Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia
|
|
- Cornelia Cavalli
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia Docente: Dott.ssa Nicoletta Spagnolo PRODUTTIVITÀ E QUALITÀ NEI GRUPPI AZIENDALI 1
2 Le aggregazioni e i gruppi aziendali Il fenomeno delle relazioni cooperative-collaborative tra imprese è legato all evoluzione dei processi produttivi e dell ambiente che induce a programmare piani aziendali di produttività e qualità attraverso fasi di espansione ridimensionamento crescita esterna crescita interna cooperazione - integrazione processi di disaggregazione aziendale aggregazioni e gruppi aziendali attraverso indipendenza processi di aggregazione aziendale lo scorporo, volto a razionalizzare la struttura operativa l acquisizione/creazione, volta ad incrementare, orizzontalmente o verticalmente, la struttura operativa 2
3 Le aggregazioni e i gruppi aziendali Tipologie di aggregazioni a carattere informale - non equity basate su rapporti contrattuali - non equity basate su rapporti patrimoniali - equity Reti di subfornitura Costellazioni di imprese Distretti territoriali Accordi su base finanziaria Accordi su base personale Consorzi Gruppi di acquisto Unioni volontarie Associazioni in partecipazione A.T.I. Cartelli G.E.I.E Join venture Contratti di dominio Contratti di franchising Contratti di licensing Trust Gruppi aziendali Konzern 3
4 La creazione dei gruppi aziendali La creazione dei gruppi è legata a ragioni di natura: esogena endogena v Globalizzazione dei mercati v Migliori comunicazioni e relazioni internazionali v Progresso tecnologico v Diffusione dei consumi di massa v Economica v Extraeconomica 4
5 La creazione dei gruppi aziendali Ragioni di natura endogena: ECONOMICA perseguire condizioni di economicità delle aziende coinvolte nel medio-lungo periodo, attraverso: Ristrutturazioni aziendali nell ottica dello sviluppo o del superamento della crisi; Semplificazioni strutturali; Contenimento del rischio d impresa; Realizzo economie di varia natura. EXTRAECONOMICA perseguire obiettivi specifici e contingenti delle aziende coinvolte che prescindono dall economicità; occorre: Potenziare le capacità di credito; Agire sulle leve azionaria e finanziaria; Agevolare la gestione delle aziende di famiglia e la successione generazionale; Favorire la cessione di aziende o di singoli rami; Quotare in borsa attività ben determinate; Manipolare i risultati economici per diminuire il carico fiscale; Costituire unità produttive ad hoc; Perseguire finalità occulte o illecite. 5
6 Le motivazioni economiche Ristrutturazioni aziendali: di miglioramento del sistema qualità, per sostenere lo sviluppo aziendale di ripristino del sistema qualità, per fronteggiare la crisi aziendale La separazione tra gestione operativa che resta in capo alle singole aziende partecipate e la gestione strategica di competenza della capogruppo necessita di un efficace politica di coordinamento per contrastare gli svantaggi ed i rischi propri dei gruppi aziendali. 6
7 Le motivazioni economiche Semplificazioni strutturali: ricercare dimensioni ottimali e modelli organizzativi flessibili, meglio governabili e di più efficace controllo, avvalendosi di più unità produttive, senza compromettere l unitarietà direzionale nelle scelte strategiche 7
8 Le motivazioni economiche Contenimento del rischio d impresa, implementando politiche di: frazionamento del rischio, combinazione efficiente del core business della capogruppo con l esternalizzazione di determinate aree di intervento (sottoposte ad un controllo centralizzato) diversificazione del rischio, attraverso strutture più elastiche e liquidabilità degli investimenti in un ottica di portafoglio 8
9 Le motivazioni economiche Realizzo economie di varia natura, in relazione a: tipologie di gruppi tipologie di economie integrati orizzontalmente (svolgenti attività uguali o affini) di scala di scopo da operazioni congiunte amministrative integrati verticalmente (svolgenti attività in linea ) di controllo di informazione nei costi di transazione amministrative 9
10 Le motivazioni extraeconomiche Potenziare le capacità di credito, bancario e non, sotto il profilo: quantitativo, raccogliendo maggiori risorse a garanzia dei creditori con conseguente riequilibrio del fabbisogno ciclico finanziario qualitativo, a favore della solidità patrimoniale, delle prospettive reddituali, della diversificazione dei rischi (finanziamenti alla capogruppo) Anche il reperimento del capitale di rischio può essere rafforzato da una politica di gruppo volta alla creazione di società specializzate in vari settori di attività idonei a captare l interesse degli investitori. 10
11 Le motivazioni extraeconomiche Agire, al fine di accrescere i propri rendimenti sul capitale proprio (ROE), sulle leve: azionaria, allargando il proprio controllo su più attività produttive, pur coinvolgendo minori capitali rispetto ad un azienda indivisa finanziaria, favorendo l indebitamento verso terzi delle singole aziende coinvolte, salvaguardando i mezzi propri e la capacità di governo del gruppo Il ricorso a queste due leve deve essere equilibrato per non causare: disaffezione dei soci di minoranza in caso di non adeguata remunerazione, eccessivo peso degli interessi passivi, dipendenza finanziaria dai terzi, ecc., mettendo a rischio la sopravvivenza del gruppo. 11
12 Le motivazioni extraeconomiche Agevolare la gestione di un azienda familiare la successione generazionale scindendo l unico assetto produttivo in aziende giuridicamente indipendenti, con a capo i vari familiari dotati di responsabilità gestionale (holding familiare) 12
13 Le motivazioni extraeconomiche Favorire la cessione di aziende o di singoli rami, attraverso la creazione di aree di affari trasferibili in modo autonomo. Ciò facilita: la specializzazione produttiva, gradita agli investitori perché consente loro di conoscere più a fondo i loro investimenti; gli investimenti a capitale ridotto rivolti a singoli rami o piccole realtà aziendali; la concessione di agevolazioni e contributi da parte di enti pubblici. 13
14 Le motivazioni extraeconomiche Quotare in borsa attività ben determinate, non compromettendo il controllo esercitato dal soggetto economico sulla capogruppo; attirando gli investitori interessati a quei settori del mercato azionario fortemente specializzati dal punto di vista produttivo/geografico. 14
