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1 OTTOBRE 2008 SUPPLY CHAIN MANAGEMENT SOLUZIONI LOGISTICHE A MISURA D UOMO LE NOVITÁ TECNOLOGICHE PER LA RAZIONALIZZA- ZIONE DEI FLUSSI DI MERCI E INFORMAZIONI La concorrenza oggi corre sul filo dell applicazione di nuove tecnologie: se sul costo del lavoro non si può competere con i paesi cosiddetti emergenti, non si può neanche pensare di realizzare risparmi su carburanti e materie prime. Pagina 7 LE SOLUZIONI LOGISTICHE PER IL CONTENIMENTO DEI COSTI: CARBURANTI, MATERIE PRIME, ENERGIA Il raggiungimento da parte del prezzo del petrolio di livelli impensabili fino a pochi mesi fa non ha lasciato indifferente il mondo della logistica: è stato calcolato che, a causa del cosiddetto fuel surcharge, a partire dall inizio dell anno si è registrata un penalizzazione media dei margini che va dal 5% all 8%. Pagina 9 LA LOGISTICA E IL SETTORE SANITARIO Il mondo della Sanità può trarre notevolissimo giovamento dall adozione delle tecniche della logistica moderna. Ma è fondamentale che cambi la mentalità di tutto il settore. Occorre innanzitutto mettere a fuoco una distinzione fondamentale rispetto a tutti gli altri settori Pagina 11 ELMED - EUROPEAN LOGISTICS MEDITERRANEAN Si è ulteriormente ampliato il numero dei paesi aderenti a ELMED European Logistics Mediterranean, il network logistico costituito all inizio dell anno con l obiettivo specifico di favorire la cooperazione logistica tra le imprese dell area del Mediterraneo. Ai tre paesi fondatori QUESTO SUPPLEMENTO È STATO REALIZZATO DA MEDIAPLANET. IL SOLE 24 ORE NON HA PARTECIPATO ALLA SUA REALIZZAZIONE E NON HA RESPONSABILITÁ PER IL SUO CONTENUTO

2 2 SUPPLY CHAIN MANAGEMENT ottobre 2008 Idee Esperienza Risultati per le tue Scorte OTTOBRE 2008 SUPPLY CHAIN MANAGEMENT SOLUZIONI LOGISTICHE A MISURA D UOMO SOMMARIO GESTIONE SCORTE Come trasformare l Ufficio Acquisti in un centro di profitto? scopri come: Inventory Management S.r.l. Via Amalfi, Treviso - tel fax LE NOVITÁ TECNOLOGICHE PER LA RAZIONALIZZA- ZIONE DEI FLUSSI DI MERCI E INFORMAZIONI La concorrenza oggi corre sul filo dell applicazione di nuove tecnologie: se sul costo del lavoro non si può competere con i paesi cosiddetti emergenti, non si può neanche pensare di realizzare risparmi su carburanti e materie prime. Pagina 7 LE SOLUZIONI LOGISTICHE PER IL CONTENIMENTO DEI COSTI: CARBURANTI, MATERIE PRIME, ENERGIA Il raggiungimento da parte del prezzo del petrolio di livelli impensabili fino a pochi mesi fa non ha lasciato indifferente il mondo della logistica: è stato calcolato che, a causa del cosiddetto fuel surcharge, a partire dall inizio dell anno si è registrata un penalizzazione media dei margini che va dal 5% all 8%. Pagina 9 LA LOGISTICA E IL SETTORE SANITARIO Il mondo della Sanità può trarre notevolissimo giovamento dall adozione delle tecniche della logistica moderna. Ma è fondamentale che cambi la mentalità di tutto il settore. Occorre innanzitutto mettere a fuoco una distinzione fondamentale rispetto a tutti gli altri settori Pagina 11 Mediaplanet with reach and focus Mediaplanet è una casa editrice leader in Europa per la pubblicazione di supplementi tematici allegati a quotidiani e portali online di economia, politica e finanza. Per ulteriori informazioni : Filippo Gioiello Country Manager, filippo.gioiello@mediaplanet.com SUPPLY CHAIN MANAGEMENT - UNA PUBBLICAZIONE DI MEDIAPLANET Project Manager: Cristian Riello, Mediaplanet Production Manager: Gianluca Cò, Mediaplanet Testi: Studio Vizioli e Associati Srl Produzione/Layout: Daniela Borraccino, Mediaplanet, daniela.borraccino@mediaplanet.com Stampa: Il Sole 24 Ore Distribuzione: Il Sole 24 Ore Foto: istockphoto.com ELMED - EUROPEAN LOGISTICS MEDITERRANEAN Si è ulteriormente ampliato il numero dei paesi aderenti a ELMED European Logistics Mediterranean, il network logistico costituito all inizio dell anno con l obiettivo specifico di favorire la cooperazione logistica tra le imprese dell area del Mediterraneo. Ai tre paesi fondatori QUESTO SUPPLEMENTO È STATO REALIZZATO DA MEDIAPLANET. IL SOLE 24 ORE NON HA PARTECIPATO ALLA SUA REALIZZAZIONE E NON HA RESPONSABILITÁ PER IL SUO CONTENUTO - ELMED - European logisctics Mediterranean La tecnologia RFID I benefici della tecnologia La Lean Supply Chain Le novità tecnologiche per la razionalizzazione dei flussi di merci e informazioni EXPERT PANEL: Christophe Poitrineau...8 Enrico Nebuloni...8 Fabrizio Albino Russo...8 Mauro Saggiorato...9 Marco Susini Le soluzioni logistiche per il contenimento dei costi: carburanti, materie prime, energia Il processo Demand Planning nelle aziende italiane L addetto alla Logistica: come acquisire le competenze necessarie La logistica e il settore sanitario...11 L expertise logistico al servizio di un Made in Italy senza frontiere Il mercato russo continua ad affermarsi come partner strategico per il nostro paese. La sviluppo economico della Russia è in forte aumento dal 2000 e si prevede una crescita di +8% entro la fine del Le aree industriali si sono rapidamente allargate come anche la domanda di beni di consumo, generata dalla maggiore disponibilità economica. Di conseguenza le quote di import ed export stanno registrando una fortissimo incremento: l Italia importa dalla Russia prodotti chimici come il petrolio e il gas ed esporta macchinari, articoli di abbigliamento, mobili e calzature con volumi d affari pari a circa 3 miliardi di euro tra gennaio e settembre del Grazie a questo maggiore potenziale di crescita, GEFCO, uno dei maggiori operatori internazionali di logistica, nato nel 1949 e controllato interamente dal Gruppo PSA Peugeot Citroën, ha deciso di indirizzare il proprio sviluppo internazionale verso le regioni dell Europa Centrale e Orientale. Nell ultimo anno, il fatturato in quest area è cresciuto del 58%, attestandosi a 261 milioni di euro, mentre dal 2004 al 2007 è cresciuto del 273%. Il fatturato globale invece ha raggiunto nel 2007 i 3,5 miliardi di euro, forte di una presenza in più di 100 paesi e di circa dipendenti in tutto il mondo. Per mantenere costante questo sviluppo, è stata creata nel 2007 la Business Unit Europa Centrale e Orientale, dotata di autonomia e risorse specifiche. Destinata ad estendersi rapidamente, oggi comprende 11 filiali: Austria, Repubblica Ceca, Lettonia, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia, Turchia, Ungheria, Slovenia e Ucraina. Sono impiegati addetti in 40 piattaforme operative. L industria automotive è il principale fattore trainante per questa crescita: non a caso nel 2007 GEFCO ha rafforzato i propri legami commerciali in quest area con General Motors, suo principale cliente al di fuori del Gruppo PSA. Anche in Italia GEFCO sta seguendo questa tendenza e ha recentemente sviluppato un business di grande rilievo per il mercato dell Europa Orientale. A partire da dicembre 2007, infatti, ha siglato un accordo con Vestebene, Gruppo Miroglio, per la gestione delle spedizioni destinate al territorio russo. La multinazionale, simbolo dell abbigliamento femminile Made in Italy, ha manifestato la necessità di una distribuzione capillare nei propri negozi monomarca presenti nell intera regione russa e GEFCO Italia, in stretta collaborazione con la filiale locale, si è posta come fornitore unico per i servizi di logistica e di trasporto. Da inizio anno GEFCO gestisce i flussi con cadenza settimanale grazie alla creazione di un sistema logistico ad hoc, integrato e completo, per gli approvvigionamenti dagli stabilimenti italiani verso i punti vendita in Russia. Il servizio offerto comprende il trasporto dall Italia a Mosca (carichi completi e groupage), tutte le operazioni di sdoganamento, il deposito e la distribuzione door-to-door nei quasi 40 negozi Vestebene, da San Pietroburgo fino alla lontana città di Vladivostok. La filiale russa di GEFCO, operativa dal 2003 con 6 centri, ha conseguito nel 2006 la qualifica di spedizioniere doganale e ciò le permette di gestire direttamente le operazioni di sdoganamento senza alcun intermediario.

