Una nuova natura per la Salina

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1 Progetto LIFE00NAT/IT/7215 Una nuova natura per la Salina Ripristino ecologico e conservazione degli habitat nella Salina del SIC Valli di Comacchio

2 Beneficiario: Regione Emilia-Romagna Partner: Parco Regionale del Delta del Po Durata del Progetto: 63 mesi; dal 1 Luglio 2001 al 30 Settembre 2006 Costo del Progetto: Euro Contributo UE: Euro (40%) Quota Regione Emilia-Romagna: Euro (50%) Quota Parco Regionale del Delta del Po: Euro (10%) Responsabile progetto RE-R (contact) Stefano Corazza c/o Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali Regione Emilia-Romagna Via Galliera, Bologna scorazza@regione.emilia-romagna.it Responsabile progetto Parco Delta (contact) Lucilla Previati c/o Parco Regionale del Delta del Po Via Cavour, Comacchio (FE) parcodeltapo@parcodeltapo.it Coordinamento e Direzione del progetto Stefano Corazza - Responsabile del Progetto Regione Emilia-Romagna Lucilla Previati - Responsabile del Progetto Parco del Delta del Po Cristina Barbieri - Coordinamento Generale del Progetto Susi Carboni - Coordinamento attuativo Regione Emilia-Romagna

3 INDICE Presentazione...2 La Salina di Comacchio...3 Problemi e minacce affrontate...6 Il progetto LIFE Salina: un percorso in divenire...8 1

4 PRESENTAZIONE Un area di enorme valore naturalistico e culturale, dopo secoli di estraneità al suo territorio originata dal controllo militare del prodotto sale ivi realizzato, dopo decenni di abbandono in quanto macchina produttiva obsoleta, dopo persino alcuni anni a rischio di alienazione dalla proprietà pubblica, ricondotta oggi sotto la piena responsabilità degli enti del territorio in cui si trova. Strappata ad ipotesi molto più prossime di quanto si possa ora credere di trasformazioni tanto distruttive in senso ecologico quanto rovinose in senso economico e rifinalizzata alla conservazione dei suoi molteplici valori di riconosciuta importanza europea. Una responsabilità ed una mission, cui si è iniziato a dare corpo e movimento nella forma di opere, attività, organizzazione, risorse umane e finanziarie, strumenti a partire proprio dalla realizzazione di questo Progetto LIFE. L abbandono ultraventennale della produzione di sale da parte dei Monopoli di Stato accompagnato dal saccheggio legale e non di attrezzature, mezzi, edifici etc. ha provocato modificazioni catastrofiche nel sistema di circolazione, regolazione e contenimento delle acque e un degrado di strutture e attrezzature al punto da non consentire non solo ipotesi, peraltro economicamente incerte, di ripresa a larga scala della produzione salina, ma anche tali da rendere molto difficile persino la gestione della biodiversità legata ai diversi gradienti salini che l assetto produttivo garantiva. Qui, in questo ambiente seminaturale, forse più che altrove, ci si può rendere conto, affrontando la sfida della gestione come si è iniziato a fare, che la conservazione, come la desinenza della parola sottolinea, significa agire per mantenere attraverso quotidiane attività di manutenzione, intervento, controllo, le dinamiche che sostengono la biodiversità, in altri contesti più naturali garantite in maggiore misura dalla interazione equilibrata dei fattori naturali costitutivi. A ridosso della conclusione del progetto LIFE, dopo più di cinque anni di difficile lavoro, dobbiamo e possiamo tracciare brevemente un bilancio di ciò che siamo riusciti e non riusciti a fare, delle lezioni che abbiamo imparato e di quanto lasciamo. Abbiamo tentato di ri-conoscere la Salina. Di leggere non solo i suoi connotati in termini di presenza di habitat, specie, acque, terra ma anche la sua fisiologia in termini di strutture idrauliche e di flussi di acque possibili e potenziali ed infine il suo stato di salute. Un obiettivo che si è realizzato compiutamente rispetto a quanto previsto, ma solo in parte, (solo ora possiamo dirlo) a fronte della complessità dell organismo Salina che abbiamo di fronte. Ed è questo il primo terreno su cui occorre continuare a lavorare. L entità dei cambiamenti avvenuti nelle Saline negli ultimi vent anni è stato di un ordine di grandezza imprevedibile al momento della redazione del progetto e solo dopo molto lavoro di studio, monitoraggio e intervento si comincia a realizzarne la reale dimensione. Eravamo già consapevoli, peraltro, che l insieme degli interventi previsti in progetto sarebbero stati soltanto un primo passo per rivitalizzare la Salina e che da questa prima esperienza sarebbero maturate condizioni e convinzioni per le azioni future. In parte è già così, perché grazie al Parco del Delta sono già stati diversi gli interventi sulle strutture, le macchine, le attrezzature etc., complementari alle opere previste in progetto ma indispensabili per realizzarne fino in fondo gli obiettivi, effettuati con fondi del Parco. Possiamo dire che la Salina è oggi uscita da un lunghissimo coma, ma che solo molte ulteriori cure e una terapia riabilitativa di lungo periodo potranno darle un buono stato di forma che sarà comunque 2