15 Le motivazioni extraeconomiche Manipolare i risultati economici per diminuire il carico fiscale La struttura giuridica del gruppo si identifica in distinti soggetti passivi d imposta: tramite il meccanismo dei prezzi di trasferimento, cioè di quei prezzi che la capogruppo impone nelle transazioni infragruppo, si possono trasferire costi e ricavi, quindi redditi imponibili, da un soggetto all altro, secondo logiche elusive ed evasive (scambi al valore normale) da contrastare: con apposite norme antielusione ed antievasione; con l introduzione del bilancio consolidato fiscale nazionale, europeo e mondiale. 15
16 Le motivazioni extraeconomiche Costituire unità produttive ad hoc per gestire in modo più snello e meno rischioso determinati rapporti (es. la partecipazione ad una joint venture) rispetto ad un unica azienda accentrata; per avvalersi, nei paesi stranieri ospitanti nuove unità operative, di normative più vantaggiose rispetto a quelle nazionali; per avvalersi, in unità aziendali di ridotte dimensioni, di normative sociali più flessibili volte precipuamente a regolare la forza lavoro; per trarre utilità da operazioni di finanza straordinaria, quali il leveraged buy out. 16
17 Le motivazioni extraeconomiche Perseguire finalità occulte illecite (contra legem) Manipolare la leva azionaria e finanziaria Mistificare l informativa di bilancio Ricorrere a contratti fittizi aventi, di fatto, finalità illecite (back to back, portages, doubleface, ecc.) Localizzare le attività in paesi fiscalmente vantaggiosi (paradisi fiscali) Annacquare le attività di bilancio con l inclusione di voci immateriali, quali l avviamento Occultare patrimoni familiari di notevole entità o rapporti di affari personali sotto forme giuridiche di comodo 17
18 Gli svantaggi connessi ai gruppi aziendali La struttura di gruppo, proprio perché gestita da un unico soggetto economico, detentore potenziale degli indirizzi decisionali ed amministrativi e, quindi, di controllo, può implicare: conflittualità tra le aziende del gruppo rischio di asistematicità, ovvero di governabilità del gruppo nel suo insieme; rischio indotto dal conflitto tra capitale di comando e di minoranza, tra interessi generali e particolari (spinte centrifughe); di fatto legato al disaccordo sulla divisione del nuovo valore generato dal gruppo difficoltà di natura organizzativa coordinazione produttiva limitata, dovuta all incapacità d instaurare un interazione efficace, efficiente ed economica tra le aziende del gruppo manipolazioni delle leva azionaria un impiego relativamente contenuto di capitale proprio che assicuri migliori rendimenti, ma metta a rischio la fiducia degli azionisti di minoranza, se vessati da remunerazioni non adeguate del loro investimento leva finanziaria il ridotto ricorso al capitale di rischio, con conseguente innalzamento dell indebitamento, può, in caso di inversione della leva, rendere particolarmente gravoso il peso degli interessi passivi o, ancor peggio, estremamente difficoltoso il rimborso di quanto dovuto criticità, quali: maggiori costi di gestione della struttura e modifica della loro composizione; eccesso di burocratizzazione con conseguente irrigidimento organizzativo (moltiplicazione delle posizioni di responsabilità); minore forza di immagine; moltiplicazione del numero degli adempimenti (civilistici, fiscali, lavoristici, ecc.). 18
19 La qualità nei gruppi aziendali Nei gruppi aziendali il sistema qualità si realizza: con l implementare le procedure più idonee al perseguimento dei fini economici ed extraeconomici che giustificano la creazione dei gruppi stessi. L eccellenza del gruppo è la risposta ad un efficiente politica di coordinamento il più possibile conforme alla qualità delle singole unità produttive del gruppo. Così, il sistema qualità di un gruppo aziendale è frutto del surplus generato dalla sommatoria della qualità delle singole aziende facenti parte del gruppo e della qualità della struttura organizzativa del gruppo stesso. 19
20 Concetto di qualità LA QUALITÀ HA ASSUNTO PROGRESSIVAMENTE NEL TEMPO SIGNIFICATI SEMPRE PIÙ AMPI, EVOLVENDOSI IN AFFERENZA: AL PRODOTTO ALL ORGANIZZAZIONE AL SISTEMA AZIENDALE AMMETTENDO LE SEGUENTI DEFINIZIONI: QUALITÀ INTRINSECA O PROGETTUALE O STRUMENTALE O COME CONFORMITÀ ALLE SPECIFICHE QUALITÀ ESTRINSECA O FUNZIONALE O COME IDONEITÀ ALL USO QUALITÀ MISURATA NELL OTTICA DEL CLIENTE O GRADO DI SODDISFAZIONE DEL CONSUMATORE QUALITÀ COME VALORE DEL SISTEMA O COME CREAZIONE DI VALORE PER IL CLIENTE E L IMPRESA QUALITÀ AMBIENTALE 20
21 Contenuti e gestione della qualità in una prospettiva evolutiva FASE OGGETTO CONCETTO DELLA QUALITÀ GESTIONE DELLA QUALITÀ PRODUZIONE INDUSTRIALE - PRODUZIONE DI MASSA QUALITÀ DEGLI ELEMENTI COMPONENTI STABILITI DALL IMPRESA QUALITÀ PROGETTUALE GESTIONE CONTROLLO STATISTICO DELLA QUALITÀ 21
22 Contenuti e gestione della qualità in una prospettiva evolutiva FASE OGGETTO CONCETTO DELLA QUALITÀ GESTIONE DELLA QUALITÀ EVOLUZIONE DEI MERCATI DAL LATO DELLA DOMANDA E DELLA OFFERTA CRISI DELLE IMPRESE OCCIDENTALI - AFFERMAZIONE DELLE IMPRESE GIAPPONESI NEL CONTESTO INTERNAZIONALE FORTE COMPETITIVITÀ TRA LE IMPRESE LA QUALITÀ DEL DISEGNO E DELLA CONFORMITÀ QUALITÀ FUNZIONALE AMPLIAMENTO DEL CONCETTO DI QUALITÀ: DAL PRODOTTO AL SISTEMA QUALITÀ COME VALORE DEL SISTEMA TQM TOTAL QUALITY MANAGEMENT QUALITÀ COME VALORE DEL SISTEMA GESTIONE STATISTICO - MANAGERIALE DELLA QUALITÀ: DAL CONTROLLO AL MIGLIORAMENTO GESTIONE MANAGERIALE DELLA QUALITÀ LA PRODUZIONE SNELLA SPG LA GESTIONE DELLA QUALITÀ TOTALE TQC E CWQC IL MIGLIORAMENTO GESTIONE MANAGERIALE - COGNITIVA DELLA QUALITÀ LA QUALITÀ TOTALE E L APPRENDIMENTO ORGANIZZATIVO LE NORME ISO I PREMI PER LA QUALITÀ PRODUZIONE MODULARE MASS CUSTOMIZATION 22