3 ottobre 2008 SUPPLY CHAIN MANAGEMENT 3 ELMED - European Logistics Mediterranean Domenico Netti Presidente AILOG Si è ulteriormente ampliato il numero dei paesi aderenti a ELMED European Logistics Mediterranean, il network logistico costituito all inizio dell anno con l obiettivo specifico di favorire la cooperazione logistica tra le imprese dell area del Mediterraneo. Ai tre paesi fondatori (Italia, Francia e Spagna), si è aggiunta nelle scorse settimane la Grecia. A breve, dovrebbe essere formalizzata anche l adesione all accordo da parte delle organizzazioni logistiche di alcuni paesi del Nord Africa. A testimonianza della validità di una formula associativa che pone come priorità la creazione di nuove opportunità di business, attraverso l individuazione di strumenti operativi comuni e la creazione di sinergie tra le imprese, va però sottolineato che già da ora i confini geografici di ELMED si stanno rivelando stretti. Richieste di adesione sono infatti La tecnologia RFID Un sistema RFID ed EPC si basa essenzialmente su quattro elementi, la cui unione costituisce la configurazione più semplice che un sistema basato sulla tecnologia a radiofrequenza possa assumere. Questi quattro elementi sono rappresentati da: tag (transponder); reader; antenna, sistema informativo Il tag costituisce il supporto fisico di identificazione automatica. Nella maggioranza dei casi, a differenza degli altri componenti del sistema, il tag non è fisso ma si muove insieme all oggetto da identificare. Una volta attivato dagli altri elementi del sistema attraverso un campo elettrico o magnetico, il tag è in grado di trasmettere le informazioni in esso contenute, che si vogliono far pervenire ai vari livelli della supply chain. Tali informazioni, oltre che lette, possono essere eventualmente modificate attraverso operazioni di scrittura. I tag si differenziano in attivi e passivi. I tag attivi sono dotati di un sistema di alimentazione autonomo, collegato direttamente al tag stesso, tipicamente una batteria. I tag passivi, al contrario, non sono dotati di un sistema di alimentazione on board, ma il tag viene alimentato tramite il campo elettromagnetico generato dalle onde in radiofrequenza emesse dalle antenne presenti nel sistema. Gli standard internazionali definiscono attualmente diversi range di frequenza a cui i tag possono operare, cui corrispondono differenti caratteristiche operative, si esaminano di seguito quelli di maggiore interesse: altissime frequenze (UHF, da 865 a 955 MHz), di cui esistono ancora poche applicazioni effettive, ma che per le loro caratteristiche di prestazione e per l evoluzione dei sistemi di standardizzazione costituiscono lo standard di riferimento per applicazioni EPC della tecnologia RFID. I tag UHF coniugano infatti ottimamente prestazioni in termini di distanza di lettura (si possono avere distanze di lettura fino a 10 m) e costo, pur comportandosi in maniera sub-ottima in presenza di liquidi e metalli. Nell ambito di questa categoria, lo standard di riferimento per tag e reader a livello mondiale è oggi rappresentato dal EPC Class1 gen2. Le caratteristiche che rendono questo standard ottimale sono diverse. Innanzitutto si tratta di uno standard multifrequenza. Questo significa che tag Class1 Gen2 possono essere letti indifferentemente con lettori operanti a 915 MHz (USA e Nord America), sia con lettori operanti a MHz (Europa). Tale caratteristica rende di fatto lo standard Gen2 universale in tutto il mondo, e permette di superare i problemi legati alle diverse allocazioni di frequenze in campo UHF nelle diverse parti del pianeta. In particolare, in Europa la banda riservata ad applicazioni EPC è stata definita dall ETSI tramite il regolamento ETSI Le applicazioni avvengono nella banda MHz, 2 W di potenza ERP, con prestazioni superiori a quelle ottenibili con lettori Class1 gen1 a 915 MHz. Inoltre, il protocollo Class1 gen2 fornisce numerose altre funzioni atte a migliorare le performance dei reader, soprattutto in situazioni che prevedono l impiego di diversi apparecchi contemporaneamente. Tali funzioni permettono di minimizzare le collisioni durante il processo di lettura e facilitano l impiego di algoritmi di scouring per la localizzazione dei tag. Lo standard gen2 permette un funzionamento dei reader in tre diverse modalità: single-reaeder mode, multireader mode e dense-reader mode. Quest ultima modalità di funzionamento rappresenta l avanguardia tecnologica della trasmissione in UHF dato che permette a oltre 50 readers presenti nello stesso edificio di operare in simultanea evitando ogni tipo di collisione, utilizzando corsie di frequenza tra tag e reader trasmettenti all interno dello stesso ambiente. Oltre ai miglioramenti fin qui esposti, lo standard EPC Class1 gen2 rappresenta un notevole passo avanti in termini di sicurezza e privacy. Infatti rende possibili due nuove funzioni: Kill (con password associata) e Lock. La prima permette la disattivazione completa e definitiva del dispositivo a cui è applicata, mentre la seconda un blocco temporaneo. Non da ultimo lo standard permette anche l utilizzo di una password per il controllo di accesso sull oggetto stesso. Inoltre questo standard permette anche la memorizzazione all interno del tag di user data aggiuntivi rispetto al codice EPC identificativo. Le prestazioni intermini di lettura e scrittura sono alquanto migliorate rispetto agli standard Class0 e Class1 gen1. con il protocollo Class1 gen2 si possono leggere contemporaneamente fino a tag/s, mentre possono essere scritti più di 7 tag/s. L antenna, governata dal reader, è l elemento preposto a fornire energia al tag e a ricevere il segnale radio emesso dallo stesso, per mezzo delle onde radio. I readers sono l elemento del sistema a cui è deputato il compito di leggere e filtrare le informazioni presenti sui tag e captate dalle antenne. In alcuni casi, tramite i reader è possibile modificare le informazioni presenti sul tag stesso. Se da un lato il reader si interfaccia tramite le antenne ai tag, dall altro esso dialoga con il sistema informativo, per trasmettere i dati letti e ricevere istruzioni di lettura/scrittura. L host computer, infine, è l elemento del sistema che ha il compito di raccogliere in modo strutturato e di rendere visibili al resto del sistema informativo aziendale l insieme delle informazioni raccolte sul campo dai reader. Risulta quindi essere l elemento di collegamento tra il sistema RFID propriamente detto e il resto del sistema informativo aziendale. il sistema EPC Il sistema EPC si basa sull applicazione di un tag RFID per l identificazione degli item (pallet, contenitori riutilizzabili, colli o singoli item) e sulla condivisione dei dati logistici e di tracciabilità attraverso la rete internet (EPC Network). Per limitare il costo del tag e rendere possibili applicazioni anche a livello di singola unità di vendita le informazioni contenute nel tag sono limitate ad un semplice seriale, che identifica in modo univoco e standard l item a livello globale. Tale seriale rappresenta la chiave per accedere alle informazioni logistiche della singola istanza che sono disponibili sulla rete agli utenti autorizzati tramite EPCglobal Network. L acquisizione, il trasferimento e l archiviazione di tutti i dati provenienti dai vari livelli della supply chain sono possibili con l utilizzo di sistemi informativi opportunamente strutturati (EPCglobal Network). L EPC Network è quella particolare architettura informativa progettata dall Auto-Id Center per estendere le potenzialità della tecnologia RFID alla supply chain globale, indicata nello specifico con il termine EPC Supply Chain. Essa si basa sull utilizzo del sistema EPC, unitamente all RFID ed è supportato da software creati appositamente seguendo gli EPCglobal standard. In questo modo, facendo leva su tecnologie già esistenti come l RFID e internet, EPCglobal Network è in grado di condividere e trasmettere informazioni in tempo reale su singoli oggetti mentre questi transitano lungo la pipeline logistica, condividendo i dati di tracciabilità. Tramite l EPCglobal Network è possibile certificare gli spostamenti effettuati dai diversi prodotti, determinandone un accessibilità limitata agli utenti autorizzati con la garanzia di controlli effettuati mediante firewall, codifiche e altre misure di sicurezza. Tramite l EPCglobal Network le informazioni logistiche possono essere raccolte, processate giunte da paesi situati al di fuori dell area mediterranea quali Brasile e Russia, i cui scambi commerciali con le aree del Mediterraneo sono in continuo incremento. D altra parte, vi è una logica in questa rapida evoluzione: la logistica moderna, per sua natura, non conosce confini e il suo scenario operativo naturale è costituito dall insieme della comunità economica internazionale nel senso più ampio. L elemento che più d ogni altro contraddistingue ELMED (che non è una vera e propria organizzazione internazionale ma, per l appunto, si basa su un accordo, sul modello del GATT/WTO) è la grande concretezza.nei pochi mesi dalla sua costituzione, ELMED ha avviato, con operatori dei paesi firmatari, numerosi gruppi di lavoro finalizzati allo sviluppo di progetti relativi alla logistica nel settore ospedaliero e alla filiera del farmaco, alla gestione dei pallet, alla certificazione delle consegne e - per quanto riguarda strettamente l ambito dei trasporti - alla creazione di sinergie tra operatori volte a minimizzare il numero di viaggi senza carico e ad abbattere i costi (è stato proposto l allungamento delle dimensioni dei camion). Il grande punto di forza di ELMED è che l Accordo parte proprio dalle esigenze delle imprese dei paesi aderenti: sono esse stesse a finanziare i progetti dai quali intendono trarre vantaggio. ELMED è quindi destinato a produrre concreti benefici sia per le singole imprese che per i rispettivi settori di appartenenza e per l economia in generale. e condivise tra le diverse supply chain e tra la totalità degli attori a livello mondiale, ricavandone informazioni a valore aggiunto per ottimizzare i processi produttivi logistici connessi con la gestione dell impianto industriale meccanico, commerciali e per la sicurezza del consumatore. L architettura generale dell EPCglobal Network si basa sull interazione di 5 componenti fondamentali: EPC; Id-System; EPC Application Level Events (ALE) Middleware; Discovery Services; EPC Information Services (EPCIS) L azione coordinata di tutti questi componenti, garantisce al sistema la capacità di raccogliere e di condividere le informazioni tra i vari attori che la costituiscono. La raccolta e la gestione dei dati procede dal basso verso l alto, dopo l applicazione di EPC tag contenenti un EPC univoco a tutti gli oggetti in transito per la supply chain. Strategicamente collocati in corrispondenza di opportuni tracking point, gli EPC reader leggono gli oggetti taggati al loro passaggio e comunicano agli ALE (Application Level Events) tutte le informazioni dinamiche, cioè il numero dell EPC, l ora, la data e il luogo di lettura. L EPC Middleware controlla gli EPC tag, gli EPC reader e l architettura locale (ERP e Warehouse Management System - WMS) e li integra alla specifica struttura considerata. In particolare esso trasforma gli eventi temporali provenienti dai reader (quale EPC è stato letto, da quale reader, a che ora) in eventi di business (ricevimento di un ordine, stoccaggio a magazzino di un pallet) interfacciandosi con i sistemi ERP e/o di gestione del magazzino. Una volta che si è giunti in possesso di un informazione, l EPCglobal Network si avvale della tecnologia Internet per creare una connessione in grado di condividere quell informazione tra i trading partner della supply chain autorizzati ad entrarne in possesso. A queste operazioni è preposto l Object Name Server (ONS) e i Discovery Services. Analogamente a quanto avviene per Internet, l ONS converte lo specifico EPC in un URL (Uniform Resource Locator), che è poi utilizzato per individuare il l EPC IS locale all interno del quale possono essere reperite le informazioni relative a quell EPC. Una volta ottenuta l indicazione su dove è possibile reperire l informazione desiderata, l accesso effettivo ai dati è gestito selettivamente a livello locale dall EPC IS: sarà la stessa azienda a indicare quali sono i partner ai quali è consentito l ingresso. Il risultato è pertanto una fitta rete di informazioni che mantiene traccia in tempo reale di tutti gli spostamenti effettuati da uno specifico oggetto. Il linguaggio tramite il quale queste informazioni vengono scambiate e gestite è il PML (Physical Mark-up Language), che rappresenta una libreria, definita secondo uno standard XML, specifica per applicazioni di tipo EPC. Un importante aspetto da sottolineare sul sistema EPC nella sua globalità di funzionamento riguarda la definizione degli standard e dei protocolli. In particolare sono stati già progettati, definiti e testati con successo i protocolli relativi alla codifica dell informazione all interno dell EPC e relativi allo scambio dei dati tra tag e reader. Questi elementi dispongono oggi di una tecnologia già abbastanza consolidata, e sono il risultato di un processo di standardizzazione che,soprattutto grazie al protocollo multi frequenza class 1 gen 2 ha raggiunto ottimi livelli. a cura del Prof. Rizzi RFID Lab Dipartimento di Ingegneria Industriale Università di Parma

