LA PROSODIA DEL FOCUS CONTRASTIVO. UN ACCENTO PARTICOLARE?

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1 LA PROSODIA DEL FOCUS CONTRASTIVO. UN ACCENTO PARTICOLARE? Cinzia Avesani Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione Sezione di Padova Fonetica e Dialettologia - Padova 1. INTRODUZIONE Tra le funzioni pragmatiche dell intonazione, il ruolo di segnalare all ascoltatore lo status di informazione contrastiva del referente di un elemento lessicale è svolto dagli accenti intonativi. Se la distribuzione degli accenti nell enunciato può aiutare nel discriminare un focus contrastivo da un focus identificativo o semantico (cfr. [3]) quando il primo si collochi in posizione non finale di frase, la presenza di un accento intonativo nucleare sull ultima voce lessicale di un enunciato può essere indifferentemente indice di focalizzazione identificativa o contrastiva. Si è molto dibattuto in letteratura sull esistenza di tratti fonologici specifici che distinguano gli accenti che marcano il focus contrastivo (accenti contrastivi ) dagli accenti che marcano informazione nuova nei casi di focus informativo, ampio o ristretto (accenti di novità o non contrastivi ). Questi tratti, ese sistono, potrebbero infatti essere cruciali per distinguere prosodicamente tra le due tipologie di focalizzazione. Le posizioni variano da quella, radicale, di Bolinger [4], secondo il quale nulla, nell intonazione, è propriamente contrastivo, e quella di chi che nega l esistenza di alcuna differenza [17], a quella di chi ammette che delle differenze tra i due tipi di accento possano esistere. Tra questi ultimi, c è chi sostiene che il significato di contrasto è trasmesso da accenti intonativi particolari, che differiscono dagli quelli usati per marcare informazione nuova o perché sono più prominenti (cfr. ad es. [5], [18]) o perché sono di tipo diverso (cfr. ad es. [6], [24]). Ladd [18]), ad esempio, propone il tratto [raised peak] per descrivere tale distinzione (ibid.:736), sostenendo che certi usi linguistici dell altezza melodica (pitch height) possono essere sistematicamente distinti dall espansione espresssiva dell estensione melodica (pitch range). Pierrehumbert and irschberg [24] propongono invece che in inglese si usino accenti tipologicamente diversi: L+* in contesti contrastivi, e * nel contesto di informazione nuova ma non contrastiva. Khramer e Swerts [17], al contrario, mostrano per l olandese che in sintagmi nominali complessi (Agg-N) in cui si vari sistematicamente lo status informativo dei componenti, accenti di novità e contrastivi non differeiscono né in prominenza né nella forma se si collocano nella stessa posizione nel sintagma nominale. Una forma diversa l accento l acquista solo nel caso costituisca l unica prominenza del sintagma nominale e si collochi in posizione non finale. Per quanto riguarda l italiano, all interno di costituenti sintattici, Swerts et al. [28] non trovano differenze di prominenza negli accenti associati al nome o all aggettivo in sintagmi nominali complessi quando il loro status informativo venga sistematicamente variato. Nel dominio frasale invece, una differenza tra focus informativo (ampio) e focus contrastivo (ristretto) è stata rilevata per il pisano [12], il barese e il napoletano [15]. Nella prima varietà il focus informativo (ampio) è segnalato da un accento (L+)* seguito da un tono di confine L, mentre il focus contrastivo (ristretto) è segnalato da un accento (L+)*+L; nella seconda +L* è usata per il focus informativo (ampio o ristretto) e *+L per il focus contrastivo, nella terza, +L* è usata per il focus informativo e L+* per il

2 focus contrastivo. Una proposta recente [21] suggerisce infine che focus ristretto informativo e contrastivo abbiano diverse rappresentazioni fonologiche che influirebbero però solamente sulla scansione prosodica (phrasing) dell enunciato e non sulla sua rappresentazione accentuale. 1.2 In questo lavoro affronteremo il problema analizzando enunciati prodotti da locutori fiorentini nei quali il focus contrastivo si estende sull ultima parola dlla frase, e confronteremo i risultati ottenuti con i dati relativi agli accenti di novità prodotti nelle stesse condizioni contestuali in focus informativo ([2], [3]). In posizione finale di frase possibili effetti di ristrutturazione nella scansione prosodica sono neutralizzati (cfr. anche [3]). Pertanto, se l accento contrastivo si rivelerà diverso da quello di novità, ne dedurremo che le caratteristiche accentuali possono costituire indici prosodici fondamentali nella disambiguazione del tipo di focus. Le analisi che seguono sono dedicate a stabilire quale tipo di rappresentazione in termini di fonologia