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1 Federazione Lavoratori POSTE CISL MILANO Periodico del Sindacato Lavoratori Poste CISL, via Tadino Milano. Direttore Raffaele Roscigno, Coord. Redazione Paolo Zebra, Direttore Resp.le Antonio Casablanca, Aut. Trib. Milano n. 219 del 10 Aprile 2001 Stampato dalla tipografia La Terra Promessa - Novara Spedizione in A.P. Art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Milano Un confronto aperto su tre linee e obbiettivi fondamentali di Raffaele Roscigno E stato un anno intenso per la Nostra Organizzazione, un anno di grandi Accordi firmati, un anno congressuale, un anno di grande crescita in termini di tesseramento, SLPCISL di Milano ha superato i 2700 iscritti. Ma se il 2009 è stato un anno intenso, il 2010 lo sarà ancor di più. Con la liberalizzazione ormai alle porte le contraddizioni del passato appaiono oggi in maniera ancora più evidente ed è chiaro a tutti che determinati modelli organizzativi soprattutto dei Servizi Postali non reggono più. SOMMARIO Rivisto il piano post-internalizzazione 2 Mercato Privati e Sportellizzazioni 3 Potenziamento dei Messi Comunali 4 Confronto negativo sugli Inidonei 4 Sale Consulenza e professionalità 5 Paternità, riposi giornalieri nuova norma 6 Poste Italiane nel circuito bancario 7 CMP, nuove turnazioni per tutti 8 Il reparto della Posta Registrata al CMP 9 Tracciature Digitali/Control Rooms 10 1

2 Poste Italiane sta cambiando pelle, perché è la società stessa che cambia. Ecco perché per noi del SLP CISL diventa fondamentale gestire queste riorganizzazioni che da qualche anno cercano di modernizzare e ottimizzare nuovi servizi e servizi tradizionali. La crisi finanziaria obbliga sia l'azienda sia il Sindacato ad un'opera concertativa che detti le basi per il domani. Ciò significa concentrarsi per raggiungere tre obbiettivi importanti che permetteranno di eliminare inefficienze e rafforzare gli elementi di forza insiti in Poste Italiane. Il primo obbiettivo consiste nel dare sempre più spazio ai servizi finanziari, rafforzando l organico degli uffici postali e incrementando tutta l'area finanziaria che oggi è la punta di diamante del suo fare ricchezza, senza dimenticare il potenziamento delle attrezzature ormai non più idonee. Obbiettivo questo fondamentale per reggere la concorrenza agguerrita delle banche. Il secondo obbiettivo da seguire, forse quello più spinoso, riguarda il riordino dell intera Divisione Corrispondenza. Settore ormai in declino da anni, perché la posta intesa come veicolo di corrispondenza ormai è in un continuo decrescere, destinato cadere del tutto nel tempo. Bisognerà sporcarsi le mani per entrare a fondo nei problemi ed essere capaci di fare anche scelte coraggiose, perché lasciare all Azienda la gestione dei processi riorganizzativi sicuramente porterebbe a sacrifici più grandi per i lavoratori. Il terzo obbiettivo è rappresentato dalla pianificazione di quello potrà essere il Contratto di Settore. Il nuovo contratto dovrà avere infatti regole certe per tutti i lavoratori dell intero settore portando cosi pari dignità e diritti. Un Contratto fondamentale per sopravvivere nello scenario che la liberalizzazione porterà con il suo arrivo. Bisogna agire d'anticipo, anche se questo lo sappiamo molto bene comporterà sacrifici per tutti. Ed è per questo che senza perdere tempo le trattative ripartiranno subito a Gennaio. La realtà di Milano è tra le più complesse, perché geograficamente importante per gli aspetti che attengono alle attività finanziarie del BancoPosta e perché rappresenta un crocevia fondamentale per la nodalità del traffico e dell intera distribuzione della corrispondenza. Qui si scatena l'arena più agguerrita da un punto di vista politico sulla concorrenza, non solo di piccole agenzie locali ma di colossi internazionali, e qui l'efficienza e la qualità diventano priorità che acquistano più rilievo che in altri territori. Milano sarà anche per tutte queste ragioni la città che percepirà più delle altre gli effetti di un piano aziendale che nonostante la nostra ferma opposizione si annuncia fortemente negativo sul piano degli esuberi. Come Slp-Cisl, consci della responsabilità che ci impone il nostro essere maggioritari e storico baluardo di quest Azienda, sappiamo che occorrerà lavorare in un confronto serrato per raggiungere questi obbiettivi fondamentali, in modo da poter tramutare in positivo ciò che oggi si mostra soltanto in trasformazione, oltretutto con scenari negativi sotto l aspetto dell occupazione. Colgo l occasione per Augurarvi un Felice Natale e un Sereno Anno Nuovo ricco di soddisfazioni. Un Saluto Affettuoso, Recapito, completamente rivisti il mese scorso gli uffici di distribuzione coinvolti dal rientro Parte la riorganizzazione del piano post- internalizzazione di Raccomandate, Telegrammi e Viaggetti Con l'internalizzazione di quei servizi che erano stati dati in appalto ad agenzie esterne, Raccomandate e Viaggetti, l'azienda ha messo in atto la nuova organizzazione del lavoro con la creazione di nuove zone di recapito presso i centri coinvolti nell'esternalizzazione di due anni fa (Milano centro, Isola, Precotto, Bovisa, Lambrate). Da sempre convinti della necessità di implementare il numero di risorse effettivamente necessarie in questa riorganizzazione sul recapito, tra portalettere e viaggettisti (circa una quarantina) Slp-Cisl è riuscita a convincere della bontà delle sue proposte e innestare nei vari tavoli un percorso che ha portato come risultato un'effettiva strutturazione dei CPD creando al contempo nuovi posti di lavoro assolutamente essenziali. Si conclude per adesso quindi un tormentato periodo in cui le problematiche che avevano investito il Recapito milanese, prima con Raffaele Roscigno (Segretario Territoriale Slp-Cisl) 2