5 per sempre necessario mantenere sotto stretto controllo. Di buona salute ha bisogno la Salina per garantire le funzioni che il lavoro svolto e le risorse impiegate legittimano attendersi: dal mantenimento e possibilmente accrescimento di habitat e specie che la qualificano come sito della Rete Natura 2000, a luogo di testimonianza e rappresentazione di una storia di grandi e piccoli eventi, di Stati, di guerre ma anche di uomini, fatica e sudore; da fertile terreno di studio, ricerca e sperimentazione anche di dinamiche evolutive spontanee, a luogo di conoscenza della natura e della complessità dell azione svolta per conservarla. LA SALINA DI COMACCHIO Nell area deltizia del Po, compresa tra il fiume Po di Volano ed il fiume Reno, si estende il complesso delle aree umide denominate le Valli di Comacchio. Le Valli costituiscono la più estesa palude interna d Italia e rappresentano il residuo orientale delle più vaste paludi che caratterizzavano la bassa pianura ferrarese. Le acque sono salmastre, con salinità variabili tra 0,5% e 3,5%, e sono interamente ricomprese all interno del perimetro del più grande parco dell Emilia-Romagna, il Parco Regionale del Delta del Po. Lo specchio d acqua principale, di circa ettari, presenta acque aperte nella parte centrale e complessi sistemi di dossi, barene e cordoni dunosi emergenti nelle zone perimetrali. Lo status protezionistico delle Valli deriva dalla molteplicità di habitat presenti e dalla ricchezza di specie floro-faunistiche rilevanti da un punto di vista conservazionistico. Come conseguenza del loro elevato valore ambientale, infatti, le Valli di Comacchio sono soggette a diversi vincoli di tutela. Ai sensi della Direttiva Habitat, esse rientrano tra i Siti di Interesse Comunitario (Codice SIC IT ), ma sono anche presenti nell elenco delle Zone di Protezione Speciale previste dalla direttiva Uccelli. Infine, rientrano nell elenco delle numerose Zone Ramsar del nostro paese. 3

6 La Salina di Comacchio, oggetto dell intervento LIFE Natura, si trova all interno delle Valli di Comacchio nella loro estremità nord-orientale. Si tratta di un settore nel quale sono ancora oggi individuabili tracce di diramazioni deltizie del Po di epoca romana. L area della Salina è originariamente un bacino infradunale, il cui limite orientale corrisponde al cordone dunoso di epoca tardo romana sul quale corre l attuale strada Romea. Collocato tra la Valle Campo a sud-ovest, Valle Fattibello e Valle Spatola a nord, Valle Bragiolino a ovest, ed il canale Bayon a est, il sito si estende per una superficie complessiva di circa 550 ettari. Non è del tutto chiaro quando l uomo abbia iniziato ad utilizzare il sale nelle zone del Delta del Po: si ritiene infatti che l area comacchiese abbia rifornito di sale tutta la Padania fin da tempi assai remoti, ma non è certo che i più antichi impianti fossero ubicati nella stessa zona. Non si ha tuttavia notizia di opere umane, in periodo etrusco o precedente, che abbiano cercato di sfruttare più intensivamente i favorevoli caratteri naturali. Anche nelle fonti storiche 4

