientale, poiché è in atto una forte politica di valorizzazione territoriale. 5.b. Alto grado di biodiversità Un ecosistema complesso come quello costituito dalla Sieve e dagli affluenti è fonte di biodiversità, poiché costituisce una ricca serie di habitat per specie animali e vegetali. Per quanto riguarda l ittiofauna, sia ha ricchezza in varietà e quantità, come illustrato nella successiva indagine ittiologica. Le specie presenti in queste acque infatti rappresentano gran parte del patrimonio ittico italiano: nella Sieve vivono soprattutto Ciprinidi (carpe, tinche, cavedani, barbi, vaironi, pighi, alborelle, lasche, scardole ecc.), ma sporadicamente si incontrano anche Salmonidi (trota fario) che probabilmente provengono dai torrenti montani, vi sono poi gruppi minori rappresentati da lucci, persici trota, ghiozzi, gobioni, anguille, pesci gatto, cobiti. Nei torrenti invece vi sono trote, provenienti ormai soltanto dai ripopolamenti, barbi, cavedani, rovelle ed altre specie tipicamente di ruscello come ghiozzi e vaironi. E evidente che la ricchezza del patrimonio ittico e l interesse per la sua tutela ha fortemente condizionato la scelta dalla zona oggetto di 22

24 Parte Prima: GENERALITÀ studio. 5.c. Portata nel periodo estivo La costante presenza di acqua è molto importante per valutare la necessità di un intervento. Infatti si deve tener presente che la maggior parte dei corsi d acqua, dopo la Primavera, si trasformano in rigagnoli, che i pesci non possono risalire, quindi la scelta si è orientata su corsi d acqua perenni che anche nei periodi di magra continuano ad essere abitati da fauna ittica. Inoltre se non vi fosse portata sufficiente non si potrebbero alimentare le scale di risalita, e quindi tutto il lavoro di progettazione non avrebbe senso. 5.d. Presenza di sbarramenti di varia tipologia L elevato numero delle opere di sbarramento permette una varietà di casi da analizzare, per cui lo studio può offrire una vasta panoramica sulle tipologie di intervento. Sulla Sieve le opere in alveo sono tre : pescaia di S. Francesco (Pontassieve), di Marino (a valle della Rufina), dell Alessandri (a monte della Rufina) oltre la quale il fiume non è più sbarrato fino a Vicchio, per un tratto di altri 19 km. Vi sono poi varie briglie di dimensioni minori sul Comano e sul Moscia; di particolare interesse per l impatto ambientale quelle che hanno sbarrato i corsi di questi torrenti proprio alla confluenza con la Sieve, ovvero nei punti più importanti per la frega. 5.e. Esistenza di zone di pesca a regolamento specifico L esistenza di queste zone dimostra già uno spiccato interesse delle autorità competenti e degli appassionati per queste acque: nel tratto in questione si hanno ben due zone No-Kill e una zona di divieto permanente di pesca. Questa scelta particolare è sintomo quindi di una volontà di tutela del patrimonio ittico, che potrebbe essere riaffermata e consolidata con la realizzazione delle opere di risalita e, all'occasione, con nuove zone a regolamento specifico, per ottenere una migliore gestione. Questo comporterebbe sicuramente un miglioramento della qualità e quantità dell ittiofauna, favorendo i processi naturali anziché quelli artificiali costituiti da grandi e costose immissioni di pesce d allevamento, col relativo inquinamento genetico dovuto a provenienze 23

25 Parte Prima: GENERALITÀ spesso sconosciute. L aumento delle potenzialità produttive delle acque ai fini della pesca e le proposte per la conservazione ed il miglioramento dell ambiente ai fini dell incremento ittiofaunistico sono punti fondamentali delle L.R. 30/10/82 n. 77 e L.R.24/4/1984 n. 25 sullo sviluppo e la tutela della pesca dilettantistica e della fauna ittica. I passaggi per pesci sono previsti in Toscana dalla Deliberazione n 155 del 20/5/1997, al punto Opere trasversali, briglie, soglie -: In ogni situazione in cui risulti tecnicamente possibile, tenuto conto della pendenza dell alveo e del dislivello da superare, in luogo della costruzione di manufatti di tipo tradizionale (briglie e traverse) in calcestruzzo o in gabbioni, si dovrà prevedere la realizzazione di una o più rampe in pietrame, di caratteristiche idonee per consentire anche la risalita della fauna ittica. Qualora la pendenza non consentisse la costruzione di rampe in pietrame, le briglie, preferibilmente in legname e pietrame, dovranno essere dotate di scale di risalita per i pesci, quando ubicate in tratti di corso d acqua di interesse per la fauna ittica (sentito il parere del competente Servizio Provinciale) o privo di sbarramenti trasversali Esempio di scala di risalita applicata ad una briglia preesistente (Provincia di Modena) 24