23 Contenuti e gestione della qualità come valore del sistema in una prospettiva evolutiva FASE OGGETTO GESTIONE DELLA QUALITÀ LE NORME ISO EMESSE NELL 87, REVISIONATE NEGLI ANNI SUCCESSIVI FORTE COMPETITIVITÀ TRA LE IMPRESE LA CERTIFICAZIONE SI PONE COME OGGETTIVAZIONE DELLA QUALITÀ INDICE DI RISPONDENZA DEL SISTEMA QUALITÀ AZIENDALE A CRITERI RICONOSCIUTI IN MODO OGGETTIVO LA VISION 2000 È ORIENTATA IN MODO INCISIVO VERSO IL TQM, INTEGRATA CON APPROCCI AI SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE (ISO 14000: 2004), ADEGUATA NEL SISTEMA QUALITÀ (ISO 9001: 2008), REVISIONABILE NELLA LOGICA DELLA QUALITÀ QUALE BASE DEL SUCCESSO SOSTENIBILE (ISO 9004: 2009) I PREMI PER LA QUALITÀ STRUMENTI PER L AUTOVALUTAZIONE DIAGNOSTICA DELL ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 23
24 Contenuti e gestione della qualità come valore del sistema in una prospettiva evolutiva FASE OGGETTO FORTE COMPETITIVITÀ TRA LE IMPRESE GESTIONE DELLA QUALITÀ PRODUZIONE MODULARE COSTITUISCE L EVOLUZIONE DEL MODELLO ORGANIZZATIVO E GESTIONALE DELLA PRODUZIONE SNELLA IL PRINCIPIO DELLA MODULARITÀ HA ORIGINE CON RIFERIMENTO ALLA STRUTTURA DEL PRODOTTO: SI È VERIFICATA UNA CONVERGENZA TRA PRODOTTO MODULARE E PRODUZIONE MODULARE ALL INTERNO DELLA SUPPLY CHAIN. PRODOTTO FORMATO DA MODULI INDIPENDENTI DIVISIONE DEL LAVORO TRA IMPRESE SPECIALIZZATE MODULAR SUPPLIERS PRODUZIONE DI UNO SPECIFICO MODULO MANUFACTURER ASSEMBLAGGIO DEI MODULI 24
25 Contenuti e gestione della qualità come valore del sistema in una prospettiva evolutiva OGGETTO FASE GESTIONE DELLA QUALITÀ FORTE COMPETITIVITÀ TRA LE IMPRESE MASS CUSTOMIZATION PERSONALIZZAZIONE DI MASSA MODELLO COMPETITIVO DIRETTO ALLA SODDISFAZIONE DI BISOGNI PARTICOLARI DI CIASCUN SEGMENTO DI MERCATO MEDIANTE : OFFERTA DI UN AMPIA VARIETÀ DI PRODOTTI COSTI CONTENUTI CONIUGA I PRINCIPALI BENEFICI DELLA: STANDARDIZZAZIONE PERSONALIZZAZIONE EFFICIENZA DOMANDA DIFFERENZIATA E PREMIUM PRICE. 25
26 Contenuti e gestione della qualità come valore del sistema in una prospettiva evolutiva C A T E N A D E L V A L O R E STRATEGIA DI PURE STANDARDIZATION PROGETTAZIONE DEL PRODOTTO FABBRICAZIONE DEI COMPONENTI ASSEMBLAGGIO DEL PRODOTTO FINITO MARKETING E DISTRIBUZIONE DEL PRODOTTO PROGETTAZIONE DEL PRODOTTO FABBRICAZIONE DEI COMPONENTI ASSEMBLAGGIO DEL PRODOTTO FINITO MARKETING E DISTRIBUZIONE DEL PRODOTTO STRATEGIA INTERMEDIA PROGETTAZIONE DEL PRODOTTO FABBRICAZIONE DEI COMPONENTI ASSEMBLAGGIO DEL PRODOTTO FINITO MARKETING E DISTRIBUZIONE DEL PRODOTTO 26
27 Contenuti e gestione della qualità come valore del sistema in una prospettiva evolutiva C A T E N A D E L V A L O R E STRATEGIA INTERMEDIA PROGETTAZIONE DEL PRODOTTO FABBRICAZIONE DEI COMPONENTI ASSEMBLAGGIO DEL PRODOTTO FINITO MARKETING E DISTRIBUZIONE DEL PRODOTTO STRATEGIA DI PURE CUSTOMIZATION PROGETTAZIONE DEL PRODOTTO FABBRICAZIONE DEI COMPONENTI ASSEMBLAGGIO DEL PRODOTTO FINITO MARKETING E DISTRIBUZIONE DEL PRODOTTO 27
28 Contenuti e gestione della qualità come valore del sistema in una prospettiva evolutiva OGGETTO FASE FORTE COMPETITIVITÀ TRA LE IMPRESE GESTIONE DELLA QUALITÀ SCOPO DELL IMPRESA RITARDARE IL PIÙ POSSIBILE LE ULTIME FASI DEL PROCESSO DI FABBRICAZIONE DEL PRODOTTO FINITO, PER AVVICINARE LA PERSONALIZZAZIONE DEL PRODOTTO AL MOMENTO DELL ACQUISTO L APPROCCIO MODULARE NELLA PROGETTAZIONE DEL PRODOTTO È UNA DELLE LEVE PRINCIPALI, ATTUALMENTE UTILIZZATE DALLE IMPRESE, PER ESTENDERE LA PERSONALIZZAZIONE ANCHE ALLE ATTIVITÀ DI PRODUZIONE 28
29 La qualità ambientale Qualità ambientale è Compatibilità con l ambiente dei processi produttivi e dei relativi risultati - beni e servizi - La salvaguardia dell ambiente richiede un continuo monitoraggio della compatibilità ambientale delle produzioni e dei prodotti, in quanto gli standard di compatibilità con l ambiente non sono assoluti ma dipendono da alcuni variabili, quali: Lo stato delle conoscenze scientifiche e tecniche La cultura sociale prevalente Esigenze economiche particolari (contenimento dei costi) 29
30 La qualità ambientale Il controllo della qualità ambientale implementa tecniche di valutazione di impatto ambientale con applicazione obbligatoria per molteplici produzioni Ogni organizzazione produttrice di beni e servizi è chiamata ad assicurare la qualità ambientale che, quale valore etico-sociale assurto a bisogno primario, è tutelabile attraverso: Leggi nazionali e comunitarie di sistema, soddisfazione indiretta dei bisogni tramite adeguata gestione e controllo dei processi produttivi Approcci volontari, propedeutici al rispetto delle leggi, pro-attivi e di miglioramento di prodotto, conformità dei prodotti a determinati requisiti che ne sanciscono direttamente la capacità di soddisfazione dei bisogni Si realizza attraverso la certificazione di Sistemi di Gestione Ambientale (SGA), sancita nelle Norme ISO 14000, in particolare ISO 14001:2004, finalizzata al rispetto delle norme vigenti, nonché all attuazione delle programmate politiche ambientali Si realizza attraverso il sistema regolamentato europeo dell Ecolabel, applicato a circa 250 categorie di prodotti in Europa (80 in Italia) 30
31 La qualità ambientale Gli approcci di sistema e di prodotto si traducono nella Dichiarazione Ambientale di Prodotto (DAP) o Environmental Product Declaration (EPD) si basa Documento che contiene è regolata informazioni oggettive circa l impatto ambientale di un prodotto o servizio dalla sua fabbricazione si formalizza ed utilizzazione fino al termine della sua vita utile, compreso il relativo è predisposta smaltimento. Essa: è controllata sulla valutazione del ciclo di vita del prodotto (LCA) dalle norme ISO 14020, Etichette e dichiarazioni ambientali,... in documenti denominati Product Specific Requirements (PSR) dai soggetti interessati, i produttori da appositi Organismi operanti la verifica e convalida delle DAP -va segnalato il Progetto Intend finanziato dall UE- da un competente Ente di accreditamento SINCERT dotato di regolamenti tecnici per le certificazioni di sistema e di prodotto 31
32 La qualità ambientale Un corretto approccio alla qualità ambientale sia a livello di sistema che di prodotto è essenziale per il conseguimento dell obiettivo strategico dello sviluppo sostenibile inteso come : capacità di un organizzazione di sviluppare e mantenere le proprie performance nel lungo periodo attraverso un bilanciamento degli interessi economico-finanziari con quelli ambientali "Managing for sustainability" - A quality management approach - Norma ISO 9004 (revisione 2009) 32