7 romane non si menziona l esistenza di saline fra i rami di sbocco del Po. Le informazioni rimangono vaghe per buona parte dell alto Medioevo, almeno fino a quando non appare del tutto evidente che il sale comacchiese è a tutti gli effetti un importante fattore nell equilibrio geopolitico tra le varie forze regionali, in particolare per la Repubblica di Venezia. Dal 932, anno della distruzione Veneziana di Comacchio, fino al 1598 la produzione Salina, ridotta a non grandi quantità, è sotto il controllo Veneziano e contesa fra Ravennati ed Estensi fino a quando la Salina passa sotto il controllo del Papato (1598), che ne riattiva e regolarizza la produzione. Dopo le distruzioni successive alla caduta del dominio temporale dei papi, (XVIII sec) è dall arrivo di Napoleone che la Salina conosce progetti di rinascita che verranno completamente messi in opera nel successivo periodo di restaurazione pontificia. Sull impianto alla francese, il Regno d Italia operò, a partire dal 1862, interventi di potenziamento e modernizzazione, ne assunse la gestione diretta (1882) e attraverso ampliamenti incrementò la produzione fino a raggiungere, negli anni Trenta del Novecento, la quantità di quintali prodotti. Negli anni 60 del secolo scorso furono fatti investimenti per meccanizzare il processo produttivo ma i Monopoli di Stato nel 1985 decisero la chiusura della Salina per motivi di convenienza economica. Pur nelle vicissitudini che ne hanno contraddistinto la storia recente, la Salina di Comacchio ha mantenuto elementi di assoluto pregio ambientale, che ne fanno una delle aree più interessanti e rinomate dell intera area del Delta padano. La Salina, infatti, è caratterizzata da elementi di assoluta peculiarità ambientale, legati alla presenza di acque salate e sovrassalate che determinano la presenza di ben tre habitat considerati prioritari dalla Direttiva 92/43 CE, a testimoniare l importanza del sito ai fini della tutela della biodiversità non solo in Italia ma anche a livello europeo. Oltre alla vegetazione, a rappresentare un elemento di particolare pregio si ritrovano, entro i confini della Salina, due specie di pesci e tredici di uccelli di 5