autosegmentale-metrica dell intonazione si possa adeguatamente assegnare all accento contrastivo. La decisione sarà guidata dai dati acustici relativi alla collocazione temporale (allineamento) e all altezza relativa (scaling) dei punti target che ne definiscono l andamento. I dettagli fonetici della sincronizzazione degli accenti intonativi al testo hanno ricevuto molta attenzione nella letteratura recente (cfr. [23], [26], [14], [24], [1], [3], [20], [7], [8], [11], [12], [19]). Uno dei risultati più importanti di questo filone di ricerca è aver mostrato l importanza che diversità di allineamento, anche minime, sono alla base di distinzioni percepite come categorialmente diverse e dotate di significati pragmatici diversi. Ad esempio, un accento ascendente in inglese può indicare incertezza e incredulità se allineato tardi nella sillaba o, diversamente, asserzione se allineato prima nella sillaba ([29]); in napoletano, frasi assertive sono distinte da domande si/no solo grazie ad una differenza nell allineamento del picco dell accento nucleare pari a 40 ms ([9]). Le nostre argomentazioni saranno in linea con la letteratura citata. 2. METODO Il corpus è costituito da 4 frasi inserite in brevi brani dialogici concepiti per fornire un contesto che evochi un insieme chiuso di alternative al referente della parola finale di frase, atto quindi a portare ad una lettura della frase con focus contrastivo finale. In ciascuna frase la struttura accentuale della parola target è sistematicamente variata per ottenere una serie che comprenda parole ossitone, piane, sdrucciole, bisdrucciole ( va, Gio vanni / valium, vandali, con validano ). La sillaba tonica può essere iniziale o interna alla parola; può essere seguita da un numero di sillabe atone che varia da 0 a 3; e può essere preceduta da un intervallo interaccentuale pari a 2 o 4 sillabe. La struttura della sillaba tonica è la seguente: C 1 V o C 1 VC 2, dove C 1 =/v/, V= /a/ and C 2 =/n, l/. Il corpus è stato letto 5 volte da 3 locutori in modo molto naturale, alla velocità più confortevole per ciascuno di essi. Di queste, abbiamo analizzato 4 ripetizioni. Le frasi, digitalizzate a 44Kz e sottocampionate a 11 Kz, sono state analizzate acusticamente con Praat. I targets sulla sillaba tonica sono stati identificati secondo i criteri seguenti: h = è il massimo locale di F0 alla fine di un movimento ascendente. Nel caso la sillaba sia interessata non da una salita ma da un movimento alto-costante di F0 (plateau), h corrisponde all ultimo punto del plateau (cfr. [8]). Se il plateau è lievemente discendente, h corrisponde al punto in cui la discesa cambia velocità ed

3 inizia una discesa ripida. l = corrisponde ad un minimo locale all inizio di un movimento ascendente o alla fine di uno discendente di F0, che precede o segue un massimo locale, e che si mantiene costante per almeno 3 frames (cfr. [2]). Il valore scelto è il primo di tali frames. L allineamento di h e l ai segmenti è considerato in relazione all onset della sillaba, e viene espresso in termini percentuali rispetto alla durata dell unità di riferimento (cfr. [26]). 3. RISULTATI Il focus contrastivo è espresso dai nostri locutori con due tipi diversi di accento intonativo, che potremmo chiamare alto-ascendente e ascendente, rappresentati rispettivamente nelle figure 1 e 2. Il primo tipo di accento, alto-ascendente, è usato dal locutore RR in 15 casi su 16; e da MF in un caso; il secondo tipo è usato da SS in 16/16 casi e da MF in 11/16. L accento alto-ascendente è prodotto con un massimo locale di F0, picco o un plateau, sia sulla sillaba tonica che su quella pretonica. Il secondo, ascendente, è prodotto con una salita ripida che culmina nella sillaba tonica e il cui inizio si colloca o immediatamente prima dell onset della tonica (SS: 16/16 casi), oppure entro la sillaba tonica (MF, 9/16 casi). Rappresentando i massimi e i minimi locali che definiscono tali andamenti come target h e l, possiamo analizzarne le caratteristiche di altezza relativa e di allineamento ai segmenti L li con va lidano Time (s) Figura 1. Guarda che loro i progetti li convalidano. Locutore RR. 100 li con 'va lidano Figura 2. Guarda che loro i progetti li convalidano. Locutrice SS. 3.1 Accento intonativo alto-ascendente. La figura 3 rappresenta la distribuzione dei punti massimi nelle due sillabe contigue e la loro altezza. In ascissa sono indicate le durate normalizzate dei singoli punti misurati, in ordinata i valori in z normalizzati in base allafrequenza fondamentale media dell enunciato. In ascissa, hanno valori negativi i punti misurati nella sillaba pretonica, valori positivi quelli nella tonica; 0 rappresenta il confine tra pretonica e tonica.

