LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEL RAPPORTO DI SOSTENIBILITÀ
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- Biaggio De Angelis
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1 LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEL RAPPORTO DI SOSTENIBILITÀ Settembre 2014
2 INDICE PREMESSA... 3 PRINCIPI GENERALI SULLA RESPONSABILITÀ SOCIALE D IMPRESA... 3 LA GESTIONE DELLA CSR... 3 ANALISI DI CONTESTO... 5 Modelli di riferimento per la redazione del Rapporto di Sostenibilità... 5 Scelte operate dal Gruppo... 6 COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDER... 9 DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI MIGLIORAMENTO DEFINIZIONE DEI PROGETTI E DEI RELATIVI INDICATORI Individuazione e censimento degli indicatori Definizione del perimetro di rendicontazione ATTIVAZIONE DEI FLUSSI INFORMATIVI E DI MONITORAGGIO Attivazione dei flussi di raccolta delle informazioni Attività di monitoraggio/controllo delle informazioni raccolte REDAZIONE E DIFFUSIONE DEL RAPPORTO DI SOSTENIBILITÀ ALLEGATI LA RELAZIONE ECONOMICA... 17
3 PREMESSA Queste Linee Guida formalizzano il processo gestionale per la rendicontazione agli stakeholder delle attività aziendali che hanno impatto sociale e ambientale. Il documento pertanto, a partire dalla definizione di Corporate Social Responsibility in cui si riconosce Intesa Sanpaolo, indica le diverse fasi organizzative attivate al fine di incorporare criteri di responsabilità sociale e ambientale (CSR) in tutte le attività aziendali. Il documento esplicita l ambito normativo di riferimento sulla rendicontazione sociale, le scelte operate dal Gruppo in termini di standard nazionali e internazionali adottati e i vincoli derivanti da questi impegni. Nello specifico, vengono descritti i processi di rendicontazione e di valutazione dell efficacia delle iniziative messe in campo. PRINCIPI GENERALI SULLA RESPONSABILITÀ SOCIALE D IMPRESA La Responsabilità Sociale d Impresa (Corporate Social Responsibility o CSR) nella quale il gruppo Intesa Sanpaolo si riconosce è la volontà di integrare impegni di natura sociale e ambientale all interno della visione strategica d impresa. Tale volontà è espressione diretta della missione aziendale, che promuove uno stile di crescita attento alla sostenibilità nel tempo dei risultati, valutando l impatto causato dall operare dell azienda nella realtà di cui fa parte e verso la quale riconosce un rapporto di reciproca interdipendenza. Il Gruppo Intesa Sanpaolo vuole connotarsi sul mercato non solo per i risultati economico-finanziari che si è impegnato a conseguire, ma soprattutto per come svolge la propria attività da cui fondamentalmente dipende l eccellenza dei servizi offerti ai clienti, la valorizzazione delle competenze dei collaboratori, la soddisfazione degli azionisti, il contributo allo sviluppo economico e sociale dei territori nei quali il Gruppo opera. Il nostro è un impegno volontario nel voler considerare e rispondere a più soggetti portatori di interessi e attese nei nostri confronti: gli stakeholder. Impegno che vuole dare voce a chi, in diversa misura, ha la capacità di influenzare il raggiungimento degli obiettivi aziendali definiti nel Piano d Impresa, ha rappresentatività e, sia nel presente che nel futuro, può dover far fronte agli impatti derivanti dalle attività aziendali del Gruppo. I principi e i valori che governano il nostro agire nei confronti degli stakeholder sono inscritti nel Codice Etico di Gruppo. Attraverso questo documento Intesa Sanpaolo esplicita il fondamento della propria cultura aziendale, declinando criteri di comportamento che regolano la propria operatività. Il Codice Etico è quindi la bussola che consente di calare principi e valori nel nostro agire quotidiano. In questa prospettiva il Rapporto di Sostenibilità consente di misurare la coerenza dei fatti rispetto a quei valori che il Gruppo si è assunto, rendicontando agli stakeholder ciò che è stato fatto per produrre valore sociale e ambientale. Il Rapporto di Sostenibilità è uno strumento di dialogo che consente ai nostri interlocutori di valutare il nostro operato; rappresenta l esito finale di un processo che vede il Gruppo impegnato a comprendere le aspettative degli stakeholder e a dare risposta alle loro esigenze, bilanciando interessi a volte contrapposti e contemperandoli con gli obiettivi aziendali in un ottica di reciproco vantaggio. LA GESTIONE DELLA CSR La struttura Corporate Social Responsibility (Unità CSR), che riporta all Area di Governo Chief Governance Officer, ha il compito di supportare l alta direzione nella gestione di tutte le questioni di responsabilità sociale garantendo il corretto posizionamento della Banca su questi temi nelle diverse arene di riferimento. Le attività di CSR vengono attuate secondo un modello di auto-responsabilizzazione delle Strutture della Banca che sono impegnate a garantire l applicazione dei valori e principi di responsabilità sociale nella propria attività ordinaria di business. L Unità CSR svolge in questo contesto un ruolo di supporto, di consulenza e, ove necessario, di coordinamento, ma ogni
4 struttura è in prima persona protagonista e titolare di impegni, azioni e relazioni. Per rendere efficace e operativo questo principio di auto-responsabilizzazione sono stati individuati all interno di ogni funzione dei Referenti CSR (più avanti chiamati Referenti ), figure che collaborano in modo particolare con l Unità CSR, ma vivono e operano quotidianamente all interno delle rispettive strutture (vedi l elenco dei Referenti di CSR sull Intranet alla sezione Gruppo Governance Strutture a diretto riporto dei vertici aziendali Responsabilità Sociale Network dei Referenti ). L Unità CSR ha individuato un processo gestionale che coinvolge i Referenti e si compone delle seguenti fasi:
5 ANALISI DI CONTESTO Il concetto di sostenibilità è per Intesa Sanpaolo un criterio cardine del Piano d Impresa. Questa strategia comporta la capacità di analizzare il contesto nazionale ed internazionale in cui il Gruppo opera valutando le leve di crescita e gli impatti economici, sociali e ambientali delle proprie attività. Per tale motivo l Unità CSR ha il compito di: analizzare gli scenari a livello nazionale ed internazionale al fine di garantire il corretto posizionamento del Gruppo nell ambito delle strategie di responsabilità sociale e ambientale; prestare consulenza e supporto agli Organi societari, alle Business Unit, alle Direzioni e alle società del Gruppo nell implementazione dei programmi e delle azioni che decidono di intraprendere in materia di responsabilità sociale, nonché nell adesione alle principali iniziative internazionali in materia di sostenibilità. Questa attività ha portato il Gruppo Intesa Sanpaolo ad aderire all iniziativa delle Nazioni Unite per il settore finanziario (UNEP-FI Settore Finanziario per l Ambiente) e al Global Compact (10 principi relativi ai diritti umani, alla tutela dell ambiente e alla lotta alla corruzione). Sono stati inoltre sottoscritti gli Equator Principles, linee guida dell International Finance Corporation (sussidiaria della Banca Mondiale) che hanno lo scopo di gestire i rischi sociali e ambientali nell attività di project finance. Per quanto riguarda la redazione del Rapporto di Sostenibilità, Intesa Sanpaolo, sulla base dei modelli di riferimento nazionali ed internazionali, ha adottato specifiche linee guida. Modelli di riferimento per la redazione del Rapporto di Sostenibilità La rendicontazione della Responsabilità Sociale d Impresa è un processo sistematico che si può avvalere di differenti strumenti di reporting. In Italia, nel corso degli anni Settanta e Ottanta, al proliferare di alcune iniziative di rendicontazione sociale seguì nel 1981 il disegno di legge n. 1517, presentato al Senato della Repubblica e contenente norme sul rendiconto sociale delle imprese e sulla istituzione dei Consigli di Vigilanza ; tale disegno di legge non ebbe però seguito. A livello comunitario, il dibattito sulla responsabilità sociale d impresa ha preso vigore agli inizi del 2000 soprattutto grazie all attenzione che la Commissione Europea ha riservato alla CSR definendola una strategia in grado di contribuire a definire e realizzare un nuovo modello di sviluppo economico e sociale. Nel marzo 2006 la Commissione ha pubblicato una Comunicazione sulla responsabilità sociale d impresa, in cui si assegna all impresa il ruolo di regista sulla CSR che può contribuire allo sviluppo dell Europa attraverso varie leve, tra cui l innovazione di processo e di prodotto, e anche attraverso specifici programmi di formazione e di educazione. La Comunicazione ribadisce comunque il carattere volontario della CSR in cui centrale resta l importanza del dialogo e del coinvolgimento degli stakeholder. Nell aprile 2014 il Parlamento Europeo ha adottato la Direttiva sulla Disclosure of non-financial and diversity information by certain large companies.la quale prevede che a partire da Aprile 2017 tutte le imprese di grandi dimensioni o che sono considerate di interesse pubblico (quotate, istituti di credito ecc.) saranno tenute a pubblicare una rendicontazione non finanziaria sulle politiche, sui rischi e sui risultati relativi a tematiche ambientali, sociali e di relazione con i dipendenti, diritti umani, anti-corruzione e abusi, ed alla gestione della diversity nei board aziendali. La Direttiva fa anche esplicito riferimento ai principali standard nazionali, europei ed internazionali (es. GRI, ISO 26000, Integrated Reporting) come modelli cui allinearsi per redigere l informativa. L attuale approccio volontario alla predisposizione del Rapporto di Sostenibilità non implica comunque discrezionalità assoluta nella rendicontazione, in quanto la presenza di alcuni requisiti minimi sia di processo che di contenuto è imprescindibile per definire il documento e il processo come effettivi strumenti di rendicontazione. Negli anni l approccio alla rendicontazione si è basato su modelli e standard di riferimento che
6 indicano alcuni percorsi possibili da seguire per elaborare correttamente il processo e redigere il Rapporto di Sostenibilità. Il far riferimento a uno o molteplici standard ha indubbiamente il vantaggio di consentire una confrontabilità e comparabilità tra bilanci sociali e di facilitare il giudizio da parte degli stakeholder. Scelte operate dal Gruppo Intesa Sanpaolo, in considerazione dell ambito normativo di riferimento ha quindi deciso di adottare specifiche linee guida formulate dai più autorevoli organismi internazionali, nel rispetto comunque del proprio Codice Etico di Gruppo che declina la mission aziendale, i valori di Gruppo e i principi di condotta nei confronti dei diversi stakeholder. Il Rapporto di Sostenibilità di Intesa Sanpaolo viene redatto tenendo a riferimento le più recenti Sustainability Reporting Guidelines del GRI (Global Reporting Initiative) che costituiscono il principale riferimento internazionale in materia di reporting sociale e ambientale, nonché i Supplementi integrativi sociale e ambientale per il settore finanziario del GRI stesso. Per quanto riguarda il capitolo Relazione economica, Intesa Sanpaolo ha adottato le linee guida del Rapporto di Sostenibilità per il settore del credito ( Il rendiconto agli stakeholder: una guida per le banche ) elaborato da ABI in collaborazione con EconomEtica (Centro Interuniversitario per l etica economica e la responsabilità sociale di impresa). Nella relazione economica presentiamo la creazione e redistribuzione del Valore Aggiunto. Il Valore Aggiunto