4 4 SUPPLY CHAIN MANAGEMENT ottobre 2008 I benefici della tecnologia Possibilità di leggere in maniera totalmente automatica attraverso un varco più oggetti senza bisogno di vederli fisicamente, far passare uno scatolone attraverso un tunnel e sapere immediatamente il contenuto senza aprirlo, poter cercare un oggetto tra decine di oggetti identici utilizzando un lettore brandeggiabile come un geiger, avere l inventario in pochi secondi sventagliando lo stesso lettore di fronte a centinaia di oggetti. Sono questi gli aspetti che rendono la tecnologia RFID particolarmente affascinante a chi la approccia inizialmente. In realtà i benefici di questa tecnologia sono molto più profondi e spesso connessi con la possibilità di condividere informazioni tra tutti i membri di una filiera attraverso l internet degli oggetti. In sostanza si tratta della possibilità di identificare univocamente un prodotto grazie ad un chip RFID e di tracciare in maniera automatica i suoi spostamenti mentre si muove nella filiera. Un sistema standard di condivisione di questi dati di simile ad internet e chiamato EPC Network permette in ogni istante di sapere dove si trova il prodotto e di condividere tra i partner di filiera informazioni sul prodotto stesso. Anche il consumatore potrà usufruire di questa tecnologia una volta che i prodotti saranno dotati di etichette intelligenti: i tag potranno ad es. essere letti mediante cellulari ed informazioni aggiuntive scaricate tramite internet. Gli elettrodomestici potranno interagire con i prodotti decidendo cosa consumare prima in base alla data di scadenza, cosa riordinare, permettere il lavaggio di due capi di biancheria con lo stesso programma di lavaggio. Nel settore del largo consumo, quello che si appresta a fare da traino al boom della diffusione di questa tecnologia, la parola chiave quando si parla di RFID non è solamente identificazione automatica ma soprattutto visibilità di filiera grazie all internet degli oggetti. Nel 2003 Linda Dillman, Chief Information Officer di Wal Mart, la prima catena della distribuzione mondiale, con un fatturato di 350 miliardi di $ e 1,8 M di dipendenti nel mondo, annuncia il piano di implementazione dell RFID di Wal Mart: entro il 2005 i primi 100 fornitori dovranno fornire pallet e cartoni dotati di tag RFID. Wal Mart riceve dai suoi primi cento fornitori circa 1 miliardo di cartoni all anno. il mandato di Wal Mart dà un impulso decisivo alla diffusione della tecnologia nel largo consumo. Nel 2008 sono più di 700 i fornitori che forniscono pallet e case dotati di tag RFID, e il deployment della tecnologica coinvolge alcune migliaia di punti vendita. Ai propri fornitori Wal Mar fornisce in tempo reale i dati relativi alle letture RFID che certificano il ricevimento del prodotto al centro di distribuzione, la sua uscita dal centro e l arrivo al punto vendita, il trasferimento dalla riserva a scaffale e la lettura del cartone vuoto nel cassonetto compattatore. Grazie a tali dati il fornitore ha visibilità sui dati di vendita del prodotto ed è in grado di migliorare notevolmente il livello delle scorte e programmare meglio la produzione, rendendo disponibile in anticipo ciò che si sta vendendo. Gestire le scorte o la produzione sulla base delle vendite del punto vendita anziché sugli ordini ricevuti permette di diminuire la variabilità della domanda e in definitiva le scorte di sicurezza, che servono proprio a coprire tale incertezza. Inoltre, la visibilità permette di intervenire in tempo in presenza di anomalie. Un produttore di candele, Hanna s candle ad es. si è accorto che un carico di candele di S.Valentino spedite dal proprio magazzino non erano state viste in ricevimento dai lettori RFID di Wal Mart. La causa era dovuta al fatto che il mezzo era stato dimenticato nel parcheggio del centro da un autista. Intervenendo per tempo entro la ricorrenza, il mezzo è stato ricevuto evitando di generare una mancata vendita attuale (se il mezzo fosse stato scoperto dopo il 14 Febbraio il prodotto sarebbe stato invendibile) e futura (nella promozione dell anno successivo Wal Mart avrebbe ordinato meno) nonché il costo di ritiro e smaltimento del carico. Grazie alla possibilità di seguire puntualmente i flussi fisici di prodotto nella supply chain fino al punto vendita, la tecnologia RFID è uno strumento formidabile per seguire in tempo reale l andamento delle promozioni, verificando se il punto vendita riceve la merce entro l inizio della promozione. Wal Mart ha individuato nel 38% la percentuale di fatturato in più per le promozioni che arrivano puntuali sul punto vendita rispetto a quelle che arrivano in ritardo. Studi analoghi condotti da RFID Lab nel 2007 insieme alle 22 aziende facenti parte del Board of Advisors Fast Moving Consumer Goods hanno mostrato una potenziale recupero di fatturato grazie alla tecnologia RFID per i prodotti Consumer Packaged Goods pari a /anno/ipermercato, a cui può essere sommato un ulteriore costo cessante pari a /anno/ipermercato per il recupero derivante da danno d immagine (il consumatore, recatosi sul punto vendita per l acquisto di un prodotto in promozione, non trovandolo passa ad un altra insegna). Anche Gillette, grazie all implementaizone della tecnologia RFID, è stato in grado di verificare il rispetto delle date di promozione per i propri display di rasoi Venus. La sperimentazione, condotta nel 2005 su un campione di una ventina di punti vendita, ha mostrato come solo nel 20% dei casi i display venissero portati in area vendita quando previsto da campagna pubblicitaria. Grazie alla t e c n o l o g i a RFID wal mart ha migliorato significativamente anche il proprio livello di out of stock (perdita di fatturato per mancanza di prodotto sullo scaffale), ha un controllo delle scorte più accurato, ed è in grado di rispettare meglio le date delle promozioni. L Università dell Arkansas, attraverso ricerche mirate sul punto vendita ha mostrato una riduzione dello stock out nei punti vendita dotati di tecnologia RFID del 16% medio rispetto a quelli in cui la tecnologia RFID non è ancora implementata, e un incremento del 13% nell accuratezza dell inventory (corrispondenza tra stock presente sul punto vendita e quello a sistema informativo). Studi analoghi condotti da RFID Lab nel 2007 insieme alle 22 aziende facenti parte del Board of Advisors hanno mostrato una potenziale recupero di fatturato per la supply chain pari a / anno/supermercato e pari a /anno/ipermercato. All inizio del 2008 Sams Club, la divisione non food di Wal Mart, comunica ai propri fornitori l intenzione di avviare il deployment della tecnologia RFID. Ogni pallet consegnato nel centro di Distribuzione di DeSoto (texas) deve essere dotato di tag RFID. Ai fornitori che non rispetteranno il mandato verrà fatturato un dollaro per pallet per il costo di applicazione del tag. Al centro texano seguiranno presto altri centri di distribuzione del colosso. Nel settore dei prodotti freschi, surgelati ed in generale ogni volta che è necessario garantire il rispetto di determinati parametri ambientali, la tecnologia RFID può dare una mano. Tag semipassivi, dotati di batteria, possono registrare sistematicamente la temperatura a cui viene sottoposto un prodottoe restituirla quando interrogati. Se la catena del freddo è interrotta, ad es. durante un trasporto, un singolo bancale può essere ad es. dirottato su un mercato vicino, anziché destinato ad un mercato lontano dove arriverebbe in condizioni qualitative insoddisfacenti. L università della Florida sta mettendo a punto tag specifici che possono prevedere la shelf life residua del prodotto in funzione della temperatura a cui lo stesso viene sottoposto. La novità sostanziale è che il tag, se interrogato, restutisce direttamente i giorni di vita residua anziché i valori di tempo temperatura a cui il tag e/o il prodotto è stato sottoposto Una delle principali barriere allo sviluppo della tecnologia RFID quale lo sviluppo di standard tecnologici, è stata negli ultimi anni rimossa. Standard internazionali per i tag, come lo standard UHF class1 Gen2 si sono definitivamente affermati per applicazioni di logistica. la recente unificazione con lo standard ISO C ha di fattor reso il gen2 LO standard per le applicazioni nel largo consumo. Un tag UHF può oggi essere applicato in qualsiasi parte del mondo e letto a frequenze di MHz in Eu, a 915 MHz negli USA e a 956 Mhz nel far east, creando di fatto uno standard mondiale. Anche in Europa, inoltre, la destinazione di una banda di frequenza specifica per applicazioni RFID in tutti gli stati membri ha di fatto permesso di superare le distorsioni nazionali. In Italia ad es., fino al 2007 la frequenza Mhz era detenuta dal Ministero della Difesa che la utilizzava per applicazioni militari come comunicazioni di apparecchi radio trasmittenti. RFID Lab università degli Studi di Parma è stato il primo laboratorio autorizzato dal Ministero delle Comunicazioni dalla primavera del 2006 ad effettuare sperimentazione in ambito Universitario, giocando un ruolo primario nella sensibilizzazione delle autorità su un problema sostanzial: limitare le applicazioni RFID per questioni di frequenze significava limitare la competitività delle aziende nazionali rispetto alle concorrenti europee e exrtaeuropee. A fine 2006 una specifica Direttiva Europea, recepita dall Italia a metà 2007, ha di fatto dato il via libera all inizio delle implementazioni. Il costo del tag è spesso visto come principale barriera all implementazione massiccia di questa tecnologia nella supply chain del largo consumo. Oggi il costo di tag passivi (senza batteria) adatti a questo tipo di impieghi si aggira attorno ai 10 c /tag per volumi di centinaia di migliaia di tag, per scendere fino a 9-8 c /tag su volumi di milioni di pezzi. Nel 2005 il costo del tag si aggirava attorno a c /tag, mente nel 2000 si avevano costi attorno all euro. È plausibile che il costo del tag possa ancora scendere in funzione della diffusione e quindi dei volumi e delle economie di scala realizzate dai grandi produttori di chip e di tag, tuttavia è difficile che le attuali tecnologie permettano di scendere al di sotto della barriera di 5 c/tag, che rappresenta oggi il costo dei singoli componenti (antenna, chip, e processo di assemblaggio). Tali valori sono comunque compatibili con applicazioni del tag al pallet e in qualche caso al cartone. A tal proposito occorre sottolineare come il costo del tag viene spesso messo in relazione al costo del prodotto. L equazione prodotto di elevato valore uguale possibilità di sopportare anche tag di costo elevato è vera nel momento in cui il costo del tag viene scaricato sul prezzo finale. Se invece il costo del tag vuole essere ripagato con un ritorno dell investimento, il costo del tag va messo in relazione ai benefici economici realizzabili, quali eliminazione di operazioni automatiche, minori scarti grazie ad una conoscenza della posizione del prodotto e gestione dei prodotti sulla base delle date di scadenza (FIFO first in first out), minori scorte, incremento del fatturato, riduzione delle attività di inventario, etc. Per spingersi a livello di singola unità di vendita (pacchetto) si dovrà comunque attendere lo sviluppo di tag basati su tecnologie alternative, quali gli inchiostri conduttori e i materiali biologici. Start up della silicon valley, quali ad es. Kovio e PolyIC stanno sviluppando tag stampabili direttamente sul prodotto grazie a polimeri conduttori e materiali biologici. Si tratta di tag con prestazioni ridotte in termini di distanza di lettura (decine di cm fino al metro), capacità di immagazzinamento e scambio dati (pochi bit rispetto ai 512 bit dei chip passivi attuali) e identificazione contemporanea di meno oggetti rispetto ai tag tradizionali causa la ridotta conducibilità dei polimeri conduttori. Si tratta comunque di prestazioni compatibili con le applicazioni a livello di item (es. identificaizone di un item nella cassa di check out del punto vendita). Si tratta di tag che verranno stampati direttamente sul prodotto mediante una stampante, ad un costo infinitesimo e quindi compatibili con applicazioni di su miliardi di item. Altri produttori, come ad es. VTT tecnica research centre, un laboratorio di ricerca indipendente finlandese, si stanno invece indirizzando verso l utilizzo di nano particelle, che garantiscono una maggiore mobilità rispetto ai polimeri conduttori e quindi maggiori prestazioni. Da sottolineare infine la possibilità di utilizzare la tecnologia RFID per la lotta alla contraffazione e al taccheggio. Nel silicio del chip è infatti presente un numero seriale non modificabile UID (Inique Identifier). Soli i prodotti dotati di tag e con quel seriale sono prodotti autentici. Settori come la moda, l industria del tabacco (Philip Morris sta facendo numerosi trial per taggare le stecche di sigarette e agevolare il compito delle autorità nella lotta al falso e al contrabbando, la più grande multinazionale del tabacco al mondo) e il farmaceutico (ogni scatola di viagra immessa in commercio dalla Pfeizer negli usa è dotata di tag RFID anticontraffazione). Per quanto riguarda il problema del taccheggio, la tecnologia RFID uhf ha mostrato prestazioni comparabili a quella delle tecnologie RF e magneto acustiche comunemente utilizzate epr la protezione di oggetti di elevato valore. Tests effettuati dall Università dell Arkansas su prodotti tessili, hanno mostrato come si possano avere sostanzialmente le stesse prestazioni di difesa da furti di capi di abbigliamento utilizzando tecnologie RFID gen2. Questo aspetto apre nuove prospettive per alcune categorie di prodotti, chiaramente se un tag può essere utilizzato per tracciare un prodotto nella filiera e inoltre evita i costi di applicazione di sistemi anticaccheggio sul punto vendita, il bilancio economico relativo alla sua introduzione può diventare di colpo positivo. a cura del Prof. Rizzi RFID Lab - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Parma