33 L informativa nel sistema qualità aziendale La qualità dell informativa aziendale cresce attraverso: l evoluzione della comunicazione economico-finanziaria obbligatoria la comunicazione volontaria realizzabile con interventi normativi su: principi contabili norme di condotta regole di funzionamento dei mercati finanziari considerata: fattore di copertura del gap informativo tra offerta degli emittenti e domanda degli stakeholder fattore di impulso della capacità competitiva 33
34 La comunicazione volontaria Suoi scopi: offrire un informativa ad hoc per i propri stakeholder; valorizzare fattori di gestione, quali il capitale umano, la fidelizzazione della clientela e di altri stakeholder, la notorietà del marchio, ecc.,. ; contenere l asimmetria informativa tra società ed investitori; rafforzare le reti di relazione tra i soggetti potenzialmente interessati all azienda; garantire i dovuti riconoscimenti ai management aziendali efficienti. Ne derivano: maggior solidità dell azienda e dei propri titoli Benefici minori costi di acquisizione del capitale rapporti più stabili e duraturi con: clienti e fornitori lavoratori dipendenti, collaboratori autonomi finanziatori tutti i portatori di interesse verso l azienda maggiore considerazione dei diversi interlocutori migliori conoscenze sul mercato della mission e di altri valori aziendali miglioramento delle reti di relazione con conseguenti vantaggi economici miglioramento dell immagine aziendale rafforzamento dei consensi nei confronti dell azienda 34
35 La comunicazione volontaria La comunicazione volontaria si realizza attraverso: strumenti di rendicontazione vera e propria (accountability diretta) costituiti da: strumenti di natura comunicativa/informativa (accountability indiretta) costituiti da: Bilancio sociale Bilancio ambientale Bilancio di sostenibilità Bilancio dell intangibile Codice etico Standard di certificazione 35
36 La comunicazione volontaria Bilancio sociale Bilancio ambientale Gli strumenti di rendicontazione (accountability diretta) sono: Delinea un quadro omogeneo, rigoroso, compiuto e trasparente dell interdipendenza tra i fattori economici e quelli socio-politici connaturati e conseguenti alle scelte di impresa (performance sociali) Offre informazioni spiccatamente di natura ambientale, specie con riguardo ad attività particolarmente critiche per gli impatti generati a livello ecologico/ambientale Bilancio di sostenibilità Integra in un unico report le performance economiche, sociali, ambientali delle imprese in un ottica di sviluppo sostenibile. (Business Ethics), vale a dire lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità per le generazioni future di appagare le proprie necessità Bilancio dell intangibile Identifica gli elementi intangibili - capitale umano, strutturale, relazionale - che garantiscono lo sviluppo futuro dell impresa; misura il valore generato dall investimento in responsabilità sociale 36
37 La comunicazione volontaria Codice etico Gli strumenti di natura comunicativa/informativa (accountability indiretta) sono: Principi e valori generali propri della cultura e della storia aziendale (Carta costituzionale dell impresa) Norme di condotta, guida ai comportamenti degli operatori aziendali Standard di certificazione Disciplinano determinati aspetti di contenuto e di processo dell attività aziendale nel rispetto dei principi di responsabilità sociale: SA800 Social Accountability 8000: - individuano comportamenti socialmente responsabili volti alla tutela dei diritti dei lavoratori da parte delle imprese; - sviluppano procedure organizzative; AA1000 Accountability 1000: - definiscono standard, regole e strumenti specializzati, universalmente validi, a supporto di rapporti sostenibili verso gli stakeholder. 37
38 Responsabilità Sociale d impresa (CSR) La Comunità europea definisce la Responsabilità Sociale d impresa come: integrazione su base volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle loro attività e nei loro rapporti con le parti interessate. La sua mission si focalizza nel preservare la riuscita economica, migliorando la reputazione/immagine dell azienda e conquistando la fiducia dei portatori d interesse (stakeholder). Attraverso la CSR: l impegno etico dell impresa entra direttamente nella catena del valore, proponendo nuove leve competitive l impresa coglie l obiettivo di massimizzare i ritorni di lungo periodo, rispondendo alle attese economiche, ambientali, sociali di tutti i portatori di interesse (stakeholder). 38
PINGONO SPINGONO ALLA CREAZIONE
LE MOTIVAZIONI CHE SPINGONO ALLA CREAZIONE DEI GRUPPI AZIENDALI INDICE Premessa Le categorie di motivazioni Le motivazioni economiche Le motivazioni extraeconomiche Gli svantaggi connessi alla struttura
DettagliPunti dell intervento
Punti dell intervento 1. Premessa definitoria 2. Cosa pensa un campione d aziende delle aggregazioni aziendali (ricerca nella Regione Marche) 3. Possibilità/limiti della cooperazione tra aziende 4. Vantaggi
DettagliAllegato alla DGR n. del
Accordo ai sensi dell art. 15 della legge n. 241/90 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Puglia e l'istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA)
DettagliLa comunicazione economico-finanziaria
La comunicazione economico-finanziaria Università di Urbino La comunicazione economico-finanziaria E il complesso delle comunicazioni effettuate attraverso qualsiasi canale di diffusione dalla direzione
DettagliL esperienza del Rapporto Annuale Integrato
L esperienza del Rapporto Annuale Integrato Angelo Bettinzoli Amministratore Delegato Sabaf S.p.A. Roma, 24 ottobre 2006 Chi è Sabaf Sabaf è il principale produttore mondiale di componenti per apparecchi
DettagliCERTIFICAZIONE DI QUALITA
CERTIFICAZIONE DI QUALITA Premessa Lo Studio Legale & Commerciale D Arezzo offre servizi di consulenza per la certificazione di qualità secondo gli standard internazionali sulle principali norme. L obiettivo
DettagliASPETTI ECONOMICO-AZIENDALI DEL CONTRATTO DI RETE
ASPETTI ECONOMICO-AZIENDALI DEL CONTRATTO DI RETE Tommaso Perfetti dottore di ricerca in economia aziendale dottore commercialista e revisore dei conti 8 febbraio 2013 Il concetto di aggregazione aziendale
DettagliDiventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione.
