Flessibilità del lavoro e occupazioni instabili
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- Viola Cipriani
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1 Flessibilità del lavoro e occupazioni instabili ALCUNE DELLE SLIDE PROIETTATE A LEZIONE - ad uso esclusivo degli studenti Il sistema delle flessibilità tra mercato interno ed esterno Dall economia di scala all economia dell appropriatezza instabilità dei mercati e fine della produzione su larga scala: concorrenza sulla qualità, sull innovazione e non più sul prezzo. Importante un uso flessibile delle risorse umane. 2 1
2 Le aree della flessibilità del lavoro 1. flessibilità numerica = Possibilità di modificare il volume della forza lavoro impiegata vincoli che regolano licenziamenti e assunzioni; rapporti di lavoro a tempo determinato; sub-appalto ad altre imprese o a lavoratori in proprio; no investimento in formazione; 3 2. flessibilità funzionale = possibilità di spostare un lavoratore da un posto all'altro nell impresa. Presuppone non solo assenza di vincoli ma anche: polivalenza professionale (formazione); coinvolgimento nei fini aziendali; impegno a garantire stabilità occupazionale creazione di un mercato interno del lavoro 4 2
3 Flessibilità dualistica le imprese possono dividere la forza lavoro in: un nucleo fisso di lavoratori «strategici» (ma non sempre) flessibilità funzionale; una fascia periferica «a geometria variabile» flessibilità numerica. 5 L alternativa tra flessibilità numerica e funzionale dipende da: disponibilità di lavoratori con le competenze richieste; dimensione di impresa; incertezza dei mercati; complessità della tecnologica e del contenuto del lavoro. La flessibilità numerica ha degli svantaggi scarsa cooperazione tra lavoratori e impresa; scarsa motivazione a investire in capitale umano; controproducente in produzioni ad alta intensità tecnologica o intellettuale. Esiste una sorta di trade off tra le due forme di flessibilità 6 3
4 Maggiore flessibilità NON crea maggior occupazione - Impatto sui comportamenti dei singoli MA effetti macro molto più incerti Dagli anni 80 nei paesi dell Europa continentale e meridionale: deregolazione «parziale e selettiva» riforme «al margine» che non hanno toccato gli occupati con contratto a tempo indeterminato, più ampie possibilità di ricorso a forme di lavoro a termine, anche nuove (interinale); segmentazione del mercato del lavoro con una forte connotazione generazionale. 7 Lavoro e mercato /2014 Una tipologia dei paesi europei in termini di flexicurity/insecurity REGIMI Differenze retributive Protezione occupazione Welfare per i disoccupati Anglosasson e Nordico Continentale Mediterraneo FORTI FORTI LIMITATE LIMITATE BASSA per tutti Poco generoso BASSA per tutti Molto generoso DISEGUALE Generoso DISEGUALE Poco generoso 4
5 I lavori non standard Definizione per differenza: non presentano uno dei tratti del lavoro standard: subordinazione a una sola impresa/datore di lavoro; contratto a tempo indeterminato; impegno a tempo pieno; protezione contro il rischio di perdere il lavoro sono esclusi: i lavori pienamente indipendenti; il subappalto nella forma della subfornitura; i rapporti diversi solo per orario (part time); In Italia esistono oltre 20 rapporti di lavoro diversi dall impiego standard che interessano quasi 2 lavoratori su In Italia le principali forme di lavoro non standard sono: Contratti di lavoro a tempo determinato (tra cui stagionali) Lavoro in somministrazione (interinale) Lavoro a chiamata Contratti a fini formativi (apprendistato) Lavoro a domicilio Telelavoro A cui si aggiungono i contratti di lavoro a progetto: non entrerebbero nell insieme del lavoro non standard perché non sono forme di lavoro subordinato ma parasubordinato ma sono forme atipiche 5
6 Per le comparazioni tra paesi si usa fare riferimento genericamente al lavoro temporaneo (fixed-term o non-permanent) che include varie forme di contratti a termine: con e senza fini formativi, lavoro stagionale, interinali ovvero lavoro in somministrazione Lavoro a chiamata; Diffusione in crescita, ma percentuale ancora modesta e trend non lineare: nella Ue oscilla dal 9% al 15% con una media per la Ue 15 del 14%; l eccezione della Spagna (oltre il 31%) meno diffuso ove minore protezione lavoro permanente (GB, Danimarca); fig Percentuale di occupati temporanei sull occupazione dipendente EU12 Gran Bretagna Germania Italia Francia Olanda Spagna Danimarca 12 6
7 Occupazione temporanea (sul totale dell'occupazione dipendente) European Union (27 countries) European Union (15 countries) Belgium Denmark Germany (until 1990 former territory of the FRG) Spain France Italy Netherlands United Kingdom Il profilo dei lavoratori temporanei ovunque più presenti in agricoltura, edilizia, ristoranti, alberghi e servizi culturali e ricreativi; in Germania (70%), Italia e Francia (25-30%) rilevanti i contratti a fini formativi che interessano i giovani; Coinvolti soprattutto i giovani: tranne GB, quasi la metà dei lavoratori temporanei ha meno di 25 anni; quasi ovunque sono più diffusi tra le donne; riguardano più spesso i lavoratori meno istruiti, con le eccezioni di Italia e GB. 14 7
