ORIZZONTI Sviluppo interventi integrati di prevenzione e contrasto della violenza di genere MOTIVAZIONI E CONTESTO -
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- Daniela Ferro
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1 ORIZZONTI Sviluppo interventi integrati di prevenzione e contrasto della violenza di genere MOTIVAZIONI E CONTESTO - Com è emerso recentemente da ricerche accreditate e fatte proprie dall ONU, la prima causa di morte o di invalidità per le donne tra i 15 e i 44 anni è la violenza subita da parte del marito, del partner, del padre, talvolta del figlio. L Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato che almeno una donna su cinque, nel corso della propria vita, subisce un pestaggio o uno stupro. La violenza di genere è un fenomeno ampiamente diffuso su scala mondiale e colpisce le donne, indipendentemente dalla loro etnia, religione, classe sociale, grado di istruzione. Con questa espressione s intendono tutte le forme di coartazione della libertà e di dominio sulla vita e sul corpo femminile, di sopruso o riduzione dell autonomia e delle libertà personali, anche in relazione all orientamento sessuale, in contesti che sottendono modelli culturali espliciti o impliciti portatori di rapporti asimmetrici tra generi e generazioni. Anche a livello locale emergono dati relativi alla violenza contro le donne non certamente trascurabili: la violenza domestica, ad esempio, associata o meno a situazioni di disagio familiare, talvolta aggravata dalla presenza di soggetti alcolisti o tossicodipendenti, colpisce donne, anziane, ragazze minorenni. I dati relativi agli accessi in pronto soccorso per violenza altrui,dal 2006 al 2009, attestano un aumento dei casi: 91 nel 2006, 153 nel Numeri che, purtroppo, non danno il segno dell ampiezza di un fenomeno che, anche in Valle d Aosta, è per la maggior parte sommerso (cfr ricerca Daphne making the visibile visibile ). Stupri, molestie, stalking, violenza psicologica subita sia in contesti familiari che extradomestici, rappresentano ulteriori manifestazioni di un fenomeno sociale che va affrontato, adottando misure di prevenzione e contrasto integrate ovvero condivise dai soggetti che già svolgono attività di segnalazione e presa in carico delle donne vittime di violenza. A questo fine si ravvede la necessità di potenziare le competenze degli operatori (forze dell ordine, personale sanitario e sociale,volontarie ecc.) specie per quanto concerne la riconoscibilità, da un lato, dei casi riconducibili ad episodi di violenza di genere, anche a fronte del silenzio delle vittime, dall altro volte al miglioramento delle procedure integrate di presa in carico delle donne maltrattate e allo sviluppo di azioni coordinate di intervento, non meramente repressivo, rivolte ai soggetti maltrattanti. Dati gli obiettivi prefissati, di particolare importanza risulta la valorizzazione e il rafforzamento del ruolo di coordinamento svolto dal gruppo interistituzionale concernente le politiche regionali in materia di disagio femminile. Dal momento, inoltre, che numerose ricerche hanno dimostrato che la violenza contro le donne comporta costi sociali altissimi (calo di redditività nel lavoro, intervento di medici, psicologi, assistenti sociali, ricovero negli ospedali, assistenza legale, disagi con i figli) e considerato che il fenomeno riguarda direttamente la sanità pubblica ovvero la tutela del benessere psicofisico dei cittadini, si evidenzia l interesse preminente dell Azienda USL a porre in essere percorsi formativi accomunati dalla finalità di armonizzare maggiormente le modalità individuazione e di presa in carico delle vittime di violenza da parte dei soggetti facenti parte della rete interistituzionale e di elaborare e condividere con gli operatori del territorio lo sviluppo di azioni mirate di prevenzione e contrasto del fenomeno, rivolte sia alle donne colpite da violenza (fisica, psicologica, economica) sia agli uomini che sono stati attori di violenza (fisica, psicologica, sessuale), in particolare ai danni delle proprie compagne, mogli, figlie, madri e conoscenti. A quest ultimo riguardo va, infatti, specificato che sebbene la violenza di genere 1
