I quaderni della. cooperazione LAND GRABBING: IL FENOMENO DELL ACCAPARRAMENTO DELLE TERRE IN AFRICA

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1 I quaderni della cooperazione 1 2 LAND GRABBING: IL FENOMENO DELL ACCAPARRAMENTO DELLE TERRE IN AFRICA

2 ItaliAfrica-Terre Contadine è una Rete di associazioni, ong e piattaforme contadine che opera dagli anni 90 per avvicinare le organizzazioni contadine e la società civile africana ed europea in una riflessione e in un azione comune rispetto alle questioni delle politiche agro-alimentari, del commercio agricolo e della cooperazione internazionale per il rafforzamento e la difesa dell agricoltura familiare e di un modello di produzione agro-ecologico e sostenibile. Le attività della Rete si concentrano sulla promozione di un dialogo con le istituzioni nazionali e internazionali, di un sostegno all'elaborazione di politiche e strategie volte a garantire la Sovranità Alimentare, su un lavoro di informazione e sensibilizzazione pubblica su queste tematiche e sulla costruzione di reti e alleanze tra attori diversi, in territori diversi. Membri della campagna ItaliAfrica e partner del progetto in Italia Acra Aiab Ari Aucs Centro Internazionale Crocevia (CIC) Cipsi Cisv Coldiretti Cospe Iscos Lvia Mais Mlal Re.te Terra Nuova Segretariato campagna e responsabile per il progetto Partner del progetto in Africa EAFF Federazione delle organizzazioni contadine dell Africa dell Est PROPAC Piattaforma regionale delle organizzazioni contadine dell Africa Centrale ROPPA Rete di organizzazioni contadine e di produttori agricoli dell Africa Occidentale Per informazioni sul progetto e sulla campagna contattare: Terra Nuova Centro per il Volontariato Onlus Via Gran Bretagna Roma tel inoltre consultare i siti: Il progetto è cofinanziato da: Ministero degli Affari Esteri Italiano Unione Europea

3 PRESENTAZIONE DELLA COLLANA I QUADERNI DELLA COOPERAZIONE 1 2 Questo quaderno rappresenta il quarto della collana de I quaderni della cooperazione, realizzata all interno del progetto di educazione allo sviluppo Costruire alleanze tra agricoltori italiani e africani in difesa dell agricoltura familiare cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri Italiano (AID 8997). In sinergia con il progetto ONG-ED/2007/ dell'unione Europea. Questa raccolta vuole essere uno strumento di lavoro elaborato per gli operatori delle ONG e i rappresentanti delle organizzazioni contadine italiane che hanno condiviso il percorso di lavoro del progetto e che può essere usato come base e supporto scientifico a fini divulgativi, di studio, elaborazione strategica all interno delle proprie realtà di lavoro, siano esse organizzazioni contadine o Organizzazioni impegnate nella cooperazione internazionale. A partire dalle tematiche sviluppate nel progetto Costruire alleanze tra agricoltori italiani e africani in difesa dell agricoltura familiare, la collana si snoda lungo un percorso che analizza le politiche agricole comunitarie e il loro impatto profondo e drammatico sui territori, in Italia come in Africa, offrendo un punto di osservazione privilegiato sulle realtà degli agricoltori sia per quanto concerne gli aspetti produttivi e di mercato, ma anche dal punto di vista sociale ed ambientale. Allo stesso tempo la collana propone le risposte della cooperazione (dalla cooperazione decentrata fino alle politiche dell Unione Europea) alle sempre più drammatiche sfide che il sistema economico capitalistico attualmente pone in essere. Il primo quaderno Politiche agricole e integrazione regionale per l agricoltura familiare parte dall analisi dell impatto della PAC sull agricoltura familiare nel vecchio continente per utilizzarlo come spunto di riflessione rispetto alla costruzione di un nuovo paradigma di sviluppo non più basato sulla modernizzazione ma su un concetto multifunzionale di agricoltura. Lo studio presenta inoltre il contributo di attori italiani che partecipano attivamente alla campagna ItaliAfrica e che hanno messo in atto pratiche di resistenza che possono costituire la base concreta su cui impostare questo nuovo approccio allo sviluppo rurale. Il secondo quaderno, Latte concentrato o sviluppo rurale? Le quote latte e il settore lattiero-caseario nell UE e in Italia: Quale futuro? restringe l analisi della PAC al settore lattiero-caseario: uno studio sul regime delle quote latte attraverso un analisi dell evoluzione del settore latte nell Unione Europea e in Italia, delle sue politiche agricole, dei meccanismi di gestione e di controllo dell offerta, delle risposte possibili per uno sviluppo sostenibile del settore. La collana attraversa poi le sponde del Mediterraneo e sposta lo sguardo sull Africa: il terzo e quarto quaderno, presentano, rielaborandoli, alcuni dei risultati di un esercizio di monitoraggio effettuato da alcune ONG europee sulla Comunicazione presentata dalla Commissione Europea nel Luglio 1 Terra Nuova, Vredeseilanden, Practical Action, UK Food Group, Crocevia, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, , ARI, Via Campesina European Coordination, Réseau Agriculture Durable, Plateforme hollandaise Aarde Boer Consument, SOMO, Coldiretti, Bank Watch. 3

4 del 2007 intitolata Far Avanzare l Agricoltura Africana (AAA) : proposta per la cooperazione a livello continentale e regionale per lo sviluppo agricolo in Africa 2. Questo gruppo di ONG ha svolto un esercizio di monitoraggio per verificare l effettiva coerenza tra la Comunicazione della Commissione Europea e la sua implementazione attraverso le politiche agricole sostenute dalla stessa UE in Africa. I quaderni, attraverso il contributo di due studiosi che sono partiti da un percorso di analisi già avviato all interno dell esercizio di monitoraggio 3 si sono così concentrati su due problematiche che inevitabilmente si trovano ad affrontare tutti quei soggetti di cooperazione che oggi lavorano in Africa sullo sviluppo rurale: il fenomeno del Land grabbing (accaparramento delle terre) e la Food Facility. Il terzo quaderno Le politiche europee di contrasto alla crisi alimentare: la Food Facility. Rapporto delle Organizzazioni della Società Civile fornisce quindi un analisi critica della risposta della Commissione Europea alla crisi alimentare nel 2008 attraverso la diffusione di una Comunicazione che implica una strategia di finanziamento di alcuni programmi rurali in Africa. Lo studio è composto da una parte più teorica di analisi dei processi amministrativi e politici che hanno portato alla sua approvazione, correlata poi da studi di caso svolti in tre paesi africani: Burkina Faso, Burundi e Mali. L analisi permette di estrapolare una serie di indicazioni utili in particolare per i decisori politici. L ultimo quaderno, Land Grabbing: il fenomeno dell accaparramento delle terre in Africa, esamina il ruolo che gli stati membri dell Unione Europea giocano, a livello collettivo e individuale nell accaparramento delle terre africane, e indagano la coerenza tra questo ruolo e l impegno preso dall Unione Europea nel miglioramento dell agricoltura africana nel quadro del raggiungimento degli Obiettivi del Millennio. Un sottile filo rosso unisce questi quattro quaderni e ne fa, almeno ce lo auguriamo, utile strumento di analisi ed approfondimento di tematiche chiave relative allo sviluppo rurale tanto in Italia come in Africa per tutti coloro che si trovano ad affrontare sia in veste di agricoltori che di operatori di organizzazioni di cooperazione internazionale i grandi temi legati alla sovranità alimentare dei popoli. Il progetto Costruire alleanze tra agricoltori italiani ed africani in difesa dell agricoltura familiare in questo senso rappresenta il punto di partenza che ci ha permesso di elaborare analisi e riflessioni riportate su questi quaderni e che verranno sviluppate, reinterpretate e diffuse sui territori di incidenza di ogni attore a seconda delle diverse sensibilità e diversità di ascolto. Obiettivo comune rimane, per la rete ItaliaAfrica, la realizzazione di un alleanza solida tra territori africani ed italiani che ci permetta di costruire insieme un nuovo modello di agricoltura in grado di assicurare la sovranità alimentare! 2 La denominazione originale in inglese della Comunicazione è : Advancing African Agriculture (AAA): proposal for continental and regional level cooperation on agricultural development in Africa. 3 Tutte le informazioni sul report dell esercizio di monitoraggio di AAA - Monitoring report by European Civil Society Organizations of European Commission s proposal for Advancing African Agriculture (AAA) - si trovano sul sito di EuropAfrica 4