3 l'implementazione delle zone per aumentare la produttività, poi con l'esternalizzazione a TNT e alla D'Angelo, infine con il ritorno nelle linee di distribuzione di Poste Italiane della Posta registrata, Telegrammi e Viaggetti. Una riorganizzazione urgente e tanto voluta dal nostro Sindacato che ha vissuto tutti questi controversi passaggi dalla parte dei lavoratori e all'insegna di una difesa a oltranza della dignità del lavoro e della figura del portalettere. Tutte le OO. SS infine hanno firmato con la controparte aziendale un piano fortemente mediato che avrà come garanzia ulteriore un osservatorio messo in piedi con alcune task force formate da colleghi portalettere e da organismi dell'azienda per vagliare da vicino e nel corso dei mesi l'andamento pratico dello stesso con la capacità di apportare modifiche migliorative. Collateralmente si sono definiti anche aspetti che attengono le modalità per la distribuzione della corrispondenza quali l'utilizzo del mezzo della bicicletta in alcune zone e per alcune risorse che presentavano delle limitazioni all'utilizzo del motociclo aziendale. (P.Z.) Dalla nota informativa emanata dalle Segreterie Sindacali firmatarie il 17 novembre del verbale d'intesa con l'azienda Conclusa la Vertenza sugli organici Mercato Privati e Sportellizzazioni in Lombardia Nonostante permanga un generale dissenso sui metodi adottati da Poste Italiane riguardo al calcolo sul fabbisogno delle Filiali, verifica del tutto diversa da quella auspicata dal Slp-Cisl e dalle altre Organizzazioni Sindacali, alla fine ad un accordo però ci si è arrivati, chiudendo per adesso un confronto lungo e tormentato con l'azienda che tardeggiava nel voler compere una disamina effettiva e aggiornata sul personale necessario nel settore della Sportelleria. Si è quindi delineato un quadro di riferimento piuttosto preciso in merito, che tiene presente alcuni fenomeni in atto. Ci si riferisce ovviamente ai dati di pensionamento che all'incirca si attesterebbero sulle oltre 150 unità in corso d'anno, nonché a quelli riguardanti il centinaio di ricorsi ancora pendenti da parte del personale assunto a tempo determinato che, vista la tendenza (già oltre la metà vinti dai ricorrenti), saranno presumibilmente a breve reintegrati con sentenza dei giudici del lavoro. A fronte delle difficoltà operative degli uffici, che talvolta scompagina la regolarità della conduzione delle varie figure professionali e dei loro obiettivi, portando molti Quadri a sopperire alle carenze degli organici allo Sportello dedicando in loro supplenza la maggior parte delle loro energie a quelle mansioni per non dequalificare agli occhi della clientela le qualità dell'ufficio, DUP e Specialisti che si trovano a ricevere l'utenza oltre il normale orario di lavoro senza alcun compenso ulteriore a quello del loro orario stabilito, ed altro. Il Sindacato di categoria tutto insieme è concorde allora nel fatto che occorra adesso confrontarsi con gli organi aziendali affinché non si arrivi a situazioni di insostenibilità nella gestione operativa degli UP, ma anzi si proceda al vaglio delle risorse necessarie tenendo conto non solo della numerica delle operazioni di ogni singolo ufficio ma anche e soprattutto delle criticità, punto essenziale per ripotenziare aree considerate a torto poco produttive. Nell'ultimo editoriale della newsletter del Segreteria Nazionale del 3 dicembre, Mario Petitto ha insistito sul vitale rafforzamento degli Uffici, come azione centrale sia per l'azienda sia per il Sindacato. Un passo fondamentale per la crescita del settore finanziario, trainante per gli utili di Poste Italiane ma non ancora organizzato, né dotato di tutti gli strumenti per reggere la concorrenza sempre più aggressiva delle banche, del mercato privato e della piccola e media impresa. Ribadiamo quindi che seppur non in maniera esaustiva come veniva da noi richiesta si siano comunque iniziati dei percorsi per andare a colmare almeno quei buchi più vistosi su cui non si poteva in alcun modo andare avanti. Riportiamo di seguito i numeri del quadro concordato nel verbale di intesa sugli organici MP degli Uffici Postali in Lombardia. (P.Z.) 62 risorse dalla riorganizzazione PCG e Centri Contabili 23 risorse (15 anticipazioni della cosiddetta Prima Tranche Sportellizzazioni e da altre strutture) 50 risorse reintegrate con sentenza dei giudici del lavoro 23 risorse dai processi di chiusura dei doppi turni 17 risorse (seconda parte della prima tranche della Sportellizzazioni Per effetto dell'accordo le immissioni entro il 2009 saranno: 37 unità recuperate dagli accordi regionali precedenti 22 unità dai processi di razionalizzazione orari Uffici Monoturno (prima fase) nr. da definire nei prossimi a breve delle unità per effetto delle anticipazioni unità dai probabili pronunciamenti dei giudici del lavoro. 3

4 Potenziamento della rete di distribuzione di corrispondenza per il Comune di Milano Messi Notificatori, passeranno da 40 a 90 unità e con una nuova struttura dedicata Presso RUR Lombardia è avvenuto l'incontro che ha permesso la delucidazione di quei punti che erano rimasti in sospeso dalla nascita del progetto messo in atto un anno fa tra Poste Italiane e il Comune del capoluogo lombardo. In pratica, il volume di traffico degli Atti giudiziari, Cartelle esattoriali e in genere di quella corrispondenza di tipo amministrativo di cui si occupa questo tipo di portalettere incaricato di di notificare direttamente al destinatario (e relative procedure di rientri) per conto dell'amministrazione rendeva esigua l'iniziale forza di operatori messa in campo dall'alt Lombardia. Bisognava potenziare quindi questo settore dedicato, fornendogli al contempo quelle strutture di cui necessitava. Fino ad oggi le strutture erano divise tra le aree di competenza di Baggio, Isola, Precotto, adesso la nuova struttura aggiunta sarà collocata presso il Centro di Distribuzione (CD) di Ticinese. Nel nuovo dimensionamento il personale raddoppia numericamente (entro la fine di Dicembre dovrà arrivare fino a 90 notificatori), l'organigramma di responsabilità si chiarisce formalizzandosi (ognuna delle quattro strutture operative avrà un caposquadra portalettere) e inoltre in relazione alla posizione delle risorse in assegnazione provvisoria presso i centri di Milano interessati all'attività l'azienda ha provveduto a stabilizzare gli stessi col trasferimento definitivo. (P.Z.) Sulle Inidoneità non ci siamo, e il confronto regionale con l'azienda salta Dopo tre mesi in cui in maniera unitaria le Organizzazioni di categoria, Slp-Cisl, Slc-Cgil, Uil Poste, Failp Cisal, Sailp e Ugl, hanno cercato di portare la discussione dedicata alla questione delle inidoneità definitive/temporanee su soluzioni di confronto circostanziato viste le implicazioni di una materia tra le più delicate che possono riguardare il lavoratore, si è giunti a un nulla di fatto. L'Azienda si è di fatto dichiarata indisponibile a trovare soluzioni condivise. Ed è in particolare sugli Inidonei definitivi al Recapito e sulla volontà dichiarata da Poste Italiane di trasferire d'ufficio presso i CMP della Lombardia di Peschiera Borromeo, Roserio e Brescia quel personale che non può più sa un punto di vista medico sbrigare il mansionario del portalettere che tutto si è arrestato. Il Sindacato non può accettare una soluzione così sbrigativa che rischia poi di ingolfare altri comparti della Logistica. Preoccupano allora sempre di più iniziative unilaterali di questa fatta e giustificate meccanicamente come un riequilibrio tra il personale applicato nei Centri di Recapito, che ad oggi risulterebbe in un esubero di circa 200 unità addette alle lavorazioni interne e il resto della filiera. Se è vero che da qualche stagione l'andamento dei mercati non è di certo florido, ma anzi detta le agende di tavoli sia a livello nazionale sia a livello territoriale sulla riorganizzazione dei Servizi Postali, il rischio di andare a braccio e senza tenere conto il più scientificamente possibile delle esigenze in materia di organici e delle professionalità necessarie per garantire stabilità alle lavorazioni interne potrebbe andare a nuocere più che a migliorare i vari comparti lavorativi, senza tener conto del danno ulteriore che un lavoratore subisce anche a livello psicologico quando già è in una situazione di difficoltà. Per quanto riguarda gli Inidonei temporanei, l'azienda per adesso si riserva di ricontattare il personale trasferito in attesa di visita, per la possibile ricollocazione nel rispetto degli accordi vigenti (disponibilità nei posti nel centro di appartenenza e poi in quelli più vicini secondo la necessità di questi. (P.Z.) Il Libretto Postale e la sua Carta magnetica associabile: un nuovo servizio Nel presentare il nuovo servizio attinente il tradizionale Libretto di Risparmio Postale l'ad del Gruppo Poste Italiane Massimo Sarmi ha usato queste parole: Con l'introduzione della Carta elettronica anche il Libretto Postale si rinnova e grazie alla tecnologia digitale diventa uno strumento ancora più dinamico e facile da usare. Si tratta in pratica di una tessera magnetica che potrà essere richiesta dai titolari dei libretti presso gli Up e che permetterà il prelievo di contanti, nonché la visualizzazione del saldo e della lista dei movimenti attraverso gli Atm Point per tutte le 24 ore. Si rivitalizza perciò uno dei più diffusi mezzi di risparmio comune, emesso dalla Cassa Depositi e Prestiti e garantito al 100% dallo Stato, in una dimensione più aggiornata ai tempi e alle esigenze più sentite. Una eventuale sostituzione della Card, per smarrimento, furto o distruzione non comporterà alcuna spesa, come non c'è nessuna commissione da pagare per il rilascio. Un passo in più verso una modernizzazione dei servizi che consentirà al personale di Poste maggiore spazi da dedicare agli aspetti informativi del livello degli stessi. 4