8 importanza comunitaria. Proprio per queste ragioni, la Salina di Comacchio, come parte del complesso delle Valli di Comacchio, è sottoposta ad un articolato sistema di vincoli: è infatti zona umida di interesse internazionale per la Convenzione di Ramsar (D.M. 13 luglio 1981); tutela paesaggistica ex L. 1497/39, zona B di protezione generale del Parco del Delta del Po - Stazione Valli di Comacchio, nonché Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale ai sensi delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CE. PROBLEMI E MINACCE AFFRONTATE Il quasi completo arresto della complessa macchina idraulica un tempo necessaria per la gestione della Salina a partire dal 1985 e la pressoché nulla manutenzione dell intero sito hanno avuto conseguenze profonde nel corso degli anni. Gli effetti dell abbandono si sono avvertiti in primo luogo sulla qualità delle acque, rese povere di ossigeno sia per la mancanza di un adeguata circolazione, sia per l apporto eccessivo di nutrienti dall intorno. In conseguenza di ciò, si sono avuti pertanto ricorrenti fenomeni di proliferazione algale e frequenti casi di anossia dei fondali, tali da minacciare l integrità della comunità ittica della Salina ed in particolare la sopravvivenza del ghiozzetto di laguna (Knipowitschia panizzae), un piccolo gobide protetto dalla Direttiva comunitaria Habitat. L alterazione dei differenziati e progressivi gradienti salini dell acqua, così governati a fini produttivi nelle diverse parti della Salina, aveva inoltre cominciato a produrre forti modificazioni sui tipi vegetazionali più caratteristici di questo ambiente e protetti per il loro valore ecologico dalla Direttiva Habitat. Anche le cenosi associate ai suoli e alla presenza di acque sovrassalate hanno subito gravi impatti, a cominciare dall Artemia salina, un piccolo crostaceo tipico di questi ambienti, di grande importanza per l alimentazione del fenicottero. All avvio del progetto, la sua presenza era confinata a due sole aree interne alla Salina. Altri importanti effetti negativi collegati all abbandono della Salina si sono avuti su componenti importanti dell ambiente e del paesaggio. Il moto ondoso di alcune vaste aree di valle ( vasche di carico dell acqua di mare che poi sarebbe stata circolata in Salina), in cui non è stato più gestito il battente idrico, ha provocato la pressoché totale scomparsa dei dossi (piccole strisce o isolette di terra emerse di pochi centimetri dal pelo dell acqua) che costituiscono i siti di nidificazione di alcune specie migratorie di notevole importanza e prioritariamente protette dalle Convenzioni Internazionali. In taluni casi, anche la minore salinità delle acque, incidendo sulla composizione vegetazionale dei dossi, ha contribuito a renderli inospitali per alcune specie protette a livello comunitario dalla Direttiva Uccelli 79/409 (Allegato 1). Tra queste, in particolare, il gabbiano corallino (Larus melanocephalus), il gabbiano roseo (Larus genei), la sterna zampenere (Gelochelidon nilotica), il fraticello (Sterna albifrons), la sterna comune (Sterna hirundo), il beccapesci (Sterna sandvicensis), specie che rappresentano una delle prioritarie emergenze naturalistiche del sito, tanto da averne determinato la designazione come Zona di Protezione Speciale (ZPS) e come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Lo sviluppo di una rigogliosa vegetazione erbacea ha favorito, al contrario, la nidificazione del gabbiano reale mediterraneo (Larus michaellis), specie caratterizzata da una forte plasticità ecologica, che ha sicuramente tratto vantaggio dalla chiusura della Salina. L elevata presenza numerica della popolazione del gabbiano reale mediterraneo (più di 500 coppie nidificanti 6

9 negli ultimi anni, in costante aumento) ha sicuramente impoverito la comunità ornitica della Salina, dove sono stati osservati casi di predazione sia su pulcini che su uova di altre specie. Ancora, il crollo di diversi argini e la proliferazione della vegetazione sugli stessi e sui camminamenti usati un tempo dai lavoratori delle Saline hanno provocato, oltre alle conseguenze sulla funzionalità idraulica e all impatto sul paesaggio, ulteriori problemi da un punto di vista ecologico ed ambientale. Non va infine trascurato il degrado subito nel tempo dai diversi manufatti e dagli impianti idraulici. Le chiuse e tutte le loro componenti (spallette, vasche, saracinesche, etc.) sono divenute negli anni in buona parte inutilizzabili per il disfacimento dei materiali (legno e mattoni), mentre le pompe di sollevamento hanno subito gravi compromissioni funzionali. Anche da un punto di vista architettonico, come è facile intuire, il protratto abbandono dell area (utilizzata addirittura per lo scarico dei rifiuti o soggetta al saccheggio e al vandalismo) ha comportato gravi conseguenze. La rete elettrica, ormai obsoleta, ha continuato a rappresentare una grave fonte di rischio per l avifauna, oltre a costituire un elemento di forte impatto visivo, privando la Salina della sua originaria orizzontalità ; gli edifici, in alcuni casi di indubbio pregio architettonico, sono andati incontro ad una rapida rovina, così come la vecchia decauville (linea ferroviaria a scartamento ridotto per l asporto del sale), di cui permanevano oramai solamente le tracce in seguito a una sua frettolosa asportazione quasi completa. Da ultimo, ma non per importanza, la presenza di un vecchio capannone di più recente costruzione, collocato proprio in mezzo alle vasche salare, oltre a costituire un elemento estraneo al sito, con un forte impatto visivo negativo, rappresentava un grave fattore di rischio di inquinamento ambientale, a causa della presenza delle coperture in cemento-amianto in disfacimento. Di fatto, in conclusione, negli oltre vent anni di abbandono della Salina, si è potuto assistere al progressivo affermarsi di una marginalità culturale del luogo, chiuso al pubblico, ma permeabile ad un uso predatorio (dal saccheggio di edifici e manufatti, allo scarico di rifiuti) perché percepito localmente come altro da sé, senza identità né valore. 7