4 F0 normalizzata 1,25 1,2 1,15 1,1 1,05 1,95,9,85,8 sillaba pretonica sillaba tonica -,6 -,4 -,2 0,2,4,6,8 Posizione nella sillaba. Durata normalizzata convalidano vandali Giovanni Figura 3. Altezza e posizione nella sillaba pretonica e tonica dei targets h. Locutore RR. In tutte le frasi la sillaba tonica e la sillaba pretonica appaiono acusticamente di pari altezza e sono percettivamente molto prominenti. Un analisi della varianza a due vie condotta sui dati di altezza della pretonica e della tonica in cui i fattori sono l affiliazione del target (alla sillaba pretonica o tonica) e il numero di sillabe postoniche (da 0 a 3), mostra che l affiliazione al tipo di sillaba è non significativa (F:(1,22)=0,034 p=.85), mentre il numero di sillabe che separano i targets h dal confine di parola/frase influisce significativamente sulla loro altezza (F(3,22)= 22,19 p=.<.0001). Poiché anche l interazione dei due fattori è significativa (F(3,22)=3,75 p=.02) abbiamo condotto una serie di tests post hoc, per identificare i particolari di tale variazione. I tests rivelano che l altezza di entrambi i targets h diminuisce in progressione lineare a partire dalla serie di parole parossitone (si veda la figura 4). (Tutti i confronti tra coppie di frasi sono significativi ad accezione della coppia Giovanni vs. va e convalidano vs. va : Games/owell post-hoc test). L abbassamento è particolarmente evidente sul target h della sillaba tonica nelle parole ossitone, che risulta essere quello linearmente più vicino al confine di frase. Considerando la struttura della parola, sembra quindi che maggiore la distanza che separa le sillabe considerate dal confine di frase, maggiore sia l abbassamento finale. Il fatto che i targets in parole proparossitone non si allineino a tale progressione ( convalidano è più basso di vandali ) risulta compatibile con l idea di un abbassamento finale che operi su una finestra temporale fissa (che esclude in questo caso distanze pari a 4 sillabe dal confine), entro la quale la forza esercitata aumenta progressivamente. Se invece consideriamo, oltre alla distanza di ciascun target dal confine di parola/frase, la durata totale della frase, risulta che quest utima è maggiore nelle frasi con parole proparossitone rispetto a quelle con parole parossitone; se consideriamo inoltre la posizione del picco della tonica nella frase, risulta che è molto più avanzata nel tempo per le proparossitone che per le parossitone (2484 vs. 765 ms). Questi dati spiegano la minore altezza di entrambi i target in convalidano, e permettono una interpretazione dell abbassamento progressivo non in termini locali ma in termini di un abbassamento asintotico progressivo di dimensione frasale ( declination ). va

5 1,2 RR- altezza F0 normanlizzata 1,15 1,1 1,05 1,95 pretonica tonica,9 convalidano vandali Giovanni va Figura 4. Altezza dei targets h. Considerando ora la collocazione temporale dei targets rispetto alla sillaba, notiamo che entrambi sono allineati centralmente rispettivamente alla tonica e alla pretonica. Nella tonica, h si allinea non prima del 26% della durata della sillaba e non oltre il 68%; in quella pretonica h si allinea non prima del 46% e non oltre l 83% della durata della sillaba. Per valutare se tale variazione nell allineamento sia legata al variare delle condizioni contestuali, abbiamo condotto una serie di analisi della varianza a una via per verificare se i targets mostrino spostamenti statisticamente significativi possibilmente legati: i) alla posizione della sillaba tonica nella parola e quindi al numero di sillabe atone che la separano dal tono di confine associato al sintagma intonativo (da 0 a 3); ii) alla presenza di un