rappresenta infatti la capacità della Banca di creare e distribuire le risorse ai collaboratori, agli azionisti, allo Stato, Enti, Istituzioni e collettività e allo stesso sistema impresa (vedi allegato La relazione economica ) e poiché il Rapporto di Sostenibilità misura il valore sociale e ambientale generato dall investimento questo capitolo si pone quale anello di congiunzione tra i dati economico-finanziari e il rendiconto agli stakeholder. All interno del processo di rendicontazione, Intesa Sanpaolo ha deciso di realizzare la fase di coinvolgimento degli stakeholder sulla base dei più recenti principi dello standard AA1000, emanato dall ISEA (Institute of Social and Ethical Accountability). In aggiunta a quanto sopra descritto, Intesa Sanpaolo seleziona gli argomenti oggetto di rendicontazione e la loro modalità di esposizione sulla base dei seguenti principi. Principi per la definizione del contenuto del Rapporto di Sostenibilità Inclusività degli stakeholder Questo principio definisce la capacità della Banca di individuare i principali interlocutori di riferimento e di rispondere alle loro aspettative. Periodicamente l Unità CSR, in collaborazione con i Referenti CSR, sulla base della metodologia di coinvolgimento adottata (vedi capitolo Coinvolgimento degli stakeholder : conduce un analisi per verificare la composizione della mappa degli stakeholder; attiva un processo di engagement nei confronti delle diverse categorie di stakeholder (es. collaboratori, organizzazioni sindacali, associazioni di categoria, azionisti, clienti e fornitori) sottoponendo alla discussione i progetti realizzati e la gestione delle aree sensibili attuata al fine di individuare le loro aspettative in termini di informazione e di formulazione degli ambiti di miglioramento. Contesto di sostenibilità Il Rapporto di Sostenibilità illustra la performance dell azienda in tema di sostenibilità, indicando specificamente in che modo l azienda stessa contribuisce, e intende contribuire in futuro, al miglioramento delle condizioni economiche, ambientali e sociali. L Unità CSR, pertanto, si occupa di esaminare i risultati della performance economica, ambientale e sociale raggiunti, anche attraverso l analisi comparativa delle performance storiche e degli obiettivi dichiarati negli esercizi precedenti, nonché dei nuovi obiettivi da perseguire. Intesa Sanpaolo partecipa al gruppo di lavoro promosso dall Associazione Bancaria Italiana per la
7 costruzione di un set di indicatori di benchmark per il settore finanziario in Italia. Questo progetto ha l obiettivo di fornire agli stakeholder ulteriori elementi di valutazione delle performance sociali ed ambientali della Banca. Materialità Intesa Sanpaolo ha adottato la definizione di materialità del Global Reporting Initiative nella versione G4 recentemente emanata: gli argomenti rilevanti sono quelli che possono ragionevolmente essere considerati importanti perché riflettono gli impatti economici, sociali e ambientali della Banca oppure perché sono in grado di influenzare le decisioni degli stakeholder e quindi meritano potenzialmente di essere inclusi nella rendicontazione. La materialità corrisponde alla soglia oltre la quale un argomento o un indicatore diventa sufficientemente importante da dover essere rendicontato. Nella scelta di cosa rendicontare, l Unità CSR considera gli argomenti e gli indicatori che hanno un impatto economico, ambientale e sociale significativo per il Gruppo e quindi sulla sua mission, sulle sue strategie aziendali, nonché su tutti i suoi stakeholder. Tale analisi viene effettuata in adesione al processo di identificazione, prioritizzazione e validazione dei temi materiali secondo le più recenti linee guida del GRI. Identificazione: L identificazione delle tematiche rilevanti avviene considerando: FATTORI ESTERNI o le richieste/esigenze degli stakeholder e gli impatti, rischi e opportunità in tema di sostenibilità ragionevolmente stimabili; o la valutazione dei principali trend sociali e ambientali che nel medio-lungo periodo possono avere impatto sulle attività della Banca. Tale analisi viene effettuata valutando fonti istituzionali (es. OECD, Banca d Italia, ISTAT, documenti della Commissione Europea) e media; o norme rilevanti per il settore e accordi internazionali sottoscritti quali Global Compact, UNEP-FI e Equator Principles; o l impegno a una sempre maggiore trasparenza nell implementare un maggior numero di indicatori GRI; indicatori che rispondo alle domande poste da una vasta platea di stakeholder a livello internazionale; o principali temi e sfide future per il settore finanziario rendicontate da competitors (es. analisi di benchmark). FATTORI INTERNI o Mission, valori e principi di comportamento aziendale definiti nel Codice Etico; o politiche e strategie aziendali; o obiettivi posti e relativo grado di raggiungimento; o rischi significativi per l azienda e fattori critici di successo. Prioritizzazione: La prioritizzazione dei temi viene effettuata valutando, per ciascuna tematica individuata, l impatto reputazionale o finanziario di questa sulle strategie della Banca e la sua rilevanza in termini di aspettative degli stakeholder. Questa fase del processo di materialità porta alla costruzione di una matrice che viene pubblicata annualmente sul Rapporto di Sostenibilità. Gli ambiti a maggior rilevanza su entrambi gli assi della matrice sono quelli sui quali viene posta maggiore attenzione nello sviluppo di iniziative e nella gestione dei rischi reputazionali od operativi definiti temi a priorità strategica. Ulteriori temi presenti nella matrice rappresentano ambiti rilevanti per il percorso di responsabilità sociale e ambientale. La materialità determina anche il criterio di scelta dei temi nella costruzione del Rapporto di Sostenibilità.
