LIFE09 ENV/IT/ FINAL Report 30/06/2014. Achieving good water QUality status in intensive Animal production areas - AQUA

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1 LIFE Project Number LIFE09 ENV/IT/ FINAL Report Covering the project activities from 01/10/2013 to 31/03/2014 Reporting Date 30/06/2014 LIFE+ PROJECT NAME or Acronym Achieving good water QUality status in intensive Animal production areas - AQUA Project Data Project location Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia Project start date: 01/10/10 Project end date: 31/03/2014 Extension date: -- Total Project duration (in months) 42 months Total budget ,00 Total eligible budget ,00 EU contribution: ,00 (%) of total costs 49,76% (%) of eligible costs 49,89% Beneficiary Data Name Beneficiary. Contact person Mr Marco Ligabue Postal address Viale Timavo, 43/2, Reggio nell'emilia Visit address Viale Timavo, 43/2, Reggio nell'emilia Telephone Fax: m.ligabue@crpa.it Project Website

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3 1. List of contents 1. List of contents 3 2. Executive Summary Sommario Summary 7 3. Introduction 9 4. Administrative part Descrizione della gestione del progetto Presentazione del progetto Organigramma del team di progetto e della struttura per la gestione del progetto Attività condotte per la gestione del progetto Reports consegnati alla Commissione Valutazione della gestione del progetto Technical part Actions Azione 1: Riduzione dell'azoto escreto negli allevamenti, attraverso l'applicazione di diete ad elevata efficienza Azione 2: Gestione agronomica volta a ridurre le perdite di nutrienti dai terreni alle acque Azione 3: Misure agro-ambientali per intercettare i flussi dei nutrienti dai campi coltivati Azione 4: Trasferimento di frazioni solide degli effluenti zootecnici ad aree agricole a bassa densità di allevamenti Azione 5: Sviluppo e validazione di un supporto informatico per la tracciabilità e la certificazione della gestione dell'azoto Azione 6: Valutazione della sostenibilità economica ed ambientale delle strategie di gestione proposte Azione 7: Networking e trasferibilità Azione 8: Divulgazione, dimostrazione e comunicazione Azione 9: Gestione del progetto da parte di CRPA 59 3

4 Azione 10: Monitoraggio e valutazione Azione 11: Audit Azione 12: After-LIFE communication plan Dissemination actions Evaluation of Project Implemention Analysis of long-term benefits Commenti sul report finanziario Commento sui costi sostenuti Accounting system Auditor's report/declaration Summary of costs per action Annexes Administrative annexes Technical annexes Dissemination annexes Final table of indicators 109 4

5 2. Executive Summary 2.1 Sommario Il principale obiettivo del progetto è stato quello di ottimizzare la gestione dei nutrienti nelle aziende zootecniche al fine di contribuire alla riduzione dell'inquinamento delle acque, sia sotterranee che superficiali. Per raggiungere questo obiettivo il progetto ha previsto interventi a diversi livelli in 9 aziende zootecniche dimostrative, distribuite nelle 5 regioni partecipanti al progetto, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia-Giulia, come di seguito specificato: 1. introduzione di tecniche di alimentazione che consentano la riduzione dell azoto escreto in allevamenti di bovini da latte, da carne e suinicoli da ingrasso ; 2. introduzione di riparti colturali caratterizzati da lunga stagione di crescita vegetativa e da elevate asportazioni di azoto, e di tecniche innovative di applicazione dei liquami in grado di massimizzare l'efficienza d'uso fertilizzante dell'elemento; 3. introduzione di tecniche agro-ambientali (fasce tampone, fitodepurazione) atte a ridurre il flusso dei nutrienti verso i corpi idrici recettori al fine di proteggere la risorsa idrica; 4. delocalizzazione delle frazioni solide degli effluenti, attraverso la loro valorizzazione come fertilizzanti, in aree con terreni deficitari di sostanza organica ed a rischio di perdita della fertilità, al fine di ridurre la pressione ambientale nelle aree ad elevata densità di capi all'interno delle zone vulnerabili ai nitrati (ZVN); 5. dare evidenza alle pratiche di stalla (alimentazione a ridotto tenore azotato) e di campo (delocalizzazione delle frazioni solide degli effluenti) attraverso l'uso di tool appositamente implementati e resi disponibili sul sito web del progetto. Nel primo anno il lavoro è stato dedicato al reperimento e attivazione delle aziende dimostrative e all'avvio delle attività. Per l'azione 1 in particolare i rilievi in allevamento (consumi, acquisti, vendite, performance produttive) e i campionamenti di alimenti hanno consentito di ottenere il bilancio e l'efficienza d'uso dell'azoto per la situazione ex-ante. Nel 2012, secondo anno, sono state introdotte le razioni modificate per il tenore proteico e sono proseguiti i rilevi al fine di calcolare il primo bilancio dell'azoto ex-post. Nel corso dell'ultimo anno i rilievi sono proseguiti secondo lo stesso schema del secondo anno, al fine di verificare e consolidare i risultati di allevamento, in seguito all'introduzione delle razioni modificate. Sulla base dei risultati di terzo anno sono stati infine redatti i bilanci dell'azoto ex post consolidati a livello dell'allevamento. In riferimento all'azione 2 sono stati monitorati, sotto l'aspetto agronomico ed ambientale, diversi appezzamenti per ogni azienda (indicator plots), sui quali dopo avere verificato la situazione ex ante (2011) sono state applicate a partire dal 2012 tecniche agronomiche innovative (riferite a distribuzione dei fertilizzanti organici, rotazioni colturali) atte a rendere più efficiente l'uso dell'azoto in campo e diminuire così la quantità di nitrati rilasciati alle acque. Sono inoltre stati rilevati i dati necessari a definire il bilancio azotato a livello dell'intera azienda agricola (farm-gate balance), sia prima che dopo l'introduzione delle nuove tecniche. Analogamente all'azione precedente i rilievi sono proseguiti nel 2013, sia sugli 5

6 indicator plot sia a livello dell'intera azienda; il lavoro del terzo anno di attività ha consentito di redigere i bilanci dell'azoto consolidati a livello dell'intera azienda. Per quanto riguarda le misure agro-ambientali (A.3) nel corso del 2011, primo anno, sono stati attivati i due siti provvisti di fasce tampone e zona umida, implementati con la finalità di verificare la capacità di tali dispositivi di intercettare i nutrienti non assorbiti dalle colture e presenti nelle acque e sono stati avviati i primi rilievi; quindi nel biennio sono proseguiti i rilievi quanti-qualitativi delle acque e delle colture, rilievi che hanno confermato i positivi effetti ambientali di tali dispositivi. Per l'azione 4 il primo anno è servito per costituire il Consorzio per la separazione dei liquami ed il trasferimento delle frazioni solide mentre dal secondo anno è stata avviata l'attività di separazione solido-liquido dei reflui da parte delle aziende aderenti al Consorzio ed è iniziato il trasferimento della frazione solida dalle aree zootecniche ai terreni che necessitano di apporti organici, nella provincia di Mantova. Le prove di separazione solido-liquido degli effluenti sono state condotte nei primi due anni ( ) in diverse condizioni operative mentre le prove agronomiche di valutazione dell'efficacia fertilizzante del solido separato in tre regioni sono state condotte nel biennio Nell'ambito dell'azione 5 (Tracciabilità e certificazione) il tool destinato a dare evidenza ai movimenti di azoto in allevamento (alimenti, animali, prodotti) e in azienda, in particolare con le frazioni solide degli effluenti, al fine di tenerne traccia, è stato realizzato nel primo anno mentre nel secondo anno è stato verificato ed affinato. La verifica è stata effettuata utilizzando i dati rilevati nelle aziende dimostrative nell'ambito delle azioni 1 e 2. Nell'ultimo anno è stata prodotta e pubblicata nel sito web del progetto la versione definitiva. Le attività previste per l'azione 6, cioè la valutazione della sostenibilità economica e ambientale, è stata regolarmente portata avanti in parallelo alle azioni 1 e 2, prima con le valutazioni ex-ante, poi con quelle ex-post, derivanti dall'introduzione degli interventi migliorativi in allevamento e in azienda. Per il networking (A.7) sono stati effettuati gli incontri con il gruppo di esperti europei per la presentazione delle attività condotte e dei dei primi risultati; l'ultimo incontro è stato organizzato in concomitanza con la conferenza finale. Per quanto riguarda la divulgazione (A.8) sono state completate le diverse attività di dimostrazione presso le aziende coinvolte nel progetto, i corsi di formazione, gli incontri presso le scuole e la pubblicazione di articoli tecnici sui risultati. La misura del raggiungimento dei risultati attesi è stata verificata attraverso l'applicazione del protocollo di monitoraggio stabilito in fase di progettazione (A.10). Il principali output del progetto sono costituiti dai dati, dalle relative elaborazioni e conclusioni delle singole azioni, contenuti nei report (deliverables) ad esse dedicati. I risultati del progetto sono stati veicolati agli utenti finali (allevatori, agricoltori, tecnici, funzionari delle amministrazioni pubbliche a livello locale e centrale) attraverso le azioni di divulgazione e dimostrazione portate a termine nel corso del triennio. Infine costituiscono un altro importante output i due tool, utilizzabili dal sito web, dedicati al calcolo del bilancio dell'azoto e alla delocalizzazione della frazione solida del liquame zootecnico sottoposto a separazione solido-liquido. Il presente report rende ragione dell'attività condotta nelle diverse azioni che compongono il progetto e dei risultati ottenuti, riferiti all'intero triennio di lavoro; si evidenziano infine le problematiche di natura sia tecnica sia finanziaria incontrate in corso di svolgimento. Nella parte amministrativa è descritta la metodologia di gestione del progetto: la pianificazione temporale delle attività, l'organigramma del progetto, la responsabilità dei 6

7 beneficiari, le attività condotte dal beneficiario coordinatore per la gestione del progetto e la valutazione della gestione stessa. La parte tecnica contiene la descrizione delle azioni, delle attività condotte e dei risultati, la descrizione delle attività di dimostrazione e divulgazione, la valutazione riguardante il raggiungimento dei risultati attesi e, infine, l'analisi dei benefici di lungo termine. Infine sono riportate le informazioni e i commenti riguardanti il report finanziario. 2.2 Summary The Project s main objective was the optimising of the management of nutrients in livestock farms with a view to contributing to the reduction of both subterranean and surface water pollution. To achieve this objective the project envisaged initiatives at different levels in nine demonstrative livestock farms distributed over the five regions participating in the project (Piedmont, Emilia-Romagna, Lombardy, Veneto and Fruili Venezia-Giulia) as specified below: 1. The introduction of feeding techniques allowing the reduction of excreted nitrogen in dairy and beef farms and pig fattening farms; 2. The introduction of crops characterised by lengthy vegetative growing season and a high level of nitrogen take-up together with innovative slurry spreading techniques capable of maximising the fertilising use efficiency of the element; 3. The introduction of agro-environmental techniques (buffer strips, constructed wetlands) capable of reducing the flow of nutrients into the receiving water bodies in order to protect water resources; 4. The delocalisation of the solid fraction of effluent through enhancement as fertiliser, moving it to areas where soils are poor in organic matter and in danger of losing fertility, while also reducing the environmental pressure on areas with high livestock density within nitrate vulnerable zones; 5. Drawing evidence to cowshed and pigsty practices (provision of feed with reduced nitrogen content) and field practices (delocalisation of solid fraction of effluent) through the use of software tools specifically implemented and made available on the Project s website. In the first year the work was concentrated on the identification and start-up of demonstrative farms and on the initiation of the work. In the case of Action 1 in particular, farm surveys were conducted (consumption, purchases, sales and productive performance) together with the sampling of feed has allowed to obtain the nitrogen balance and use efficiency for the e ex-ante situation. Feed rations with modified protein content were introduced in 2012, the second year, while surveys were continued in order to calculate the first ex-post nitrogen balance. In the last year the surveys were continued along the same lines as those of the second year, in order to verify and confirm the results obtained. At the end of the project the consolidated nitrogen barn gate balances were drown up. With reference to Action 2, a number of indicator plots for each farm were monitored from the agronomic and environmental point of view. In 2011 the situation ex-ante has been monitored. Starting from 2012 innovative agronomic techniques (such as the spreading of organic fertilizers and crop rotation) had been applied to the plots designed to render field nitrogen use more efficient and thus reducing the quantities of nitrates released into the water 7

8 table. In addition, surveys were carried out at the farm level in order to produce the data necessary for the definition of the nitrogen balance for the entire farm (farm-gate balance) both before and after the introduction of the new techniques. Analogously to action 1, the surveys were continued during 2013 at the whole farm level: the work carrid out in the third year allwed to drow up the nitrogen farm gate balances. So far as the agro-food measures were concerned (A. 3), the site with a buffer zone and the site with a wetland area were activated during 2011, first year of the project, in order to identify the ability of such features to intercept the nutrients not absorbed by the crops and present in the run-off water, and th first data have been obtained. In the period quanti-qualitative surveys of water resources and crops were carried out on the two experimental sites: the data confirm the ability of these devices to intercept the nutrients. Under Action 4 in the first year has been formed the Consortium for the separation of slurry and the transfer of solid fraction. From the second year work was begun on the solid-liquid separation of slurry by the Consortium member farms and on the transfer of the solid fraction from the livestock areas to the lands requiring organic matter input in the Province of Mantua. The solid-liquid separation tests were conducted on the effluents in different conditions in the first two years ( ), with agronomic tests on the effectiveness of the separated solids as a fertilizer carried out in three regions during the two last years ( ). Under Action 5 (traceability and certification) the tool designed to highlight nitrogen flows in the stable (feed, animals and products) and in the farm, in particular solid fraction of slurry in order to keep track of the same, has been created in the first year while the second year saw the further testing and refinement. Tests were conducted using the data identified in the demonstrative farms in the context of Actions 1 and 2. During the last year the final versions of the tools were implemented and published on th website of the project. The activities planned for Action 6, that is the assessment of economic and environmental sustainability, were carried forward in parallel to actions 1 and 2, with the assessment of the ex-ante situation and, in the last two years, the ex-post situation, deriving from the introduction of the livestock and farming improvements. Networking activities (A. 7) were carried out with the holding of the tree meetings of the group of European experts with the presentation and discussion on both the activities carried out and the results obtained; the last meeting has been held in conjunction with the final conference. The dissemination activities (A. 8), completed in the third year, took the form of demonstrative activities on the farms involved in the Project, training courses, meetings at schools and the publication of technical articles dealing with the project results. The extent to which expected results were achieved was measured by the application of the monitoring protocol set out during the planning stage (A. 10). The Project s main outputs have been in the form of data, the related elaboration and the conclusions of the individual actions contained in the reports (deliverables) writing up such actions. The results of the Project have been conveyed to the end users (farmers, technicians and public administration officials from both local and central government) through the various dissemination and demonstrative actions implemented over the three-year period. Finally, the two software tools usable through the web site also represent important outputs. They can be used for the calculation of the nitrogen balance sheet and the delocalisation of the solid fraction of livestock slurry subjected to solid/liquid separation. This report provides evidence of the activities carried out under the different actions making up the Project and of the results obtained during the three year period. Finally, it also 8

9 highlights the problems encountered both of a technical and a financial nature during the conduct of the various activities. The administrative part describes the management activity for the conduct of the Project: the planning of activities over time, the Project s organisational diagram, the responsibilities of the beneficiaries, the activities carried out by the co-ordinating beneficiary in the project management and the project management assessment. The technical part contains the description of the actions, the activities carried out and their results, a description of the dissemination and demonstrative activities, the assessment of the extent to which the objectives were achieved and, in conclusion, an analysis of long-term benefits. All the above has been rounded off with information and comments relating to the financial report. 3. Introduction I Piani di gestione delle acque elaborati in attuazione della Direttiva quadro 2000/60/CE, analizzati in dettaglio dalla Commissione Europea nella Relazione al parlamento e al Consiglio sullo stato di attuazione della citata Direttiva evidenziano che l agricoltura contribuisce significativamente al carico di nutrienti alle acque. In buona parte dei bacini idrografici, dal settore agricolo origina il 50-80% del carico di nutrienti complessivo, concorrendo alla contaminazione da nitrati delle acque superficiali e sotterranee, all eutrofizzazione delle acque superficiali e all acidificazione dei suoli e delle acque lacustri. Inoltre, l eccessivo sfruttamento dei corpi idrici a fini irrigui e le modifiche idro-morfologiche costituiscono ulteriori pressioni determinate dal settore agricolo. Le citate valutazioni sull'attuazione della Direttiva quadro in materia di acque, nonché gli studi condotti nell'ambito delle convenzioni internazionali, dimostrano che le fonti di inquinamento diffuse sono all'origine della maggior parte degli ostacoli all'ottenimento di un buono stato delle acque dell'unione. Il recente rapporto della Commissione sull attuazione della Direttiva nitrati 676/91/CEE nel periodo evidenzia che la qualità delle acque superficiali dolci è migliorata per quel che riguarda le concentrazioni di nitrati. La percentuale di stazioni che hanno registrato valori superiori a 25 o 50 mg per litro è diminuita rispetto al precedente periodo di monitoraggio. Tuttavia, le acque marine, costiere e di transizione in molte zone europee restano eutrofiche (Mar Baltico e la sua costa, Mar Nero, tratti della costa del Mare del Nord e della costa mediterranea). Inoltre, le acque sotterranee, in larga parte dei punti di campionamento, presentano ancora tendenza all aumento di concentrazione dei nitrati. Benché ciò dipenda anche da altre pressioni, occorrono ulteriori interventi volti a migliorare l attuazione della Direttiva nitrati, anche attraverso il rafforzamento delle misure dei programmi di azione che devono essere attuati nelle zone vulnerabili. Il recente Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee identifica la Direttiva sui nitrati come una delle misure fondamentali per conseguire gli obiettivi della Direttiva quadro in materia di acque. Le criticità sopra evidenziate si riscontrano anche in Italia, in particolare nelle aree del Paese caratterizzate da agricoltura intensiva e da elevata presenza di allevamenti a carattere industriale. Esse corrispondono principalmente alle regioni del nord Italia nelle quali si concentra circa il 70% delle attività di allevamento (68% dei capi bovini da latte, 61% degli altri bovini, 85% dei capi suini, 80% degli avicoli) e si registra la commercializzazione del 9

10 56% dei concimi minerali e del 62% di ammendanti, corrispondenti al 59% di N (650 milioni kg) and 50% di P (210 milioni di kg P2O5). Considerate tali premesse, l obiettivo del progetto è stato quello di ridurre l inquinamento delle acque causato nutrienti attraverso il miglioramento dell utilizzo dell azoto nelle aziende zootecniche e la riduzione delle perdite di nutrienti. E, infatti, il surplus di azoto, ovvero l azoto che entra nel ciclo aziendale e non viene trasformato in prodotti o adeguatamente utilizzato a determinare rischi di inquinamento per i diversi comparti ambientali. La sfida che si pone alla zootecnia intensiva per assicurarne la sostenibilità ambientale è l incremento dell efficienza nell utilizzo dei nutrienti, che si traduce anche in maggiore efficienza produttiva e convenienza economica. Tale obiettivo generale è stato conseguito attraverso una combinazione di tecniche innovative e modalità gestionali applicate o a livello di azienda in aziende dimostrative site nelle regioni del Nord Italia o di comprensorio (con approccio di tipo consortile ), che, dopo la validazione possono essere applicati su scala più ampia, sia in ambito nazionale, sia europeo. 4. Administrative part 4.1 Descrizione della gestione del progetto Presentazione del progetto Il principale obiettivo del progetto è l'ottimizzazione della gestione dei nutrienti nelle aziende zootecniche al fine di contribuire alla riduzione dell'inquinamento delle acque, sia sotterranee che superficiali. Per raggiungere questo obiettivo il progetto ha realizzato interventi a diversi livelli in 9 aziende zootecniche dimostrative, distribuite nelle 5 regioni partecipanti al progetto, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia-Giulia, come di seguito specificato: riduzione dell'azoto escreto negli effluenti, miglioramento dell'uso agronomico degli effluenti, misure agro-ambientali per intercettare i nutrienti, trasferimento di frazioni solide di effluenti, applicazione di strumenti di tracciabilità e certificazione. (A.5). Più in particolare le Azioni del progetto sono le seguenti: Azione 1 Riduzione dell'azoto escreto ottenuta attraverso l'applicazione di razioni ipoproteiche ai suini all'ingrasso ed a maggiore efficienza dell'azoto nell'alimentazione dei bovini (da latte e da carne). Le attività sono state realizzate nelle aziende dimostrative (allevamenti), dove sono stati calcolati i bilanci dell'azoto derivando l'azoto escreto per differenza tra l'azoto in ingresso alla stalla e quello ritenuto nei prodotti animali (latte, carne). Azione 2 - Adozione di pratiche gestionali ed agronomiche capaci di ridurre le emissioni di azoto nei corpi idrici. A partire dal secondo anno gli effluenti di allevamento prodotti nelle aziende dimostrative sono stati utilizzati in avvicendamenti colturali caratterizzati da elevate asportazioni di azoto. La distribuzione è stata effettuata utilizzando le migliori tecniche oggi disponibili: fertirrigazione con liquami chiarificati, interramento nell interfila su colture in atto, il trailing shoes o il band spreading su prato, tecniche fino ad oggi poco utilizzate che consentono di massimizzare l efficienza dell azoto distribuito. Gli avvicendamenti utilizzati comprendono colture a ciclo di crescita prolungato, doppi raccolti con copertura del suolo nel periodo invernale, prati a base di specie graminacee, per asportare la maggior quota di azoto distribuito. 10

11 Azione 3 Dimostrare che sistemi di difesa della qualità delle acque, come le fasce tampone e sistemi di fitodepurazione, possono dare un fattivo contributo per ridurre le perdite di nutrienti nelle acque, in modo sostenibile dal punto ambientale ed economico. Si sono utilizzati alcuni siti predisposti per questo tipo di dimostrazione e presenti in Veneto, dove sono state convogliate acque di drenaggio provenienti da terreni concimati con effluenti di allevamento: sono stati rilevati i dati meteorologici, idrologici e di qualità delle acque. Azione 4 - Riduzione dell'impatto delle attività zootecniche sulla qualità delle acque attraverso il trasferimento delle frazioni solide dei liquami verso aree agricole con elevata ricettività. L'obiettivo è dimostrare che è possibile riequilibrare il rapporto carico di bestiame e superficie agricola, realizzando vantaggi per l ambiente nel suo complesso e in particolare per la qualità delle acque. In pratica si sono valutati diversi elementi necessari alla delocalizzazione: avvio di una gestione consortile degli effluenti di allevamento con trasporto del separato solido in aziende non zootecniche deficitarie di sostanza organica nei suoli; analisi dell efficienza di impianti di separazione dei solidi da effluenti di suini e bovini e processi per la stabilizzazione della frazione solida a basso input gestionale e energetico; verifica dell effetto fertilizzante dell applicazione del separato solido. Azione 5 Definire, implementare e validare applicazioni che rendano evidenza e tengano traccia delle tecniche individuate e dimostrate nelle azioni precedenti. In particolare l'applicazione di razioni a ridotto contenuto proteico nell alimentazione degli animali e il trasferimento di frazioni solide di liquami da aree con surplus di azoto ad aree fuori dalle ZVN, deficitarie di sostanza organica. Azione 6 - Valutazione economica e ambientale delle proposte tecniche e gestionali delle azioni da 1 a 3. L'impatto economico delle tecniche utilizzate nelle aziende dimostrative è completato da una simulazione di applicazione delle medesime tecniche anche in altre aziende satellite, simili per destinazione ed assetto produttivo, nonché collocate in aree limitrofe. Con la LCA si valuta l'impatto ambientale complessivo delle nove aziende dimostrative prima e dopo l introduzione delle modifiche gestionali che costituiscono l oggetto delle Azioni 1 e 2. Gli impatti vengono espressi con riferimento alla unità funzionale tipica del sistema produttivo agricolo: 1 kg di prodotto (nello specifico latte e carne bovina e suina). Il cancello dell'azienda - farm gate - è il confine del sistema analizzato. Le azioni che seguono rappresentano il core della divulgazione e dimostrazione delle tecniche utilizzate, quindi l'obiettivo primario del progetto. Azione 7 - Networking e trasferibilità dei risultati. I partner di AQUA lavoreranno con il supporto di un gruppo di esperti internazionali (Gruppo Europeo di Orientamento EOG) per valutare l'applicabilità, la validità e la trasferibilità delle tecniche impiegate nel progetto, nonché per promuovere i risultati del progetto stesso nelle autorità competenti in materia di gestione delle deiezioni e rispetto della qualità delle acque, nazionali ed internazionali. Azione 8 - Dissemination, demonstration and advisoring. Dimostrazione, divulgazione e sensibilizzazione rappresentano l'attività centrale del progetto LIFE+. In questa azione sono raggruppati e descritti gli strumenti e le iniziative che verranno realizzate per raggiungere i destinatari dei risultati del progetto. Azione 12 L'azione completa le attività divulgative di AQUA descrivendo le iniziative di divulgazione garantite dai partner dopo la conclusione del progetto (After Life communication plan). Le azioni da 9 a 11 sono relative alla gestione del progetto stesso: Azione 9 Project management; Azione 10 Monitoring; - Azione 11 Audit. Di seguito si riporta in forma tabella (tabella 1) una sintetica pianificazione delle attività per le diverse azioni che compongono il progetto. 11

12 Tabella 1: Pianificazione delle attività per le diverse azioni che compongono il progetto Azioni Anno 1 Anno 2 Anno Scelta Aziende dimostrative - definizione dei protocolli - monitoraggio zootecnico ex-ante - Introduzione innovazioni zootecniche - monitoraggio zootecnico ex-post - monitoraggio zootecnico expost finale - elaborazione finale dati - presentazione report finale 2 - Definizione dei protocolli - monitoraggio agronomicoambientale ex-ante - Introduzione innovazioni agronomiche - monitoraggio agronomicoambientale ex-post - monitoraggio agronomicoambientale ex-post finale - elaborazione finale dati - presentazione report finale 3 - Definizione dei protocolli - monitoraggio agronomico- avvio dei siti (buffer strip e wetland) ambientale ex-post - monitoraggio agronomicoambientale ex-ante - monitoraggio agronomicoambientale ex-post finale - elaborazione finale dati - presentazione report finale 4 - Formazione del Consorzio - esecuzione prove di separazione - esecuzione prove agronomiche col digestato - esecuzione prove di separazione - esecuzione prove agronomiche col digestato 5 - Analisi e verifica dei modelli esistenti - predisposizione prima versione dei tool - Verifica, correzione dei tool - Validazione e predisposizione versione definitiva tools - pubblicazione sul sito web 6 - Definizione aziende satellite - raccolta dati situazione ex- predisposizione questionari tecnico- post (Aziende demo) economici - raccolta dati situazione ex-ante (Aziende satellite e demo) - raccolta dati situazione expost finale - elaborazione finale dati (Aziende satellite e demo) - presentazione report finale 7 - Attivazione EOG - primo incontro del Gruppo. - Secondo incontro del gruppo EOG - Terzo incontro del gruppo EOG 8 - Avvio delle attività divulgative indirette - pubblicazione sito web - Avvio delle attività divulgative dirette - Pubblicazione del Layman report - pubblicazione del filmato (DVD) - Convegno finale - pubblicazioni articoli tecnici 9 - Insediamento Comitato Tecnico - predisposizione e firma dei contratti di partenariato - incontri del primo anno del CT - attività di coordinamento del progetto - predisposizione e inoltro report - preparazione visite di monitoraggio - Incontri del secondo anno del CT - attività di coordinamento del progetto - predisposizione e inoltro report - preparazione visite di monitoraggio - incontri del terzo anno del CT - attività di coordinamento del progetto - predisposizione e inoltro report - preparazione visite di monitoraggio 10 - Attivazione steering Committee e incontro annuale - valutazione risultati -predisposizione e invio report - incontro annuale - valutazione risultati -predisposizione e invio report - incontro annuale - valutazione risultati - predisposizione e invio report Predisposizione e invio Relazione Audit finanziario finale 12

