COLLEGIO DI ROMA. Membro designato dalla Banca d'italia. (RM) CORAPI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari

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1 COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: (RM) MARZIALE (RM) DE CAROLIS (RM) ROSSI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (RM) CORAPI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (RM) MARINARO Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore ROSSI CLAUDIA Nella seduta del 13/06/2014 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO La presente controversia scaturisce da una richiesta di mutuo disattesa dalla banca convenuta ed è incentrato sula condotta dell intermediario nella fase precontrattuale. Riferisce la ricorrente di essersi recata nel mese di luglio 2012 presso la Filiale della banca convenuta con la quale intrattiene rapporti di deposito e finanziamento da circa dieci anni per ottenere un mutuo di ,00, finalizzato all'acquisto del 50% di un appartamento, di cui la ricorrente era già proprietaria per il restante 50%. Pag. 2/6

2 La ricorrente riferisce di essere già intestataria di un mutuo di originari euro, concessole dalla medesima banca nel 2004: mutuo ormai in fase di estinzione, sul quale paga regolarmente una rata mensile di 750,00 euro. Il direttore dell'agenzia bancaria avrebbe proposto alla ricorrente l'accensione di un mutuo comprensivo del debito residuo del mutuo in essere e di quello nuovo, con rata mensile di 400,00 circa, quindi sensibilmente inferiore rispetto a quanto periodicamente versato fino a quel momento dalla ricorrente. L'istruttoria della pratica veniva ufficialmente aperta il come del resto evidenziato in una segnalazione in Crif - successivamente al deposito, secondo quanto affermato dalla ricorrente, di tutta la documentazione richiesta dall'istituto bancario, compreso il Modello 740 attestante il reddito. Espone altresì la ricorrente, di aver sottoscritto il 2 ottobre 2012 il contratto preliminare di compravendita, nel convincimento che, depositata la perizia, la pratica di mutuo stesse procedendo senza problemi. Con il preliminare, redatto in forma privata e registrato successivamente in data , la ricorrente si assumeva l'obbligo di stipulare il contratto definitivo entro il 30 marzo 2013 versando contestualmente a titolo di caparra confirmatoria ex art c.c. l'importo di ,00. Dopo un periodo di stasi, apparentemente immotivato, il la banca convenuta sollecitava alla ricorrente la relazione notarile preliminare che veniva inoltrata direttamente dal Notaio incaricato pochi giorni dopo, vale a dire il 20 gennaio Riferisce altresì la ricorrente di aver prudenzialmente richiesto al promittente venditore una proroga del termine per la stipula del contratto definitivo di compravendita, sicché il termine veniva spostato dal al Il 15 febbraio 2013 la Banca comunicava alla ricorrente l'esistenza di una segnalazione negativa nella Centrale rischi gestita dalla Banca d Italia, effettuata da un terzo intermediario con riferimento ad un ulteriore mutuo rilasciatogli da quell istituto. La segnalazione, che sarebbe poi stata attribuita ad un disguido dovuto ad "un mero disallineamento procedurale", veniva rettificata come poi comunicato anche dalla Banca d'italia alla stessa ricorrente il 14 maggio La ricorrente corrispondeva poi ad un ulteriore richiesta del modello 740 aggiornato con i dati riferiti al 2013 e, in tale occasione, faceva presente alla banca di essere in attesa di arretrati pensionistici per circa euro nonché della prima rata di pensione, dell ammontare di 353 euro, di poco inferiore alla rata del mutuo richiesto, somme che sarebbero state effettivamente accreditate sul conto della cliente rispettivamente il 17 luglio e il 1 agosto Pag. 3/6

3 Peraltro, ai primi di luglio la banca convenuta rifiutava il mutuo richiesto per insufficienza di reddito. Il la ricorrente inoltrava un reclamo con il quale lamentava l incongruenza dei tempi di risposta (un anno) dalla domanda di mutuo, evidenziava gli elementi che non avrebbero fatto presagire l esito della domanda e sottolineava i risvolti di carattere legale connessi al compromesso dalla stessa sottoscritto. La banca replicava il rivendicando la propria autonomia nella valutazione del merito creditizio asserendo sotto il profilo della tempistica che la ricorrente avrebbe completato la documentazione a corredo della richiesta soltanto tra il mese di maggio e quello di giugno Con il presente procedimento, instaurato il con l assistenza di un legale di fiducia, la ricorrente espone nuovamente la vicenda e rivendica un risarcimento dei danni che le sarebbero stati provocati dal comportamento non conforme ai principi di correttezza e buona fede tenuto dalla banca resistente nella fase precontrattuale (art c.c.). Osserva altresì che il comportamento della banca risulta difforme anche dalle indicazioni fornite dall Associazione bancaria italiana (circ. serie legale n.6 del ) e dalle Istruzioni della Banca d Italia (comunicazione del ). La ricorrente sottolinea in particolare che l inatteso rifiuto del mutuo, avvenuto dopo circa un anno dell inizio della trattativa, nel mese di luglio 2013, non le avrebbe consentito di ricercare ed ottenere un mutuo alternativo nei tempi prescritti dal compromesso (30 settembre). Quanto ai danni essi vengono quantificati in: a) euro a titolo di caparra confirmatoria versata e non restituita. A tale riguardo, la ricorrente allega documentazione dalla quale risulta che il promesso venditore ha rifiutato di prorogare ulteriormente la data di stipula del contratto di compravendita incamerando la caparra a suo tempo versata; b) euro per disagi e costi sopportati dalla ricorrente in previsione dell erogazione del mutuo, costi tra l altro afferenti alla relazione notarile richiesta dalla banca e al sollecito intervento richiesto per ottenere la rettifica dell erronea segnalazione pregiudizievole in Centrale dei rischi; c) euro, quale locazione per un anno della porzione di immobile non più venduta, a seguito della pretesa manifestata dal comproprietario, già promittente Pag. 4/6

