LA RICERCA ATTIVA IN OSPEDALE: ESPERIENZE, LIMITI E PROSPETTIVE

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1 "Verifica ed esame delle criticità insorte nel corso delle analisi delle valutazioni aziendali relative al rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori e del rachide" Milano, 14 gennaio 2014 LA RICERCA ATTIVA IN OSPEDALE: ESPERIENZE, LIMITI E PROSPETTIVE Mascagni P 1, Riva MA 2, De Vito G 3, Latocca R 2 1 UOOML, AO di Desio e Vimercate 2 UO Medicina del Lavoro, AO San Gerardo di Monza 3 UOOML, AO della Provincia di Lecco

2 PRESENTAZIONE DELL ESPERIENZA Studio: multicentrico Finalità: emersione delle patologie lavoro-correlate Tipologia: ricerca attiva dei casi professionali di Sindrome del Tunnel Carpale 2

3 AGENTI PERCHE LA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE? DECRETO 14 gennaio (GU n. 76 del Suppl. Ord. 66) Microtraumi e posture incongrue a carico degli attività arti superiori per attività eseguite con ritmi continui e ripetitivi per almeno la metà del tempo del turno lavorativo MALATTIE SINDROME DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO DELLA SPALLA: TENDINITE DEL SOVRASPINOSO (o tendinite cuffia rotatori) TENDINITE CAPOLUNGO BICIPITE TENDINITE CALCIFICA (MORBO DI DUPLAY) BORSITE SINDROME DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO DEL GOMITO: EPICONDILITE EPITROCLEITE BORSITE OLECRANICA SINDROME DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO POLSO-MANO: TENDINITI FLESSORI/ESTENSORI (POLSO-DITA) SINDROME DI DE QUERVAIN DITO A SCATTO SINDROME DEL TUNNEL CARPALE 3

4 PERCHE LA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE? DM 9 APRILE Settore dell industria 4

5 5

6 PERCHE LA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE? Coinvolge l 1-2% della popolazione italiana Incidenza di 2-3 casi/anno/1000 persone donna-uomo 4 a 1. Uomo spesso in relazione al lavoro nuovi casi stimati all anno di STC legati al lavoro in Regione Piemonte 6

7 NIOSH 97 - Revisione bibliografica stringente per i Disordini Muscolo-scheletrici dell Arto Superiore Fattori di rischio ed evidenza epidemiologica Sede patologia o diagnosi Numero studi Forza Postura incongrua Ripetitività Combinazione Collo o collo-spalla > (--) Spalla >20 +/ (--) Gomito > /0 +/0 +++ Tunnel carpale > / Tendiniti manopolso (--) : associazione non riportata nello studio +++: forte evidenza della correlazione +/0 : insufficiente evidenza ++ : evidenza della correlazione - : evidenza di non correlazione

8 SINDROME DEL TUNNEL CARPALE Insieme di sintomi dovuti alla compressione del nervo mediano al suo passaggio nel canale del carpo. Si verifica quando il canale del carpo diminuisce di volume (traumi, fratture, patologie immunitarie) o le strutture contenute aumentano di volume (processi flogistici, imbibizione di tessuti) 8

9 SINDROME DEL TUNNEL CARPALE: stadi clinici I stadio o dell ipereccitabilità: aumento della pressione endoneurale e del microcircolo = disestesie e parestesie, con dolore notturno o posturale II stadio o dei deficit: edema endoneurale, ischemia ed iniziale fibrosi, con deficit sensitivi e/o motori e dolore persistente. III stadio o della paralisi: fibrosi diffusa, degenerazione walleriana con atrofia muscolare e grave ipoestesia o addirittura anestesia 9

10 SINDROME DEL TUNNEL CARPALE: CAUSE Cause locali: microtraumi ripetuti, fratture/anomalie ossa carpali, ispessimento legamento trasverso del carpo, cisti e tenosinoviti dei tendini mm flessori delle dita, edema o emorragie intracanalicolari, deformità ossea posttraumatica Cause sistemiche: diabete, emodialisi, amiloidosi, ipotiroidismo, artritereumatoide, collagenopatie, gravidanza, menopausa, farmaci (anticoagulanti, estroprogestinici, ipervitaminosi B6) Fattori antropometrici: dimensioni del polso, obesità Forme idiopatiche

11 PRESSIONE NEL CANALE DEL CARPO 2 mmhg Pressione nel canale del carpo di un soggetto sano 20 mmhg Rallentamento del flusso venoso del nervo 30 mmhg Danno a carico del trasporto assonale 40 mmhg mmhg Comparsa di disturbi sensitivomotori Arresto del flusso intraneurale

12 SINDROME DEL TUNNEL CARPALE: TERAPIA (neurolisi del nervo mediano) 12

13 POSSIBILITA DI IDENTIFICAZIONE DEI CASI CORRELATI AL LAVORO 1. SEGNALAZIONI CASI DAL MEDICO COMPETENTE/MMG 2. RICERCA ATTIVA NELLE AZIENDE DA PARTE DELL ORGANO DI VIGILANZA (PSAL ASL) 3. RICERCA ATTIVA A PARTIRE DALLE SDO 4. RICERCA ATTIVA IN SEDE DI PRERICOVERO

14 MATERIALI E METODI 1 Segnalazione alle U.O. Di Medicina del Lavoro di Monza e Desio dei casi di Tunnel Carpale in fase di prericovero in Day-Surgery presso la Chirurgia della Mano ed in altre chirurgie (Neurochirurgia, ecc.) dell Ospedale San Gerardo dell Ospedale di Desio e Giussano 2 3 Raccolta attraverso un questionario specifico i fattori di rischio correlabili alla patologia (fattori di genere, età, fattori di rischio lavorativo / extralavorativo) Individuazione dei casi in cui l origine professionale poteva essere identificata come concausa di danno. Successivo approfondimento clinico con rivalutazione dei casi correlabili al lavoro attraverso il richiamo attivo dei soggetti presso le Unità Ospedaliere di MdL 14