13 Azioni Anno 1 Anno 2 Anno Predisposizione e invio After Life Communication Plan Organigramma del team di progetto e della struttura per la gestione del progetto Non essendo intervenuti cambiamenti nella struttura gestionale del progetto, l'organigramma è rimasto invariato dall'inizio del progetto ed è rappresentato nella figura 1. Il CRPA, beneficiario principale del progetto, si occupa del coordinamento e della gestione. Il Project Manager, Dr. Marco Ligabue, è assistito dal Technical Manager (Dr.ssa Maria Teresa Pacchioli) e dal Financial Manager (Dr.ssa Roberta Vezzosi). Il Project Manager insieme al Technical Manager e Financial Manager formano il Management team del progetto. Ogni beneficiario associato ha designato un responsabile della gestione tecnica e un secondo per gli aspetti finanziari. I responsabili tecnici e finanziari di ogni beneficiario insieme ai Technical e Financial Manager, formano il cosiddetto "Comitato di Progetto". Le mansioni del Project Manager comprendono: le attività di avvio, la formalizzazione dei rapporti con i beneficiari associati, il monitoraggio delle scadenze e la formalizzazione dei rapporti con terze parti (ad esempio, aziende dimostrative, ecc.). Inoltre è responsabile della preparazione e del invio dei rapporti alla Commissione Europea. Infine, è responsabile del monitoraggio continuo dell'avanzamento delle attività, della verifica della rispondenza dei risultati agli obiettivi del progetto e dell'applicazione delle eventuali misure correttive per garantire il successo del progetto. Il Technical Manager è responsabile del coordinamento tecnico, della preparazione dei protocolli e supervisione delle attività e della stesura dei rapporti tecnici. Sarà responsabile, inoltre, dall'avanzamento tecnico e dei risultati finali delle azioni. Il Financial Manager è responsabile della gestione contrattuale e del rispetto delle regole amministrative, del monitoraggio degli aspetti finanziari del progetto, della verifica dell'uso delle risorse da parte di tutti beneficiari e della preparazione dei rapporti finanziari. Il responsabile tecnico di ogni beneficiario associato si occupa del coordinamento dell'azione di cui tale beneficiario è responsabile e delle attività che si svolgono all'interno dell'area di sua competenza. È responsabile dello stato di avanzamento e dei risultati delle azioni in cui è coinvolto. Mantiene il rapporto con il Technical Manager del progetto il quale dovrà essere informato sullo avanzamento delle attività e sugli eventuali cambiamenti. Ha anche la responsabilità della produzione dei prodotti e dei rapporti dell'azione sotto la sua responsabilità. Il responsabile finanziario di ogni beneficiario associato è responsabile di garantire l'osservanza del budget assegnato e di presentare un rapporto sullo stato di avanzamento delle spesa ogni tre mesi al Management team del progetto. 13

14 Figura 1: Organigramma del progetto Di seguito sono elencati i diversi partner, le azioni di cui hanno la responsabilità e le attività nelle quali sono coinvolti. 1. CRPA S.p.A. (Responsabile Azioni 2, 6, 9, 10, 11) Organizzazione di ricerca e consulenza nel settore delle produzioni animali e del settore agroindustriale collegato. Azione 1: analisi effluenti in uscita ed misura dell'emissività dei liquami sui campioni delle 9 aziende dimostrative. Azione 2: analisi dei liquami da distribuire in campo per le 9 aziende dimostrative. Azione 4: esecuzione delle analisi chimico-fisiche a carico dei prodotti del separato e delle prove agronomiche collegate. Azione 5: sviluppo del sistema di monitoraggio e tracciabilità degli effluenti. Azione 6: responsabilità dell'azione. Valutazione della sostenibilità economica delle tecniche utilizzate nel progetto. Azione 7: validazione dei risultati e del loro trasferimento con la collaborazione di tutti i partner. Azione 8: partecipazione alle attività di divulgazione, dimostrazione e comunicazione in collaborazione con tutti i partner. Azione 9: gestione complessiva del progetto. Azione 10: monitoraggio e valutazione delle attività di progetto. 14

15 Azione 11: conduzione degli audit. Azione 12: produzione del piano di comunicazione che segue dopo la fine del progetto. 2. Fondazione CRPA Studi Ricerche (Responsabile Azione 8) organizzazione senza fini di lucro che conduce sperimentazione di campo nel settore agricolo e ambientale. Azione 1: in Emilia-Romagna segue le aziende dimostrative, esegue i prelievi e la raccolta dati. Raccoglie i dati nelle macellazioni dei suini. Azione 2: in Emilia-Romagna: segue le aziende dimostrative nell'attività agronomica; esegue i prelievi e la raccolta dati sulle aziende dimostrative e sul sito lisimetrico; esegue le analisi del terreno e dei vegetali delle aziende dimostrative e delle acque prelevate nel sito lisimetrico. Azione 4: conduzione delle attività in azienda ed in campo e di raccolta dati Azione 5: sviluppo del sistema di monitoraggio e tracciabilità degli effluenti. Azione 6: valutazione della sostenibilità economica delle tecniche utilizzate nel progetto. Azione 7: validazione dei risultati e del loro trasferimento con la collaborazione di tutti i partner. Azione 8: responsabilità dell'azione. Partecipazione alle attività di divulgazione, dimostrazione e comunicazione in collaborazione con tutti i partner. Azione 9: gestione del progetto per le parti di propria competenza. 3. CRA Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (Responsabile Azione 1) Organizzazione di ricerca nazionale con competenze scientifiche nei campi dell'agricoltura, zootecnia, alimenti zootecnici e ad uso umano, agroindustria, pesca e colture arbore Azione 1: responsabilità dell'azione. Analisi su campioni di alimenti zootecnici utilizzati nelle 9 aziende dimostrative. Profilo metabolico delle vacche da latte nelle aziende dimostrative situate in Lombardia ed Emilia-Romagna per valutare il metabolismo azotato. Coordinamento del calcolo dei bilanci dell'azoto. Azione 7: validazione dei risultati e del loro trasferimento con la collaborazione di tutti i partner. Azione 8: partecipazione alle attività di divulgazione, dimostrazione e comunicazione in collaborazione con tutti i partner. Azione 9: gestione del progetto per le parti di propria competenza. 4. ERSAF (Responsabile Azione 4) Agenzia strumentale della regione Lombardia finalizzata allo sviluppo agricolo e forestale. Azione 1: in Lombardia segue le aziende dimostrative, esegue i prelievi e la raccolta dati. Azione 2: In Lombardia: segue le aziende dimostrative nell'attività agronomica; esegue i prelievi e la raccolta dati sulle aziende dimostrative; esegue le analisi del terreno e dei vegetali delle aziende dimostrative. Azione 4: responsabilità dell'azione. Organizzazione e conduzione del consorzio per la gestione dei reflui zootecnici. Esecuzione delle analisi chimico-fisiche a carico dei prodotti del separato e delle prove agronomiche collegate. Conduzione delle attività in azienda ed in campo e di raccolta dati. 15

16 Azione 7: validazione dei risultati e del loro trasferimento con la collaborazione di tutti i partner. Azione 8: partecipazione alle attività di divulgazione, dimostrazione e comunicazione in collaborazione con tutti i partner. Azione 9: gestione del progetto per le parti di propria competenza. 5. Veneto Agricoltura (Responsabile Azione 3) Agenzia della regione Veneto per la promozione e l'implementazione di progetti volti alla modernizzazione dell'agricoltura, alla protezione dell'ambiente agro-forestale Azione 1: in Veneto segue le aziende dimostrative, esegue i prelievi e la raccolta dati. Azione 2: In Veneto: segue le aziende dimostrative nell'attività agronomica; esegue i prelievi e la raccolta dati sulle aziende dimostrative e sul sito lisimetrico; esegue le analisi del terreno e dei vegetali delle aziende dimostrative e delle acque prelevate nel sito lisimetrico. Azione 3: responsabilità dell'azione. Svolge le attività previste di valutazione sulle misure ambientali previste. Azione 7: validazione dei risultati e del loro trasferimento con la collaborazione di tutti i partner. Azione 8: partecipazione alle attività di divulgazione, dimostrazione e comunicazione in collaborazione con tutti i partner. Azione 9: gestione del progetto per le parti di propria competenza. 6. Agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale ERSA (Responsabile Azione 7) Ente fondato dalla Regione Friuli, con la missione principale, tra le altre, di effettuare sperimentazioni nel settore agro-zootecnico e trasferire le conoscenze scientifiche al settore produttivo Azione 1: in Friuli Venezia-Giulia segue le aziende dimostrative, esegue i prelievi e la raccolta dati. Azione 2: In Friuli Venezia-Giulia: segue le aziende dimostrative nell'attività agronomica; esegue i prelievi e la raccolta dati sulle aziende dimostrative; esegue le analisi del terreno e dei vegetali delle aziende dimostrative. Azione 7: responsabilità dell'azione. Validazione dei risultati e del loro trasferimento con la collaborazione di tutti i partner. Azione 8: partecipazione alle attività di divulgazione, dimostrazione e comunicazione in collaborazione con tutti i partner. Azione 9: gestione del progetto per le parti di propria competenza. 7. Ipla S.p.A. Istituto per le Piante da Legno e l Ambiente (Responsabile Azione 5) Azione 1: In Piemonte segue le aziende dimostrative, esegue i prelievi e la raccolta dati. Azione 2: In Piemonte: segue le aziende dimostrative nell'attività agronomica; esegue i prelievi e la raccolta dati sulle aziende dimostrative e sul sito lisimetrico; esegue le analisi del terreno e dei vegetali delle aziende dimostrative e delle acque prelevate nel sito lisimetrico. Azione 4: esecuzione delle analisi chimico-fisiche a carico dei prodotti del separato e delle prove agronomiche collegate. Conduzione delle attività in azienda ed in campo e di raccolta dati. 16

17 Azione 5: responsabilità dell'azione. Sviluppo del sistema di monitoraggio e tracciabilità degli effluenti. Azione 7: validazione dei risultati e del loro trasferimento con la collaborazione di tutti i partner. Azione 8: partecipazione alle attività di divulgazione, dimostrazione e comunicazione in collaborazione con tutti i partner. Azione 9: gestione del progetto per le parti di propria competenza Attività condotte per la gestione del progetto Gli obiettivi dell'azione 9 (Gestione del progetto da parte di CRPA) erano: avviare, organizzare e coordinare le attività, assicurare il rispetto delle scadenze e la corrispondenza delle attività con gli obiettivi del progetto implementando, se necessario, misure correttive, fornire la documentazione tecnica e finanziaria alla CE per documentare le attività e garantire il successo del progetto. La gestione complessiva del progetto, sia tecnica sia amministrativa, era un'attività a carico del CRPA, beneficiario coordinatore, mentre ogni partner ha gestito le attività che ha eseguito direttamente e di cui è stato direttamente responsabile. In proposito si veda il paragrafo precedente, nel quale è riportato l'organigramma, vale a dire l'organizzazione del team di progetto, con l'indicazione dei responsabili degli aspetti tecnici e finanziari e delle azioni per ogni partner. In seguito all'accettazione del progetto da parte della Commissione, avvenuta nella seduta del 31 maggio 2010 e comunicata a CRPA con lettera ENV/E-Ares(2010) dell'11 giugno 2010, sono state portate a temine tutte le attività preparatorie necessarie per l'avvio del progetto, di cui si è dato conto nei tre report precedenti (report iniziale, report di medio termine e progress report), e che sono riassumibili in incontri, sia interni al team di gestione che con i partner, per definire, coordinare e informare sulle modalità di avvio e gestione del progetto. Altra attività di rilievo riferibile all'avvio del progetto è stata la predisposizione e la stipula del contratto tra i partner per la costituzione del Raggruppamento Temporaneo di Scopo, documenti allegato per conoscenza al presente report. In questo paragrafo vengono elencate e brevemente descritte le attività svolte per la gestione amministrativa e tecnica del progetto nel periodo di riferimento del report. Si sottolinea a questo proposito che l'attività si è estrinsecata in numerosi incontri tenutisi con i beneficiari associati, con i co-finanziatori, con le Aziende Dimostrative partecipanti al progetto; in molti casi, per evidenti motivi di opportunità e ottimizzazione delle risorse, gli incontri hanno riguardato congiuntamente aspetti tecnici, quali la verifica dell'avanzamento, il rispetto dei protocolli, la soluzione di problematiche tecniche, sia aspetti amministrativi, quali la gestione e la congruità della spesa, la contrattualistica etc. In alcuni casi inoltre, per la stessa ragione, gli incontri di verifica si sono tenuti concomitanza con visite tecniche o incontri divulgativi. Il lavoro di gestione e verifica delle attività si è poi estrinsecato anche in contatti quotidiani via mail, telefono e videoconferenza con i partner, impegnativi dal punto di vista del tempo dedicato ma difficilmente quantificabili con precisione. 17

18 Nella tabella che segue (tabella 2) sono riportati e sinteticamente descritti gli incontri e le visite effettuate nel periodo compreso tra il progress report il 31 Marzo 2014, finalizzate al management del progetto. Tabella 2: Incontri effettuati tra 1/7/2013 e 31/3/2014 DATA OGGETTO INCONTRO 08/07/14 Incontro di verifica attività con co-finanziatore (AGCO) 26/07/13 03/09/13 16/09/13 17/09/13 19/09/13 04/10/13 DOVE CRPA Reggio Emilia Azienda Lugugnana ( Portogruaro) CRPA CRPA IREN Reggio Emilia Azienda demo Pinotti (C%R) Azienda Scalabrini (RE) Verifica attività e spese con partner ERSA Friuli Incontro interno per organizzazione giornate demo Incontro con emittente Telereggio per trasmissioni e filmato Incontro presso IREN (cofinanziatore) per verifica attività Incontro con i partner per stato di avanzamento attività Incontro aziendale per organizzazione giornata demo Incontro presso sub-contraente per verifica e programmazione Coop.va La Redenta (MN) 05/11/13 attività Azienda Univ. di Padova 07/11/13 Incontro presso Azienda demo per verifica attività tecnica (Legnaro) Incontro con CRA (Resp.Az 1) per verifica attività e materiale Azienda demo Zambelli (RE) 18/11/13 divulgativo Azienda demo Bolzon (UD) 20/11/13 Incontro con partner ERSA Friuli per verifica attività zootecnica Incontro presso CRPA con sub-contraente Univ Bologna per Azione CRPA Reggio Emilia 26/11/13 3 Incontro interno con responsabili di azione per acquisizione dati e CRPA Reggio Emilia 28/11/13 predisposizione report CRPA Reggio Emilia 20/01/14 Incontro interno per organizzazione convegno finale Incontro interno per organizzazione convegno finale e redazione CRPA Reggio Emilia 07/02/14 Layman Report Riunione del Comitato Tecnico per modalità e tempistica redazione Tecnopolo/CRPA Reggio 14/03/14 report finali Emilia Come si evince dalla tabella 2 si tratta di impegni volti da verificare l'avanzamento delle attività e le modalità di lavoro, in particolare per quanto riguarda gli incontri e le visite effettuate presso i partner e le aziende dimostrative e la riunione del Comitato Tecnico di progetto, tenutasi il 14 marzo 2014, in concomitanza con il Convegno Finale. Inoltre si sono svolti alcuni incontri con i co-finanziatori, tesi ad informarli sul lavoro in corso e sulle ricadute previste per la loro amministrazione e area di competenza e a verificare la tempistica di erogazione del co-finanziamento. Infine si sono svolti numerosi meeting del personale interno di C.R.P.A. che segue il progetto, finalizzati alla verifica/coordinamento del progetto sia alla verifica delle attività specifiche di propria competenza. Nella tabella che segue (tabella 3) sono riportata una sintesi numerica dei principali incontri di gestione del progetto tenutisi per l'intero triennio, classificati per tipologia, al fine di rendere ragione del lavoro svolto insieme ai diversi soggetti coinvolti nel progetto. 18

19 Tabella 3: Incontri per la gestione del progetto Fino al 6/5/2011 (Inception report) Fino al 30/6/2012 (mid term report) Fino al 30/6/2013 (progress report) Incontri di verifica e coordinamento presso Az. demo Incontri di verifica e coordinamento presso beneficiari Incontri con co-finanziatori Incontri interni di coordinamento Riunioni del Comitato Tecnico Incontri pubblici Incontri con sub-contraenti Incontri con stakeholder Totale Tipologia di incontro Fino al 31/5/2014 Totale (final report) Per quanto riguarda la rendicontazione finanziaria e il controllo in itinere della spesa, è stato utilizzato lo strumento Google Drive, come già descritto nei report precedenti, con lo scopo di rendere più agile possibile l'aggiornamento dei documenti e la verifica amministrativa: il financial tool proposto dalla Commissione è stato messo in linea sul sito Google Drive; ai partner è stato fornito un account Google e sono quindi stati messi in grado di aggiornare il financial tool direttamente sul sito; ogni partner ha avuto accesso unicamente al proprio rendiconto finanziario mentre il coordinatore ha potuto leggere ed effettuare il download dei tool di tutti i partner. In questo modo è stato possibile aggiornare e verificare in continuo l'avanzamento della spesa. Infine i rendiconti, sono stati inviati in forma cartacea con cadenza trimestrale dai partner al coordinatore, insieme ai timesheet, alle buste paga e le fatture comprovanti le spese effettuate, così come richiesto dalla Commissione. In conclusione la gestione del progetto è proseguita nell'ultima annualità con un'attività di assistenza continua ai partner per rendere omogenee le modalità di rendicontazione, proseguendo il proficuo lavoro di coordinamento condotto negli anni precedenti, che ha consentito di conseguire una soddisfacente omogeneità nelle modalità esecutive del lavoro di tipo tecnico e amministrativo, mantenere le attività in linea con il progetto dal punto di vista temporale, mantenere uno stretto rapporto dei i partner con i sub-contraenti e con le Aziende Dimostrative di propria competenza e, infine, rispettare i tempi e le modalità di rendicontazione. Dal punto di vista amministrativo il metodo di lavoro adottato ha dimostrato di essere funzionale poiché ha consentito di verificare in tempo reale l'aggiornamento del tool finanziario e dei timesheet da parte dei partner Report consegnati alla Commissione Dall'avvio del progetto sono stati consegnati i seguenti report: Inception Report, relativo alle attività dal 01/10/2010 al 30/06/2011, 19

20 Mid term Report, relativo alle attività dal 01/07/2011 al 29/06/2012, Progress Report, relativo alle attività dl 1/07/2012 al 30/06/2013. Si invia, in allegato (Allegato 7.1), il partnership Agreement (Raggruppamento temporaneo di Scopo - RTS), stipulato tra il Beneficiario Coordinatore (CRPA) e i Beneficiari Associati. 4.2 Valutazione della gestione del progetto Le problematiche gestionali del progetto sono state affrontate e risolte all'interno del Comitato tecnico che si è riunito in modo formale 8 volte durante il progetto. Naturalmente la numerosità delle azioni che compongono il progetto e delle attività condotte, la vastità degli argomenti affrontati e il numero elevato di partner e sub-contraenti hanno richiesto frequentissimi contatti telefonici, visite aziendali e incontri bilaterali finalizzati a risolvere i problemi organizzativi e contingenti che via via si sono presentati. L'uniformità delle modalità esecutive dei campionamenti, dei rilievi e delle attività in allevamento e in campo in generale è stata garantita dai protocolli comuni che sono stati prodotti ad inizio progetto, condivisi e messi a disposizione di partner e sub-contraenti e dalle verifiche continue condotte dai tecnici di CRPA; i campioni di suolo, alimenti zootecnici e biomasse prelevati nelle aziende dimostrative sono stati consegnati periodicamente, provvisti di distinta di consegna, a CRPA che li ha registrati e consegnati in breve tempo ai laboratori di competenza. Crpa ha poi consegnato ai beneficiari, responsabili delle diverse Azioni, i dati analitici (indicativamente nel periodo gennaio-febbraio di ogni anno); i beneficiari associati hanno quindi consegnato al coordinatore i report di loro competenza, relativi alle diverse azioni/attività, utilizzati per la redazione della relazione complessiva delle attività di ogni anno. Il primo anno di lavoro, che ha costituito il banco di prova dell'organizzazione complessiva, ha visto qualche ritardo e difficoltà, superati nel secondo e terzo anno, durante i quali il sistema è andato a regime. I contatti con il Team di Monitoraggio, rappresentato in un primo tempo dalla Dr.ssa Tiziana Nadalutti, sostituita poi dall Dr.ssa Agnese Roccato, sono stati frequenti, oltre alle visite di monitoraggio annuali, e utili per risolvere i dubbi e le difficoltà che via via si presentavano in corso di esecuzione. 5. Technical part 5.1 Actions Azione 1: Riduzione dell'azoto escreto negli allevamenti, attraverso l'applicazione di diete ad elevata efficienza 1- Obiettivi Dimostrare che è possibile ridurre i livelli di azoto escreto proveniente da sistemi zootecnici, 20

21 Ridurre l'impatto delle aziende zootecniche sulla qualità delle acque senza compromettere i livelli produttivi. 2- Data d'inizio: 01/10/2010 Data di fine:31/03/ Staff responsabile: Il beneficiario responsabile del task è stato il CRA, i partner locali sono stati responsabili della raccolta dei dati, dei campionamenti e in generale della redazione del bilancio dell'azoto a livello di allevamento. Nello specifico CRPA e FCSR sono responsabili per le attività nelle aziende localizzate in Emilia-Romagna, ERSAF per le attività condotte in Lombardia, Veneto Agricoltura, per quelle localizzate nella regione Veneto, ERSA per le attività in FriuliVenezia-Giulia e IPLA per quelle del Piemonte. CRA e FCSR hanno condotto le analisi degli alimenti zootecnici utilizzati nelle aziende e consegnati dai partner. 4- Attività Il progetto ha seguito per un triennio 9 allevamenti di altrettante aziende agricole dimostrative e 2 allevamenti da ingrasso, per un totale di 4 stalle da latte e 7 da carne - 3 ingrassi di bovini e 4 di suini. Rispetto ai 9 allevamenti originariamente selezionati come aziende dimostrative, si è ritenuto opprotuno aggiungere 2 allevamenti, un primo nel settore della carne bovina (Bagioni in Emilia-Romagna) e un secondo per la carne suina (Comazoo in Lombardia) al fine di ampliare il campione aziendale. Queste aziende sono state seguite solo per l'aspetto zootecnico. Per ogni azienda è stato progettato un piano alimentare per limitare l'escrezione di azoto basato sulla riduzione del livello proteico delle diete e/o su un migliore bilanciamento tra energia e proteina della razione. Il vecchio e il nuovo piano alimentare sono stati seguiti nella loro applicazione con rilievi produttivi e qualitativi utili a verificare non solo l'effettivo miglioramento della resa dell'azoto, ma anche il mantenimento dei livelli di produzione e della composizione del latte e delle carcasse per gli animali da carne. Le aziende dimostrative sono presentate in Tabella 4. Tabella 4 Elenco aziende dimostrative Specie allevata Regione Lombardia Emilia Romagna Bovini da latte Veneto Friuli Venezia Giulia Piemonte Bovini da carne Veneto Emilia-Romagna Suini Emilia Romagna Piemonte Lombardia Azienda Pinotti Luigi e Alberto, Pizzighettone (CR) Mori Carlo, Gattatico (RE) Sgambaro Mario, Villa del Conte (PD) Bolzon Ernesto e Figli, Bicinicco (UD) Sevega Bruno e Dario, Cervere (CN) Cagnin Gianfranco e Luciano, Piombino Dese (PD) Bagioni Primo, Forlì (FC) Zambelli F.lli, Guastalla (RE) Mana Stefano, Genola (CN) Soc. Agr. Biagi Romeo SS, Borgoforte (MN) Destinazione Latte per Grana Padano DOP Latte per Parmigiano Reggiano DOP Latte alimentare Latte alimentare AQ Carne bovina da razza Piemontese Carne bovina da razza non specializzata Carne bovina da razza Romagnola Suini pesanti per le DOP Suini pesanti per le DOP Suini pesanti per le DOP 21

22 Coop. COMAZOO, Montichiari (BS) Suini pesanti per le DOP Il passaggio dalla situazione ex ante a quella ex post è avvenuta in tempi diversi per le diverse aziende nel triennio di progetto, ed alcune hanno anche condotto più cicli con le condizioni ex post. Per tutte le 11 aziende sono stati valutati i risultati del triennio e individuati i cicli ex ante ed ex post da mettere a confronto, in questa e nelle azioni successive. Attraverso il bilancio dell'azoto sono stati calcolati l'escreto e la resa sia con l'uso dell'alimentazione standard aziendale che con quella modificata. Ciò è stato fatto in alcuni casi seguendo l'azienda nel suo complesso, cioè modificando la dieta a tutti gli animali presenti ed eseguendo il bilancio prima con l'alimentazione ordinaria, dopo con le diete a ridotta proteina. In altri casi gruppi di animali allevati contemporaneamente in azienda, ma appositamente separati e seguiti, sono stati sottoposti a diete a diverso titolo proteico, alto e basso. Risultati Bovini da latte Tabella 5 Indici sintetici bilancio dell azoto per capo in produzione Ex Proteina dieta (% SS) Proteina latte (%) Produzione latte (kg/capo/lattazione) N al campo (kg/vacca/anno) Resa dell'azoto (*) Bolzon Ex post Ex Mori Ex post Pinotti Ex ante Ex post Sgambaro Ex Ex ante ,2 3, ,8 4,02 ante ,75 3, ,2 3, ,00 3, ,2 3,47 ante ,8 3,41 post ,2 3, (%) (*) kg di azoto nel latte / kg di azoto consumato Confrontando gli indici del bilancio dell azoto riportati nell anno ex-ante e quelli dell anno ex-post (Tabella 5) si osserva che la modifica apportata alla dieta in termini di contenuto in proteina grezza non ha in generale influito negativamente sulle performance produttive delle bovine. Nell'azienda Pinotti, che produce latte per la caseificazione in Grana Padano DOP, la riduzione del nucleo proteico in favore di cereali ha dato un bilanciamento della razione che, anche a fronte di una diminuzione del tenore proteico delle diete, ha mantenuto il livello produttivo attorno ai 35 kg al giorno per vacca. I bilanci dell'azoto indicano un miglioramento della trasformazione della proteina alimentare in latte che si evidenzia anche come resa dell'azoto. Presso l'azienda Mori, a fronte di un piccolo intervento sulla dieta la produzione ha sostanzialmente tenuto (28 kg al giorno per bovina) e, nonostante una resa dell'n costante, l'azoto al campo decresce. 22

23 Per Sgambaro il cambio di dieta ha interessato tutta la mandria, ma non ha inciso sugli accrescimenti della rimonta, né sulle produzioni delle primipare, mentre la produzione media delle vacche è aumentata da 27,4 kg a 29,7 kg. Gli interventi fatti e l'aumento produttivo registrato hanno consentito di migliorare la resa dell azoto complessiva della stalla. Nell'azienda Bolzon per ridurre escrezione dell azoto è stato modificato il mangime dato a supplemento dell'unifeed: tolto un punto di proteina e la qualità bilanciata con l'aggiunta di lisina e metionina ruminiprotette. A fronte di una produzione di latte per capo stabile tra i due periodi (25 kg), i bilanci dell'azoto indicano un miglioramento della trasformazione della proteina alimentare in latte, anche se la resa risulta bassa. Infatti, la razza allevata, la Pezzata Rossa, è meno specializzata delle Frisone allevate nelle altre 3 stalle da latte. Bovini da carne Tabella 6 Indici sintetici bilancio dell'azoto per capo prodotto Bagioni Cagnin Sevega Ex ante Ex post Ex ante Ex post Ex ante Ex post Proteina dieta (%) 13,73 12,61 11,39 12,14 12,76 11,75 PV iniziale (kg/capo) PV finale (kg/capo) N escreto (g/capo/giorno) ,37 85, Resa dell'azoto (*) (%) ,8 26,1 (*) kg di azoto nell'incremento di peso / kg di azoto consumato I risultati del bilancio dell azoto per le situazioni ex ante ed ex post dei tre allevamenti di bovini da carne sono presentati in Tabella 6. Le aziende individuate si sono rivelate molto diverse: Sevega è un allevamento a ciclo chiuso di Razza Piemontese, Bagioni ingrassa bovini da carne di razza Romagnola entro il disciplinare dell'igp Vitellone bianco dell'appennino Centrale, Cagnin alleva bestiame di razza Frisona e incroci provenienti dalla sua stessa azienda da latte. Presso Sevega l'efficienza di uso dell'azoto è stata valutata con una prova condotta su capi allevati a posta fissa dai 250 kg di peso alla macellazione, assegnati ad inizio ingrasso a una delle due diete a diverso tenore proteico. La produttività degli animali è stata molto variabile come usualmente avviene per questa razza, e i bilanci dell'azoto fatti per ogni singolo capo. L'azienda Bagioni è stata monitorata per due annualità successive e per ciascuno di questi i tutti i capi presenti, ingrassati dai 500 kg al peso di macellazione, hanno seguito un regime alimentare a diverso contenuto di proteine. La produttività dei capi è stata paragonabile e soddisfacente per i soggetti inviati al macello nel primo anno (97 capi di peso medio 678 kg) e nel secondo (104 capi di peso medio 673 kg). 23