4 venditore, di ottenere un canone di locazione di 200 euro mensili per la parte di immobile restata di sua proprietà; d) euro quale rimborso delle spese di assistenza legale per il presente procedimento, il tutto, per un totale di euro. Nelle controdeduzioni presentate il la banca convenuta ribadisce la correttezza del proprio comportamento, secondo le argomentazioni già esposte in risposta al reclamo, e chiede che il ricorso venga respinto in quanto infondato. La banca, oltre a riaffermare la propria autonomia in materia di erogazione del credito, asserisce che il diniego al mutuo comunicato il avrebbe comunque consentito alla ricorrente di valutare situazioni alternative. La ricorrente ha controreplicato il riaffermando le proprie ragioni e ribadendo di aver costantemente versato alla banca la documentazione dalla stessa richiesta. Con messaggio del 27 maggio scorso, su richiesta del Collegio, ha integrato la documentazione versando in atti le distinte di versamento, peraltro scarsamente leggibili, degli assegni circolari e la matrice dei quattro assegni circolari corrispondenti alla caparra versata in sede di compromesso. DIRITTO Il ricorso è fondato nei limiti di seguito indicati. In ordine al comportamento dell intermediario nello svolgimento della trattativa precontrattuale, questo Collegio non può che censurare la tardiva manifestazione del rifiuto al mutuo, a fronte di una trattativa protrattasi per circa un anno considerato anche che alla ricorrente era già stata esplicitamente richiesta la relazione notarile. Sicché la cliente non poteva non fare affidamento sull imminente accoglimento della propria domanda. Parimenti tardiva appare la motivazione espressa dall intermediario con riferimento all incapienza reddituale della richiedente, considerato tra l altro che trattandosi di una cliente con la quale la banca intratteneva rapporti da circa un decennio, tale situazione non poteva non essere già conosciuta dalla medesima. Sicché il Collegio, pur mantenendosi doverosamente estraneo a qualsiasi valutazione del merito creditizio, non può che osservare che la banca resistente ha violato i basilari Pag. 5/6

5 principi di correttezza e buona fede ed è incorsa nella responsabilità precontrattuale di cui all art c.c. (cfr. in proposito, tra le altre, le decisioni di questo Collegio n. 547 del , 297 del , n dell ). Quanto alla quantificazione della rivendicazione risarcitoria, si osserva quanto segue. In ordine alla caparra, dalla documentazione da ultimo versata in atti dalla ricorrente emerge che i quattro assegni circolari appositamente versati sarebbero stati emessi in data di gran lunga precedente alla data del compromesso vergato mediante scrittura privata il : vale a dire il , il , il e il Quanto agli importi, il primo di tali assegni emesso in data , sembrerebbe di euro mentre l importo raffigurato nelle matrici dei restanti tre assegni è rispettivamente di 2.000, e, ancora, euro, per un totale apparente di euro. Da quanto precede questo Collegio, che peraltro non dispone della documentazione versata alla banca in sede di richiesta del mutuo, non ritiene che la citata scrittura privata intercorsa tra la ricorrente e il promittente venditore costituisca un adeguato elemento probatorio a supporto della perdita della caparra di euro costituita da assegni emessi circa 9-12 mesi prima dell atto e per un importo complessivo incerto (apparentemente euro e non ). Quanto agli ulteriori costi subìti dalla ricorrente, questo Collegio li ritiene risarcibili per effetto della accertata responsabilità precontrattuale della banca nella intera vicenda e li liquida in via equitativa nella complessiva somma di euro. P.Q.M. Il Collegio dispone che l intermediario corrisponda alla ricorrente la somma complessiva di euro 2.500,00. Respinge ogni ulteriore domanda. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6