Statuto scientifico di una disciplina

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1 Corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche Corso di Sociologia modulo: Metodologia della ricerca sociologica a.a Schemi delle lezioni Anna Maria Boileau

2 Statuto scientifico di una disciplina Una disciplina si dice scientifica in quanto i costrutti teorici che propone sono in grado di dar conto di eventi e situazioni problematiche (spiegazione) di ipotizzare il verificarsi di certi eventi in determinate condizioni (previsione) PARADIGMI E TEORIE SCIENTIFICHE 1 Paradigma = insieme coordinato di postulati, leggi universali e teorie generali che costituiscono il corpo consolidato di conoscenze, categorie e strumenti accettati dalla comunità scientifica Scienza normale = fase in cui, in un settore disciplinare, predomina un paradigma largamente accettato, sostanzialmente dato per scontato e utilizzato senza particolari problemi nell attività di ricerca. Il paradigma definisce lo statuto scientifico di una disciplina Rivoluzione scientifica = fase in cui il paradigma precedentemente dominante è posto in discussione, rivisto, sfidato da paradigmi alternativi. I paradigmi in competizione possono concorrere a definire lo statuto scientifico di una disciplina Le rivoluzioni scientifiche prendono le mosse dalla crescente consapevolezza ( ) che il paradigma dominante non funziona più in modo soddisfacente per l approfondimento dell analisi di una certa area problematica alla cui esplorazione questo aveva originariamente aperto la strada. 1 Statera G., Metodologia e tecniche della ricerca sociale, Palumbo, 1990, p. 24. Il riferimento è alle considerazioni svolte in: Kuhn T., La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, 1969

3 IL POSITIVISMO Positivismo indica un atteggiamento filosofico nei confronti della conoscenza. E un insieme di regole e di criteri di giudizio riferiti alla conoscenza umana: 1. regola del fenomenalismo è legittimo discutere solo ciò che è effettivamente manifesto tramite l esperienza; non è legittimo introdurre considerazioni che fanno riferimento ad entità occulte, inaccessibili alla conoscenza umana 2. regola del nominalismo non è legittimo assumere che qualsiasi comprensione o intuizione formulata in termini generali possa avere referenti reali diversi dai singoli oggetti concreti 3. regola del non considerare conoscenza i giudizi di valore e le affermazioni normative nessuna esperienza ci può obbligare, su basi puramente logiche, ad accettare affermazioni che includano comandamenti o proibizioni, non è legittimo assumere che ogni affermazione di valore che accettiamo in se stessa, piuttosto che in relazione ad altro, sia giustificata dall esperienza. 4. regola della essenziale unitarietà del metodo scientifico i metodi per acquisire una conoscenza valida e le diverse tappe di elaborazione dell esperienza attraverso la riflessione teoretica sono essenzialmente gli stessi in tutte le sfere dell esperienza

4 Ontologia (= visione del momdo ) Epistemologia (=atteggiamento filosofico verso la scienza) Caratteristiche dei paradigmi base della ricerca sociale (da Corbetta, Metodologia e tecnica della ricerca sociale, Il Mulino, 1999) Positivismo Postpositivismo Interpretativismo Realismo ingenuo: la realtà Realismo critico: la realtà sociale è Costruttivismo: il mondo conoscibile è sociale è reale e conoscibile reale ma conoscibile solo in maniera quello dei significati attribuiti dagli come se si trattasse di una imperfetta e probabilistica individui. cosa Relativismo (realtà multiple): queste realtà costruite variano nella forma e nel contenuto fra individui, gruppi, Dualismo/oggettività Risultati veri Scienza sperimentale in cerca di leggi Dualismo/oggettività modificati Risultati probabilisticamente veri Scienza sperimentale in cerca di leggi Molteplicità di teorie per lo stesso fatto culture Non-dualismo; non-oggetti-vità Non separazione fra ricercato-re e oggetto dello studio, ma interdipendenza Scienza interpretativa in cerca di significato Obiettivo: spiegazione Obiettivo: spiegazione Obiettivo: comprensione Generalizzazioni: leggi naturali immutabili Generalizzazioni: leggi provvisorie, aperte alla revisione Generalizzazioni: enunciati di possibilità; tipi ideali Metodologia Sperimentale - manipolativa Sperimentale-manipolativa modificata Interazione empatica fra studioso e studiato Osservazione Osservazione Interpretazione Distacco osservatoreosservato Distacco osservatore-osservato Interazione osservatore-osservato Prevalentemente induzione Prevalentemente deduzione (falsificazione delle ipotesi) Induzione (la conoscenza emerge dalla realtà studiata) Tecniche quantitative Analisi per variabili Tecniche qualitative Analisi per soggetti Tecniche quantitative con apertura alle qualitative. Analisi per variabili