confine di parola tra i due targets (la sillaba pretonica può comparire nella stessa parola della tonica o nella parola precedente); iii) alla grandezza dell intervallo interaccentuale precedente, e dunque alla distanza che separa il target dai toni che lo precedono (2 o 4 sillabe atone). Se i targets tonali non mostrano variazioni significative del loro allineamento indotte o dalla composizione tonale dell enunciato (contiguità con altri toni) o dalla presenza di un confine prosodico (di parola) siamo legittimati a pensare che siano eventi di natura fonologica, toni, che entrano nella composizione di un accento intonativo. Per quanto riguarda la sillaba tonica, l analisi della varianza mostra che l allineamento di h rispetto all onset della sillaba non varia al variare del numero delle sillabe postoniche (F(3,11)=2,511 p=112). Per quanto riguarda la sillaba pretonica, la posizione di h rispetto all onset della sillaba non varia significativamente né in relazione alla presenza/assenza di un confine di parola seguente (F(3,11)=0,045 p=.834), né in relazione al numero di sillabe atone che costituiscono l intervallo interaccentuale (F(1,13)=0,601 p=.452). Questi risultati permettono di concludere che i targets considerati sono stabilmente allineati rispettivamente alla sillaba pretonica e tonica, e che tale allineamento non è sensibile al contesto. Possono quindi essere considerati toni che entrano nella composizione di un accento intonativo bitonale +* Accento intonativo ascendente Il secondo tipo di accento ha andamento diverso (cfr. figura 2). Si tratta di un andamento ascendente che culmina entro la tonica e che ha una partenza bassa allineata immediatamente prima dell onset (SS) oppure entro la sillaba tonica (MF). Le figure 5 e 6 mostrano rispettivamente i dati normalizzati relativi alla posizione nella sillaba e all altezza del punto di attacco (l) e della fine (h) della salita di F0 per le

6 locutrici SS e MF. Si può notare come per entrambi i soggetti il picco di F0 si allinei non prima del 35% e non oltre 85% della durata della sillaba tonica (rispettivamente: SS = 40%- 78,5%; MF = 34%-85%). Analisi della varianza a una via condotte separatamente per i due soggetti mostrano che la posizione del target h non varia in modo statisticamente significativo al variare del numero di sillabe atone postoniche (SS: F(3,12)=16,729 p=.0001; MF: F(3,7)=1,186 p=.382); anche se, per MF, i dati mostrano una tendenza di h ad allinearsi prima nella sillaba tonica nel monosillabo rispetto ai polisillabi. F0 normalizzata 1,4 1,3 1,2 1,1 1,9,8,7,6 pretonica tonica -,4 -,2 0,2,4,6,8 1 Posizione nella sillaba. Durata normalizzata Figura 5. Altezza e posizione nella sillaba pretonica e tonica dei target s h. Locutrice SS. F0 normalizzata L 1,8 1,6 1,4 1,2 1,8,6 pretonica tonica -,4 -,2 0,2,4,6,8 1 Posizione nella sillaba. Durata normalizzata Figura 6. Altezza e posizione nella sillaba pretonica e tonica dei target s h. Locutrice MF. L Le due locutrici differiscono invece nell allineamento del target l. Per SS il punto di attacco della salita è stabilmente allineato alla fine della sillaba pretonica (non prima dell 82% e non oltre la fine della sillaba), non mostra variazioni significative dovute alla grandezza dell intervallo interaccentuale precedente (F(1,14)=1,655, p=.21), né alla presenza di un confine di parola seguente (F(1,14)=3,653, p=.077). Per MF invece, l si allinea con la sillaba pretonica solo nel caso in cui il focus contrastivo cada su una parola monosillabica; se la parola è polisillabica, l è realizzato all interno della sillaba tonica (cfr. figura 7). L va Giovanni vandali convalidano -,3 -,2 -,1 0,1,2,3,4,5,6,7,8 Posizione nella sillaba. Durata normalizzata Figura 7. Allineamento di l e h. Locutrice MF. Questa variabilità di allineamento non risulta però determinata né dalla grandezza dell intervallo interaccentuale precedente (F(1,9)=0,753, p=.4), né dalla presenza di un confine di parola seguente (F(1,9)=0,682, p=.43); risulta legata invece alla struttura della