5 INDICE 1 2 INTRODUZIONE GLI EFFETTI DELL ACQUISIZIONE DELLE TERRE DA PARTE DI SOGGETTI STRANIERI NEI CONFRONTI DELLE POPOLAZIONI RURALI E DEL SOSTEGNO ALL AGRICOLTURA CONTADINA STUDI DI CASO IL COINVOLGIMENTO DIRETTO O INDIRETTO DELL EUROPA NELL ACCAPARRAMENTO DELLE TERRE IL RAPPORTO TRA GLI AIUTI STRANIERI E AIUTO ALLO SVILUPPO, COMMERCIO E ACCAPARRAMENTO DELLE TERRE LA RISPOSTA DELL UE ALL ACCAPARRAMENTO DELLE TERRE VALUTAZIONE DELLA COERENZA DELLE POLITICHE DEGLI STATI MEMBRI DELL UE NEI CONFRONTI DEGLI IMPEGNI ASSUNTI PER DARE SLANCIO ALL AGRICOLTURA AFRICANA (AAA) E DEGLI OBBLIGHI PREVISTI DAL DIRITTO INTERNAZIONALE IN MATERIA DI DIRITTI UMANI CONCLUSIONI

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7 LAND GRABBING: IL FENOMENO DELL ACCAPARRAMENTO DELLE TERRE IN AFRICA 1 2 Il presente rapporto esamina il ruolo che gli Stati membri dell UE svolgono sia in modo individuale che collettivo, nell attuale ondata di investimenti stranieri che hanno portato all accaparramento delle terre in Africa 1. Nel rapporto si discute se tale ruolo sia o meno in linea con gli impegni assunti dall UE per dare slancio all agricoltura africana consentendo il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio(OSM) e con il rispetto degli obblighi previsti dal diritto internazionale in materia di diritti umani. INTRODUZIONE La più comune definizione del fenomeno globale di accaparramento delle terre si riferisce alle acquisizioni su vasta scala della terra 2 sia essa acquistata o affittata per la produzione agricola da parte di investitori stranieri 3. Alcuni autori preferiscono il termine transazioni commerciali (trans- ) nazionali di terra, definizione che comprende sia gli accordi transnazionali che quelli domestici e sottolinea la natura commerciale delle transazioni senza tener conto della scala di grandezza e dei mercati di ingresso 4. Per lo scopo della nostra analisi accaparramento delle terre significa prendere possesso di e/o controllare una quantità di terra sproporzionata nelle dimensioni se paragonata alla misura media delle proprietà di terra nella regione di riferimento. Questa definizione pone l accento più che sulle pratiche abusive nei processi di acquisizione della terra, sull impatto degli stessi sul diritto ad accedere alle risorse da parte delle popolazioni locali e nazionali sia nell immediato che nel futuro. Negli ultimi due anni il fenomeno dell accaparramento delle terre è stato descritto dai media come una tendenza in continua crescita in tutto il mondo e soprattutto in Africa. Malgrado la difficoltà di quantificare il fenomeno, il World Investment Report del 2009 della Conferenza delle Nazioni Unite su Commercio e Sviluppo (UNCTAD) riporta alcuni dati sull investimento diretto straniero in agricoltura. Esso sottolinea una crescita significativa dell investimento diretto straniero (FDI/IDE) verso scorte agricole dal 2000, in particolare nei paesi in via di sviluppo 5. Il flusso totale di questi investimenti è passato da meno di un miliardo di USD per anno tra il 1989 ed il 1991, a più di tre miliardi di USD per anno dal E conferma che l Africa si trova in cima all agenda degli investitori. La porzione del settore agricolo nei FDI può raggiungere tra il 6 ed il 9%, per paesi come la Tanzania, il Mozambico o l Etiopia 7. L UNCTAD sostiene che le società multinazionali hanno guadagnato una considerevole influenza sulle agricolture di alcuni paesi afri- 1 Sebbene venga passato in rassegna l intero continente africano, il presente rapporto si concentra in maniera prioritaria sulla regione dell Africa subsahariana. 2 Parliamo di fenomeni che riguardano più di ettari e spesso più di ettari di terra. 3 Cfr per esempio, Seized: the 2008 Land Grab for food and financial security, GRAIN Briefings, Ottobre Disponibile su: The Great Land Grab, the Oakland Institute( 4 Cfr Towards a Broader View of the Politics of Global Land Grab. S. Borras and J. Franco. Paper prepared for the Agrarian Studies Colloquium Series, Yale University, 30 Ottobre Cfr. United Nations Conference on Trade and Development, World Investment Report 2009, Geneva, Luglio 2009, p Si veda nota 8 7 Si veda nota 8, p

8 cani, ad esempio in alcuni paesi in via di sviluppo dove la floricoltura rappresenta una delle maggiori industrie di esportazione come - Etiopia, Kenya e Uganda la partecipazione delle aziende straniere nelle imprese agricole impegnate nella raccolta dei fiori è stata significativa 8. Mentre l Asia e l America Latina restringono gli investimenti stranieri nella produzione delle colture per l alimentazione, i paesi Africani invece incoraggiano attivamente la partecipazione di investitori privati stranieri, anche nelle principali colture per l alimentazione 9. Questo studio si concentra sul ruolo dell Unione Europea e dei suoi stati membri nell accaparramento delle terre in Africa. Anche se i maggiori investitori internazionali in questo settore attualmente vengono identificati nei Paesi del Golfo, la Cina e la Corea del Sud 10, si vuole qui far luce sul coinvolgimento dell UE nell acquisizione delle terre in Africa e sulla responsabilità degli stati membri nell implementare quelle politiche che di fatto fanno aumentare la domanda di acquisizione delle terre. Sei paesi europei sono infatti tra i più grandi investitori in termini di investimenti diretti esterni in scorte agricole (in ordine discendente Italia, Norvegia, Germania, Danimarca, Regno Unito, e Francia), il loro ruolo non può essere ignorato e merita un esame più approfondito 11. Il focus sul ruolo degli Investitori Europei è una scelta operata in base allo scopo di questo documento che non intende esonerare altri attori dalle loro responsabilità. In alcuni paesi africani singoli dirigenti influenti o imprese nazionali possono giocare un ruolo predominante nell accaparramento delle terre, anche se questo aspetto è virtualmente assente nella gran parte dei report dei media 12. Lo studio si basa sul lavoro preliminare svolto da ONG, dalle organizzazioni e dalle agenzie internazionali, per una mappatura degli impatti attuali e potenziali dell accaparramento delle terre sulla popolazione rurale Africana e sulle questioni relative ai diritti umani. Allo stadio attuale non è ancora chiaro se i più recenti accordi sulla questione terra si materializzeranno o meno. Alcuni di essi sono rimasti solo allo stadio di proclami, mentre altri sono stati cancellati dopo primi passi di implementazione come rivela il caso di studio sul Mozambico (si veda più avanti). In questo senso, gli impatti sul terreno dei più recenti progetti rimane ancora da essere analizzato. Tuttavia esistono già casi di studio sull impatto dell accaparramento delle terre nella regione e solide prove che permettono di identificare le questioni di più grande preoccupazione. Questo studio dovrebbe essere inteso come un primo contributo per aprire un processo di dialogo tra le organizzazioni delle società civile africane ed europee e l UE con lo scopo di raggiungere una comune intesa su cosa sia necessario fare nei confronti dell intensificazione dell acquisizione delle terre, in particolare nei paesi con un popolazione rurale che soffre o è vulnerabile alla fame e alla malnutrizione. L ACCAPARRAMENTO DELLE TERRE DA PARTE DI STRANIERI I mass media segnalano con una frequenza quasi giornaliera l acquisizione di terre di grandi dimensioni da parte di soggetti stranieri sia in Africa che in altri continenti. Tuttavia mancano informazioni precise sulla portata esatta del fenomeno, ovvero sulla sua dimensione e se si tratta in 8 Si veda nota 8., p Si veda nota 8, p Cfr. per esempio il Dossier Terres accaparées, paysans exclus: «Bénin: la terre expose les paysans à la précarité», Michel Gletton-Quenum, N 89- bimestriel - juin, juillet 2009 défis sud. T. Michael Johnny, China earmarks US$5 billion for food production on continent, The News, Monrovia, 23 aprile Disponibile su: 11 Si veda nota 13, p Cfr. Land Grab or development opportunity? Agricultural investment and international land deals in Africa, 2009, by Lorenzo Cotula, Sonja Vermeulen, Rebeca Leonard and James Keeley, IIED, FAO ed IFAD, p. 49. Disponibile su 8