2 non si esaurisca nei contesti familiari e non sia quindi limitabile alla sola categoria di violenza domestica, i dati disponibili segnalano l importanza quantitativa della violenza intrafamiliare e la sua evidente drammaticità, sia per la condizione di estrema vulnerabilità delle vittime, spesso ignare dei propri diritti, sia per il permanere di pregiudizi e luoghi comuni ampiamente diffusi che contribuiscono a rendere il fenomeno in buona parte ancora sommerso. In termini di inclusione sociale si fa presente che le donne in situazione di temporaneo disagio, derivato da esperienze di violenza subita, risultano soggetti fortemente a rischio di esclusione dal contesto sociale ed economico in cui vivono. In particolare il determinarsi di condizioni di monogenitorialità si accompagnano spesso a problematiche legate all inserimento o reinserimento nel mondo produttivo o all aumento di difficoltà di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Il rischio di povertà e di isolamento sociale risulta, inoltre, più elevato nel caso di donne rimaste sole a seguito dall allontanamento volontario da un ambito familiare violento, specie se si tratta di donne anziane, immigrate, donne inattive, donne con basso livello di istruzione che incontrano, in ragione della propria condizione di svantaggio, una maggiore difficoltà a ricollocarsi socialmente ed economicamente. Migliorare qualitativamente la presa in carico delle vittime di violenza di genere, attraverso il potenziamento dell azione integrata degli operatori coinvolti, anche riferita ai maltrattatori, significa, pertanto, non solamente svolgere un opera orientata verso la protezione sociale, ma anche agire a favore dell inclusione economica e sociale di soggetti svantaggiati e contrastare gli ostacoli che ad essa di frappongono mediante forme di sensibilizzazione e prevenzione. OBIETTIVI GENERALI L azione formativa è finalizzata all implementazione delle conoscenze teorico-pratiche degli operatori che a vario titolo si trovano ad affrontare problematiche connesse con il fenomeno della violenza di genere. In modo particolare, si tratta di potenziare le competenze tecnicospecialistiche e le capacità di analisi e di approccio al contesto socioculturale in cui si colloca il fenomeno con l obiettivo esplicito di migliorare le metodologie di intervento integrato per la presa in carico delle vittime e dei maltrattatori. A questo riguardo, si sottolinea l importanza dell elaborazione di ipotesi di intervento, non meramente repressivo, sugli uomini autori di violenze contro le donne, dal momento che la violenza di genere può essere combattuta solo tenendo conto di tutti i soggetti coinvolti. Per quanto concerne l accoglienza e i percorsi di uscita dalla violenza delle donne maltrattate, si intende potenziare il ruolo del gruppo interistituzionale e sviluppare strumenti e azioni di rete che consentano di agire più efficacemente a tutela e supporto delle vittime. Sul fronte della prevenzione, l approfondimento delle conoscenze relative al contesto socioculturale in cui si inserisce il fenomeno della violenza di genere, ai modelli e alle rappresentazioni delle relazioni tra i generi, ai presupposti e alle conseguenze psicologiche della violenza ha lo scopo precipuo di agevolare la riconoscibilità delle situazioni a rischio e, quindi, di mettere in atto interventi preventivi. L elaborazione e successiva sperimentazione di linee guida per il miglioramento di un modello di intervento integrato in materia di violenza di genere rappresenta il punto di forza di un percorso formativo in cui lo sviluppo delle competenze assume un significato immediatamente operativo, volto al superamento delle criticità esistenti e all adozione di strumenti e metodi che rendano più efficaci le azioni di prevenzione e contrasto del fenomeno e la presa in carico delle vittime e dei maltrattatori Il progetto prevede anche la realizzazione di azioni di sensibilizzazione alla cui analisi è dedicato un intero quadro progettuale (quadro 7). La scelta di dedicare a queste azioni una 2