5 Confronto fra ricerca quantitativa e ricerca qualitativa (da Corbetta, Metodologia e tecnica della ricerca sociale, Il Mulino, 1999) Ricerca quantitativa Ricerca qualitativa Impostazione della ricerca Relazione teoria-ricerca Strutturata, fasi logi-camente Aperta, interattiva sequenziali Deduzione (la teoria precede l osservazio-ne) Induzione (le teoria emerge dall osserva-zione) Funzione della letteratura Fondamentale per la definizione Ausiliaria della teoria e delle ipotesi Concetti Operativizzati Orientativi, aperti, in costruzione Rapporto con l ambiente Approccio manipolativo Approccio naturalistico Interazione psicologica studioso-studiato Osservazione scienti-fica, distaccata, neutrale Immedesimazione empatica nella prospettiva del soggetto studiato Interazione fisica studiosostudiato Distanza, separazione Prossimità, contatto Ruolo del soggetto studiato Passivo Attivo Rilevazione Disegno della ricerca Rappresentatività Strumenti di rilevazione Natura dei dati Analisi dei dati Oggetto dell analisi Obiettivo dell analisi Tecniche matematiche e statistiche Risultati Presentazioni dei dati Generalizzazioni Portata dei risultati Strutturato, chiuso, precede la ricerca Campione statisticamente rappresentativo Uniforme per tutti i soggetti. Obiettivo: matrice dei dati Hard, oggettivi e standardizzati (oggettività vs. sog-gettività) La variabile (analisi per variabili, imperso-nale) Spiegare la variazione (la varianza delle variabili) Uso intenso Tabelle (prospettiva relazionale) Correlazioni. Modelli causali. Leggi. Logica della causa-zione Generalizzabilità (al limite nomotetica) Destrutturato, aperto, costruito nel corso della ricerca Singoli casi, statistica-mente non rappresen-tativi Varia a seconda dell interesse dei soggetti. Non si tende alla standardizzazione Soft, ricchi e profondi (profondità vs. super-ficialità) L individuo (analisi per soggetti) Comprendere i soggetti Nessun uso Brani di interviste, di testi (prospettiva narrativa) Classificazioni e tipologie. Tipi ideali. Logica della classifi-cazione Specificità (al limite idiografica)

6 SCOPI DELLA RICERCA - DESCRIZIONE presentazione ordinata degli eventi e delle loro concomitanze - SPIEGAZIONE individuazione delle cause che producono determinati effetti - PREVISIONE anticipazione di che cosa potrà verificarsi nel futuro, date le relazioni individuate fra causa ed effetti - CONTROLLO intervento sulla realtà, per evitare o modificare gli effetti previsti, agendo sulle cause OGGETTO DELLA RICERCA SOCIALE relazioni fra soggetti costitutive di unità sociali in rapporto con: - forme di mediazione simbolica - ambiente sociale - ambiente naturale DEFINIZIONE DELL OGGETTO (del tema) DI RICERCA delimitazione logica in relazione a: caratteristiche spaziali caratteristiche temporali definizioni concettuali teorie ed ipotesi Si avrà RICERCA SOCIOLOGICA quando teorie ipotesi definizioni concettuali provengono dalla SOCIOLOGIA