10 IL PROGETTO LIFE SALINA: UN PERCORSO IN DIVENIRE Dal tempo della chiusura degli impianti delle Saline al 2000, molte intenzioni sono state affacciate nella forma di progetti spesso fortemente discutibili (con la previsione di impianti di acquacoltura, ad esempio) sul futuro destino delle Saline. Il Comune di Comacchio, che ne vedeva il valore rappresentativo della sua storia, il Parco Regionale del Delta del Po e la Regione Emilia-Romagna che ne apprezzavano il valore naturalistico e paesaggistico, hanno comunque manifestato in diversi modi l idea che le Saline fossero affidate alla gestione delle comunità locali. Questa ipotesi è parsa allontanarsi nel Marzo 2000, quando il Ministero delle Finanze aveva posto il sito nell elenco dei beni demaniali vendibili. Per evitare questa disastrosa eventualità, oltre ad agire per ribaltare nelle sedi opportune quella decisione, la Regione e il Parco hanno deciso di elaborare un progetto che definisse senza ambiguità il destino delle Saline a costituire un ambito prioritariamente dedicato alla conservazione della biodiversità e delle testimonianze materiali della storia e della cultura locale. Sessantatre mesi di lavori (iniziati nel luglio del 2001 e conclusi nel settembre 2006), euro circa di spesa complessiva, trentuno differenti azioni (dai rilievi, progetti e analisi preliminari, agli interventi sul campo, dalla divulgazione e sensibilizzazione alla gestione dell intero progetto): sono questi i dati principali del progetto intitolato Ripristino ecologico e conservazione degli habitat nella Salina del SIC (Sito di Importanza Comunitaria) Valli di Comacchio finanziato al 45% dalla Unione Europea sul programma LIFE NATURA Il primo passo è consistito nel dotarsi di una conoscenza approfondita della Salina nella sua consistenza odierna. A questo scopo è stato effettuato un rilievo topografico dell area, che ha prodotto una cartografia digitale vettoriale utilizzata successivamente come base per i dati ecologici raccolti durante il progetto. È stato poi eseguito un primo rilievo in grado di stabilire il livello di degrado della funzionalità idraulica dei manufatti e degli impianti principali. Infine, grazie all aiuto di ex salinari in pensione, è stato possibile ricostruire con precisione le modalità storiche con le quali si produceva il sale e, in generale, come funzionava l intera Salina quando era perfettamente operativa, al fine di ottenere una sorta di protocollo da utilizzare successivamente per l attività dimostrativa. Negli ultimi mesi del 2002 sono state completate le ricerche preliminari faunistiche e abiotiche (compiute dai ricercatori del dipartimento di Biologia dell Università di Ferrara), e quelle floristico-vegetazionali (realizzate dal Dipartimento di Risorse Naturali e Culturali dello stesso ateneo). Tre mesi più tardi è stata presentata la schedatura dei diversi edifici storici della Salina (alcuni dei quali risalenti al Medioevo) ed un primo piano di fruizione. Al contempo si concludeva la progettazione del sistema di monitoraggio, riguardante le acque, le condizioni meteorologiche e la divulgazione dei dati raccolti. A questo punto, giunti ormai a marzo 2003, tutto era pronto per iniziare le operazioni sul campo. Le prime opere realizzate, che sono realmente andate a mutare il paesaggio della Salina, sono state l abbattimento delle linee elettriche aeree in disuso e del capannone col tetto in cemento-amianto. Si è trattato di azioni che dovevano salvaguardare l ecosistema eliminando gravi rischi di inquinamento ed ostacoli al movimento dell avifauna ma che allo stesso tempo 8