5 Prodotti finanziari e del BancoPosta, Sale Consulenza insufficienti a garantire una seria professionalità Negli ultimi anni i prodotti finanziari di BancoPosta hanno avuto una positivissima impennata verticale, sia per quanto riguarda quelli di investimento sia per quelli di finanziamento. Eppure se pensiamo un attimo a molte pratiche in questione dove la privacy dovrebbe essere un concetto capitale di serietà (safety security, documentazioni e capitali di informazione strettamente personali che devono essere tutelati) e elemento di fiducia tra clientela e impiegati ci accorgiamo senza neanche troppo pensarci che troppo spesso tutto ciò che dovrebbe essere svolto in un'area fisica denominata Sala Consulenza, viene svolto in situazioni del tutto diverse, se non addirittura provvisorie. E' incredibile, vero? All'impiegato (non soltanto agli Specialisti) del Banco Posta oggi si richiedono costanti aggiornamenti (e, quelli e-learning aziendali di certo non bastano), capacità di adattarsi a parametri sempre nuovi nella gestione delle competenze, caratteristiche relazionali e qualità interpersonali indispensabili per contribuire ad accrescere il capitale di clientela convogliandola su bacini sempre più ampi di prodotti. E non si tratta della vendita di oggetti materiali, da negozio, ma di prodotti finanziari dematerializzati che devono far si che si conoscano meglio rispetto agli schemini dei depliants (questi sì che non mancano mai), che vengano fatti conoscere al cliente nell'adattabilità peculiare della sua persona e situazione economica ottimale, ecc. Insomma, si sta parlando di cose dove non basta soltanto un viso sorridente e una disponibilità genericamente gentile nel rispondere a delle domande. Non per nulla il modello di sala consulting già in auge negli Stati Uniti negli anni Settanta è diventato ormai un modello generalizzato di ambiente fisico dedicato, possibilmente protetto da un punto di vista acustico tale da essere adatto a tutte quelle relazioni dove si fidelizzano i rapporti con il cliente, si illustrano a ventaglio delle proposte e si fanno insieme delle valutazioni che vanno verso la stipula di contratti economici che fanno budget. Aspetti che chi opera in questi servizi conosce molto bene, assieme alle specifiche problematiche che ci ruotano intorno. Ed è per questo, che come Slp-Cisl insistiamo sulla necessità da parte dell'azienda di dotare le opportune modifiche strutturali e gli arredi appropriati a questi spazi deputati ad assolvere servizi che esulano dalle pratiche di sportello. Il mordi e fuggi in lungo termine non paga. La pratica di proporre, tra un pagamento e l'altro, dei servizi per poi delegare l'approfondimento verso il cliente ad un altro collega, magari in spazi ricavati alla bell'e meglio è assolutamente qualcosa di raffazzonato che ci porta due passi indietro più che uno in avanti. Fidelizzare i clienti è da sempre considerato il punto centrale di ogni attività commerciale; creare e mantenere nel tempo un rapporto con soggetti fissi, persone e piccole imprese (per PT Business anche aziende di dimensioni importanti) garantisce infatti un sicuro successo fatto di trasparenza, competenza, affidabilità. Sono ancora troppo poche le Sale Consulenza che possano chiamarsi con questo titolo e da rendere ottimale il lavoro del commerciale. Alla Succursale Milano Centro (Piazza Cordusio) ci sono le più belle, quelle anche dove si indirizzano molte pratiche consistenti. Alla Milano 40 (Via Cappellini), pure; ma ad un estremo in positivo ne corrispondono altri in tutt'altra direzione. I risultati invece si chiedono a tutti gli Uffici delle Filiali. Tutti sono chiamati a rispondere di grandi volumi di fatturato e ricavi. Ognuno con i suoi mezzi. Cresce così il disagio e lo stress tra i dipendenti del settore per l'insostenibilità dei ritmi e le pressioni lavorative sempre più incalzanti da parte del management, che trascura gli spazi e le risorse basilari per lo svolgimento di una normale attività professionale. (P.Z.) 5

6 Diritti aggiuntivi inerenti la maternità/paternità nei luoghi di lavoro dipendente Riposi giornalieri del Papà: Sentenza del Consiglio di Stato definisce i casi in cui la Mamma non può accudire il piccolo Da oggi, il padre lavoratore dipendente ha diritto ai riposi giornalieri anche quando la madre casalinga si trova nell'oggettiva impossibilità di accudire la prole, perché impegnata in altre attività. L'articolo lettera C, del Decreto Legislativo 151/2001 (Testo Unico maternità/ paternità) prevede che il soggetto come padre possa usufruire dei riposi giornalieri nei casi in cui la madre non sia lavoratrice dipendente. La Sentenza del Consiglio di Stato, sez. VI, n.4293 del 9 Settembre 2008 (circolare n.112 dell'inps del 15/10/2009) in attuazione della citata disposizione, l'istituto Nazionale Previdenza Sociale aveva ritenuto che per madre lavoratrice non dipendente dovesse intendersi la madre lavoratrice autonoma (parasubordinata, libera professionista, artigiana, imprenditrice, ecc.) avente diritto ad un trattamento economico di maternità a carico dell'istituto o di un altro Ente previdenziale e non anche la madre casalinga, con conseguente esclusione in questa ipotesi del diritto del padre a utilizzare riposi giornalieri, salvi i casi straordinari (circolari n.109/2000, 8/2003, e 95 bis 2006). La Sentenza odierna ha dedotto invece in via estensiva che la ratio della norma in esame, volta a beneficiare il padre di permessi per la cura del figlio, induca a ritenere ammissibile la fruizione dei riposi giornalieri da parte del padre anche nel caso in cui la madre casalinga, considerata alla stregua della lavoratrice non dipendente, possa essere tuttavia impegnata in attività che la distolgano dalla cura del neonato. Disposizione di un orientamento giurisprudenziale che ha trovato assolutamente concorde anche il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, poiché il nuovo indirizzo maturato nell'ambito della giurisprudenza amministrativa aggiunge alle vigenti norme aspetti che diventa sempre più importante leggere secondo una disciplina di riferimento. Che la madre sia impegnata per accertamenti sanitari, partecipazione a pubblici concorsi, cure mediche ed altre attività, che ovviamente devono essere opportunamente documentate nella richiesta del genitore padre presso l'inps d il luogo di lavoro, è quindi una conquista nuova che si aggiunge al pacchetto di diritti fondamentali che normano il congedo di maternità, paternità e parentale dell'ex Legge 104. Il padre potrà fruire dei riposi giornalieri nei limiti due ore o un'ora al giorno a seconda dell'orario giornaliero di lavoro, entro il primo anno del bambino (o, nel caso di adozione entro il primo anno dall'ingresso in famiglia del minore adottato o affidato. Inoltre analogamente per quanto avviene in caso di madre lavoratrice autonoma, anche nell'ipotesi di madre casalinga, il padre dipendente può utilizzare i riposi a partire dal giorno successivo ai tre mesi dopo il parto (ossia a partire dal giorno successivo alla fine del periodo di maternità riconosciuto per legge). Ricordiamo che dallo scorso anno (1 Gennaio 2009) tra le importanti novità introdotti dal Decreto Legge n.112 convertito nella Legge 133/08, anche Poste Italiane è obbligata al versamento della contribuzione per maternità in favore dell'inps nonché alle direttive e adempimenti da osservare nelle competenti funzioni aziendali. (P.Z.) In ricordo di Gino Giugni, padre del riformismo sindacale e ispiratore dello Statuto dei Lavoratori Si è spento a Roma il 4 Ottobre scorso a 82 anni, dopo una lunga malattia, il giuslavorista ed ex Ministro del Lavoro ligure. Dopo la laurea in giurisprudenza, aveva svolto la professione di avvocato e soprattutto quella di docente di Economia alla Sapienza di Roma e in altre prestigiose università, in Francia, negli Stati Uniti e in Venezuela. E' ricordato all'unanimità come il "padre" dello Statuto del Lavoratori del (fu a capo della Commissione Nazionale che ebbe l'incarico di redigere tale testo). Per il suo impegno riformista pagò, anni dopo, anche un duro prezzo quando nel 1983 venne gambizzato da una donna in un attentato politico delle Brigate Rosse. Di Giugni si rammentano l'impegno politico e civile nel contributo che diede agli inizi degli anni Ottanta nella Commissione d'inchiesta parlamentare sulle imprese ambigue della loggia massonica Propaganda 2 di Licio Gelli. E' per questo che all'indomani della sua morte si sono unite tutte quante le istituzioni pubbliche del panorama politico e soprattutto sindacale di area riformista. In particolare, significative sono state le parole che il Segretario Confederale della Cisl Raffaele Bonanni ha voluto dedicargli: Proviamo un profondo dolore per la scomparsa di un padre fondatore del diritto del lavoro nel nostro paese, che rappresentato un anello di congiunzione 6