ISO 9001 Con la sigla ISO 9001 si intende lo standard di riferimento internazionalmente riconosciuto per la Gestione della Qualità, che rappresenta quindi un precetto universale applicabile all interno
DettagliLA FORMAZIONE COME STRUMENTO ELETTIVO PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA DELLA SICUREZZA, DELLA DIFFUSIONE DELLE CONOSCENZE
LA FORMAZIONE COME STRUMENTO ELETTIVO PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA DELLA SICUREZZA, DELLA DIFFUSIONE DELLE CONOSCENZE LA FORMAZIONE COME STRUMENTO DEL MIGLIORAMENTO DEI PROCESSI PRODUTTIVI E LA VALORIZZAZIONE
DettagliProgramma di Export Temporary Management
Programma di Export Temporary Management Aree di intervento Business Strategies, grazie ad una solida esperienza acquisita negli anni, eroga servizi nell ambito dell Export Temporary Management finalizzati
DettagliA.I.N.I. Associazione Imprenditoriale della Nazionalità Italiana Udruga Poduzetnika Talijanske Narodnosti
L AINI ( ) è un Associazione di artigiani e di piccole e medie imprese appartenenti ai diversi settori merceologici i cui proprietari sono appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana in Croazia (CNI),
DettagliIl valore della comunicazione d impresa. Renato Fiocca Incontri AISM - settembre 2001
Il valore della comunicazione d impresa Renato Fiocca Incontri AISM - settembre 2001 Il ruolo della comunicazione aziendale L azienda nel suo normale operare entra in relazione con moltissimi pubblici
DettagliIL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:
IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:! definisce i bisogni e i desideri insoddisfatti! ne definisce l ampiezza! determina quali mercati obiettivo l impresa può meglio servire! definisce i prodotti
DettagliFUSIONI E ACQUISIZIONI
FUSIONI E ACQUISIZIONI 1. Fusioni e acquisizioni: concetti introduttivi 2. Il valore del controllo di un impresa 3. La redditività di un acquisizione 4. Alcuni tipi particolari di acquisizioni: LBO, MBO
Dettagli30/09/2009. Dott.ssa Francesca Picciaia Università di Perugia Facoltà di Economia
Dott.ssa Francesca Picciaia Università di Perugia Facoltà di Economia 2 Caratteristiche: Stipula di un contratto formale in grado di fornire maggiore stabilità al rapporto collaborativo Mantenimento di
DettagliAGGREGAZIONI DI IMPRESE
AGGREGAZIONI DI IMPRESE ACCORDI DI COLLABORAZIONE TRA IMPRESE PER IL RAGGIUNGIMENTO DI UN OBIETTIVO COMUNE ESEMPI: CONSORZI, FRANCHISING, GRUPPI AZIENDALI SONO FINALIZZATI A MANTENERE, RAFFORZARE O RIPRISTINARE
DettagliGestione Finanziaria delle Imprese. private equity e venture capital
GESTIONE FINANZIARIA DELLE IMPRESE Private Equity e Venture Capital Il private equity e il venture capital Anni 80 Con venture capital si definiva l apporto di capitale azionario, da parte di operatori
DettagliM-DIR-03 Politica e Codice Etico
M-DIR-03 Politica e Codice Etico Anno 2011 BM&PLANETA srl EMISSIONE REDAZIONE VERIFICA APPROVAZIONE MOTIVO DELLA REVISIONE DOCUMENTI DI RIFERIMENTO CODICE TITOLO DEL DOCUMENTO RESPONSABILE DELLA ARCHIVIAZIONE
DettagliPiano delle Performance
Comune di Pavullo nel Frignano Provincia di Modena Bilancio di Previsione 2011 Bilancio Pluriennale 2011 / 2013 Piano delle Performance *** Documento sulla compatibilità del sistema di programmazione,
DettagliTECNICO SUPERIORE DEI TRASPORTI E DELL INTERMODALITÀ
ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE SETTORE TRASPORTI TECNICO SUPERIORE DEI TRASPORTI E DELL INTERMODALITÀ STANDARD MINIMI DELLE COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI TECNICO SUPERIORE DEI TRASPORTI E
DettagliIndice. Prefazione PARTE PRIMA LE FONDAZIONI DI PARTECIPAZIONE NELLE STRATEGIE COLLABORATIVE TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED IMPRESE
Indice Prefazione XI PARTE PRIMA LE FONDAZIONI DI PARTECIPAZIONE NELLE STRATEGIE COLLABORATIVE TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED IMPRESE Capitolo 1 Le partnership pubblico-privato nei nuovi modelli di gestione
DettagliCittà di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE
Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Allegato Delibera Giunta Comunale n. 110 del 19 maggio 2014 1) Caratteristiche generali del sistema
Dettagliairis consulting Via Domenichino, 19-20149 - Milano Tel: 02.43986313 - Fax: 02.43917414 e-mail: info@airisconsulting.it web: www.airisconsulting.
Via Domenichino, 19-20149 - Milano Tel: 02.43986313 - Fax: 02.43917414 e-mail: info@.it web: www..it Chi siamo AIRIS CONSULTING è una Società di Consulenza di Direzione nata per rispondere al bisogno delle
DettagliPOLITICA DELLA QUALITA DELL AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ALIMENTARE
POLITICA DELLA QUALITA DELL AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ALIMENTARE 1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE Questo documento descrive le responsabilità della Direzione. Responsabilità che si esplicano nel comunicare
DettagliGli 8 principi della Qualità
LA QUALITA NEL TEMPO Qualità Artigianale fino al ventesimo secolo; Ispezione e Collaudo - fino alla prima guerra mondiale; Controllo Statistico sui prodotti - fino al 1960; Total Quality Control fino al
DettagliPiani integrati per lo sviluppo locale. Progetti di marketing territoriale. Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali
Piani integrati per lo sviluppo locale Progetti di marketing territoriale Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali Sviluppo di prodotti turistici Strategie e piani di comunicazione Percorsi
DettagliLa valutazione dell efficienza aziendale ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE
La valutazione dell efficienza aziendale EFFICIENZA E LA CAPACITA DI RENDIMENTO O L ATTITUDINE A SVOLGERE UNA DETERMINATA FUNZIONE. E MISURATA DAL RAPPORTO TRA I RISULTATI CONSEGUITI E LE RISORSE IMPIEGATE
DettagliCGIL CISL UIL. Gli Enti Bilaterali emanazione delle parti sociali (alle quali resta la competenza delle politiche. 00198 Roma Corso d Italia, 25
Particolare rilievo è posto alla questione della formazione professionale continua che si evidenzia come un importante strumento per il rafforzamento del patrimonio di conoscenze dei lavoratori, per il
DettagliDAMA DEMOLIZIONI E SMONTAGGI S.R.L.