26 Parte Seconda Indagine ittiologica sui corsi d acqua in esame 1. L importanza della scelta della specie 2. Specie presenti 3. Specie da favorire 25

27 Parte Seconda: INDAGINE ITTIOLOGICA SUI CORSI D ACQUA 1. L importanza della scelta delle specie Nella realizzazione di una scala di risalita è opportuno specificare quali siano le specie presenti nel corso d acqua in esame e quali siano quelle che in particolare si vogliono avvantaggiare con una struttura di risalita. Questo non vuol dire che l opera funzioni solo per una determinata specie ittica, spesso infatti i risultati sono del tutto inattesi e si assiste alla rimonta di specie non previste, ma le caratteristiche idrauliche dei flussi all interno della struttura saranno tarate in base alle necessità e alle capacità natatorie di determinate specie privilegiate. Nello schema seguente è illustrato l iter, in base al rilievo delle specie presenti, per la progettazione di un passaggio per pesci: Indagine sulla popolazione ittica e scelta delle specie da favorire Periodo migratorio e riproduttivo di queste specie: frega Caratteristiche idrauliche del fiume durante la stagione della frega: portate min. e max. valutazioni sulle capacità natatorie Dimensionamento della struttura 26

28 Parte Seconda: INDAGINE ITTIOLOGICA SUI CORSI D ACQUA Le informazioni inerenti la fauna ittica presente nei corsi d acqua in esame sono state gentilmente fornite dalla dr.ssa A. Nocita Museo di Storia Naturale, sezione Zoologia, La Specola che ha realizzato il seguente lavoro, propedeutico alla stesura della nuova carta ittica provinciale: Monitoraggio della fauna ittica in provincia di Firenze, Bacino dell Arno. Relazione biennale , finanziato dall Assessorato Caccia e Pesca della Provincia di Firenze. Inoltre è stato consultato il volume Rete idroittica pubblica e potenzialità piscatoria (1985) edito dalla Provincia di Firenze, sono state realizzate delle interviste ai pescatori ed agli abitanti della zona. La dove sono disponibili carte ittiche aggiornate è ovviamente diretta l acquisizione dei dati. 27

29 Parte Seconda: INDAGINE ITTIOLOGICA SUI CORSI D ACQUA 2. Specie presenti Si riportano alcuni dati relativi ai campionamenti effettuati dalla dott.ssa Nocita nel biennio in varie stazioni sulla Sieve, torrente Moscia e torrente Comano. Si consideri che alcune specie, anche se non rilevate, possono comunque essere presenti poiché risultano esistere dall indagine del 1985 e nella memoria storica dei pescatori e di chi vive il fiume. Specie nome comune o locale Sieve Comano Moscia Alburnus alburnus alborella Alborella X Ameiurus melas Pesce gatto X Anguilla anguilla Anguilla X X Barbus plebejus Barbo comune X X X Barbus tyberinus Barbo X X Carassius carassius Carassio o Zoccolo X Chondrostoma genei Lasca X Chondrostoma soetta Savetta Cobitis taenia Cobite X Cyprinus carpio Linnaeus Carpa X Gobio gobio Gobione X Esox lucius Luccio Leuciscus cephalus Cavedano X X X Lepomis gibbosus Persico sole Leuciscus souffia Risso Vairone X X X Microupterus salmoides Persico trota X Oncorhynchus mykiss Trota iridea Padogobius bonelli Ghiozzo padano X Padogobius nigricans Ghiozzo dell Arno X X X Rutilus rubilio Rovella X X Rutilus pigus Pigo Rutilus x Leuciscus X Salmo trutta Linnaeus - Fario Trota fario X X X Scardinius erythrophalamus Scardola X Tinca tinca Tinca 28