24 Tutto l'ingrasso di Cagnin è stato seguito per tre anni di monitoraggio, di cui il primo e l'ultimo costituiscono l'ex ante e l'ex post. I livelli proteici medi delle diete dei capi a partire dai 140 kg di peso sono stati tendenzialmente equivalenti nei tre anni e comunque sempre molto bassi (11,5 %, nei primi due anni, 12,1% nel 2013). Il livello di escrezione e conseguentemente l'azoto al campo dei vitelloni di razza Frisona è risultato molto ridotto, e dal bilancio alimentare emerge un dato di escrezione di azoto inferiore a quello indicato dalla normativa mediamente del 40% per i primi due anni, del 35% nel Suini Tabella 7 Indici sintetici bilancio dell azoto per capo in produzione Mana Ex post Ex ante Alto 2013 Basso ante 1 post 2 Alto Basso Ex ante Proteina dieta (% SS) N escreto per suino venduto (kg) N al campo per posto ingrasso (kg/anno) Resa dell'azoto (*) Zambelli Ex post Biagi Ex ante Ex post Comazoo Ex Ex 13,44 12,69 14,34 13,29 16,67 14, , ,58 7,04 6,37 7,97 7,36 9,41 7,1 7,66 6,09 9,05 8,28 11,25 9,85 13,55 10,22 11,86 8,68 33,39 23,15 28,17 27,76 35,66 30,32 31,2 28,72 (%) (*) kg di azoto peso vivo venduto / kg di azoto consumato L'obiettivo del progetto per i suini era una riduzione della proteina grezza della dieta del 10% e l'integrazione con lisina, evitando perdite di produttività o peggioramento della qualità delle carcasse al macello. Gli interventi sulla dieta sono stati più o meno incisivi a seconda delle condizioni riscontrate nelle aziende, ma in tutti i casi non ci sono stai peggioramenti negli accrescimenti o nella qualità, tanto meno aggravi dei costi di produzione. Su 4 allevamenti seguiti Zambelli è passato a un piano alimentare a ridotta proteina per tutto l'allevamento, Comazoo per gruppi successivi di animali ristallati, per gli altri sono stati considerati gruppi di animali contemporanei alimentati con diete a diverso titolo proteico. In tutte gli allevamenti c'è stata una riduzione dell'escrezione e un miglioramento della resa dell'azoto connessa alla riduzione della proteina nella razione. Dove il livello proteico delle diete aziendali era più alto c'è stato miglioramento, ma i livelli di escrezione restano elevati, mentre dove la proteina grezza della razioni è più bassa, le rese sono molto buone, ma le differenza meno nette. Nei due casi in cui tutto l'allevamento è stato seguito nel cambio di dieta i risultati sono evidenti: un abbassamento medio di 1 punto percentuale della proteina dietetica (-10%) ha dato una riduzione di 1,5 kg di azoto al campo per posto da Zambelli (4.200 posti ingrasso); alla riduzione di 2,7 punti percentuali di proteina (-20%) ha corrisposto un calo di 3,2 kg i azoto al campo per posto da Comazoo (1.000 posti ingrasso). 5- Conclusioni Tutte le attività pianificate per l'azione sono state realizzate nei tempi previsti e in un campione di aziende più ampio rispetto al preventivato, ma necessario per raggiungere al meglio gli obiettivi del progetto. 24

25 Per tutti i casi seguiti la riduzione del titolo proteico complessivo della razione, realizzato sempre entro una dieta bilanciata per il valore biologico della proteina e del suo rapporto con l'energia, ha generato i benefici ambientali voluti senza penalizzare la produttività degli animali, sia in termini di qualità che di quantità. In particolare per le diverse specie si è potuto dimostrare quanto segue. Nel caso delle vacche da latte la quantità di latte prodotta ha risentito positivamente della diminuzione della percentuale di proteina grezza della razione a condizione che fossero soddisfatti i fabbisogni in aminoacidi essenziali ed i fabbisogni in azoto degradabile a livello ruminale: ciò implica che la riduzione praticabile ha dei limiti, anche se in generale c'è una proporzionalità tra la diminuzione della proteina della razione e di quella escreta. La variabilità in tal senso è comunque stata evidenziata tra aziende. Per le vacche da latte la diminuzione della percentuale di proteina grezza della dieta ha ridotto anche i livelli di azoto ureico nel sangue e nel latte. Un beneficio indiretto di questa riduzione è dato da una maggior fertilità delle bovine, confermata dall aumento dei tassi di concepimento osservato in alcune aziende dimostrative e da un minor impiego di farmaci, testimoniato da alcuni degli allevatori che hanno partecipato al progetto. Anche per i bovini da carne si è messo in rilievo il fatto che in molte realtà si può ridurre l impiego di alimenti proteici nelle razioni, il cui costo è oggi molto alto e destinato ad aumentare nei prossimi anni. Questo a pari produttività, ma riducendo in modo consistente la superficie da destinare allo spandimento dei reflui e il costo della razione. Nel caso dei bovini da carne con il progetto si è indicato come possano essere con successo impiegante fonti proteiche locali e alternative alla soia, così come dell urea. Per i suini l'effetto riduzione della proteina dietetica = riduzione dell'azoto escreto si è rivelato, come atteso, essere più diretto ed eclatante che nei ruminanti. Il risparmio in fonti proteiche di importazione è stato molto sensibile, così come una concreta possibilità di fare previsioni molto più accurate del terreno risparmiato per stoccaggi e spandimenti. In sostanza è stata dimostrata la possibilità di usare una metodologia di quantificazione dell'azoto escreto su scala aziendale basato su rilievi ed analisi di campioni alimentari facilmente realizzabili in vari contesti operativi. Si tratta di metodi semplici e più aderenti alle singole realtà aziendali, ma soprattutto più affidabili rispetto all impiego di standard di escrezione definiti per legge. Quanto svolto nell'azione 1 del progetto ci permette di formulare alcune indicazioni operative che possono essere consigliate agli allevatori per poter realizzare, a basso costo e con la raccolta e l'organizzazione di alcuni dati già disponibili in azienda, un proprio bilancio dell'azoto, che tenga conto da un lato della precisione della stima e dall altro della semplicità di calcolo. Infatti, sono state eseguite simulazioni per valutare la rispondenza del dato, analitico o tabellare, sul risultato del bilancio con lo scopo di limitare al necessario il volume di dati da inserire nel sistema di calcolo, ma soprattutto mirare a costi analitici indispensabili e non eccessivi. Si ritiene che un giusto compromesso tra qualità del risultato e semplicità di calcolo possa essere raggiunto nei seguenti modi. Quando l'allevatore fa un uso diretto di materie prime e foraggi per la preparazione delle miscele alimentari al momento della somministrazione, si consiglia di analizzare 25

26 accuratamente la base foraggera destinata ai bovini, perché rappresenta la fonte di maggiore variabilità; per le materie prime si possono utilizzare i valori standard tabulati, eventualmente sviluppando tabelle di riferimento che tengano conto, ad esempio, della provenienza geografica delle stesse. In caso di uso di mangimi finiti o nuclei, sia auto prodotti che acquistati dall industria mangimistica, può essere usato il dato medio calcolato dalle analisi che i produttori di mangimi sono tenuti ad eseguire sulla base dei sistemi di autocontrollo previsti per legge, e che nel caso di prodotti acquistati l'allevatore dovrebbe richiedere unitamente al cartellino. 6- Prodotti Deadline Titolo Nome del prodotto Report SI/NO 31/01/11 Demonstrative farm list Del_02.pdf Inception report 31/01/11 Working protocol Del_03.pdf Inception report 31/03/12 Report on monitoring ex-ante Del_05.pdf Mid-term report 31/03/13 Report on monitoring 1st year ex post Del_05_A1.pdf Progress report 31/03/14 Final report Action conclusions Del_03_A1.pdf Final report Azione 2: Gestione agronomica volta a ridurre le perdite di nutrienti dai terreni alle acque 1- Obiettivi Verificare i vantaggi aziendali e ambientali che derivano dell'utilizzo di effluenti zootecnici provenienti dagli animali alimentati con le razioni ad elevata efficienza dell'azoto, utilizzando tecniche di applicazione innovative su colture con elevata capacità di asportazione e lunghi periodi di crescita. 2- Data d'inizio: 01/10/2010 Data di fine:31/03/ Staff responsabile: Il beneficiario responsabile del task è stato il CRPA, i partner locali sono stati responsabili della raccolta dei dati, dei campionamenti e del conferimento dei campioni ai laboratori. CRPA e FCSR sono stati responsabili per le attività nelle aziende localizzate in EmiliaRomagna, ERSAF è stato responsabile per le attività condotte in Lombardia, Veneto Agricoltura per quelle localizzate nella regione Veneto, ERSA per le attività in FriuliVenezia-Giulia e IPLA per quelle del Piemonte. CRPA ha condotto le analisi degli effluenti zootecnici, dei prodotti vegetali e dei terreni (nitrati) consegnati dai partner. 4- Attività 26

27 Le aziende dimostrative ove si è sviluppata l'attività di questa azione sono le stesse dell'azione n. 1, con l'eccezione dell'azienda veneta Cagnin per la quale il partner Veneto Agricoltura ha ritenuto opportuno spostare l'attività agronomica presso l'azienda agricola Diana. Nel corso delle tre annualità del progetto è stata sottoposta a monitoraggio la gestione agronomica praticata nelle aziende dimostrative, seguendo il protocollo di lavoro definito in precedenza per l'azione 2 (Working protocol A.2). Nel corso del primo anno di progetto (2011) il monitoraggio ha riguardato la situazione corrente dell'azienda (valutazione ex-ante). Dal secondo anno (2012) il monitoraggio ha riguardato la situazione modificata (valutazione ex-post), con rotazioni caratterizzate da lunghe stagioni di crescita ed elevate asportazioni di azoto e pratiche di fertilizzazione di tipo migliorativo/innovativo. Tra le successioni colturali ad elevata asportazione di azoto più praticate nel progetto vi sono le doppie colture con mais ed erbaio autunno-vernino (loiessa o cereale da foraggio), quelle con cereale autunno-vernino seguito da erbaio estivo (sorgo, panico) oppure le foraggere poliennali. Le colture sono state fertilizzate prevalentemente con liquami zootecnici, cercando di ottimizzare l efficienza d uso dell azoto non solo privilegiando le epoche di distribuzione più favorevoli ma anche utilizzando tecniche di distribuzione migliorative/innovative rispetto alla soluzione standard rappresentata dallo spandimento con botte a scarico posteriore sopra terra e successivo interramento, quali: - interramento contestuale alla distribuzione (botte con ancore o sistema a tubo flessibile ombelicale direttamente collegato all'attrezzo distributore sul trattore); - distribuzione rasoterra a bande; - distribuzione in sarchiatura tra le file; - fertirrigazione con miscela di liquami ed acque irrigue. In alcuni casi sono state utilizzate macchine semoventi ad elevata capacità di lavoro e basso calpestamento, che possono favorire le distribuzioni nelle epoche più favorevoli come in presemina o sulle colture in atto. In particolare in ogni azienda dimostrativa sono stati identificati indicator plots (appezzamenti) per i quali il monitoraggio degli aspetti agronomici è stato più dettagliato, con specifici rilievi di dati e campionamenti degli effluenti, dei prodotti vegetali e dei terreni. Nel corso del primo anno erano stati seguiti 41 indicator plots, mentre sia nel corso del secondo che del terzo anno di monitoraggio sono stati seguiti 28 appezzamenti indicatori (generalmente 3 per azienda), 52 se si considera che la maggior parte sono stati suddivisi in 2 aree ( subplots ), l'una in cui si è adottata la tecnica migliorativa/innovativa e l'altra in cui si è mantenuta la consueta gestione aziendale. Si è anche attivato e seguito il monitoraggio dei siti attrezzati con coppe ceramiche porose per il campionamento dei nitrati nelle acque di ritenzione del suolo nei 3 appezzamenti indicatori di 3 delle aziende dimostrative (Mana Stefano Piemonte, Pinotti Luigi e Alberto Lombardia, Mori Carlo Emilia-Romagna). Inoltre per ogni azienda è stato calcolato il bilancio dell azoto a scala aziendale o al cancello dell azienda (farm-gate balance), che prende in considerazione l azoto che entra e quello che esce dall azienda. 27

28 La redazione dei bilanci dell'azoto a scala aziendale oltre ad evidenziare differenze sostanziali in modo particolare tra gruppi di aziende (bovini da latte, da carne, suini) ma anche tra aziende con lo stesso indirizzo zootecnico (bovini da latte), ha permesso di valutare le differenze tra la situazione ex ante e quella ex post. Di seguito si riportano i principali indicatori sintetici dei bilanci a scala aziendale, per ognuna delle aziende dimostrative e per le situazioni ex-ante ed ex-post. Pinotti Mori Sgambaro Bolzon (bovini (bovini (bovini (bovini latte) latte) latte) latte) Mana (suini) Zambelli (suini) Biagi (suini) Sevega (bovini carne) Efficienza dell'azoto a scala aziendale (output/input) 0,61 0,58 0,54 0,15 0,40 0,33 0,25 0,26 Surplus ad ettaro (kg N/ha) Efficienza dell'azoto a scala aziendale (output/input) 0,65 0,65 0,64 0,14 0,44 0,35 0,31 0,26 Surplus ad ettaro (kg N/ha) Ex-ante Ex-post Nelle aziende che allevano suini (Mana, Zambelli, Biagi) l'efficienza d'uso dell'azoto alla scala aziendale, partendo da valori vicini o inferiori al 60%, ha raggiunto il 65% circa nella situazione ex-post. Il surplus di azoto per ettaro è sceso attorno ai 400 kg N/ha/anno, buon risultato per le aziende con suini sebbene ancora piuttosto elevato, anche per le integrazioni fertilizzanti che per la maggior parte degli appezzamenti continuano con concimi minerali, in modo particolare su mais in copertura. I bilanci dell'azoto delle aziende con bovini da latte sono risultati piuttosto diversificati tra loro. L'efficienza d'uso più elevata (40% ex-ante, 44% ex-post) è stata riscontrata per l'azienda Pinotti, che oltre al latte cede granella di mais, mentre quella più ridotta è stata riscontrata per l'azienda Bolzon che alleva animali di razza Pezzata Rossa, a duplice attitudine (latte-carne) e quindi meno efficienti in termini di resa dell'azoto rispetto alle razze da latte. L'azienda da latte più estensiva è risultata l'azienda Mori, con surplus per ettaro di poco inferiore ai 200 kg N/ha/anno, che rappresenta il limite indicativo tra i sistemi da latte più intensivi del sud Europa e quelli meno dipendenti da apporti esterni, più tipici ad esempio di Francia e Scozia. L'efficienza d'uso dell'azoto a scala aziendale è stata incrementata in particolare nelle aziende da latte Pinotti e Sgambaro, sia grazie agli interventi sulla dieta delle bovine che per la riduzione dei consumi di fertilizzanti minerali su mais grazie ad un incremento dell efficienza d uso degli effluenti di allevamento utilizzati anche in periodo primaverile ed estivo. Nell'Azienda Sevega che ingrassa vitelloni, l efficienza d uso dell azoto a scala aziendale è piuttosto ridotta. D altra parte il surplus di azoto espresso per unità di superficie risulta il più basso di tutti, si tratta infatti di una azienda di tipo estensivo. 28

29 Il monitoraggio degli indicator plots (ALLEGATO_7.2.2_A2) con le colture più rappresentative dell'azienda è servito in particolare per dimostrare come può essere possibile incrementare l'efficienza d'uso dell'azoto di origine zootecnica, per limitare più possibile l'impiego di azoto di sintesi a integrazione. È su questi che in modo particolare sono state messe in atto le già elencate pratiche di fertilizzazione di tipo migliorativo/innovativo con effluenti zootecnici. Nei siti attrezzati con coppe porose nel corso del progetto sono stati prelevati oltre 1500 campioni di acque di ritenzione del suolo, sui quali è stato analizzato il contenuto di nitrati. Come risultati del monitoraggio si sono avute concentrazioni elevate dei nitrati nelle acque prelevate negli appezzamenti arativi con mais (Piemonte, Lombardia), con valori che in molti casi hanno abbondantemente superato il limite di potabilità definito a 50 mg NO 3/l. Nel caso invece del sito con prato stabile (Emilia-Romagna) le concentrazioni di nitrati nelle acque di ritenzione non hanno mai ecceduto lo stesso limite, nonostante ripetuti apporti di effluenti zootecnici sia in forma di liquame che di letame bovino ed utilizzo di concime chimico (nitrato ammonico) nel corso del terzo anno. 5- Conclusioni Le attività pianificate per l'azione sono state realizzate e gli obiettivi raggiunti entro i tempi indicati dal progetto. L'attività svolta ha permesso di dimostrare che è effettivamente possibile ridurre i surplus di azoto e di conseguenza le perdite di nutrienti dai terreni alle acque se alla scala aziendale si integrano diverse pratiche che partono in stalla dalla riduzione del titolo proteico complessivo della razione, realizzato entro una dieta bilanciata per il valore biologico della proteina e del suo rapporto con l'energia, e continuano nei campi con l'incremento dell'efficienza d'uso dell'azoto da parte delle colture sfruttando rotazioni caratterizzate da lunghe stagioni di crescita ed elevate asportazioni di azoto e pratiche di fertilizzazione di tipo migliorativo/innovativo, in modo particolare per gli effluenti zootecnici. Gli interventi migliorativi nell'utilizzo degli effluenti risultano spesso impegnativi in termini di investimenti e manodopera ma possono avere impatti economici ed ambientali decisamente positivi che vanno considerati nel lungo periodo e qundi vanno valutati caso per caso. Il surplus di azoto infatti rappresenta un importante indicatore ambientale ma non va dimenticato che una sua riduzione corrisponde una migliore efficacia di utilizzo dell'elemento in azienda, e questo permette un risparmio di risorse e denaro investiti per le produzioni. In particolare per le diverse tipologie di aziende zootecniche si è potuto dimostrare quanto segue: nelle aziende che allevano suini, la riduzione del tenore proteico delle diete, che è risultata in un deciso incremento dell'efficienza d'uso dell'azoto nell'allevamento, assieme all'applicazione di tecniche di spandimento migliorative (distribuzioni dei liquami sulle colture in atto, con diverse tecniche) hanno permesso un significativo incremento dell efficienza d uso dell azoto a livello aziendale. Tali risultati, se documentati, potrebbero permettere di ridurre la quota di effluenti ceduti dai suinicoltori a terzi su terreni in concessione per gli spandimenti, una pratica diffusa negli allevamenti suini e che comporta spesso dei costi di produzione aggiuntivi; nelle aziende che allevano bovini da latte le situazioni che si riscontrano in riferimento alla gestione dei nutrienti possono risultare piuttosto differenziate in quanto dipendono da 29

30 diversi fattori tra i quali il disciplinare di produzione (che può limitare o vietare l'utilizzo di alcuni alimenti), la quota e la gestione degli animali in rimonta, la stabulazione da cui dipende la produzione di liquami o letami, le tipologie di terreni e di colture praticate, ecc. Le aziende con le migliori performances di efficienza dei nutrienti sono quelle con animali produttivi, quota di rimonta equilibrata e gestione degli effluenti volta a conseguire elevate efficienze d'uso dei nutrienti. I risultati ottenuti nel progetto testimoniano di come nella maggior parte delle situazioni aziendali vi siano degli spazi di miglioramento significativi che dipendono da interventi mirati sia nel comparto stalla che in quello di campagna; nelle aziende che allevano bovini da carne l'efficienza d'uso dell'azoto non può che risultare piuttosto ridotta per il tipo di produzione animale (carne bovina) che di per se limita questa efficienza. In ogni caso l'azienda seguita nel progetto ha limitato in modo efficace il proprio impatto ambientale rendendo estensive le produzioni vegetali e cioè riducendo il surplus di azoto espresso per unità di superficie. Il monitoraggio del livello di nitrati nelle acque di ritenzione dei suoli ha testimoniato una volta in più dei rischi collegati ala coltivazione dei seminativi ed alle lavorazioni dei terreni e, viceversa, della capacità protettiva dei prati permanenti nei confronti delle acque sotterranee. Ne scaturisce l'indicazione di salvaguardare i prati stabili e magari favorirne l'estensione, anche per limitare le perdite di nitrati dai suoli alle acque; tale indicazione verrà peraltro già messa in pratica con la nuova Politica Agricola Comunitaria : il mantenimento dei prati e pascoli permanenti è pratica prevista nel greening e prevede che gli Stati membri debbano designare delle zone sensibili sotto il profilo ambientale nelle quali imporre l'obbligo di non poter convertire o arare tali colture. 6- Prodotti Deadline Titolo Nome del prodotto Report SI/NO 31/01/11 Working protocol Del_04.pdf Inception report 31/03/12 Report on monitoring ex-ante Del-06.pdf Mid-term report 31/03/13 Report on monitoring 2nd year Del-06.pdf Progress report 31/03/14 Final report Action conclusions Del_04_A2.pdf Final report Azione 3: Misure agro-ambientali per intercettare i flussi dei nutrienti dai campi coltivati 1- Obiettivo Dimostrare l'efficacia, nel ridurre le perdite di azoto proveniente dai campi coltivati verso la rete idrica superficiale, di fasce tampone e zone umide di fitodepurazione agenti come sistema filtro suolo vegetazione. 2- Data d'inizio: 01/01/2011 Data di fine:31/03/ Staff responsabile: Veneto Agricoltura ha agito come responsabile per il coordinamento delle due attività in cui si 30

31 articola l'azione e per la diffusione dei risultati. L esecuzione e l elaborazione dei dati di cui all attività 1 è avvenuta a cura di Bruna Gumiero - biologa, libero professionista (professore a contratto Università di Bologna) e Bruno Boz - biologo, libero professionista, con la collaborazione di Anna Polazzo - ingegnere ambientale, libero professionista. L esecuzione e l elaborazione dei dati di cui all attività 2 è avvenuta a cura di Maurizio Borin del Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente (DAFNAE) Università di Padova e dei suoi collaboratori. 4- Attività Attività 1: Misure ambientali per intercettare gli inquinanti dai campi fertilizzati con liquami zootecnici: fasce tampone. Impianto dimostrativo Per l installazione dei siti di monitoraggio, rappresentativi della realtà agro-zootecnica padana, sono state scelte, nell Azienda Diana gestita da Veneto Agricoltura, due fasce tampone alte bifilari attigue collocate tra un campo coltivato ed una scolina di drenaggio. Le due fasce tampone hanno un sesto di impianto simile ma di diversa lunghezza (200 metri e 70 metri rispettivamente per campo 1 e 2), mentre l ampiezza di ciascuna è complessivamente di circa 12 metri. Sulle fasce sono state posizionate: 21 coppe porose, 9 piezometri ad 1m di profondità, 2 a 2m e 1 forato, un dispositivo per la determinazione ed il campionamento del run-off, 5 sonde FDR e datalogger ed un termometro per la misura della temperatura a 15 cm. Le fasce tampone prese in esame sottendono ad un campo coltivato con tecniche tradizionali e uno con un protocollo operativo finalizzato a ridurre le perdite di nutrienti (azoto e fosforo), come richiesto dalle procedure per la deroga al limite di 170 kg di N/ha/anno imposto dalla Direttiva Nitrati. Il confronto è stato effettuato su due campi, caratterizzati da suolo con granulometria fine e presenza di un orizzonte calcico in profondità, in cui sono state ripetute nel triennio le seguenti pratiche gestionali Campo 1 NON DEROGA (mais seguito da terreno nudo con post trinciatura degli stocchi) 1 ciclo: 170 kg N/ha di N da liquami + 92 kg N da urea; 2 ciclo: 170 kg N/ha di N da liquami kg N da urea; 3 ciclo: 170 kg N/ha di N da liquami + x kg N da urea (prova in corso); Campo 2 DEROGA(mais + loiessa in 2 raccolto) 1 ciclo: 170 kg N/ha di N da liquami + 80 kg N/ha da liquami = 250 kg N da liquami; 2 ciclo: 80 kg N/ha di N da liquami + 70 kg N da liquami + 60 kgn/ha da liquami = 210 kg/ha N; 3 ciclo: 80 kg N/ha di N da liquami + (prova in corso). La concimazione fosfatica è stata eseguita alla semina del mais con 200 kg/ha di perfosfato triplo ibrido. A queste pratiche si devono aggiungere le lavorazioni e i diserbi tradizionali. 31

32 Le attività hanno avuto la finalità di effettuare un monitoraggio quantitativo dei deflussi dell azoto proveniente dai campi coltivati, sia nell attraversamento delle fasce tampone, sia all arrivo nel recettore terminale, costituito da un collettore idrico superficiale. Rilievi I campioni d acqua di scorrimento sub superficiale sono stati raccolti seguendo un cronoprogramma prestabilito. Il prelievo dei campioni fino a novembre 2012 è stato effettuato sia mediante lisimetri a suzione con coppa porosa, sia direttamente dai piezometri. In seguito sono stati utilizzati dei campionatori a boccettini posti direttamente nei piezometri. In tutti i campioni è stata misurata la concentrazione dei nitrati, in alcuni casi sono stati misurati anche altri parametri quali: cloruri, azoto totale, nitriti, ione ammonio e azoto organico. In corrispondenza dei punti di campionamenti d acqua è stata effettuata la misura puntiforma dell altezza della falda, utilizzando un freatimetro. Per la misura in continuo dell altezza della falda sono stati utilizzati invece trasduttimetri collegati ad un datalogger. In entrambi i campi le misure sono iniziate dal 16 aprile Per la misura del contenuto volumetrico di acqua nel suolo a diverse profondità sono state utilizzate le sonde FDR (Frequency Domain Reflectometry) poste a diverse profondità (15, 13, 60 e 90) e collegate ad un data-logger. Gli strumenti hanno iniziato a funzionare nel campo Non deroga dal 8/4/2011, nel campo Deroga dal 17/4/2012. La misura in continuo dell umidità del suolo è stata effettuata in continuo utilizzando, in entrambi i siti, 6 sonde (collegate ad un data logger) FDR (Frequency Domain Refl ectometry). La misurazione dei volumi che defluiscono dalla zona di distribuzione alla fascia tampone attraverso deflussi superficiali (runoff) è stata possibile grazie all utilizzo di un dispositivo appositamente progettato e realizzato che raccoglie le acque superficiali di una porzione del sito lunga 4 metri mediante una grondaia infissa nel terreno. Le acque raccolte dalla grondaia sono convogliate in un pozzetto all interno del quale una pompa di sentina pompa l acqua all esterno, facendola prima passare per un contatore. Risultati Non ci sono differenze significative tra le due tesi: Campo 2 in DEROGA e Campo 1 NON DEROGA. Le eventuali differenze che si possono creare tra i due Campi sono dovute ad episodi saltuari e puntiformi o ad errori di misura. I rilasci di azoto dai due campi sono estremamente contenuti ma in linea con quanto riportato in letteratura, per questa tipologia di suoli estremamente conservativi, con perdite del 1-3% rispetto al distribuito. I primi 5 metri di fascia tampone sono sufficienti per raggiungere valori di abbattimento dell azoto dell ordine di 70% per i nitrati e 60 % per l azoto totale. Entrambi gli appezzamenti generano un carico di azoto, diretto alla rete idrica superficiale, molto contenuto. 32