5 ottobre 2008 MTA SpA, realtà italiana presente sul mercato da oltre venticinque anni, ha saputo affermarsi nel tempo, come una delle aziende leader nel soddisfacimento delle esigenze del cliente in termini di richiesta di impianti nei settori della refrigerazione industriale, condizionamento e trattamento dell aria e gas compressi. Il suo network di produzione e distribuzione, che conta oltre 400 dipendenti e sette filiali presenti in quattro continenti, fattura poco meno di 70 ml. I suoi impianti, installati per il 70% all estero e dislocati in 80 nazioni nel mondo, si producono in poco meno di unità all anno, nei tre siti in provincia di Padova su una superficie di mq di cui mq coperti. Il gruppo MTA chiuderà l esercizio corrente con un incremento di fatturato, rispetto ai dati del 2005, prossimo al 50%. Questa crescita è stata resa possibile dalla continua innovazione dei propri prodotti, da una riorganizzazione strutturale del supply network, dal saper porre particolare attenzione nello sviluppo delle relazioni con i fornitori e non da ultimo, dal coinvolgimento del management aziendale. I tre settori di business hanno diverse problematiche applicative (si va dal refrigeratore per l applicazione enologica, al condizionatore per l attività commerciale, allo scambiatore di calore per processo chimico ad alta pressione) e sono difficili da distinguere in termini di fisicità del prodotto (la componentistica utilizzata può essere la stessa). Queste condizioni secondo Andrea Bottazzo, Plant Manager di MTA, danno la misura della reale complessità e della necessità di un giusto equilibrio che porta ad un investimento continuo in termini di studio, analisi e ricerca dell ottimo gestionale. L ambiente competitivo in cui opera MTA, è profondamente mutato nel corso del tempo e con esso di conseguenza l organizzazione aziendale. Risultato di tali evoluzioni continue è stata l estensione del concetto di supply chain management oltre i limiti classici, con il coinvolgimento di aree aziendali normalmente marginali, o comunque con un peso minore, nell ottica SCM. Si è assistito negli anni, ad esempio, ad un radicale mutamento del processo di sviluppo prodotto, dando un peso sempre più rilevante, alle esigenze di fornitura della componentistica utilizzata negli impianti prodotti oltre che, ovviamente, alle esigenze del mercato. La ricerca delle performances e del soddisfacimento delle esigenze del cliente (comunque sempre in primo piano), hanno quindi visto crescere al loro fianco concetti quali: qualità della fornitura, analisi del valore aggiunto in ogni sottoattività logistica, produttiva e di approvvigionamento. Le attività principali su cui MTA ha operato, con il supporto di SAP R/3 come ERP, riguardano: analisi della domanda guardando sempre avanti ma con un occhio al passato ed un piede nel presente. Questo ha permesso di far tesoro delle decine di migliaia di richieste d offerta di macchine fuori catalogo, delle innovazioni dell area di ricerca, delle pressanti richieste del SUPPLY CHAIN MANAGEMENT MTA SpA: la gestione efficiente della supply chain mercato; pianificazione della domanda che parte dai piani di vendita e tiene conto dei parametri storici e di stagionalità; una previsione adeguata della domanda costituisce condizione essenziale per una riduzione degli effetti negativi a valle della supply chain; è fondamentale, a tale scopo, la progettazione ed implementazione nei processi aziendali di un configuratore di prodotto; tale strumento risulta decisivo nella gestione dei tre settori di vendita, coperti dalle 53 gamme; pianificazione delle scorte sui circa articoli anagrafici, un algoritmo di calcolo appositamente progettato permette di rielaborare mensilmente i parametri MRP di gestione dei materiali (scorte di sicurezza, livelli e lotti di riordino, lead time, ecc.) e le soglie di stock attribuite nelle suddivisioni delle quote di approvvigionamento ai fornitori. L applicazione determina gli indicatori di performance interni ed esterni con particolare attenzione: agli indici di rotazione delle nove sottoclassi identificate nell analisi dell ABC incrociata di valore di giacenza ed impiego, alla giacenza e disponibilità valorizzata proiettata a 16 week, al WIP e all indice di vendor rating dell intero insieme di approvvigionamento; scelta e valutazione dei fornitori attivando con i partners strategici un piano di approvvigionamento che prevede il rolling settimanale dei componenti di acquisto sulla finestra di 16 weeks, concordando il livello di servizio e l affidabilità delle consegne (riduzione lead time conseguita superiore al 50% ed annullamento delle rotture di stock). Nella valutazione del fornitore, oltre all analisi del prezzo, vengono sempre valutate: la qualità del prodotto fornito, la rapidità e la puntualità delle consegne, il profilo produttivo, quello tecnologico e, non ultimo, quello strategico (il fornitore che investe nel proprio futuro, con attività di ricerca ed addestramento e formazione, è da preferirsi ad esempio ad altri). Il numero di fornitori per un singolo componente acquistato, non è mai predefinito né fisso nel tempo. Esso dipende dalla ricerca di un delicato equilibrio tra : evitare la dipendenza da un singolo fornitore, ridurre i rischi derivati dal mancato rifornimento, attivare processi di concorrenza, frazionare i lotti d acquisto. La scelta di fornitori locali od internazionali analogamente, viene determinata ponderando attentamente rischi e vantaggi che questo comporta; la pianificazione e il controllo della produzione costituiscono per MTA, da sempre, il centro operativo strategico per una gestione ottimale della propria supply chain; nell ottica del miglioramento continuo del processo MTA ha iniziato nel 2005 un progetto denominato MES (Manufacturing Execution System). Lo scopo del progetto è stato quello di avere una supervisione globale dell area operativa che permettesse di misurare le performances delle aree: produttive, logistica e controllo qualità. Questo progetto ha sviluppato diverse azioni di miglioramento nei sottoprocessi: produttivo, logistico e di controllo qualità ed ha permesso un attività di reenginering efficiente ma soprattutto efficace portando in circa tre anni di attività risultati concreti in: produttività (aumento fra il 15 30%) riduzione degli spazi per lo stoccaggio dei componenti (mantenimento della superficie di magazzino a fronte di un aumento del fatturato attorno al 50%, negli ultimi tre anni) ridefinizione dei layout di magazzino e produzione in funzione di una ottimizzazione dei flussi (evidente e tangibile il cambiamento operato da gennaio 2008 nello stabilmento di Bagnoli di Sopra che produce scambiatori di calore) definizione delle competenze di tutti gli addetti impiegati nell area operativa che permette di garantire una corretta valorizzazione della risorsa, attraverso un riconoscimento interno delle qualifiche. Questo permette di poter disporre di personale competente e specializzato in ogni singola fase del processo a garanzia della reale qualità di quanto prodotto in ogni singola fase del processo operativo. Un forte cambiamento nella storia di MTA è rappresentato infine dall introduzione graduale dei Key Performance Indicators, volti alla costruzione di un sistema gestionale basato sulle Balanced Scorecard; quindi il controllo di parametri non solo finanziari, nell ottica di rendere coerenti le diverse prospettive di valutazione delle performance d impresa. E con i KPI, misure quantitative, identificate e definite all inizio di ogni periodo gestionale, che in MTA vengono declinati operativamente, gli obiettivi strategici dell azienda secondo piani di sviluppo annuali. Con il sistema di indicatori di performance, disponibili in real time per il controllo e il miglioramento dei processi, in MTA è possibile misurare, e quindi controllare, anche il processo di Supply Chain. Nell ambiente SAP i responsabili dei processi aziendali verificano infatti le performances del sistema che integra i parametri di misurazione con le variabili aziendali economiche e finanziare. Il sistema distribuisce a tutti gli attori del processo (siano interni: dai responsabili di linea sino ai responsabili dei sottoprocessi ed alla direzione di stabilimento, siano esterni: l intero insieme dei fornitori) il complesso di indicatori, permettendo ad essi di conoscere periodicamente (settimanalmente, mensilmente) lo stato di avanzamento rispetto gli obiettivi prefissi. Questi sono gli aspetti di una strategia di miglioramento che MTA ha attivato negli scorsi anni e intende proseguire ad operare in futuro nell ottica del miglioramento continuo dei processi. MTA è consapevole dell importanza di un sempre maggiore coinvolgimento dei fornitori e dei collaboratori verso una politica di orientamento al cliente su cui il management aziendale è fortemente coinvolto. L azienda traduce tali volontà nei valori conclude Mauro Melis, General Manager di MTA che ha riconosciuto essere: la ricerca continua della qualità (quella realmente percepita dai clienti), l eccellenza (intesa come capacità di essere riconosciuti nel mercato come fornitori di soluzioni tecnologicamente superiori) e la volontà di soddisfare, con il suo comportamento, gli stakeholders la cui gerarchia è nell ordine: mercato, clienti, collaboratori, fornitori, comunità ed azionisti. Renato Rosina Production Organization Manager 5