30 Parte Seconda: INDAGINE ITTIOLOGICA SUI CORSI D ACQUA I dati relativi alla fauna ittica dei torrenti Argomenna ed Uscioli provengono esclusivamente dal volume del 1985 e da osservazioni personali poiché recentemente non sono stati effettuati campionamenti su questi torrenti. La fauna ittica del torrente Argomenna è caratterizzata nel corso basso da Ciprinidi, soprattutto cavedani, barbi e vaironi; il tratto a monte del ponte di S.Maria in Acone ospita ancora questi Ciprinidi, ma in quantità minori, e rara è la presenza di Salmonidi, costituiti essenzialmente da trota fario proveniente da ripopolamento. Il torrente Uscioli ospita prevalentemente una fauna ittica costituita da Salmonidi (trota fario); i Ciprinidi sono presenti essenzialmente nel tratto compreso tra la confluenza con la Sieve ed il Mulino, ma si trova anche qualche colonia di vaironi anche nei tratti più alti del bacino. La grande presenza di Ciprinidi nel bacino della Val di Sieve fa sì che la realizzazione di passaggi per pesci sia orientata prevalentemente su alcune specie di questa famiglia, e che il dimensionamento delle strutture sia determinato dalle caratteristiche idrauliche dei corsi d acqua in questione nello specifico periodo di frega. Tale periodo si estende dalla fine di Aprile alla fine di Giugno, ma può prolungarsi oppure abbreviarsi in dipendenza di eventi naturali particolari. Si esclude il dimensionamento dei passaggi per pesci sulle esigenze dei Salmonidi, che sono presenti nel bacino soprattutto in conseguenza di ripopolamenti piuttosto che per riproduzione naturale. Questo però non vuol dire che una trota non sia capace di usufruire di un passaggio costruito per altre specie come barbi e cavedani: le capacità natatorie dei Salmonidi sono notoriamente superiori a quelle dei Ciprinidi. Tuttavia, non volendo entrare nel complicato campo della fisiologia muscolare applicata alla fauna ittica, si ricorda soltanto che esistono delle tabelle che consentono di calcolare lo sforzo massimo che può compiere un pesce in base alla specie, taglia, temperatura dell acqua e durata dello sforzo. 29

31 Parte Seconda: INDAGINE ITTIOLOGICA SUI CORSI D ACQUA 3. Specie da favorire Nella famiglia dei Ciprinidi particolare attenzione al fine di agevolare la rimonta viene rivolta alla lasca (Chondrostoma genei), pesce migratore dei corsi d acqua di pianura e collinari. Importante è poi la rimonta del barbo, soprattutto perché nella Sieve vive ancora una specie endemica delle acque del centro-italia, il barbo tiberino (Barbus tyberinus), spesso confuso col barbo canino, che attualmente è in via di rarefazione. Anche la rovella (Rutilus rubilio), da non confondere col triotto, assai più stanziale, ha spiccate esigenze migratorie, e può essere inserita tra le specie da avvantaggiare. Tali specie risultano protette dalla Legge Regionale n. 56 del 6 Aprile 2000, che le colloca nell allegato A. Un altra specie da favorire, non appartenente ai Ciprinidi, è l anguilla (Anguilla anguilla), le cui caratteristiche migratorie sono ben note ma altrettanto poco noto è il calo demografico di questa specie su tutto il territorio nazionale a causa degli sbarramenti che impediscono il completo svolgimento del ciclo vitale. A conferma di queste scelte si riportano le seguenti affermazioni, estratte dal volume Pesci delle acque interne italiane (Gandolfi G., Zeronian S., Torricelli P., Marconato A., 1991), edito dall Istituto Poligrafico e Zecca di Stato. Per quanto riguarda la lasca L abitudine a rimontare i fiumi nel periodo riproduttivo è fortemente ostacolata dagli sbarramenti che vengono costruiti lungo i corsi d acqua e dalla scarsa presenza di scale di rimonta e ciò ha fortemente inciso sul calo di densità di questa specie A proposito dell anguilla invece è scritto La rimonta dei fiumi da parte di questa specie è fortemente ostacolata da briglie e dighe presenti lungo i corsi d acqua, ma le semine di esemplari hanno fino ad oggi impedito un restringimento dell areale di distribuzione Inoltre si ricordi che altri pesci, pur non compiendo delle vere e proprie migrazioni, compiono comunque degli irregolari spostamenti, per cui il numero di specie coinvolte risulta in realtà molto maggiore. Ciò è convalidato anche dal volume Rete idroittica pubblica e potenzialità piscatoria edito dalla Provincia di Firenze, che a proposito del torrente Moscia, prima della costruzione della briglia alla confluenza con la Sieve, affermava: Nel medesimo tratto, nel periodo primaverile vi è una notevole presenza di cavedani che rimontano dal Sieve. Questo, in particolare avviene durante il ciclo riproduttivo della spe- 30