33 Benefici ambientali diretti e futuri ed effetti socio economici I risultati ottenuti mostrano come le fasce tampone siano il sistema di rimozione dell azoto diffuso potenzialmente più efficacie a patto che tali sistemi siano a loro volta diffusi sul territorio e in grado di captare le acque di dilavamento dei terreni ricche di nutrienti (es. azoto). Replicabilità della sperimentazione Volendo estendere i risultati di questo monitoraggio per tutte le aziende agricole è importante sottolineare che non sarà possibile ripercorrere, da parte dell agricoltore, la stessa precisione e attenzione nello spandimento dei liquami. Di conseguenza le perdite dal campo registrate in questo progetto potrebbero essere sottostimate se utilizzate in un estrapolazione ad ampia scala. Sostenibilità e le sfide per il futuro Il robusto quadro informativo conseguito anche con queste prove dimostrative, permette già un salto di scala, inserendo le fasce tampone tra le misure d intervento a livello aziendale previste dalla pianificazione (condizionalità, nuovi PSR, ecc..). Partendo dai dati di monitoraggio di tanti siti sperimentali, eterogenei tra loro, e unendo le informazioni locali a quelle di alcuni strati informativi di scala ampia già disponibili, quali in particolare la Carta dei suoli, si potrà giungere ad un estensione a scala territoriale anche molto ampia. Si potrebbe già da ora effettuare una serie di proposte per la realizzazione/gestione di sistemi forestali localizzati, in pratica delle vere e proprie mappe di vocazionalità di aree a diverso grado di idoneità per la realizzazione di fasce tampone boscate. Queste mappe non solo sarebbero utili a guidare le scelte pianificatorie, ma permetterebbero di stimare con maggiore precisione i benefici attesi (monitoraggio degli effetti ambientali delle misure). Attività 2: efficacia di uno stagno di fitodepurazione nella rimozione dell'azoto contenuto nelle acque di drenaggio di parcelle fertilizzate con liquami zootecnici Impianto dimostrativo L attività si è concentrata sulle possibilità applicative della fitodepurazione in una zona umida, per ridurre le perdite verso la rete idrica superficiale dell azoto proveniente da un area agricola concimata con liquami zootecnici. L area agricola interessata dalle prove è attrezzata per il drenaggio controllato dell acqua in eccesso del terreno. Il drenaggio controllato è stato ottenuto regolando l altezza della falda, eliminando solo l acqua degli strati più superficiali, quella che potrebbe danneggiare la coltura o ostacolare il normale accesso ai campi. La zona umida, inserita a valle del sito sperimentale di drenaggio controllato dal quale riceve le acque, si estende per circa 3300 m 2, è situata 0,4 m sotto il piano di campagna ed è circondata da un argine di 0,3 m sopra il piano di campagna.nel periodo in esame l attività di monitoraggio è stata condotta sia sul dispositivo di drenaggio controllato che sulla zona umida di fitodepurazione. Per una maggiore efficacia dimostrativa è stato predisposto uno schema sperimentale splitplot con il confronto di 4 tesi derivate dalla combinazione di due fattori di studio: la gestione della falda e il sistema di regimazione delle acque di drenaggio: drenaggio convenzionale tubolare sotterraneo (T); 33

34 drenaggio controllato tubolare sotterraneo (T-DC); drenaggio convenzionale con sistemazione alla ferrarese (S); drenaggio controllato con sistemazione alla ferrarese (S-DC). Ciascuna tesi è stata ripetuta 3 volte, per un totale di 12 parcelle sperimentali di 3000 e 5000 m² ciascuna In tutte le prove del triennio gli appezzamenti in prova sono stati coltivati a mais ceroso, su un terreno precedentemente preparato con erpice rotante. Il primo anno (annualità ) terreno e stato fertilizzato con liquame bovino per un apporto totale di 200 kg/ha. I rilievi si sono concentrati prevalentemente sul bilancio idrologico della zona umida, ai fini del quale sono stati considerati i volumi d acqua provenienti dal drenaggio delle parcelle, le precipitazioni come afflussi e le acque in uscita come deflussi. E stato possibile effettuare anche un primo bilancio di massa dell azoto, sulla base dei flussi in entrata, delle asportazioni della biomassa vegetale nella zona umida e delle uscite. I risultati hanno dimostrato la validità del sistema drenaggio controllato/fitodepurazione nel contenere le perdite di azoto dai terreni coltivati, confermando così le tendenze evidenziate in cicli di monitoraggio precedenti. Il secondo anno (annualità ) la fertilizzazione è stata differenziata in 3 tesi: Liquame: fertilizzazione con liquame bovino in pre-semina con 250 kg/ha di N; Minerale: fertilizzazione con Urea (46%), pari a 250 kg/ha di N, divisa in due applicazioni in sarchiatura il 6 e il 18 di giugno, integrata con perfosfato triplo e solfato di potassio; Misto: fertilizzazione con liquame in pre-semina, pari a 125 kg/ha N ed integrato con fertilizzanti minerali;. In copertura è poi stata distribuita in sarchiatura Urea (46%), pari a 125 kg/ha di N, in data 6 giugno. Il particolare decorso meteorologico della stagione primaverile estiva 2012 ha in parte compromesso i risultati delle prove, soprattutto per quanto riguarda la funzionalità della zona umida che ha risentito della carenza di afflusso e dall assenza di deflusso. L efficacia dimostrativa tuttavia si è mantenuta per quanto riguarda le rese produttive e la qualità dell acqua di falda. In linea di massima la concimazione con solo azoto da liquame ha dato una resa non differente rispetto a quella con solo azoto minerale, ma ha fornito valori migliori di qualità dell acqua di falda e minore presenza di azoto residuale nel terreno dopo la raccolta. I migliori risultati sono stati conseguiti con la fertilizzazione mista. Il terzo anno (annualità ) ha permesso di ottenere i risultati più completi, grazie al decorso stagionale che è stato all interno della media. Tutti gli appezzamenti del sistema sono stati coltivati con mais ceroso (PR31 D24), di classe 700, seminato il 15/05. La fertilizzazione e stata effettuata con 3 tesi differenti, una per ognuno dei 3 blocchi, in modo tale da distribuire una quantità di azoto equivalente a 300 kg/ha. La fertilizzazione, iniziata il 06/05/2013 su suolo. Rilievi 34

35 Sono stati eseguiti rilievi sulla falda, sui volumi di afflusso e deflusso sia al sistema di drenaggio, sia la zona umida. Alla raccolta del mais sono state realizzate aree di saggio per campionare la produzione di mais ceroso. Successivamente un campione per ogni parcella è stato essiccato per determinare la resa della granella in sostanza secca e la concentrazione di azoto. Prima della semina del mais e dopo la sua raccolta sono stati prelevati campioni di terreno a due profondità (0-30 cm e cm) per poterne misurare la quantità di azoto nitrico presente Risultati Qualità dell acqua come effetto del drenaggio controllato Valutando le concentrazioni di N-NO3 e Ntot sulla base della gestione del drenaggio, il drenaggio controllato DC, rispetto a quello libero L, presenta concentrazioni di azoto più alte in falda, ma più basse nelle acque di deflusso. Probabilmente, non avendo allontanato del tutto i nitrati con i deflussi idrici, il drenaggio controllato ha aumentato le concentrazioni in falda. Bisogna tenere conto, inoltre, che nel periodo considerato, le differenze tra i livelli di falda DC e L non sono state cosi marcate e stabili da consentire al drenaggio controllato di promuovere una maggiore denitrificazione rispetto al drenaggio libero, come ci si aspetterebbe se le differenze fossero piu evidenti. Al di là dei risultati, a volte contradditori, le prove hanno pienamente dimostrato l efficacia della tecnica nella riduzione dell azoto, offrendo anche indicazioni sulle modalità migliori di gestione della falda nell ottenimento di questi risultati. Azoto nitrico nel terreno I risultati mostrano come prima della semina e della concimazione il valore medio totale di azoto nitrico nel terreno fosse molto basso, equivalente a circa 2,3 ppm; dopo la raccolta della vegetazione tale valore non è aumentato, mostrando anzi una riduzione complessiva. Non si evidenziano particolari differenze tra le tesi di concimazioni: tutte e tre presentano un decremento delle concentrazioni tra le due date. Dal punto di vista ambientale la concimazione organica, con una media di 1,4 ppm di azoto nitrico, si presenta come la più potenzialmente impattante per le lisciviazioni invernali; al contrario, la concimazione mista, con una media di 1,1 ppm di azoto nitrico, si presenta come la meno impattante. Efficacia della zona umida nell abbattimento dell azoto Le condizioni meteorologiche favorevoli hanno consentito di mostrare la piena funzionalità della zona umida sulla quale sono stati effettuati i bilanci idrologici e di azoto, con misura degli abbattimenti effettuati a carico della quota rilasciata dai campi coltivati a mais e sottoposti a drenaggio Nell intero periodo sono entrati nella zona umida 565,1 kg/ ha di N-NO3 e ne sono usciti 89,8 kg/ha, con un efficacia di rimozione pari al 84,1%. I valori relativi all N totale variano di poco, con 605,7 kg/ha in entrata, 96,2 kg/ha in uscita e un efficacia di rimozione equivalente alla precedente. Da questi dati si evince come la grande maggioranza dell azoto entrato nella zona umida sia stato abbattuto durante il transito in essa. Benefici ambientali diretti e future ed effetti socio-economici 35

36 Rispetto a quanto atteso dal Progetto i risultati conseguiti nel corso dei tre anni di monitoraggio mostrano che il sistema sperimentale a drenaggio controllato, integrato con una zona umida di fitodepurazione, ha evidenziato grandi potenzialità sia nel controllo dei deflussi idrici dalle parcelle, che nelle perdite di azoto e fosforo delle acque di drenaggio agricolo. I minori deflussi invernali, inoltre, si traducono in una maggiore disponibilità idrica nel corso dei mesi primaverili-estivi, quando la coltura e in piena fase vegetativa. I benefici ambientali diretti e futuri derivano dall efficacia del sistema integrato nell abbattimento di nutrienti che ha raggiunto rimozioni medie di circa il 90% per le forme azotate e di circa 70% per il quelle fosfatiche e dall immagazzinamento di acqua. Per quanto concerne gli aspetti innovativi e gli effetti socio economici dell attività dimostrativa si ricorda che le soluzioni monitorate sono conosciute dalla comunità scientifica in Italia da parecchi anni, ma trovano ancora pochissimi riscontri applicativi. Un elemento di innovazione che potrebbe derivare dal progetto riguarda quindi proprio il trasferimento delle informazioni alle aziende e la creazione del quadro normativo che favorisca l adozione di queste misure. La produzione agricola e stata condizionata dall andamento climatico anomalo degli ultimi tre anni e in particolare le assai scarse precipitazioni nel periodo maggio-settembre che ha comportato rese decisamente basse in tutta la pianura padana. In linea di massima la concimazione con solo azoto da liquame ha dato una resa non differente rispetto a quella con solo azoto minerale, ma ha fornito valori migliori di qualita dell acqua di falda e minore presenza di azoto residuale nel terreno dopo la raccolta. I migliori risultati sono stati conseguiti con la fertilizzazione mista. Dal punto di vista economico la fertilizzazione mista (liquame integrato da concime minerale) ha consentito di ottenere le rese più elevate; i risultati peggiori sono stati ottenuti utilizzando solo liquame. Replicabilità della sperimentazione L approccio metodologico applicato può essere facilmente replicato al altre esperienze in altre realtà; basti pensare, ad esempio, che solo nel Veneto il 65% della superficie regionale e gestita da Consorzi di Bonifica e ha di territorio sono sotto il livello del mare. In queste realtà l applicazione del drenaggio controllato e delle zone umide di fitodepurazione trova condizioni favorevoli. Gli aspetti significativi più importanti dall approccio utilizzato riguardano la semplicità di realizzazione e gestione degli interventi operativa e di conseguenza un favorevole rapporto benefici/costi. La replicabilità delle esperienze e facile. 5- Conclusioni I risultati ottenuti mostrano come le fasce tampone siano il sistema di rimozione dell azoto diffuso potenzialmente più efficacie a patto che tali sistemi siano a loro volta diffusi sul territorio e in grado di captare le acque di dilavamento dei terreni ricche di nutrienti (es. azoto). Anche per quanto riguarda il sistema sperimentale a drenaggio controllato, integrato con una zona umida di fitodepurazione, ha evidenziato grandi potenzialità sia nel controllo dei deflussi 36

37 idrici dalle parcelle, che nelle perdite di azoto e fosforo delle acque di drenaggio agricolo. I minori deflussi invernali, inoltre, si traducono in una maggiore disponibilità idrica nel corso dei mesi primaverili-estivi, quando le colture sono in piena fase vegetativa. L approccio utilizzato presenta costi e tempi differenti per fasce tampone, fitodepurazione e drenaggio controllato. Nel primo caso bisogna considerare il costo dell'investimento; per la fitodepurazione, oltre a questo, il valore dei terreni dedicati alle aree umide; non va tuttavia dimenticato che esse possono fornire ingenti quantità di biomasse da utilizzare per scopi energetici. L implementazione del drenaggio controllato mentre risulta meno impegnativo dal punto di vista di costi e tempi. Si può infine concludere che il progetto ha validato soluzioni sostenibili. Le sfide future riguardano soprattutto la nota inerzia del sistema agricolo italiano a recepire l innovazione. 6- Prodotti Deadline Titolo Nome del prodotto Report SI/NO 31/01/11 Working protocol del_05.pdf Inception report 31/03/12 Report on monitoring 1st year activity DEL_07.pdf Mid-term Report 31/03/13 Report on monitoring 2nd year Del_07_A3 Progress report 31/03/14 Final report Action conclusions Del_05_A3.pdf Progress report Azione 4: Trasferimento di frazioni solide degli effluenti zootecnici ad aree agricole a bassa densità di allevamenti 1- Obiettivi Dimostrare la fattibilità del trasferimento della frazione solida degli effluenti ad aree fuori dalle zone vulnerabili, caratterizzate da riduzione della sostanza organica nel terreno, raggiungendo vantaggi sia per la qualità del suolo che delle acque sotterranee. Ciò sarà integrato con attività di tipo tecnologico, finalizzate a migliorare l'efficienza della separazione solido-liquido dei liquami, la logistica dei trasporti e la tracciabilità dei materiali. 2- Data d'inizio: 01/01/2011 Data di fine: 31/03/ Staff responsabile: ERSAF è il beneficiario responsabile dell'azione, condotta con la collaborazione di CRPA, FCSR, e IPLA, responsabili per le attività nelle aziende localizzate in Emilia-Romagna (CRPA e FCSR) e per nelle aziende localizzate in Piemonte (IPLA). ERSAF ha seguito 37

38 direttamente le attività condotte nella aziende localizzate in Lombardia. CRPA ha eseguito le analisi degli effluenti di allevamento e delle biomasse vegetali mentre il partner CRA è stato coinvolto per analisi chimiche di terreni. 4- Attività L azione si è articolata in tre attività. Attività 1 Organizzazione di un consorzio per la raccolta e il trasporto di frazioni solide separate da effluenti zootecnici ad aziende agricole cerealicole, situate in zone non vulnerabili e con carenza di sostanza organica nei suoli. L accordo per la gestione consortile degli effluenti di allevamento è stato sottoscritto tra APIMA (Associazione Provinciale Imprese di Meccanizzazione Agricola di Mantova), soggetto incaricato per la realizzazione dell esperienza, e: - Cooperativa San Lorenzo di Pegognaga (MN), con 8 aziende agricole aderenti che hanno fornito il separato solido prodotto da liquami bovini con separatore mobile; - La Redenta Soc. Coop. Agr. di Pegognaga (MN) e Az. Agr. Tovagliari Alessandro di Suzzara (MN) che hanno utilizzato sui loro terreni le frazioni solide separate dei liquami. APIMA ha contribuito a gestire gli accordi tra le aziende, la logistica per il trasporto e la distribuzione degli effluenti. Coop. San Lorenzo si è dotata di una attrezzatura mobile equipaggiata con due separatori a rulli contrapposti per il trattamento di effluenti di allevamento. L'unità mobile è in grado di eseguire il trattamento di separazione con un adeguato grado di autonomia in termini di indipendenza energetica essendo dotata di motore diesel alimentato a gasolio. La scelta di una unità mobile è giustificata dalle esigenze di un certo numero di soci della cooperativa, allevatori di bovini da latte, accomunati dalla medesima problematica (eccedenza di azoto), la cui dimensione non è, tuttavia, tale da giustificare, dal punto di vista economico, l acquisto di una attrezzatura fissa aziendale. Una quota di azoto in eccesso, accumulata nel solido separato palabile, può infatti essere ceduta/esportata dalle singole aziende verso utilizzatori esterni. Il cantiere di trasporto del consorzio era costituito da n. 2 trattori della società La Redenta (New Holland TM190 e TM150) abbinati a rimorchio (dumper) da 15 t con portellone posteriore a tenuta stagna. I due trattori sono stati equipaggiati con il sistema PLM Connect Telematics della New Holland Agriculture al fine della tracciabilità dei trasporti. Il primo anno (2012) di attività del progetto ha evidenziato come la tracciabilità di un percorso intesa come restituzione su supporto informatico di un elenco di punti (veicolo, giorno, ora, coordinate geografiche) finalizzati ad una conservazione nel tempo e alla possibile implementazione in sistemi/software differenti, anche ai fini del controllo dell applicazione della deroga nitrati, non fosse immediatamente realizzabile. Nel corso del 2013 sono state risolte le problematiche relative all ottenimento di un tracciato esportabile in un software GIS. Nel corso delle attività del Consorzio si è deciso di ottimizzare l'uso delle frazioni solide separate, sfruttandole anche per produrre energia rinnovabile attraverso la digestione 38

39 anaerobica ("opzione energetica"). Infatti il mutamento della realtà locale verificatosi con la richiesta di prodotto da parte di impianto per la produzione di biogas ha reso necessario discostarsi, nella forma, dall ipotesi progettuale del consorzio di aziende. Di conseguenza sono state tracciate le consegne di separato dalle aziende zootecniche al menzionato impianto. In seguito, nel corso del 2014, si è proseguito nell attività tracciando trasporti dall impianto di biogas ai campi per l utilizzo agronomico. Nella sostanza sono stati movimentati quasi 1300 t tra separato solido di liquami bovini e digestato nonostante l andamento meteorologico, che ha spesso rallentato le operazioni programmate e l aumento del costo del carburante agricolo. I principali indicatori sono così riassumibili: Quantità trasportata 1.284,80 t Numero di viaggi 103 Tempo di trasporto 153 ore Durata media trasporti 1,48 ore Quantità media per viaggio 12,47 t Efficienza di trasporto 8,41 t/ora Costo unitario dei trasporti 11 /t ca (IVA compresa) Azoto totale movimentato 4293 kg Fosforo totale movimentato 775 kg Attività 2 Verifica dell'efficienza di separazione di frazioni solide da liquami bovini e suini Nel corso del progetto l'efficienza del processo di separazione solido-liquido dei liquami zootecnici è stata verificata in diverse situazioni, come riportato nella tabella seguente (tabella 8) che riepiloga tutte le prove condotte (nel corso del primo e secondo anno del progetto). 39

40 Tabella 8: Riepilogo prove condotte Liquame di bovini da latte Separatore a compressione elicoidale Liquame suino - Azienda Pinotti, - Azienda Zambelli, liquame da cuccette con segatura liquame fresco tal quale (1a annualità) (1 annualità) a - Azienda Mori liquame da cuccette con paglia (2a annualità) Separatore a rulli contrapposti - Azienda Mori - Azienda Biopig*, liquame da cuccette con paglia liquame codigerito con insilato di mais (2a annualità) (2a annualità) * Azienda Biopig non è azienda dimostrativa del progetto AQUA Le due tipologie di macchine utilizzate per le prove di separazione solido-liquido (a compressione elicoidale e a rulli contrapposti) sono state scelte per la buona adattabilità che hanno dimostrato in diverse condizioni operative. Nel corso delle prove sono state modificate le condizioni operative delle macchine per la separazione. Inoltre sono stati utilizzati liquami tal quali e liquami diluiti, per verificare l effetto della diluizione sulle efficienze di separazione. Nelle prove condotte presso l Azienda Pinotti con il separatore a compressione è stato trattato un volume di liquame bovino variabile tra i 17 ed i 24 m3/ora a seconda della regolazione della macchina. Le efficienze di separazione in peso e dei solidi totali hanno raggiunto valori rispettivamente sino a 28% e 65% ove i livelli di sostanza secca dei liquami trattati erano più alti. La separazione dell'azoto ha raggiunto un valore massimo del 32% e quella del fosforo del 28%, nel caso di regolazione della macchina con molla lenta (e quindi meno attrito nell'espulsione della frazione solida). Nelle prove condotte presso l Azienda Mori con il separatore a compressione è stato trattato un volume di liquame bovino variabile tra i 12 ed i 14 m 3/ora nel caso del liquame tal quale concentrato e tra i 15,5 ed i 17 m 3/ora nel caso del liquame diluito, a seconda della regolazione della macchina. Nelle frazioni solide si sono sempre segregati oltre la metà dei solidi totali (e fino al 56%), costituiti per oltre il 90% da solidi volatili e cioè sostanza organica. Come era già stato verificato in precedenti esperienze, anche in questo caso si conferma come l efficienza di separazione dell azoto possa raggiungere con questo tipo di macchine e nelle migliori condizioni il 30% circa. Con il separatore a rulli contrapposti utilizzato nella stessa azienda, l efficienza di separazione dei solidi totali è risultata mediamente del 42,5%, quella dei solidi volatili del 48% mentre l efficienza di separazione dell'n è risultata del 18% e quella del P del 16%. 40

41 Nelle prove condotte presso l'azienda Zambelli con il separatore a compressione è stato trattato un volume di liquame suino variabile tra i 25 ed i 40 m 3/ora, a seconda della regolazione della macchina. Le rese di separazione sono risultate decisamente interessanti quando si sono trattati liquami abbastanza concentrati (5% s.s.), sino ad oltre il 10% in peso, con separazione nella frazione solida del 30-50% circa dei solidi totali (media 40%), del 716% dell'azoto (media 12%) e del 19-23% del fosforo (media 21%) contenuti nei liquami tal quali. Nelle prove condotte presso l'azienda Biopig con il separatore a rulli si è trattato liquame suino tal quale con portate variabili tra 11 e 49 m3/ora e liquame suino co-digerito con insilati con portate variabili tra 3 e 17 m3/ora. Le concentrazioni dei solidi riscontrate nel liquame suino tal quale sono risultate circa 2-3 volte inferiori rispetto a quelle nel liquame co-digerito (mediamente 1,6% vs. 3,7% s.s.). Per questo su liquami suini la macchina ha avuto efficienze di separazione molto basse, che sono aumentate in modo significativo sui liquami suini codigeriti con insilati. L efficienza media di separazione dei solidi totali e dell azoto è risultata, rispettivamente, del 7,3% e 3,2% per il liquame suino tal quale, del 42,1% e 17,2% nel caso del liquame co-digerito. In seguito, prove di stabilizzazione delle frazioni solide sono state condotte su frazioni solide di liquami bovini da latte (Azienda Pinotti), di liquami suini (Azienda Zambelli), di liquami suini codigeriti (Azienda Biopig), derivanti dalle prove di separazione di cui sopra. La stabilizzazione è stata ottenuta lasciando in cumulo le frazioni solide senza aggiunta di altri prodotti; rivoltamenti periodici hanno favorito i processi di fermentazione aerobica con innalzamento delle temperature nei cumuli. I bilanci di massa delle frazioni solide stabilizzate indicano che i pesi si sono complessivamente ridotti dal 15 al 40% mentre il peso dei solidi totali si è ridotto dal 18 al 43% a seconda dei casi. I valori di potenziale biochimico metanigeno (BMP Biochemical methane potental) ricavati sulle frazioni solide a inizio, metà e fine prova testimoniano della progressiva stabilizzazione delle tre frazioni solide in compostaggio, che nel tempo hanno visto diminuire in modo molto significativo i valori di BMP. Attività 3 Verifica degli effetti agronomici e ambientali dell uso della frazione solida da liquami bovini e/o suini su terreni carenti di sostanza organica. Tre prove di campo sono state condotte in Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte da parte di ERSAF, CRPA e IPLA, con le modalità specificate nell'azione di progetto. Le prove hanno avuto una durata di 2 annate agrarie (2012 e 2013). Le aziende prescelte sono caratterizzate da terreni con bassa dotazione di sostanza organica e in ciascuna delle aziende è stato individuato un appezzamento nel quale sono state messe a confronto le seguenti tesi: T1) test non fertilizzato; T2) fertilizzazione esclusivamente con concime minerale; T3) applicazione ottimale di N con frazione solide separate di effluenti suino o bovino e integrazione con concimazione minerale, se necessaria. In Lombardia si è utilizzato il separato solido dell azienda dimostrativa di bovini da latte Pinotti, su mais, in Piemonte il separato solido di suino codigerito, su mais, mentre in EmiliaRomagna separato di liquame suino tal quale, su sorgo da granella. 41

42 L utilizzo di solo concime minerale (T2) oppure delle frazioni solide separate (T3) hanno determinato rese generalmente superiori alla tesi non concimata (T1), in particolare per la coltura di mais. I trattamenti non concimati hanno beneficiato nel primo anno dell effetto residuo degli anni precedenti, che si è ridotto nel secondo anno di prova determinando una forte riduzione della resa di mais. Il sorgo da granella nel 2012 (in Emilia Romagna) ha risentito della siccità estiva presentando quindi rese modeste mentre nel 2013 ha avuto rese nella norma. Rispetto al contenuto in nitrati del suolo alla fine della stagione colturale, che può essere un utile parametro gestionale per la quantificazione di potenziali perdite o per valutare la possibilità di correzione dei piani di concimazione impostati, in generale l utilizzo del concime minerale ha determinato concentrazioni di nitrati nel profilo di suolo investigato superiori agli altri due trattamenti, al termine della stagione colturale. Come conseguenza potrebbe essere maggiore il rischio di perdite di azoto per lisciviazione oltre la massima profondità degli apparati radicali durante la stagione autunnale caratterizzata da elevate precipitazioni, sempre in relazione alle caratteristiche tessiturali del suolo. Le determinazioni effettuate al termine delle prove agronomiche sulla sostanza organica del terreno, sia in termini quantitativi che qualitativi, in alcuni caso hanno messo in evidenza, anche dopo un periodo di trattamento breve come quello di queste prove, che gli apporti delle frazioni solide dei liquami possono risultare efficaci nel determinare incremento del tenore di sostanza organica nel terreno. In particolare nella prova condotta a Ravenna (Emilia-Romagna) il livello del carbonio organico totale (TOC) nel terreno, già al termine di un anno di prova, è risultato significativamente più alto nelle parcelle che avevano ricevuto la frazione solida di liquami suini rispetto al test non fertilizzato. Gli stessi trattamenti con frazione solida di liquami suini hanno anche fatto rilevare i più alti livelli di carbonio organico estraibile ed acidi umici e fulvici, sebbene non vi sia significatività dal punto di vista statistico. Anche i parametri dell umificazione derivati, e cioè il grado di umificazione (DH), il tasso di umificazione (HR) e l indice di umificazione (HI) sono risultati migliorati dagli apporti delle frazioni organiche. Nella prova condotta in Piemonte i diversi trattamenti non hanno causato differenze statisticamente significative, anche se il trattamento fertilizzato con il separato solido evidenzia la tendenza ad un aumento del contenuto di carbonio organico nel suolo. Invece nella prova condotta in Lombardia il livello della sostanza organica nel terreno, al termine di due anni di prova, è risultato più alto nella parcella che ha ricevuto la frazione solida di liquami rispetto al test non fertilizzato ma più basso rispetto alla tesi concimata con il chimico. Lo stesso andamento si è avuto anche per gli altri parametri analizzati, ovvero il carbonio organico estraibile (TEC) e gli acidi umici e fulvici (HA+FA). 5- Conclusioni Le attività pianificate per l'azione sono state realizzate e gli obiettivi raggiunti entro i tempi indicati dal progetto. Il Consorzio per la raccolta e il trasporto di frazioni solide separate da effluenti zootecnici ad aziende agricole cerealicole, situate in zone non vulnerabili e con carenza di sostanza organica nei suoli (Attività 1), è stato costituito ed ha potuto svolgere le attività preventivate di trasporto delle frazioni solide separate dei liquami verso terreni che abbisognano di apporti di 42