9 effetti di un fenomeno in crescita o ancora di modesta entità 13. Ciò potrebbe in parte essere dovuto alla assodata mancanza di disponibilità sia dei governi che dei vari settori privati a rendere pubbliche le informazioni sulle trattative e sugli accordi in tale ambito 14.. Durante lo scorso anno diverse organizzazioni, comprese le agenzie specializzate delle Nazioni Unite e le ONG, hanno iniziato a documentare e quantificare il problema. Uno studio del 2009 intitolato Accaparramento delle terre o opportunità di sviluppo? realizzato congiuntamente dalla FAO, il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) e l Istituto Internazionale per l ambiente e lo sviluppo (IIED), hanno studiato l acquisizione di oltre ettari di terra tra il 2004 e il 2009 in quattro paesi, Etiopia, Ghana, Madagascar e Mali. La ricerca rivela che circa due milioni di ettari di terra nei quattro paesi su menzionati sono stati trasferiti a proprietari stranieri, compreso un progetto di ettari nel Mali e una piantagione di ettari per la produzione di agrocarburanti in Madagascar. L IIED 15 ha individuato un incremento cumulativo dell acquisizione delle terre nei quattro paesi su citati durante l ultimo quinquennio sia in termini di numero di progetti che di appezzamenti di terre assegnate. Inoltre è stata riconosciuta un ulteriore crescita di queste attività. Nel luglio 2009 per esempio il governo dell Etiopia ha designato e messo a disposizione di investitori stranieri interessati alla creazione di aziende agricole, 1,6 milioni di ettari di terra, estendibili a 2,7 milioni. Le dimensioni di una singola unità possono essere molto significative. Le proprietà assegnate comprendono un progetto di agrocarburanti di ettari in Madagascar, un progetto zootecnico di ettari in Etiopia e un progetto di irrigazione di ettari nel Mali. Tra gli investitori compaiono il settore privato (istituti di credito, aziende agricole, società di investimento, investitori istituzionali, società commerciali, aziende minerarie ), e in alcuni casi il settore pubblico (direttamente o indirettamente), attraverso fondi sovrani, investitori nazionali. David Hallam, direttore aggiunto della divisione FAO Trade and Markets stima che negli ultimi tre anni 20 milioni di ettari sono stati acquisiti da interessi stranieri in Africa, specificando che la proporzione di terre sotto controllo straniero resta una proporzione relativamente minore rispetto alla superficie totale delle terre, ad esempio circa l 1 % in Etiopia o Sudan 16.. In Africa l affitto della terra è più diffuso rispetto all acquisto, con una durata che varia da un periodo breve fino a periodi di 99 anni. I governi locali normalmente svolgono un ruolo determinante nell assegnazione delle terre in affitto, se non altro in quanto sono i governi locali a possedere la maggior parte di (se non tutta) la terra in molti paesi africani. A titolo di esempio il governo malgascio ha adottato la legge n che stabilisce che i soggetti giuridici stranieri non possono avere accesso diretto alla terra. Tuttavia tali soggetti stranieri hanno la facoltà, senza obbligo di alcuna autorizzazione, di sottoscrivere un contratto di affitto rinnovabile in modo illimitato la cui durata non potrà superare i 99 anni. Anche in Etiopia per esempio il governo è proprietario delle terre che vengono affittate per periodi che vanno dai 20 ai 45 anni 17. Il prezzo dell affitto della terra varia in funzione della destinazione d uso ecc. 13 Cfr. Land Grabs in Africa: can the deals work for development, IIED briefing, settembre Disponibile su: 14 Cfr. The Growing Demand for Land risks and opportunities for smallholder farmers, Discussion Paper and Proceeding Report of the Governing Council Round Table tenutasi in corrispondenza della 32 sessione del Governing Council dell IFAD, maggio Disponibile su: 17/csd17_crp_land.pdf 15 Cfr. Land Grabs in Africa: can the deals work for development? IIED briefing note September Disponibile su: 16 Cfr Foreign Investment in Developing Country Agriculture Issues, Policy Implications and International Response. David Hallam. Paper presented at the Global Forum on International Investment, OECD, 7-8 December Cfr. Foreign Direct Investment in the Agricultural Sector in Ethiopia, EcoFair Trade Dialogue: Discussion paper No 12 by Lucie Weissleder, University of Bonn, Heinrich Boll Stiftung, Misereor, October Disponibile su: 9

10 Ad incoraggiare la pratica dell acquisizione delle terre sono intervenuti molti fattori tra cui l aumento della pressione a produrre agrocarburanti in alternativa ai combustibili fossili che viene annoverata come la causa principale di una domanda artificiale senza che interessa le derrate destinate alla vendita, domanda che con ogni probabilità durerà ben oltre il cosiddetto ciclo del boom delle derrate 18. Altri fattori che sono intervenuti sono la crisi alimentare mondiale e la crisi finanziaria. I paesi industrializzati poveri di risorse primarie hanno deciso di effettuare grosse acquisizioni di terre su vasta scala per esternalizzare la produzione alimentare e garantirsi la sicurezza alimentare. Questo a sua volta ha spinto gli investitori privati, compresi i fondi di investimento, ad acquistare le terre per scopi puramente speculativi, nella convinzione che il prezzo della terra coltivabile sarebbe continuato a salire in futuro. Nel rapporto sugli investimenti mondiali, l UNCTAD ha osservato inoltre che l impegno a rispettare l obiettivo numero 1 di Sviluppo del Millennio (OSM- 1) ha incoraggiato i paesi ad incrementare o promuovere i loro investimenti in agricoltura, con il coinvolgimento del settore privato domestico e delle multinazionali. CHE TIPO DI INVESTIMENTO? IN COSA E PER CHI? Secondo il Rapporto sullo Sviluppo Mondiale del 2008 tre persone povere su quattro nei paesi in via di sviluppo vivono in aree rurali, e la maggior parte di loro dipende direttamente o indirettamente dall agricoltura per la sopravvivenza. Nell Africa Sub-Sahariana il numero di poveri che vive nelle aree rurali è destinato a salire e probabilmente supererà il numero dei poveri che vive nelle aree urbane entro il La maggior parte dei poveri nelle aree rurali dipende dall agricoltura familiare per la sopravvivenza. Il basso livello di investimenti in agricoltura nei paesi in via di sviluppo è diventato un motivo di preoccupazione e c è chi vede in questo una causa diretta della recente crisi alimentare 20. Gli stati spesso guardano agli investimenti diretti esteri (IDE) come fonte di sviluppo economico e modernizzazione, crescita del reddito e dell occupazione, sostenendo che questi siano in grado di alleviare quindi la povertà. Il World Developement Report del 2008 mette in luce il bisogno di maggiori investimenti in agricoltura in Africa, e che l agricoltura sia uno strumento di sviluppo per raggiungere gli obiettivi del Millennio. L UNCTAD afferma che malgrado l importanza dell agricoltura come motore per lo sviluppo sia universalmente riconosciuta, essa è stata sottovalutata in molti paesi in via di sviluppo. Un effettiva crescita agricola potrebbe contribuire alla creazione di impiego e alla riduzione della povertà in questi paesi 21. La Banca Mondiale sostiene che nei paesi poveri l agricoltura, ove vengano garantite adeguate condizioni, è almeno due volte più efficace nel ridurre la povertà rispetto alla crescita del PIL originata da altri settori 22. Puntare il dito sulla sola necessità di aumentare la produzione agricola può essere però fuorviante. Per decenni la cooperazione allo sviluppo nel settore dell agricoltura ha subito una flessione costante e gli stanziamenti di bilancio a favore della produzione alimentare destinata ai consumi do- 18 Cfr. Fuelling exclusion?the biofuels boom and poor people s access to land, IIED and FAO, 2008, pagina 7 Disponibile su: pdfs/12551iied.pdf 19 Cfr Agriculture for Development, World Development Report 2008, World Bank, pag 54. Disponibile su: 20 Cfr. International Investments in Agricultural Production, Paper presented at the Expert Meeting on How to Feed the World in 2050 FAO, Rome Giugno 2009 di David Hallum (Deputy Director, Trade and Markets Division, FAO). Disponibile su: 21 Cfr World Investment Report, Transnational Corporations, Agricultural Production and Development, UNCTAD, 2009, p Disponibile su: docs/wir2009_en.pdf 22 Si veda nota 22, pag 6. 10