3 progettualità separata dai percorsi formativi è stata fatta per sottolineare l importanza autonoma e trasversale di questi interventi rispetto un impianto progettuale correttamente incentrato sulla formazione. Obiettivo accomunante delle azioni di sensibilizzazione sarà quello di sistematizzare saperi e competenze acquisite, sia nella fase di formazione sia in quella di sperimentazione, di sedimentarli e di renderli fruibili e facilmente accessibili, avendo riguardo, in particolare, alle esigenze specifiche degli operatori (agenzie segnalanti e attori coinvolti nella presa in carico delle vittime di violenza di genere), ma anche pensando a contenuti trasmissibili ad un pubblico più allargato e non specialistico in un ottica di sensibilizzazione diffusa riguardo al fenomeno. In sintesi il progetto ha questi obiettivi generali: Prevenzione e contrasto violenza di genere attraverso modalità di intervento integrato tra soggetti già operanti in Valle d Aosta nell ambito dell accoglienza e della presa in carico delle vittime di violenza. Elaborazione e sperimentazione di linee guida volte a rafforzare un modello di intervento integrato in materia di violenza di genere; Vibilizzazione del maltrattatore ed ipotesi di intervento, esplicitate nelle linee guida; Rafforzamento del ruolo di coordinamento del gruppo interistituzionale sul disagio femminile all interno di una rete di soggetti potenziata e acquisizione di maggiori consapevolezze/ competenze nell ambito della sensibilizzazione. Sensibilizzare gli operatori e la cittadinanza sul fenomeno della violenza di genere nelle sue più diverse manifestazioni. Promuovere la parità di genere attraverso l inquadramento del tema della violenza contro le donne nel contesto più generale dell inclusione sociale ed economica. ARTICOLAZIONE GENERALE: FASE 1: FASE FORMATIVA 1) formazione forze dell ordine (corso A) ( dal 1 al 2 mese del progetto). 2) formazione agenzie segnalanti (corso B) ( dal 3 al 5 mese del progetto) 3) formazione gruppo interistituzionale ( dal 10 al 12 mese del progetto al 5 mese del progetto) FASE 2 : FASE DI SPERIMENTAZIONE Sperimentazione linee guida -> output della formazione 2) corso b) Dal 6 al 9 mese di progetto FASE 3 : FASE DI SENSIBILIZZAZIONE Diffusione linee guida Implementazione del sito internet Creazione newsletter Workshop Interventi integrati di prevenzione e contrasto della violenza di genere: idee ed esperienze a confronto mese del progetto 3
4 FORMAZIONE. SAPERI DA SVILUPPARE Parlare di saperi da sviluppare in riferimento al problema della violenza di genere significa orientare la formazione verso l acquisizione di strumenti interpretativi rivolti agli aspetti culturali e sociali del fenomeno che allontanino il rischio di una visione stereotipata, unidimensionale e riduttiva della violenza. La conoscenza della violenza di genere, delle sue cause e delle differenti modalità in cui si manifesta è, infatti, il punto di partenza per l elaborazione e l adozione di strumenti integrati di prevenzione, contrasto e di presa in carico delle vittime e dei maltrattatori. Si tratta, quindi, in specifico di potenziare le competenze trasversali per consentire il riconoscimento della violenza di genere in senso lato; migliorare la capacità di accoglienza delle donne vittime di violenza; operare al fine di visibilizzare i maltrattatori e di intervenire nelle dinamiche psicologiche e relazionali che determinano l adozione di comportamenti violenti da parte maschile. Inoltre, rientrano nei saperi da sviluppare le azioni formative e di sperimentazione delle linee guida finalizzate a migliorare il