6 6 SUPPLY CHAIN MANAGEMENT ottobre 2008 La Lean Supply Chain È stata definita l ultima frontiera del concetto di just-in-time, l elemento base della logistica moderna. Si tratta della lean supply chain (lean=snello), oggi la parola d ordine per tutte le imprese che intendano darsi un organizzazione efficiente e flessibile. La lean supply chain nasce dall evoluzione di un concetto che all inizio era legato strettamente al mondo produttivo, quello del lean manufacturing, consistente in un modo di produrre che consentisse di realizzare anche piccole produzioni limitando al massimo gli sprechi e gli impieghi eccessivi di risorse, realizzando forniture mirate alle esigenze di ciascun cliente (spesso dopo che il prodotto fosse già stato scelto e, in taluni casi, pagato). L adozione sempre più diffusa del just-in-time ha impresso grande dinamisìmo alla modernizzazione della logistica: con l avvento dell informatica è stato infatti possibile rendere accessibile a tutti l obiettivo di ridurre drasticamente il magazzino, modificandone la gestione e il modo di operare. Ma che cosa significa, per un logistico, dare vita a una lean supply chain? Significa creare parametri di snellezza, in riferimento ai quali deve essere modellata tutta la filiera. Ma sempre con un punto di riferimento centrale: il cliente, inteso non solo come cliente finale, ma anche come destinatario intermedio del servizio e/o del prodotto. Si devono quindi dimensionare le procedure, i tempi e i flussi di informazioni mantenendo come obiettivo di tutta l attività quello di fare giungere a destinazione i prodotti nel minor tempo possibile e in funzione delle urgenze necessarie, permettendo al destinatario di eseguire al meglio il suo compito: assemblare o redistribuire componenti, collocare i prodotti nei punti vendita etc. Automazione Industriale Identificazione a Radio Frequenza RFId Identificazione a Radio Frequenza - è una tecnologia che consente l identificazione di oggetti a distanza mediante lo sfruttamento delle onde radio. Le sue origini risalgono al periodo della IIa guerra mondiale quando RFId fu usato per riconoscere gli aeroplani amici, il sistema era costituito da un apparato interrogante chiamato transceiver (transmitter/receiver) installato presso la stazione radar e da un elemento rispondente chiamato transponder (transmitter/responder) a bordo del velivolo. Attualmente, grazie all abbattimento dei costi degli strumenti e componenti necessari alla sua applicazione, questa tecnologia rappresenta una grande opportunità nella riorganizzazione di molti processi industriali ed offre enormi vantaggi nell ottimizzazione della logistica e supply chain. Il sistema RFId è costituito da quattro elementi fondamentali: 1. Transponder, comunemente chiamato tag (etichetta), è applicato all oggetto da tracciare e identificare e vi sono memorizzati i dati necessari alla rilevazione. Tali informazioni non vengono modificate da agenti esterni: sporco, umidità, campi elettromagnetici, e si leggono in qualsiasi posizione si trovi l oggetto e attraverso qualsiasi materiale non ferroso. Questo fa la differenza con le etichette con codici a barre. 2. Antenna, genera il campo magnetico che attiva il transponder in modo che riceva e trasmetta dati. E l elemento chiave per avere una lettura perfetta, sicura, e ripetibile nel tempo. 3. Transceiver (lettore o reader) in grado di interpretare i comandi che provengono da un Personal Computer e pilotare l antenna. 4. Personal Computer, di solito fa parte del sistema informativo aziendale, opportunamente predisposto con uno speciale programma per controllare il flusso dei dati e immetterli nel sistema gestionale. Ogni progetto RfId è unico perché presenta dei problemi specifici non standardizzabili : materiali presenti nell ambiente di applicazione che possono interferire con la trasmissione in radiofrequenza, distanza di lettura (la perfetta trasmissione dei dati è limitata ad una certa distanza), scelta dei tag in funzione dell applicazione, limite della potenza di emissione delle onde radio in base alle normative definite dai diversi paesi a protezione dell incolumità delle persone. Ogni applicazione RFId si compone di una serie di elementi: transponder, lettori, software applicativo, software di middleware, che devono essere accuratamente selezionati ed aggregati per garantire il risultato. In Italia la tecnologia RFId utilizzata per lo sviluppo di progetti per l automazione industriale è nata praticamente con Euro-Link S.r.l. nel Prima di questa data, l uso era limitato operativamente alle applicazioni per il controllo degli accessi, il resto era molta teoria. Euro-Link S.r.l. è stata la prima nel nostro paese a progettare e realizzare la tracciatura del percorso globale usato per consegnare le merci, dalla loro produzione fino al consumatore finale, della Goldwin Europe Milano, un azienda multinazionale di abbigliamento sportivo. Era il 1999, solo qualche anno più tardi, questa rete di movimentazione dei prodotti attraverso un flusso di informazione impostato ingegneristicamente si sarebbe chiamata supply chain. La realizzazione dell applicazione fu possibile grazie ad un innovativo prodotto della Texas Instrument chiamato smart label - etichetta intelligente, che fu usato poi per altri progetti tuttora Per raggiungere questo obiettivo, è indispensabile agire su diversi elementi. In primo luogo, il contenimento degli sprechi, sia con il risparmio che con la razionalizzazione: operando tagli e revisione delle procedure in funzione della riduzione contenimento dei costi. Un secondo elemento importante per la lean supply chain è l esigenza di creare valore a ogni stadio della filiera. Tutti i passaggi intermedi devono essere funzionali al conseguimento dell obiettivo finale: devono quindi essere ridotti di numero, per non caricare inutili costi sui vari stadi della catena. Ultimo ma più qualificante aspetto dal punto di vista dell approccio lean è l esigenza di trasparenza. Nella lean supply chain la condivisione delle informazioni deve essere totale, a tutti i livelli e da tutti i punti di vista. Il Cliente deve avere la massima visibilità su tutte le fasi della catena, sapendo in ogni momento dove e come sono i suoi prodotti o i rispettivi componenti. La lean supply chain non ha più una connotazione gerarchica tra gli attori delle sue diverse fasi e può essere definita come una aggregazione di opportunità. Per avere una supply chain che risponda efficacemente alle esigenze di snellezza infine è molto importante rendere armonici e omogenei possibile le interfacce tra i vari stadi della catena e, in secondo luogo, mettere a punto strumenti di valutazione delle performance logistiche, i cosiddetti KPI (Key Performance Indicator): solo in questo modo è possibile controllare e governare i costi dei flussi e la creazione di valore nell ambito di un supply chain. funzionanti, ottenendo così nel 2000 la certificazione ufficiale di Tecnic Member da parte della stessa Texas Instrument e diventando Team Tag Member prima società italiana e trentaduesima al mondo. Nello stesso anno viene realizzato il brevetto di un modello di magazzino ad inventariazione automatica per prodotti dotati di trasponder e per questo l azienda vince il primo premio per Innovazione Tecnologica messo a disposizione dalla Regione Veneto. Le applicazioni RfID progettate da Euro-Link S.r.l. nei più svariati settori sono perfettamente funzionanti, per citarne alcune: sistema di controllo della movimentazione dei pallets lungo la linea di produzione della Galbani S.p.A. sistema di tracciatura e controllo della produzione della Pfizer Italia S.p.A. sistema di tracciatura di caldaie della Immergas S.p.A. sistema di tracciatura delle cassette contenenti prodotti ortofrutticoli della Campoverde di Castrovillari. L IMPATTO ZERO è la caratteristica distintiva che rende Euro-Link S.r.l. unica nel settore, le installazioni fatte dall azienda richiedono modifiche o interventi minimi nel sistema informativo e gestionale dell impresa e non interferiscono nell organizzazione industriale, anzi la seguono. Il costo dell investimento è limitato quindi alla sola applicazione del sistema RfId senza spese aggiuntive e perdite di tempo che, in una grande impresa, possono essere devastanti. Euro-Link S.r.l Via Delle Industrie 7 Tel Fax info@euro-link.it

7 ottobre 2008 SUPPLY CHAIN MANAGEMENT 7 ADACI - Ing. Francesco Festa, Presidente Come si sta evolvendo la funzione approvvigionamenti all interno delle aziende? Negli ultimi tre-cinque anni la Funzione Approvvigionamenti è passata da attività verticale e transazionale - che si sviluppava attorno ad un processo che comprendeva la richiesta d acquisto, la negoziazione e l ordine, ad una Funzione orizzontale e di processo dove sono necessarie conoscenze approfondite del mercato di fornitura. In altre parole il Buyer, e di conseguenza tutte le figure coinvolte nel processo d acquisto, si è trasformato da operatore generalista a specialista al quale è richiesta oggi la capacità di proporre soluzioni efficienti ed efficaci in relazione a tre principali interlocutori. Essi sono: il Cliente interno che desidera acquistare un determinato prodotto, servizio o tecnologia in base a una specifica, nei tempi pianificati, con la qualità adeguata; il Fornitore che deve essere individuato in tempi rapidi e adeguato alle necessità del Cliente interno, il Management che richiede una forte focalizzazione sui risparmi ottenibili dai costi dell acquistato. In sintesi il buyer ha dovuto adeguare le proprie metodologie e standard di lavoro alle nuove tecnologie, imparando a lavorare con sistemi ERP sempre più sofisticati e complessi e soprattutto con tools web-based. Egli oggi è quindi diventato un uomo d azienda e di processo, professionista chiave nel portare risultati economici e valore aggiunto. In cosa consiste l early involvement? In concreto si tratta di prevedere e pianificare il coinvolgimento della Funzione Approvvigionamenti all inizio di qualsiasi processo aziendale, sia esso lo studio o il lancio di un prodotto o di un servizio. Oggi, in un mercato così competitivo e rapido nei mutamenti, dove il fattore vincente è rappresentato sempre più spesso dal binomio tempo-innovazione, questo coinvolgimento precoce permette agli approvvigionamenti di analizzare e individuare nuove opportunità, contribuendo in modo sostanziale allo sviluppo di un progetto. Per l azienda ciò si traduce in molteplici vantaggi sia nella fase di approvvigionamento di prodotti e servizi, sia in quella contrattuale e nella gestione dei rapporti con il fornitore, attraverso il monitoraggio di key performance indicator (KPI). In questo modo l early involvement diventa finalmente un approccio concreto e strutturato, in grado di conferire consistenza e valore agli approvvigionamenti che all interno dell azienda diventano un fattore strategico misurabile, visibile e trasparente. Quali sono le prossime sfide che attendono Adaci? Sono quattro le aree chiave sulle quali Adaci si concentrerà nel prossimo biennio. La prima, di impronta sociale, riguarda la Sostenibilità, nella quale l Associazione intende ricoprire un ruolo da protagonista nell anticipare, analizzare, diffondere e metabolizzare i principi chiave della Sostenibilità negli acquisti per le aziende. Il secondo aspetto r a p p r e s e n t a forse la sfida culturalmente più difficile, ossia l inserimento e il consolidamento della logistica passiva come materia di studio nelle università. Ritengo che per muoversi in questa direzione occorra formare una nuova classe dirigente con un orientamento forte e spiccato verso il mercato di fornitura intervenendo laddove queste figure si formano, ossia negli ambienti universitari. Adaci si è già mossa in questo senso e negli ultimi tre anni ha stretto importanti collaborazioni con diversi atenei italiani. La terza area riguarda le nuove tecnologie di approvvigionamento e le piattaforme di supporto alla supply chain. In particolare lo sviluppo di strumenti, metodi e tecniche che realizzino il Procurement to pay (PTP). Ciò si traduce nella capacità di informatizzare, controllare, verificare, monitorare e, laddove necessario, intervenire rapidamente su tutto il processo di approvvigionamento dall inizio del bisogno fino al termine del ciclo di fatturazione passiva, sia con strumenti cosiddetti classici, quali gli ERP, sia con quelli web-based. Le novità per la razionalizzazione dei flussi di merci e informazioni La concorrenza oggi corre sul filo dell applicazione di nuove tecnologie: se sul costo del lavoro non si può competere con i paesi cosiddetti emergenti, non si può neanche pensare di realizzare risparmi su carburanti e materie prime. Diventa allora l evoluzione tecnologica il campo di battaglia cruciale per rendere il flusso delle merci economico e scorrevole. Questo vale sotto due aspetti: quello della previsione della domanda, che mira a organizzare il flusso delle merci in funzione dell evoluzione delle richieste dei consumatori, consentendo dunque di soddisfare le esigenze dei punti vendita in maniera puntuale. L altro punto concerne la gestione della flotta. Occorre premettere che negli ultimi anni è avvenuto un processo di razionalizzazione del magazzino, inteso come il luogo dal quale parte l intero processo distributivo delle merci; il passaggio, in molte aziende, da un sistema basato su numerosi depositi di dimensioni medio-piccole ad uno composto da pochi e giganteschi magazzini ha reso necessaria la messa a punto di meccanismi in grado di tenere sempre sotto controllo la flotta di mezzi, in particolare per la logistica denominata del just-in-time, nella quale risulta di fondamentale importanza poter tenere sotto controllo in ogni momento ogni singolo mezzo di trasporto e interagire con esso; questo anche per ottimizzare la quantità di merce caricata sui camion ed evitare viaggi a vuoto antieconomici e dannosi per l ambiente. Una delle soluzioni più all avanguardia sotto questo aspetto è Transpot, un software elaborato da GSSI (Global Solutions Services Italia) espressamente per gestire in modo efficiente le flotte aziendali. Facilmente utilizzabile grazie alla sua veste grafica semplice, Transpot si basa su un server centrale che consente di localizzare in ogni istante gli automezzi via GPRS o UMTS, e di comunicare con essi in tempo reale tramite un palmare in dotazione ai conducenti; di conseguenza il cliente può essere tenuto costantemente informato del percorso della merce a lui destinata; l interazione tra la flotta e la gestione degli ordini permette di ottimizzare il carico dei mezzi, evitando spostamenti più lunghi del necessario e dannosi per l ambiente ed eliminando quasi completamente