11 hanno migliorato sensibilmente la percezione del paesaggio, eliminando elementi di disturbo a quegli spazi aperti e orizzontali tipici della Salina. La linea mediana che divide in due la Salina è costituita dal Canale Duomo. Si tratta del collettore principale del sito, una vera e propria arteria per l intera Salina, che lo attraversa longitudinalmente da nord a sud e che, direttamente o indirettamente, riceve le acque di tutti i diversi bacini della Salina. Uno degli interventi di progetto è consistito proprio nell escavazione completa del canale che, col tempo, aveva visto un accumulo eccessivo di detriti che ne compromettevano la funzionalità idraulica. I materiali scavati sono stati utilizzati per ricostruire oltre 180 m. di argine completamente eroso tra il canale e la Valle Uccelliera. Tale Valle è estremamente importante come habitat di due specie di pesci: il ghiozzetto di laguna (Aphanius fasciatus) e il nono (Knipowitschia panizzae) di importanza conservazionistica secondo la Direttiva Habitat. Ospita inoltre la sola area di presenza del Ruppieto di tutta la Salina. Lungo il nuovo argine così ricostruito, sei diverse chiaviche di regimazione consentono oggi una circolazione differenziata delle acque, garantendo il ricambio ad ogni comparto della Valle e, soprattutto, la possibilità di decidere dove, come e quando indirizzare il ricambio delle acque. Il bacino di Valle Montalbano, nella porzione occidentale della Salina, è stato destinato alla realizzazione di 19 dossi per la nidificazione delle colonie di gabbiani e sterne, secondo modalità tali da favorire queste specie e da svantaggiare il gabbiano reale. Le specie potenzialmente nidificanti sui dossi sono il gabbiano comune (Larus ridibundus), il gabbiano corallino (Larus melanocephalus), il gabbiano roseo (Larus genei), la sterna zampenere (Gelochelidon nilotica), il fraticello (Sterna albifrons), la sterna comune (Sterna hirundo) e il beccapesci (Sterna sandvicensis). I dossi realizzati si estendono su una superficie complessiva di 1,5 ettari, con una media per ciascun dosso di 0,1 ettari. Sono di forma allungata e orientati nella direzione dei venti prevalenti. Le loro rive sono irregolari e senza scarpate, ma con sponde dolcemente digradanti. I dossi hanno un altezza limitata sul livello dell acqua, dal quale devono appena affiorare nel periodo riproduttivo (tarda primavera-estate) delle specie target quando la stagione di nidificazione del gabbiano reale è già avanzata. Nel periodo invernale, invece, il mantenimento di un livello idrico nel bacino di circa 50 cm consente la loro completa sommersione, onde evitare una loro erosione da parte del moto ondoso. Anche per questa Valle sono state ripristinate chiuse che vi consentano una migliore circolazione e scambio delle acque. Diversi interventi hanno interessato l area delle macchine ove sono state sostituite le pompe di sollevamento che consentono la movimentazione e lo scarico delle acque e il restauro e rifunzionalizzazione dei manufatti esterni di smistamento da e verso i canali di afflusso e deflusso. Un altro intervento di particolare importanza per l intero progetto ha riguardato la realizzazione della cosiddetta Salinetta. In concreto, è stata realizzata una salina in miniatura, destinata a svolgere un compito sia ecologico che didattico. Le acque sovrassalate prodotte nel ciclo 9