15 RISULTATI DATI PRELIMINARI 38 casi 5 settimane % Femmine Maschi

16 RISULTATI

17 CONCLUSIONI Solo il 15% circa dei casi di STC rilevati attraverso la ricerca attiva dei pazienti in prericovero è stato attribuito a possibile origine lavorativa. La metodica da noi impiegata sembra raccogliere casistica in netta prevalenza non professionale. Se rapportata allo sforzo impiegato in termini di tempo e di risorse, la ricerca attiva dei casi di STC professionali attraverso l indagine diretta dei prericoveri non appare una metodica promettente.

18 RICERCA ATTIVA: PROSPETTIVE E LIMITI -1 Prerequisito per qualsiasi programma di controllo e riduzione delle malattie legate all ambiente di lavoro è quello di misurarne, con sufficiente attendibilità, numero e principali caratteristiche La ricerca attiva può offrire un importante contributo a questo processo, favorendo in questo modo: 1. Un miglioramento della conoscenza dell eziologia professionale di alcune malattie 2. Far emergere alcuni fattori di rischio sotto-stimati o non riconosciuti 3. Supportare gli organi regionali nell individuazione delle priorità di intervento

19 RICERCA ATTIVA: PROSPETTIVE E LIMITI -2 In virtù della sua importanza e della sua complessità, la ricerca attiva delle malattie professionali deve vedere il contributo e il coinvolgimento di tutte gli enti e le figure della prevenzione: 1. Regione ed ASL 2. INAIL / INPS 3. UOOML 4. Medici competenti 5. MMG 6. Medici ospedalieri 7. Lavoratori, associazioni di categoria, patronati

20 USO DI DATASET REGIONALI -1 Già da alcuni anni, in molti paesi esteri, la ricerca delle malattie professionali viene effettuata attraverso l ausilio di DATABASE, sviluppati a livello nazionale o regionale. Molti di questi database sono basati sull incrocio dei dati derivanti dai ricoveri ospedalieri con quelli derivanti dai registri delle professioni La ricerca internazionale con questi strumenti, inizialmente indirizzata verso le classiche patologie, si è progressivamente indirizzata verso malattie emergenti, quali i disturbi muscoloscheletrici (non sempre con finalità di ricerca attiva) Esperienze italiane in questo senso sono rappresentate da OCCAM. Opportuno considerare anche le potenzialità di MALPROF e Sistema Person@ Indispensabile supporto da parte di INPS (dataset professioni)

21 USO DI DATASET REGIONALI -2

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23 USO DI DATASET REGIONALI -4

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27 MC, MMG, MEDICI OSPEDALIERI Il coinvolgimento dei medici competenti è sicuramente un elemento importante, pur in presenza di alcuni limiti Altrettanto importante il ruolo dei medici di medicina generale e gli specialisti ospedalieri, che devono essere formati maggiormente sulla raccolta dell anamnesi lavorativa e sul loro ruolo all interno del sistema prevenzionistico, oltre a conoscere i servizi UOOML del proprio territorio, a cui indirizzare le sospette patologie professionali A questo proposito, la letteratura scientifica (UK, Australia) e gli enti internazionali (WHO, ICOH, ILO) stanno mettendo sempre più in evidenza il ruolo potenzialmente svolto dai MMG nell identificazione delle malattie professionali. I database dei MMG sono risultati molto sensibili, anche se poco specifici nell individuazione delle patologie lavoro-correlate, soprattutto per le malattie muscolo-scheletriche.

28 RUOLO MMG-1

29 RUOLO MMG-2

30 RUOLO MMG-3

31 RUOLO MMG-4

32 RUOLO MMG-5

33 RUOLO MMG-6

34 LAVORATORI, ASSOCIAZIONI, PATRONATI Fondamentale il ruolo delle associazioni di categoria e dei sindacati / patronati nell individuazione delle malattie lavorocorrelate Altrettanto importante è il dialogo tra queste realtà e gli specialisti ospedalieri delle UOOML per valutazione di II livello. Necessario è il coinvolgimento del lavoratore che deve essere informato dei propri diritti e del possibile nesso causale tra la malattia di cui è affetto e l attività svolta, oltre che della sua indennizzabilità

35 ENTI PROVINCIALI: ASL-INAIL Una volta che il lavoratore è giunto nella UOOML per valutazione della malattia muscolo-scheletrica, come comportarci? Per le malattie muscolo-scheletriche l identificazione di un possibile nesso lavorativo può essere complesso. Come arrivare ad un sistema di classificazione condiviso? Appare necessaria la condivisione di standard, iter e protocolli diagnostici (percorso di accertamenti di I e II livello), perlomeno a livello provinciale, con coinvolgimento di gruppi di lavoro tecnici ASL-UOOML-INAIL Necessario un feedback da parte ASL/INAIL a UOOML su iter della pratica denunciata.

36 CONCLUSIONI: UNA PROPOSTA Pubblicizzare l attività delle UOOML presso pazienti, MMG e reparti ospedalieri a maggior impatto malattie muscoloscheletriche professionali (ad esempio, U.O. Chirurgia della Mano) anche attraverso brochures («La tua malattia può essere di origine professionale?») Promuovere incontri di sensibilizzazione al problema UOOML/ASL con medici competenti, MMG e cittadinanza Promuovere gruppi tecnici su definizione e classificazione delle malattie muscoloscheletriche lavoro-correlate tra ASL-UOOML- INAIL perlomeno a livello provinciale.