i viaggi a vuoto, dal momento che nel percorso di ritorno il mezzo verrà utilizzato per trasportare altra merce. Come vediamo, l innovazione tecnologica porta a realizzare forti risparmi, riducendo al contempo l impatto ambientale del trasporto merci. La logistica nei beni di largo consumo Globalizzazione, una sola parola per indicare concetti diversi e in continua evoluzione; alla globalizzazione della produzione si accompagna quella delle vendite, e le imprese devono approntare una organizzazione logistica in grado di far giungere i prodotti a distanze fino a ieri inimmaginabili. Il boom economico di quelli che fino a non molto tempo fa venivano chiamati paesi in via di sviluppo, ha creato un enorme bacino di nuovi consumatori, che hanno reso il mercato veramente globale; il mondo in cui le aziende operano non si limita più all emisfero occidentale, e ciò impone la riorganizzazione delle strategie logistiche di molte imprese. Un efficiente supply chain management si configura inoltre come un fattore competitivo di primaria importanza, capace di contenere i prezzi al consumo senza contrarre la remunerazione dell azienda; in altre parole, la riduzione dei costi di trasporto si concretizza in un vantaggio sia per l impresa che per i consumatori finali. Anche sotto un altro aspetto la logistica si trova di fronte a una sfida impegnativa ma stimolante: una corretta analisi di previsione della domanda consente di ottimizzare i piani di gestione del magazzino e delle flotte. I beni di largo consumo, ovviamente, sono di natura diversa tra loro, basti pensare ai prodotti freschi e a quelli a lunga conservazione; di conseguenza occorre approntare delle strategie logistiche modellate sia sulle caratteristiche del singolo prodotto che sull ampiezza dell area nella quale viene distribuito. Pensiamo a uno dei beni di largo consumo per eccellenza, vale a dire l acqua minerale: è un esempio topico della necessità di poter disporre di un sistema di trasporto efficiente, dato che non si può certo scegliere dove andare a prendere l acqua, ma la si imbottiglia lì dove sgorga, di solito in alta montagna, dove le infrastrutture sono meno presenti. In queste condizioni l uso delle tecnologie deve essere perfezionato al massimo, per consentire il flusso regolare della merce, in quanto il minimo contrattempo rischierebbe di avere effetti molto negativi. Tali considerazioni aiutano a spiegare la sempre maggiore importanza che è stata attribuita, negli ultimi anni, all adeguamento delle infrastrutture, sistema nervoso della società contemporanea: l esigenza di spostare le merci sempre più lontano nel minor tempo possibile ha messo in evidenza la necessità di migliorare i collegamenti tra le varie nazioni e anche quelli infrastatali, problema particolarmente sentito in Italia. Si può affermare che lungo le arterie logistiche passi il futuro delle aziende e delle economie nazionali: se una costante attenzione all ammodernamento delle reti infrastrutturali consente infatti di potersi giovare di importanti vantaggi competitivi, un ritardo o peggio l immobilismo rischiano di significare una condanna ad un arretratezza probabilmente incolmabile nel breve e medio periodo. Il pezzo mancante per la tua logistica? MyFleet Invio e stampa DDT a bordo veicolo Connessione all ERP in mobilità Comunicazione GPRS Localizzazione GPS Via S.Salvaro 2/i Monselice (PD) Tel. 0429/ sinapsi@sinapsinet.it

8 8 SUPPLY CHAIN MANAGEMENT ottobre 2008 GEFCO - Christophe Poitrineau, Direttore Generale di Gefco Italia S.p.A. La logistica inbound ben si adatta al settore automative. Quali sono i servizi e prestazioni più indicati? La Logistica inbound si basa sempre più sul ritmo della produzione, cioè su una maggiore frequenza dei lotti di approvvigionamento combinata ad una riduzione della loro dimensione. L operatore logistico deve conciliare due obiettivi opposti: ridurre i costi di approvvigionamento e, allo stesso tempo, accelerare i flussi. I servizi e le prestazioni più indicati sono pertanto legati alla capacità di massificare i flussi attraverso una rete capillare, al saper gestire le attività di cross-docking e all essere in grado di sequenziare i flussi di consegna a bordo linea. Anche la sicurezza gioca un ruolo fondamentale nel processo di approvvigionamento logistico: sono fondamentali infatti sia la capacità di tracciare i flussi e di dare l informazione ai clienti/fornitori in tempo reale sia la competenza per reagire nei confronti di un emergenza e gestirla. Un offerta di logistica inbound deve anche includere soluzioni di trasporto urgente e la gestione di contenitori speciali per il controllo dello spazio a bordo linea. In ambito di trasporto aereo e marittimo quanto è importante una rappresentanza doganale e fiscale in logo? La rappresentanza doganale e fiscale in loco è fondamentale per facilitare tutte le REPLY operazioni burocratiche per conto dei nostri clienti. Contribuisce ad una maggiore sicurezza unita ad un ottimizzazione dell attivo circolante, grazie, ad esempio, all utilizzo di magazzini a sospensione d IVA. Un altro aspetto rilevante è legato alla disponibilità/velocità del trattamento degli aspetti tecnici legati ai dazi doganali: la presenza in loco riduce i tempi di risposta e crea una migliore fiducia nei rapporti con gli enti doganali. Dando uno sguardo al mercato dei paesi dell est, quali sono le previsioni e peculiarità per i servizi diretti alla supply chain? Nell ambito del calo sempre più marcato dei paesi occidentali, la zona dei Paesi dell Est rappresenta invece un area di forte crescita (previsione per il 2009: +4%). Sono paesi che conoscono molte disparità nelle infrastrutture logistiche e nella cultura della Supply Chain: esistono, ad esempio, differenze sensibili tra la Repubblica Ceca (già molto industrializzata) e la Romania. In questo contesto, numerosi sono i servizi in pieno sviluppo: il trasporto terrestre tra Ovest/Est, le operazioni doganali in Russia, le attività di warehousing dedicate ai mercati locali, il trasferimento di know-how logistico sui flussi inbound dalla zona occidentale a questi paesi, nuovi bacini di produzione manifatturiera, ecc. - Dott. Enrico Nebuloni, Partner Reply e Amministratore Reply Le regole della globalizzazione esigono estrema flessibilita. Come si adatta l informatizzazione dei processi logisitici? Le aziende nel passato hanno concepito la Supply Chain a compartimenti stagni, al proprio interno le funzioni aziendali erano organizzate in modo rigido, mentre Clienti e Fornitori erano considerate entità indipendenti. L attenzione era finalizzata al controllo delle scorte, alla produzione di massa, alla riduzione dei costi. Oggi la competizione globale richiede velocità, reattività, specializzazione. Si sta imponendo un modello di Supply Chain strutturato sulle informazioni, orientato al valore del cliente e alla personalizzazione di massa. Le aziende che vogliono eccellere dovranno avere una visione dei processi logistici come un insieme coordinato di Servizi Logistici e di Informazioni su una rete senza frontiere. La nuova rete logistica collegherà tutti gli attori (persone, aziende ma anche oggetti ) attraverso le reti fisse e mobili, sfruttando sempre di più i device personali ( PDA, Smartphone, Network Computer). Quali sono le nuove frontiere per le soluzioni tecnologiche di processo in ambito supply chain management? Il termine SCM 2.0 è stato coniato per descrivere l evoluzione dei processi, dei metodi e degli strumenti che dovranno accompagnare le imprese in questa nuova era, dove l integrazione tra i sistemi informativi costituirà il sistema nervoso delle imprese. SCM 2.0 fa riferimento alle soluzioni applicative progettate per gestire al meglio il cambiamento, in grado di fornire rapidamente flessibilità e risultati. Queste potranno essere adottate dalle imprese in diverse modalità, sia attraverso modelli di business process outsourcing sia attraverso managed services (software as a service - SaaS), a discapito dei più tradizionali modelli di distribuzione delle soluzioni tecnologiche, che rimarranno sempre presenti, ma che non determineranno lo stesso vantaggio competitivo. Una Supply Chain risulterà integrata solo se è stata progettato un bus di integrazione basato sui servizi, in cui insistono non solo dati, ma anche le informazioni ed i processi. Minimizzare gli eventuali problemi operativi ed aumentare le prestazioni del sistema è un obbiettivo realizzabile. Quali le possibili soluzioni proposte dal mercato? La componente operativa è in realtà la disciplina più matura della Supply Chain. Esistono soluzioni e tecnologie comprovate che consentono di migliorare produttività e soddisfazione del cliente, garantendo un controllo accurato e continuo di tutti i processi operativi. Alla base di tutto c è l adozione di tecnologie per l identificazione automatica (RFID e Barcode), abilitate da strumenti Wireless per la raccolta e trasmissione real time delle informazioni. Queste tecnologie sono alla base delle soluzioni applicative per la gestione della produzione, del inventory, della distribuzione, del trasporto e della reverse logistics. Tecnologie e soluzioni sono poi inserite nelle consolidate metodologie logistiche determinando delle vere e proprie best practice. Purtroppo, nonostante tecnologia e soluzioni siano affidabili e mature, molte aziende tardano ad effettuare questi investimenti minimali, fondamentali per poter offrire servizi adeguati ai propri clienti o ai propri partner nella filiera logistica. Dott. Fabrizio Albino Russo, Div Consulting Quali vantaggi diretti è possibile ottenere applicando soluzioni innovative al supply chain management? L innovazione gestionale è estremamente complicata. Il management non è una scienza esatta, ma un arte; intendendo con tale termine il dover padroneggiare metodologie e tecniche per la soluzione dei problemi, la cui combinazione non è replicabile senza un forte adattamento al contesto. Adattamento che spesso porta all ideazione di tecniche e metodologie nuove, foriere di notevoli vantaggi. Generalizzare, però, non è facile. In linea di principio il primo vantaggio è di natura strategica e consiste nella creazione di barriere competitive. Infatti si vanno ad acquisire dei vantaggi competitivi lungo la supply chain che, a causa delle singole peculiarità, i competitors non potranno facilmente imitare. Tatticamente, invece, il vantaggio consiste nell ottenere miglioramenti di efficienza e di efficacia dei processi. I sistemi informativi nella value chain sono spesso trascurati, qual è il loro reale valore? Spesso si utilizzano erroneamente i termini sistemi informativi e sistemi informatici come sinonimi. Per sistema informativo si intende tutto ciò che serve all azienda per raccogliere, processare, classificare, distribuire e rendere fruibili i dati e le informazioni. Quindi il sistema informativo comprende il sistema informatico aziendale, gli archivi, i verbali, le riunioni ed i sistemi multimediali. Perciò, se l informazione è un patrimonio con dignità di asset immateriale, la sua corretta gestione, all interno della value chain, è un fattore strategico per la generazione di valore. Ciò implica che, migliori sono gli strumenti, i sistemi e le metodologie di cattura, aggregazione ed elaborazione dei dati, migliori sono le informazioni, maggiore è il valore generabile tramite tali informazioni. Per una efficiente supply chain reorganization quali sono le fasi analitiche fondamentali? Non esistono ricette consolidate. Nei progetti di riorganizzazione di supply chain, preferisco partire dal cliente finale. Non dimentichiamo che è lui a decretare il successo delle aziende. Questo significa verificare la segmentazione di mercato che è stata effettuata, onde ricavare informazioni utili a calcolare non solo il margine di contribuzione, ma anche il costo logistico per la gestione del segmento e del cliente stesso. Per prima cosa, quindi, analizzo quali sono i segmenti di mercato ed i clienti che è conveniente gestire. Una volta che gli indici di costo e di efficienza logistica inerenti i clienti sono stati esplicitati e condivisi, inizio a considerare la supply chain vera e propria. In estrema sintesi si procede iniziando dai fornitori di materie prime, fino ad arrivare all interno dell azienda, per poi analizzare il prodotto finito, effettuandone l analisi del valore. Fatto ciò si analizza la distribuzione. Durante l analisi vengono esaminati sia i flussi informativi che dei materiali. Tipicamente si mappano tutti i flussi operativi, realizzando una fotografia dello stato attuale, ricorrendo anche ad interviste sia al management che sul campo. Terminata la fase analitica inizia la fase creativa, che generalmente si conclude con una nuova ipotesi di flussi logistici ed informativi, piani operativi, ipotesi organizzative, piani di risparmio, business cases e Gannt.