coordinamento fra i servizi che a vario titolo si occupano di prevenzione, segnalazione, intervento e contrasto della violenza di genere attraverso il potenziamento di un adeguata rete organizzativa e la messa a punto di metodi condivisi capaci di garantire una costante circolazione/integrazione delle informazioni tra operatori coinvolti. CORSO A : FORZE DELL ORDINE Destinatari (40): FORZE DELL ORDINE - Polizia di Stato: funzionari, sostituti ufficiali di PS, agenti di PS=18destinatari) - Arma dei Carabinieri: ufficiali di polizia giudiziaria comandanti di stazione o loro sostituti = 13 destinatari. - la Polizia Municipale: ufficiali, sottoufficiali, agenti = 4 destinatari. - Corpo forestale della Valle d Aosta svolge funzioni di polizia giudiziaria e concorre a garantire l'ordine, la sicurezza pubblica e il pubblico soccorso: ufficiali ed agenti = 5 destinatari) 1. Saperi da sviluppare L acquisizione di strumenti interpretativi rivolti agli aspetti culturali e sociali del fenomeno che allontanino il rischio di una visione stereotipata, unidimensionale e riduttiva della violenza. Il potenziamento delle competenze trasversali per consentire il riconoscimento della violenza di genere, delle sue cause e delle differenti modalità in cui si manifesta. 4
5 L adozione di strumenti integrati di prevenzione, contrasto e di presa in carico delle vittime e dei maltrattatori, anche attraverso l intervento nelle dinamiche psicologiche e relazionali che determinano l adozione di comportamenti violenti da parte maschile. Migliorare il coordinamento fra i servizi che a vario titolo si occupano di prevenzione, segnalazione ed intervento di contrasto della violenza di genere attraverso un adeguata rete organizzativa e una costante circolazione/integrazione delle informazioni 2. Competenze da sviluppare area competenze tecnico specialistiche (ovvero la borsa degli attrezzi : elementi di sociologia; psicologia, diritto; lavoro in rete, elementi necessari per svolgere le funzioni proprie, garantendo l efficacia e efficienza dell intervento) Il miglioramento della capacità di presa in carico delle donne vittima di violenza MODALITÀ DI RECLUTAMENTO Il numero dei destinatari coinvolti nella formazione è stato definito in fase di progettazione, a seguito di contatti diretti del coordinatore di progetto con i rappresentanti delle forze dell ordine componenti del gruppo interistituzionale. Il personale è stato individuato a seconda dello specifico interesse, derivante dal ruolo, e a seguito dei bisogni formativi evidenziati da corpo/arma coinvolto nella formazione. I ruoli coinvolti (ufficiali/sottoufficiali/agenti) discendono, quindi, da una specifica valutazione interna. E particolarmente significativo il coinvolgimento del corpo forestale regionale. Questo corpo non fa parte del gruppo interistituzionale, però ha risposto con entusiasmo ed interesse alla possibilità di fare formazione in questo ambito, poiché hanno dichiarato entrano in contatto con il fenomeno della violenza di genere. OBIETTIVI: 1. riconoscere la violenza di genere ed imparare a considerarla come un fenomeno altamente diffuso, misconosciuto e trasversale; 2. migliorare la capacità di accoglienza delle donne vittime di violenza e fornire strumenti conoscitivi finalizzati alla visibilizzazione del maltrattatore ; 3. consolidare la formazione di tipo tecnico-specialistico, ovvero facilitare il processo di costante aggiornamento e approfondimento delle competenze tecniche e normative necessarie per svolgere le proprie funzioni, garantendo l efficacia e l efficienza dell intervento. Articolazione: 5 moduli da 4 ore ciascuno. MODULO 1 : LA VIOLENZA DI GENERE ( 4 ORE) MODULO 2: L ASCOLTO (4 ORE) MODULO 3: LA VIOLENZA DI GENERE: LE CONSEGUENZE PSICOLOGICHE (4 ORE) MODULO 4: LE ESPERIENZE DEL TERRITORIO: SERVIZI, RISORSE E OPPORTUNITA (4 ORE) MODULO 5: ASPETTI LEGISLATIVI ( 4 ORE) 5