11 mestici dei paesi del sud sono stati mantenuti a livelli minimi: la maggior parte degli stati africani sono stati fortemente incoraggiati a smantellare, con le politiche di aggiustamento strutturale, i sostegni a favore dell agricoltura contadina che costituisce il pilastro principale della produzione alimentare interna in Africa. Le stesse istituzioni responsabili di tali politiche ora scoprono che non ci sono sufficienti investimenti in agricoltura. La Banca Mondiale tutt ora lamenta che la svolta della rivoluzione verde nei raccolti di cereali che ha dato un forte impulso alla crescita economica ed agricola in Asia negli anni 60 e 70 non è ancora arrivata in Africa Sub-Sahariana Tra le cause della mancata Rivoluzione Verde in Africa, la Banca Mondiale individua i bassi livelli di investimento. Le ONG che lavorano su questo tema sottolineano che non tutti gli investimenti in agricoltura possono essere considerati delle opportunità di sviluppo. GRAIN osserva che investire in agricoltura è diventato lo slogan di quasi tutte le istituzioni e degli esperti incaricati di risolvere il problema della crisi mondiale dell alimentazione e che, forse in modo non intenzionale, il boom dell accaparramento delle terre si inserisce bene in questo quadro. Dovrebbe essere sufficientemente chiaro ormai che dietro la retorica di accordi vantaggiosi per le parti, si nasconde il vero obiettivo che non è lo sviluppo agricolo (meno che mai lo sviluppo rurale) ma semplicemente lo sviluppo del settore agro-alimentare 24. Un rapporto dell Istituto dell Oakland analogamente sostiene che c è un pericoloso scollamento tra l aumento degli investimenti in agricoltura fatti dai paesi ricchi per l accaparramento delle terre nei paesi poveri e l obiettivo di garantire un offerta alimentare adeguata per le popolazioni più povere e più vulnerabili 25. Queste opinioni sono corroborate dal fatto che un rinnovato interesse negli investimenti in agricoltura da parte della Banca Mondiale ed altri attori istituzionali non sono state espresse nel 2004 quando era ormai chiaro che i MDG sulla fame non sarebbero stati raggiunti, ma nel 2008, nel momento di boom nella produzione di agro-carburanti e dei prezzi del cibo sui mercati internazionali. La questione qui è produrre colture da reddito per il mercato internazionale con prospettive di alti ritorni per ricchi investitori o piuttosto investire in un agricoltura sostenibile basata sui contadini che produce cibo per chi è a rischio malnutrizione come raccomandato dall International Assessment of Agricultural Science and Technology for Development (IAASTD). È ben risaputo che un aumento della produzione alimentare non porta necessariamente ad un aumento della sicurezza alimentare individuale, né al riconoscimento del diritto al cibo a meno che ciò non avvenga nei campi delle comunità più vulnerabili (ed in modo sostenibile dal punto di vista ecologico e sociale). Abbiamo ormai dati certi che dimostrano che i contadini africani hanno il potenziale per raddoppiare e triplicare i loro raccolti agricoli ed in modo sostenibile 26. Perché ciò accada i contadini africani hanno però bisogno di un attenzione e di un sostegno speciali come viene spiegato più avanti - ma, prima di ogni altra cosa, hanno bisogno di accedere alle risorse che consentono la produzione alimentare. Tali risorse includono la terra e/o l acqua per la coltivazione e la raccolta. E se utilizzano i prodotti agricoli in eccedenza per dare da mangiare alle loro famiglie, devono poter accedere ai mercati nei quali possono vendere la produzione in eccedenza. Il modello agro industriale di aumento della produttività rende gli agricoltori particolarmente vulnerabili, spesso infatti essi si vedono negare o vedono seriamente compromesso l accesso al mercato. 23 Si veda nota Cfr. Seized: the 2008 Land Grab for food and financial security, GRAIN Briefings, October Disponibile su 25 Cfr. The Great Land Grab, the Oakland Institute 2009, page 4. Disponibile su 26 Cfr. Organic Agriculture and Food Security in Africa, UNCTAD,UNEP (ed), Si veda anche: 11

12 Il Relatore Speciale dell ONU sul diritto al cibo ha lanciato un monito: l aumento della produzione non è l unico aspetto che conta, esiste la necessità chiara e netta di dare la priorità ai più vulnerabili e cercare soluzioni che siano sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale 27. Nella sua lettera aperta all UA, Olivier De Schutter, Relatore Speciale dell ONU sul diritto al cibo ha ammonito che gli investimenti su vasta scala potrebbero avere un impatto negativo sul diritto all alimentazione ed altri diritti umani. Alcuni degli impatti potrebbero essere: a) lo sfratto forzato al quale è sottoposto l agricoltore che formalmente non ha nessun diritto di proprietà sulla terra che ha lavorato per decenni; b) la perdita di accesso alla terra per le popolazioni indigene e le comunità dedite alla pastorizia; c) la corsa all accesso alle risorse idriche e d) la minore sicurezza alimentare nel momento in cui le comunità locali si vedono negare l accesso alle risorse produttive oppure se un paese dovesse dover aumentare la propria dipendenza dagli aiuti alimentari o dalle importazioni per garantire la propria sicurezza alimentare nazionale. Inoltre Olivier De Schutter, Relatore Speciale dell ONU sul diritto al cibo ricorda che la corsa verso le terre agricole nei paesi in via di sviluppo è il risultato di passati fallimenti nell investire adeguatamente in agricoltura e nello sviluppo rurale nei PVS, in particolare in Africa sub-sahariana. Sarebbe ingiustificabile cercare di regolare meglio questi accordi sugli acquisti o affitti delle terre su larga scala, senza prendere in conto, con urgenza, anche le circostanze che farebbero sembrare gli accordi stessi un opzione desiderata 28. Il rapporto dell International Assessment of Agricultural Science and Technology for Development (IA- ASTD) 29 osserva che le politiche dei governi degli ultimi 60 anni hanno esercitato una forte discriminazione nei confronti dei sistemi di coltivazione contadina ed indigena tradizionale, nonché dei sistemi agro-ecologici. L agricoltura industriale malgrado sia distruttiva dal punto di vista ecologico, gode di sovvenzioni e di un ampio sostegno pubblico e privato, ha il controllo delle terre migliori, gode l accesso alle risorse idriche, alle reti stradali ed alle infrastrutture elettriche; l agricoltura contadina, invece, malgrado le sue potenzialità di produrre grandi quantità in modo sostenibile, non ha alcuna garanzia di accesso alle terre di qualità né alle risorse idriche necessarie per l irrigazione. I contadini sono relegati in aree remote e marginalizzate e generalmente lavorano in condizioni estremamente precarie. L attuazione dei programmi di aggiustamento strutturale degli anni 80 hanno avuto un forte impatto sull agricoltura a conduzione familiare, comportando la deregolamentazione del commercio agricolo e lo smantellamento dei sistemi pubblici di servizi agricoli di specializzazione, credito, forniture, distribuzione e vendita, nonché dei meccanismi di stabilizzazione dei prezzi. C è urgente bisogno di investimenti sostanziali nell agricoltura contadina agro-ecologica, investimenti che coniughino saperi tradizionali e moderni sui sistemi agro-sostenibili. I contributi necessari sono modesti in termini di capitale, ma richiedono invece molti input in termini di conoscenza, competenze e infrastrutture di carattere sociale. Investimenti sono urgenti sul versante del capacitybuilding e della formazione, per introdurre le tecnologie necessarie a potenziare la produzione e preservare le risorse naturali. È necessario inoltre lavorare alla costruzione di un contesto istituzionale favorevole alle comunità contadine e alla loro produzione. 27 Lettera aperta di Olivier De Schutter, Relatore Speciale dell ONU sul diritto al cibo ai Capi di Stato e di Governo africani in vista della 13 assemblea speciale del Vertice dell Unione Africana, Syrter, 1-3 July Disponibile su: 28 Cfr. Rapporto di Olivier De Schutter, Relatore Speciale dell ONU sul diritto al cibo. Addendum: Large-scale land acquisitions and leases: a set of minimum principles and measures to address the human rights challenge 29 Cfr. 12