9 ottobre 2008 SUPPLY CHAIN MANAGEMENT 9 GESTIONE SCORTE Come trasformare l Ufficio Acquisti in un Centro di Profitto Ing. Mauro Saggiorato, Direzione Consulenza Logistica Inventory Management S.r.l. Treviso, tel Quanto costa e a chi raccomandate l ottimizzare delle scorte? Un buon Progetto di ottimizzazione delle scorte non deve costare nulla. Per questo proponiamo alle società interessate uno studio gratuito per definire sia i benefici professionali sia il ritorno dell investimento. In base alla nostra esperienza il ritorno dell investimento è compreso tra i 4 e 8 mesi. Raccomandabile per distributori e produttori. Che benefici posso attendermi ottimizzando le scorte? I benefici che si ottengono sono: aumento del livello di servizio, diminuzione delle scorte con aumento delle rotazioni, diminuzione delle obsolescenze, ottimizzazione delle attività e del tempo impiegato dal personale dell Ufficio Acquisti. Non ultimo un aumento del profitto societario generato dalla diminuzione dei costi logistici e diminuzione delle vendite perse. Posso mantenere il mio attuale gestionale? Certamente SI. L ottimizzazione delle scorte, oltre alla consulenza specifica su come si dovrebbero gestire le scorte in base agli obiettivi aziendali, prevede anche l utilizzo di Sistemi software specializzati che si interfacciano facilmente con qualunque tipo di gestionale o software aziendale. Per questa ragione non è necessaria nessuna modifica del software aziendale. Quanto tempo è necessario per ottimizzare le scorte? Il tempo necessario è compreso tra i 3 e 10 mesi in funzione delle dimensioni, del numero di depositi/filiali e del numero di articoli gestiti dalla società. L implementazione è molto veloce in quanto non è richiesta nessuna personalizzazione del software essendo questo parametrico e completo di tutte le funzioni necessarie per una corretta ottimizzazione delle scorte. Interporto Vespucci Livorno - Guasticce - On. Marco Susini, Presidente Le soluzioni logistiche per il contenimento dei costi: carburanti, materie prime, energia Il raggiungimento da parte del prezzo del petrolio di livelli impensabili fino a pochi mesi fa non ha lasciato indifferente il mondo della logistica: è stato calcolato che, a causa del cosiddetto fuel surcharge, a partire dall inizio dell anno si è registrata un penalizzazione media dei margini che va dal 5% all 8%. Tuttavia, si può dire che il fenomeno non coglie professionalmente impreparato il settore. L obiettivo ultimo di ogni logistico è da sempre il perseguimento di maggiore efficienza e il massimo contenimento possibile dei costi. L aumento del prezzo del barile è quindi per i logistici uno stimolo ulteriore a perseguire la collaborazione tra i diversi attori della supply chain a tutti i livelli per compensare, attraverso l attuazione di efficaci sinergie, l incremento dei costi energetici. Per attenuare la pressione dei costi del carburante sulle tariffe di trasporto l operatore logistico deve integrare totalmente le proprie attività: magazzinaggio, handling, packaging, assemblaggi e riconfezionamento. Oggi, nella gran parte dei casi, queste attività sono svolte in outsourcing da operatori diversi: pur continuando a esternalizzare i servizi, è invece possibile ridurre il numero dei fornitori ottenendo economie di scala e riducendo i Come nasce l interporto Toscano? L idea di creare un nuovo interporto matura a livello di amministrazioni locali del territorio nella seconda metà degli anni 80. Comincia a concretizzarsi negli anni 90 tramite l individuazione dei terreni edificabili per l area. Nasce cosi la reale esigenza di poter disporre di un grande spazio organizzativo per la logistica al fine di poter utilizzare i flussi logistici in un area ben servita da infrastrutture di trasporto quali l autostrada Firenze-Pisa-Livorno e il porto di Livorno distante soltanto pochi chilometri. Quali sono le sue peculiarità? L interporto è un area di metri quadrati di cui metri quadrati destinati ad aree coperte e metri quadrati a piazzali. E indubbiamente una superficie di grandi dimensioni che può consentire di realizzare importanti opere nel settore della logistica. La seconda peculiarità è data dall ubicazione particolarmente felice che lo rende praticamente unico sul panorama delle strutture interportuali. E a 5Km dalle banchine portuali del porto di Livorno, è servito dalla ferrovia, si trova lungo l asse autostradale Firenze-Pisa-Livorno con ben due svincoli d ingresso ed è a pochi minuti dall aeroporto Galilei di Firenze. E quindi al centro di quella che viene definita la piattaforma logistica costiera formata dal porto di Livorno, l interporto e l aeroporto di Firenze. Grazie a queste sue notevoli peculiarità negli ultimi 2 anni l interporto ha avuto costi fissi delle strutture, per compensare l aumento di un fattore variabile quale il costo del carburante per autotrazione. Inoltre, la collaborazione tra gli attori della filiera può contribuire a ridurre i percorsi a vuoto con evidenti benefici sui costi del trasporto. Altre soluzioni per reagire all aumento dei costi attuando politche volte al risparmio si possono ricercare nella diversificazione multimodale. Molti logistici ricercano le soluzioni più efficaci proprio nel dosaggio tra le diverse modalità. Per esempio alcune aziende coprono alcune tratte via mare e successivamente caricano i prodotti su aerei per la distribuzione finale; in altri casi, un primo lotto viene spedito per via aerea, facendolo seguire da un lotto che viaggia in parte in nave e in parte in aereo, completando poi la fornitura con una spedizione totalmente marittima. Dipende dalle distanze, dalla tipologia dei prodotti, dalla loro stagionalità, dalle caratteristiche dell ordine, dalle esigenze dell utilizzatore e/o del cliente finale. Comunque, la ricerca di soluzioni alternative e articolate è oggi considerata con determinazione maggiore rispetto al passato: soluzioni orientate in funzione dell efficacia, ma finalizzate anche a recuperare la competitività uno sviluppo impetuoso. Sono stati inaugurati gli uffici della dogana ed è gia presente un terminal ferroviario. Il centro direzionale è pressoché ultimato, comprensivo di albergo, sala convegni, servizio di ristorazione e una stazione carburanti. Inoltre per il 2010 è prevista l apertura dei cantieri per un progetto finanziato dalla regione toscana, per rendere navigabile il canale scolmatore dell Arno, situato ai confini dell interporto. Tale opera è finalizzata al collegamento diretto tra il porto di Livorno, l interporto e l area industriale di Pontedera. Per quanto riguarda l utilizzo di nuovi sistemi informativi stiamo partecipando ad un importante progetto regionale chiamato EOS in cui l interporto farà il monitoraggio delle merci pericolose che arrivano nell area livornese. Con Finmeccanica partecipiamo ad un appalto per la realizzazione di un modello informatico di monitoraggio della movimentazione merci relativamente al sistema geografico. In più nei prossimi mesi verrà pubblicato l appalto per il cablaggio di tutto l interporto. Il nostro obbiettivo è decisamente volto a poter trasformare la piattaforma logistica toscana in uno dei punti nevralgici dello sviluppo logistico del centro Italia. oggi indebolita dal prezzo dell energia. Per quanto riguarda il futuro, le forme di difesa possono essere di tre tipi. La prima è di carattere tecnologico: le moderne tecnologie consentono infatti un abbattimento drastico delle dispersioni di risorse, con conseguenti economie. La produttività deve essere accresciuta con la formazione di risorse umane in grado di operare con impianti e tecnologie molto sofisticati. La seconda è di carattere organizzativo. Occorre infatti disegnare i processi produttivi in modo tale da abbattere la maggior parte possibile dei costi intermedi delle filiere; ma nel contempo, per continuare a competere a livello mondiale, non si deve sacrificare la qualità dei servizi. La terza è infine di carattere strategico: la ricerca di sinergie a livello internazionale consente di conseguire economie e vantaggi per interi comparti economici. L aumento delle economie di scala derivante dai maggiori quantitativi gestiti in una ottica di integrazione transnazionale aiuterà le imprese ad attutire, anche se parzialmente, i costi crescenti dell energia e delle materie prime.