7 parola su cui cade l accento nucleare: mono o polisillabica (F(1,9)=6,569, p=.03), e alla distanza della sillaba accentata dal confine di parola/frase (F(3,7)=9,163, p=.008). Abbiamo visto che dai dati risulta che anche il target h si allinea prima nella sillaba rispetto alle parole polisillabiche (tale variazione non è però statisticamente significativa). Considerati insieme, questi risultati sembrano indicare che nei monosillabi è l intero gesto articolatorio che presiede alla realizzazione dell accento ascendente ad essere anticipato nel tempo; fenomeno, questo, compatibile con dall ipotesi della repulsione tonale (Silverman e Pierrehumbert, 1990). In base a tale ipotesi, se due eventi tonali devono essere prodotti nella stessa unità linguistica in questo caso, la sillaba, il gesto articolatorio atto a produrre il primo tono verrà anticipato nel tempo per permettere che anche il secondo tono possa essere realizzato completamente entro i confini dell unità assegnata. Nel nostro caso, sullo stesso monosillabo devono essere prodotti due gesti diversi: quello ascendente che genera la salita propria dell accento intonativo, e quello discendente atto a realizzare il tono L associato al confine del sintagma intonativo in frasi dichiarative. Questa ipotesi spiegherebbe dunque perché entrambi i targets lh dell accento intonativo siano anticipati nel tempo: a fronte di un allineamento anticipato del picco sulla tonica, l attacco della salita risulta significativamente anticipato alla sillaba pretonica 1. Riassumendo, i dati analizzati sono compatibili con una rappresentazione bitonale L dell accento intonativo ascendente. Nel caso della locutrice SS, il tono è associato alla sillaba tonica nucleare e il tono L alla sillaba atona prenucleare; nel caso di MF possiamo considerare entrambi i toni come associati alla sillaba tonica nucleare, poiché l anticipazione di L alla sillaba pretonica è una variante dovuta al contesto prosodico. La rappresentazione proposta è dunque L+* per SS e (L+)* per MF (cfr. [20]). 4. DISCUSSIONE 4.1 La rappresentazione fonologica. In generale, i nostri locutori producono la sillaba nucleare del costituente in focus contrastivo con andamenti intonativi alti (RR) o ascendenti (SS, MF), i cui massimi e minimi non mostrano variabilità significativamente legata al contesto, e che pertanto possono essere considerati toni e L. La successione temporale dei toni e L su sillabe contigue e il loro stabile allineamento entro ciascuna di esse portano a ritenere che la loro organizzazione fonologica possa essere quella di un accento intonativo bitonale entro il quale solo il secondo tono è associato alla sillaba tonica. La differenza di realizzazione tra i locutori risiede nel tipo di tono che precede (leading tone): per RR e L per SS e MF. I due accenti intonativi risultano pertanto essere +* e L+* (quest ultimo con la variante (L+)*). La tavola 1 fornisce la distribuzione degli accenti nei nostri dati. Accento +* L+* +L* * Locutori SS 100% RR 100% MF 6,25% 68,7% 25%(18,7%) (6,25%) Tavola 1. Distribuzione degli accenti intonativi nel corpus considerato. 1 Se confrontiamo gli allineamenti per il monosillabo con quelli del polisillabo piano ( Giovanni ), notiamo che la durata della salita è la stessa (la distanza l-h, normalizzata in base alla durata della frase, è in entrambi i casi ).