7 illuminato tra le istituzioni, le parti sociali ed il mondo dei lavoratori, con un lavoro costante permeato da grandi virtù morali, passione civile, impegno politico e culturale per il progresso democratico della società. (P.Z.) Il Segretario Confederale è intervenuto a più riprese sulla necessità pubblica della proposta Poste Italiane diventi una banca a tutto tondo, a dirlo è anche Raffaele Bonanni Prosegue, sebbene in modo assai discontinuo, il dibattito intorno alla possibilità che la nostra Azienda possa arrivare ad avere tutte le carte in regole per essere banca Il Segretario Generale Mario Petitto: Chiederemo le licenze bancarie, è ora che la Cisl si faccia interprete di un orientamento forte per il rilancio delle Poste E da tempo che il Segretario Generale crede nella necessità dell'azienda di insistere su questa linea. Lo aveva poi ribadito con argomenti ineccepibili, da uomo e leader sindacale aperto e per nulla pavido nei confronti delle trasformazioni epocali, nel V Congresso Nazionale di Castellaneta Marina lo scorso Maggio, e continua a farlo ogni qualvolta si arriva a questo nodo gordiano, che tanto preoccupa l'abi. Quando le piccole e medie imprese, gli artigiani e i cittadini di questo Paese vengono strangolati da un sistema bancario che ricerca solo il profitto non é scandaloso pensare che una grande Azienda popolare come le Poste possa essere un alternativa valida. Le Poste sono già una grande banca che opera, però, su commissione di altre banche, spesso straniere. Tutti noi che viviamo di Poste e conosciamo le Poste sappiamo che il tradizionale core-business della corrispondenza non ha grande futuro né in Italia né in Europa. E giusto allora riorganizzarlo e razionalizzarlo in vista della liberalizzazione dei mercati postali, così come é giusto esplorare tutti gli altri servizi a valore aggiunto sia informatici che finanziari. Una grande Azienda unica e integrata tra posta e banca fa bene all'impresa, ai lavoratori ma soprattutto al Paese. (P.Z.) Perché per fare mutui o servizi bancari Poste Italiane deve continuare ad appoggiarsi ad altre banche come Deutsche Bank, nonostante il suo capitale di forza economica e una struttura capillare indiscussa di sportelli? In Italia oggi, in un periodo di forte recessione sociale, si dà più che mai la necessità di avere nelle Poste una banca davvero popolare e a costi sostenibili da chiunque. Come è avvenuto in Francia che attraverso La Poste è stata creata la Banque Postal, così si dovrebbe permettere ai requisiti di questa Azienda importante una possibilità analoga. Una banca con tutti i crismi nel circuito ufficiale, facendo costare meno i servizi, prestando direttamente soldi alle imprese. Ancora una voce autorevole che allarga i cerchi ancora di più, dopo che il Nazionale SlpCisl ha lanciato da tempo l'idea politica della proposta. Che è temuta da molte realtà bancarie, lo sappiamo benissimo, ma che è in grado di trovare accoglimento presso vari attori della politica nazionale e di governo, in un trasversalismo che non deve sorprendere, perché viaggia principalmente su un'autonomia apartitica. Non ha e non vuole colore insomma. Ecco perché all'indomani del clamore suscitato dall'intervista di Raffaele Bonanni apparsa al Corriere della Sera, in molti si sono pronunciati favorevoli, come la Lega Nord che considera la proposta un optimum per le esigenze del cittadino sul territorio. Qual è la ragione per non volere, come è successo finora, una cosa così vantaggiosa? chiede retoricamente Bonanni. Si tratterebbe di un'iniziativa che non dovrebbe fare paura a nessuna banca che sino ad oggi ha fatto il proprio dovere e quindi non teme una perdita di clienti. (P.Z.)... E intanto, il superministro all'economia Tremonti da l'ok per alla nascita della Banca del Mezzogiorno, con Poste Italiane partner d'eccezione *** Mistero della fede. Dopo essere stato l'argomento principale dei mass media a metà Ottobre, improvvisamente è calato il sipario del silenzio. Si doveva ancora accertare l'eventuale ruolo strategico di Poste nel progetto di Disegno di Legge sulla Banca del Mezzogiorno, una corazzata di istituti virtuali voluta dal Min. Giulio Tremonti, che il tutto sembra ritornato in un mondo aristotelico. L'AD Massimo Sarmi né era entusiasta. Chi vuole Poste come banca meno, vista la sussidiarietà che pure rimaneva, nonostante lo straccio delle vesti preventivo da parte di molti potentati che hanno vista subito l'annuncio del Governo come un incubo. (P.Z.) 7

8 CMP di Peschiera Borromeo, la rivoluzione delle regole. L'addio ai baccanali dei turni darà avvio a una pianificazione più razionale La decisione aziendale di stringere i cordoni sull'altalena di turni ballerini infine è divenuta concreta realtà e lo è diventata in occasione della recente revisione sull'oraristica degli stessi e in base a una più che mai urgente necessità di snellire e rendere più razionale le pianificazioni sulla produzione. Una misura che a molti è apparsa drastica al suo apparire nei tabelloni settimanali, ma di cui già da mesi si ventilava l'ipotesi, viste le contraddizioni scaturite dalla drammatica crisi che ormai da tempo sta investendo violentemente i servizi postali. Fuori da ogni tipo di allarmismo che non ha ragione di esistere, rimboccarsi le maniche tutti significa anche questo, cioè un piccolo sacrificio contraendo quelle situazioni di vantaggio o di semplice comodità di cui si è potuto godere finché è stato possibile. Il ripristino della regola sulle turnazioni e gli orari per come vengono pianificati dall'orarista in base a un complesso quadro che coinvolge centinaia di lavoratori e secondo uno staffing che si delinea per lavorazioni significa certo dire addio per molti a quei venerdì e sabati trasformati magicamente a metà settimana da 16.00/22.00 a 7.00/13.00, perché si ha sempre qualcosa da fare sul fine settimana (grazie...!); addio a quei turni fissi giustificati da aleatorie circostanze di servizio, mattina fissa, pomeriggio fisso, notte fissa...; all'arzigogolata settimana dove un giorno si è di un turno e un giorno si è di un' altro e il seguente di un' altro ancora. In un'epoca di vacche grasse, si potevano ancora mantenere queste rendite parassitarie del passato. Oggi, no. Perché ne va del futuro stesso del lavoro della nostra categoria sempre più addentellata nelle aporie di un settore tutt'altro che in una fase solare e gravida di promesse. E' in un'ottica completamente diversa da un intento punitivo/disciplinare che va quindi vista questa recente opera di ottimizzazione di orari turni e applicazioni che si inquadra d'altra parte in un processo cantieristico di ristrutturazioni in open innovation che stanno coinvolgendo i Centri Meccanizzati Postali. Sia in termini produttivi che in termini di sicurezza e di organiz- zazione forte nell'affrontare con marziale prontezza le sfide di un contesto magmatico e difficilmente interpretabile in cui i flussi della corrispondenza divengono imprevedibili come d'altra parte le oscillazioni del mercato. Dopo un'estate lunghissima arrivata a inghiottirsi metà ottobre, dove sembrava davvero di essere giunti ad un stallo preoccupante e che davvero ha preoccupato tutti a iniziare dai lavoratori e da Slp-Cisl e da tutte le altre organizzazioni sindacali serie, si è avuta una rimonta di volumi, discontinua certo, di molto ridimensionata ma alla quale paradossalmente i moduli di un'organizzazione obsoleta rischiano quotidianamente di fallire la riuscita della loro gestione produttiva. Ciò significa cadute verticali nel metro della qualità che continuano a gettare discredito sulla reputazione di un'azienda importante come Poste Italiane che nelle sue metamorfosi ha tutte le carte per essere una tra le poche grandi aziende non solo nel Paese ma in Europa e nel Mondo a non ricorrere a misure autenticamente impopolari, come tutti sappiamo leggendo giornali e seguendo le notizie nei telegiornali. Noi che lavoriamo in Poste (e, ripetiamolo, non nella Posta di un 8