DAMA DEMOLIZIONI E SMONTAGGI S.R.L. D.Lgs 231/2001 Codice Etico 1 INDICE 1. Introduzione Pag. 3 2. Politiche di condotta negli affari Pag. 3 2.1 Dipendenti, collaboratori e consulenti Pag. 5 3. Salute,
DettagliPOLITICA PER LA QUALITÀ, L AMBIENTE, LA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E LA RESPONSABILITA SOCIALE
POLITICA DEL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO La Cooperativa sociale ITALCAPPA è consapevole dell importanza e della necessità di avvalersi di un Sistema di Gestione integrato per la qualità, l ambiente,
DettagliIL PATRIMONIO INTANGIBILE. Idee e metodologie per la direzione d impresa. Marzo 2004
Marzo Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. IL PATRIMONIO INTANGIBILE COSA SI INTENDE PER PATRIMONIO INTANGIBILE?
DettagliESSERE O APPARIRE. Le assicurazioni nell immaginario giovanile
ESSERE O APPARIRE Le assicurazioni nell immaginario giovanile Agenda_ INTRODUZIONE AL SETTORE ASSICURATIVO La Compagnia di Assicurazioni Il ciclo produttivo Chi gestisce tutto questo Le opportunità di
DettagliAggregazioni per una nuova competitività delle imprese
INSIEME E MEGLIO? Aggregazioni per una nuova competitività delle imprese Daniele Dondarini Responsabile CNA Servizi alla Comunità Emilia Romagna Angelo Cornacchione Presidenza CNA Servizi alla Comunità
DettagliTECNICO SUPERIORE DELLA LOGISTICA INTEGRATA
ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE SETTORE TRASPORTI TECNICO SUPERIORE DELLA LOGISTICA INTEGRATA STANDARD MINIMI DELLE COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI TECNICO SUPERIORE DELLA LOGISTICA INTEGRATA
DettagliLa nuova rete territoriale del Coni: visione, strategie ed organizzazione territoriale
La nuova rete territoriale del Coni: visione, strategie ed organizzazione territoriale 2 La vision Nel riconoscere il ruolo fondamentale che le politiche territoriali rivestono per l'organizzazione sportiva
DettagliSistema di Gestione Integrata Qualità/Ambiente/Sicurezza Doc.3 Politiche aziendale. Qualità/Ambiente
Pag. 1 di 5 Qualità/Ambiente L azienda Di Leo Nobile S.p.A. è nata nel 1956 a Castel San Giorgio (Sa) ed è uno stabilimento di circa m² 16.591 di cui 10.000 m² coperti, nel quale è concentrata l attività
DettagliCIRCOLO RICREATIVO AZIENDALE LAVORATORI DI POSTE ITALIANE. CRALPoste CODICE DI COMPORTAMENTO
CIRCOLO RICREATIVO AZIENDALE LAVORATORI DI POSTE ITALIANE CRALPoste CODICE DI COMPORTAMENTO Roma, 31 Marzo 2005 INDICE Premessa pag. 3 Destinatari ed Ambito di applicazione pag. 4 Principi generali pag.
DettagliIL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE
IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE Relatore: LIFE 04 ENV/IT/494 AGEMAS Obiettivi del sistema di gestione ambientale Prevenzione, riduzione dell inquinamento Eco-efficienza nella gestione delle
DettagliL organizzazione aziendale
Università degli studi di Teramo Facoltà di Agraria Lezioni di Economia e gestione delle imprese vitivinicole aziendale Emilio Chiodo Anno Accademico 2014-2015 Le operazioni aziendali Il sistema delle
DettagliLa Cooperazione allo Sviluppo: il contributo della Regione Sardegna
Legge Regionale n. 19/96 Norme in materia di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e di collaborazione internazionale La Cooperazione allo Sviluppo: il contributo della Regione Sardegna Incontri
DettagliCOMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)
COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA
DettagliVuole rappresentare un punto di riferimento affidabile in quei delicati momenti di cambiamento e di sviluppo del nuovo.
MASTER si propone come facilitatore nella costruzione e pianificazione di strategie di medio e lungo termine necessarie ad interagire con gli scenari economici e sociali ad elevato dinamismo. Vuole rappresentare
DettagliFABBISOGNO DI FINANZIAMENTO
FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO Fonti interne: autofinanziamento Fonti esterne: capitale proprio e capitale di debito Capitale proprio: deriva dai conferimenti dei soci dell azienda e prende il nome, in contabilità,
DettagliPiano di marketing internazionale
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO CORSO DI MARKETING INTERNAZIONALE anno accademico 2004/2005 ISSUE 6: Piano di marketing internazionale Prof. Mauro Cavallone Dott.ssa Chiara Zappella Materiale didattico
DettagliCHI SIAMO. Viale Assunta 37 20063 Cernusco s/n Milano 02-92107970 info@cimscarl.it
CHI SIAMO C.I.M. non è un comune consorzio ma una società consortile creata dopo approfonditi studi ed esperienze maturate da un gruppo di specialisti in grado di operare in molte aree geografiche del
DettagliLa valutazione delle immobilizzazioni immateriali
CORSO DI CONTABILITA E BILANCIO 2 La valutazione delle immobilizzazioni immateriali Seconda lezione 1 DEFINIZIONE condizioni produttive controllate dall impresa, utili per l esercizio della sua gestione
DettagliRuolo e attività del punto nuova impresa
SISTEMA DOTALE E CULTURA D IMPRESA: UNA RETE DI SERVIZI PER IL TERRITORIO MANTOVANO a cura di Alessandra Ligabue PROMOIMPRESA Ruolo e attività del punto nuova impresa PromoImpresa, in qualità di Azienda
DettagliAlla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente
Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente Controllo di Gestione e Misurazione delle Performance: l integrazione delle competenze, la valorizzazione delle differenze e la tecnologia
DettagliLezione 1 Organizzazione, organi e relazioni
Lezione 1 Organizzazione, organi e relazioni Economia e Organizzazione Aziendale Modulo 4 - L organizzazione aziendale Unità didattica 1 Concetti base dell organizzazione Antonio Dallara Concetto di organizzazione
DettagliOutlook finanziario dell agricoltura europea
Gian Luca Bagnara Outlook finanziario dell agricoltura europea I prezzi agricoli hanno colpito i titoli dei giornali negli ultimi cinque anni a causa della loro volatilità. Tuttavia, questa volatilità
DettagliComune di San Martino Buon Albergo
Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE
DettagliBILANCIARSI - Formazione e Consulenza per la legalità e la sostenibilità delle Organizzazioni
INTRODUZIONE BilanciaRSI è una società di formazione e consulenza specializzata nei temi della Legalità, della Sostenibilità, della Responsabilità d Impresa e degli Asset Intangibili. Da più di 10 anni