8 Una rappresentazione dell accento alto ascendente come ++ ha una solida base fonetica, come abbiamo visto, include distinzioni di pitch range direttamente nella stringa tonale - alla stessa stregua di accenti L+*, L*+ o +L*, ma viola apertamente l Obligatoty Contour Principle (OCP) perché prevede due specificazioni identiche e adiacenti nella rappresentazione fonologica ([16]). Questo problema si era già presentato nella letteratura autosegmentale-metrica dell intonazione: Pierrehumbert [22] aveva proposto accenti *+ nella sua analisi originale dell intonazione inglese, poi abbandonati nelle formulazioni successive; Sosa [27] aveva proposto un accento +* distinto da * per lo spagnolo latino-americano; e Grice [14] aveva mostrato la necessità di un accento *+!* distinto da +L* in inglese. Il problema fonologico posto dalla violazione di OCP - principio, questo, suggerito come un universale dell organizzazione fonologica - potrebbe essere risolto accogliendo la proposta formulata da Grice [13] e perfezionata successivamente [14], secondo la quale gli accenti intonativi hanno una struttura interna. Tale struttura permette un trattamento diverso del primo tono di un accento bitonale (leading tone) dagli altri tipi di toni. In [13], ad esempio, gli accenti intonativi (PA) sono un nodo nella gerarchia prosodica che domina due supertoni: uno forte, t s, e uno debole, t w. PA I leading tones (T) sono dominati dalla parte opzionale dell accento intonativo (t w ), mentre gli altri toni (Ts e Tw) sono dominati dalla parte essenziale dell accento, t s. Se si restringe l applicazione di OCP ai nodi sorella, accenti come +* risultano ammessi. In [14], invece, i due toni di un accento bitonale sono indipendentemente associati a due sillabe diverse: il tono asteriscato con la sillaba asteriscata e il tono non asteriscato con la sillaba precedente. tw ts T Ts Tw 4.2 Focus contrastivo e focus identificativo. Gli accenti contrastivi +* e L+* si oppongono all accento usato dai locutori fiorentini per segnalare il focus informativo nella stessa posizione di frase, sia quando questo abbia portata ampia ([2]), sia quando abbia portata ristretta ([3]): +L*. La figura 8 illustra tale contrasto, mostrando la media normalizzata su base sillabica dell andamento di F0 sulla stessa parola focalizzata contrastivamente (linea continua: L+*, locutore RR, e linea tratteggiata: +*, locutrice SS), e informativamente con portata ampia (linea a tratti e punti: L+*, locutore RR). La differenza risiede nella polarità del tono associato alla tonica: * per i due accenti contrastivi, L* per l accento non contrastivo. L andamento di quest ultimo è discendente: partendo da un target, la discesa raggiunge un minimo nella seconda metà della sillaba tonica.