6 MODULO 1 Docente: ILARIA MARCHETTI (sociologa e mediatrice familiare) La violenza di genere - Che cos è la violenza di genere - Le tipologie della violenza - Stereotipi e luoghi comuni su vittime e maltrattatori - fornire un quadro generale del fenomeno della violenza di genere dal punto di vista sociale e culturale per agevolarne la riconoscibilità; - conoscere le forme in cui la violenza di genere si può manifestare (violenza sessuale, fisica, psicologica, economica ecc.); - evitare interpretazioni semplicistiche e/o errate del fenomeno fondate su stereotipi e luoghi comuni. MODULO 2 - Docente: ILARIA EGESTE (psicologa Telefono Rosa di Piacenza L ascolto - Gli indicatori della violenza - Ascolto delle vittime - Ascolto degli operatori - Ascolto dei maltrattatori - comprende gli indicatori emotivi e comportamentali di violenza subita o agita; - attivare metodologie di ascolto adeguate alla corretta comprensione degli attori coinvolti; - facilitare lo svelamento della violenza subita. MODULO 3 Docente: ALVISE ORLANDINI (psichiatra) La violenza di genere: le conseguenze psicologiche - La violenza di genere: le conseguenze psicologiche - Le sindromi post-traumatiche: effetti a breve, medio e lungo termine - I fattori di rischio e rilevanza sociale - Profili psicologici dei maltrattatori - conoscere le principali conseguenze psicologiche della violenza subita e le sindromi derivate dalle forme più diffuse di stress post-traumatico; - conoscere alcuni tra i fattori di rischio, tra cui lo stalking, che preludono al determinarsi di forme di violenza grave contro le donne; - riconoscere le caratteristiche psicologiche sottese ai comportamenti maschili violenti nei confronti delle donne. MODULO 4 - Docenti: Docenti: PATRIZIA SCAGLIA PSICOLOGA - CRISTINA PIVOT PROCURA DELLA REPUBBLICA 6
7 Le esperienze del territorio: servizi, risorse e opportunità - La gestione di un caso: presa in carico sociale, psicologica, sanitaria - Servizi e risorse presenti e prospettive future - La collaborazione tra diversi attori - rafforzare gli strumenti integrati di prevenzione e contrasto della violenza di genere e migliorare le modalità di presa in carico delle vittime grazie alla conoscenza approfondita delle prassi in uso, dei servizi e delle risorse territoriali esistenti; - rafforzare le modalità di collaborazione tra i diversi attori (ambiti sanitario e sociale, forze dell ordine, magistratura). MODULO 5 Docente: (avvocato) Aspetti legislativi - Il quadro legislativo nazionale e internazionale - Valutazione della recidiva del violento - Stalking - Discriminazione di genere - ampliare le conoscenze tecnico giuridiche in materia di violenza di genere; -approfondire le conoscenze legislative con specifico riferimento al maltrattatore e ai temi dello stalking e delle discriminazioni di genere. CORSO B: AGENZIA SEGNALANTI Destinatari (70): AGENZIE SEGNALANTI: nr.21 operatori delle forze dell ordine ( nr. 8 polizia di stato; nr. 7 arma dei carabinieri; nr. 5 corpo forestale) nr. 14 operatori sanitari: 4 pronto soccorso; 4 ostetricia ginecologia; 6 psicologhe) nr. 10 assistenti sociali; nr. 8 volontarie centro donne contro la violenza; nr. 5 medici di medicina generale nr. 5 operatrici Arcolaio ( 1 coordinatrice/4 operatrici); nr. 2 volontarie Caritas; nr. 2 mediatrici culturali; nr 2 operatori CCIE (1 coordinatore/1 operatore); nr. 1 coordinatore dormitorio comunale; 1. Saperi da sviluppare L acquisizione di strumenti interpretativi rivolti agli aspetti culturali e sociali del fenomeno che allontanino il rischio di una visione stereotipata, unidimensionale e riduttiva della violenza. 7