DettagliGli standard ISO 50001 e UNI 11352 per l efficienza energetica: opportunità, benefici e ritorni degli investimenti
Per una migliore qualità della vita Gli standard ISO 50001 e UNI 11352 per l efficienza energetica: opportunità, benefici e ritorni degli investimenti Umberto Chiminazzo Direttore Generale Certiquality
DettagliAZIONI SVILUPPO. infografica by 1
AZIONI SVILUPPO Ottobre 2007 infografica by 1 IL MOTIVO DELLE AZIONI SVILUPPO infografica by 2 IL MOTIVO 1 2 Dove siamo? Sistema Italia Tessuto industriale ricco di imprese a BMC (Bassa e Media Capitalizzazione,
Dettagli05/11/2011. CONTROLLO E SVILUPPO INTERNAZIONALE DELLE IMPRESE Prof. Luca Fornaciari
CONTROLLO E SVILUPPO INTERNAZIONALE DELLE IMPRESE Prof. Luca Fornaciari Lo sviluppo internazionale delle imprese CdA Proprietà L internazionalizzazione delle imprese OBIETTIVO DI FONDO DELL AZIENDA SCELTE
DettagliEconomia aziendale - introduzione-
Economia aziendale - introduzione- Economia aziendale scienza che studia le condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita delle aziende (Zappa 1927) mira a dare norme e precetti per la razionale
DettagliLa nuova Politica Agricola Comune (PAC)
Argomenti trattati La nuova Politica Agricola Comune (PAC) Il percorso per giungere alla nuova PAC I principali elementi della discussione in atto Lo Sviluppo Rurale nella nuova PAC Spunti di riflessione
DettagliCONVEGNO ASSORETIPMI FONDAZIONE MARCO BIAGI MODENA 20 Novembre 2014
CONVEGNO ASSORETIPMI FONDAZIONE MARCO BIAGI MODENA 20 Novembre 2014 INTERNAZIONALIZZAZIONE: IMPRESE IN RETE PER SVILUPPARE CON SUCCESSO IL PROPRIO BUSINESS Marco Palazzi - International Business Partners
DettagliLe Aziende Non Profit:
Le Aziende Non Profit: Aspetti istituzionali, accountability strumenti di gestione Maria Teresa Nardo mt.nardo@unical.it 1 6 novembre 2008 Le ANP: caratteri generali La crisi del welfare state ha comportato
DettagliFoto indicativa del contenuto del modulo. Materiale Didattico Organizzazione Aziendale
Foto indicativa del contenuto del modulo Materiale Didattico Organizzazione Aziendale 3 Strategia d impresa (Introduzione al problema strategico) 4 Premessa Tema caratterizzato da ampispazi di indeterminatezza
DettagliMONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE
Istituto Nazionale Previdenza Sociale MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE ORGANISMO INDIPENDENTE DI VALUTAZIONE 1 INDICE
DettagliLa Certificazione di qualità in accordo alla norma UNI EN ISO 9001:2000
La Certificazione di qualità in accordo alla norma UNI EN ISO 9001:2000 Giorgio Capoccia (Direttore e Responsabile Gruppo di Audit Agiqualitas) Corso USMI 07 Marzo 2006 Roma Gli argomenti dell intervento
DettagliMODULO 1 EVOLUZIONE DEI PRINCIPI E DEGLI STRUMENTI PER FARE QUALITÀ 1970 - LA QUALITÀ COME SISTEMA. Prima parte:
MODULO 1 Prima parte: Concetti generali introduttivi. Soddisfazione del cliente. Gli 8 principi della Qualità. Seconda parte: I Sistemi di Gestione Normazione, Certificazione e Accreditamento 1 EVOLUZIONE
DettagliCOME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING
Febbraio Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING COS E UN
Dettagli1. Il fine del sistema territoriale. 2. Le dimensioni dello sviluppo sostenibile. 3. Il significato ed il ruolo del marketing territoriale
Indice degli argomenti Convegno Qualità Ambientale e Marketing Territoriale Reggio Emilia, 22 Aprile 2009 Ambiente come strategia del marketing 1. Il fine del sistema 2. Le dimensioni dello sviluppo sostenibile
DettagliBilancio Economico Pluriennale 2014 2015-2016
Regione Calabria Azienda Sanitaria Provinciale Cosenza Il Direttore Generale Bilancio Economico Pluriennale 2014 2015-2016 Il Direttore Generale Dott. Gianfranco Scarpelli RELAZIONE AL BILANCIO PLURIENNALE
DettagliSostegno pubblico agli investimenti e credito: il contributo delle banche allo sviluppo rurale Lamezia Terme, 15 aprile 2014
Sostegno pubblico agli investimenti e credito: il contributo delle banche allo sviluppo rurale Lamezia Terme, 15 aprile 2014 Francesca Macioci Ufficio Crediti Associazione Bancaria Italiana Politica di
DettagliPresentazione di Arthur D. Little Integrazione di sistemi di gestione
Presentazione di Arthur D. Little Integrazione di sistemi di gestione Presentazione a: Novembre 2010 Arthur D. Little S.p.A. Corso Sempione, 66 20124 Milano Telefono (39) 02.673761 Telefax (39) 02.67376251
DettagliIl sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia
Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia Report a cura del Nucleo di Valutazione delle Prestazioni Dirigenziali Settembre 2014 1 Premessa Il Report Il sistema di misurazione
DettagliSISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE
SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE Q.TEAM SRL Società di Gruppo Medilabor HSE Via Curioni, 14 21013 Gallarate (VA) Telefono 0331.781670 Fax 0331.708614 www.gruppomedilabor.com Azienda con Sistema Qualità,
Dettagli1- Corso di IT Strategy
Descrizione dei Corsi del Master Universitario di 1 livello in IT Governance & Compliance INPDAP Certificated III Edizione A. A. 2011/12 1- Corso di IT Strategy Gli analisti di settore riportano spesso
DettagliSERVIZI DI GESTIONE PATRIMONIALE
SERVIZI DI GESTIONE PATRIMONIALE Annuncio Pubblicitario CONOSCERE I NOSTRI CLIENTI I bisogni, le aspettative ed il modo di interpretare gli investimenti sono differenti per ogni Cliente. Siamo certi che
DettagliLA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE IMPRESE CORPORATE SOCIAL RESPONSABILITY
Attenzione: la Guida che state stampando è aggiornata al 10/10/2007. I file allegati con estensione.doc,.xls,.pdf,.rtf, etc. non verranno stampati automaticamente; per averne copia cartacea è necessario
DettagliREGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO
REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO APPROVATO DAL CONSIGLIO GENERALE NELL ADUNANZA DEL 28/06/2013 Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI
DettagliQualità è il grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfa i requisiti (UNI EN ISO 9000:2005)
La Qualità secondo ISO Qualità è l insieme delle proprietà e delle caratteristiche di un prodotto o di un servizio che conferiscono ad esso la capacità di soddisfare esigenze espresse o implicite (UNI