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8 TECNICHE PER LA RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI Tecniche basate sull'osservazione Tecniche basate sull'interrogazione Tecniche sperimentali Analisi del contenuto Analisi secondaria di dati già disponibili, raccolti da altri Tecniche basate sull'osservazione (distinte in base al livello di coinvolgimento dell'osservatore nella situazione) partecipazione a pieno titolo (con ricostruzione a posteriori) partecipazione osservante (l'osservatore partecipa alla situazione, ma anche osserva e documenta gli avvenimenti) osservazione partecipante (l'osservatore ha come ruolo principale quello di osservare e documentare, ma la sua presenza non può essere ignorata e quindi in qualche misura anch'egli partecipa alla situazione osservazione senza partecipazione, ma in presenza dei soggetti osservati (l'osservatore cerca di rendersi il meno evidente possibile) osservazione senza visibilità da parte dei soggetti osservati (può essere anche osservazione o ascolto di una registrazione) Tranne che nel primo caso, lo strumento è di solito una guida o griglia di osservazione, più o meno strutturata

9 Tecniche basate sull'interrogazione Intervista l'informazione è fornita dal soggetto, ma stimolata da domande dell'intervistatore e registrata dall'intervistatore si distingue in base alla "rigidità" dello strumento-guida ed al suo livello di strutturazione: - intervista con questionario strutturato - intervista con questionario semistrutturato (sequenza di domande fissa, ma con risposte non prestruttrate, libere) - intervista libera (l'intervistatore ha sola una traccia degli argomenti da affrontare, delle domande da porre, ma è libero di scegliere la sequenza, la formulazione, gli eventuali approfondimenti): - intervista non direttiva - intervista focalizzata - storie di vita - intervista con gruppi (focus group) Questionario l'informazione è fornita dal soggetto, stimolata da domande che legge direttamente sullo strumento, e registrata dal soggetto stesso Test psicologici consistono nello svolgimento di "prove" e si distinguono a seconda del contenuto e dell'obiettivo delle prove stesse - test psicometrici, per la misurazione di specifiche abilità o caratteristiche (es. i test di intelligenza..) - test attitudinali, per valutare la presenza di specifiche abilità che sono richieste per lo svolgimento di determinati compiti - test proiettivi, per lo studio di caratteristiche della personalità

10 TAPPE DEL PROCESSO DI RICERCA definire il problema formulare / scegliere le ipotesi predisporre / attuare il piano di raccolta dei dati elaborare ed analizzare i dati falsificare / verificare le ipotesi IPOTESI affermazioni congetturali circa le relazioni fra due o più variabili verificabili o potenzialmente verificabili (domande di cui lo studio / la ricerca costituisce la provvisoria risposta) IPOTESI OPERATIVA Riformulazione dell ipotesi in modo tale che: permetta di identificare i dati da raccogliere nelle unità di rilevazione e nella distribuzione spazio-temporale esistano le condizioni tecniche e strumentali per la raccolta dei dati così come richiesti la dimostrazione dell esistenza delle relazioni fra variabili sia possibile attraverso l analisi qualitativa o quantitativa

11 La struttura tipo della ricerca quantitativa (da Corbetta, Metodologia e tecnica della ricerca sociale, Il Mulino, 1999) FASI PROCESSI Teoria Deduzione Ipotesi Operativizzazione (disegno della ricerca) Raccolta dati Organizzazione dei dati (matrice-dati) Analisi dati Interpretazione Risultati Induzione

12 Teoria insieme di proposizioni organicamente connesse con elevato livello di astrazione e genralizzazione derivate dalla realtà empirica da cui siano derivabili previsioni empiriche Ipotesi proposizione che implica relazioni fra concetti minor livello di astrazione e generalizzazione permette la traduzione della teoria in termini controllabili empricamente Concetti contenuto (significato) delle parole e delle immagini mentali Operativizzazione dei concetti - selezione di: - attributi o proprietà di oggetti (le unità di analisi) - che assumono stati diversi fra gli oggetti - definizione operativa procedura per la traduzione in operazioni di misura - applicazione ai casi, alle unità di analisi: - proprietà variabile - stati modalità - stato del singolo valore della modalità per il caso