8 Il potenziamento delle competenze trasversali per consentire il riconoscimento della violenza di genere, delle sue cause e delle differenti modalità in cui si manifesta. L adozione di strumenti integrati di prevenzione, contrasto e di presa in carico delle vittime e dei maltrattatori, anche attraverso l intervento nelle dinamiche psicologiche e relazionali che determinano l adozione di comportamenti violenti da parte maschile. La sperimentazione di linee guida finalizzate a migliorare il coordinamento fra i servizi che a vario titolo si occupano di prevenzione, segnalazione ed intervento di contrasto della violenza di genere attraverso un adeguata rete organizzativa e la messa a punto la messa a punto di metodi condivisi capaci di garantire una costante circolazione/integrazione delle informazioni tra operatori coinvolti 2. Competenze da sviluppare area competenze tecnico specialistiche: elementi di interpretazione sociologica e psicologica del fenomeno della violenza di genere; elementi giuridici; analisi ed implementazione delle metodologie di intervento e presa in carico delle vittime e dei maltrattatori. area competenze organizzative: elaborazione linee guide volte ad implementare un modello di intervento integrato di intervento e presa in carico delle vittime. MODALITÀ DI RECLUTAMENTO Il numero dei destinatari coinvolti nella formazione è stato definito in fase di progettazione, a seguito di contatti diretti del coordinatore di progetto con i rappresentanti delle agenzie segnalanti, componenti del gruppo interistituzionale (riunione del 21 giugno 2010). Il personale è stato individuato a seconda dello specifico interesse, derivante dal ruolo, e a seguito dei bisogni formativi evidenziati. La scelta delle persone da coinvolgere nella formazione è, pertanto, curata direttamente dalle agenzie individuate come segnalanti. Si sottolinea che appare molto importante per le finalità del progetto ed, in particolare, di questo percorso formativo E significativo il coinvolgimento nel percorso dei medici di medicina generale, delle mediatrici interculturali, del coordinatore del dormitorio comunale e del personale sanitario afferente alla SC Ostetricia Ginecologia, funzioni non rappresentate nel Gruppo interistituzionale e, ad oggi, non significative nella segnalazione dei casi di violenza. Si ritiene,invece, che il loro ruolo di prevenzione e,soprattutto, di precoce riconoscimento degli indicatori della violenza potrebbe essere molto importante, contribuendo così a implementare l auspicato modello di intervento integrato regionale. Anche a questo percorso parteciperanno, oltre alla polizia, carabinieri e polizia municipale, agenti del corpo forestale valdostano. OBIETTIVI: 1. confrontare tra le diverse rappresentazione e modalità di gestione della violenza di genere; 2. migliorare le interrelazioni tra operatori per una presa in carico delle vittime più efficace; 3. sviluppare ipotesi di intervento sul maltrattatore 8
9 ARTICOLAZIONE: 5 moduli da 4 ore ciascuno. MODULO 1 Violenza e discriminazioni di genere (4ore) MODULO 2 Violenza percepita e violenza rimossa (4ore) MODULO 3 Presa in carico delle vittime di violenza di genere e percorso di uscita (4ore) MODULO 4 Ipotesi di presa in carico del maltrattatore (4ore) MODULO 5 Elaborazione linee guida per migliorare la presa in carico delle vittime (4ore) MODULO 1 Docente: ANTONELLA BARILLÀ Violenza e discriminazione di genere - le rappresentazioni della violenza di genere - Violenza domestica, maltrattamenti; - Mobbing e discriminazioni di genere in ambito lavorativo - ampliare le conoscenze relative alle rappresentazioni delle relazioni violente tra i generi con specifica attenzione alla violenza intrafamiliare (definizioni, analisi, metodologie di intervento); - approfondire le conoscenze tecnico-giuridiche in materia di violenza di genere extrafamiliare (mobbing e discriminazioni sul lavoro). MODULO 2 Docente: ILARIA MARCHETTI (sociologa e mediatrice familiare) Violenza percepita e violenza rimossa - Origini sociali e culturali della violenza di genere: la violenza di genere come fenomeno sociale - Il profilo dell uomo violento e della donna vittima tra luogo comune e realtà - Far emergere la violenza:il problema dell accoglienza - Credibilità della vittima e attribuzione di responsabilità - conoscere le matrici socio-culturali della violenza di genere; - confrontare le differenti modalità di rappresentazione/percezione della violenza di genere; - confrontare i differenti approcci degli operatori alla violenza di genere (riconoscibilità della violenza e presa in carico delle vittime). MODULO 3 - Docente: ELENA MARIA GIULIANO (assistente sociale, associazione Sintonie) Presa in carico delle vittime di violenza di genere e percorso di uscita - Come essere, cosa fare: - Al telefono - Al posto di polizia o comando dei carabinieri - Nel corso di un intervento di emergenza o pronto soccorso 9