13 GLI EFFETTI DELL ACQUISIZIONE DELLE TERRE DA PARTE DI SOGGETTI STRANIERI NEI CONFRONTI DELLE POPOLAZIONI RURALI E DEL SOSTEGNO ALL AGRICOLTURA CONTADINA L ACCESSO ALLA TERRA E AI MEZZI DI SUSSISTENZA 30 L accaparramento delle terre da parte di stranieri minaccia l accesso ed il controllo delle risorse da parte delle popolazioni locali, nel presente e nel futuro e dunque lede l interesse pubblico ed il bene comune. La maggior parte della popolazione dell Africa Sub-Sahariana è contadina e dipende in modo determinante dall accesso alle risorse naturali (in particolare terra/acqua) per poter dar da mangiare alle proprie famiglie sia consumando direttamente i prodotti agricoli da loro coltivati sia svolgendo attività generatrici di reddito che permettono ai contadini di acquistare il cibo. La perdita dell accesso alla terra e alle risorse relative a causa dell accaparramento delle terre vuol dire per la maggior parte di queste comunità, ridotto accesso alle risorse, ai mezzi per nutrirsi e compromette seriamente il loro diritto ad uno standard adeguato di vita che include il cibo e l abitare, anche qualora alcune compensazioni e riabilitazioni siano garantite 31. L accesso ed i diritti alla terra in Africa sono fortemente condizionati dalla tradizione, dalla consuetudine, dalla cultura e non sono necessariamente sostenuti dalla legislazione nazionale. Spesso non godono di uno status riconosciuto legalmente e/o la terra è di proprietà dello stato, in questo scenario i diritti di accesso non sono definiti in modo chiaro. In molti paesi coesiste una pluralità di norme e regimi legali sulle questioni fondiarie non necessariamente coerenti e tendono a creare conflitti 32. Una simile mancanza di diritto di proprietà formale aumenta la vulnerabilità della piccola agricoltura di sussistenza costretta a sfratti coatti spesso senza ricevere alcun compenso che traduca la loro perdita in risorse o dei mezzi di sussistenza. Ma anche in paesi e casi in cui le comunità hanno chiari e rivendicabili diritti sulle proprie terre, quando gli investitori stranieri prendono di punta la loro terra le comunità rurali affrontano l espropriazione e lo sfratto forzato senza adeguata compensazione (si vedano i casi di studio più avanti). Questo illustra come chiari e formali diritti sulla terra siano essi individuali o collettivi/comunitari, non siano di per sé garanzia contro lo spossessamento. Focalizzarsi quindi primariamente sugli aspetti formali di sicurezza della proprietà come risposta all accaparramento delle terre non è sufficiente 33. Al momento dell assegnazione delle concessioni alle aziende straniere, i governi locali sostengono di assegnare terre da loro qualificate come marginali, sotto-utilizzate o abbandonate 34. Ma queste terre sono in realtà importanti per la sussistenza delle comunità rurali più povere, che le utilizzano come terre da pascolo, come vie della transumanza, per la raccolta del legno da combustione (residui da forestazione), della biomassa, per la raccolta di frutti selvatici e noci, o di piante medicinali e prodotti naturali e per l accesso alle risorse idriche. Queste terre contribuiscono in 30 Per mezzi di sussistenza si intendono le capacità, i beni e le attività attraverso i quali le famiglie riescono a guadagnarsi da vivere compreso la capacità di accedere ad un alimentazione adeguata. Vedere The Right to Food and Access to Natural Resources, IIED, FAO, page 22. Disponibile su: 31 Borras e Franco notano che nelle zone con abbondanza di terreni in molti paesi in Africa, probabilmente la conseguenza più comune attualmente è lo spostamento o il trasferimento dei contadini e non la loro completa espropriazione. Si veda Towards a Broader View of the Politics of Global Land Grab. S. Borras and J. Franco. Paper prepared for the Agrarian Studies Colloquium Series, Yale University, 30 Ottobre Cfr. Groupe de Recherche et d Echanges Technologiques. La question foncière en Afrique de l Ouest rurale, GRET Per il dibattito sui limiti dell approccio governance della terra, si veda Towards a Broader View of the Politics of Global Land Grab. S. Borras and J. Franco. Paper prepared for the Agrarian Studies Colloquium Series, Yale University, 30 Ottobre Cfr. The Growing Demand for Land: Risks and Opportunities for Smallholder Farmers, IFAD, 18 Febbraio Disponibile su roundtables/2.pdf 13

14 modo significativo al reddito delle famiglie più povere, in particolare quelle in condizioni di grave povertà dipendono ancora di più da queste risorse. In Etiopia, secondo i dati dell IIED, tutte le acquisizioni di terra che sono state registrate dall agenzia per la promozione degli investimenti nazionali sono classificate come investimenti che interessano terreni incolti, privi di utilizzatori pre-esistenti, in realtà abbiamo le prove che alcuni di questi terreni venivano utilizzati per alternare le coltivazioni con periodi di riposo e nelle stagioni secche, per il pascolo 35. Questo approccio all accesso alla terra basato sui termini di mercato ha un effetto esorbitante sulle popolazioni rurali più povere e soprattutto sui contadini. Un numero sempre crescente di contadini, utilizzatori dei terreni comuni, abitanti delle foreste e delle praterie e tutte le donne e gli uomini che dipendono dalla terra si trovano in competizione diretta per queste risorse. Spesso privi di qualsiasi forma di diritto di proprietà nei confronti della propria terra, queste popolazioni non sono in grado di competere con gli interessi dei grandi investitori nazionali o internazionali, dei governi e delle multinazionali. A settembre/ottobre 2009 per esempio la stampa, compreso il New York Times, ha segnalato che in alcune zone coltivabili della Tanzania i contadini rischiano di essere sfrattati dalle multinazionali che intendono impiantare piantagioni di agro-carburanti 36. Questa minaccia esterna oltre a ledere il loro già labile accesso alla terra, mette a repentaglio la capacità dei contadini di nutrire se stessi, le loro famiglie e la comunità in cui vivono. BIODIVERSITÀ, RISORSE IDRICHE E AMBIENTE L agricoltura commerciale su scala industriale (che include anche la produzione di agro-carburanti) può avere un forte impatto sulla biodiversità del territorio. Il Relatore Speciale dell ONU sul diritto al cibo ha recentemente espresso la sua preoccupazione riguardo la diffusione di varietà uniformi che accelerano la perdita dell agrobiodiversità 37. Sin dal 1998, la FAO aveva osservato che dagli anni 90 in poi è stato perso circa il 75% della diversità fito-genetica a causa dell abbandono delle varietà locali multiple e delle tipologie di terreno locali a favore di varietà geneticamente uniformi ma ad alto rendimento di raccolto 38. Secondo l UNEP 39 l agricoltura industriale su grande scala, caratterizzata dalla monocoltura, potrebbe sostituire vaste aree di agricoltura familiare, caratterizzate da un alto valore di biodiversità, comportando un degrado complessivo della biodiversità. La creazione di enormi piantagioni per la produzione di agro-carburanti liquidi sui prati a maggese o sui terreni incolti potrebbe mettere a repentaglio le specie floristiche selvatiche commestibili che crescono in questi territori. La Commissione sulle Risorse Genetiche per l alimentazione e l agricoltura della FAO 40 indica nel suo Draft Second Report on the State of the World s Plant Genetic Resources for Food and Agriculture che esiste consenso sull erosione genetica come risultato dello spostamento della produzione dai tradizionali sistemi che dipendono dalle varietà dei contadini ai sistemi moderni, che dipendono dalle varietà commercializzate 41. La FAO ha più volte sottolineato gli alti rischi in ter- 35 Cfr. Land Grabs in Africa: can the deals work for development? IIED briefing note, September Disponibile su 36 Cfr. Tanzania: Rice Farmers May Be Evicted By New Biofuel Companies, East African, 28 September Disponibile su /2558/663988/-/qyclh8z/-/index.html 37 Cfr. la dichiarazione di Olivier De Schutter, Relatore Speciale dell ONU sul diritto al cibo contenuta nel rapporto Seed policies and the right to food: Enhancing agrodiversity, encouraging innovation (A/64/170) in preparazione della 64 sessione dell Assemblea Generale (21 ottobre 2009). Disponibile su: 38 Cfr. Women: Users, Preservers and Managers of Agro-Biodiversity prepared by the Women in Development Service (SDWW), FAO Women and Population Division, Disponibile su: 39 Cfr. Global Environment Outlook, UNEP, Si veda 41 FAO, Commission on Genetic Resources for Food and Agriculture, Draft Second Report on the State of the World s Plant Genetic Resources for Food and Agriculture, CGRFA-12/09/Inf.7 Rev.1, Rome Ottobre 2009, disponibile su: ftp://ftp.fao.org/docrep/fao/meeting/017/ak528e.pdf, p