DettagliPolitica di Acquisto di FASTWEB
Politica di Acquisto di FASTWEB Edizione Settembre 2012 Editoriale Innovare per crescere ed essere sempre i primi, anche nell eccellenza con cui serviamo i nostri Clienti. Questo il principio ispiratore
DettagliCorso di Economia e Gestione delle Imprese
Lezione 7 (rif. (rif. cap.. 6 Sciarelli) Corso di Economia e Gestione delle Imprese elena.cedrola@unimc.it a.a. 2009-2010 2010 Prof. Elena Cedrola http://docenti.unimc.it/docenti/elena-cedrola Contenuti
DettagliLA NOSTRA PARTECIPAZIONE
ha interpretato e sostenuto negli anni lo sviluppo della mutualità, l affermazione dei principi solidaristici e la responsabilità sociale dell Impresa Cooperativa che ottiene benefici tramite la costituzione
DettagliIL FONDO OGGI E DOMANI
IL FONDO OGGI E DOMANI Lo schema di gestione che ha caratterizzato il Fondo fin dalla sua origine nel 1986 prevede un unico impiego delle risorse su una linea assicurativa gestita con contabilità a costi
DettagliLe competenze per la gestione e lo sviluppo delle risorse umane nelle università e negli enti di ricerca
Scuola di Management per le Università, gli Enti di ricerca e le Istituzioni Scolastiche Le competenze per la gestione e lo sviluppo delle risorse umane nelle università e negli enti di ricerca Dott. William
DettagliMANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ
MANUALE GESTIONE QUALITÀ SEZ. 5.1 REV. 02 pagina 1/5 MANUALE DELLA QUALITÀ Rif.to: UNI EN ISO 9001:2008 PARTE 5: RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA
DettagliSISTEMA DI CONTROLLO INTERNO per la gestione del rischio amministrativo-contabile
Allegato al Decreto n. 465 del 30/07/2013 Piano 2013-2015 e programma 2013 Piano 2013-2015 e programma 2013 per lo sviluppo del SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO per la gestione ***** pagina 1/12 1. Linee guida
DettagliOrganizzazione e pianificazione delle attività di marketing
Organizzazione e pianificazione delle attività di marketing Il continuum delle strutture tra efficienza ed efficacia Struttura funzionale Struttura divisionale Struttura a matrice Struttura orizzontale
DettagliL integrazione dei sistemi qualità, sicurezza, ambiente
L integrazione dei sistemi qualità, sicurezza, ambiente Alberto ANDREANI v.le Mameli, 72 int. 201/C 61100 PESARO Tel. 0721.403718 E.Mail:andreani@pesaro.com Definizione L insieme del personale, delle responsabilità,
DettagliContabilità e fiscalità pubblica
Contabilità e fiscalità pubblica Corso 60 ore Negli ultimi anni è in corso un consistente sforzo - che partendo dal piano normativo si ripercuote sull ordinamento e sulla gestione contabile di tutte le
DettagliOrganizzazione aziendale Lezione 12 I modelli organizzativi Cap. 7. Ing. Marco Greco m.greco@unicas.it Tel.0776.299.
Organizzazione aziendale Lezione 12 I modelli organizzativi Cap. 7 Ing. Marco Greco m.greco@unicas.it Tel.0776.299.3641 Stanza 1S-28 Ciclo di vita dell organizzazione Ciclo di vita dell organizzazione
DettagliIl sistema della comunicazione economico-finanziaria
Corso di International Accounting Università degli Studi di Parma - Facoltà di Economia (Modulo 1 e Modulo 2) LAMIB Il sistema della comunicazione economico-finanziaria Anno Accademico 2009-2010 1 Rapporto
Dettagli1 La politica aziendale
1 La Direzione Aziendale dell Impresa Pizzarotti & C. S.p.A. al livello più elevato promuove la cultura della Qualità, poiché crede che la qualità delle realizzazioni dell Impresa sia raggiungibile solo
DettagliBASILE PETROLI S.p.A. Dichiarazione Politica qualità, ambiente e sicurezza
BASILE PETROLI S.p.A. Dichiarazione Politica qualità, ambiente e sicurezza Rev. 03 del 27 maggio 2008 La BASILE PETROLI S.p.A., nell ambito delle proprie attività di stoccaggio e commercializzazione di
DettagliIl Sistema Integrato di Gestione della Conoscenza dell Agenzia
Il Sistema Integrato di Gestione della Conoscenza dell Agenzia Roma, 15 aprile 2003 (ver. 1.0) Indice IL CONTESTO DI RIFERIMENTO DELL AGENZIA CRITICITA ED ESIGENZE DELL AGENZIA I PROGETTI AVVIATI IL MOADEM
DettagliTE SOCIAL CORPORA RESPONSIBILITY TE SOCIAL
LA CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY COME STRUMENTO DI PREMIALITA PER LE IMPRESE Filippo Amadei Centro Studi BilanciaRSI Ricerca consulenza e formazione per la sostenibilità aziendale 16 aprile 2013 Dalla
DettagliREGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità
REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della
DettagliPROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A
PROTOCOLLO D'INTESA TRA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE (di seguito denominato Ministero) E DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A (di seguito denominata Casa Editrice) VISTO il decreto legislativo 16 aprile 1994, n.
DettagliIL NUOVO INDIRIZZO AMMINISTRAZIONE, FINANZA E MARKETING
IL NUOVO INDIRIZZO AMMINISTRAZIONE, FINANZA E MARKETING Itis Galilei di Roma - 4 dicembre 2009 - VI CONFLUISCONO GLI INDIRIZZI PREESISTENTI: ISTITUTI TECNICI COMMERCIALI Ragioniere e perito commerciale
DettagliVigilanza bancaria e finanziaria
Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO
DettagliFINANZIAMENTI AGEVOLATI REGIONE LOMBARDIA
FINANZIAMENTI AGEVOLATI REGIONE LOMBARDIA LINEE D INTERVENTO: 1. SVILUPPO AZIENDALE; 2. INNOVAZIONE DI PRODOTTO E DI PROCESSO; 3. APPLICAZIONE INDUSTRIALE DI RISULTATI DELLA RICERCA; 4. CRESCITA DIMENSIONALE
DettagliCARTA DEI SERVIZI MEDEA
CARTA DEI SERVIZI MEDEA Indice 1. Introduzione 2. MEDEA e la Carta dei Servizi: chi siamo, obiettivi e finalità 3. I principi fondamentali 4. Standard qualitativi 5. I servizi erogati 6. Validità della
DettagliIFITALIA SPA INTERNATIONAL FACTORS ITALIA. Direzione Commerciale Dicembre 2006
IFITALIA SPA INTERNATIONAL FACTORS ITALIA Direzione Commerciale Dicembre 2006 Factoring Tour: Firenze, 6 febbraio 2007 Il Factoring: è complementare, non alternativo al credito bancario; rafforza il rapporto
DettagliL ORGANIZZAZIONE DELLE APT
L ORGANIZZAZIONE DELLE APT Economia delle Aziende e delle Amministrazioni Pubbliche Dott.ssa Daniela Sorrentino 27 maggio 2015 Dott.ssa Daniela Sorrentino 1 Agenda Il Concetto di Organizzazione Strutture
DettagliMANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6
MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.
Dettagli