43 sostanza organica, mettendo a punto ed applicando un sistema per la tracciabilità dei trasporti basato su dispositivo GPS. L "opzione energetica" per le frazioni solide o dense da liquami adottata nella seconda parte di attività del Consorzio non contrasta con la loro valorizzazione fertilizzante. Infatti, al conferimento delle frazioni solide separate ad impianto di biogas, in parziale sostituzione dell insilato di mais, è seguito il prelievo della frazione solida separata del digestato, che è stata utilizzata ai fini fertilizzanti sui terreni delle aziende non zootecniche. Nel corso delle attività di verifica dell efficienza di separazione di frazioni solide da liquami bovini e suini (Attività 2) l'attenzione si è concentrata su macchine di livello medio, sia come prestazioni che come costi, tra le poche che abbiano trovato buona diffusione negli allevamenti zootecnici sia bovini che suini: il separatore a compressione elicoidale e quello cilindrico a rulli contrapposti. In alcuni casi le efficienze di separazione raggiunte sono risultate piuttosto elevate, in particolare se confrontate con altri dati di bibliografia. In generale, il livello di diluizione dei liquami ha influenzato in modo significativo sia le portate in ingresso che le efficienze di separazione, in particolar modo quella in peso: maggiore è la concentrazione dei solidi nei liquami in ingresso, minore è risultata la portata trattata ma maggiore l efficienza di separazione in peso della frazione solida. Al termine termine delle prove agronomiche con le frazioni solide dei liquami (Attività 3) le determinazioni effettuate sulla sostanza organica del terreno, sia in termini quantitativi che qualitativi, hanno mostrato in generale che gli apporti delle frazioni solide possono risultare efficaci nel determinare incrementi del tenore di sostanza organica nel terreno ma è difficile riscontrare se questo tipo di gestione, che ha avuto una durata limitata, riesca a modificare le caratteristiche del terreno in maniera permanente. Le dinamiche dell evoluzione della sostanza organica si possono valutare su scale temporali di medio-lungo termine, entro le quali si assiste ad una stabilizzazione, e per questo motivo si è deciso di adottare anche un approccio modellistico (non previsto nel progetto) che ha comunque confermato l'effetto positivo degli apporti delle frazioni solide sul tenore di sostanza organica del terreno, mentre con la distribuzione di solo concime chimico il contenuto di carbonio organico è rimasto pressoché invariato. 6- Prodotti Deadline Titolo Nome del prodotto Report SI/NO 31/03/12 Consortium description del-08.pdf Mid-term report 31/03/12 Report on agronomic activity 1st year del-09.pdf Mid-term report 31/03/13 Report on agronomic activity 2nd year Del_03.pdf Progress report 31/03/13 Report 1st year consortium activity Del_04.pdf Progress Report 31/03/14 Final report on 2nd year consortium activity Del_06_A4.pdf Final report 43

44 31/03/14 Final report on agronomic activities Del_07_A4.pdf Final report Azione 5: Sviluppo e validazione di un supporto informatico per la tracciabilità e la certificazione della gestione dell'azoto 1- Obiettivi Definizione e validazione di uno strumento per il monitoraggio e la tracciabilità delle seguenti tecniche per la gestione dell'azoto in aziende zootecniche: i) applicazione di razioni con basso contenuto di azoto nell'alimentazione degli animali e ii) trasferimento delle frazione solide degli effluenti zootecnici dalle zone con surplus di azoto ad aree con elevata necessità di sostanza organica fuori dalle NVZ. 2- Data d'inizio: 01/01/2011 Data di fine:31/03/ Staff responsabile: IPLA è il responsabile di quest'azione con il coinvolgimento della FCRS per l'implementazione dell'applicazione. 4- Attività Le attività relative all'azione 5 sono state iniziate nel mese di gennaio La prima fase è consistita nell'individuazione dei requisiti che l'applicazione doveva avere per soddisfare l'obiettivo dell'azione. Da questa fase è emersa la necessità di validare due tipologie di strumenti diversi; da una parte uno strumento in grado di dare evidenza dell'applicazione di razioni ad elevata efficienza dell'azoto attraverso la stima dell'azoto escreto e del calcolo della resa dell'azoto (attività 1) e, dall'altra, uno strumento in grado di dare evidenza del trasferimento delle frazioni solide ottenute dopo la separazione solido liquido degli effluenti zootecnici da zone caratterizzate da elevato carico zootecnico a zone carenti di sostanza organica (attività 2). Durante il 2011, per ciascuna delle attività, è stata valutata la fattibilità di adattamento di diverse applicazioni già disponibili. Per l'attività 1, sono stati valutati i software tr@ce-pig e tr@ce-milk, ma l'utilizzazione di questi strumenti per la stima dell'azoto escreto, avrebbe limitato fortemente il numero di possibili utenti, perché la loro principale funzione è la tracciabilità e gli allevatori utilizzano di norma già altri strumenti gestionali che svolgono anche questa funzione. Per l'attività 2 sono stati valutati i sistemi MOSAICO e METAMORFOSI: tali sistemi non sono stati giudicati idonei poiché le tecnologie utilizzate non hanno raggiunto una fase di sviluppo tale da poter essere utilizzati a livello dell'azienda agricola. Per questo motivo è stato deciso di costruire ex-novo due applicazioni: una con riferimento all'attività 1 e la seconda in riferimento all'attività 2. Una prima versione delle applicazioni, implementata mediante un foglio di calcolo, è stata presentata con l'interim Report (luglio 2012); questa prima versione è stata successivamente validata, modificata, e adeguata alle diverse esigenze che sono emerse nel corso dell'utilizzazione. 44

45 Durante il 2013, l'applicazione che riguarda il monitoraggio dell'applicazione di razioni con basso contenuto di azoto nell'alimentazione degli animali, è stata trasformata in una applicazione web (aqua.crpa.it/go/tool username: demoallen - password: cherus7y). Il suo utilizzo è gratuito ed è indirizzato a tecnici, allevatori, ricercatori, studenti, e a chiunque sia interessato al tema del bilancio dell'azoto. Mentre è stato mantenuto il formato dell'applicazione collegata con il monitoraggio del trasferimento delle frazioni solide degli effluenti zootecnici dalle zone con surplus di azoto ad aree con elevata necessità di sostanza organica fuori dalle ZVN. L'applicazione scaricabile dal sito del progetto (aqua.crpa.it/go/tool) Infine, per entrambe applicazioni, è stato creato il manuale. 1) Attività 1: Monitoraggio dell'applicazione di razioni con basso contenuto di azoto nell'alimentazione degli animali. Il monitoraggio dell'applicazione di razioni a basso contenuto proteico viene effettuato attraverso la quantificazione dell'azoto escreto e/o della resa dell'azoto, vale a dire la quantità di azoto contenuta nelle produzioni rispetto a quanto ingerito. Questi due indicatori sono calcolati attraverso la costruzione del bilancio dell'azoto a livello di allevamento. Il bilancio dell'azoto, attraverso un semplice bilancio di massa, restituisce la quantità totale di azoto escreto, il quale risulta dalla differenza tra l'azoto consumato con la razione e quello ritenuto nei prodotti (latte e tessuti). La formula generale, applicabili sia ai bovini da latte o da carne che ai suini è: Ne = Nc Np Gli elementi per il calcolo di bilancio sono: 1) N consumato: Nc; che dipende della razione, alimenti e contenuto proteico e il numero di animali. 2) N nei prodotti: Np; latte e tessuti principalmente. Durante la creazione delle applicazioni, sia nella prima fase che nella sua trasformazione in strumento web, sono stati effettuati continui confronti fra l'applicazione e i risultati ottenuti nell'azione 1. I risultati ottenuti sono soddisfacenti in confronto con quelli ottenuti nell'azione 1, come si può osservare nella tabella 9. Tabella 9: Confronto dei risultati (Az. 1 vs. Az. 5) ottenuti sugli allevamenti da latte Azienda Prima dell'intervento Az.1 Az.5 Az.1 Az.5 Resa N - (%) N escreto/ t p.v./anno - kg Resa N - (%) N escreto/ t p.v./anno - kg Resa N - (%) N escreto/ t p.v./anno - kg Az. Pinotti Az. Mori Az. Sgambaro Dopo l'intervento 45

46 Azienda Prima dell'intervento Dopo l'intervento Az.1 Az.5 Az.1 Az.5 Resa N - (%) N escreto/ t p.v./anno - kg Resa N - (%) ,62 15,64 13,68 13, ,47 16,47 12,06 12, ,24 12,54 11,08 11, ,82 18,17 14,20 14,20 Az. Bolzon Az. Zambelli N escreto/ capo/anno - kg Resa N - (%) Az. Comazoo N escreto/ capo/anno - kg Az. Mana Resa N - (%) N escreto/ capo/anno - kg Resa N - (%) Az. Biagi N escreto/ capo/anno - kg 2) Attività 2: Monitoraggio del trasferimento delle frazioni solide degli effluenti zootecnici dalle zone con surplus di azoto ad aree con elevata necessità di sostanza organica fuori dalle Zone Vulnerabili ai Nitrati. L'obiettivo principale di quest'applicazione è quello di dare evidenza del trasferimento delle frazioni solide dalle zone con surplus di azoto a quelle con necessità di sostanza organica. Per raggiungere questo obiettivo è stata implementata un'applicazione che potesse essere gestita da un consorzio o da un gruppo di produttori agricoli interessati, al fine di consentire il monitoraggio dei flussi di questo materiale. Lo strumento creato consiste in una serie di registri, che insieme alla tecnologia satellitare servono per dare l'evidenza necessaria dei trasferimenti del materiale. In questa fase è stato creato l'applicativo gestionale e i dati ottenuti dai trasferimenti di sostanza organica effettuati sono stati inseriti. I mezzi che effettuano i trasporto sono dotati di strumentazione GPS. Per validare lo strumento sono stati utilizzati i dati prodotti nell'azione 4, sono stati verificati i collegamenti e il funzionamento degli algoritmi tra le diverse maschere. 5- Conclusioni Gli obiettivi fissati per l'azione 5 sono stati raggiunti senza ritardi secondo quanto preventivato nel progetto. L'implementazione e validazione della applicazione web riferita al monitoraggio dell'applicazione delle razioni a basso contenuto di azoto è terminata e, attraverso il processo di validazione, sono stati verificati gli algoritmi e i collegamenti interni ed è stato migliorato e semplificato l'inserimento dei dati. L'applicazione che si riferisce al monitoraggio del trasferimento delle frazioni solide degli effluenti zootecnici dalle zone con surplus di azoto ad aree con elevata necessità di sostanza organica fuori dalle ZVN è stata è rimasta in formato di foglio di calcolo ed è scaricabile dal sito del progetto. 46

47 Le attività di divulgazione delle applicazioni è iniziata con la conferenza finale e il Layman report. Nei prossimi mesi è programmata la pubblicazione di almeno un articolo per pubblicizzare le applicazioni. 6- Prodotti Deadline Titolo Nome del prodotto SI/NO Report DEL_03.pdf Mid-term Report Report on results of first tool evaluation Del_09_A5 Progress report 31/01/14 Tool's manual (electronic format) Del_01_A5.pdf Final report 31/03/14 Final report Action 5 Del_08_A5.pdf Final report 31/01/12 Description of the applied models 31/04/ Azione 6: Valutazione della sostenibilità economica ed ambientale delle strategie di gestione proposte 1- Obiettivo Verificare la sostenibilità economica ed ambientale delle nuove strategie di gestione proposte e testate nelle azioni precedenti. 2- Data d'inizio: 01/10/2010 Data di fine:31/03/ Staff responsabile: CRPA è il responsabile di quest'azione con il coinvolgimento della FCSR e il supporto delle associazioni di allevatori. 4- Attività L'Azione si compone di due attività. Attività 1: Verifica della sostenibilità economica Questa prima attività consiste nella valutazione della ricaduta economica delle innovazioni applicate sia in allevamento che in azienda, vale a dire la riduzione del tenore proteico della dieta e, in termini più generali la sua ottimizzazione e, per l'azienda agricola, l'introduzione di tutte le tecniche atte ad incrementare l'efficienza dell'azoto (tecniche di distribuzione dei reflui, successioni colturali ad elevata capacità di assorbimento), in rapporto alla situazione iniziale. Questa attività è stata condotta utilizzando i dati rilevati sulle nove aziende dimostrative; la valutazione è quindi stata estesa ad un set di aziende aggiuntive, le cosiddette 47

48 aziende satellite, al fine di validare i risultati ad un numero allargato di situazioni produttive. Attività 2: Verifica della sostenibilità ambientale In analogia all'attività precedente questo secondo lavoro ha preso in esame le ricadute di tipo ambientale delle innovazioni introdotte con il progetto nelle aziende dimostrative. La valutazione è stata effettuata utilizzando lo strumento della valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment). Attività 1: Verifica della sostenibilità economica Nell'ambito di questa attività, per ogni azienda dimostrativa è stato valutato l impatto ex-post dell innovazione rispetto alla situazione ex-ante. Nelle aziende da latte l effetto delle tecniche innovative viene valutato direttamente sul bilancio aziendale, mentre nelle aziende con bovini da carne e con suini si simulano le innovazioni anche a parità delle altre condizioni dell allevamento. L analisi economica è stata effettuata utilizzando i dati tecnici rilevati per mezzo di appositi questionari nelle Aziende dimostrative, dati relativi alla gestione dell allevamento (ad es. razioni, quantitativi di alimenti, acquisti/vendite di animali), alla gestione dei terreni (ad esempio consumi dei mezzi utilizzati per le operazioni colturali, impiego di fertilizzanti e presidi fitosanitari). Tali dati sono stati rilevati alla fine di ogni annata agraria nei tre anni di progetto. Altra fonte di dati per le analisi economiche sono state le prove condotte nell ambito delle Azioni 1 Riduzione dell'azoto escreto negli allevamenti, 2 Gestione agronomica volta a ridurre le perdite di nutrienti dai terreni alle acque e 4 Trasferimento di frazioni solide degli effluenti zootecnici ad aree agricole a bassa densità di allevamenti, che hanno prodotto una rilevante mole di dati a livello aziendale. I risultati del primo anno (situazione ex-ante) e del terzo (situazione ex-post definitiva derivante dall applicazione delle innovazioni in allevamento e in campo) sono stati applicati alle cosiddette aziende satellite, aziende scelte ad hoc in quanto rappresentative dei sistemi produttivi zootecnici maggiormente diffusi nelle regioni in cui sono localizzate per ampliare il campione aziendale e rendere più probanti i risultati. Le analisi economiche, come previsto dal progetto, interessano un totale di 36 aziende (9 dimostrative e 27 aziende satellite). La tabella 10 ne riporta la distribuzione per regione e per settore produttivo Tabella 10: Suddivisione delle aziende dimostrative e satellite per settore produttivo e per regione Aziende dimostrative - latte - suini - carne bovina Aziende satellite Lombardia EmiliaRomagna Friuli Veneto Piemonte Totale

49 - latte - suini - carne bovina Totale Settore latte Le variazioni economiche intercorse nella situazione ex-ante e in quella ex-post a seguito degli interventi sperimentali previsti dal progetto dipendono innanzitutto dall andamento del mercato delle materie prime ad uso zootecnico. Esistono delle differenze territoriali, di destinazione del prodotto, di razza allevata, di struttura aziendale che concorrono a determinare i risultati ottenuti nelle singole realtà analizzate. Di seguito vengono riportati i principali risultati dell analisi economica nelle aziende dimostrative. I costi di produzione nell azienda dimostrativa lombarda hanno seguito il trend rilevato in altre analisi simili effettuate sul territorio nazionale, in cui si è assistito ad un costante incremento del costo di produzione del latte. Tale incremento è stato influenzato in gran parte dall aumento dei prezzi di una serie di input aziendali ed in particolare dei prezzi delle materie prime per l alimentazione del bestiame. Tale aumento in questa azienda si è tradotto in +16% di maggiori spese di acquisto dei mangimi. Le innovazioni delle razioni proposte dal progetto hanno però permesso, nel complesso, di attenuare il forte incremento dei prezzi delle materie prime sul mercato, senza comportare una perdita di produttività media per le bovine presenti in stalla. Il trend di aumento dei costi di alimentazione già evidenziato in Lombardia si registra anche nell azienda dimostrativa dell Emilia-Romagna, ma con una percentuale più contenuta pari all 8% circa di aumento rispetto alla situazione ex-ante. Anche in questo caso quindi gli interventi messi in atto dal progetto, che si sono essenzialmente concentrati sulla ottimizzazione della razione, hanno permesso di contenere l aumento dei costi di produzione senza pregiudicare la produttività delle bovine da latte. Nel complesso il costo totale nell azienda dimostrativa nella situazione ex-post si è ridotto del 3%. Dalla differenza tra ricavi e i costi si osserva che l azienda ha avuto un calo di redditività in quanto la riduzione del prezzo del latte e quindi dei ricavi non sono stati ugualmente compensati nel triennio considerato dalla riduzione dei costi di produzione. Nell azienda dimostrativa del Friuli Venezia Giulia l analisi dei costi mostra un consistente aumento dei costi diretti nel passaggio dal 2011 al 2012/13. Questa spesa rappresenta una bassa incidenza sul costo totale pari al 18% contro il 30% calcolato negli allevamenti in Lombardia e Emilia-Romagna. In questo caso quindi l ottimizzazione della razione non ha consentito di contenere in modo significativo l aumento dei costi di alimentazione. Il costo totale aumenta infine nella situazione ex-post del 6%. A causa di un aumento complessivo dei costi non compensato da un corrispondente aumento dei ricavi, gli indicatori di reddito subiscono un peggioramento. Nell azienda dimostrativa veneta, i costi di produzione hanno subito un incremento relativo alle spese per gli alimenti acquistati. Gli interventi del progetto si sono manifestati essenzialmente sulla gestione agronomica degli effluenti zootecnici. Gli interventi sulla ottimizzazione della razione sono stati limitati e non hanno esercitato un effetto di mitigazione sul costo di produzione ottenuto nelle altre aziende. L azienda ha però effettuato un 49

50 incremento dimensionale che ha permesso una riduzione significativa dei costi per i fattori di produzione. Questa strategia aziendale, perseguita da molti allevatori negli ultimi anni, ha permesso di ridurre i costi di produzione del 12%. Il calo dei ricavi è stato quindi ampiamente compensato dalla riduzione dei costi di produzione totali. Il profitto pur restando negativo è migliorato, mentre il reddito famigliare nella situazione ex-post è rimasto sostanzialmente sui livelli del Settore carne bovina I due allevamenti di bovini da carne nei quali sono state condotte le prove sperimentali presentano specializzazioni differenti. Nel primo localizzato in Veneto - la produzione di capi da macello è attività complementare alla produzione di latte alimentare. Dall'allevamento di vacche da latte provengono i vitelli maschi di razza Frisona ingrassati per essere venduti come vitelli da carne. La seconda azienda dimostrativa è esclusivamente specializzata nell'allevamento di vacche nutrici da carne per la vendita di vitelloni di razza piemontese nati in azienda. Nel caso dell'allevamento da ingrasso nei primi due anni del monitoraggio ( ) l'allevamento ha impiegato diete caratterizzate da un limitato tenore proteico pari al 13% sulla s.s. dal 3 all'8 mese di vita, e al 10% nella fase di finissaggio. Nel terzo anno si è scelto di incrementare lievemente il tenore proteico, portandolo nelle due fasi del ciclo di ingrasso rispettivamente al 16 a all'11%, e di ridurre l'apporto energetico al fine di stimolare maggiormente l'accrescimento magro dei vitelli. Il livello proteico della dieta è rimasto nettamente inferiore allo standard comunemente adottato negli allevamenti di bovini da carne. L'impatto sui costi dell'allevamento legato alla diversa composizione della dieta utilizzata nel 2013 è stato calcolato a parità di prezzi di mercato delle materie prime, dei servizi e dei mezzi di produzione, prendendo a riferimento l'esercizio Nella simulazione si sono inoltre considerati gli effetti sulla produttività aziendale riconducibili esclusivamente ai risultati della prova (incremento ponderale dei capi e indice di conversione alimentare) mantenendo invariate tutti le altre variabili che non sono dipese da questa, come il numero di capi mediamente presenti nell'anno. A questo proposito è opportuno sottolineare che la variazione del tenore proteico della razione ex-post (2013) rispetto alle diete utilizzate nel 2011 e nel 2012 non ha determinato nessuna differenza nell'accrescimento ponderale dei capi. Data la minore quantità di s.s ingerita e l'uguale accrescimento dei vitelloni, il regime alimentare adottato ex-post comporta una riduzione del costo della razione alimentare valutata ai prezzi di mercato - dell'ordine del 9%. In particolare il costo della somministrazione di maggiori quantità di farina di estrazione di soia è più che compensato dalla riduzione dei quantitativi di farina di mais e di integratori, oltre che dal minore valore di mercato del tipo di insilato utilizzato (sorgo rispetto a silomais). Complessivamente la riduzione del costo medio aziendale è dell'ordine del 6% ed è dovuta esclusivamente al minor costo delle componenti delle razioni adottate nel terzo anno di sperimentazione. Tutte le altre voci rimangono invece invariate in quanto l'adozione dell'una e dell'altra dieta non ha comportato modifiche nelle prestazioni dei capi all'ingrasso. Tuttavia, nel nonostante un miglioramento dei margini di redditività - i ricavi unitari sono rimasti inferiori al costo per capo venduto per una quota pari al costo implicito del lavoro famigliare, agli interessi e agli ammortamenti, oltre che per una parte delle spese correnti di allevamento. 50

51 Per quanto riguarda l'allevamento a ciclo chiuso di fattrici di razza piemontese, la razione alimentare standard dei vitelloni all'ingrasso è stata sostituita nel 2013 da una dieta a basso tenore proteico, somministrata ad un gruppo di 20 animali. La modifica ha riguardato in particolare il tenore proteico e la fonte azotata del mangime composto complementare, somministrato nelle medesime quantità di quello a più elevato contenuto proteico utilizzato nella razione standard. Prendendo a riferimento i prezzi al 2013, la differenza del costo delle due razioni è dovuta principalmente ai prezzi di acquisto dei due differenti tipi di mangimi. Il costo della dieta low protein risulta di circa il 5% inferiore al costo della razione standard e tale differenza è esclusivamente funzione del valore di mercato del mangime utilizzato. Il prezzo inferiore del mangime a basso tenore proteico comporta una riduzione complessiva del costo medio totale dell'allevamento piuttosto contenuta, pari all'1,5%. La simulazione porterebbe a risultati anche molto diversi se la diversa performance produttive dei vitelloni sottoposti alla prova fossero risultate statisticamente significative. Il ciclo di ingrasso del gruppo di bovini a cui è stata somministrata la dieta low protein è risultato infatti meno efficiente sia in termini di incremento ponderale sia per quanto riguarda l'indice di conversione alimentare, ma le differenze rilevate non sono risultate statisticamente rilevanti. Nel 2013 un calo dei costi di produzione di tale entità avrebbe comunque consentito all'allevamento di raggiungere un margine di profitto positivo, rispetto al sostanziale pareggio raggiunto - al netto dei pagamenti diretti - grazie ai ricavi derivanti dalla vendita delle vacche da riforma Settore carne suina Dai risultati tecnici e economici delle aziende campione e delle aziende satellite si può trarre la conclusione che la riduzione di soia nella dieta dei suini nella fase dell'ingrasso porta sicuramente vantaggi in termini economici. Infatti il costo di produzione del suino, a peso vivo, si riduce di 3 centesimi di euro per chilogrammo di carne prodotta, pari al 2% del costo totale. La riduzione ricordata presenta una forte variabilità che va da un minimo del 1% ad un massimo del 4% in relazione alla gestione tecnica degli animali. Dai risultati delle prove sperimentali condotte, emerge che ogni cambiamento che avviene nella gestione di un allevamento deve essere accompagnato da altri lievi cambiamenti per riottenere un nuovo equilibrio aziendale. Infatti la prova che presenta i risultati più incisivi è la riduzione della soia nella miscela alimentare, che comporta una variazione del peso finale degli animali con una riduzione della fase dell'ingrasso dando la possibilità di aumentare il numero dei cicli produttivi e di conseguenza incrementare maggiormente la quantità di carne prodotta. Dai dati delle aziende satellite emerge che le aziende che maggiormente potrebbero usufruire positivamente sono le aziende che presentano animali con pesi iniziali sotto ai 35 chilogrammi nella fase dell'ingrasso. In questo modo l effetto del cambiamento della razione si esprime su una durata dell ingrasso più lunga, che crea un impatto economico più rilevante. Infine non dobbiamo sottovalutare l'importanza dell'allevatore ed in particolare della sua preparazione che deve essere medio alta. Anche in questa ricerca si è evidenziato questo fondamentale elemento: ove l'allevatore non è attento o preparato anche una assidua assistenza tecnica porta al fallimento di qualsiasi iniziativa. 5. Conclusioni 51

52 L'analisi dei dati alla fine di un triennio di lavoro porta a concludere, per i tre settori produttivi considerati, che, a fronte della grande variabilità esistente tra realtà e annate diverse tra loro, le modifiche alle diete proposte e le tecniche agronomiche introdotte in azienda hanno avuto un effetto positivo dal punto di vista economico: i molti casi infatti il risparmio che si è realizzato con le modifiche della razione e il diminuito uso di fertilizzanti azotati hanno contribuito ad annullare in alcuni casi, attenuare in altri, l'aggravio dei costi che si è determinato come conseguenza dell'incremento del prezzo della soia e degli alimenti proteici. In allevamento la utilizzazione di razioni a diminuito contenuto proteico o, comunque, ottimizzate per il rapporto proteina/energia, non ha determinato alcuna problematica negativa dal punto di vista produttivo. In campagna, come detto, il più razionale uso dei reflui aziendali e l'aggiustamento delle rotazioni ha consentito di diminuire l'utilizzazione dei fertilizzanti azotati, con evidenti benefici in termini sia economici, sia ambientali. Attività 2: Verifica della sostenibilità ambientale L'obiettivo dello studio è quello di valutare l'impatto ambientale di alcune tipologie aziendali da latte, da carne bovina e da carne suina collocate nel bacino Padano Emiliano-VenetoFriulano per le quali nel corso del progetto sono state introdotte tecniche di gestione aziendale volte a ridurne l'impatto ambientale, attraverso un più efficiente utilizzo dell'azoto. Le aziende dimostrative oggetto dello studio sono nove, di cui quattro di bovine da latte, due di bovini da carne e tre di suini all'ingrasso. Obiettivo dello studio è stato quello di confrontare, attraverso la metodologia LCA, l'impatto ambientale di interventi di miglioramento nella gestione aziendale dell'azoto. La valutazione si riferisce al confronto fra la situazione ex-ante (anno 2011) e quella ex-post (anno 2013), quando le tecniche a basso impatto sono state completamente implementate. L'analisi è stata condotta secondo la metodologia LCA, utilizzando il codice di calcolo Simapro sviluppando i quattro passaggi fondamentali previsti per la LCA: 1. definizione degli obiettivi e dei confini del sistema, 2. analisi di inventario, 3. valutazione degli impatti, 4. analisi dei risultati. L'unità funzionale, ossia l'unità di riferimento rispetto alla quale vengono valutati gli impatti, è 1 kg di latte in uscita dall'azienda, per le aziende da latte e 1 kg di carne (bovina o suina) come peso vivo in uscita dall'allevamento, per le aziende da carne. I confini del sistema includono tutti gli input di materiali alle aziende (animali acquistati, foraggi, mangimi, integratori alimentari, sementi, fertilizzanti, pesticidi e fitofarmaci, mezzi tecnici, acqua, energia, etc.); per i prodotti in uscita (latte, carne, prodotti vegetali, effluenti di allevamento, etc.) i confini del sistema si fermano al cancello dell'azienda (cradle to gate). Non sono, quindi, state considerate le fasi di trasporto e trasformazione dei prodotti a valle dell'azienda. 52