12 della Salinetta, prima della cristallizzazione, sono funzionali al mantenimento di determinati tipi di habitat, la cui sopravvivenza è legata appunto a condizioni di elevata salinità. Tali acque possono, attraverso canali, chiuse e pompe, essere smistate nelle aree ove sono necessarie per la conservazione delle comunità vegetali e animali presenti in Salina. La produzione del sale, riattivata su una piccola scala, con le caratteristiche della tradizione salinara precedente la meccanizzazione, potrà offrire ai visitatori estivi una immediata comprensione delle diverse fasi di estrazione del sale, una sorta di museo vivente della civiltà del sale che costituisce un tratto importante della storia locale. Una delle sfide poste dal progetto è proprio quella di governare il comparto della Salina al termine della fase di intervento: solo un attenta, scrupolosa e corretta gestione idraulica dell area, infatti, potrà consentire, negli anni futuri, il mantenimento di questo ambiente unico, terra di confine tra le attività dell uomo e il lavoro della natura, vero e proprio laboratorio ambientale-idraulico-storico all aperto. Tale gestione avrà indubbiamente bisogno di numerosi ulteriori interventi dei quali, tuttavia, con il progetto si è impostato il metodo e il fine. Anche le strutture edilizie della Salina sono state oggetto di importanti interventi. In particolare, sono stati eseguiti consistenti lavori di consolidamento e adeguamento dell ex Centro Aziendale, che oggi ospita il nuovo Centro Operativo della Salina. Con un intervento di profonda ristrutturazione con rinforzo dei muri perimetrali, sostituzione del coperto e delle capriate, si è intervenuti in un primo tempo solo su un corpo (per un totale di 160 mq) dei due di cui è composto il blocco edilizio, destinato a Centro Operativo. Vi sono stati ricavati gli spazi necessari per le funzioni assegnate al Centro: un laboratorio con due postazioni: una di controllo del sistema di monitoraggio attraverso telecamere e la seconda per il lavoro di raccolta organizzazione ed elaborazione dei dati di monitoraggio; una terza postazione per l accoglienza del pubblico; una sala polifunzionale adatta anche per la visione da parte del pubblico delle immagini trasmesse dalle telecamere e per l esposizione di pannelli e materiali informativi; servizi igienici; due stanze per la custodia della Salina e dei fabbricati con relativo servizio. Per l impianto di riscaldamento e di produzione dell acqua calda sanitaria si è pensato di utilizzare tecnologie innovative, in grado si sfruttare le risorse naturali disponibili, quali l energia solare e nello stesso tempo di ridurre i costi dovuti ai consumi di energia elettrica. Il secondo capannone, (140 mq) una volta consolidato dal punto di vista delle strutture di fondazione, è stato oggetto di un restauro leggero, con opere di tinteggiatura, ripulitura, restauro dei serramenti originali (porte e finestre in ferro e vetro), installazione di un impianto elettrico a norma e messa in sicurezza per consentire la presenza del pubblico. Nel fabbricato sono stati ricollocati alcuni arredi legati alla sua funzione originaria (officina di manutenzione della decauville) e sono stati mantenuti in sito i binari di accesso ritenendo che questo costituisca un motivo di interesse connesso alla visita della Salina e integrato alla mostra che vi è stata allestita con pannelli che illustrano il progetto LIFE e alcuni oggetti e documenti testimonianze della produzione del sale. Si è così creato il vero cervello del sito, in cui ha base il personale operativo, vengono svolte le analisi delle acque, affluiscono i dati dei monitoraggi e che ha anche la fondamentale funzione di divulgare i dati del progetto al pubblico. Grazie a questa duplice funzione di 10

13 realizzare un controllo nel tempo delle condizioni ecologiche dell area e di poterne illustrare le problematiche ai visitatori, in un qualche modo il Centro Operativo sintetizza idealmente lo spirito del progetto LIFE: la conservazione della natura diventa informazione al pubblico in tempo reale. Fruibilità dunque, per questo progetto, non significa solo poter vedere, ma soprattutto poter comprendere attraverso un esperienza diretta sul campo. Seguendo questo paradigma, la difesa del territorio non viene pertanto intesa solo come protezione del patrimonio naturale da parte degli organi competenti, ma anche come possibilità offerta alla popolazione di capire a fondo i meccanismi ecologici che regolano questo piccolo mondo. Azioni come i campi scuola o le visite guidate realizzate nel corso del progetto, diventano perciò altrettanti momenti di una strategia di informazione e coinvolgimento di lungo periodo per incoraggiare i cittadini ad assumere la responsabilità di difendere e promuovere il valore del proprio territorio. Se infatti questo LIFE ha svolto i compiti più urgenti e necessari per il recupero ecologico, è importante che la società civile locale appoggi in maniera forte gli impegni futuri che dovranno garantire la continuità della conservazione delle particolarità naturalistiche e culturali della Salina. 11