13 DALLE PROPRIETÀ ALLE VARIABILI: LA DEFINIZIONE OPERATIVA Nella ricerca sociale, siamo interessati a raccogliere - per poi analizzarle - un particolare insieme di informazioni: per determinati soggetti e per determinate proprietà o caratteristiche vogliamo conoscere in quale stato si trovano Ad esempio, per gli allievi di una classe (= i soggetti) vogliamo sapere quale livello (= lo stato) hanno raggiunto nella abilità di calcolo (=la proprietà) Tramite la definizione operativa, stabiliamo quale elemento concreto (ad esempio, una prova obiettiva) rappresenterà la proprietà e quale elemento concreto (ad esempio, il numero delle risposte corrette) rappresenterà lo stato Abbiamo effettuato un passaggio da una proprietà (=un concetto astratto, generale) ad una situazione che rappresenta una "concretizzazione", una applicazione, un esempio di quella proprietà (= un indicatore). Abbiamo quindi dato una definizione operativa del concetto Perché abbia senso ai fini della ricerca, la proprietà (e quindi anche l'indicatore) deve poter assumere almeno due stati diversi (ad esempio, se tutti gli allievi avessero lo stesso livello di abilità, non avrebbe senso esaminarlo in rapporto ad altre caratteristiche, per "spiegare" da che cosa dipende). Per questo motivo diciamo che l'indicatore prescelto è una variabile, cioè assume "misure" diverse nei vari soggetti

14 Rappresentazione schematica del processo di traduzione empirica di un concetto complesso (da Corbetta, Metodologia e tecnica della ricerca sociale, Il Mulino, 1999) rapporto di indicazione definizione operativa Concetto Indicatori Variabili Indice (concetto (concetti generale) specifici) indicatore variabile dimensione 1 indicatore variabile indicatore variabile indicatore variabile Concetto dimensione 2 indicatore variabile Indice indicatore variabile indicatore variabile dimensione 3 indicatore variabile indicatore variabile

15 Tipi di errore e loro collocazione nel passaggio da concetti a variabili (da Corbetta, Metodologia e tecnica della ricerca sociale, Il Mulino, 1999) Base teorica Base empirica Concetto Indicatore Variabile errore di indicazione errore di operativizzazione dati selezione osservazione trattamento copertura campio non namento risposta intervi intervi stru modo statore stato mento

16 LA CLASSIFICAZIONE La CLASSIFICAZIONE consiste nella suddivisione dell'estensione di un concetto in due o più estensioni più ristrette (=classi), ognuna delle quali corrisponde ad un concetto meno generale, più specifico del precedente (ad esempio, il concetto abilità di calcolo può essere suddiviso nelle classi abilità elevata, abilità media, abilità bassa). Lo stesso ragionamento vale, sul piano operativo, per quanto riguarda le variabili (che sono le definizioni operative dei concetti) e le loro misure (che sono le definizioni operative delle classi). Requisiti per la classificazione corretta Esaustività dell'insieme delle classi - ogni oggetto deve essere assegnabile ad una delle classi che sono state formate (es. ogni bambino, in base alla sua abilità, deve essere collocato in una delle classi di abilità alta o media o bassa e non deve restare alcun bambino che non può essere "collocato") Mutua esclusività di ogni coppia di classi - nessun oggetto deve poter essere collocato in due classi (es. se la classe "abilità alta" comprende chi supera da sette a nove prove e la classe "abilità media" comprende chi supera da sei a sette prove, il bambino che ne supera sette sette potrebbe essere collocato in entrambe, contro la regola della mutua esclusività) Unicità del criterio di suddivisione - il criterio in base a cui sono state stabilite le classi deve essere uno e soltanto uno (nell'esempio, è il livello crescente di abilità. Sarebbe scorretta una classificazione che prevedesse le classi "abilità alta", "abilità media", "abilità bassa", "è disinteressato", perché mescolerebbe il criterio del livello di abilità con quello dell'interesse)