9 quarto di secolo fa, quella coi baffoni basette e divise color canna di fucile come i sacchi che venivano trasportati coi treni), checché ne dicano i vari tribuni delle sigle autonome di dissenso radicale che tutto criticano per non cambiare niente, ad oggi rimaniamo tra le categorie meno strattonate dalla crisi economica. Siamo convinti, allora, e con tutta sincerità non ci pare di offrire giustificazioni strumentali o regalare qualcosa alla placenta di comando dell'azienda, vista poi la consensuale approvazione di tutte le sigle sindacali, che riaffermare quelle condizioni, d'altra parte pienamente legittime, di una griglia sequenziale di turni per una pianificazione corretta ed equa che in questa fase converge per il bene di tutti, non sia sostenere una linea filoaziendale o aziendalista, secondo il cattivo lessico che ancora qualcuno utilizza quando non ha validi argomenti da sottoporre per un'analisi circostanziata degli avvenimenti che vedono coinvolti i lavoratori postali. Perché noi dell'slp-cisl non abbiamo mai adottato quella filosofia negativa del tanto peggio, tanto meglio, ma siamo stati sempre e per tradizione ideale dalla parte di tutte quelle persone che nel dialogo trovano le basi per una crescita e l'orizzonte di un futuro aperto e prospero. La battaglia per i diritti un Sindacato la combatte sempre e costantemente, anche a costo di rimanere in solitudine nel tenere alto il livello dello scontro quando ha senso che lo sia, come dimostrano le recenti vicissitudini che ci hanno visto protagonisti. Ma, diamine, non possiamo non essere figli di questo tempo, e comprendere a fondo i cambiamenti della società e ciò che questi impongono indirettamente anche nelle modalità del nostro essere lavoratori nei servizi della comunicazione postale. Tutelare il bios della vita delle persone è una cosa, costruire un fortino per la difesa di comodità è un'altra. Se è vero che ogni individuo può avere situazioni esistenziali particolari da richiedere delle giuste tutele, è anche vero che una micropolitica che guarda alla comunità tutta di un luogo di lavoro come può essere il CMP di Peschiera Borromeo (uno dei più mastodonti a livello europeo) deve sapere distinguere ciò è bene nella prospettiva di cui la nostra attualità fa già parte e retaggi e blindature che rischiano di rallentare se non bloccare processi di rinnovamento migliorativo in senso moderno del nostro lavoro sempre più preso d'assedio. Rimodulazione di turni in base ai reali flussi, alleggerimento del monte ore notturne per risparmiare capitale, organizzazione delle turnazioni con squadre dinamiche di operatori applicabile per tutta la gamma di operatività previste, sono delle operazioni tese a rivitalizzare complessivamente una serie di servizi che ha bisogno di reggere nel presente. Chiaramente, la voce cambiamenti non è mai subito accetta, fa anzi scatenare immediatamente timori, sicuramente scombussola uno status quo, all'inizio disincentiva, perfino. C'è anche un problema inidoneità molto forte, in cui, per questioni anagrafiche e circostanze individuali, diverse soggettività hanno quelle motivazioni straordinarie che è d'obbligo che vengano protette su un piano sociale, ma altro sono quei contorni grotteschi, lombrosiani dove tanti con un ventaglio di situazioni immaginifiche ci marciano. E non va bene. Il lavoro in uno stabilimento è duro, per le applicazioni sugli impianti, per la movimentazione dei carichi, per le performance sempre al limite e nei margini stretti, nello snodarsi dei passaggi del prodotto lungo la filiera, per le chiusure/partenze sempre al cardiopalma, infine per la rotazione dei turni, non a caso da sempre regolamentata anche per motivi di salute. Ma lo diventa soprattutto se è un terzo della comunità dei lavoratori a farsene carico effettivo. Diventa perfino iniquo per una distribuzione viziata da abitudini sottaciute (capiturno costretti ad affibbiare sempre agli stessi operatori determinate applicazioni, perché alcuni non possono svolgerle, altri non le hanno mai fatte, altri ancora non le vogliono fare adducendo i più strampalati motivi, fino a polemizzare per dei quarti d'ora, ecc.) e mantenute tra mille sotterfugi per non disinnescare le fragili cinghie di equilibri che hanno segnato il passo e non possono più non essere denunciate. Ora, tutti quanti gireranno turnazioni e applicazioni, come da statuto. Basta con le fasce orarie sovradimensionate a fronte di carichi di lavoro e lavorazioni che non li giustificano, manuali con giacenze di prodotto accumulate a fronte di casellari immancabilmente al completo, e turni sguarniti di personale idoneo alla maggior parte delle lavorazioni forti. In attesa delle necessarie verifiche sulla validità di questi cambiamenti di rotta e trascorse le iniziative di ostruzionismo della pervicace resistenza più o meno organizzata da qualche vecchia e torva salamandra, occorrerà confrontarsi per rimediare su eventuali spigoli e misure innecessarie che realmente potrebbero ingessare la vita lavorativa delle persone. (P.Z.) Posta Registrata al CMP, lavorare nelle Raccomandate di un grande centro Nel sensibile calo di flussi nel CMP di Peschiera Borromeo l unico reparto che ha mantenuto ma persino aumentato i carichi di lavoro sembrerebbe essere il reparto delle Registrate. Cosa tratta e che tipo di lavorazioni svolgono i lavoratori applicati qui alle Registrate? Raccomandate e Assicurate vengono scandite dagli operatori tramite i lettori bar-code o attraverso un macchinario in grado di leggere le codice a Barre applicato sulla lettere, atto a registrare il loro 9

10 transito nel Centro. Corrispondenza considerata pregiata per la qualità del sue certificazioni, con una lavorazione del tutto particolare, nonché parte consistente del futuro dei servizi postali, spesso però non viene trattata con quegli standard di qualità che meriterebbe. Soprattutto alle soglie di una preoccupante liberalizzazione del mercato. Parliamo dei parametri dell'intero iter di una Raccomandata o Assicurata, del percorso mittente-destinatario e dei suoi tempi stabiliti. Tralasciando a chi di competenza le risoluzioni di eventuali problematiche da risolvere tramite studi tecnici o statistiche, una nota critica per conoscenza diretta va senz'altro ad alcuni aspetti gestionali organizzativi del reparto produttivo di Borromeo. Si osserva quindi che da 5 anni a questa parte il reparto è cambiato in continuazione, se non per le idee di altrettanti amministratori diversi che si sono succeduti a un anno di distanza appena dall'altro...situazione che non ha giovato alla professionalità delle lavorazioni, anzi, tutt'altro. La consuetudine di riciclare i gestori, invece di agire creando uno staff preposto alla pianificazione delle varie attività ha portato scompensi che sono ricaduti sulle modalità del lavoro e nei rapporti con il personale. Una totale mancanza di sinapsi tra un turno e l altro, tale da generare confusione nelle lavorazioni facendo cadere così a cascata svariate difficoltà ai responsabili dei turni e alle squadre succedenti, si è rivelata solo uno dei tanti effetti negativi. E' giusto rimarcare poi come i rapporti tra i superiori e i dipendenti non sempre armonici sono arrivati a sfiorare un discrimine ingiustificato. Sulle ristrutturazioni del comparto e gli arredi poi si rileva che nonostante i costosi investimenti recenti, non si è provveduto a sostituire 8 pannelli di linoleum usurati all entrata del Reparto Raccomandate. Dopo tante segnalazioni ci si domanda ancora perché. Lo stesso per la condizione di sicurezza degli estintori, per gli impianti di climatizzazione, le stive precarie che intralciano le uscite di emergenza, impianti luce insufficienti, postazioni di lavoro labili e fili per le alimentazioni a vista. Una realtà questa delle Registrate che si spera trovi al più presto un indirizzo finalmente più rigoroso nella continuità di una pianificazione produttiva coerente in quello che si è cercato di evidenziare sopra per sommi capi, come la questione delle relazioni con il lavoratore e quelle di ottemperanza alle alle più elementari regole di sicurezza. Ciro Andelora (RSU del CMP Peschiera Borromeo) Approfondimenti. Schemi gestionali innovativi per un'impostazione sempre più efficiente e pulita della rete postale e la poca informazione su di essi Tracciature digitali per un più rapido percorso della lettera e Control Rooms di monitoraggio della Rete La complessità della rete logistica dei Servizi Postali ha portato negli ultimi anni a un perfezionamento sempre maggiore dell'ingegneristica che la riguarda. Un mondo di cui l'operatore che ci lavora non conosce quasi mai le mappe e soprattutto l'architettura che ne governa i macro come i micro processi al suo interno. E, talvolta, neppure tanti preposti alla guida di coordinamento nei vari segmenti della catena, spesso all'oscuro perché alla stregua dell'operaio-big Jim anche loro debbono occuparsi di meri operativi senza necessariamente sapere come e perché. E' il lato osceno di una mancata cultura aziendale di cui la responsabilità rimane spesso nel gorgo di un'evasività fatta di continui equilibri sulle parole e mediazioni retoriche. Non ci si riferisce infatti a nessun segreto industriale da guerra fredda economica, giacché tutti i materiali conoscitivi in questione li si può scovare facilmente su Internet. Ma ci vuole uno sforzo cognitivo individuale; nei luoghi di lavoro invece zero. Se ne deduce che non è prevista alcuna informazione lungo la filiera del lavoro vivo. Perché? Probabilmente questioni di competenza professionale fortemente gerarchizzata, come accadeva nelle aziende degli anni Cinquanta. Probabilmente, si tratta di un patrimonio da custodirsi in certe sale importanti, dietro scrivanie e computer, tra riunioni leguleie e briefing dirigenziali, lavagne luminose e proiezioni coatte di slides, gessati improbabili di ex marginali 10