15 mini di produzione del cibo, e quindi di riduzione della fame, associate alla perdita di biodiversità 42. Per esempio ha spiegato come le conseguenze del sottovalutare o abusare del ciclo di vita dei suoli indebolirà le funzioni del suolo, contribuirà alla più grande perdita di terre fertili e ad una eccessiva dipendenza da input chimici per mantenere la produzione agricola 43. Più specificamente, le coltivazioni intensive e le monocolture, con l eccessivo utilizzo di prodotti agro-chimici, fanno spesso aumentare la crescita degli organismi patogeni nel suolo e delle specie infestanti 44. Ciò potrebbe ripercuotersi sulle popolazioni rurali più povere che dipendono dalle risorse naturali e dalla biodiversità per assicurare un alimentazione a se stessi e alle proprie famiglie 45. Questo è tanto più reale quanto più un territorio è a rischio di carenza alimentare 46. È proprio sostenendo questo tipo di agricoltura familiare che si aiuta il rafforzamento della biodiversità e quindi la lotta alla fame. Vi è un riconoscimento crescente del ruolo degli agricoltori come custodi, e delle conoscenze tradizionali che i contadini mantengono grazie ai bisogni ed alle scelte che operano all interno dei loro sistemi di sopravvivenza, così come dell importanza dei saperi tradizionali per proteggere la biodiversità e dunque l accesso al cibo. In uno studio del 2006, Alvaro Toledo (del Segretariato della Commissione sulle risorse Genetiche per l Alimentazione e l Agricoltura) e Barbara Burlingame (Funzionario Senior della FAO sulla nutrizione) ad esempio affermavano che nelle politiche di sicurezza alimentare e lotta alla fame, la valorizzazione della biodiversità può offrire un contributo più rilevante di qualsiasi alternativa, grazie alla generazione di maggiori benefici socio-economici, con effetti positivi anche in termini di riduzione della povertà 47. La promozione di investimenti nell agricoltura commerciale potrebbe mettere in serio pericolo l accesso delle comunità locali alle risorse idriche, in particolare per quanto riguarda la produzione di agro-combustibili data la grossa domanda di energia in questo tipo di coltivazioni (si veda casi di studio più avanti). Sembra infatti che la produzione di agro-etanolo ma anche di jatropha per l agrodiesel richieda enormi quantitativi di acqua 48. Alcuni osservatori fanno infatti notare che la corsa globale all accaparramento delle terre è piuttosto una corsa all accaparramento delle terre ricche in acqua, in quanto l investimento agricolo è inutile senza l accesso alla risorsa idrica e dunque solo le terre che hanno questo requisito sono state prese di mira dagli investitori 49. Inoltre, le piantagioni su vasta scala per la produzione di agro-carburanti può essere associata ad un incremento dell inquinamento dei suoli e delle acque a causa dell uso di fertilizzanti e pesticidi, all erosione dei suoli e all esaurirsi della risorsa acqua con conseguente perdita della biodiversità 50. L acquisizione di vaste aree da parte di investitori stranieri è spesso resa possibile dalla conversione di foreste in terra coltivabile. Come ci ricorda uno studio di Greenpeace, l agricoltura ha costituito 42 Si veda ad esempio FAO, Agricultural Biodiversity in FAO, Rome, 2008, disponibile su: 43 FAO, Soil biodiversity and sustainable agriculture: paper submitted by the Food and Agriculture Organization of the United Nations, UNEP/CBD/SBSTTA/7/INF/11, 5 Novembre 2001, paragr Si veda nota 46, paragr Cfr. Women: Users, Preservers and Managers of Agro-Biodiversity FAO Cfr. Gender and Equity Issues in Liquid Biofuels Production: Minimizing the risks to maximize the opportunities, FAO, Disponibile su: ftp://ftp.fao.org/docrep/fao/010/ai503e/ai503e00.pdf 47 Cfr. Biodiversity and nutrition: A common path toward global food security and sustainable development, lvaro Toledoa and Barbara Burlingame, Journal of Food Composition and Analysis 19 (2006) , p Cfr. Gender and Equity Issues in Liquid Biofuels Production: minimizing the risks to maximize the opportunities, FAO, Disponibile su: ftp://ftp.fao.org/docrep/fao/010/ai503e/ai503e00.pdf 49 Cfr. A Thirst for Distant Lands: Foreign Investment in Agricultural Water. Carin Smaller and Howard Mann, International Institute for Sustainable Development, Cfr. Global Environment Outlook, UNEP,

16 la maggiore causa di deforestazione negli anni Negli ultimi 40 anni, la disponibilità di terra agricola è aumentata di circa il 10% (4.43 M km2), percentuale raggiunta a discapito delle foreste ed altre terre in particolare nei paesi in via di sviluppo 52. Oltre a distruggere fonti di cibo selvatico, l accaparramento delle terre tende quindi ad aumentare le emissioni globali di CO2. Le monoculture intensive richiedono l utilizzo di fertilizzanti chimici e pesticidi che distruggono la biodiversità, inquinano i suoli, i fiumi, le fonti e le sorgenti di acqua sotterranee e condizionano seriamente la salute dei lavoratori e delle comunità. Assicurare l offerta di cibo in modo stabile e a lungo termine fa parte degli obblighi degli stati nell ambito del diritto al cibo. Il fallimento nel proteggere e garantire le risorse naturali sostenibili necessarie per la produzione di cibo, specialmente per i gruppi marginalizzati costituisce una violazione del diritto al cibo per le comunità coinvolte. L introduzione del modello di produzione industriale nei fragili ecosistemi africani potrebbe distruggere l habitat di milioni di persone che già soffrono di condizioni di vita in via di deterioramento a causa del cambiamento climatico. Il report di Greenpeace ricorda che l agricoltura contadina o familiare è meno dannosa per l ambiente, ed i sistemi tradizionali su piccola scala sono più efficienti dal punto di vista energetico 53. Sostituendo quindi le piccole aziende familiari e le aree selvatiche con agricoltura intensiva su vasta scala gli investitori stranieri partecipano doppiamente alla distruzione dell ambiente e compromettono il godimento dei diritti umani da parte delle generazioni future. OPPORTUNITÀ OCCUPAZIONALI I governi, le istituzioni finanziarie internazionali e gli investitori privati sostengono che la commercializzazione della terra e gli investimenti che ne conseguono possono creare nuove opportunità occupazionali nelle aree rurali; essi ritengono che un maggiore accesso al mercato del lavoro possa compensare la perdita di terra e garantire maggiore sicurezza per la sussistenza delle popolazioni. Molti osservano tuttavia che queste nuove occupazioni riguardano per lo più lavori di basso livello e a condizioni precarie, mal retribuiti e destinati principalmente a lavoratori agricoli stagionali e non specializzati 54. Il Relatore Speciale dell ONU sul diritto al cibo riconosce che le persone che lavorano in agricoltura sono in gran parte coloro che non hanno accesso al cibo pertanto esorta alla tutela dei diritti dei lavoratori agricoli: i lavoratori agricoli devono poter guadagnare un salario adeguato per poter aver accesso al cibo 55. Secondo l ILO, il numero delle persone che lavorano in agricoltura in Africa è in aumento, anche se la percentuale sul totale degli impieghi è diminuita negli ultimi anni. In generale, difficili condizioni di lavoro, bassi salari, violenze e persecuzioni, incluse molestie sessuali, sono molto comuni nel lavoro agricolo. Malgrado alcuni casi di aumento del reddito dovuto alle opportunità di esportazione, l espandersi del commercio mondiale dei prodotti agricoli non si è tradotto in migliori condizioni di vita per la maggior parte delle persone che lavorano in agricoltura nei paesi in via di sviluppo Cool Farming: Climate impacts of agriculture and mitigation potential, Greenpeace, gennaio Disponibile su p Si veda nota 54, p Si veda nota 54, p Cfr. Biofuels, Opportunity or Threat to the Poor, Swiss Agency for Development and Cooperation, Issue Paper, Disponibile su: 55 Cfr. Political will needed to tackle food crisis and restructure agriculture Comunicato stampa di Olivier De Schutter, Relatore Speciale dell ONU sul diritto al cibo. Prsentazione del suo secondo rapporto al Consiglio dei Diritti Umani, 18 settembre Disponibile su: FEE12CD0AC B11A?opendocument 56 Cfr. Organizing for Social Justice. Global Report under the Follow-up to the ILO Declaration on Fundamental Principles and Rights at Work. International Labour Conference, 92nd Session. ILO, Geneva Paragr Per i problemi che i lavoratori agricoli devono affrontare per la realizzazione del loro dritto al cibo, si veda Agribusiness and the right to food. Rapporto di Olivier De Schutter, Relatore Speciale dell ONU sul diritto al cibo. Human Rights Council. Thirteenth session. A/HRC/13/33. 16