53 L'analisi di inventario, sia per la situazione ex-ante che per quella ex-post, si è essenzialmente basata sui dati raccolti attraverso i questionari aziendali. Per la valutazione degli impatti, fra i diversi metodi di valutazione resi disponibili dal software Simapro 7.3.2, si sono selezionati quelli che consentono una valutazione delle categorie di impatto secondo le quantità di emissioni equivalenti (fase di caratterizzazione), il che rappresenta il criterio più comunemente accettato dalla comunità scientifica, in quanto i risultati sono più confrontabili e comportano meno assunzioni di calcolo. Si sono considerate le categorie di impatto più significative per il settore agricolo, quali: riscaldamento globale, acidificazione, eutrofizzazione del suolo e delle acque (sia per azoto che per fosforo), uso delle risorse, emissioni di particolato fine, uso del suolo. Nell'analisi dell'impatto complessivo dell'azienda non si è ritenuto opportuno procedere alle fasi di normalizzazione e ponderazione degli impatti, ossia a una valutazione globale dell'impatto, che sommi fra loro le diverse categorie di impatto, assegnando un peso a ciascuna, in quanto si tratta di un approccio che presenta grande variabilità fra i metodi di valutazione e porta a risultati che possono essere del tutto opposti a seconda del metodo di valutazione adottato. Considerando la categoria Global warming la responsabilità dei diversi gas serra (metano, protossido di azoto e biossido di carbonio) sulla emissione complessiva, per le diverse categorie zootecniche considerate nel nostro studio, ha mostrato, nel caso delle vacche da latte, la netta prevalenza (56%) delle emissioni di metano, dovuta alle emissioni enteriche, che cala, nel caso dei bovini da carne al 46%, pur rimanendo la quota maggioritaria delle emissioni. Nel caso dei suini, invece, essendo minime le emissioni enteriche, prevalgono le emissioni di CO2, attribuibili prevalentemente ai consumi energetici richiesti per la produzione dei mangimi e dei fertilizzanti. Le modifiche introdotte con l'applicazione delle tecniche innovative, sia agronomiche che zootecniche, hanno riguardato, per la generalità delle aziende dimostrative, la riduzione del tenore azotato della dieta e la ottimizzazione delle fertilizzazioni con gli effluenti di allevamento (modalità di distribuzione, epoche, etc..), che ha consentito un aumento dell'efficienza dell'azoto e ha, di conseguenza, permesso la riduzione dell'uso dei fertilizzanti di sintesi. Gli interventi sulla dieta hanno portato in generale a una riduzione dell'azoto escreto, con alcune eccezioni: per le vacche da latte si sono ottenute riduzioni nel range 2% - 7% (tre aziende su quattro), con una stalla che ha invece mostrato l'incremento di 1 punto percentuale; nel caso dei bovini da carne in una azienda si è ottenuta una riduzione del 8% e nell'altra un incremento del 9%; nel caso dei suini da ingrasso per tutte le aziende analizzate ci sono state riduzioni di 8; 12 e 25%, tendenzialmente più elevate quando il livello proteico iniziale era più elevato. La riduzione dell'azoto escreto ha mostrato un effetto apprezzabile sugli impatti ambientali, in particolare sulla categoria di impatto relativa all'acidificazione, che è principalmente dovuta alle emissioni di ammoniaca conseguenti alle diverse fasi di gestione delle deiezioni. La riduzione dell'azoto escreto interviene a monte di tutta questa catena emissiva ed ha quindi una buona potenzialità ad incidere sulla mitigazione dell'impatto senza il rischio di trasferimento delle emissioni da uno stadio emissivo al successivo. 53

54 Gli interventi agronomici, in particolare l'utilizzo del liquame in copertura, hanno permesso una significativa riduzione, quando non l'annullamento, dell'uso di fertilizzanti minerali sulle colture per le quali è stato possibile impiegare queste tecniche. In altri casi l'introduzione di una doppia coltura ha permesso l'incremento delle produzioni di sostanza secca. Le modifiche introdotte nella gestione agronomica nella situazione ex-post hanno portato, per tutte le colture considerate, a una riduzione degli impatti rispetto alla situazione ex-ante. Questo in particolare grazie alla riduzione degli impatti dovuti alle forme reattive dell'azoto (acidificazione ed eutrofizzazione), conseguenti alla riduzione nell'uso dei fertilizzanti minerali. Va, tuttavia, evidenziato che, trattandosi di aziende reali e non sperimentali, molti sono gli elementi che possono influenzare i risultati ottenuti, mascherandone, in alcuni casi, le evidenze. Nel caso, ad esempio, delle aziende bovine da latte la dinamica di acquisto/vendita degli animali nel corso dell'anno può portare a profondi cambiamenti nella composizione della mandria, con variazioni talvolta significative del rapporto fra vacche in produzione e animali da rimonta. E' evidente che, quanto più è alto il numero di capi improduttivi rispetto a quelli produttivi tanto più alti risultano gli impatti (riferiti alla produzione unitaria di latte) per tutte le categorie di impatto. Un altro elemento che può avere grande influenza sui risultati per le stalle da latte è la percentuale di responsabilità sugli impatti (allocazione), che viene attribuita al prodotto latte rispetto agli altri prodotti (nello specifico la carne degli animali di scarto), che escono dall'azienda. In sostanza, dal momento che l'azienda non produce solo il latte, una quota degli impatti ambientali viene attribuita al co-prodotto. Questo fa sì che differenze anche di pochi punti percentuali nella ripartizione delle responsabilità possono parzialmente coprire i benefici dovuti ad interventi di mitigazione degli impatti. Nel presente studio, trattandosi di aziende dimostrative, si è scelto di basare la analisi LCA sui dati reali aziendali della situazione ex-ante e della situazione ex-post, anche se, nelle aziende che presentano una situazione non stazionaria nella vendita di latte e carne, si possono essere verificate variazioni della percentuale di allocazione, che nascondono gli effetti sugli impatti dovuti alle misure di mitigazione analizzate. Per le ragioni precedentemente esposte è difficile stimare una percentuale di riduzione degli impatti attribuibile esclusivamente agli interventi migliorativi di gestione dell'azoto introdotti nelle aziende. Nel caso delle aziende specializzate da carne, bovine e suine, gli elementi precedentemente evidenziati hanno un peso molto inferiore. In questi casi, di conseguenza, gli effetti degli interventi sulla riduzione del tenore proteico della dieta e della riduzione dell'impiego dei fertilizzanti minerali sono maggiormente evidenti e sempre positivi. Per queste aziende la riduzione degli impatti più specificamente connessi con il ciclo dell'azoto reattivo, quali acidificazione, eutrofizzazione ed emissioni di gas serra, si è collocata fra 2 e 7%. Va comunque rimarcata la grande importanza che ha il livello di efficienza produttiva sulla entità degli impatti. Un miglioramento delle performances produttive, quando questa non sia 54

55 legata a un incremento degli input di materiali e mezzi tecnici, ha una notevole potenzialità di mitigazione degli impatti. 5- Conclusioni Le analisi di impatto economico ed ambientale hanno messo in evidenza le ricadute positive delle tecniche introdotte nelle aziende dimostrative, sia a livello zootecnico che agronomico. Questi effetti positivi hanno consentito sul versante economico di mitigare gli incrementi del costo di produzione di latte e carne dovuto agli aumenti delle materie prime verificatosi nei tre anni, sul versante ambientale di diminuire le emissioni di azoto, aumentare l'efficienza d'uso dell'elemento e, più in generale, di ridurre gli impatti più specificamente connessi con il ciclo dell'azoto. Il lavoro condotto nell'ultimo anno quindi confermato le indicazione emerse nell'anno precedente, anno di passaggio tra situazione ante e post applicazione delle innovazioni. Si è confermata anche al validità della metodologia applicata, basata sull'elaborazione di dati tecnici rilevati a livello aziendale, aggiornati di anno in anno, integrati dai dati derivanti dalle prove aziendali condotte in allevamento e in campo (Azioni 1, 2 e 4). 6- Prodotti Deadline Titolo Nome del prodotto Report SI/NO 31/01/11 Technical-economical questionnaires Del_6.pdf Inception report 31/01/11 Satellite farm list Del_7.pdf Inception report 30/06/12 Economical ex-ante analysis demonstrative + satellite farms DEL_11.pdf Mid-term report 30/06/12 Report LCA analysis ex-ante demonstrative farms DEL_13.pdf Mid-term report 30/06/13 Ex-post economical report on demonstrative farms Del_13_A6 Progress report 30/06/13 Report on LCA ex-post analysis Del_14_A6 Progress report 31/03/14 Final economical report (including ex-post analysis satellite farms) Del_09_A6.pdf Final report 31/03/14 Global environmental assessment Del_10_A6.pdf Final report Azione 7: Networking e trasferibilità 1- Obiettivi Scambio di informazioni e di esperienze per validare le tecniche applicate durate l'avvio del progetto verificare l'efficacia e trasferibilità dei risultati a diverse situazioni sviluppare rapporti di cooperazione disseminare informazione e risultati alle autorità nazionali ed Europee 55

56 2- Data d'inizio: 01/10/2010 Data di fine:31/03/ Staff responsabile: ERSA è il beneficiario responsabile dell'azione, tutti i beneficiari hanno partecipato alle riunioni e alle sessioni online. 4- Attività All'avvio del progetto è stato formato il gruppo di lavoro (European Orientation Group, vedi tabella 11), la prima riunione del quale si è tenuta a Reggio Emilia il 29 e il 30 di settembre Per mantenere il gruppo informato sulle attività del progetto e l'organizzazione degli eventi sono state inviate tre newsletter e, nel mese di maggio 2012, è stata organizzata la prima delle quattro sessioni speciali on-line previste nel progetto. Le sessioni speciali hanno lo scopo di favorire lo scambio di informazioni e verificare la trasferibilità dei risultati in riferimento ad aspetti specifici del progetto. Nel corso del 2012 si è svolto il secondo incontro dell EOG, che ha avuto luogo a Milano nei giorni 20 e 21 Novembre ed è stato organizzato congiuntamente dal partner ERSA e dal partner ERSAF ed ospitato presso le strutture di quest ultimo. Nel corso di questa seconda riunione sono state discusse in particolare le esperienze condotte dai partecipanti al gruppo per aumentare l efficienza del N somministrato con la dieta degli animali allevati e, per quanto riguarda il campo, le esperienze condotte per aumentare l efficienza agronomica del N contenuto negli effluenti zootecnici, ivi compresa la la separazione delle frazioni liquide e solide degli effluenti zootecnici. Al meeting EOG del progetto AQUA del 2012 hanno partecipato 25 persone tra cui alcuni studenti della Facoltà di Agraria dell Università degli Studi di Torino. Per quanto riguarda i membri dell EOG hanno partecipato i rappresentanti del KTBL (Germania), dell IRTA Mas Badia (Spagna), del Ministero dell Agricoltura di Malta (Malta) ed infine del Ministero dell Ambiente (Italia). Anche nel caso del secondo meeting EOG è stata realizzata e spedita ai membri del gruppo una newsletter dedicata. Le relazioni presentate in occasione del Secondo meeting EOG del progetto AQUA tenutosi a Milano sono state caricate sul sito del progetto ( Infine il terzo incontro del gruppo si è svolto il 14 e 15 marzo 2014 a Reggio Emilia, presso la sede del TecnoPolo, dove CRPA dispone di laboratori e di locali per riunioni e convegni, in occasione del convegno finale del progetto. La terza riunione è stata suddivisa in vari momenti. Nella mattinata del 14 marzo i membri del gruppo hanno partecipato al Convegno Finale nel corso del quale, oltre a varie tematiche inerenti il progetto (vedi resoconto dell attività divulgativa) sono stati presentati i risultati del progetto in forma aggregata. Successivamente, a partire dal primo pomeriggio i partner hanno presentato i risultati in modo più puntuale nel corso della sessione poster (i poster sono presentati nell'allegato: 7_3_3_A8), specificamente dedicata al Gruppo EOG; quindi la riunione è proseguita con la presentazione da parte dei membri del gruppo delle proprie esperienze sul tema dell ottimizzazione d uso dell azoto (le presentazioni sono riportate in allegato) e con la discussione generale sui risultati ottenuti. 56

57 Nella mattinata del giorno successivo si è tenuta la visita tecnica, alla quale hanno partecipato anche i membri dell EOG del Progetto LIFE + Climate change-r, tenutosi in parallelo a quello di AQUA: La visita tecnica si è articolata come segue: visita al Caseificio (produzione di Parmigiano-Reggiano) di Bagnolo (RE) dove si è potuto assistere alla lavorazione del latte per la trasformazione in formaggio, visita alla Stalla Sociale di Pratofontana (produzione di latte per Parmigiano-Reggiano) e infine visita all'azienda Prandi (impianto di produzione di biogas da liquame e fotovoltaico) Roncadella (RE). Al meeting hanno partecipato 24 persone (vedere l allegata lista presenze del meeting): diversi rappresentanti dei partner di AQUA, e i membri dell EOG in rappresentanza di: IRTA Mas Badia (Spagna), Ministero dell Agricoltura di Malta (Malta), Ministero dell Ambiente (Italia), Plant Research International (Wageningen - Olanda), American Farm School (Grecia), Institut de l Elevage (Francia). A quest'ultimo incontro, così come alla seconda riunione tenutasi a Milano, hanno partecipato rappresentanti del Ministero dell'agricoltura di Malta, che hanno messo in comune con il progetto AQUA l'esperienza di un progetto mlife+ Comunicazione sul tema dell'informazione sul corretto uso e gestione dell'azoto in agricoltura e nell'allevamento. Questa partecipazione ha consentito di realizzare una positiva sinergia tra progetti caratterizzati da una tematica comune, che si sono avvantaggiati a vicenda delle esperienze condotte nei rispettivi paesi. La sessione on-line, inizialmente prevista per la primavera 2013, non è stata effettuata; si è infatti ritenuto che lo strumento delle sessioni di discussione on line, sia sottoforma di chat che di videoconferenza, non fosse in grado di produrre i risultati che, in fase di predisposizione del progetto, ci si attendeva. Si è ritenuto più efficace approfondire la discussione dei risultati nel corso della giornata ad essi dedicata, per mezzo della conferenza finale, della sessione poster pomeridiana, inizialmente non prevista, seguita dalla discussione dei membri del gruppo insieme ai partner. Il relativo deliverable (Report on 2nd online sessions-) viene quindi sostituito dal deliverable Del_00_A7.pdf che riporta i poster presentati nel corso della sessione dedicata, che hanno dato gli spunti per la discussione finale. Tabella 11: Istituti partecipanti all'eog Paese Istituto / Centro Contatto Esperienza Olanda Plant Research International Frans Aarts Produzioni animali e vegetali Olanda Plant Research International Koos Verloop Produzioni animali e vegetali Francia Institut de l Elevage Chambaut Helene Produzioni animali Spagna IRTA Francesc Domingo Produzioni vegetali e fertilizzazione Germania KTBL Helmut Döhler Tecniche e strutture di allevamento Grecia Dimitris Perrotis College, American Farm School Athanasios Gertsis Sviluppo rurale Regno Unito Rothamsted Research Roland Bol Ricerca agronomica e ambientale Regno Unito ADAS UK Ltd John Williams Consulenza su tematiche agroambientali. Italia Po river basin Authority Fernanda Moroni Gestione bacino 57

58 Paese Istituto / Centro Contatto Esperienza Italia Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del Mare Liliana Cortellini Implementazione Direttiva nitrati in Italia Malta Ministero dell'agricoltura Marilyn Mintoff LIFE + InfoNitrates Malta Ministero dell'agricoltura Nolan Galea LIFE + InfoNitrates Malta Ministero dell'agricoltura Stephanie Mamo LIFE + InfoNitrates 5- Conclusioni Le attività del Gruppo Europeo di Orientamento sono state avviate e sono proseguite come previsto. Le tre riunioni di gruppo si sono tenute nei mesi di settembre 2011, novembre 2012 e marzo 2014, quest'ultima in concomitanza con il convegno finale. Il gruppo è risultato sempre attivo e propositivo. 6- Prodotti Deadline Titolo Nome del prodotto Report SI/NO 31/01/11 List of participants Deliv_8.pdf Inception report 30/05/11 1st meeting minutes DEL_01.pdf Mid-term Report 30/11/12 2nd meeting minutes Del_01_A7 Progress report 30/05/13 Report on 2nd online sessions Del_00_A7 Final report 31/03/14 3rd meeting minutes Del_11_A7.pdf Final report Azione 8: Divulgazione, dimostrazione e comunicazione 1- Obiettivi Disseminare, dimostrare, comunicare e promuovere i risultati del progetto e le tecniche sviluppate per ridurre il surplus di azoto nelle aziende 2- Data d'inizio: 01/10/2010 Data di fine:31/03/ Staff responsabile: FCRS è responsabile e coordina quest'azione con il coinvolgimento di tutti i partner. 4- Attività La descrizione delle attività di divulgazione è riportata all'interno del paragrafo 5.2, dedicato alle attività di disseminazione. 58

59 5- Prodotti Deadline Titolo Nome del prodotto Report SI/NO 31/03/12 Report on 1st year of D&D activities DEL_10.pdf Mid-term report 31/03/13 Report on 2nd year of D&D activities Del_08_A8 Progress report 31/03/14 Report on 3rd year of D&D activities Del_12_A8.pdf Final report 31/03/14 International conference proceedings Del_13_A8 Final report 31/03/14 Layman's report Del_14_A8.pdf Final report 31/03/14 DVD Del_15_A8 Final report Azione 9: Gestione del progetto da parte di CRPA 1- Obiettivi avviare, organizzare e coordinare le attività del progetto assicurare il rispetto delle scadenze e la corrispondenza delle attività con gli obiettivi del progetto implementando misure correttive, se necessario, fornire la documentazione tecnica e finanziaria alla CE che documenti le attività e garantisca il successo del progetto. 2- Data d'inizio: 01/10/2010 Data di fine:31/03/ Staff responsabile CRPA è il responsabile dell'azione con la collaborazione di tutti i beneficiari del progetto. 4- Attività La descrizione delle attività di divulgazione è riportata all'interno del paragrafo 4.1.3, Attività condotte per la gestione del progetto 5- Prodotti Deadline Titolo Nome del prodotto Report SI/NO 30/11/10 Project committee formation report Del_01 Inception report 31/01/11 1st Project committee meeting minutes Del_09 Inception report 30/06/11 2nd Project committee meeting minutes Del_10 Inception report 31/01/12 3rd Project committee meeting minutes DEL_04.pdf Mid-term report 59

60 30/06/12 4th Project committee meeting minutes DEL_14.pdf Mid-term report 31/01/13 5 Project committee meeting minutes Del_02_A9 Progress report 30/06/13 6th Project committee meeting minutes Del_15_A9 Progress report 30/03/14 7th Project committee meeting minutes Del_02_A9.pdf Final report th Azione 10: Monitoraggio e valutazione 1- Obiettivi Misurare e documentare l'efficacia delle azioni del progetto in confronto con la situazione exante, gli obiettivi del progetto e i risultati attesi 2- Data d'inizio: 01/10/2010 Data di fine:31/03/ Staff responsabile: CRPA è il responsabile dell'azione 4- Attività La presente azione comporta, da una parte, i) la verifica del raggiungimento degli obiettivi fissati e dall'altra ii) la valutazione dell'applicabilità dei risultati del progetto. Attività 1: Verifica del raggiungimento degli obiettivi L'obiettivo dell'attività di monitoraggio misurare è quello di documentare l'efficacia delle azioni del progetto, confrontando la situazione ex-ante con quella successiva all'applicazione delle innovazioni nelle aziende dimostrative (situazione ex-post), al fine di accertare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal progetto. Per valutare e misurare il raggiungimento dei risultati, è stato applicato il protocollo di monitoraggio previsto in fase di progettazione (vedi tabella iniziale riportata nel Deliverable 10 relativo all'azione 7). Di seguito si sintetizza il risultato del monitoraggio. Monitoraggio dell'azoto escreto (A.1) Nella tabella 12 si confronta la situazione ex-ante ed ex-post per tutti gli allevamenti coinvolti nel progetto. Per le aziende da latte si osserva che la produzione dell'azoto netto al campo per capo è diminuita in tutte le aziende. La diminuzione è stata variabile tra il 3 e il 8%. Negli allevamenti suinicoli, la diminuzione dell'azoto al campo registrata è stata tra il 8 il 19%, raggiungendo l'obiettivo fissato, tranne per l'azienda Zambelli, che comunque ha raggiunto una riduzione del 8% migliorando la resa dell'azoto dal 28% al 35%. I due allevamenti da carne, hanno ottenuto risultati opposti. L'azienda Sevega ha registrato una riduzione dell'azoto netto al campo del 12%, raggiungendo l'obiettivo fissato, mentre l'azienda Cagnin ha registrato un aumento di oltre il 5%. In conclusione, anche se non è stato raggiunto in tutte le aziende l'obiettivo di ridurre l'azoto netto al campo tra il 10 è il 20%, è stato registrato in tutte le aziende, con la sola eccezione 60

61 dell'azienda Cagnin del Veneto che partiva da una situazione già molto favorevole, un miglioramento del bilancio dell'azoto a livello di allevamento. Tabella 12: Monitoraggio azione 1 Azienda dimostrativa Azoto netto al campo (kg/capo/anno) * Mana Sevega Pinotti Biagi *Zambe lli Mori Sgamba Cagnin Bolzon ro Suini Vitelloni Latte Suini Suini Latte Latte Vitelloni Latte 7,04 27,60 100,00 8,13 7,97 88,00 88,00 20,80 95,00 6,37 24,30 92,00 6,59 7,32 83,00 78,00 21,90 92, '+5,3 3 Ex-ante Azoto netto al campo (kg/capo/anno) Ex-post Riduzione N al campo (%) ex ante/ex post Monitoraggio del surplus di azoto a livello aziendale (A.2) Grazie agli interventi tecnici al livello del campo, la maggior parte delle aziende ha messo in evidenza nella fase ex-post un bilancio dell'azoto più favorevole: la riduzione del surplus ottenuta con l'applicazione delle nuove pratiche si pone tra il 4% e il 24% circa; questa riduzione è stata accompagnata da un aumento dell'efficienza che varia tra il 4% e il 21%. Per quanto riguarda le aziende da latte, il miglior risultato è stato ottenuto nell'azienda Pinotti, che ha registrato una riduzione del 16%, con un miglioramento della efficienza del 9%. L'azienda Mori è una azienda con caratteristiche estensive, questo ha limitato il margine di miglioramento del bilancio al 6%. Per quanto riguarda l'azienda Sgambaro, anche se ha registrato una riduzione contenuta del bilancio, presenta un aumento della efficienza molto importante imputabile principalmente all'implementazione di misure per aumentare l'efficienza d'uso degli effluenti. L'azienda Bolzon non ha registrato miglioramenti. Attraverso la riduzione del tenore proteico delle razioni, l'azienda Sevega (allevamento di bovini da carne) è riuscita a diminuire il bilancio dell'azoto del 8%. Nelle aziende suinicole, la riduzione del bilancio dell'azoto è stata più importante: l'azienda Mana ha ridotto del 14% il bilancio, mentre l'azienda Zambelli, ha registrato la diminuzione del bilancio più importante: 21%. In conclusione, l'obiettivo di ridurre il bilancio dell'azoto del 20% è stato raggiunto in un'azienda. Durante il 2013, anno finale, sono state attuate misure per il raggiungimento dell'obiettivo, molto ambizioso. Le misure applicate hanno migliorato i bilanci aziendali, tranne per l'azienda Bolzon, riducendo il surplus di azoto e/o aumentando la sua efficienza. 61

62 Tabella 13: Monitoraggio azione 2 Anno Parametro Ex ante Ex post Bilancio (kg N) Az. Mana Az. Sevega Az. Pinotti Az. Biagi Az. Az. Az. Mori Zambelli Sgambaro Az. Bolzon ,61 0,16 0,40 0,58 0,58 0,33 0,25 0, Efficienza (output/input) 0,65 0,18 0,44 0,54 0,65 0,35 0,31 0,26 Riduzione Bilancio (%) 14% 8% 16% 21% 6% 4% 0% Aumento Efficienza (%) 7% 12% 9% 12% 6% 24% 0% Efficienza (output/input) Bilancio (kg N) Monitoraggio della riduzione delle perdite per lisciviazione (A.3) Attività 1 - fasce tampone Le quantità complessive di azoto veicolate in uscita dal campo 1 (non deroga) e 2 (deroga) tramite deflussi sub-superficiali sono state variabili da 4 a 12 kg N/ha per il campo non deroga (con apporti di reflui più limitati) e invece più stabili nel campo deroga (intorno al 5,5 kgn/ha), sul quale sono state applicate quantità di reflui più importanti. Le perdite di azoto rispetto a quello distribuito (250 kg N/ha) sono state intorno al 1-3%, quindi molto contenute e in linea con quanto riportato dalla letteratura per questo tipo di suoli. La fascia tampone è stata in grado di rimuovere più del 50% dell'azoto in uscita da entrambi i campi in prova, consentendo quindi di raggiungere appieno l'obiettivo che ci si era prefissi, vale a dire una riduzione delle perdite di almeno il 40% (vedi tabella seguente). Tabella 14: Monitoraggio azione 3 Fasce tampone Campo Non deroga Periodo di valutazione Campo Deroga N uscita kgn/ha N perso (%) N uscita kgn/ha N perso (%) ,2 62,5 2,1 60, ,4 59,6 2 61, ,6 59,9 3,7 36,5 Totale 8,3 60,6 7,7 52,7 62

63 Attività 2- Fitodepurazione Grazie al decorso stagionale favorevole, la sperimentazione condotta nel 2013 è quella che meglio consente di apprezzare in termini quantitativi l'efficacia della zona umida nel ridurre le perdite di azoto verso la rete idrica superficiale. In quest'annata infatti si è verificata una rimozione dell'azoto immesso sull'appezzamento pari all'84%, ampiamente al di sopra quindi dell'obiettivo prefissato. Tabella 15: Monitoraggio azione 3 Fitodepurazione Entrata Uscita Rimozione N (Kg N/ha) (Kg N/ha) (%) 605,7 96,2 84,1 Bilancio di massa Esportazioni di frazione solida verso le zone non vulnerabili (A.4) L'obiettivo fissato per quest'azione in fase di progettazione era il trasferimento di 1000 ton/anno di frazione solida. Le attività del consorzio sono state avviate nel mese di giugno 2012, con la produzione di solido separato da parte di due soci del Consorzio. Il primo anno di lavoro sono state trasferite circa 500 ton di frazione separata. Durante il 2013 e fino alla fine del progetto sono state trasferite oltre 800 ton di frazione separata. Anche se non è stato raggiunto l'obiettivo numerico, causa in primo luogo l'aumento di costo del carburante agricolo rispetto al momento della stesura del progetto, le attività del consorzio sono incrementate in modo significativo nel corso dei due anni di attività e l' opzione energetica adottata negli ultimi mesi di attività, con trasferimento delle frazioni solide ad impianto di biogas e successivo collocamento ai terreni carenti di sostanza organica del solido separato da digestato, lasciano intravedere buone prospettive per questo tipo di attività che in effetti sta proseguendo dopo il termine del progetto AQUA. Attività di divulgazione (A.8) I risultati del monitoraggio sulle attività di divulgazione sono stati distinti a seconda del target group: agricoltori, tecnici, studenti e professori. Per le azioni di comunicazione diretta (convegni, information days, demonstration days, corsi intensivi), è possibile stimare il numero di partecipanti suddiviso per target attraverso i registri di partecipazione. Il progetto ha organizzato circa 50 eventi e ha partecipato a 5 conferenze/congressi internazionali. Il numero di persone che hanno partecipato a questi eventi è pari a circa 3000, senza contare la partecipazione a fiere per le quali è più difficile contabilizzare i partecipanti e/o identificare il target. La suddivisione per target è riassunta nella tabella