11 assunti assurti al ruolo di nuove teste d'uovo, yes man che annuiscono, ma poi evidentemente risultano incapaci di tradurre almeno per teoria qualsivoglia innovazione. Una azienda importante come la nostra dovrebbe invece tenere presente in ogni momento che il capitale più esponenziale risiede nella risorsa umana di base: il lavoratore primario. Chi opera sul campo conosce implacabilmente ogni aspetto pratico, ogni criticità, ogni astuzia operativa e ha quelle capacità esecutive che servono a raggiungere gli obiettivi di squadra nel proprio segmento lavorativo. Investire sulla sua figura in maniera continua, aggiornata, puntuale significherebbe portare quella agilità funzionale e quello spirito di partecipazione che sono necessari se non vitali per evitare che si allargano a dismisura falle tra i processi teorici del nuovo quadro trasformativo di Poste Italiane e una fin troppo promiscua caoticità e degrado delle performance reali sull'intera rete. Cioè il lato B del volto elegante e massmediatico. Manca in definitiva una didattica aziendale nei luoghi di lavoro e cresce quel senso di frustrazione/ insoddisfazione che tracima in annichilimento e reificazione, cioè quanto di peggio un'azienda possa raccogliere da una cattiva semina comunicativa. Ci si augura allora che in un tempo che non sia lunghissimo si provveda su questo aspetto che nessuna intelligenza può disconoscere. A fronte di cambiamenti così profondi e gravidi di progettualità per un futuro in cui il tessuto del lavoro postale si fa sempre più permeato dalle logiche ipermoderne dell'informazione digitale si deve superare la cortina di ferro che lega col passato e le rigidità medievali di ruoli e conoscenze che sono solo retaggi di strutture comportamentali vecchie e inadeguate. Quella di Sapere/Potere è una coppia dialettica su cui come ci ha fatto apprendere il maître à penser Michael Foucault si giocano una miriade di conseguenze e di cui positivisticamente si dovrebbe tenere conto. Partecipazione significa anche coinvolgimento nelle conoscenze dei processi di tutti gli attori coinvolti della popolazione lavorativa di Poste Italiane. E' un tempo in cui la comunicazione è catturata da un trend in cui l'outsourcing e il viatico elettronico tende a farsi dominante, si diffondono prodotti concorrenziali come il recente Posta Pronta - lettere e raccomandate virtualizzate nell'infosfera, con la scusa dell'azzeramento dell'impatto eco-ambientale (opera dell'asse Legambiente /gruppo Posta Jet), in uno scenario da universomondo inedito rispetto alle forme di comunicazioni di ieri e per certi versi fitto di incognite e scommesse riorganizzative. Dalla raccolta allo smistamento, dal trasporto al recapito. Tracciatura su canali digitali Con una serie di dispositivi informatici, Poste Italiane da tre anni almeno a questa parte ha inteso sviluppare a tappetto una digitalizzazione delle informazioni di tutto il transito di flussi di corrispondenza della Logistica e del Recapito. Quella della tracciatura elettronica, con i suoi dispositivi specifici, i Totem di rilevamento pesi e impostazioni descrittive dei prodotti che transitano lungo i segmenti della filiera produttiva della lavorazione, i Palmari per per prelevare i carichi di presa in lavorazione e azzeramento Stiva, è stato l'inizio di passo fondamentale per mettere in rete anche la movimentazione svolta manualmente dai lavoratori. L'attestazione grafico-virtuale di ogni comportamento temporale e dei volumi reali con cui si tratta. La prima pietra di un piano industriale importantissimo che prevede investimenti nell'integrazione di investimenti tecnologici, riorganizzazione e sviluppo di nuovi servizi, e soprattutto certificazioni delle procedure a garanzia di un buon trattamento dei prodotti contrattati con le grandi utenze. Tutte misure per portarsi nel proprio settore di riferimento su un profilo sempre più alto di avanguardia. L'ammodernamento della propria infrastruttura è fondamentale alle nuove direttrici strategiche di mercato in vista della completa liberalizzazione del servizio postale. Va da sé che la necessità di un monitoraggio e un controllo elevato dei percorsi delle lettere diviene il quid che fa la differenza tra operatori in concorrenza. Ecco perché dell'importanza che assume ogni gesto dell'operatore che agisce attivamente nella catena produttiva del servizio. Parallelamente alla materialità delle mansioni svolte, l'aspetto che sembrerebbe attenere a un'immaterialità virtualizzante, cioè quello della precisione nell'assolvere alla registrazione dei tracciati, significa copartecipare in ogni anello operativo al valore aggiunto rappresentato dalla conoscenza dei passaggi e quindi della qualità del servizio. La tracciatura è un paradigma che sta andando a rivestire ogni ambito del Gruppo, Banco Posta, Postel, Postecom, PosteVita, SDA, PostaFondi in quella che una volta avevamo chiamato una rivoluzione di velluto che ha cambiato il volto da Amministrazione pubblica ad una piattaforma che offre prodotti e servizi integrati, logistici e finanziari con una forza che innerva non solo tutto il territorio ma che è in grado di formare asset con strutture economiche di tutto il mondo. Il destino dei servizi postali tradizionali dipende anche e molto, al di là di qualsiasi pronostico (nessun Tiresia potrà conoscerne gli esiti nei prossimi anni) o augurali speranze (che ovviamente esprimiamo tutti), dalla qualità con cui vengono gestiti i flussi, bancale per bancale, contenitore per contenitore, pezzo per pezzo fino all'ultimo miglio del raggiunto obbiettivo di ogni singola lettera. Analisi in tempo reale attraverso il network tecnologico della Service Control Room (SCI) Tecnicamente è una supply chain tecnologica deputata a vagliare costantemente lo stato della rete, dei sistemi, degli applicativi e dei servizi, attraverso un'attività dettagliata di controllo sui processi architetturali delle varie produzioni. Un sistema integrato centralizzato su un polo tecnologico ad alto grado di informatizzazione e con apparecchiature che assicurano il monitoraggio denominato End-to-End in tempo reale e attraverso l'infrastruttura ICT di tutto ciò che avviene negli spazi di Poste su tutto il territorio nazionale. E' il Grande fratello che, diversamente dalla distopia del famoso 1984 delle letture scolastiche, ha come priorità la visione completa delle anomalie, criticità, degradi di qualità degli operativi e come obiettivo quello di dare una risposta di emergenza più celere possibile al risolvimento del problema (trouble ticketing, protocolli aperti da una falla che può può portare in disservizio una prestazione ottimale). Ridurre le problematicità delle prestazioni significa evitare impattamenti negativi sulla business continuity aziendale, che in parole povere equivale a non perdere per strada grandi clienti, incremento e redditività dei servizi. (P.Z.) 11