17 Inoltre alcuni temono che a causa dell aumento della meccanizzazione nella produzione di agro carburanti cresce il rischio che possano diminuire i posti di lavoro nel settore agricolo nel breve e lungo termine 57. L International Food Policy Research Institute (IFPRI) osserva che a seconda delle modalità in cui viene gestita la riconversione delle terre ad uso industriale per grandi piantagioni e grandi aziende agricole produce un basso livello di occupazione per la manodopera locale specializzata e non specializzata 58. Il caso dei lavoratori nelle piantagioni di fiori Rosebud in Uganda lo dimostra. Rosebud appartiene al Ruparelia Group, una delle più grandi aziende esportatrici di fiori. Lo scorso novembre Safari Mazirani, membro dell Uganda Horticultural and Allied Workers Union (UHAWU) è morto in un incidente in conseguenza dell utilizzo di pesticidi l 8 gennaio L azienda per la quale lavorava non ha fornito un trattamento medico adeguato al Sig. Mazirani nel momento in cui era stato esposto al pesticida. Il Sig. Mazirani non è stato compensato per l incidente né la sua famiglia lo è stata per la sua morte. Due giorni prima della sua morte, l UHAWU aveva portato avanti una protesta sulle condizioni lavorative a Rosebud, in particolare bassi salari, abbigliamento non sufficientemente protettivo, molestie sessuali e insufficiente protezione della maternità. Il sindacato chiedeva un immediato miglioramento delle condizioni lavorative. I lavoratori hanno effettuato uno sciopero ed un sit in il 26 gennaio 2010 visto che non era stato preso alcun provvedimento dall azienda. Il sit in e lo sciopero sono stati smobilitati dalla polizia, chiamata dall azienda 59. Gli attori nazionali e internazionali devono essere quindi più cauti nel sostenere che la commercializzazione delle terre, e gli investimenti che ne conseguono, producano nuove opportunità di lavoro sostenibile a lungo termine per coloro che le subiscono. CONFLITTI/INSTABILITÀ POLITICA Queste pressioni senza precedenti sulle risorse della terra, secondo le tendenze globali sopra descritte, stanno creando nuove tensioni nell accesso alla terra. Le potenzialità di conflitto vengono ulteriormente esacerbate dall ambiguità che aleggia intorno al diritto alla terra. Il diritto alla terra di un azienda può non essere percepito come legittimo dalla popolazione e viceversa. In una presentazione ad una tavola rotonda dell Assemblea Generale, la Banca Mondiale ha riconosciuto il potenziale conflitto causato dalla mancanza di una linea di demarcazione dei diritti alla terra delle comunità, dalla mancanza di dati certi, e la mancanza di processi di consultazione efficaci con le comunità coinvolte nonché dalla mancanza di trasparenza 60. I conflitti sull accesso alle risorse naturali non sono nulla di nuovo come dimostra, per esempio, l attuale guerra nella Repubblica Democratica del Congo. Conflitti di questo tipo spesso sfociano in fenomeni di spostamento delle popolazioni. Visto il ruolo predominante dell agricoltura e l uso sostenibile della terra come fonte di sostentamento in Africa, queste dislocazioni delle popolazioni sono spesso causa di fame e in alcuni casi carestia. Nel 2000 FIAN per esempio ha documentato il modo in cui il conflitto sulle risorse naturali in Sudan e la risposta dello stato abbiano sottratto alle 57 Cfr Impact of an increased biomass use on agricultural markets, prices and food security: A longer term perspective, Josef Schmidhumer, FAO Disponibile su 58 Cfr. Land Grabbing by Foreign Investors in Developing Countries: Risks and Opportunities by Joachim von Braun and Ruth Meinzen-Dick, IFPRI Policy Brief, April 09. Disponbile su 59 Cfr. Letter campaign Tödlicher Pestizidunfall in Uganda Briefaktion Rosebud. Disponibile su: briefaktion-qrosebudq&catid=1:aktuelle-nachrichten&itemid= Cfr. Securing Land Tenure and Improving Livelihoods: Towards a Set of Principles for Responsible Agro-investment presentazione della Banca Mondiale alla Tavola Rotonda Promoting Responsible International Investment in Agriculture tenutasi in concomitanza con la 64 Assemblea Generale delle Nazioni Unite, New York City, 23 Settembre Disponibile su: 17

18 popolazioni locali la capacità di procurarsi il cibo per la sopravvivenza causando una grave carestia 61. Nel maggio 2007 a Kampala, Uganda, due dimostranti sono stati uccisi e un cittadino asiatico lapidato a morte durante una dimostrazione di massa contro la decisione del governo locale di riconvertire migliaia di ettari di foresta tropicale, su un isola nel lago Victoria, in piantagioni di palme da olio. Le manifestazioni si sono trasformate in un odiosa rivolta di carattere razzista e hanno chiaramente portato alla luce un conflitto latente sull uso delle risorse naturali in Uganda 62. Nel gennaio del 2003 il Camerun è stato teatro di uno scontro violento tra le forze dell ordine e le popolazioni locali in seguito al divieto di accesso alle risorse della piantagione SOCOPALM imposto dalle forze dell ordine alla popolazioni locali 63. Il grido di protesta che nel Madagascar ha suscitato la proposta di accordo con la società sud coreana, Daewoo Corporation, testimonia il valore emotivo che assumono le questioni legate alla terra ed il potenziale di violenza e conflitto politico. MAGGIORE DIPENDENZA DAGLI AIUTI ALIMENTARI O DALLE IMPORTAZIONI PER LA SICUREZZA ALIMENTARE NAZIONALE Malgrado gli aiuti ottenuti tramite il WFP, il Sudan e il Madagascar hanno dato in locazione vasti terreni ad investitori stranieri. La Tanzania per esempio pur avendo aumentato il bisogno di aiuti alimentari a causa dei lunghi periodi di siccità e del cambiamento climatico, ha consentito a diverse multinazionali di accaparrarsi vaste quantità di terra per la produzione di agro-carburanti 64. Una ONG tedesca, la Welt Hunger Hilfe, osserva che gli stati che dipendono dalle importazioni alimentari, in modo particolare, stanno cedendo sempre più terreni agli investitori stranieri senza riuscire a garantire un miglioramento dei redditi e della sicurezza alimentare per la popolazione locale 65. L Istituto dell Oaklands osserva che questo passaggio dal controllo domestico a quello straniero delle risorse e della produzione alimentare e gli accordi con le grandi multinazionali riducono la probabilità che i paesi più poveri possano raggiungere l autosufficienza alimentare 66. Spesso i paesi ospitanti sostengono che i terreni dati in locazione agli investitori esteri sono terreni inutilizzati. Anche ove ciò fosse vero 67, l apparente abbondanza di terra finirà per esaurirsi molto in fretta a causa dei processi di aumento demografico, dell urbanizzazione e dei cambiamenti climatici che comporteranno minore disponibilità di terre fertili. 61 Cfr. The Right to Adequate Food in Sudan (2000), Parallel Report to the Committee on Economic, Social and Cultural Rights, FIAN International. Disponibile su: 62 Cfr. The New Scramble for Africa, Seedling, GRAIN, July Disponibile su 63 Cfr. World Rainforest Bulletin No 134, Settembre By Julien-François Gerber. Questa articolo si basa sulle osservazioni sul campo dell autore e sulle seguenti pubblicazioni : M.A., Monfort 2005, Filières oléagineuses africaines, Notes et études économiques, n 23, p ; Agir ICI & Survie, 2000, Le silence de la forêt: réseaux, mafias et filière bois au Cameroun, Dossiers Noirs n 14, and Bolloré: monopoles, services compris. Tentacules africaines, Dossiers Noirs n 15, Paris, L Harmattan. Disponibile su: 64 Cfr. Agrofuels in Africa The Impacts on Land, Food and Forests with case studies from Benin, Tanzania, Uganda and Zambia, African Biodiversity Network, July Cfr. Land Grabbing poor people are losing the ground beneath their feet, Welt Hunger Hilfe, In Brief, 8 April Disponibile su: 66 Cfr. The Great Land Grab, the Oakland Institute 2009, page 4. Disponbile su 67 Come documentato più avanti si tratta di un caso assai raro. Le famiglie povere spesso dipendono da terreni marginalizzati o abbandonati per il pascolo, per trasportare il bestiame da un posto all altro, per raccogliere la legna da ardere, la biomassa, le bacche selvatiche e le noci, le piante medicinali ed i prodotti naturali e per accedere alle sorgenti di acqua. 18