17 TIPI DI VARIABILI Esistono diversi tipi di variabile, rispecchianti le caratteristiche dei diversi tipi di proprietà. E fondamentale distinguerle, per decidere quali tipi di operazioni matematiche e statistiche sono lecite per l analisi dei dati raccolti. natura della proprietà proprietà considerate discrete proprietà considerate continue rapporto tra le categorie mutua esclusività mutua esclusività + relazione d ordine mutua esclusività + relazione d ordine + rapporto cardinale esiste unità di misura esiste unità di misura, ma non la applico direttamente non esiste unità di misura: devo trovare delle tecniche di rilevazione apposite procedura classifico classifico in base ad un ordine natura della variabile categoriali non ordinate categoriali ordinate considerate in sede di analisi categoriali ordinali conto enumerate cardinali misuro metriche cardinali eseguo operazioni matematiche su variabili cardinali eseguo operazioni di scaling derivate quasi-metriche ordinali cardinali (trattate come) cardinali ordinali (schema tratto da: D. Nigris, Ricerca applicata all intervento educativo, dispensa per il Corso di qualificazione per educatori, 1998/99

18 IL QUESTIONARIO Il questionario, sia per l autocompilazione che come guida per l intervista, è uno strumento che serve per raccogliere le informazioni che ci interessano ai fini della ricerca. Dovrà quindi essere strutturato in modo da consentire di ottenere per tutti i soggetti le informazioni sui loro stati nelle diverse proprietà. Le ipotesi che abbiamo formulato vanno quindi tradotte in domande le cui risposte permettono di individuare lo stato rispetto ad una proprietà. Le funzioni delle domande a) informazione generale sono quelle che vanno poste a tutti i soggetti, nessuno escluso b) filtro servono a individuare la parte degli intervistati a cui è inutile porre alcune domande successive c) informazione condizionata sono le domande che si pongono solo a coloro che hanno risposto in un determinato modo ad una domanda filtro d) controllo sono domande che richiedono la stessa informazione già richiesta da una domanda precedente, ma con una formulazione verbale diversa, per verificare l attendibilità della risposta I tipi di domande Dal punto vista della struttura, possiamo avere: domande aperte, quando le modalità di risposta non sono prefissate e l intervistato è libero di rispondere come vuole domande chiuse, quando le modalità di risposta sono tutte prefissate domande semichiuse, quando le modalità di risposta sono prefissate, ma è presente anche la modalità ALTRO, che permette all intervistato di formulare una risposta che non avevamo previsto (che non era presente nella nostra definizione operativa) elenchi, in cui all intervistato viene chiesto di scegliere in una lista o di dare un ordine agli elementi di una lista

19 TIPI DI ERRORI NELLA FORMULAZIONE DELLE DOMANDE A) ERRORI DI COMPLESSITA 1. DOMANDE A FORMULAZIONE DOPPIA Sono domande nelle quali, erroneamente, si chiede una risposta circa due oggetti contemporaneamente ( lei è d accordo con il divorzio e con l aborto? Si no ), con il risultato che non si ha poi modo di sapere chi fosse d accordo o meno con che cosa. 2. DOMANDE CON LESSICO COMPLESSO O CON TERMINOLOGIA ASTRATTA Maggiore è l impiego di termini astratti o poco usuali (felicità, soddisfazione, coinvolgimento sentimentale, socializzazione, confine simbolico, mobilità ascendente ), maggiore è la probabilità che ogni intervistato dia diverse interpretazioni della medesima domanda e risponda quindi a domande che in realtà sono domande diverse, anche se all intervistatore pare di porre sempre la stessa domanda. 3. DOMANDE CON SINTASSI COMPLESSA In questa categoria rientrano le domande troppo lunghe, o quelle costruite in maniera sintatticamente complessa, per esempio quelle a costruzione negativa o quelle a costruzione ipotetica. Si tratta di modi di formulare la domanda che possono trarre in inganno molti intervistati (e non necessaria-mente di bassa scolarità!) B) ERRORI DI PRECISIONE 1. DOMANDE CHE SOTTODETERMINANO L AMBITO DI RISPOSTA Si tratta di domande che non permettono all intervistato di capire esattamente qual è l oggetto della domanda; possono essere: - a formulazione ambigua (ad es., che cosa pensa del governo? di quale governo? delle forme di governo? ) - a formulazione generalizzante (ad esempio, che cosa pensa della politica del governo? in quale campo? a che proposito? a favore di chi? ) 2. DOMANDE CHE SOVRADETERMINANO L AMBITO DI RISPOSTA Si tratta di domande che restringono le possibilità di risposta in maniera scorretta, arrivando a guidare l intervistato a rispondere come vorrebbe il ricercatore. Per esempio: - domande a formulazione direttiva ( Il 90% degli italiani pensa che E lei cosa ne pensa? è evidente che la risposta è influenzata dalla