8 La scala di valutazione (da 1 a 5) che viene applicata per valutare l impatto sulle strategie del Gruppo tiene in considerazione i seguenti criteri: 1. la tematica non è oggetto di un impegno specifico ad alcun livello aziendale e non vi è l intenzione di considerarla nel breve-medio termine in quanto si ritiene abbia degli impatti del tutto marginali o estremamente poco probabili in termini di rischi e di opportunità sul business del Gruppo; 2. la tematica non è oggetto di un impegno specifico ad alcun livello aziendale ma vi è l intenzione di considerarla nel breve-medio termine perché considerata opportunità o rischio emergente; 3. la tematica ha un impatto di media entità sulla strategia ed è oggetto di un generico impegno comunicato solo internamente. Il tema riguarda obiettivi prioritari di alcune Direzioni/Strutture; 4. la tematica ha un impatto importante sulla strategia, è pertanto oggetto di impegno formalizzato in obiettivi; 5. la tematica ha un impatto estremamente importante sulla strategia e l impegno è comunicato esternamente come elemento distintivo del Gruppo. La tematica è indicata fra le priorità di documenti strategici del Gruppo. La scala di valutazione (da 1 a 5) della rilevanza per gli stakeholder tiene in considerazione i seguenti criteri: 1. la tematica non risulta avere nessuna rilevanza per lo stakeholder coinvolto; 2. lo stakeholder nutre un certo interesse per la tematica, che non è direttamente collegata ai suoi bisogni/aspettative; 3. lo stakeholder nutre un certo interesse per la tematica, che è direttamente collegata ai suoi bisogni/aspettative; 4. la tematica è importante e prioritaria per lo stakeholder relativamente ai suoi bisogni/aspettative; 5. la tematica è estremamente importante per lo stakeholder perché legata a suoi bisogni/aspettative essenziali. Validazione: La fase di validazione valuta tutti gli aspetti identificati tenendo in considerazione il principio di completezza del GRI affinché sia possibile assicurare una rendicontazione trasparente del tema e di tutti gli aspetti a questo connessi, del perimetro di rendicontazione disponibile e del periodo temporale di riferimento. La matrice di materialità viene sottoposta per approvazione alle Strutture interne di riferimento per ciascun tema. Completezza Il Rapporto di Sostenibilità presenta informazioni qualitative e quantitative che fanno riferimento all esercizio in corso e, ove non diversamente specificato, alle società operative che hanno rilevanza per la rendicontazione sociale e ambientale e che rientrano nel perimetro del Bilancio Consolidato riferito allo stesso anno. Le informazioni inserite devono essere coerenti con il periodo temporale di riferimento (esercizio 1 gennaio 31 dicembre dell esercizio a cui ci si riferisce). Principi di qualità del reporting: Equilibrio Il Rapporto di Sostenibilità include nella sua rendicontazione sia gli impatti positivi della nostra attività di impresa sia quelli negativi al fine di favorire una valutazione bilanciata da parte degli stakeholder di riferimento delle performance aziendali. In particolare viene data evidenza delle istanze emerse dai processi di stakeholder engagement con l indicazione dei criteri utilizzati nel bilanciamento degli interessi contrapposti (vedi capitolo Coinvolgimento degli stakeholder ). L enfasi data ai diversi argomenti trattati nel documento deve essere proporzionale alla rilevanza relativa degli stessi.
9 Comparabilità I dati e le informazioni qualitative sono relativi all esercizio di riferimento e comparati a quelli del precedente esercizio. Accuratezza Le informazioni quantitative presentate devono essere sempre accompagnate da commenti di tipo qualitativo che permettono di fare luce, anche per il lettore meno esperto, sul fenomeno che si intende illustrare. La maggior parte dei dati deve derivare da rilevazioni dirette, salvo alcune stime che vengono sempre segnalate in nota. La relazione economica viene redatta sulla base del Bilancio Consolidato di Intesa Sanpaolo. Tempestività La pubblicazione del Rapporto di Sostenibilità avviene a breve termine rispetto a quella del Bilancio d impresa. La Relazione sull andamento della gestione del Bilancio consolidato include l informativa sulle attività di responsabilità sociale nella relazione con tutti gli stakeholder. Chiarezza Il principio di chiarezza è un elemento fondamentale nella relazione con gli stakeholder che devono essere messi in grado, pur non essendo addetti ai lavori, di comprendere appieno gli argomenti trattati. Per questo motivo viene messo in atto un continuo sforzo di semplificazione del documento, sia nei testi che nella sua struttura. Affidabilità Il Rapporto di Sostenibilità viene sottoposto a verifica di conformità ai principi di redazione segnalati nel capitolo ambito normativo di riferimento da parte della società di revisione contabile. Il presente manuale definisce i flussi procedurali che devono essere seguiti per la realizzazione del Rapporto stesso. COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDER La relazione con gli stakeholder è l elemento centrale del processo di rendicontazione. Il Rapporto di Sostenibilità è sostanzialmente uno strumento di dialogo con questi interlocutori che comunica quanto è stato realizzato al fine di rispondere alle loro aspettative, ponendo obiettivi di miglioramento volti a caratterizzare sempre più le attività della Banca verso la qualità dei prodotti e l eccellenza del servizio in un ottica di reciproco vantaggio. La gestione delle relazioni che Intesa Sanpaolo instaura e mantiene con i propri stakeholder caratterizza le nostre politiche di responsabilità sociale, per questo nella definizione delle attività dell Unità CSR vi è il compito di supportare le strutture della Banca nel definire e mantenere una mappatura aggiornata degli interessi e delle legittime aspettative, anche di carattere non mercantile, degli stakeholder rilevanti per la Banca, facilitando l attivazione e il mantenimento di relazioni di dialogo continuative con tali soggetti. Intesa Sanpaolo ha strutturato diverse forme di coinvolgimento volte ad ascoltare la voce diretta dei propri stakeholder: dalle forme di ascolto e di dialogo realizzate con i clienti ai rapporti consolidati con le Associazioni dei consumatori; dal coinvolgimento realizzato con i dipendenti in momenti specifici (indagini di clima, definizione del Codice Etico, condivisione dei valori), ai rapporti di quotidiano confronto con le associazioni della società civile. L Unità CSR in collaborazione con i Referenti, con lo scopo di definire una mappatura aggiornata dei propri stakeholder e di attivare un processo di stakeholder engagement volto alla valutazione dei temi trattati nel Rapporto di Sostenibilità, attiva periodicamente un processo di coinvolgimento realizzato sulla base dei più recenti principi dello standard AA1000, emanato dall ISEA (Institute of Social and Ethical Accountability).