19 I PAESI AFRICANI DIVENTANO LE REPUBBLICHE DELL AGROCARBURANTE? IMPATTI SULLA POLITICA ECONOMICA Le conseguenze a medio e lungo termine per l economica politica e per il rispetto dei diritti umani nel paese ospitante sono un ulteriore motivo di preoccupazione. La scala della ristrutturazione della proprietà della terra nel settore agricolo, e delle relazioni sociali nelle campagne, legate all accaparramento delle terre può essere davvero significativo come mostra il caso dell Etiopia (v. avanti). L esperienza delle repubbliche del Centro America e dei Carabi nella prima parte del ventesimo secolo è particolarmente istruttiva. Le multinazionali che hanno investito in Honduras, Guatemala ed altri paesi inizialmente producevano ed esportavano banane, ananas, caffè ed altre derrate. Per un certo periodo, grazie al controllo delle loro enormi piantagioni, riuscirono a mettere un freno al potere delle oligarchie locali che dipendevano quasi interamente dal flusso di cassa generato dalle multinazionali dell agro-alimentare. Come ci insegna la storia, non passò molto tempo prima che gli investitori stranieri riuscissero ad acquistare la proprietà e ad assumere la gestione delle ferrovie, dei trasporti su gomma, dei porti e del sistema bancario di quei paesi. La storia ci insegna anche che i disordini sociali scoppiati in reazione all alleanza oppressiva tra le oligarchie e le multinazionali ha finito per produrre delle atrocità che sono durate per decenni in quei paesi. 68 I GRUPPI MAGGIORMENTE COLPITI Come è stato già sottolineato, i contadini, in particolare quelli che non hanno alcun diritto formale di proprietà della terra in cui lavorano rischiano di perdere l accesso alle risorse naturali di cui hanno assoluto bisogno per la sussistenza. Tra questi, quelli maggiormente a rischio sono le minoranze ed i gruppi tradizionalmente marginalizzati come le popolazioni indigene e quelle dedite alla pastorizia e le famiglie con un capofamiglia donna. Popolazioni indigene e popolazioni dedite alla pastorizia La precarietà dell accesso delle popolazioni indigene alla terra è un fenomeno ben documentato. La Presidente 69 del Foro Permanente delle Nazioni Unite sulle questioni indigene sostiene che l espansione su larga scala degli agro carburanti potrebbe mettere in serio pericolo i diritti alla terra di 60 milioni di popolazioni indigene 70. Nel 2007 il Relatore Speciale dell ONU sui diritti delle popolazioni indigene notava che negli ultimi anni i mandriani Masai del Kenia sono stati depauperati della maggior parte delle aree da pascolo nomade o semi nomade 71. Spesso sotto la pressione degli istituti finanziari internazionali molte delle cosiddette aree comuni per il pascolo sono state trasformate in proprietà agricole private. Di conseguenza, i Masai insieme ad altre popolazioni dedite alla pastorizia, come i Somali e i Turkana hanno subito una forte riduzione dei loro greggi, un graduale deterioramento delle loro condizioni di vita e un aumento della povertà e dell insicurezza associata ai periodi di siccità che colpiscono le terre aride in cui queste popolazioni vivono faticosamente. Allo stesso tempo, il Relatore Speciale attribuisce al grave livello di povertà dei Masai, Tatota, Barabaig e delle altre popolazioni nomadi dedite alla pastorizia, e alla caccia come gli Hadza e gli Akie la causa del progressivo depauperamento delle terre da loro utilizzate che diventano oggetto di campagne di acquisto da parte di aziende commerciali straniere titolari di imprese agricole. 68 Cfr. Inside the barley republic, Alemayehu.G.Mariam, June 8,2009. Disponibile su: 69 Victoria Tauli-Corpuz. 70 Cfr. The Growing Demand for Land: Risks and Opportunities for Smallholder Farmers, IFAD, 18 February Disponibile su: /32/roundtables/2.pdf 71 Cfr. Rapporto di Olivier De Schutter, Relatore Speciale dell ONU sul diritto al cibo on the situation of human rights and fundamental freedoms of indigenous people, (A/HRC/4/32). Disponibile su: 19

20 Nel suo numero di settembre 2008 del Bulletin 72, il World Rainforest Movement (WRM) sottolinea come nel Camerun le comunità Bagyeli (Pygmy), Bulu e Fang siano state sfrattate in modo coatto dalle loro terre a causa della vertiginosa crescita delle piantagioni SOCAPALM di palma da olio, senza ottenere nessun risarcimento in cambio. La SOCAPALM (di proprietà del gruppo francese Bolloré) è la più grande piantagione di palma da olio del Camerun. Queste comunità vivono delle risorse naturali della foresta per potersi nutrire. Secondo fonti non identificate, le popolazioni locali non hanno ricevuto l offerta di lavorare nelle piantagioni della SOCOPALM. La WRM ha anche ammesso che l industria agro-alimentare delle palme da olio si avvantaggerà enormemente del previsto boom di agro-carburanti, un nuovo mercato nel quale il gruppo francese Bolloré, in Camerun da lungo tempo, giocherà un ruolo cruciale. Famiglie con un capo famiglia donna Le donne e quindi in particolare le donne capofamiglia sono particolarmente colpite dagli investimenti nelle terre e dalla commercializzazione dell agricoltura. Uno studio del 2008 condotto dalla FAO ha mostrato che le donne sono quelle ad essere maggiormente escluse a causa dei cambiamenti nell uso della terra a favore di forme di coltivazioni commercializzate 73. Questa è una questione cruciale tanto più che il benessere della famiglia dipende in modo primario dalle donne. Nell Africa Sub Sahariana le donne tipicamente sono le principali procacciatrici di cibo unicamente responsabili di produrre generi alimentari per nutrire la famiglia, mentre gli uomini sono fondamentalmente impegnati nella produzione di derrate destinate alla vendita. Pertanto il benessere delle famiglie è nelle mani delle donne e ciò è confermato dalla mancanza di correlazione tra il reddito degli uomini ed il livello di alimentazione del nucleo familiare, mentre un aumento del reddito della donna è positivamente correlato con un alto livello di alimentazione del nucleo familiare di appartenenza 74. Accesso alla terra: le donne in Africa continuano a non avere alcuna sicurezza di accesso alla terra né a godere di alcun diritto sulla terra rispetto agli uomini. In Burkina Faso per esempio alcune leggi impediscono alle donne di avere alcun diritto sulla terra indipendentemente dai loro mariti o dai loro familiari maschi 75. In Zambia 76 e in Camerun 77, quando esistono delle leggi nazionali che riconoscono il diritto delle donne alla terra, spesso mancano gli strumenti attuativi e il diritto consuetudinario prevale. In diversi paesi africani sub sahariani (Costa d Avorio, nella zona nord del Ghana 78, in Burkina Faso 79 ) le donne ricevono dai loro mariti le terre più scadenti. Il fatto di trovarsi all ultimo posto nella gerarchia in fatto di accesso alla terra, unitamente alla crescente domanda di terra e alla parallela commercializzazione delle stessa fanno sì che il diritto alla terra per le donne venga ad essere maggiormente compromesso rispetto a quanto non avvenga per gli uomini. A mano a mano che le comunità vengono allontanate dalle loro terre di origine e 72 Cfr. World Rainforest Bulletin No 134, September By Julien-François Gerber. Questo articolo si basa sulle osservazioni sul campo dell autore e sulle seguenti pubblicazioni : M.A., Monfort 2005, Filières oléagineuses africaines, Notes et études économiques, n 23, p ; Agir ICI & Survie, 2000, Le silence de la forêt: réseaux, mafias et filière bois au Cameroun, Dossiers Noirs n 14, and Bolloré: monopoles, services compris. Tentacules africaines, Dossiers Noirs n 15, Paris, L Harmattan. Disponibile su : 73 Cfr. Gender and Equity Issues in Liquid Biofuels Production. Minimizing the risks to maximize the opportunities, FAO, Disponibile su: ftp://ftp.fao.org/docrep/fao/010/ai503e/ai503e00.pdf 74 Cfr. Men Own the Fields, Women Own the Crops Goheen, M. (1996) The University of Wisconsin Press, Madison. U.S.A. p91 75 Si veda nota Si veda nota Cfr. The Right to Adequate Food in Cameroon (1999), Parallel Report to the Committee on Economic, Social and Cultural Rights, FIAN International. Disponibile su 78 Cfr. Côte d Ivoire: Securite Alimentaire et problematique Hommes/Femmes dans La regione de Nord-Est, Lubbock A, FAO Cfr. Raising the Productivity of Women Farmers in Sub-Saharan Africa: A Review of the Evidence, World Bank Discussion Paper 230, World Bank

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