64 Tabella 16: Monitoraggio azione 8 Azioni dirette Target n. % Agricoltori ,6 Tecnici ,2 Studenti e professori ,2 Totale 2937 Per quanto riguarda le azioni indirette, articoli e pubblicazioni, il sito internet e le newsletter, sono stati misurate sia in termini quantitativi che rispetto al target: in particolare per quanto riguarda gli articoli e le pubblicazioni, per il calcolo sono state utilizzate le tirature e la distribuzione media del target; per il sito internet, è stato contabilizzato il numero di accessi, mentre per le newsletter la quantificazione è avvenuta per mezzo della mailing list utilizzata. Articoli e pubblicazioni: Il calcolo degli utenti è stato effettuato a partire della tiratura delle singole testate dove sono state pubblicati gli articoli e senza considerare alcun effetto moltiplicatore dovuto al numero di articoli (in qualche rivista sono stati pubblicati più articoli) perché si stima che la maggior parte degli abbonati rimangano i medesimi per tutti i numeri della rivista che escono durante l'anno. Il target delle riviste è stato stimato in funzione del numero di abbonati alle riviste e a dati provenienti di analisi di mercato del settore. Newsletter: Nel corso del progetto sono state spedite 14 newsletter a una mailing list di oltre 3500 contatti; il numero minimo di contatti previsti dalla proposta progettuale era Il numero di iscritti è aumentato nel corso del progetto passando da circa 2500 spedizioni sino a Tale incremento è da legare alla partecipazione agli eventi organizzati e in parte, alle attività indirette di comunicazione, come gli articoli e il sito del progetto, di utenti che si sono iscritti alla mailing list. Utilizzando le informazioni disponibili al momento dell'iscrizione agli eventi, è stato possibile classificare i contatti a seconda del target group. Circa la metà delle spedizioni (45%) sono state indirizzate ad agricoltori/allevatori e tecnici e in minor proporzione a studenti e insegnanti (6%). Tra le categorie che non sono state considerate nel target da monitorare, è da notare l'elevata percentuale di contatti contabilizzati come altri (oltre il 26%), che corrispondono a coloro i quali non hanno indicato la loro attività o ente di appartenenza al momento della registrazione, i rappresentanti della pubblica amministrazione (8%) e dell'industria (13%). Sito Internet del progetto Per quanto riguarda gli accessi al sito, il sistema di analisi dei log (accessi) utilizzato fino al 2012 ha iniziato ad avere problemi di operatività a partire dal mese di aprile in concomitanza con l'inizio delle attività di ristrutturazione dei siti web gestiti da CRPA; difficoltà legate alla obsolescenza del software di analisi e la progressiva migrazione dei siti web presso una infrastruttura in hosting hanno ostacolato la regolarità della operatività del servizio di analisi dei dati fino a gennaio 2013; è stato quindi configurato un nuovo servizio per l'analisi dei log ai diversi siti web, tra i quali quello di AQUA. I log sono ora analizzati dal servizio Google 64

65 Analytics che analizza i log generati dalle pagine visitate che inviano eventi ai sistemi Google. Le informazioni inviate sono minori e pertanto più selettive nell'intercettare gli eventi che occorrono al sito. In generale i due sistemi non sono comparabili e si ritiene che, tra i due, Google Analytics sia più cautelativo. Infatti nel periodo tra marzo e dicembre 2011 le sessioni erano intorno alle 2000 per mese, mentre gli accessi rilevati nel 2013 sono stati intorno a 200 al mese (tabella 17). A partire del 2013, su un totale di accessi, corrispondono ad accessi unici, vale a dire utenti diversi. Non è possibile però in questo caso distinguere per tipologia di target. Tabella 17: Monitoraggio azione 8 Azioni indirette, sito internet Data o periodo Unità di misura n n /mese Marzo giugno 2011 Sessioni Giugno dicembre 2011 Sessioni Gennaio dicembre 2012 Sessioni - - Gennaio giugno 2013 Accessi Giugno-dicembre 2013 Accessi Dicembre marzo 2014 Accessi Gli obiettivi fissati per le attività di divulgazione erano stati già raggiunti già nel 2012, ma le attività di divulgazione sono comunque proseguite, in accordo con la proposta progettuale, anche nel 2013: questo ha portato ad un aumento del numero di utenti e quindi a una maggiore diffusione del progetto e dei suoi risultati (tabella 18 ). Tabella 18: Monitoraggio azione 8 Riassunto Tipo d'azione TARGET Agricoltori/allevatori Azioni dirette Azioni indirette: articoli Azioni indirette: newsletter Tecnici Studenti e professori Azioni indirette: sito Internet Totale Obiettivo % raggiunto Totale > 100% > 100% > 100% Attività 2: Valutazione dell'applicabilità dei risultati del progetto Per valutare l'interesse e l'applicabilità dei risultati del progetto, durante il 2011 è stato creato lo steering committee, composto dagli stakeholders del progetto: associazioni di categoria (agricoltori e allevatori), rappresentati delle amministrazioni pubbliche, beneficiari e cofinanziatori. Nella primavera 2014 si è tenuta la terza riunione del Comitato, cui hanno partecipato, tra gli altri, numerosi rappresentanti dei produttori, che ha proposto valutazioni per la parte zootecnica del progetto, come riportato nella minuta dell'incontro (Deliverable 16_A10_4th_steering committee meeting minutes). 65

66 Nel corso del progetto si sono tenuti due steering committee contro i quattro programmati. Per uno di essi, convocato per il pomeriggio successivo alla visita guidata presso l'azienda dimostrativa Mori il giorno 7 giugno 2012 non si è avuto un numero sufficiente di partecipanti. Il secondo incontro è stato sostituito da una riunione del Comitato tecnico aggiuntiva rispetto alle 7 programmate, tenutosi a Reggio Emilia il giorno 14 Marzo 2014, in occasione del convegno finale (Del 2_A9). 5- Conclusioni Il monitoraggio dei risultati del progetto è stato condotto secondo il protocollo previsto da progetto. Gli obiettivi tecnici e ambientali sono stati raggiunti, nel senso che si è avuto un netto miglioramento dei parametri utilizzati per il monitoraggio, che corrispondono agli obiettivi stessi del progetto. La variabilità delle situazioni ambientali e aziendali, insieme alle interferenze dovute alle modifiche aziendali verificatesi nel corso degli anni (ad esempio nel numero di capi in stalla) hanno talora attutito o mascherato gli effetti, senza peraltro inficiarne la validità. 6- Prodotti Deadline Titolo 30/06/11 1st steering meeting minutes 30/06/12 2nd steering committee meeting minute 30/06/12 1st report on monitoring activity 30/06/13 3rd steering committee meeting minutes 30/06/13 2nd report on monitoring activity 31/03/14 30/06/14 Nome del prodotto Report SI/NO Del_02 Mid-term report DEL_12.pdf Mid-term report Del_12_A10 Progress report 4th steering committee meeting minutes Del_16_A10.pdf Final report Final report on monitoring activity Del_17_A10.pdf Final report Azione 11: Audit 1- Obiettivo Fornire sufficiente evidenzia alla CE della precisione dello stato degli incassi e delle spese, in accordo con le regole dello strumento LIFE +, quelle della Unione Europea, le regole di contabilità nazionale e quanto preventivato dal progetto. 2- Data d'inizio: 01/01/2014 Data di fine:31/03/

67 3- Staff responsabile: L'azione è responsabilità di CRPA 4- Attività 5- Conclusioni L'audit esterno sugli aspetti finanziari del progetto è stato effettuato durante l'ultimo periodo del progetto, come si evince dal deliverable allegato. 6- Prodotti - Deadline 30/06/14 Titolo Final audit Nome del prodotto Report SI/NO Del_18_A11.pdf Final report Azione 12: After-LIFE communication plan 1- Obiettivo Produrre un piano di comunicazione che garantisca la disseminazione dei risultati dopo la conclusione del progetto, destinato ad agricoltori, personale della pubblica amministrazione, e policy maker. 2- Data d'inizio: 01/10/2013 Data di fine:31/03/ Staff responsabile: L'azione è sotto la responsabilità del CRPA 4- Attività Non pertinente 5- Conclusioni Il piano di comunicazione after-life è stato predisposto nell'ultimo semestre del progetto, considerando i risultati preliminari del progetto e delle attività di divulgazione, come si evince dal deliverable allegato. 6- Prodotti Deadline 30/03/14 Titolo After-LIFE Communication plan Nome del prodotto Report SI/NO Del_19_A12.pdf Final report 67

68 5.2 Dissemination actions 1- Obiettivi Disseminare, dimostrare, comunicare e promuovere i risultati del progetto e le tecniche sviluppate per ridurre il surplus di azoto nelle aziende 2- Data d'inizio: 01/10/2010 Data di fine:31/03/ Staff responsabile: FCRS è responsabile e coordina quest'azione con il coinvolgimento di tutti i partner. 4- Attività Per ottenere la diffusione dei risultati del progetto e il raggiungimento dei diversi target group (agricoltori, tecnici e ricercatori del settore agricolo, pubblica amministrazione, studenti ed insegnanti) è stata svolta una capillare campagna di dimostrazione, divulgazione e comunicazione. Le attività sono state raggruppate in tre tipologie: attività informative, mirate a informare il pubblico in generale e il gruppo target sugli obiettivi, l'avanzamento e i risultati del progetto, la seconda tipologia è costituita dalle azioni dirette che comprendono attività con rapporto diretto con il target, come ad esempio le giornate dimostrative, gli incontri con studenti o tecnici (info days), i corsi per tecnici, conferenze e seminari. Infine, le azioni indirette, anche esse indirizzate al gruppo target del progetto, che sono realizzate per mezzo di strumenti specifici, come il sito web, leaflet, cartelloni nelle aziende dimostrative, articoli tecnico-scientifici, per diffondere le informazioni. a) Attività informative lungo tutto l'arco del progetto La prima delle conferenze stampa previste è stata effettuata il 1/12/2010 a Reggio Emilia con l'obiettivo di presentare al pubblico il progetto. AQUA è stato poi illustrato ai giornalisti all'interno di diverse manifestazioni: Aprile Rassegna Suinicola Internazionale di Reggio Emilia; 30 Maggio 2011 Giornata in campo, Progetto RiduCaReflui, organizzata dal partner Veneto Agricoltura; Ottobre Fiera internazionale del bovino da latte e, in contemporanea, Italpig. 14 Marzo in occasione della Conferenza finale del progetto, Tecnopolo di Reggio Emilia Sono stati predisposti e inviati per la pubblicazione 9 comunicati stampa, sia per la stampa nazionale (circa 70 contatti) che per quella locale (oltre 100 contatti). I comunicati sono stati ripresi dalle principali testate di settore e dai siti specializzati (rassegna stampa nell'allegato Azione 8). b) Azioni indirette Il sito del progetto è stato pubblicato nel mese di febbraio 2011 ed è presente all'indirizzo È stato presentato al pubblico nella conferenza stampa di aprile Il sito è bilingue, italiano e inglese. 68

69 Il sito è stato lo strumento di comunicazione principale per il progetto ed è stato costantemente aggiornato seguendo il calendario degli eventi previsti e realizzati. Contiene informazioni aggiornate sul LIFE + AQUA, i partner, le attività svolte, le aziende dimostrative e documenti tecnici come deliverables, articoli, comunicati stampa, newsletter, noticeboard, ecc. Una sezione specifica è stata dedicata a ciascuna azienda dimostrativa, in cui sono raccolte le informazioni sullo stato delle attività e dei risultati conseguiti in ogni azienda, comprese le documentazioni fotografiche e i video. Si può certamente affermare che gli esponenti dei diversi target group a cui AQUA si rivolge possono trovare sul sito tutto il materiale divulgativo e tutte le informazioni tecniche che sono state prodotte durante il progetto. Gli accessi al sito sono stati sempre monitorati e un resoconto ne è stato dato in tutti i report: qui si riportano gli accessi (log) analizzati a partire da gennaio 2013 con il servizio Google Analytics ( che analizza log generati dalle pagine visitate che inviano eventi ai sistemi Google. A fronte di un accesso al sito abbastanza lineare e costante per il 2012 e il 2013, con picchi di visita in corrispondenza delle iniziative dimostrative e divulgative, il numero degli accessi è nettamente aumentato quando i risultati sono sono stati disponibili e pubblicati, e in particolare dal Infatti, in preparazione della conferenza finale (14 marzo 2014), è stata curata la produzione di newsletter mirate e la pubblicistica e marzo e aprile 2014 sono risultati i mesi con i maggiori accessi. Circa utenti hanno svolto nel periodo oltre sessioni della durata media di 7 minuti, il che significa che chi ha visitato il sito si è soffermato a leggerne i contenuti, visitando mediamente 4 pagine per log. In totale sono state viste oltre pagine. Due terzi dei collegamenti sono di nuovi utenti, mentre un terzo sono ritorni. I log sono per la maggior parte dall'italia, e gli utenti stranieri sono stati poco più del 5%. Si spera che nella fase after life, considerando che la sezione in inglese del sito è ormai sovrapponibile all'italiana, l'accesso extra nazionale possa accrescersi sensibilmente. Sul sito sono visibili alcuni filmati associati a specifici eventi: 1. il filmato prodotto dalla emittente locale Telereggio, girato in occasione del Kickoff meeting del progetto, trasmesso ad inizio dicembre 2010 all'interno della trasmissione settimanale Agrisette ; 2. il filmato realizzato durante la giornata dimostrativa del 7 giugno 2012 a Gattatico, in provincia di Reggio Emilia, presso l'azienda Dimostrativa Mori; 3. il filmato realizzato durante la giornata dimostrativa del 6 luglio 2012 a Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, presso l'azienda Dimostrativa Diana; 4. i filmati di una puntata trasmessa a fine marzo 2014 di Emilia-Romagna Agricoltura, una trasmissione televisiva agricola finanziata dalla Regione Emilia-Romagna e prodotta da Agen.Ter, Agenzia Territoriale per la Sostenibilità Alimentare Agroambientale ed Energetica con la collaborazione della redazione di Agreste. È stata dedicato un ampio spazio alla presentazione dei risultati del progetto, anche attraverso interviste agli allevatori partecipanti alla dimostrazione di AQUA. 5. la ripresa integrale dei lavori della conferenza finale del progetto tenutasi a Reggio Emilia il 14 marzo

70 6. il filmato di presentazione dei risultati di progetto, anche distribuito in DVD ad alta risoluzione. Sono stati predisposti 17 notice board, per descrivere le aziende e i partner e per riportare le attività in corso così come il ruolo nel progetto (11 per le aziende dimostrative e 6 per i partner). Quelli destinati alle aziende sono stati stampati in dimensione 90x200 cm su tela plasticata in modo da poter essere esposti all'esterno, i 6 destinati ai partner hanno dimensione 70x100 cm e sono stampati su carta. A conclusione delle attività i notice board delle aziende (11 complessivamente) sono stati completati con i risultati ottenuti, stampati su carta ed esposti durante il convegno finale. Ogni notice board (sia di presentazione che di risultati) è disponibile sul sito nella pagina dell'azienda o del partner e riassunti nel link specifico ( a_id=11010&tt=t_law_market_www). Il leaflet di presentazione del progetto è stato preparato, sia in italiano che in inglese, in formato consultabile dal sito direttamente in home page. Inoltre è anche stato stampato in un migliaio di copie nella versione italiana per la distribuzione durante le conferenze stampa e le fiere. In previsione delle giornate dimostrative del 2012 e 2013 è stata preparata una versione bilingue del pieghevole, ed una versione stampabile nel formato di cartella porta documenti, con abbinata una penna a due colori marchiata AQUA. Sempre a supporto delle giornate dimostrative in campo del 2012, iniziate a fine maggio, sono stati predisposti copricapi per la protezione dal sole. Tutto il materiale è stato distribuito anche in occasione della conferenza finale. Sono stati pubblicati una ventina di articoli di carattere informativo e altri più tecnici con i risultati di progetto. Sono disponibili come allegato (ALLEGATO_7.3.3_A.8_MATERIALE DIVULGAZIONE) e consultabili alla sezione pubblicazioni del sito di progetto ( Il partner Veneto Agricoltura ha realizzato una serie di opuscoli scaricabili dal proprio sito internet ( e attraverso il link al sito di progetto. I temi trattati sono: La fitodepurazione per il trattamento di acque di origine agricola e di reflui zootecnici, Tecniche di distribuzione degli effluenti zootecnici e agro-energetici Misure ambientali per intercettare l inquinamento diffuso di nutrienti provenienti da pratiche di fertilizzazione dei campi agricoli: l efficienza delle fasce tampone, Drenaggio controllato e fitodepurazione per la riduzione delle perdite di nutrienti in agricoltura 14 newsletter elettroniche riferite agli eventi e ai risultati di AQUA sono state spedite tra ottobre 2011 e marzo 2014 a una mailing list che si è arricchita ed aggiornata nel corso del progetto e che ha raggiunto il numero di contatti. Le newsletter sono consultabili dalla homepage del sito. 70

71 b) Azioni dirette Già nel 2011 sono iniziate le 12 giornate dimostrative presso i partner e le aziende dimostrative aderenti ad AQUA. Una prima è stata svolta nel luglio 2011 da AGCO (Co-finanziatore del progetto) in collaborazione con la FCSR. Presso l'azienda Agro T&C di Tezze Musile di Piave (Venezia), erano state presentate alcune delle attrezzature per la distribuzione dei liquami poi impiegate operativamente nel progetto. Le altre 11 giornate dimostrative sono elencate in tabella 19. In generale, l'organizzazione e lo svolgimento della giornata dimostrativa ha previsto: la produzione di una locandina invito, spedita ad una mailing list mirata ai diversi argomenti delle iniziative, pubblicata sul sito del progetto e divulgata attraverso i partner; lo svolgimento delle giornate ha sempre compreso la presentazione degli obiettivi e contenuti di AQUA, l'inquadramento tecnico dell'iniziativa (per esempio dimostrazione di una tecnica colturale o di spandimento) e la distribuzione del materiale informativo relativo, la presentazione delle attività specifiche svolte nell'azienda e i risultati conseguiti. Tabella 19: Giornate dimostrative Azienda Data Tema Partec ipanti Allegati CRA-SUI Azienda 27/04/12 CRA, FCSR Beccastecca (MO), con allevamento di suini pesanti per circuito DOP Dimostrazione delle tecniche di contenimento dell'escrezione dell'azoto nel suino 40 qcontent.cfm? a_id=11047&tt=t_la w_market_www Società Agricola Fratelli Sevega di Cervere (CN), bovini da carne di razza Piemontese Gestione effluenti: attrezzature innovative per separazione solido/liquido e spandimento in campo qcontent.cfm? a_id=10965&tt=t_la w_market_www 24/05/12 Organizzazione IPLA, Università di Torino, Regione Piemonte, AGCO Italia spa Società Agricola Biagi 30/05/12 Romeo di Borgoforte (MN), suini pesanti per circuito DOP ERSAF, Regione Gestione effluenti: Lombardia, AGCO interramento liquame e Italia spa fertirrigazione qcontent.cfm? a_id=10966&tt=t_la w_market_www Azienda Mori Carlo, Gattatico (RE), vacche da latte per ParmigianoReggiano 07/06/12 FCSR, CRPA spa, Regione EmiliaRomagna 35 qcontent.cfm? a_id=10970&tt=t_la w_market_www Azienda pilota dimostrativa Diana, Mogliano Veneto (TV) 06/07/12 Veneto Agricoltura Efficienza della fertilizzazione: attrezzature e sistemi di difesa delle acque qcontent.cfm? a_id=11043&tt=t_la w_market_www Azienda Agricola Nuova Annia Lugugnana di Portogruaro (VE) 26/07/13 ERSA e AGCO Distribuzione in campo degli effluenti aziendali: attrezzature e tecniche 55 qcontent.cfm? a_id=12064&tt=t_la w_market_www Azienda Pinotti, Pizzighettone (CR), vacche da latte per Grana Padano 19/09/13 ERSAF L'efficienza alimentare per ridurre l'escrezione dell azoto nell'allevamento di vacche da latte 61 qcontent.cfm? a_id=12033&tt=t_la w_market_www IPLA con UniTO Strategie per la gestione dell'azoto in aziende con elevati carichi qcontent.cfm? a_id=12042&tt=t_la Azienda Mana Genola (CN), 26/09/13 suini pesanti per circuito DOP Gestione effluenti: uso di chiarificato su prato. 71

72 Azienda Data Organizzazione Tema Partec ipanti zootecnici Azienda Agricola 04/10/13 Caseificio Scalabrini Reggio Emilia, vacche da latte per Parmigiano-Reggiano FCSR e CRPA Azienda Agraria L. Toniolo 07/11/13 dell Università di Padova. Padova Azienda Bolzon, Bicinicco (UD), vacche da latte per latte alta qualità 20/11/13 Presentazione risultati azioni 1 e 2 delle aziende dimostrative di bovine da latte e suini Allegati w_market_www 27 qcontent.cfm? a_id=12043&tt=t_la w_market_www Veneto Agricoltura Controllo delle perdite di nitrati dai terreni agricoli e dispositivo pilota di drenaggio controllato e fitodepurazione 27 qcontent.cfm? a_id=12058&tt=t_la w_market_www ERSA qcontent.cfm? a_id=12064&tt=t_la w_market_www Come ridurre l'escrezione di azoto negli allevamenti di bovine da latte Il progetto prevedeva lo svolgimento di 6 corsi, ne sono stati svolti 11. Il primo è stato tenuto nel pomeriggio del 7 giugno, a Gattatico (RE) presso i locali del Museo Cervi. Oltre alla presentazione del progetto da parte del coordinamento di CRPA, si è parlato di tecniche alimentari per la riduzione dell'impatto ambientale da azoto negli allevamenti bovini da latte, con Luciano Migliorati dal partner CRA, di tecniche e convenienza della separazione solido/liquido con Caludio Fabbri di CRPA spa, di nuove disposizione in materia di nitrati e la deroga da 170 kgn/ha con Giuseppe Bonazzi di CRPA spa e Andrea Giapponesi della Regione Emilia-Romagna. Hanno partecipato una trentina di persone. Il partner Ersaf ha condotto un ciclo di corsi specifici sul tema dell'applicazione della Direttiva Nitrati e della deroga ai 170 kg N/ha nel territorio lombardo. Il 5 dicembre 2012 si è iniziato da Mantova, per proseguire a Brescia il 12 dicembre, a Bergamo il 17 gennaio 2013 e il 31 gennaio a Lodi. Complessivamente hanno partecipato 120 persone. Il corso organizzato in Piemonte si è svolto a Torino il 15 novembre 2012, presso la Regione Piemonte. Il corso è stato mirato ai professionisti e tecnici operanti nel settore per illustrare le modalità di adesione alla deroga alla Direttiva Nitrati: efficacia e potenzialità dell'adesione nella realtà agricola piemontese in vista della campagna 2013, chiarimenti su eventuali dubbi amministrativi e tecnico-agronomici, valutazione di strategie per il rafforzamento dell'adesione in Piemonte. Il corso è stato tenuto da funzionari regionali delle Dir. Agricoltura e Ambiente, tecnici del CSI Piemonte e agronomi dell'università di Torino. Hanno partecipato 54 persone. Il 10 aprile del 2013 un corso si è svolto a Parma, presso la sede della Camera di Commercio, che ha avuto il tema specifico della gestione dell'azoto nell'azienda ed ha permesso di valutare anche con i corsisti i primi risultati applicativi del progetto. Oltre alla presentazione del progetto, i docenti di FCSR e CRPA hanno parlato di: ciclo dell'azoto nelle aziende zootecniche con Paolo Mantovi, efficienza alimentare ed escrezione dell'azoto nei bovini e nei suini con Maria Teresa Pacchioli e di biogas da effluenti zootecnici e riduzione dell'azoto con Claudio Fabbri. Al corso hanno partecipato 48 persone. I tecnici delle amministrazioni pubbliche della Regione Emilia-Romagna hanno richiesto un corso specifico sul tema Gestione integrata dell'azoto nell'azienda suinicola tenuto presso l'assessorato Agricoltura della RER a Bologna il 13 novembre 2013 da CRA-SUI e CRPA. 72

73 Giacinto Della Casa ha trattato di nutrizione azotata del suino e bilancio dell'azoto in stalla; Giuseppe Bonazzi di bilancio di massa dell'azoto dal ricovero al piede della pianta. Al corso hanno partecipato 42 funzionari di Province, ARPA e dei servizi veterinari. Il 12 e il 13 marzo 2014 presso la propria Aula Magna a Legnaro (PD) Veneto Agricoltura ha svolto due open day tecnici a cui hanno partecipato 172 studenti di Istituti Agrari e Università, agricoltori e tecnici. ERSA ha svolto un corso per una decina di tecnici e personale che dà assistenza alle aziende il 28 marzo 2014 presso la sua sede di Pozzuolo del Friuli. Nel progetto erano previste anche una decina di iniziative di divulgazione (info days) specificatamente dirette alle scuole superiori a indirizzo agricolo. Sono stati realizzate 16 giornate informative per studenti che hanno raggiunto i seguenti istituti e circa 770 ragazzi, soprattutto di IV e V classe: sei classi, per un totale di 119 alunni e 7 insegnati, dell Istituto Tecnico Agrario Stanga di Cremona, nella giornata del 28 febbraio 2012 organizzata dal partner ERSAF; il 15 marzo 2013 l'università di Torino e IPLA hanno incontrato 44 studenti dell'istituto Tecnico "Prevert di Osasco (2 classi) presso lo spazio espositivo della Regione Piemonte alla fiera di Savigliano (CN); l'1 giugno, il 10 dicembre 2013 CRPA ha svolto incontri dedicati agli studenti dell Istituto Tecnico Agrario Zanelli di Reggio Emilia (20 studenti); CRPA ha incontrato gli studenti dell'istituto Bocchialini di Parma il 15 marzo 2014 (16 studenti) il 22 maggio 2013 CRPA ha svolto un info day presso l' Professionale per l Agricoltura A. Motti di Castelnovo Monti (20 studenti); il 17 ottobre 2013 il progetto è stato presentato da ERSA a 36 studenti dell'istituto di Studi Superiori Il Tagliamento di Spilimbergo (indirizzo Agraria, Agrolaimentare e Agroindustria); il 26 ottobre presso l'istituto Tecnico Agrario "Giovanni Brignoli" di Gradisca d'isonzo ERSA ha incontrato 29 studenti il 16 novembre 2013 l'incontro di ERSA con gli studenti dell'istituto Tecnico Agrario di Cividale del Friuli ha coinvolto un centinaio di studenti; Veneto Agricoltura ha svolto nel 2013 vari incontri con gli studenti: per l'istituto Agrario Domenico Sartor di Castefranco Veneto (TV) 26 alunni il 14 giungo 2013 e 86 alunni il 23 ottobre 2013; per l'istituto di Studi Superiori Alberto Parolini di Bassano del Grappa 51 alunni il 25 ottobre 2013; per l'istituto Agrario Antonio Della Lucia di Feltre (BL) 28 partecipanti il 28 ottobre 2013; per IPSSA M. e T. Bellini di Trecenta (RO) 29 alunni il 19 novembre 2013; per l'istituto Superiore di Istruzione Agraria Duca delgi Abruzzi di Padova 74 studenti il 25 novembre 2013; per l'istituto diistuzione Superiore 8 Marzo di Mirano (VE) 99 studenti il 27 novembre 2013., Attraverso la partecipazione e l'organizzazione di alcuni convegni e seminari tecnici, nazionali e internazionali, tutti documentati sul sito tra gli eventi, è stato possibile presentare il LIFE+ AQUA e le attività ad esso connesse. 73