10 Questo standard ci ha guidato nell implementazione di una metodologia che presuppone il rispetto di alcuni principi base che definiscono, nel loro insieme, il nostro impegno all inclusività, ovvero a riflettere, in ogni fase del processo, sui punti di vista e sulle aspettative dei diversi stakeholder: Inclusività: significa favorire la partecipazione degli stakeholder allo sviluppo e al raggiungimento di una risposta responsabile e strategica alla sostenibilità; Materialità: significa determinare la rilevanza e la significatività di un tema per un organizzazione e i suoi stakeholder; Rispondenza: è la capacità di fornire risposta ai temi sollevati dagli stakeholder e che hanno a che fare con la propria performance e si realizza attraverso decisioni, azioni, risultati, nonché attività di comunicazione con gli stakeholder. Coerentemente con quanto suggerito dalla metodologia AA1000, il processo di coinvolgimento viene suddiviso in fasi che consentono, per gradi successivi, di: focalizzare gli obiettivi del coinvolgimento e identificare i gruppi chiave di stakeholder che sono influenzati o che potrebbero influenzare gli obiettivi strategici della Banca; individuare i temi rilevanti e le aree di criticità nella relazione banca/stakeholder al fine di pianificare le attività del coinvolgimento sulla base di priorità di intervento e della capacità aziendale di metterle in atto; migliorare la capacità della Banca di attivare canali di dialogo e di risposta; disegnare il processo e realizzare il coinvolgimento valutando le tecniche più appropriate (focus group, interviste ecc.); sviluppare un piano d azione che tenga conto delle osservazioni emerse per formulare obiettivi di miglioramento e fornire un riscontro. L individuazione della mappa degli stakeholder e la valutazione su come attuare il coinvolgimento per ciascuno di questi parte da un analisi dello stato dell arte delle relazioni instaurate dalla Banca e dalla loro significatività e frequenza. Il livello di intensità della relazione viene definito in base a diversi fattori tra cui: l influenza (soggetti che possono o potrebbero in futuro influenzare la capacità dell azienda di raggiungere gli obiettivi), la rappresentanza (soggetti a cui è affidato il compito di rappresentare altri individui), la dipendenza (soggetti che dipendono maggiormente dalla Banca). Un aspetto fondamentale da considerare è la rilevanza di tali relazioni rispetto agli obiettivi strategici che la Banca si è data con il Piano d Impresa in termini di forte orientamento al cliente, eccellenza nella gestione delle risorse umane e supporto alla crescita del Paese. Nell ambito delle macro-categorie di stakeholder definite viene effettuata una rilevazione degli interlocutori che al momento ha portato alla definizione della seguente mappa di macrostakeholder la cui articolazione di dettaglio viene analizzata ad ogni ciclo di rendicontazione: Clienti Collaboratori Azionisti Fornitori Ambiente Comunità Una volta individuati gli stakeholder di dettaglio (ad es. nell ambito dello stakeholder Clienti, i privati e le famiglie, le piccole e medie imprese, le grandi imprese ecc.) e le tematiche su cui coinvolgerli, si procede a definire e a implementare i processi di coinvolgimento. Esistono diverse tipologie di strumenti e di metodi: la scelta dipende da una serie di fattori quali, in primis, gli obiettivi specifici che si desidera raggiungere, la complessità e natura dei temi trattati, la tipologia di interlocutori (frequenza ed intensità della relazione, conoscenza pregressa dei temi oggetto di confronto, ecc.). Sulla base delle informazioni ottenute nelle fasi precedenti e delle relative valutazioni vengono scelte le tecniche più appropriate per il dialogo che comprendono strumenti quali i questionari ai collaboratori tramite Intranet, interviste a opinion leader, focus group per i dipendenti, le Organizzazioni sindacali e i clienti, sino a comprendere eventi quali i Workshop multistakeholder ai quali vengono invitati rappresentanti qualificati di opinion leader, clienti, comunità finanziaria,
11 istituzioni, fornitori, organizzazioni non governative, ecc. Le indicazioni raccolte attraverso il processo di stakeholder engagement vengono poi sottoposte ai Referenti delle diverse funzioni aziendali per una valutazione della capacità organizzativa dell azienda di rispondere alle esigenze emerse. Nella valutazione delle questioni poste vengono utilizzati criteri di rilevanza, coerenza con le strategie aziendali e bilanciamento degli interessi tra i diversi stakeholder. Lo sviluppo del piano di azione e dei relativi obiettivi di miglioramento sono il frutto di questo processo che consente di definire priorità e ambiti di intervento. DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI MIGLIORAMENTO L Unità CSR ha il compito di: affiancare l alta direzione nella definizione delle politiche e delle strategie di responsabilità sociale e ambientale; individuare e veicolare alle strutture interessate informazioni e documenti chiave da cui possano essere ricavati elementi utili ad individuare aree di opportunità o di criticità per il Gruppo e a cui riferirsi nello sviluppo e nell attuazione di pratiche di responsabilità sociale e ambientale; supportare le strutture della Banca per favorire l integrazione di considerazioni ambientali e sociali nei loro obiettivi di business e per individuare e implementare le azioni necessarie a perseguirle. Nella fase di definizione del Piano d Impresa l Unità CSR presta attività di assistenza e consulenza nell individuazione degli impatti diretti e indiretti creati dalle operazioni, prodotti e servizi del Gruppo, veicolando le risultanze dei processi di stakeholder engagement all alta direzione affinché le strategie gestionali tengano in considerazione le aree critiche messe in luce dai nostri interlocutori. L Unità CSR fornisce altresì consulenza ai Referenti affinché, sulla base del quadro strategico delineato, vengano definiti gli obiettivi di CSR pubblicati sul Rapporto di Sostenibilità. DEFINIZIONE DEI PROGETTI E DEI RELATIVI INDICATORI Sulla base delle fasi precedentemente descritte, l Unità CSR collabora con i Referenti fornendo consulenza e supporto volti a integrare considerazioni sociali e ambientali nella formulazione di progetti che consentano il raggiungimento degli obiettivi che Intesa Sanpaolo si è posta. Fondamentale, in questa fase, è la predisposizione di un sistema di misurazione che consenta di dare conto in modo trasparente a tutti gli stakeholder del grado di raggiungimento degli obiettivi posti. L Unità CSR ha il compito di definire tale sistema di misurazione - in collaborazione con i Referenti delle strutture e con la Direzione Centrale Controllo di Gestione individuando gli opportuni indicatori quantitativi e qualitativi che entreranno a fare parte del Rapporto di Sostenibilità. Individuazione e censimento degli indicatori L Unità CSR, in collaborazione con i Referenti delle diverse strutture aziendali, ha il compito di selezionare gli indicatori fra quelli richiesti dai più autorevoli organismi internazionali di rendicontazione sulla responsabilità sociale (vedi capitolo Analisi di contesto ) - valutandone la loro rilevanza nel contesto aziendale e di settore - e di formularne di nuovi al fine di monitorare l andamento dei progetti attivati e il raggiungimento progressivo degli obiettivi di CSR. La Direzione Centrale Controllo di Gestione in questa fase svolge una attività di consulenza specialistica sulle modalità di declinazione degli indicatori e sulla più efficace modalità di reperimento ed esposizione dei dati e provvede al censimento degli stessi nel Tableau de Bord della sostenibilità.