8 In Italia processo di flessibilizzazione è evidente ma - Non sempre riforme portano a effetti previsti di aumento della diffusione del lavoro temporaneo - Crescita di lungo periodo anche determinata da processo di terziarizzazione Lavoro temporaneo e ciclo economico: crescita più elevata negli anni di crisi e in quelli iniziali della ripresa: stabilizzazione quando la ripresa si consolida (trasformazione da tempo determinato a permanente); dal 2008 al 2009 caduta lavoro temporaneo (contratti non vengono rinnovati), poi parziale ripresa Forti differenze territoriali: lavoro temporaneo più diffuso al Sud e meno presenti contratti a fini formativi fragilità del sistema occupazionale 15 I motivi del lavoro temporaneo solo poco più di 4 su 10 svolgono una funzione di flessibilità in senso stretto: oltre un quarto sono lavoratori in apprendistato, formazione o prova, quasi un quinto sono degli stagionali. 16 8
9 Lavoro temporaneo e disoccupazione Lavoro temporaneo può favorire uscita dalla disoccupazione ma alla scadenza ci si ritrova disoccupati Esiti dei rapporti temporanei grandi differenze tra paesi europei: disoccupazione altro lavoro temporaneo lavoro stabile Italia in posizione intermedia, Spagna e Francia casi in cui passaggio a lavoro stabile meno frequente, GB e Olanda dove è più frequente maggiore rischio di intrappolamento neri paesi in cui il lavoro temporaneo si è diffuso recentemente con processi di deregolazione parziale uomini, giovani, con istruzione superiore e più lunga esperienza favoriti nella transizione al tempo indeterminato; anche in Italia i giovani (sino a 29 anni) più favoriti, ma grandi differenze di genere (donne sfavorite) e territoriali (al Sud transizioni al lavoro stabile molto meno frequenti). 17 INSTABILITA, PRECARIETA e INSICUREZZA Le tre cose non coincidono necessariamente. Vediamo come La via italiana alla instabilità se al lavoro a tempo determinato si somma quello parasubordinato l occupazione instabile in Italia supera la media EU; consuetudine a privilegiare il lavoro indipendente per aggirare i vincoli normativi e fiscali di quello dipendente; penalizzazione dei giovani più istruiti In passato la precarietà non andava a toccare i più istruiti, ora invece si (se giovani) 18 9
10 Instabilità giuridica e precarietà Per chi ha un contratto stabile la continuità non è scontata: dal 30 al 40% dei contratti a tempo indeterminato non durano più di un anno; D altra parte chi ha un contratto instabile può garantirsi continuità con un altro contratto alla scadenza del primo i giovani sono quelli che stanno peggio; Chi ha un contratto a tempo indet. ha più probabilità di trovarne un altro a tempo indet. 19 Tra il 1995 e il 2008 cresce l occupazione. Ciò avviene grazie ad un maggior ricorso a lavoro instabile? NON PROPRIAMENTE perché non si sono ridotti i tempi di ingresso dei giovani i nuovi lavori instabili hanno sostituito quelli stabili: il tasso di occupazione dei giovani è cresciuto solo di un paio di punti; Crescita occupazione dovuta principalmente a: Crescita occupazione femminile (part time), permanenza degli ultra-cinquantenni, regolarizzazione di molti immigrati; 20 10
11 Il lavoro stabile non è scomparso fig Percentuale di occupati nella stessa attività o nella stessa impresa da oltre 10 anni Danimarca Francia Germania Italia Olanda Spagna 21 Gran Bretagna Il sentimento di insicurezza cresce? : cresce ovunque, soprattutto in Italia e in Francia ma tra il 95 e il 05 resta stabile (tranne IT) Segue l andamento disoccupazione e NON la diffusione lavoro instabile Confronto tra paesi: - NON connesso a minori protezioni del lavoro o a diffusione lavoro instabile - MA connesso a disoccupazione maggiore e politiche del lavoro più deboli; 22 11
12 Trappola o passaggio? NON vale l ipotesi del trampolino (chi inizia con lavoro instabile ha meno probab di trovarne dopo uno stabile) ma se il primo lavoro è adeguato in termini di qualifica l instabilità non blocca la carriera alla soglia critica dei 35 anni, chi ha iniziato con un lavoro instabile ha una probabilità minore di essere occupato, maggiore di essere ancora instabile, esiti migliori per chi ha atteso lavoro stabile, anche grazie a sostegno familiare; 23 Come difendersi dalla precarietà? le garanzie informali; la famiglia. Le conseguenze minori tutele previdenziali e assistenziali; il rinvio delle scelte cruciali; l equilibrio tra le generazioni; 24 12
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