20 formulazione della domanda) - domande a formulazione non discriminante, che non permettono di distinguere bene diversi gruppi di rispondenti, in quanto fanno rispondere tutti allo stesso modo, mentre una formulazione più attenta potrebbe permettere di esprimere una maggiore varietà di opinioni o comportamenti. TIPI DI ERRORI NELLA FORMULAZIONE DELLE MODALITA DI RISPOSTA La violazione del criterio della ESAUSTIVITA porta a domande con risposte a MODALITA INCOMPLETE La violazione del criterio della MUTUA ESCLUSIVITA porta a domande con risposte a MODALITA SOVRAPPOSTE La violazione del criterio della UNICITA DEL CRITERIO DI SUDDIVISIONE porta a domande con risposte PLURIDIMENSIONALI

21 IL CAMPIONAMENTO In molte indagini è impossibile, o troppo costoso, raccogliere informazioni su tutte le unità di analisi (= universo o popolazione) della ricerca. D altra parte, potrebbe anche essere inutile raccogliere le informazioni su tutte le unità, dal momento che la variabilità, il campo di variazione degli stati delle diverse proprietà non è illimitato e, dopo aver raccolto le informazioni su un certo numero di casi, si continuerebbe a raccogliere duplicazioni delle informazioni già raccolte. Si sceglie pertanto un numero limitato di unità (= campione) che costituiranno i casi effettivamente indagati dal ricercatore. L idea che guida le operazioni di costruzione di un campione (= piano di campionamento) è quella della rappresentatività (= l insieme dei casi appartenenti al campione riproduce in scala ridotta le caratteristiche dell universo per quanto riguarda le proprietà che si intendono indagare con la ricerca). I diversi tipi di campione che si possono ottenere sono distinti in base alla procedura impiegata per la loro estrazione. A loro volta, le procedure possono essere suddivise in due procedimenti fondamentali: il campionamento probabilistico, se è nota, per ogni unità dell universo, la probabilità di essere inclusa nel campione il campionamento a scelta ragionata, se si garantisce a priori la rappresentatività su alcune variabili. Si presenta un problema metodologico fondamentale: alle distorsioni tipiche del processo di rilevazione o di osservazione (= errori di rilevazione) si aggiunge una possibile distorsione prodotta dalla tecnica di campionamento (= errori di campionamento).

22 PROCEDIMENTI E PROCEDURE DI CAMPIONAMENTO A. Campionamento probabilistico 1. Campionamento casuale semplice Ha due proprietà fondamentali: - tutte le unità che appartengono all univer-so hanno la stessa probabilità di essere incluse nel campione - tutte le possibili combinazioni di unità devono avere uguale probabilità di essere incluse nel campione a) con ripetizione Idealmente, gli N elementi dell universo vengono posti in una urna e ne vengono estratti a caso n, uno alla volta e reimmettendo ogni volta nell urna quello già estratto (ogni elemento ha quindi sempre la stessa probabilità di essere estratto). In pratica, si predispone una lista delle unità numerate da 1 a N e si estraggono poi ad esempio con la tabella dei numeri casuali n numeri che identificano i casi rientranti nel campione. b) in blocco, senza reimmissione Per ragioni pratiche, si procede spesso all estrazione senza reimmissione. In questo caso, ad ogni estrazione varia la probabilità delle unità successive di essere estratte; la differenza fra questa procedura e quella precedente diventa trascurabile se l universo è molto grande ed il campione al confronto è molto piccolo. c) sistematico - si predispone una lista delle unità costituenti l universo, numerate da 1 a N ; - si calcola il rapporto k = N / n; - si comincia la procedura estraendo a caso una delle unità che si presentano fra la prima e la kesima posizione e poi, a partire dal primo caso estratto, si sceglie una unità ogni k posizioni.