12 Il processo di individuazione degli indicatori prevede le seguenti fasi: 1. studio ed analisi dei modelli di riferimento per la rendicontazione; 2. valutazione della rilevanza degli indicatori nei confronti degli stakeholder 3. scelta degli indicatori da rendicontare o definizione di nuovi indicatori progettuali; 4. censimento degli stessi nel Tableau de Bord della sostenibilità. Ciascun indicatore viene inoltre corredato di una scheda di dettaglio che entra a far parte delle Schede tecniche per la redazione del Rapporto di Sostenibilità. Le schede presentano le seguenti informazioni: il significato attribuito all indicatore; le modalità di costruzione dello stesso; la fonte attraverso la quale costruirlo; Le schede tecniche vengono redatte dalla Direzione Centrale Controllo di Gestione di concerto con l Unità CSR. Nello specifico: la Direzione Centrale Controllo di Gestione provvede alla redazione delle nuove schede e alla manutenzione dell archivio; l Unità CSR collabora nella formulazione dell ambito di riferimento, del significato attribuito all indicatore e alle sue declinazioni e inoltre, della verifica che questo sia realmente efficace nel misurare gli obiettivi posti; i Referenti hanno il compito di segnalare puntualmente le eventuali variazioni da apportare alle schede già in essere di propria competenza, segnalando alla Direzione Centrale Controllo di Gestione ogni variazione relativa alla fonte dei dati e/o al soggetto che ne valida la veridicità. I Referenti CSR e l Unità CSR forniscono alla Direzione Centrale Controllo di Gestione il necessario supporto per l individuazione delle strutture/uffici deputati alla fornitura dei dati. Definizione del perimetro di rendicontazione Nel rispetto del principio di completezza (vedi capitolo Analisi di contesto ), le informazioni e gli indicatori presentati nonché il perimetro della rendicontazione devono essere tali da fornire una rappresentazione ragionevole e appropriata delle performance aziendali in ambito economico, sociale e ambientale. Per questo motivo ogni anno la Direzione Centrale Controllo di Gestione e l Unità CSR, hanno il compito di definire il perimetro di rendicontazione di Gruppo, aggiornandolo periodicamente in base all evoluzione della struttura stessa. Tale attività viene svolta considerando sia i rapporti di controllo tra le entità appartenenti al Gruppo sia la capacità delle stesse di influenzare sostanzialmente gli indicatori di performance. In particolare, nell ottica di includere le società operative e quelle le cui attività hanno impatti significativi per la responsabilità sociale, la Direzione Centrale Controllo di Gestione e l Unità CSR definiscono il perimetro di rendicontazione prendendo in considerazione i seguenti aspetti: Composizione del Gruppo o composizione alla data di analisi; o evoluzione della composizione rispetto alla data di riferimento dell ultimo Rapporto di Sostenibilità; Apporto di ciascuna società all ultimo Bilancio Consolidato disponibile o percentuale di apporto del totale attivo; o percentuale di apporto del margine d intermediazione (a prescindere dal segno); o percentuale di apporto del risultato netto (a prescindere dal segno). Numero di dipendenti o numero di dipendenti alla data dell ultimo Bilancio Consolidato disponibile.
13 Particolari caratteristiche delle società o particolari caratteristiche delle società che ne giustifichino l inclusione o l estromissione dal perimetro di rendicontazione sulla base della valutazione degli impatti sociali e ambientali generati. In base all analisi degli aspetti appena indicati, la Direzione Centrale Controllo di Gestione redige un documento di sintesi nel quale vengono indicate le società rientranti nel perimetro di rendicontazione. ATTIVAZIONE DEI FLUSSI INFORMATIVI E DI MONITORAGGIO L Unità CSR ha il compito di: monitorare i progressi nel raggiungimento degli obiettivi di responsabilità sociale e ambientale assegnati alle varie strutture, di concerto con i Referenti e la Direzione Centrale Controllo di Gestione; garantire una verifica continuativa e sistematica dell efficacia delle strategie e delle azioni intraprese in tema di responsabilità sociale e ambientale; garantire un flusso di comunicazione continuativo verso il Consigliere Delegato e il Consiglio di Sorveglianza (vedi nelle norme di Gruppo, Codice Etico modalità attuative ) su tutti i temi di responsabilità sociale e ambientale, con riferimento sia alla gestione ordinaria sia alla gestione delle situazioni occasionali. Il monitoraggio dell efficacia dei progetti avviene attraverso diverse modalità che comportano una continua attività di consulenza da parte dell Unità CSR nei confronti dei Referenti, l attivazione di processi di valutazione da parte di istituti esterni specializzati che forniscono una mappatura delle aree critiche da superare, i processi di ascolto degli stakeholder (vedi capitolo Coinvolgimento degli stakeholder ) e infine la verifica sull andamento degli indicatori rispetto agli obiettivi posti. Le attività relative a quest ultimo punto comportano la gestione degli indicatori individuati sia in termini di raccolta e gestione delle informazioni fornite dalle strutture, sia di valutazione dei risultati ottenuti. In particolare: l Unità CSR ha il compito di attivare i flussi di raccolta delle informazioni qualitative e di valutare gli andamenti delle attività rendicontate di concerto con i Referenti; la Direzione Centrale Controllo di Gestione è responsabile della raccolta e gestione delle informazioni quantitative. Attivazione dei flussi di raccolta delle informazioni L Unità CSR invia una comunicazione ai responsabili di tutte le strutture comprese nel perimetro di rendicontazione che segnala l avvio delle attività e le scadenze per la raccolta dati e informazioni. Le informazioni vengono richieste in due distinti periodi, al 30 giugno e al 31 dicembre dell anno di rendicontazione. Informazioni qualitative l Unità CSR invia semestralmente (al 30 giugno e al 31 dicembre) ai Referenti di ciascuna entità del perimetro del Rapporto di Sostenibilità, una richiesta personalizzata 1 di informativa che fornisce la struttura dei capitoli (titoli, sottotitoli) e i criteri richiesti dallo standard di rendicontazione GRI per la valutazione del materiale da considerare utile alla redazione. Il documento presenta: o l elenco degli obiettivi di miglioramento che la Struttura ha dichiarato nel Rapporto di Sostenibilità del precedente esercizio; o l elenco degli indicatori qualitativi e quantitativi dettagliati da una descrizione sintetica dell indicatore e delle eventuali connesse declinazioni; 1 Il documento Guida alla redazione qualitativa del Rapporto di Sostenibilità conterrà la richiesta di informativa specifica per la struttura e per le Banche estere sarà redatto in lingua inglese