32 Parte Terza Rilievo e Progettazione 1. Analisi generale 2. Fiume Sieve 3. Torrente Moscia 4. Torrente Comano 5. Torrente Argomenna 6. Torrente Uscioli 31

33 Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE 1. Analisi generale Al fine di un analisi completa, capace di descrivere e fornire un quadro generale riguardo la zona in questione, così si è proceduto: La zona è stata suddivisa per corsi d acqua, ovvero fiume Sieve, affluenti di sinistra (Moscia e Comano), affluenti di destra (Argomenna e Uscioli); il tratto della Sieve in studio termina idealmente alla confluenza col Comano, ma in realtà fino a Vicchio non esistono più sbarramenti, per cui si deve considerare nei risultati una continuità fluviale maggiore di quella relativa alla zona presa in esame. Per ogni corso d acqua è stato realizzato un capitolo contenente: Breve descrizione del bacino in esame, aspetti geomorfologici, vegetazionali, faunistici, ovviamente con particolare riferimento all ittiofauna presente. Caratteristiche idrauliche del corso d acqua: dati relativi alle portate, regimi durante i periodi di migrazione della fauna ittica. Questi dati, come già detto, sono essenziali per la progettazione di strutture di risalita poiché da questi dipende il dimensionamento della struttura stessa. Rilievo e descrizione degli sbarramenti esistenti: ogni sbarramento è stato rilevato, descritto e poi catalogato con una lettera maiuscola che corrisponde all iniziale del torrente su cui si trova e con un numero progressivo da valle verso monte: ad esempio il primo sbarramento del Comano si indica con C1. Tali sigle sono riportate sulle immagini cartografiche. Fondamentale, ai fini della decisione di intervento o meno, il rapporto tra la lunghezza del tratto ipotizzato senza sbarramenti ed il numero di sbarramenti che invece lo divide. Analisi delle priorità: ovvero evidenziare, in base alle nozioni precedentemente acquisite, quali sono quegli sbarramenti che arrecano maggior disturbo al continuum fluviale. A monte di questa considerazione vi è una valutazione di tipo economico, anche se molto sommaria poiché una dettagliata analisi costi-benefici richiede delle cono- 32

34 Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE scenze di tipo idrobiologico che attualmente non si hanno, come il rapporto biomassa ittiofauna / metro quadrato di letto fluviale. Infatti sarebbe improponibile considerare come interventi prioritari strutture eccessivamente costose oppure in numero troppo elevato rispetto a brevi tratti di corso d acqua: si è scelta la soluzione di arrestare il proseguimento dei rilievi e della progettazione di fronte ad ostacoli troppo impegnativi per numero o dimensioni. Progettazione dei passaggi per pesci per le situazioni di primaria importanza (interventi di prima priorità). Questa è la parte realizzativa del presente lavoro, ovvero in base ai dati reperiti con la ricerca svolta si propongono delle soluzioni, ovvero dei progetti di passaggi per pesci adatti alle varie situazioni. Tali interventi, nelle seguenti immagini progettuali, sono riprodotti col colore rosso per ottenerne una migliore visualizzazione. La Gave de Pau, Francia. Complesso sistema di bacini successivi realizzato da M. Larinier per consentire la migrazione di cheppie e salmone atlantico 33