10 - Come salvaguardare la sicurezza della donna - Valutazione del rischio di letalità: il piano di sicurezza - Il percorso di uscita: tra ipotesi e fattibilità - migliorare la presa in carico delle vittime (ascolto, accoglienza e salvaguardia della sicurezza della donna); - definire modi, strumenti e contenuti dei percorsi di uscita dalla violenza. MODULO 4 Docente: ASSOCIAZIONE MASCHILE PLURALE Ipotesi di presa in carico del maltrattatore - Identità maschile e violenza - Ipotesi di intervento - approfondire le conoscenze relative la contesto socioculturale della violenza maschile contro le donne; - elaborare ipotesi di intervento che consentano agli uomini violenti di rileggere il proprio comportamento e di avviare un percorso di revisione del proprio modo di sentire, pensare, agire all interno delle relazioni tra i generi. MODULO 5 Docente: ELENA MARIA GIULIANO (assistente sociale, associazione Sintonie) Elaborazione linee guida per migliorare la presa in carico delle vittime -Sintetica analisi delle organizzazione lavorative coinvolte. -Ricognizione delle prassi di lavoro in relazione al tema. -Ipotesi di prassi condivise. -Costruzione di linee guida che orientino le prassi. - elaborare metodologie di intervento integrato per migliorare la presa in carico delle vittime (strumenti e finalità); - definire il percorso di sperimentazione delle linee guida. QUADRO 4 CORSO C: GRUPPO INTERISTITUZIONALE Destinatari (15): gruppo interistituzionale consigliera di parità regionale; consulta femminile; CCIE; università della valle d Aosta (facoltà di scienza della formazione); tre rappresentanti delle forze dell ordine (questura, carabinieri, polizia municipale); Caritas, centro donne contro la violenza; 10
11 servizio Arcolaio; un assistente sociale; Assessorato sanità salute e politiche sociali (servizio famiglia); azienda USL (tre rappresentanti: pronto soccorso; sc psicologia; sc comunicazione) 1. Saperi da sviluppare Il potenziamento delle competenze trasversali per consentire il riconoscimento della violenza di genere, delle sue cause e delle differenti modalità in cui si manifesta. L adozione di strumenti integrati di prevenzione, contrasto e di presa in carico delle vittime e dei maltrattatori, anche attraverso l intervento nelle dinamiche psicologiche e relazionali che determinano l adozione di comportamenti violenti da parte maschile. Il miglioramento del coordinamento fra gli attori che a vario titolo si occupano di prevenzione, intervento e cura delle vittime di violenza di genere attraverso il potenziamento di un ruolo attivo di coordinamento agito attraverso l implementazione di azioni integrate e condivisione di metodologie/contenuti finalità; sviluppare capacità di progettazione di interventi di sensibilizzazione, diffusa o per target specifici, volti a suscitare e mantenere alta l attenzione dell opinione pubblica verso il fenomeno, al fine di creare un contesto socioculturale che riconosca la violenza di genere come fenomeno da prevenire e contrastare 2. Competenze da sviluppare rinforzare ruolo del gruppo capacità di analisi e validazione delle linee guida, out put del percorso rivolto alle Agenzie segnalanti; capacità di valutare qualitativamente la sperimentazione realizzata in relazione ai bisogni e agli obiettivi prefissati; sviluppo di competenze specifiche in ambito della comunicazione/sensibilizzazione. OBIETTIVI: 1. rinforzare ruolo del gruppo 2. analisi e validazione dell esperienza realizzata (sperimentazione linee guida con particolare attenzione al maltrattatore) 3. sensibilizzazione 4. monitoraggio progetto ARTICOLAZIONE: 3 moduli da 5 ore ciascuno. MODULO 1 Dal coordinamento alla rete (5 ore) MODULO 2 Sperimentazione realizzata (5 ore) MODULO 3 Il disagio: le parole giuste (5 ore) MODULO 1 Docente: VALERIO LEVI Dal coordinamento alla rete - Azioni integrate e condivisione - Strumenti di aggiornamento e messa in rete delle competenze 11