23 2. Campionamento casuale stratificato Se si conosce la distribuzione di una o più proprietà nella popolazione, è possibile suddividere l universo in strati secondo questa/queste proprietà. Entro ogni strato si potrà estrarre un campione casuale semplice. Se il numero dei casi estratto da ogni strato è proporzionale alla dimensione dello strato/degli strati, si otterrà un campione stratificato proporzionale. 3. Campionamento a due o più stadi Vi si può ricorrere se non è disponibile la lista completa delle unità dell universo e se le unità si suddividono su aree territoriali abbastanza vaste. Nel primo stadio si suddivide l universo in aree (in genere, su base territoriale) e si opera una prima estrazione di un numero limitato di esse (= unità primarie del campione). Se si utilizza il campionamento a due stadi, nel secondo stadio si estraggono casualmente entro ogni unità primaria i casi su cui si raccoglieranno le informazioni. Se si utilizza il campionamento a più stadi, nel secondo stadio - e poi eventualmente nei successivi - si suddividono ulteriormente le unità primarie in aree e si opera l estrazione di un numero limitato di esse, e così via, fino alla estrazione dei casi su cui raccogliere le informazioni. Il campionamento a grappoli è una variante del campionamento a più stadi: le unità dell universo sono per loro natura suddivise in gruppi (= grappoli); se ne estraggono casualmente un numero limitato e si raccolgono le informazioni su tutte le unità che appartengono ai grappoli estratti. Ad esempio, se le unità dell universo sono gli individui, si possono estrarre casualmente un certo numero di famiglie e poi raccogliere le informazioni su tutti gli individui che compongono le famiglie estratte.

24 B. Campionamento a scelta ragionata Il campione viene costruito in modo da garantire a priori la rappresentatività del campione rispetto ad alcune proprietà. 1. Campionamento per quote Conoscendo le distribuzioni congiunte dell universo rispetto ad alcune proprietà, viene costruito un campione per quote che riproduce proporzionalmente lo stesso tipo di distribuzioni; nella scelta dei casi per la raccolta delle informazioni, si pone l unico vincolo che il campione finale presenti le stesse proporzioni dell universo rispetto alle proprietà considerate. Problemi e limiti: - la rappresentatività del campione è garantita solo per le variabili che ne hanno permesso la definizione, mentre nulla si può dire sul livello di rappresentatività rispetto ad altre proprietà - se il reperimento dei casi è lasciato agli intervistatori, c è il rischio di distorsioni in quanto si potrebbero privilegiare alcune categorie di persone rispetto ad altre - poiché i casi non hanno tutti la stessa probabilità di entrare nel campione, non si potranno utilizzare la maggior parte degli strumenti di analisi statistica

25 LA COSTRUZIONE DELLA MATRICE DEI DATI Esempio di domande con valori/codici per la codifica D. 5 - Qual è il suo titolo di studio? 0. senza titolo 1. lic.elementare 2. lic. media 3. dipl.superiore 4. laurea 5. altro D. 6 - Quanti figli ha? numero di figli: D. 7 - In quale comune risiede? comune: codice comune: (utilizzare il numero di codice ricavato dalla lista dei comuni della Regione) Parte della matrice dei dati N. v 1 v 2 v 3 v 4 v 5 (titolo di studio) v 6 (numero di figli) v 7 (comune di residenza) Caso Caso Caso Caso Caso Caso Caso Caso Caso Caso v 8

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