9 Figura 8. Media normalizzata dell andamento di F0 sul costituente finale della frase Guarda che loro i progetti li convalidano. Linea tratteggiata: +*, focus contrastivo, locutore RR; linea continua: L+*, focus contrastivo, locutrice SS; linea a tratti e punti: +L*, focus informativo, locutore RR. I nostri dati dunque provano l esistenza di un accento contrastivo che è tipologicamente diverso dall accento usato per segnalare informazione nuova non contrastiva, in linea con le altre varietà di italiano ([12],[15]) e con quanto sostenuto per l inglese da Pierrehumbert e irschberg, [24] e da Chafe [6]. Ma non escludono che, oltre a questo, l accento contrastivo sia anche più saliente dell accento informativo, non solo intrinsecamente - in virtù della diversa polarità del tono associato alla sillaba tonica (* vs L*) - ma anche estrinsecamente, in virtù di un uso sistematicamente diverso del pitch range. Una conferma in tal senso si ricava direttamente dalla figura 8, confrontando l andamento di due accenti che condividono lo stesso leading tone: +* e +L* prodotti dallo stesso locutore RR. Figura 9. Media normalizzata dell andamento di F0 sul costituente finale delle frasi quei ragazzi sono dei vandali e. sono stati i vandali. Linea continua: L+*, focus contrastivo, locutrice SS; linea a tratti e punti: +L*, focus informativo, locutrice SS. Appare evidente che la parola focalizzata contrastivamente (curva tratteggiata) è prodotta su un range globalmente più esteso rispetto alla parola focalizzata informativamente (curva a tratti e punti). Un confronto sistematico per gli altri locutori non è proponibile a causa della polarità invertita dei toni implicati nel confronto: L+* vs. +L*. E possibile invece per la locutrice SS, limitatamente alla coppia minima Quei ragazzi sono dei vandali vs. Sono stati i vandali. La prima frase, prodotta in un contesto di focalizzazione informativa ampia, è stata pronunciata da SS con connotazione esclamativa. L accento nucleare impiegato non è +L*, come nel resto della serie di frasi

10 con lo stesso tipo di focus, ma *. La seconda frase, prodotta in un contesto di focalizzazione contrastiva, ha come accento nucleare L+*. Le curve medie normalizzate corrispondenti al costituente finale sono riportate nella figura 9. Confrontando i toni asteriscati di uguale polarità si evince che, come nel caso precedente, l accento contrastivo (linea continua) risulta più alto dell accento informativo (linea a tratti e punti). BIBLIOGRAFIA [1] Arvaniti A., Ladd D.R. e Mennen I. (2000), What is a starred tone? Evidence from Greek. In M. Broe and J. Pierrehumbert (eds), Papers in laboratory phonology V, pp , Cambridge University Press, Cambridge, MA. [2] Avesani C. and Vayra M. (2000), Costruzioni marcate e non marcate in italiano. Il ruolo dell intonazione". In Atti delle X Giornate di Studio del GFS, Napoli, dicembre 1999, [3] Avesani C. e Vayra M. (2003), Broad, narrow and contrastive focus in Florentine Italian. In Proceedings of the 15th International Congress of Phonetic Sciences. [4] Bolinger D. (1989), Intonation and its uses: melody in grammar and discourse. Edward Arnold, London. [5] Brown G., Currie K. e Kensworthy J. (1980), Questions of Intonation, Croom elm, London. [6] Chafe W. (1976), Giveness, contrastiveness, definiteness, subjects, topics and point of view. In C. Li ( ed), Subject and topic, Academic Press, New York, pp [7] D Imperio, M. (2001), Tonal alignment, scaling and slope in Italian question and statement tunes. In Proceedings of Eurospeech 2001, Vol. 1, pp [8] D Imperio, M. (2002), Language-specific and universal constraints on tonal alignment: the nature of targets and anchors. In Speech Prosody Proceedings of the 1st International Conference on Speech Prosody, pp [9] D Imperio M e ouse D (1997). Perception of questions and statements inneapolitan Italian. In Proceedings of Eurospeech 97, Vol. 1, pp [10] Face T. (2001), Focus and early peak alignment in Spanish intonation, Probus, Vol. 2, [11] Frota S. (2002), Tonal association and target alignment in European Portuguese nuclear falls. In C. Gussenhoven e N. Warner (eds), Laboratory Phonology VII Mouton de Gruyter, Berlino, pp [12] Gili Fivela B. (2002), Tonal alignment in two Pisa Italian peak accents. In Speech Prosody Proceedings of the 1st International Conference on Speech Prosody, pp [13] Grice M. (1995a), The intonation of interrogation in Palermo Italian. Implications for intonation theory, Max Niemeyer Verlag, Tübingen. [14] Grice M. (1995b), Leading tone and downstep in English, Phonolog,y, Vol.12, pp [15] Grice M., D Imperio M, Savino, M. and Avesani C. (in corso di stampa), Towards a strategy for ToBI labelling varieties of Italian. In S-A. Jun (edr), Prosodic Typology and Transcription: A Unified Approach, Oxford University Press, Oxford. [16] Goldsmith, J. (1976), Autosegmental phonology, Garland Press, New York. [17] Khramer E. and Swerts, M, On the alleged existence of contrastive accents, Speech Communication, Vol. 34, pp , 2001.

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