10 10 SUPPLY CHAIN MANAGEMENT ottobre 2008 Il processo di Demand Planning nelle aziende italiane di Fabrizio Dallari Direttore del Centro di Ricerca sulla Logistica Università Cattaneo LIUC Il processo di Sales Forecasting & Demand Planning (SF&DP) risulta critico e di fondamentale importanza non solo per chi è responsabile dei vari processi aziendali che attengono alla gestione della supply chain, ma anche per le altre funzioni aziendali, ai fini della pianificazione tattica, operativa e strategica di un impresa. Al fine di evidenziare gli aspetti critici e le best practices nel processo di SF&DP, nonché di fornire un modello di riferimento specifico di ogni settore, il C-log, Centro di Ricerca sulla Logistica dell Università Cattaneo LIUC di Castellanza con il patrocinio di Ailog hanno svolto una ricerca sul campo, coinvolgendo oltre cento aziende operanti in Italia nei settori beverage, farmaceutico e home&personal care. Grazie al coinvolgimento diretto delle aziende intervistate, è stato possibile comprendere definitivamente l organizzazione, la governance e il modus operandi dei loro processi di SF&DP. I risultati di questa seconda fase, infatti, sono stati analizzati e discussi separatamente per settore durante diversi focus group ai quali hanno partecipato i supply chain manager di tutte le aziende intervistate. L indagine è stata articolata in tre sezioni: a) contesto aziendale e specificità di filiera: per comprendere appieno le caratteristiche della domanda è necessario analizzare profondamente l ambiente nel quale l azienda vive e compete, ossia dimensioni e complessità in termini di vendite, stabilimenti produttivi e siti distributivi, varietà e quantità di prodotti, numero di clienti e canali distributivi. In questa sezione è valutato, inoltre, l impatto di alcuni fattori quali la stagionalità, gli eventi promozionali, le azioni dei competitor e i lanci dei nuovi prodotti; b) organizzazione e processo: valutando tutti i contributi provenienti dalle funzioni coinvolte nel processo, l obiettivo è quello di tracciare il diagramma di flusso del processo di previsione della domanda e di comprendere come le varie funzioni comunichino e collaborino tra di loro. Lo scopo è quello di individuare all interno dell organizzazione, chi è responsabile del processo, quali funzioni vi prendono parte e come avviene il coordinamento delle varie attività; c) metodi previsionali, sistemi IT e misura delle pre- stazioni: questa parte riprende alcuni degli aspetti già analizzati nella prima fase della ricerca e, in particolare, attraverso quali modelli vengono generate le previsioni e con quale livello di dettaglio, con quale logica, attraverso quali sistemi IT. In questa sezione si è inoltre analizzato il criterio di monitoraggio delle prestazioni e le modalità con cui vengono valutati gli impatti di una buona/scarsa accuratezza su altri aspetti fondamentali, come ad esempio i costi di stock out o d immobilizzo a scorta. Al fine di comprendere al meglio la gestione, la ownership del processo SF&DP, il team di ricerca ha trascorso diversi giorni presso le aziende intervistate. A volte si è preso parte ai forecast meeting, al fine di poter incontrare tutto il personale coinvolto nel processo di demand planning e assistere all iter di validazione (a volte di accesa contrattazione) delle previsioni. Per quanto riguarda l organizzazione del processo SF&DP, nel 71% dei casi la responsabilità del demand planning ricade nell ambito di responsabilità della funzione logistica o supply chain mentre, nella restante parte (29%), il processo è gestito dal marketing o dall area vendite. L 88% delle aziende intervistate ha dichiarato che il processo di pianificazione della domanda inizia da un forecast meeting al quale partecipano diverse funzioni: supply chain e logistica (nel 75% delle aziende), marketing (71%), vendite (67%), finanza (29%) e customer service (13%). Generalmente il forecast meeting ha una frequenza mensile (64%), a volte settimanale (29%) soprattutto nel settore beverage. La quasi totalità delle aziende intervistate si avvale di tecniche qualitative, mentre i modelli statistici basati su correlazione sono usati soltanto da alcune aziende del settore beverage, in particolare per tenere conto del rapporto causale tra la temperatura esterna e le vendite. Oltre il 60% delle aziende utilizzano un applicativo informatico dedicato per effettuare le previsioni, il 23% ha dichiarato di non utilizzare alcun software, mentre la restante parte adotta programmi general purpose (in primis spreadsheet come Excel). Sebbene le aziende indichino nei rapporti di collaborazione con i distributori e i retailer la leva fondamentale per poter migliorare l accuratezza delle previsioni, più della metà di esse non agisce in questa direzione, evitando di condividere obiettivi e informazioni con i propri clienti. Volendo tracciare un bilancio dell indagine svolta, occorre evidenziare quali sono le maggiori criticità riscontate nei vari settori. In primis, lo studio ha messo in risalto l esistenza di un generale fraintendimento sul reale significato delle attività di previsione e demand planning, nonché sui rispettivi limiti ed interazioni. Diventa pertanto difficile stabilire il chi fa cosa e come nel momento in cui i terms of reference non sono progettati in un ottica di processo integrato di SF&DP. In secondo luogo, la ricerca ha messo in luce come non sempre l attività previsionale scaturisca da indicazioni iniziali basate su dati di carattere statistico. Anche in presenza di un adeguata analisi delle serie storiche, non sempre i dati utilizzati vengono preventivamente depurati e resi maggiormente attendibili. In tal modo si rischia di pregiudicare l accuratezza delle previsioni fin dall inizio del processo. Le cosiddette 3C ( Comunicazione, Collaborazione e Coordinamento ) che influenzano le modalità con cui il processo di SF&DP deve essere organizzato, gestito e controllato sono molto lontane dall essere pienamente comprese e sfruttate. Un reale consensus forecast è tuttora un obiettivo da raggiungere, piuttosto che una pratica consolidata tra le funzioni che partecipano al processo di SF&DP, mentre sono quasi del tutto assenti esempi di collaborazione con gli altri attori della filiera. Sono molto frequenti le realtà aziendali ove il processo di previsione viene pregiudicato dell annoso conflitto dovuto alla diversità di esigenze e vedute tra area commerciale e logistica. Si assiste frequentemente a casi in cui convivono in azienda numerosi software differenti (utilizzati da funzioni diverse e non comunicanti tra loro) che favoriscono in tal modo una duplicazione di processi e uno spreco di risorse. Esistono anche casi di implementazioni fallite a causa del mancato coinvolgimento degli effettivi utilizzatori, oppure casi di preoccupante sottoutilizzo del software a causa della mancanza di competenze statistiche e informatiche adeguate. Tutte le problematiche e le criticità svelate ed evidenziate dall indagine dovrebbero indurre le aziende a ricercare continuamente il miglioramento del proprio processo previsionale, muovendosi lungo una sorta di roadmap che permetta loro di incrementare le performance sia delle previsioni (in termini di accuracy) sia delle attività operative risultanti (in termini di efficienza in fase di produzione e distribuzione).

11 ottobre 2008 SUPPLY CHAIN MANAGEMENT 11 L addetto alla logistica: come acquisire le competenze necessarie La figura dell operatore logistico all interno di un azienda si è evoluta profondamente negli ultimi anni, arrivando a comprendere una serie di mansioni che ne fanno un profilo estremamente specializzato e, di conseguenza, molto ricercato. Programmare gli acquisti e la produzione, gestire il magazzino, sovrintendere alla corretta e tempestiva distribuzione delle merci alla clientela, provvedere alla necessaria innovazione tecnologica dei processi che governano la supply chain: queste responsabilità richiedono una preparazione solida e approfondita, soggetta naturalmente a un continuo aggiornamento per tenere il passo con gli sviluppi della tecnologia moderna. Il percorso formativo per acquisire le competenze necessarie a divenire un esperto logistico, tuttavia, non è così lineare come in altri settori, tanto che manca ancora un coerente corso di laurea in Italia, al punto che la maggior parte degli operatori di logistica nelle aziende hanno conseguito il diploma in ingegneria gestionale e successivamente hanno affinato le loro qualifiche con corsi specialistici o direttamente con l esperienza sul campo, ottenendo risultati straordinari. La crescente complessità della funzione, tuttavia, fa sì che siano proprio gli addetti ai lavori a richiedere con forza l istituzione di un percorso formativo ad hoc per formare i logistici del futuro. In tale ottica AILOG (Associazione Italiana di Logistica e Supply Chain Management) ha dato vita, in collaborazione con l Academy of Labour and Social Relations di Mosca, al primo corso La logistica e il settore sanitario Il mondo della Sanità può trarre notevolissimo giovamento dall adozione delle tecniche della logistica moderna. Ma è fondamentale che cambi la mentalità di tutto il settore. Occorre innanzitutto mettere a fuoco una distinzione fondamentale rispetto a tutti gli altri settori: in campo medico sono in gioco vite umane, e non forniture di componenti o di prodotti (anche di grande valore). Quindi, nella Sanità, per i logistici non esiste margine di errore. Alla luce di questa considerazione, è evidente come non sia nemmeno possibile sperimentare applicazioni per trovare quella migliore: il rischio sarebbe comunque troppo elevato. L unica via è quella di prevedere sempre ogni eventualità negativa, non badando a spese. Ne consegue che, per l individuazione e l applicazione del corretto modello logistico occorrono investimenti molto consistenti. Per gli enti ospedalieri, la necessità di essere affiancati dalla logistica moderna si è fatta particolarmente sentire a partire dal 1992, quando gli ospedali sono stati trasformati in ASL, ossia aziende vere e proprie, con un management che ogni anno è tenuto a stilare bilanci, possibilmente in pareggio: è stato calcolato che la gestione di un ospedale può essere paragonata, per volumi e valore, a quella di un grande supermercato. Per affrontare correttamente i problemi logistici in un ospedale, occorre il supporto di esperti professionisti del settore: una vera e propria cabina di regia che, all interno di ogni struttura ospedaliera, disciplini l organizzazione delle risorse disponibili, identifichi di volta in volta le priorità, analizzi le criticità e valuti i costi. In questo modo, si possono conseguire notevoli risparmi e guadagnare efficienza e qualità. Da uno studio condotto dal Politecnico di Torino, è emerso che in Italia la spesa relativa ai farmaci e ai presidî medici raggiunge il 15-20% della spesa complessiva di un ospedale. Negli Stati Uniti, la stessa voce di spesa non arriva all 8% e questo perché lì, da almeno trent anni, sono state adottate tecniche di laurea in logistica, che si terrà appunto nella capitale russa. L inaugurazione dell anno accademico, avvenuta a Mosca il 6 ottobre scorso alla presenza del Rettore dell Università di Mosca, Alexei A. Schulus, e del presidente di AILOG Domenico Netti, è stata l occasione per fare il punto sulla collaborazione pluriennale italo-russa nel settore della logistica, istituzionalizzata con la creazione di una consociata di AILOG in Russia denominata RIALOG (Russian Italian Association of Logistics and Supply Chain Management). Il corso di laurea, che prenderà il via il 4 novembre prossimo, ha una durata di due anni, e mira a formare manager della supply chain che, anche grazie alla conoscenza approfondita della lingua russa, siano in grado di inserirsi nello sviluppo della logistica negli immensi spazi russi, processo nel quale le imprese italiane, anche grazie alla lungimirante strategia di AILOG, sono presenti da protagoniste. I giovani italiani che vogliono acquisire un titolo di studio in materie logistiche hanno così un opportunità unica: alla fine del percorso formativo disporranno di una laurea riconosciuta dal diritto russo, e potranno quindi cogliere anche le opportunità offerte dal progresso in atto nella Federazione Russa. Come si può vedere, dunque, si fa strada con sempre maggiore forza la consapevolezza di un percorso formativo espressamente concepito per formare i logistici del futuro. logistiche avanzate, fondate sui principi del Material Requirement Planning e del Just in Time. Sono tre le fasi in cui le innovazioni sono più urgenti: l erogazione di farmaci e presidî medici nei reparti, i processi di rifornimento nei reparti stessi e, infine, il controllo complessivo dei flussi dei materiali. Oggi, nella maggioranza dei casi, si utilizzano ancora prescrizioni cartacee, mentre gli stock in reparto sono disordinati e, al tempo stesso, sovrabbondanti e carenti. Soprattutto, i vari armadi non sono collegati in rete e quindi spesso si perde tempo prezioso a cercare farmaci che sarebbero rapidamente e facilmente rinvenibili con l ausilio del informatica. La logistica moderna può dare il proprio fondamentale contributo partendo da un approfondita analisi dei consumi e delle giacenze dei farmaci, razionalizzandone i flussi e consentendo, in ogni caso, forniture complete, rapide e tempestive. Le linee di sviluppo di questo approccio sono legate a quello che è definito come un flusso teso dei farmaci nei reparti, evitando nella massima misura possibile gli snodi che possono creare rallentamenti nella catena. Altre innovazioni saranno l introduzione del farmacista di reparto e l adozione di una gestione dei carrelli-armadio del tipo pieno contro vuoto ; inoltre sarà informatizzata la prescrizione dei farmaci, i pazienti disporranno di un braccialetto elettronico che tenga conto delle medicine necessarie, delle dosi assunte e di quelle da somministrare; la cartella clinica sarà quindi elettronica e il dosaggio dei farmaci sarà unitario e personalizzato; la distribuzione infine sarà automatizzata basandosi sull utilizzo di carrelli intelligenti. In conclusione per i logistici c è molto lavoro da fare: le soluzioni per risolvere i problemi della Sanità ci sono e sono numerose.

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