12 - rafforzare il ruolo del gruppo interistituzionale; - implementare le conoscenze in materia di coordinamento degli interventi, condivisione delle competenze e degli obiettivi, uso integrato di strumenti e servizi. MODULO 2 Docente: ELENA MARIA GIULIANO - ASSOCIAZIONE MASCHILE PLURALE Sperimentazione realizzata - Analisi e valutazione dell esperienza realizzata: la presa in carico maltrattatore - Validazione linee guida - verificare criticità e risultati raggiunti nel corso della sperimentazione relativa a forme innovative di presa in carico del maltrattatore; - ridefinizione finale delle linee guida a seguito dell analisi della sperimentazione svolta. MODULO 3 Docente: GIOVANNA COSENZA (semiologa) Il disagio: le parole giuste - Azioni di sensibilizzazione - Obiettivi - Target - Indicatori - Il ruolo della rete - migliorare e sviluppare in modo efficace le azioni di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere e del disagio femminile; - definire finalità e target di riferimento delle prassi comunicative della rete interistituzionale. ELEMENTI COMUNI AI TRE PERCORSI FORMATIVI Elementi qualificanti l'organizzazione didattica funzione unica di coordinamento del progetto, utile per valorizzare la caratteristica di sistema dell intervento. individuazione di docenti di comprovata esperienza e professionalità nelle tematiche oggetto del percorso previsione di un tutor d'aula. Il tutoring dovrà comprendere le seguenti attività: - somministrazione e raccolta scheda di valutazione - elaborazione dati raccolti - facilitazione del percorso, con particolare riferimento al raccordo con il coordinatore del progetto e il tavolo di monitoraggio. 1. Modalità e strumenti per il monitoraggio dell'attività Sarà costituito un tavolo di monitoraggio. questo tavolo, costituito da un/una esperto/a delle tematiche oggetto del progetto, da componenti del gruppo 12
13 interistituzionale sul disagio femminile(il cui numero sarà definito dal gruppo stesso) e dal coordinatore del progetto, avrà le sotto indicate funzioni: - garantire il costante confronto con il gruppo interistituzionale sul disagio femminile; - monitorare le attività (anche attraverso i report elaborati al termine di ogni corso) Il tavolo di monitoraggio avrà la stessa composizione per i tre percorsi previsti nel progetto Orizzonti allo scopo di garantire pienamente lo sviluppo di un modello di intervento integrato, la cui implementazione deriva, necessariamente, anche dai percorsi formativi. 2. Modalità e strumenti per la verifica degli apprendimenti La verifica dell apprendimento avverrà alla conclusione di ogni modulo formativo utilizzando una apposita scheda di valutazione, elaborata da ogni docente. La scheda sarà somministrata ad ogni partecipante in forma anonima per la valutazione e assegnazione livello di gradimento dei contenuti proposti, delle metodologie, dei docenti, dei materiali didattici ecc A conclusione dell attività formativa sarà redatto, dal tutor (ricercatore junior) in collaborazione con i docenti e il coordinatore di progetto, un Report di sintesi del percorso realizzato che descriverà i risultati emersi da tutte le schede di valutazione raccolte. Il report, fornendo un utile quadro d insieme degli esiti della valutazione, potrà essere utilizzato in fase di monitoraggio per misurare l efficacia della formazione realizzata. 13
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