14 I Referenti dovranno, nei tempi concordati, fornire la documentazione richiesta. Informazioni quantitative La Direzione Centrale Controllo di Gestione gestisce il Tableau de Bord degli indicatori di sostenibilità di tipo quantitativo. Le implementazioni a tale data-base avvengono sulla base delle segnalazioni dell Unità CSR. Il data-base definisce per ciascun indicatore: o codice alfanumerico di riferimento ; o descrizione sintetica; o descrizione dell unità di misura; o indicazione dello stakeholder di riferimento; o Struttura/Ufficio interno deputato alla fornitura del dato; o eventuali note esplicative. Semestralmente (dati al 30 giugno 31 dicembre) la Direzione provvede ad avviare il processo di raccolta dati inviando una mail alle strutture/uffici coinvolti con il dettaglio delle scadenze. Il ritorno da parte delle strutture stesse avviene in modo automatizzato per gli utenti collegati alla procedura informatica dedicata, oppure tramite la compilazione di un format di caricamento manuale. La comunicazione viene inviata per conoscenza anche ai Referenti CSR che vengono così informati dell attività in corso. La prima emissione di dati al 30 giugno rappresenta un momento di verifica e perfezionamento del sistema di raccolta ed elaborazione che consente di formulare una prima valutazione sui trend quantitativi. I dati raccolti al 31 dicembre vengono pubblicati nel Rapporto di Sostenibilità e sono pertanto soggetti a verifica da parte della società di revisione. La Direzione Centrale Controllo di Gestione provvede alla manutenzione del manuale schede tecniche che dettagliano le modalità di compilazione (vedi paragrafo individuazione e censimento degli indicatori ). Tale manuale è consultabile dalle strutture coinvolte tramite il link dedicato. La Direzione Centrale Controllo di Gestione si avvale di: o Referenti CSR; o controller interni alla stessa Direzione, per le Business Unit; o Servizio Pianificazione e Controllo di Gestione - Divisione Banche Estere, per le controllate Estere, che a sua volta dirama la richiesta dati, raccoglie le informazioni, verifica il rispetto delle tempistiche e la qualità dei dati. Per quanto riguarda lo stakeholder Collaboratori il processo di raccolta dati è stato accentrato presso la Direzione Centrale Risorse Umane, Servizio Pianificazione e Sviluppo, Ufficio Pianificazione Organici e Costo del Lavoro, al quale tutte le altre funzioni interessate sono tenute a mettere a disposizione i dati richiesti per quanto di rispettiva competenza. Tale Ufficio cura la successiva trasmissione degli stessi dati alla Direzione Centrale Controllo di Gestione nel rispetto delle scadenze di volta in volta concordate. Tenuto conto che la raccolta dei dati è strutturata a livello di Gruppo, l Ufficio Pianificazione Organici e Costo del Lavoro dispone altresì le necessarie istruzioni per assicurare con i contributi di tutte le funzioni e strutture coinvolte - la puntuale realizzazione dell attività di reportistica anche da parte delle Società del Gruppo, delle Banche Italia e delle Banche estere. Relativamente allo stakeholder Ambiente il processo di raccolta dati è accentrato presso l Unità CSR - Sostenibilità Ambientale. Questo nucleo fornisce consulenza specialistica relativamente alla definizione dei parametri tecnici di calcolo/conversione (es. calcolo CO2, KwH/tep ecc.), valutazione di congruità e in casi eccezionali provvede ad effettuare eventuali stime laddove non sia possibile reperire il dato. Provvede inoltre a raccoglie i dati
15 per l intero perimetro rendicontato (Italia ed Estero) e a includerli nel Tableau de Bord gestito dalla Direzione Centrale Controllo di Gestione. Attività di monitoraggio/controllo delle informazioni raccolte Attività di controllo svolte da parte dell Unità CSR L Unità CSR valuta la pertinenza delle informazioni fornite e l efficacia delle azioni messe in capo per assolvere gli impegni dichiarati dalle diverse Strutture con la pubblicazione degli obiettivi di miglioramento. Tale valutazione prende in considerazione la loro rilevanza ai fini della responsabilità sociale e ambientale sulla base dei principi del Codice Etico, degli obiettivi di miglioramento dichiarati dalle strutture nella precedente edizione del Rapporto di Sostenibilità e della coerenza delle informazioni descrittive con gli andamenti quantitativi. A tale fine l Unità CSR si rende promotrice di incontri periodici con i Referenti delle diverse Strutture al fine di valutare congiuntamente gli andamenti e le eventuali azioni correttive. Attività di controllo svolte da parte della Direzione Centrale Controllo di Gestione Alla Direzione Centrale Controllo di Gestione compete il controllo, l aggregazione e la gestione delle informazioni quantitative raccolte. Nello specifico, provvede a: o verificare i dati forniti dai referenti sia in termini di quadratura che di coerenza interna; o confrontare i dati forniti con i dati dei periodi precedenti e in taluni casi, con le informazioni provenienti da altre fonti; o effettuare i calcoli necessari alla determinazione di indicatori composti, medie, rapporti percentuali, ecc.; o consolidare i dati al fine di presentare una vista delle informazioni in modalità aggregata per area geografica (Gruppo, Italia, estero); o valutare che i dati siano in linea con i trend storici. A fronte di criticità nella compilazione dei format inviati, la Direzione Centrale Controllo di Gestione fornisce consulenza e supporto tecnico ai Referenti. REDAZIONE E DIFFUSIONE DEL RAPPORTO DI SOSTENIBILITÀ L attività di redazione del Rapporto di Sostenibilità compete all Unità CSR che, a tale fine, nel corso del mese di gennaio invia a tutte le Strutture comprese nel perimetro di rendicontazione una comunicazione con la quale, oltre alla richiesta del materiale informativo, vengono attivati tavoli di lavoro congiunto con i Referenti che hanno lo scopo di valutare gli argomenti che entreranno a far parte del documento secondo i principi esposti nel capitolo Analisi di Contesto. Ai Referenti compete inoltre l attività di definizione degli obiettivi di miglioramento che dovranno essere dichiarati sul Rapporto di Sostenibilità e attuati dalle Strutture con la realizzazione di iniziative e progetti. Tali obiettivi saranno valutati sulla base degli esiti delle attività di stakeholder engagement (vedi capitolo Coinvolgimento degli stakeholder ). L Unità CSR e i Referenti si renderanno promotori delle attività di diffusione del Rapporto di Sostenibilità con tutti i canali a disposizione (copie a stampa, canale Internet, Intranet, messa a disposizione della clientela nelle filiali, ecc.) affinché questo possa raggiungere una più ampia platea possibile di stakeholder interni e esterni, dando così nuovamente inizio al processo gestionale (vedi capitolo la gestione della CSR ).