12 Dossier Berlusconi. Anni Settanta (Kaos edizioni) Berlusconeide L'epica stramiliardaria, dalla città-giardino di Milano 2 agli arcipelaghi finanziari, politica e compassi nelle nebbie degli anni Settanta In un ambiente di lusso, saloni uno via l'altro, prati di moquette, sculture che si muovono, pelle, mogano e palissandro, continua a parlare un uomo non tanto alto, con un faccino tondo da bambino coi baffi, nemmeno una ruga e un nasetto da bambola. Completo da grande sarto, leggero profumo maschio al limone. Mentre il suo aspetto curato, i suoi modi gentili, la sua continua esplosione di idee piacerebbero a un organizzatore di festini e congressi, il suo nome sarebbe piaciuto a C.G. Gadda. Si chiama infatti Silvio Berlusconi. Un milanese che vale miliardi, costruttore di smisurati centri residenziali, ora proprietario della stupenda villa di Arcore...Allergico alle fotografie e soddisfatissimo che nessuno lo riconosca né a Milano né in quella sua gemma che considera Milano 2. siccome è la sua prima intervista, è felice di raccontarmi la sua vita felice.... Così tratteggiava al femminile la nota giornalista Camilla Cederna per il suo pezzo su L'Espresso. Era la primavera del 1977 e il futuro tycoon delle televisioni private e controverso futuro politico che ha dominato fino ad oggi la scena della Seconda Repubblica era un quarantenne rampante già a capo di un impero finanziario mai visto. Un'anomalia selvaggia nel panorama imprenditoriale di quei lontani e bui anni Settanta che lo hanno visto crescere in maniera inaudita e un po' in sordina. Anni da cui, tra crisi della politica e delle istituzioni, crisi energetica e recessione economica, fortissime tensioni ideologiche tra destra e sinistra, una travolgente cronaca di illegalità diffusa, sequestri di persona a raffica e mafia bianca in cerca di lavanderie, massoni piduisti alla Licio Gelli a intessere trame da sotto-stato (con tanto di Piani di rinascita nazionale ) e deviazioni di tutti i tipi e ganci con il terrorismo stragista nero e bande della Magliana, nessun potere è uscito candidamente con un'anima pulita. Tranne qualcuno. Il centesimo libro su Berlusconi, personaggio victorhughiano par excellance della nostra triste epoca, è da leggersi allora come un romanzo alla Simenon, utilissimo a capire non tanto la metamorfosi di un magnate nostrano tra i più attaccati ma anche difesi della nostra storia repubblicana, ma di un contesto in cui le distrazioni dei media erano molte e nondimeno ci sarebbero stati vinti e vincitori, bastava aspettare. Tra le sue pagine si rivelano come in un giallo letterario indizi e tele di relazioni, circostanze conosciute ma anche aspetti inconsueti come di una biblioteca di volumi, dotte prefazioni ( Utopia del filosofo Tommaso Moro) e collezioni d'arte con i Van Gogh, di una figura spesso svilita nello stigma dei suoi avversari. Tante e gustose, le rivelazioni. Come quelle di una politica da 12

13 sempre inseguita (già nei primi Settanta considerò la candidatura nelle liste europee della Democrazia Cristiana, in seguito nel 1976 finanziò la scissione di Destra Nazionale dall'msi di Almirante, poi l'impulso all'espressione dei settori conservatori di Maggioranza Silenziosa del Giornale Nuovo di Montanelli, la nomina a Cavaliere del Lavoro dal Presidente doroteo Giovanni Leone, l'appoggio del PSI del fraterno Bettino Craxi, ecc), ma che doveva attendere almeno vent'anni per scaturire in una dimensione compiuta (il partito dei clubs di Forza Italia poi confluito nel PDL). Non si parla della smodata erotomania per le ragazze-farfalla di un fantomatico modello-caligola (così parlò Fini), né di quel drago al centro di un'incredibile guerra massmediatica di elmetti e divise di guelfi e ghibellini di nuova generazione. Né di anarchia del potere di pasoliniana memoria (il film testamento Salò ) o chiuse contemplazioni in un proprio dominio carismatico e personale. Ma, piuttosto di un milieu, di quella gens berlusconiana distribuita nel ginepraio di holding finanziarie che facevano capo alla società-madre Fininvest nata a Roma nel 1975, ai fedelissimi in quel tempo giovani come Confalonieri, i gemelli Dell'Utri e altri curiosi personaggi del futuro Biscione. Quindi di don Verzé, della Banca Rasini dove il padre era un alto funzionario, del sistema creditizio di allora, spesso disinvolto e magnanimo nella elargizione di forti liquidità, e dei vuoti legislativi, vera culla favorevole per eroiche prodezze di una finanza che in quegli anni scopriva la sua titanica potenza creativa in grado di sposizionare/posizionare assetti ed equilibri. E altro ancora che vale la pena di scoprire al di là della piega di posizioni che il dossier segue nello srotolare i materiali raccolti. (P.Z.) diviso il popolo e la città di Berlino fisicamente e psicologicamente. La cancelliera Angela Merkel ha dato il via alle celebrazioni ufficiali nel primo pomeriggio da un luogo significativo come il ponte della BornholmerStrasse con l'ex leader sindacale di Solidarnosc Lech Walesa e dall'ultimo presidente sovietico Mikhail Gorbaciov, celebrazioni che hanno visto anche tanti capi di stato e uomini politici accorsi ad un appuntamento importante che storicizza un passato dove si è soppressa la libertà di milioni di persone. Dopo la riunificazione della Germania e dell'europa, aperti gli spazi della globalizzazione, oggi allora diventa importante più che mai comprendere i passaggi della Storia, le geopolitiche tortuose che ne hanno segnato i passaggi, i drammi e i plurimi significati che vi si possono rintracciare. Libri ( 1989 di Enzo Bettiza), docu-film in dvd, speciali delle più importanti testate e la stessa nuova narrativa tedesca compresi quegli autori della cosiddetta Ostalgia offrono delle occasioni culturali per approfondire le ragioni di ciò che abbiamo visto in diretta nelle immagini televisive di tanti anni fa. (P.Z.) Vent'anni dopo la caduta del muro di Berlino Est Decine di migliaia di tedeschi si sono riversati il 9 Novembre scorso da Aleksanderplatz alla Porta di Brandeburgo per festeggiare l'anniversario del 1989, quando finalmente dopo tanti anni cadeva il tetro simbolo della Guerra Fredda che ha Diabolik diventa un francobollo, assieme ad altri fumetti come Cocco Bill di Jacovitti e Lupo Alberto Tra le nuove emissioni di francobolli presentate al Festival Internazionale di Filatelia Italia 2009 svoltosi a Roma di recente, evento che ha richiamato più di cinquecento partecipanti e quattrocentotrentasei collezioni al Palazzo dei Congressi dell'eur, sono spuntati anche alcune novità filateliche curiose, un foglio del valore di 3 euro con i francobolli dedicati ad alcuni tra i fumetti cult per eccellenza della tradizione delle strisce disegnate: il Diabolik delle sorelle Giussani e gli indimenticabili Cocco Bill, inventato dal disegnatore Jacovitti, e il mandrillissimo Lupo Alberto inventato nel 1974 da Guido Silvestri in arte Silver. Le effigi dei tre fumetti che sono stati celebrati nella forma-francobollo sdoganano così un'arte popolare spesso misconosciuta dalla critica, ma che rimane sempre nel cuore di tutti. (P.Z.) 13