74 Nelle fasi iniziali del progetto, a seguito della decisione di esecuzione della Commissione Europea del 3/11/2011 di concedere una deroga, ad adesione volontaria, al limite dei 170 kg di azoto zootecnico per ettaro delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola, in EmiliaRomagna si sono svolti alcuni seminari regionali dedicati specificatamente alla applicazione alla deroga. In queste occasioni si è illustrata anche l'attività di AQUA. La Regione Emilia-Romagna in collaborazione con DINAMICA e il supporto tecnico di CRPA, ha organizzato un ciclo di seminari in tutte le province per analizzare gli aspetti operativi del nuovo piano di azione regionale (Regolamento regionale del 28/10/2011, n. 1, Disposizioni in materia di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue derivanti da aziende agricole e piccole aziende agro-alimentari ) e della deroga alla Direttiva Nitrati. Si sono svolti tra gennaio e febbraio La Regione Piemonte, con il supporto dell'università di Torino, hanno sviluppato una serie di criteri da applicare alla Regione Piemonte, presentati ad inizio gennaio Oltre a seminari tecnici organizzati dal progetto, è stato possibile presentare i risultati di AQUA ad una serie di eventi internazionali. Questo ha permesso anche di concretizzare il networking con altri progetti, sia dimostrativi che di ricerca, soprattutto internazionali. Sul sito sono consultabili le comunicazioni e i poster presentati. Tabella 20: Seminari e convegni Dove/quando Titolo Link al sito Cremona, Fiera Internazionale del Bovino da Latte, 28/10/2011 Convegno: contributo della ricerca per l'applicazione della direttiva nitrati Il Programma, le presentazioni Legnaro Corte Benedettina, 30/01/12 Seminario La Gestione della fertilizzazione in applicazione della Direttiva Nitrati Il programma, le presentazioni Wexford in Irlanda, 26 29/06/12 Al 17th International Nitrogen workshop 2012 AQUA al 17 th Tre paper di cui quello specifico su AQUA presentato oralmente International Nitrogen Workshop Wageningen, Olanda, 6 e 7/2/2013 2nd Scientific European Phosphorus Workshop Poster - Phosphorus management in the Italian agricultural sector Zagabria, Croazia, 3 e 4/04/2013 Regional Meeting progetto 7FP RedNEx - Improving Nitrogen LIFE+ AQUA al Efficiency on Dairy Farms. Su invito REDNEX Regional Poster e presentazione orale: 1 - Achieving good water quality Meeting status in intensive animal production areas: a LIFE+ project Poster 2 - Solid fraction from cattle slurries to biogas plants. A manure management strategy. Versailles, Francia 3-5/06/13 15a RAMIRAN International Conference "Recycling of organic residues for agriculture: from waste management to ecosystem services" - Paper: Collecting the solid fraction from animal slurries for biogas production AQUA alla Conference RAMIRAN 2013 Nantes, Francia 26-30/08/13 64th Annual Meeting of the European Federation of Animal Science EAAP - Poster Reduction of nitrogen excreted in dairy farms through the application of high N eficiency ration Luciano Migliorati e Leonardo Boselli /documents/aqua_www /pubblicazioni/nantes_2 013_Abstracts_585.pdf AQUA al 2nd Scientific European Phosphorus Workshop E' stata realizzata la partecipazione alle 3 fiere di settore previste dal progetto. In Italia ci sono due manifestazioni chiave per la zootecnia, focalizzate sui settori delle bovine da latte e dei suini: la Rassegna Suinicola Internazionale, che viene svolta a Reggio Emilia 74

75 nelle annualità dispari; la Fiera internazionale del bovino da latte, recentemente abbinata a Italpig (dedicata ai suini), che ricorre annualmente a Cremona in ottobre. Sono state realizzate le partecipazioni ad entrambe le fiere nell'edizione Il progetto è stato anche presente alla 32 Fiera nazionale della Meccanizzazione agricola di Savigliano, dal 15 al 17 marzo 2013, una delle più importanti manifestazioni del settore del Nord Italia. Il cofinanziatore Regione Piemonte ha messo a disposizione uno spazio nella propria area espositiva specificatamente dedicato al LIFE+AQUA. In visione della realizzazione della conferenza finale, svoltasi a Reggio Emilia il 14 marzo 2014, come materiale in distribuzione sono stati realizzati, in due lingue (italiano e inglese) sia un filmato dedicato alla presentazione dei risultati del progetto che il Layman's report. Il filmato di una decina di minuti è stato realizzato sulla base di una sceneggiatura che riassume gli obiettivi e i risultati di AQUA e utilizzando immagini raccolte nelle aziende del progetto, soprattutto durante le attività dimostrative, e attraverso interviste ai partner. Il filmato ha parti di animazione e uno speakeraggio professionale in italiano e inglese. Visibile sul sito in home page, il video è stato anche distribuito in 200 copie su DVD in occasione della conferenza finale ed è allegato alla presente relazione. Il Layman's report è stato realizzato in italiano e inglese in formato 21 per 21 e conta 20 pagine. E' stato stampato su carta solo in 250 copie e in italiano: si è preferito limitare l'uso del cartaceo e mettere a disposizione il prodotto consultabile via web e posto in vista sulla home page del progetto e di CRPA ed allegato al presente report. La conferenza finale è stata organizzata presso il Tecnopolo di Reggio Emilia nella mattinata del 14 marzo Il titolo scelto è: "Il controllo dell'azoto nelle aziende agro zootecniche. Oltre a presentare i risultati finali del progetto, riassunti nelle relazioni di Giuseppe Veneri, Presidente di CRPA, di Marco Ligabue e Paolo Mantovi, si è potuto contare sulla presenza della DG Environment Unit Agriculture, Forests & Soil Nitrates Sector, che con Alia Atitar De Le Fuente, ha fatto il quadro aggiornato dell'inquinamento da nitrati nella UE: approccio politico, lezioni acquisite e sfide. Koos Verloop e Frans Aarts del Plant Research International, di Wageningen UR hanno portato un contributo di studio olandese sulla gestione dell'azoto nell'azienda da latte, mentre Giacinto Della Casa del CRA-SUI, partner di progetto, ha fatto il punto sulla nutrizione azotata del suino pesante. Riccardo De Lauretis ed Eleonora Di Cristofaro dell'istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) hanno presentato i dati del recente inventario delle emissioni di ammoniaca e gas ad effetto serra (GHG) dal settore agricolo in Italia. L'intervento conclusivo è stato di Roberta Chiarini della Regione Emilia-Romagna, che ha presentato l'impegno regionale per la sostenibilità ambientale dell'agricoltura. Con questo intervento si è avuta una sorta di passaggio di testimone tra il LIFE+ AQUA, che ha concluso la dimostrazione per quel che attiene le misure di contenimento di inquinamento da nitrati delle acque, al LIFE + Climate change-r, appena partito con l'obiettivo di dimostrare il possibile contenimento delle emissioni di GHG dai sistemi agricoli dell'emilia-romagna. A fronte della spedizione di circa inviti via mail, la pubblicazione dell'annuncio del convegno sul sito di progetto e delle organizzazioni partner, hanno partecipato alla conferenza finale 122 persone. 75

76 L'invito al convegno finale è stato diffuso anche tramite il sito web di Europ Direct Carrefour Europeo dell'emilia. Il materiale preparato e distribuito agli intervenuti è stata la cartellina leaflet con blocco note e penna AQUA, la stampa del Layman's report in italiano e il filmato bilingue su DVD. I proceedings della conferenza (relazioni e report) sono consultabili sul sito di progetto alla pagina In occasione della conferenza finale è stata predisposta un'area di presentazione poster, dove sono stati esposti i notice board dei risultati delle aziende dimostrative (11) e alcuni poster con i contributi dei partner: CRA, ERSAF, IPLA, ERSA e Veneto Agricoltura, specificamente indirizzati alla successiva discussione dei risultati durante la riunione del Gruppo di orientamento Europeo (Azione 7). Tutto il materiale utilizzato per la divulgazione è consultabile direttamente sul sito (vedi link riportati per ogni evento). 5- Conclusioni L'azione è stata svolta regolarmente e tutte le attività previste dal progetto sono state realizzate, quindi gli obiettivi fissati per quest'azione si possono considerare raggiunti, come indicato da tabella 21. Tabella 21: Riassunto attività divulgative Iniziativa Conferenze stampa stampa e Fatte comunicati 14 Previste 6 Sito progetto aqua.crpa.it In mantenimento per i prossimi 5 anni Leaflet 1 1 Notice board Articoli e opuscoli 24 Numero libero Newsletter Giornate dimostrative Corsi 11 6 Info day Convegni e seminari tecnici 13 Numero libero Nitrogen workshop Fiere settore 3 3 Conferenza finale 1 1 DVD 1 1 Layman's report 1 1 Direct 1 1 Comunicazione Europe information network 76

77 5.3 Evaluation of Project Implemention La metodologia applicata Il progetto è stato costruito e realizzato per mezzo di una serie di azioni tecniche tra loro indipendenti, nel senso che si caratterizzano per un'articolazione e obiettivi propri, ma anche strettamente interconnesse, poiché tutte hanno l'obiettivo comune di migliorare l'impatto ambientale delle attività agricole e zootecniche e ne prendono in considerazione un aspetto specifico: azione 1: riduzione della componente azotata nella razione per bovini e suini azione 2: aumento dell'efficienza d'uso dell'azoto nelle pratiche di campo azione 3: misure agroambientali per ridurre i deflussi di azoto dai campi coltivati azione 4: gestione del surplus di azoto a livello territoriale azione 5: strumenti per dare evidenza delle pratiche virtuose azione 6: analisi dell'impatto ambientale e economico di tali pratiche Si è trattato in sostanza di un progetto integrato e multidisciplinare, in cui i vari soggetti coinvolti, partner e sub-contraenti, hanno interagito strettamente sia con il coordinatore, sia tra loro, in modo da avere un costante aggiornamento sulle modalità esecutive, sulle attività in corso nelle varie realtà territoriali e nelle diverse azioni. Questa modalità di lavoro, che ha visto anche la redazione e la circolazione tra i partner di protocolli necessari come riferimento per le diverse attività e l'organizzazione di frequenti incontri tra i partner, ha consentito di ridurre al massimo gli errori o le differenze nel campionamento delle biomasse, dei suoli e delle acque, nell'esecuzione dei rilievi e nella conduzione delle attività di stalla e di campo. Come accennato, le diverse azioni hanno conseguito risultati validi come tali; tuttavia è l'insieme delle tecniche messe in opera che dà valore al progetto ed ha un effetto sinergico, consentendo all'azienda di conseguire, con un'attenta gestione dei diversi fattori di produzione, un risultato di grande rilievo sotto l'aspetto ambientale. L'attività tecnica condotta nelle aziende è stata costantemente accompagnata da azioni di divulgazione e dimostrazione che ha reso possibile una costante informazione sui risultati nei confronti dei tecnici e degli allevatori stessi Confronto tra obiettivi e risultati Il confronto tra gli obiettivi del progetto e i risultati ottenuti è stato effettuato nell'azione 10 dedicata al monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi, paragrafo Considerazioni finali I risultati del progetto sono stati applicati immediatamente, vale a dire le aziende dimostrative che hanno partecipato alle attività hanno messo in pratica le innovazioni proposte (in particolare l'utilizzazione di diete a basso contenuto di azoto e le pratiche agricole ad alta efficienza d'uso dell'azoto) su indicazione dei beneficiari; dopo questa prima fase l'applicazione di tali innovazioni è proseguita non più per gli obblighi contratti con i beneficiari sulla base dei contratti stipulati, ma per la convinzione che il beneficio ambientale, reso evidente dai risultati del progetto, non comporti alcuna rinuncia in termini produttivi o 77

78 aumenti nel costo di produzione. Le aziende dimostrative infatti proseguono ancor oggi, dopo molti mesi dalla fine del progetto, nell'applicazione delle tecniche proposte, sotto la guida dei tecnici e alimentaristi aziendali. Questa convinzione ha fatto sì che, attraverso le iniziative di divulgazione organizzate numerose nel corso dei tre anni e molto frequentate, altri allevatori e agricoltori e i tecnici del settore (veterinari alimentaristi e agronomi) recepissero i messaggi comunicati per un rapido trasferimento ad altre realtà. Questo trasferimento di informazioni proseguirà attraverso le iniziative messe in programma nell'after LIFE Communication Plan. 5.4 Analysis of long-term benefits a. Direct / quantitative environmental benefits: I recenti dati nazionali e Europei confermano la tendenza alla concentrazione e intensivizzazione delle produzioni con riduzione del numero di aziende e incremento della dimensione aziendale per sfruttare al meglio le economie di scala; inoltre si confermano la concentrazione delle attività zootecniche in aree relativamente ristrette, anche per sfruttare le potenzialità offerte dall economia di filiera e dalle azioni di distretto. Tale tendenza, in particolare per il settore bovino da latte, è probabilmente destinata a proseguire e ad accentuarsi dopo il 2015, a seguito della eliminazione delle quote latte. D altro lato i dati relativi allo stato dell ambiente confermano l impatto delle attività agricole intensive sulla qualità delle acque, sulla biodiversità e sulla qualità dell aria e la necessità di misure concrete per ridurre tali impatti. La valutazione dei piani di gestione delle acque elaborati per i distretti idrografici europei in attuazione della Direttiva 2000/60/CE evidenziano che il 47 % dei corpi idrici europei non raggiungeranno l obiettivo di buono stato nel 2015 previsto dalla Direttiva e che il rilascio di nutrienti e l eutrofizzazione delle acque determinata, tra le altre fonti, dalle attività agricole è tra le cause che determinano il non raggiungimento dell obiettivo ambientale. Tuttavia, attraverso la razionalizzazione delle pratiche di gestione delle aziende, che consentono di ridurre i surplus di nutrienti rilasciati nell ambiente, è possibile limitare in modo significativo l impatto degli allevamenti intensivi e migliorare l uso delle risorse, mantenendo inalterate le prestazioni produttive delle aziende. La verificata praticabilità delle azioni proposte in aziende in scala reale e nelle usuali condizioni operative e la continuità dei risultati ottenuti nelle stesse nel periodo dimostrativo indicano le potenzialità di estensione a livello territoriale, con significativi potenziali benefici ambientali di lungo periodo. a) Riduzione dell azoto escreto attraverso la riduzione degli apporti di azoto della dieta In particolare è stata verificata la praticabilità della riduzione dell apporto di azoto proteico nella dieta anche nel caso del ciclo produttivo del suino pesante per il quale non esistevano esperienze pregresse su vasta scala, con riduzione degli apporti di N proteico di circa il 12% senza penalizzare le rese produttive e la redditività delle aziende. 78

79 In particolare, attraverso la riduzione dell azoto somministrato con gli interventi sulla dieta è stato possibile ridurre l azoto escreto di 0,61 kg - 2,31 kg di N per suino venduto e ottenere riduzioni di azoto al campo per posto suino comprese tra 0,8 kg e 3,3 kg/anno. Mediamente nelle aziende interessate alla dimostrazione sono state conseguite riduzioni dell ordine del 15% sia dell azoto escreto, sia dell azoto presente negli effluenti al momento della distribuzione (azoto al campo) Nell ipotesi di estendere in ambito nazionale, in una prima fase, la pratica al 10% degli allevamenti suini e al 50% dei capi, ovvero alla quota rispettivamente di aziende e capi che sono stati stimati come potenzialmente interessati da surplus di nutrienti nelle regioni italiane del nord Italia nelle quali si concentra l allevamento suinicolo intensivo (regioni Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, titolari della Decisione 2011/721/CE[1]) è possibile stimare una riduzione dell azoto escreto dell ordine di 9000 t/anno e una riduzione dell azoto da gestire nell utilizzo agronomico dell ordine di 7000 t/anno dal settore suino all ingrasso (vedi tabella 22). Tabella 22: Stima della riduzione dell azoto escreto e dell azoto negli effluenti (N al campo) dal ciclo produttivo del suino all ingrasso in Italia (stima quota di aziende con surplus) Suini pesanti macellati anno 2013 (n.) Riduzione N escreto per suino venduto (kg) 0,61-2,31 Riduzione N escreto (t/anno) (range: ) Riduzione N al campo (kg/posto suino) 0,8-3,3 Riduzione N al campo t/anno (1,7 cicli per posto suino) (range: ) *Fonte : CRPA De Roest et al. Le sfide per la suinicoltura italiana al 2014, Giornata Suinicola, Reggio Emilia 16 aprile 2014 I risultati conseguiti, tuttavia, evidenziano anche una variabilità nella risposta tra le aziende. Le riduzioni sono risultate più pronunciate nei casi in cui il contenuto proteico della dieta nella situazione prima dell intervento era più elevato. Anche nel caso dell allevamento bovino da latte e da carne, nei quali l intervento sulla dieta ha riguardato il bilanciamento della razione allo scopo di ottenere un aumento della sintesi endogena delle proteine ad opera dei batteri ruminali e trattenere nei prodotti il giusto quantitativo di proteine, è stata conseguita una riduzione dell azoto escreto e dell azoto al campo. Nelle aziende bovine da latte nelle quali è stata sperimentata la riduzione di N nella dieta dell ordine del 10% è stato riscontrato un miglioramento generale del bilancio dell azoto della stalla in tutti i casi e, in linea generale, un miglioramento della trasformazione in latte della proteina della dieta e una riduzione dell azoto escreto dello stesso ordine (riduzione per t di peso vivo per i capi in lattazione compreso tra i 4 e gli 11 kg/t di peso vivo). Per gli allevamenti bovini da carne, a fronte di una riduzione del tenore proteico della dieta somministrata ai vitelloni nelle fasi di accrescimento e di ingrasso/finissaggio di un punto percentuale è stata osservata una diminuzione dell azoto escreto del 12 %. In generale si è constatato un miglioramento nella resa dell'azoto alimentare in azoto fissato dagli animali: è diminuito l'azoto escreto e al campo per animale venduto. Nelle aziende che hanno 79

80 partecipato al progetto l escrezione di azoto è risultata sempre inferiore ai valori tabellari contenuti nella normativa nazionale vigente. Nella tabella che segue viene quantificata la riduzione di N al campo conseguibile a livello nazionale con interventi sulla dieta, nell ipotesi di applicare tale misura, in una prima fase, agli allevamenti con surplus e, pertanto, al 50% dei capi suini (inclusi suini all ingrasso), al 30 % dei capi da latte e ad analoga percentuale di capi da carne. Tabella 23: Riduzione N al campo potenzialmente ottenibile con interventi sulla dieta (comparto suino, bovino da latte e da carne) Riduzione N al campo con interventi sulla dieta (t/anno) Suini* Bovini da latte ** Bovini da carne *** Totale Note * si considera di applicare la tecnica al 50% del totale dei capi suini all ingrasso (percentuale allevamenti con surplus secondo stima Decisione Deroga rilasciata all Italia 2011/721/CE) ** si considera di applicare la tecnica al 30% del totale dei capi da latte (percentuale allevamenti con surplus secondo stima Decisione Deroga rilasciata all Italia 2011/721/CE) *** si considera di applicare la tecnica al 30% del totale dei capi bovini all ingrasso b) Miglioramento dell efficienza della fertilizzazione Oltre che con interventi sulla dieta, significativi ulteriori risultati nella riduzione delle emissioni di nutrienti nell ambiente sono stati conseguiti attraverso l incremento dell efficienza dell uso dell azoto con l introduzione di successioni colturali che assicurano periodi crescita prolungati ed elevate asportazioni di nutrienti e con l applicazione di tecniche di distribuzione innovative degli effluenti di allevamento che permettono di intervenire nei periodi di maggiore fabbisogno delle colture. Sono state introdotte doppie colture in successione, verificandone le prestazioni agronomiche ed economiche e sono state valutate le prestazioni dei seguenti sistemi di distribuzione: mezzi semoventi con pneumatici a sezione larga, interramento contestuale alla distribuzione con ancore o sistemi ombelicali a tubo flessibile, distribuzione in sarchiatura tra le file, distribuzione rasoterra a bande e fertirrigazione con distribuzione simultanea di acque irrigue e liquami. La riduzione dell escrezione di azoto attraverso interventi sulla dieta ed il miglioramento dell efficienza di fertilizzazione con gli effluenti hanno permesso di migliorare in modo apprezzabile quasi tutti i bilanci dell azoto a scala aziendale (vedi Layman s report, pagg. 1415). L incremento di efficienza dell azoto è stata misurata nelle aziende partecipanti al progetto attraverso il computo di un indicatore integrato, il bilancio dell azoto a livello aziendale. Il bilancio ha calcolato la differenza tra i quantitativi di azoto introdotti in azienda (ad esempio attraverso gli animali vivi, i fertilizzanti minerali, i concimi) e i quantitativi di azoto in uscita dall azienda (prodotti, latte o carne, deiezioni zootecniche trasferite). L efficienza dell azoto (calcolata come rapporto tra input e outputs) è aumentata complessivamente dal 58-61% al 65% nelle aziende suine. Per le aziende da latte il migliore 80

81 risultato di efficienza conseguito è stato pari al 44%, con gli incrementi di efficienza nell uso dell azoto compresi tra il 2 e il 6%. Tali risultati sono particolarmente significativi per la riduzione degli impatti delle attività agricole nei bacini idrografici caratterizzati da agricoltura intensiva nei quali si registrano i maggiori apporti di azoto per ettaro da effluenti di allevamento e concimi di sintesi, cui fanno riscontro significativi rilasci di nutrienti da fonti diffuse verso i principali mari europei e deposizioni atmosferiche di azoto, come evidenziato dalla modellizzazione dei carichi di nutrienti (vedi figure che seguono). Stima degli apporti di azoto per ettaro da effluenti di allevamento. Fonte: JRC, Long term nutrient loads entering European seas nc.pdf Stima degli apporti di azoto per ettaro da concimi di sintesi. Fonte: JRC, Long term nutrient loads entering European seas nc.pdf Stima delle emissioni di azoto alle acque da fonti diffuse Fonte: JRC, Long term nutrient loads entering European seas nc.pdf 81

82 Stima delle deposizioni atmosferiche di azoto Fonte: JRC, : JRC, Long term nutrient loads entering European seas nc.pdf c) Riduzione delle perdite di azoto alle acque attraverso misure agro-ambientali Inoltre, sono state sperimentate pratiche agro-ambientali atte alla riduzione delle emissioni di nutrienti nei corpi idrici superficiali a seguito delle concimazioni. In particolare, in due aziende si è proceduto alla realizzazione e gestione di fasce tampone inerbite e arborate e alla quantificazione della riduzione delle perdite di azoto e fosforo verso i corpi idrici conseguita attraverso tale misura. La percentuale di riduzione delle emissioni verso i corpi idrici è risultata pari al 70% dell azoto nitrico e al 60% dell azoto totale distribuito già entro i primi 5 m di ampiezza della fascia tampone (di ampiezza complessiva dell ordine dei 20 m). Con distribuzione di quantitativi di azoto dell ordine dei kg/ha, comunque, le perdite complessive di azoto nelle aree sottoposte al controllo sono risultate contenute (dell ordine del 1-3% dell azoto somministrato), in ragione delle caratteristiche pedologiche dei suoli. In una azienda è stata anche verificata l efficienza della tecnica del drenaggio controllato da suoli trattati con 250 kg per ettaro di azoto somministrato con diverse tipologie di fertilizzanti (soltanto concimi minerali, soltanto effluenti di allevamento, concimazione mista con effluenti di allevamento e concimi minerali), con raccolta dell'acqua reflua dello strato superficiale di suolo attraverso l impianto di drenaggio e trattamento del refluo attraverso un 82

83 sistema di fitodepurazione a flusso superficiale. I risultati della verifica di tali misure hanno confermato, pertanto, la loro efficacia nella riduzione dei rilasci di composti dell azoto dai suoli coltivati. d) Trasporto extra-aziendale delle frazioni solide Con lo specifico obiettivo di riequilibrare la distribuzione dei nutrienti e migliorare la gestione dei surplus, in un area a elevata densità zootecnica della regione Lombardia è stato attivato un consorzio tra aziende agricole bovine intensive e aziende agricole senza bestiame. I liquami bovini sono stati sottoposti a separazione solido liquido e le frazioni solide sono state trasferite nelle aziende agricole non zootecniche, fornendo a queste ultime, oltre ai nutrienti, apporti significativi di sostanza organica. Le frazioni solide sono state ottenute attraverso un separatore mobile utilizzato a turno nelle aziende consorziate, che ha permesso di concentrare la sostanza organica, l azoto e il fosforo (in media, nel periodo di valutazione, nei solidi separati è stato riscontrato il 21% di SS, di cui il 90% in forma di SV, e un contenuto di 3,7 kg/t di N totale e 0,65 kg/t di P). Il Consorzio ha movimentato oltre 1300 t di frazioni solide dimostrando la fattibilità tecnica e organizzativo-gestionale di tale soluzione. e) Migliorare e semplificare la registrazione e i controlli Nell ambito del progetto è stato sviluppato uno specifico tool di calcolo del bilancio dell azoto negli allevamenti bovini e suini, che restituisce l azoto escreto e la resa dell azoto impiegato in stalla o su uno specifico gruppo di animali in produzione. Il nome dell applicazione è Calcola N. Molto semplice ed intuitivo, il tool prevede maschere per individuare ed inserire gli elementi del bilancio (input ed output) e restituisce una schermata riassuntiva di bilancio e di resa dell azoto. Il tool può essere un valido strumento per valutare l'efficienza e l'impatto delle razioni impiegate nell'allevamento. b. Relevance for environmentally significant issues or policy areas (e.g. industries/sectors with significant environmental impact, consistency with 6th or 7th (as applicable) EU Environment Action Programme and/or important environmental principles, relevance to the EU legislative framework (directives, policy development, etc.) I piani di gestione delle acque pubblicati in Italia nel 2010 individuano nei rilasci di azoto e fosforo da fonti diffuse una delle cause che determinano il ricorso alle esenzioni rispetto all obiettivo di raggiungimento del buono stato dei corpi idrici entro il Nei distretti idrografici del nord Italia, nei quali si concentra la maggiore presenza zootecnica e si pratica una agricoltura intensiva (il Distretto padano, il Distretto delle Alpi Orientali) per oltre il 30% dei corpi idrici superficiali e sotterranei si è fatto ricorso ad esenzioni (raggiungimento del buono stato nel 2021 o 2017), in buona parte a causa dell inquinamento da nitrati. Anche il recente aggiornamento dell analisi delle pressioni e impatti nel Distretto idrografico delle Alpi Orientali, pubblicato in preparazione all aggiornamento del piano di gestione distrettuale 2015, conferma che la pressione significativa agricoltura interessa 354 corpi idrici fluviali, ovvero quasi il 20%, e il 25% dei corpi idrici sotterranei distrettuali e che l agricoltura risulta, in generale, la pressione diffusa maggiormente rappresentata sul territorio distrettuale per numero di corpi idrici interessati. Si riscontrano elevati surplus di azoto in larga parte del territorio di pianura del distretto (vedi figura che segue). 83

84 Surplus di azoto di origine zootecnica a livello comunale nel distretto idrografico delle Alpi Orientali. Fonte: aggiornamento piano di gestione (giugno 2014) Il rapporto 2012 sull attuazione della Direttiva nitrati in Italia, ha indicato che persistono criticità, in particolare nel caso delle acque sotterranee, in alcune aree del Paese nelle quali gli effetti delle misure di base già attuate tardano a manifestare i loro effetti. In tale contesto è necessario operare sia attraverso le misure normative - identificazione delle zone vulnerabili e definizione programmi di azione della Direttiva nitrati e delle altre misure di base della Direttiva quadro acque 2000/60/CE per il controllo dell inquinamento da fonti diffuse - sia attraverso misure supplementari, ad esempio attraverso le misure di riduzione delle emissioni che vanno oltre l obbligo normativo, finanziabili con i programmi di sviluppo rurale (PSR). Il progetto ha dimostrato l applicabilità in aziende in scala reale di azioni concrete per la riduzione dei rilasci di azoto attraverso azioni integrate che operano ai diversi livelli del ciclo produttivo aziendale. La combinazione di misure proposte ha una concreta prospettiva di attuazione su vasta scala (in ambito sia regionale, sia di bacino). I risultati del progetto sono rilevanti, in primo luogo, per l attuazione della Direttiva 676/91/CE (Direttiva nitrati), recepita in Italia con il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e il Decreto Ministeriale 7 aprile 2006 e con i programmi di azione regionali nelle 18 regioni nelle quali sono state designate zone vulnerabili ai nitrati. Come è noto, la Direttiva nitrati 84

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