16 ALLEGATI
17 LA RELAZIONE ECONOMICA Il capitolo della relazione economica risponde ad esigenze di sintesi ed immediatezza di comunicazione. La struttura utilizzata prevede un paragrafo introduttivo che riepiloga le risultanze economiche consolidate del bilancio d esercizio, seguito da una tabella riportante i principali indicatori economico-finanziari, calcolati secondo le medesime modalità impiegate per il bilancio d esercizio ed affiancati dai corrispondenti dati di raffronto. Nel successivo capitolo, relativo al calcolo del Valore Aggiunto e alla sua distribuzione, l illustrazione della tematica che si avvale anche di rappresentazioni tabellari e grafiche è preceduta da una nota illustrante la metodologia impiegata, i cui contenuti sono ripresi nel seguito del presente capitolo. La struttura del conto economico La struttura del conto economico impiegata ai fini della determinazione del Valore Aggiunto è conforme a quella prevista dalla Banca d Italia nell ambito delle norme di redazione del bilanci bancari. Come base viene quindi utilizzato il medesimo schema di conto economico pubblicato nel Bilancio annuale. Tale prassi è conforme alle linee guida per la redazione del Rapporto di Sostenibilità emanate dall Associazione Bancaria Italiana. I criteri di riclassificazione e schema di raccordo Al fine di consentire una appostazione di proventi ed oneri più aderente alle finalità di determinazione del Valore Aggiunto, vengono applicate allo schema di conto economico previsto dalla Banca d Italia alcune riclassifiche, che riguardano: i recuperi di imposte indirette e tasse, portati a diretta diminuzione delle spese amministrative; le imposte indirette e tasse, esposte a voce propria; gli importi riferiti ad elargizioni e liberalità, esposti a voce propria; le spese di formazione per il personale, riallocate tra le spese per il personale; le quote di ammortamento, esposte a voce propria. I fogli di lavoro a supporto includono uno specifico schema che consente di raccordare gli importi delle voci del conto economico civilistico con quelli risultanti dal prospetto di determinazione del Valore Aggiunto globale. Il Valore Aggiunto creazione e redistribuzione Il Valore Aggiunto, rappresentato dalla differenza tra l ammontare globale dei ricavi ed il totale dei costi per beni e servizi (c.d. Consumi), esprime il valore della ricchezza che il Gruppo è capace di produrre, e che viene poi distribuita tra le controparti (stakeholder) con le quali il Gruppo stesso si rapporta a vario titolo nella sua operatività quotidiana. Tra tali controparti vi sono, innanzitutto, i collaboratori attraverso i quali il Gruppo interagisce con gli altri stakeholder che ricevono parte del Valore Aggiunto aziendale sotto forma di remunerazione diretta o indiretta, ivi inclusa quella legata ai costi della formazione professionale. Vi sono poi gli azionisti, che si attendono un ritorno economico, sotto forma di dividendi, dei propri mezzi finanziari impegnati nell impresa. Non meno rilevante, quanto a risorse distribuite, è anche il Sistema Stato inteso come l insieme degli enti dell amministrazione centrale e di quelle locali al quale confluisce, sotto forma di imposte dirette e indirette, una parte significativa della ricchezza prodotta.
18 Una particolare attenzione viene inoltre riservata anche ai bisogni della collettività/ambiente attraverso non solo iniziative di beneficenza ma anche mediante l impegno in opere di carattere sociale e culturale. Infine, vi è il Sistema impresa, che deve disporre un ammontare adeguato di risorse da destinare agli investimenti produttivi e all operatività quotidiana, per consentire la crescita economica e patrimoniale dell impresa che, sola, può garantire la creazione di nuova ricchezza a vantaggio di tutti gli stakeholder. Dal punto di vista metodologico, alla determinazione del Valore Aggiunto si perviene attraverso una riesposizione delle voci dello schema di conto economico consolidato utilizzato nel bilancio d esercizio. Tale riesposizione ha lo specifico scopo di evidenziare il processo di formazione del Valore Aggiunto, nelle sue diverse formulazioni, nonché la distribuzione dello stesso. I prospetti di determinazione e di distribuzione del Valore Aggiunto vengono predisposti sulla base di dati rilevati dal Bilancio annuale sottoposto a revisione contabile ed approvato dal Consiglio di Sorveglianza - e prendendo, come base di riferimento, le linee guida emanate dall ABI. Per una maggiore efficacia ed immediatezza di rappresentazione, il capitolo relativo al calcolo del Valore Aggiunto ed alla sua distribuzione è corredato di tabelle e grafici relativi sia all esercizio in corso sia all esercizio precedente.
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