35 Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE 2. Fiume Sieve Caratteristiche generali Il fiume Sieve nasce dal Monte Cuccoli a 633 m.s.l.m. in Comune di Barberino di Mugello e confluisce in Arno a Pontassieve, a quota 73 m.s.l..m. Il bacino imbrifero è caratterizzato da due porzioni ben distinte: il Mugello (dalle sorgenti fino a monte di Dicomano) e la Val di Sieve (da Dicomano alla confluenza in Arno). Lunghezza asta fluviale 58 km Area bacino 850 km 2 Fattore di forma F=A/L 2 (Horton) Rapporto di allungamento Geomorfologia nei tratti interessati (tratto della Val di Sieve) Arenarie del Macigno del Mugello e del Chianti Nel tratto compreso fra Bilancino e Vicchio il fiume ha un andamento a bassa sinuosità, percorrendo il margine meridionale dell antico bacino lacustre del Mugello. Immediatamente a valle di Vicchio, per circa 6 km, il corso d acqua assume un tracciato meandriforme: in questo tratto, di particolare bellezza, superati completamente gli affioramenti fluvio-lacustri del Mugello e subendo quindi i condizionamenti litologico-tettonici del substrato roccioso, la direzione della valle subisce una brusca variazione disponendosi in direzione NNW-SSE. Superato il tratto meandriforme il fiume torna ad assumere un andamento a bassa sinuosità, o per alcuni tratti pressoché rettilineo. All altezza di Dicomano l alveo entra in contatto con gli affioramenti di Arenarie del Pratomagno-Falterona,, appartenenti alle Unità del Monte Cervarola. Questo comporta un fondo pressoché fisso e nel tempo non si sono verificate sostanziali situazioni di cambiamento, come testimoniano documenti risalenti al 700. Il profilo di fondo dell intero corso d acqua da Bilancino a Pontassieve è quindi distinto in due parti nettamente differenti tra loro: nella conca lacustre del Mugello il fiume Sieve presenta scarsa pendenza, mentre dal tratto Vicchio Dicomano assume forti pendenze in corrispondenza di un substrato roccioso delle arenarie, caratteristico della Val di Sieve. 34

36 Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE Questa situazione comporta una sostanziale stabilità del tratto di fiume in esame, soprattutto fino a Contea, mentre nel tratto finale si osserva una leggera fase di deposito, localizzata soprattutto in alcune zone. Lungo il suo corso la Sieve raccoglie le acque di un centinaio di torrenti; la sua vallata è sempre stata un itinerario preferito sia da pescatori che da gitanti: non mancano infatti scorci e scenari di notevole valore paesaggistico; contemporaneamente fornisce habitat preziosi per l ittiofauna e l avifauna. Gli stabili affioramenti rocciosi e gli ampi ghiareti costituiscono infatti la base per lo sviluppo della fauna bentonica, per la crescita di substrati vegetali adatti a costituire la base trofica per le specie erbivore, sono inoltre ottimi letti di frega. Si alternano alle zone di rapida zone di calma, ricche di vegetazione riparia, e questa alternanza tra svariati tipi di ambiente fluviale è fonte di biodiversità, come dimostra la ricchezza di specie ittiche presenti. Le acque della Sieve ospitano soprattutto Ciprinidi reofili come barbi, vaironi, lasche e Ciprinidi limnofili come cavedani, alborelle, scardole, carassi, carpe, tinche, pighi; vi sono anche specie appartenenti ad altre famiglie: anguille, cobiti, ghiozzi, lucci, trote fario ed ancora altre. Attualmente, in conseguenza dei lavori per la realizzazione della tratta Alta Velocità si stanno facendo alte le pressioni sull ambiente, dovute soprattutto alle escavazioni, agli scarichi, alle cantierizzazioni e ai campi base. Nonostante questo il volume edito dalla Provincia di Firenze Qualità e portata dei fiumi della provincia di Firenze afferma che la qualità delle acque testimonia un buon potere autodepurativo del fiume grazie alle peculiari caratteristiche idrogeologiche, morfologiche nonché alla sua buona portata nel periodo di magra. Tale portata è oggi garantita con l entrata in funzione, a pieno regime, della Diga di Bilancino (questo fatto è da considerarsi molto positivo per la vita del fiume). Gli aspetti idrologici del fiume Sieve sono stati monitorati per un lungo periodo, e oggi abbiamo una serie storica di dati molto ricca: l Istituto Idrografico di Pisa ha registrato dal 1931 l andamento delle portate ponendo una stazione a Fornacina, alla sezione di chiusura del bacino. Al fine della realizzazione e del funzionamento delle scale di risalita, sono importanti soltanto i valori di portata nel periodo della riproduzione delle specie interessate, per cui non risultano fondamentali i valori di massima o di minima assoluta. Inoltre, come prima accennato, sono cambiate le cose dall entrata in funzione dell invaso di Bilancino ed i valori di portata minima, che generalmente si raggiun- 35

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