14 Disastri, comiche e impegno nei cinema Multisala Catastrofico 2012, George Clooney nella favola antimilitarista all'lsd e Scamarcio in Prima Linea, per un'ultima miccia corta Crolla San Pietro a Roma, con tutti i credenti in preghiera, si agitano venti e tsunami, la crosta terrestre si dissesta bruciando e inondando ogni prospettiva logica e seguendo la profezia del calendario Maya. La fine del mondo nel nostro solito letto in notte piena di pioggia, verrebbe da dire parafrasando un famoso titolo della Lina Wertmüller. Prima dell'invasione dei cine-panettoni con De Sia, Boldi, Hunziker, Tognazzi e Gassman jr. Dopo un film ottimo come il Dillinger-Johnny Depp di Nemico pubblico di Michael Mann e aspettando le novità stereoscopiche in 3D e motion capture del digitalizzato Avatar di James Cameron. Il cinema su grande schermo è ancora un' emozione forte se lo si intende nel suo specifico antropologico di grande ritualità collettiva con platee schiamazzanti distribuite nel buio della caverna platonica nelle immagini di luce che rincorrono la vita tra paura e desiderio (ricordiamoci le cripto-affabulazioni di Enrico Ghezzi nel Fuori Orario catodico). Così in un disaster-movie come 2012 di Roland Emmerich più degli stordenti e apocalittici disastri a cascata squadernati per più di due ore, il divertimento maggiore rimane pur sempre quello popolare dei commenti a voce alta e boati da stadio tra popcorn e coca-cole della platea. Perché, l'indubbia capacità di questo Spielberg tedesco specializzato in cataclismi di forte impatto spettacolare (Indipendence Day, Godzilla, The Day After Tomorrow), diventa perfino rutilante. Certo gli effetti speciali surclassano qualsiasi altra produzione del genere, per sbalorditiva verosimiglianza delle tempeste nelle città e in altri spazi reali ; Hollywood ridefinisce in continuo il concetto di computer grafica, però forse qui non basta e rispetto al catastrofico degli anni Settanta, con i vari Terremoti, Poseidon, Inferni di cristallo e Airports e con quei cast all stars che li caratterizzava con i Charlton Heston, Ernst Borgnine e Paul Newman a garanzia di storie umane importanti che rendevano più biblico il castigo del rovesciamento dall'ordinario al l'extraordinario, è impari. Non c'è davvero confronto. Le modestissime facce medio borghesi alla Johnn Cusack e l'insulso manicheismo di personaggi e intrecci rendono omeopatico perfino l'incubo della fine. Una commedia saldamente comico-surreale che fa il verso al cinema dei fratelli Coen è L'uomo che fissa le capre di Grant Heslov che catapulta in un clima stralunato George Clooney, Ewan Mac Gregor, Kevin Spacey e Jeff Bridges per una presunta storia vera ambientata durante la guerra in Iraq e raccontata nel romanzo di Jon Ronson da cui il film è tratto. Protagonista è Lyn Cassady (Clooney) stravagante soldato Jedi e monaco guerriero della New Earth Army, l'unità sperimentale dell esercito americano che cerca di combattere le guerre in usando il lato nobile della Forza, guidato dal bizzarro ex hippy Bill Django (uno strepitoso Bridges che sembra fare il Grande Lebowsky 2), un ufficiale che ha trovato l'illuminazione dopo l'esperienza del 14

15 Vietnam e si è convinto della necessità di una guerra da combattere con fiori, filosofia zen e LSD sciolto nel rancio. Basta con gli affondi guerrafondai: grazie ai poteri nascosti della mente è possibile attraversare muri, uccidere una capra con lo sguardo, leggere nel pensiero del nemico e dissolvere le nuvole in cielo. Una divertente sarabanda di sketch parodistici tesi a dissacrare l'america s Army della passata presidenza Bush e alle distorsioni implicite nell'informazione mainstream Cinema politico civile e giù di lì, invece, il film italiano diretto da Giovanni De Maria che ha suscitato polemiche quando ancora lo si stava girando. La Prima Linea con la giovane coppia Riccardo Scamarcio/Giovanna Mezzogiorno, nei ruoli di Sergio Segio comandante Sirio e di Susanna Ronconi, sua sodale e compagna, narra la clamorosa e audace liberazione manu militari della protagonista e di altre tre militanti dal carcere femminile di Rovigo. Un episodio avvenuto in un lontano inverno del 1982 (basato sull'autobiografico Miccia corta dello stesso Segio), che di per sé è stato sintomatico del modus mentale che caratterizzava i pistoleri di PL nell'ultima recrudescenza terroristica degli anni Ottanta. Un'insorgenza nel segno dell'odio ideologico di classe che diversamente dai cugini delle BR e come è stato giustamente rilevato da Giuliano Boraso nel libro Mucchio Selvaggio si era levata a metà del decennio precedente come espressione di un movimento armato spontaneo, reversibile, multipolare del proletariato metropolitano basata moltissimo anche sulle affettività amicali correnti tra i membri e che aveva avuto come epicentro gli ex ragazzi della via Pal della Stalingrado di Sesto San Giovanni ma si farciva dei militanti delle vallate bergamasche come dei capoluoghi del Veneto. In seguito alla tragica parabola fatta di omicidi e ferimenti (il giudice Alessandrini, il giornalista Tobagi, i dirigenti dell'icmesa responsabili del disastro di Seveso, ecc) ci furono poi le Aree omogenee di dissociazione con cui molti di quei membri (tra cui il figlio del democristiano Donat Cattin) ammisero il fallimento di quella tremenda stagione di conflittualità che aveva portato dolore a acuito la separazione tra extraparlamentari e classe operaia. Nel raccontare queste vicende, che sarebbero potute essere rievocate con intelligenza con un'interprete come Fabrizio Bentivoglio nel ruolo di un Segio di adesso, volontario sociale del Gruppo Abele che rimemora i propri anni di piombo alla luce di un problematico presente che non si è ancora secolarizzato (il sangue delle vittime), il regista utilizza la chiave di un noir esistenzialista con i tenegers di ieri in una livida fotografia tirrenica da nordest e con una narrazione a mosaico tra repertorio, lunghi flashback filologici tesi a mostrare atmosfere, e infine l'action delle sparatorie. Così convince poco, come l'ambiguo volto di Scamarcio, monoespressivo nel preparare con i compagni l'ultima miccia corta, con indosso un loden grigio da cui spuntano mitragliette. Forse l'essere stato dalle parti del Sessantotto con Il grande sogno e Mio fratello è figlio unico, ha illuso che avrebbe potuto reggere una parte del genere (ma Placido aveva visto bene in Romanzo criminale nel dargli il personaggio ombroso e solitario di neofascista, da poter diventare uno spin off per affrontare l'enigma del NAR Valerio Fioravanti), meglio allora vederlo nella commedia pugliese L'uomo nero di e con Sergio Rubini, dove fa scompisciare dalle risate vederlo recitare in dialetto. (P.Z.) 15

16 Dal pomeriggio del 4 Dicembre entrano a far parte attivamente le figure di coordinamento nominate dalla Segreteria Territoriale di Milano Il Consiglio Direttivo vota i nuovi Coordinatori dei Giovani e delle Donne Sono stati ufficialmente votati dal Collegio dei Sindaci e dai Consiglieri i due giovani che andranno a occuparsi di due importanti fette di iscritti della nostra Organizzazione sindacale. Si tratta rispettivamente di Vittorio Rota, già RSU e da diversi anni impegnato in Slp-Cisl, per l'ambito dei Giovani e per quello delle Donne di Giovanna Tescione, nostra delegata sindacale presso il CPD di Baggio. Entrambi nel loro discorso hanno espresso il vivo desiderio di impegnarsi attivamente apportando un contributo significativo a quello che intendono come unità e partecipazione di Giovani e Donne in Slp-Cisl. A loro va quindi totalmente la fiducia di noi tutti con l'augurio di un proficuo e buon lavoro. La CISL nelle Poste Oltre un terzo dei lavoratori delle Poste sono iscritti all'slp-cisl. Con la forza delle idee di oltre iscritti, grazie all'instancabile attività quotidiana della più numerosa, capillare e competente rete di attivisti presente in tutte le Unità Produttive, da oltre 60 anni la CISL guida l'attività sindacale nelle Poste. Difendiamo con professionalità e tenacia i diritti dei lavoratori; lavoriamo per costruire un futuro migliore per tutti. SLP-CISL fa formazione continua per i giovani e li aiuta nella loro crescita professionale. Entra anche tu nella nostra squadra e scoprirai che con il tuo impegno puoi effettivamente contribuire a cambiare le cose. Pensa al tuo presente e non perdere di vista il tuo futuro. Buon Natale e Felice 2010 a tutti i Lavoratori di Poste dalla Segreteria Iscriviti alla CISL!! La sede di Milano è aperta dal lunedì al venerdì (ore ) in via Tadino 18 (zona Corso Buenos Aires) e puoi facilmente raggiungerla con la MM1, fermata Lima o P.ta Venezia. Tel fax

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