14 L assetto giuridico istituzionale raggiunto grazie al progetto LIFE è da considerarsi uno step fondamentale per garantire una continuità e solidità della gestione del sito. L orizzonte immediato sta nel rinnovo della concessione da parte dell Agenzia del Demanio al Comune di Comacchio e nel connesso rinnovo della convenzione tra il Comune e il Parco Regionale per l affidamento a quest ultimo della gestione. Deve tuttavia essere affrontato il problema del troppo breve periodo della concessione e dell eventuale trasferimento definitivo della proprietà demaniale ad un ente locale (Regione, Provincia, Comune, Parco) che venga ritenuto, di comune accordo, il più adatto e attrezzato per la sua gestione. Allo Stato dovrà essere chiesto un adeguato sostegno finanziario proporzionato all importanza della conservazione di un ambiente prezioso e raro, che viene assunta dal Parco per conto dell intera comunità nazionale. I diversi attori istituzionali territoriali, sopra richiamati, dovranno comunque cooperare strettamente per garantire che alla gestione operativa di questo delicato ambiente non vengano a mancare né le necessarie risorse finanziarie, né un importante sostegno politico. Al termine del progetto, attraverso le conoscenze ottenute dai monitoraggi scientifici, e dall esperienza condotta nei cinque anni di attività del progetto è stato formulato ed adottato dal Parco il Piano di Gestione dell area (Management Plan). Si sono elaborate ipotesi programmatiche strettamente discendenti dalle conoscenze maturate e dalle lezioni apprese e oggetto, in modi formalizzati e non, di discussione e valutazione tra il Gruppo di Lavoro, i Responsabili del Progetto, la Direzione tecnica e i diversi operatori coinvolti. Le opere individuate consistono in massima parte in manutenzione ordinaria e straordinaria e in pochi casi potenziamento di strutture e attrezzature già realizzate nel corso del progetto LIFE o complementari ad esse, rivelatesi indispensabili per garantire la continuità dei risultati finora prodotti. Gli assetti organizzativi e protocolli operativi che garantiscano la continuità delle funzioni attivate col LIFE, in primis la conservazione, prendono atto delle difficoltà incontrate ed ipotizzano una evoluzione nel senso di maggiore sistematicità, efficienza ed efficacia della gestione partendo dalla fattibilità consentita dalla situazione attualmente consolidata. Le opzioni di monitoraggio individuate consentono di verificare in continuo l efficacia degli interventi, di ridefinirne i caratteri, di individuare le future esigenze regolamentari, operative e di conoscenza, ma soprattutto, garantendo la continuità delle rilevazioni di indicatori significativi relativi alle entità di maggiore importanza conservazionistica, consentono di valutare in continuo l opera di conservazione messa in atto. Le azioni gestionali elaborate per la presente strategia sono state ricondotte alle tipologie individuate nel Manuale per la gestione dei Siti Natura 2000 : - interventi attivi (IA) - regolamentazioni (RE) - programmi di monitoraggio e/o ricerca (MR) - programmi didattici (PD). 12

15 Il piano è calibrato su una durata triennale da successivamente rivedere per altri tre anni per verificare gli esiti delle azioni e l attendibilità delle ipotesi. Il compito è peraltro reso meno oneroso dall ampia base dati raccolta durante il progetto ed organizzata in un consistente ed articolato Sistema Informativo Territoriale (GIS), base conoscitiva di confronto e di supporto per ogni futuro processo decisionale. Tutte le fasi del progetto LIFE sono state documentate all interno del sito del progetto, consultabile all indirizzo Nelle pagine che ne costituiscono i contenuti, sono riportate molte informazioni utili ad inquadrare e comprendere la complessa storia del progetto, ivi compresi alcuni materiali audiovisivi. Di particolare interesse è la sezione relativa al Diario del LIFE, all interno della quale sono riportate, secondo un rigoroso ordine cronologico, tutte le azioni e le iniziative condotte nell ambito del progetto a partire dal suo avvio. Sono stati pubblicati un libro ed un CD dal titolo Una nuova natura per la Salina con traduzione in inglese e tedesco che raccontano la Salina e lo svolgimento del progetto LIFE in tutte le sue fasi. 13

16 Testi a cura di: Cristina Barbieri - Stefano Corazza - Antonio Portanova Traduzione inglese di: Harriet Phillips - Stefano Corazza

17 IL PROGETTO LIFE Ripristino ecologico e conservazione degli habitat nella Salina del SIC Valli di Comacchio E' STATO REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO FINANZIARIO DELL'UNIONE EUROPEA

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